Sopra: il 17 gennaio
2016, Francesco I, sulle orme dei suoi predecessori Giovanni Paolo
II e Benedetto XVI, si è recato in visita alla sinagoga di Roma,
accolto dal rabbino-capo Riccardo Di Segni.
Premessa
Nell'articolo
immediatamente precedente a quello che stiamo per presentare si è
cercato di capire se esiste una vera religione analizzando
brevemente la storia e la dottrina delle principali religioni
mondiali. Abbiamo ritenuto necessario pubblicarlo per fare chiarezza
in questo periodo di grande confusione in cui, dopo il Concilio
Vaticano II (1962-1965), l'uomo della strada è
ormai convinto che tutte le religioni siano uguali e abbiano come
autore il medesimo Dio.
Al contempo, sta prendendo sempre più piede
un'altra convinzione erronea dovuta a diversi documenti ufficiali o
a dichiarazioni provenienti dai vertici della Chiesa cattolica:
secondo un'interpretazione basata... sul nulla, l'Antico Patto tra
il popolo eletto d'Israele e Dio sarebbe ancora in vigore.
Già nella
Dichiarazione conciliare Nostra Ætate
(del 28 ottobre 1965), interpretando
arbitrariamente un'affermazione di San Paolo (Rm 11, 28), si
trova questa un accenno a questa idea: «Tuttavia secondo
l'Apostolo, gli ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora
carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza
pentimento». Anche nella Costituzione Dogmatica Lumen
gentium (del 21 novembre 1964) si dice al § 16:
«Infine, quanto a
quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo, anch'essi in vari
modi sono ordinati al popolo di Dio. In primo luogo quel popolo al
quale furono dati i testamenti e le promesse, e dal quale Cristo è
nato secondo la carne (Rm 9, 4-5), popolo molto amato in ragione
della elezione, a causa dei padri, perché i doni e la chiamata di
Dio sono irrevocabili (Rm 11, 28-29)».
Sopra: i Padri
conciliari durante una sessione.
Ma a rendere popolare questa opinione
fu Giovanni Paolo II (1920-2005), che il 17 novembre 1980,
incontrando i rappresentati della comunità
ebraica di Magonza (in Germania), affermò:
«La profondità e la
ricchezza nella nostra comune eredità ci si aprono in maniera
particolare nel dialogo amichevole nella collaborazione fiduciosa
[...]. La prima dimensione di questo dialogo, cioè l'incontro tra
il popolo di Dio del Vecchio Testamento, da Dio mai revocato
(Rm 11, 29), e quello
del Nuovo Testamento, è allo stesso tempo un dialogo all'interno
della nostra Chiesa, per così dire tra la prima e la seconda parte
della sua Bibbia».
incontra Giovanni
Paolo II nel corso di una sua visita nel 2001.
Ma se l'Antica Alleanza non è mai
stata abolita ne consegue necessariamente che esistono in parallelo
due vere religioni, entrambi salvifiche, anche se una adora Cristo e
l'altra lo rifiuta ostinatamente. Ma se l'Antica Legge è ancora in
vigore, gli ebrei non
avrebbero bisogno del Battesimo per salvarsi, né di accettare la
fede in Cristo.
Non voglio tediare oltre il lettore e mi limito a
far notare che Cristo ha predicato il Vangelo solo nella terra
d'Israele. Alla donna pagana che chiedeva la guarigione della
figlia, Gesù rispose: «Non sono stato mandato se non alle
pecore perdute della casa d'Israele»
(Mt 15-24). Ma forse la parabola dei vignaioli perfidi è
ancora
più illuminante:
«Gesù si mise a
parlare loro in parabole: "Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno
una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in
affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. A suo tempo inviò un
servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. Ma essi,
afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. Inviò
loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla
testa e lo coprirono di insulti. Ne inviò ancora un altro, e questo
lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li
bastonarono, altri li uccisero. Aveva ancora uno, il figlio
prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: "Avranno rispetto per
mio figlio"! Ma quei vignaioli dissero tra di loro: "Questi è
l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra". E
afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il
padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la
vigna ad altri» (Mc 12, 1-9).
«Ma quei vignaioli
dissero
tra di loro: "Questi è l'erede;su, uccidiamolo e l'eredità
sarà nostra". E
afferratolo, lo uccisero e lo gettarono
fuori della vigna».
Tutto ciò si è verificato. I vignaioli
(gli ebrei) hanno ucciso il figlio (Gesù Cristo) del padrone della
vigna (Dio Padre). Nel 70 d. C. Gerusalemme fu saccheggiata e il
Tempio venne distrutto. La vigna (ossia l'elezione) venne data ad
altri (i pagani). E infine ricordiamo che ai Suoi Apostoli Cristo ha comandato:
«Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni
creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi
non crederà sarà condannato» (Mc 16, 15). Ad ogni
creatura... nessuno escluso.
«Gesù
allora disse: "Io sono venuto in questo mondo per giudicare,
perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono
diventino ciechi". Alcuni dei farisei che erano con lui
udirono queste parole e gli dissero: "Siamo forse ciechi
anche noi "? Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non
avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il
vostro peccato rimane"» (Gv 9, 39-41).
«Guai a
voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei
cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e
non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci»
(Mt 23, 13).
Introduzione
Un nuovo
apprezzamento della religione ebraica, apparso dopo il Concilio
Vaticano II, più o meno esplicitamente, nei testi
della gerarchia cattolica, è stato esposto con una certa forza in
due documenti degli anni 2000:
La
Dichiarazione Riflessioni sull'Alleanza
e la Missione,
dell'8 dicembre 2002, preparata dal Consiglio nazionale delle
sinagoghe e dal Comitato Episcopale degli affari ecumenici ed
interreligiosi;
Il libro
La promesse, del Cardinale Jean-Marie Lustiger
(1926-2007), Arcivescovo di Parigi, pubblicato nel novembre 2002 (éd.
Parole et silence).
Sopra: il libro del
Cardinal Jean-Marie Lustiger
La Promesse
(ed. in lingua inglese ).
Questi
documenti hanno ricevuto una certa risonanza sui media, sia
da quelli cattolici che da quelli laici. Entrambi sviluppano più o
meno la stessa tesi secondo la quale:
Gli ebrei
di oggi beneficiano ancora dell'antica alleanza con Dio, che per
loro è salvifica;
Essi hanno una
missione specifica nei confronti di tutta l'umanità;
I cattolici
non dovrebbero cercare di convertirli.
Dopo aver
richiamato i punti della dottrina tradizionale rimessi in
discussione, ci proponiamo di esaminare la validità di questa tesi.
I
PUNTI PRINCIPALI DELLA
DOTTRINA TRADIZIONALE
La vera religione dopo Noè
La vera religione ha attraversato tre
fasi:
La religione dei Patriarchi, con
il sacerdozio primitivo;
La religione instaurata da Mosè,
con il sacerdozio di Aronne;
La religione stabilita da Nostro
Signore Gesù Cristo, con il sacerdozio cattolico.
Queste tre fasi sono simboleggiate
nella parabola del Buon Samaritano (Lc 10, 25-37). L'uomo
caduto nelle mani dei ladri (che simboleggiano Satana e i suoi
angeli) e lasciato mezzo morto sul ciglio della strada è l'immagine
dell'umanità ferita e impotente dopo il peccato originale:
«Un
sacerdote si avvicina e lo guarda. È il
sacerdozio primitivo, quello dei patriarchi: un
sacerdozio santo, certamente, ma che non è in grado
di rialzare la nostra natura decaduta, perché,
sebbene possieda la fede e trasmetta il principio
della salvezza con la sostanza della vera religione,
non ha né la missione, né la virtù per portare a
termine l'opera [...]. Così avviene anche per
il sacerdozio di Aronne, rappresentato da
questo levita che giunge sul posto, dopo il primo
sacerdote, e incontra come lui lo sfortunato
viandante. Questa istituzione mosaica è divina; essa
contiene il deposito della verità e della vita; ma,
come insegna così felicemente San Paolo nella sua
bella "Lettera ai Romani", essa constata la malattia
senza poterla guarire! Tale sacerdozio annuncia il
medico che curerà tutto; lo annuncia e gli prepara
la strada; ma non è in grado di guarire il ferito.
Ne consegue che preso in se stesso, per quanto
benefico possa essere, esso resta decisamente
insufficiente. Il levita, quindi, passa come l'altro
sacerdote, e il ferito giace sempre lì, sul ciglio
della strada»2.
Terzo personaggio della parabola: il
Samaritano, che rappresenta Cristo, l'unico che può guarire
efficacemente le ferite versandovi olio e vino (simbolo dei
Sacramenti) e conducendolo alla locanda (simbolo della Chiesa). La
religione dei patriarchi, l'ebraismo mosaico e il cattolicesimo
costituiscono quindi tre fasi della stessa religione per quanto
riguarda la fede,
«...poiché il Nuovo Testamento,
nel suo insieme, tende a presentare la fede d'Israele3come se fosse sempre stata una fede
implicita in Cristo Gesù.
Rifiutare di credere in Cristo Gesù, quando è
già venuto, implica una negazione oggettiva
del contenuto della fede dell'Antico
Testamento»4.
Sopra: il profeta Isaia, che è vissuto nell'VIII secolo a.
C., ha predetto che la Vergine avrebbe concepito
miracolosamente il Messia, che la Sua venuta sarebbe stata
preceduta dalla predicazione del Battista, che il Messia
avrebbe sofferto salvare gli uomini facendosi carico dei
loro peccati e che sarebbe risorto.
Ma ciò che è passato è passato:
«L'ebraismo mosaico non è nient'altro che una
sopravvivenza, certamente ricca, saggia, carica di
una pesante eredità, ma solo una sopravvivenza.
Quella di una religione che, a parte l'atto di
adorazione interiore di un cuore sincero, non ha
più alcun oggetto. Il suo oggetto era l'attesa
del Messia. Egli è venuto. Ora c'è un solo culto del
vero Dio: il culto dovuto alla Santissima Trinità e
all'Inviato di Dio, suo Figlio Gesù Cristo, da parte
della Chiesa che Egli stesso ha istituito,
vivificato dallo Spirito Santo, dispensatore di
grazie divine»5.
Sopra: nell'anno 70 d. C., come profetizzato da Cristo (Mc
13, 2) una quarantina di anni prima, il Tempio di
Gerusalemme viene distrutto da un incendio attizzato dalle
armate di Tito e Vespasiano. Senza tempio, né leviti, né
sacrifici, la religione mosaica non può più essere praticata
e non ha più ragion d'essere. Il Messia atteso è già venuto.
L'Antica Alleanza e l'elezione
del popolo ebraico
A causa dell'Alleanza - noto come
Antico Testamento - concluso tra Dio e il popolo ebraico,
quest'ultimo aveva lo status di popolo eletto; ad esso fu
affidata una missione: quella di preparare la venuta del Messia. Una
volta compiuta la missione, il popolo ebraico non beneficiò più di
una missione particolare che sarebbe stata prolungata, né di
un'elezione esclusiva, né di un'Alleanza a sé riservata. Scrisse a
suo tempo il Cardinale Jean Daniélou (1905-1974):
«Il
popolo ebraico è stato il popolo eletto per due
millenni per via di una missione che doveva
compiere. Ma questa elezione era provvisoria,
nel senso che non era chiamato a tenerla gelosamente
per sé per sempre, come un privilegio esclusivo, ma
a condividerla con tutti gli altri popoli. Questa è
l'essenza stessa del mistero nascosto che San Paolo
annuncia nella sua "Lettera agli Efesini". Ora le
nazioni sono chiamate proprio come gli ebrei. Questo
è ciò che alcuni ebrei capirono e salutarono con
gioia, come quelli che seguirono Gesù. Ma ecco ciò
che altri hanno rifiutato. Il fratello maggiore non
ha voluto condividere la sua elezione con il figliol
prodigo. La buona novella del Nuovo Testamento è, ci
dice San Paolo, che "non c'è
qui né giudeo né greco; non c’è né schiavo né
libero; non c'è né maschio né femmina; poiché voi
tutti siete uno in Cristo Gesù" (Gal 3, 28).
E va detto infatti che se l'elezione di un
determinato popolo fosse qualcosa di diverso da
un'economia provvisoria, in vista di una chiamata
universale alla quale sono invitati tutti i popoli,
se apparisse estesa a tutta la storia sarebbe
intollerabile. L'intera umanità era
originariamente chiamata da Dio: oggi tutti i popoli
sono riuniti nella Chiesa. È sbagliato parlare
anche oggi di una particolare elezione del popolo
ebraico. Ed è il modo migliore per
resuscitare l'antisemitismo»6.
Ormai il ruolo del popolo eletto è attribuito
alla Chiesa e a lei sola:
«Il
culto del Tempio è stato abolito per sempre, segno
lampante del cambiamento del rapporto tra Dio e il
popolo che un tempo aveva scelto. Come l'elezione di
Israele, fatta da Dio in vista dell'avvento del
Messia, è passata alla Chiesa, così è successo al
sacerdozio»7.
E quindi, il nuovo Israele è la Chiesa:
«Dopo la venuta del Messia, la natura stessa del
popolo di Dio viene trasformata. Gesù istituisce il
nuovo popolo di Dio, tratto dal vecchio, ma con
l'aggiunta dei pagani che saranno innestati
nell'antico Israele. Il nuovo Israele è la Chiesa, e
l'infedele Israele non ne fa parte8. La promessa di Dio al
primo popolo eletto era stata di ordine temporale:
un paese da abitare, con la certezza di prosperità e
di indipendenza; ma era solo la figura della vera
promessa che era di un altro ordine: la
liberazione spirituale dell'umanità.
Questa promessa ha ricevuto il suo adempimento in
Cristo e il popolo di Dio è divenuto una realtà
spirituale e universale»9.
«Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita
per le pecore [...]. E ho altre pecore che non sono di
quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia
voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore» (Gv
10, 11-16).
Antica Alleanza e Nuova alleanza
Imperfezione dell'Antica Alleanza
«È
scritto che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava
(l'egizia Agar) e uno dalla donna libera (la moglie
Sara). Ma quello della schiava era il figlio della
carne, mentre quello della donna libera era il
figlio della promessa. Tutto ciò è allegorico,
perché queste due donne rappresentano le due
alleanze: una, quella del monte Sinai, figlia della
schiavitù, è Agar. Ora, Agar è il monte Sinai in
Arabia; essa corrisponde alla Gerusalemme odierna,
che è realmente una schiava come lo sono i suoi
figli. Dall'altra parte, c'è la Gerusalemme che è
libera, ed è la nostra madre, perché è scritto:
"Rallègrati, sterile, che non partorisci, grida
nell'allegria tu che non conosci i dolori del parto,
perché molti sono i figli dell'abbandonata, più di
quelli della donna che ha marito" (Gal 4, 27)».
Sopra: Abramo caccia Agar e il figlio Ismaele
dall'accampamento, poiché quest'ultimo perseguita Isacco. Per
San Paolo, Ismaele (figlio della schiava egizia Agar)
rappresenta la sinagoga, mentre Isacco (figlio di Sara, moglie
di Abramo) rappresenta la Chiesa (Gal 4, 22-27).
Sostituire l'Antica Alleanza con la
Nuova
La cosa è chiaramente stabilita da San Paolo
nella Lettera agli Ebrei:
«Ora invece egli (Cristo) ha ottenuto
un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l'alleanza di
cui è mediatore, essendo questa fondata su migliori promesse. Se
la prima infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il
caso di stabilirne un'altra. Dio infatti, biasimando il
suo popolo, dice: "Ecco vengono giorni, dice il Signore, quando io
stipulerò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda un'alleanza
nuova;non come l'alleanza che feci con i loro padri, nel
giorno in cui li presi per mano per farli uscire dalla terra
d'Egitto; poiché essi non sono rimasti fedeli alla mia alleanza,
anch'io non ebbi più cura di loro, dice il Signore [...].
Dicendo però "alleanza nuova", Dio ha dichiarato
antiquata la prima; ora, ciò che diventa antico e
invecchia, è prossimo a sparire» (Eb 8, 8-13).
Non si riesce a comprendere come il Catechismo della Chiesa
Cattolica, promulgato da Giovanni Paolo II
nel 1997, possa affermare (§ 121): «L'Antica Alleanza
non è mai stata revocata».
La sostituzione di un'Alleanza con un'altra corrisponde alla
sostituzione del culto del Tempio con un nuovo culto.
La
distruzione del Tempio avvenuta nel 70 d. C. ha segnato in modo
visibile il passaggio da un'economia all'altra.
Se solo il sacrificio di Cristo è valido davanti a Dio, lo stesso
vale per il sacerdozio.
Inoltre, «(Cristo)abolisce il primo
sacrificio per stabilirne uno nuovo»
(Eb 10, 9)10.
Queste verità sono splendidamente espresse da San Tommaso d'Aquino
(1225-1274) nella sequenza Lauda Sion e nell'inno
eucaristico Pange Lingua che si cantano nel giorno del
Corpus Domini:
Lauda Sion
Lauda Sion
Lauda Sion Salvatorem
[...]
In hac mensa novi Regis
Novum Pascha novæ legis
Phase vetus terminat.
Loda o Sion il
Salvatore [...]
In questa mensa del nuovo Re, la nuova Pasqua della nuova legge pone fine al vecchio tempo.
Pange Lingua
Pange Lingua
Et anticum
documentum
Novo cedat ritui.
E l'antica legge
ceda al nuovo rito.
Sopra:
San Tommaso d'Aquino.
L'accettazione della Nuova Alleanza da parte di Israele
Israele (inteso in senso carnale, ossia i
discendenti di Giacobbe) accettò la nuova alleanza mediante i suoi
rappresentanti più eminenti: il vecchio Simeone (di cui parleremo
più avanti), la profetessa Anna, San Giovanni Battista, la Vergine
Maria, San Giuseppe, gli Apostoli, i discepoli, ecc... Ma la
primissima, nel tempo e nell'ordine della perfezione, è la Vergine
Maria:
«Ciò che il Nuovo Testamento ci insegna è che la
venuta del Messia ha diviso Israele in due parti:
una ha riconosciuto il Messia e ha accettato di
seguire il Suo insegnamento; l'altra - la
maggioranza del popolo ebraico - lo ha rifiutato.
Quindi, è sbagliato dire che tutto Israele ha
rifiutato il Messia. Al contrario - e questo
punto non ci sembra sufficientemente evidenziato -
il "fiat" della Beata Vergine è l'accoglienza di
Israele. In Maria, figlia di Israele, il popolo di
Dio, giunto per grazia al vertice della perfezione
umana, disse "sì"»11.
«Eccomi,
sono la serva del Signore, avvenga
di me quello che hai
detto» (Lc 1, 38).
Ogni ebreo è chiamato a questa Nuova
Alleanza
«Ogni ebreo è quindi chiamato a questa Alleanza,
a questa salvezza, e in un modo molto particolare,
diverso dal modo in cui viene chiamato un gentile (un
non ebreo), poiché è chiamato non solo come
individuo, ma anche nella sua qualità nazionale,
poiché è alla sua nazione che la prima parte del
"Libro dell'Apocalisse" è stata specificamente
indirizzata»12.
Per gli ebrei, la sostituzione dell'Antica
Alleanza con la nuova, infinitamente superiore, non contraddice la
formula scritturale «i doni e la chiamata di Dio sono
irrevocabili» (Rm 11, 29). Ed è del tutto sbagliato che
questa formula sia usata da coloro che oggi vogliono a tutti i costi
che l'Antica Alleanza sia mantenuta parallelamente alla Nuova
Alleanza, e che le attribuiscono un carattere salvifico.
Ad un
dono di Dio irrevocabile di Dio deve corrispondere una risposta.
Non è quello che ha fatto la maggior parte degli israeliti. È sempre
possibile ed è sempre atteso da Dio, come insegna San Paolo. Ma
l'eredità è passata ai «pagani», l'elezione è stata estesa a tutti
gli uomini di buona volontà.
«Allora il
sommo sacerdote gli disse: "Ti scongiuro, per il Dio vivente,
perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio". "Tu l'hai
detto", gli rispose Gesù, "anzi io vi dico: d'ora innanzi
vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire
sulle nubi del cielo"» (Mt 26, 63-64).
La suprema consacrazione dell'Antica
alleanza: il vecchio Simeone
Il quarto mistero gaudioso del Rosario ci fa
riflettere su questo punto:
«Simeone, che lo Spirito di Dio conduce al
Tempio per incontrarvi il Dio-Bambino, è la figura vivente e la
rappresentazione personale dell'Antica Legge, o meglio di tutta
quella santa antichità di cui la vita dei patriarchi è l'esordio.
Egli è l'ultimo ramo di questo albero vecchio di quaranta secoli
la cui radice è Adamo; egli è come la vetta e l'incoronazione
gloriosa; contiene la sua linfa; è il segno e il frutto della sua
maturità.
Era necessario che arrivasse tutto questo grande movimento
di vita naturale e soprannaturale, di vita religiosa e sociale che,
a partire dalla creazione, che aveva avuto luogo nel paradiso terrestre,
arrivasse al termine che la Saggezza divina gli aveva assegnato.
Tutto doveva arrivare a Cristo, abbracciare Cristo,
essere incorporato a Cristo, per essere collegato
tramite Lui a Dio.
Tutte le cose erano state
indirizzate al Messia promesso; tutto ciò che sulla
terra si era veramente mosso si era incamminato
venuto verso di Lui. Non appena Egli è apparso nel
mondo, doveva avvenire l'"incontro"13
e realizzarsi la congiunzione. Ma ciò era
particolarmente vero per quel capo dell'umanità
costituito dal popolo eletto, la famiglia di Abramo,
la nazione ebraica.
«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in
pace secondo
la tua parola; perché i miei occhi han visto la
tua salvezza».
"Finis legis Christus" ("Il fine
della legge è Cristo; Rm 10, 4"): il suo fine, nel
senso che era il suo scopo, il suo successo, il suo
compimento; anche la sua fine, nel senso che stava
per abolire la sua forma transitoria, per far
fiorire e portare frutto, in un nuovo clima e in una
forma molto più perfetta, questa sostanza di luce e
vita divina che era la sua base e che Dio stesso vi
aveva deposto.
Ne consegue che Gesù, tra le braccia
di San Simeone, è l'unione di due Testamenti; e se
non ancora il passaggio dall'Antico al Nuovo, almeno
la suprema consacrazione dell'Antico. Tutte le
promesse sono state mantenute, tutti gli impegni
sono stati completati; la Legge e i profeti rendono
testimonianza a Cristo e Cristo, da parte Sua, rende
testimonianza alla Legge e ai profeti. È ormai
evidente che esiste una sola religione. Essa ha
avuto diverse fasi e si è successivamente
manifestata in modi differenti; ma resta unica,
sempre vera, sempre santa, sempre gloriosa per Dio e
benefica per gli uomini.
Essa ha un solo fine che è
l'adorabile Trinità, e un unico fondamento che è
Cristo, il Verbo di Dio incarnato. Tutto è chiarito,
tutto è in ordine, tutto è compiuto; il passato è
indissolubilmente legato al futuro; l'antichità ha
detto la sua parola e ha fatto il suo lavoro; inizia
l'era moderna; ecco, canta il poeta latino, ecco che
"inizia la grande era dei secoli"14.
È quindi comprensibile che questo "incontro" sia di
capitale importanza»
15.
Riassumendo:
La Nuova Alleanza ha sostituito l'Antica16. Quest'ultima non
esiste più e non può avere un carattere salvifico;
Il popolo ebraico, in quanto tale, non ha
più una particolare elezione, una particolare missione di
salvezza, un'alleanza a parte con Dio: «Non
c'è qui né giudeo né greco [...], poiché voi tutti siete
uno in Cristo Gesù» (Gal
3, 28);
La Chiesa è il nuovo Israele.
«Non mi compiaccio di voi, dice il Signore degli eserciti,
non accetto l'offerta delle vostre mani! Poiché dall'oriente
all'occidente grande è il mio nome fra le genti e in ogni luogo
è offerto incenso al mio nome e un'oblazione pura» (Ml
1, 10-11).
E
conserviamo l'immagine del vecchio Simeone (che rappresenta
l'Antica Alleanza) che tiene tra le braccia il Bambino Gesù
prima di pronunciare il suo Nunc dimmitis:
«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in
pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han
visto la tua salvezza, preparata da te davanti a
tutti i popoli, luce per illuminare le genti e
gloria del tuo popolo Israele» (Lc 2,
29).
Dopo
aver richiamato questi punti della dottrina tradizionale,
esamineremo se le tesi sviluppate nei documenti ufficiali,
come la Dichiarazione Riflessioni sull'Alleanza e la
Missione, e il libro di Mons. Lustiger La Promesse
siano conformi o meno ad essi.
Il 12 agosto 2002,
la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti per gli affari
ecumenici e interreligiosi e il Consiglio Nazionale delle
sinagoghe hanno rilasciato una Dichiarazione congiunta dal
titolo Riflessioni sull'alleanza e la missione, i cui
principali redattori sono stati il Cardinale William
Keeler (1931-2017)18 e il
rabbino Gilbert Rosenthal.
Il testo della Dichiarazione
Questo
testo è composto da tre parti: una prefazione e due
capitoli: Riflessioni cattoliche romane e
Riflessioni ebraiche. Diamo di seguito un estratto dalle
prime due riflessioni (di parte cattolica):
«Le riflessioni cattoliche
romane descrivono il crescente rispetto per la
tradizione ebraica sviluppatosi dopo il Concilio
Vaticano II. Si sostiene che l'approfondimento
dell'apprezzamento cattolico dell'eterna alleanza
tra Dio ed il popolo ebraico, insieme al
riconoscimento della missione assegnata da Dio agli
ebrei di testimoniare il Suo amore fedele, portano
alla conclusione che eventuali campagne mirate a
convertire al cristianesimo gli ebrei non sono più
teologicamente accettabili nella Chiesa cattolica[...].
La
Chiesa crede che l'ebraismo, cioè la risposta fedele
del popolo ebraico all'irrevocabile alleanza di Dio,
è per essi salvifica, in quanto Dio è fedele alle
sue promesse
[...]. Così, la Chiesa cattolica, nel considerare
l'azione di salvezza del Cristo il cuore del
processo della salvezza umana per tutti, riconosce
che gli ebrei già sono collocati in una alleanza
salvifica con Dio [...]. Ma
ora essa riconosce che anche gli ebrei sono
chiamati da Dio a preparare il mondo al Suo Regno.
La loro testimonianza del regno, che non trae la sua
origine dall'esperienza che la Chiesa ha del Cristo
crocifisso e risorto, non deve essere interrotta
dalla ricerca della conversione del popolo ebraico
al cristianesimo».
Sopra: il 17
gennaio 2010, Giorno della Memoria, Benedetto XVI incontra
il
rabbino-capo Riccardo Di Segni nella sinagoga di Roma.
Commenti
Secondo
questa dichiarazione:
L'Antica
Alleanza (tra Dio e il popolo ebraico) sarebbe ancora in
vigore;
La
religione ebraica, rispondendo a questa alleanza,
sarebbe salvifica per gli ebrei;
Gli
ebrei di oggi (che non riconoscono né Cristo né la
Chiesa) avrebbero una missione particolare data loro da
Dio: testimoniare l'amore fedele di Dio.
Sui tre
punti menzionati, la Dichiarazione si oppone alla dottrina
tradizionale sopra ricordata. Questo testo comporta due
conseguenze:
Un'opera comune
«Attenti
allo stesso Dio che ha parlato, fondati sulla stessa
parola, dobbiamo rendere testimonianza di una stessa
memoria e di una comune speranza in Colui che è il
maestro della storia. Bisognerebbe anche che ci
assumessimo la nostra responsabilità di preparare
il mondo alla venuta del Messia operando insieme
per la giustizia sociale, il rispetto dei diritti
della persona umana e delle nazioni per la
riconciliazione sociale e internazionale».
Sopra: «We want
Mosiach now», ossia «Vogliamo il Messia adesso».
Molti ebrei pensano che
l'avvento del Messia sia imminente.
La coesistenza di due vere religioni: una che
riconosce Cristo, l'altra che lo rifiuta
Due alleanze contemporaneamente in
vigore... quindi due vere religioni: l'ebraismo per gli
ebrei e il cattolicesimo per i non ebrei. Ritroviamo qui
un'idea tipicamente ebraica secondo la quale, accanto al
giudaismo, una religione riservata agli ebrei considerato
come il popolo sacerdotale, apparirebbe una religione
più sommaria chiamata «religione noachide» e
destinata ai non ebrei.
Quest'ultima insiste sul monoteismo
(che, da un punto di vista ebraico, significa il rifiuto
dei misteri della Santissima Trinità e dell'Incarnazione)19. Segnaliamo un'altra anomalia di
questa Dichiarazione ebraico-cattolica: nella sezione
Riflessioni ebraiche figura un'apologia del Talmud!
Ora, il Talmud è una raccolta di commenti
alla Legge (e commenti ai commenti) espresi da farisei e
rabbini tra il II e il V secolo d. C. Da notare che
esso
contiene passi
violentemente anticattolici e blasfemi.
Sopra:
frontespizio del Talmud.
III
IL LIBRO LA PROMESSE
DEL CARDINALE LUSTIGER
Questo libro, pubblicato nel novembre
del 2002, ha suscitato numerose recensioni da parte delle
maggiori testate giornalistiche francesi (Le Figaro,
L'Express, Le Nouvel Observateur) e sulla stampa
cattolica. Esso, tra l'altro, contiene, posizioni
accusatorie e sprezzanti per le nazioni cristiane e per
quelle che l'autore definisce «pagane-cristiane». Ci
limiteremo qui all'esame dei passi del libro collegati ai
punti dottrinali precedentemente richiamati.
Alcune citazioni
La chiamata e la missione
- «Sarebbe
utopistico immaginare che un dialogo positivo e benevolo tra
cristiani, in quanto cristiani, ed ebrei, in quanto ebrei,
inciti gli uni e gli altri a far scaturire, nella fedeltà
alla loro chiamata, una crescita spirituale della quale non
è possibile prevedere in anticipo i frutti»?20.
- «L'incontro
di ebrei e cristiani non consentirebbe loro di assumere
meglio la propria missione nei confronti dell'umanità?21.
- «Il fratello maggiore (l'ebreo) e
il fratello minore (il cristiano) devono rispondere,
ciascuno per la propria parte, alla missione assegnatagli»22.
Sopra: il
Cardinale Lustiger con il rabbino-capo
degli ebrei
askenaziti Meir Lau.
L'elezione
«Gli ebrei sono quello che sono solamente nella
misura in cui sono prima di tutto i testimoni
dell'Elezione. Il loro rifiuto è, da parte dei
cristiani, che lo vogliano o no, un'appropriazione
abusiva o blasfema dell'Elezione»23.
Due vocazioni distinte al servizio della stessa Rivelazione
«L'incontro tra ebrei e cristiani è necessario
affinché ciascuno comprenda ciò che forse Dio gli
chiede»24.
Nel 2013, è uscito
nelle sale cinematografiche il film The Jewish Cardinal
(«Il Cardinale ebreo»),
in memoria di Aaron Jean-Marie Lustiger.
Commento
Secondo
il Cardinale, il popolo ebraico resta il popolo eletto oggi
come lo era ieri; ad esso è rivolta una chiamata specifica,
ha una sua missione, una sua vocazione. È ancora l'idea (ma
non formulata in modo diverso) che l'Antica Alleanza sarebbe
ancora in vigore. In nessun punto del libro si parla di
convertire gli ebrei. Dovremmo cercare di convertirli, in
altre parole di fare proselitismo? Il Cardinale ha risposto
negativamente in un testo precedente a La Promesse,
che risale al 1981:
«Proselitismo
no, perché non ha senso, sarebbe un'infedeltà.
Sia la fede ebraica che la fede cristiana sono una
chiamata di Dio»25.
Alphonse Ratisbonne (1814-1884) era un ebreo di Strasburgo,
appartenente ad una famiglia di ricchi banchieri. Il 20
gennaio 1842, mentre visitava la Chiesa di Sant'Andrea delle
Fratte, a Roma, gli apparve la Vergine SS.ma e lo convertì
all'istante. Successivamente, egli si fece sacerdote e fondò
la Congregazione di Nostra Signora di Sion, un Ordine
religioso il cui intento era di condurre gli ebrei alla fede
cattolica. Evidentemente, la Madre di Dio pensa che il
proselitismo non sia un'infedeltà...
Tutto sommato, sui punti esaminati, le posizioni del
Cardinale Lustiger sono più o meno le stesse, ma meno
esplicite, di quelle della Dichiarazione Riflessioni
sull'alleanza e la missione del 12 agostoo 2002. Esso
conducono allo stesso punto d'approdo: l'esistenza in
parallelo di due religioni che sono entrambe vere
(sebbene abbiano dottrine diverse): l'ebraismo (che rifiuta
Cristo) e il cattolicesimo (che lo adora).
IV
CONCLUSIONE
Le tesi difese dal Cardinale Keeler nella Dichiarazione
Riflessioni sull'Alleanza e sulla Missione e dal
Cardinale Lustiger nel suo libro La Promesse non sono
nuove. Elementi dello stesso genere possono essere trovati
in testi come la Nota della Commissione per i rapporti
religiosi con l'ebraismo26,
del 24 giugno 1985, intitolata Catholiques et juifs: un
nouveau regard («Cattolici ed ebrei: un nuovo sguardo ).
Questi documenti trovano un certo sostegno nella
Dichiarazione conciliare Nostra Ætate, e nel
Catechismo della Chiesa Cattolica (§ 121), nella
nuova liturgia (soppressione delle preghiere per la
conversione degli ebrei del Venerdì Santo). Queste
dichiarazioni sono alla base dell'esistenza parallela di due
vere religioni.
Una strana aberrazione che per
certi versi è collegata alla già citata tesi ebraica sulla
religione noachide27.
L'altra conseguenza è che la verità cattolica non è
destinata agli ebrei e non deve essere loro presentata.
Tuttavia, come osserva l'ebrea convertita al cattolicesimo
Judith Cabaud: «Il
vero antisemitismo consiste nel non dire loro questa verità».
«Nessun media francese ha riportato la notizia
dell'importante viaggio compiuto a New York a fine
febbraio (2003) da una dozzina di sacerdoti e
teologi guidati dal Arcivescovo di Parigi Jean-Marie
Lustiger, su invito - tutte le spese pagate - del
Congresso Ebraico Mondiale, allo scopo di rafforzare
le relazioni ebraico-cristiane stabilendo legami
diretti tra leader cattolici ed ebrei. Tutti i
partecipanti, compreso Patrick Desbois, capo della
Commissione Episcopale per i rapporti con il
l'ebraismo, hanno dovuto parlare correntemente
l'ebraico. In particolare, sono stati ricevuti alla
Yeshiva University di New York, all'Istituto Ebraico
di Religione, al Congresso Ebraico Mondiale, in
varie sinagoghe, nonché dai principali funzionari di
Lubavitch e Satmar. Nel suo discorso principale, il
Cardinale Lustiger ha fatto lunghe allusioni
elogiative agli scritti di Maimonide e alle lezioni
che i cattolici possono imparare dalla Kabbalah»28.
1
Traduzione dall'originale francese
Y aurait-il aujourd'hui deux vraies religions? (Action Familiale
et Scolaire, 2ª ediz., Parigi 2018), a cura di
Paolo Baroni.
2
Cfr. Mons. C. L. Gay,
Élévations sur la vie et la doctrine de NSJC («Elevazioni sulla
vita e la dottrina di Nostro Signore Gesù Cristo»), 31ª elevazione.
3Ricordiamo che Israele (nel senso carnale qui
usato) designa i discendenti di Giacobbe, in altre parole il popolo
ebraico.
4
Cfr. A. Santogrossi,
L'Évangile prêché à Israël («Il Vangelo predicato a
Israele»), pag. 8.
5
Cfr. J. D. Granville,
Le mystère d'Israël et la tentative de judaïsation du
catholicisme («Il mistero d'Israele e il tentativo di
giudaizzazione del cattolicesimo»), Action Familiale et Scolaire,
n° E097, 1ª éd., pag. 29.
6
Cfr. J. Daniélou,
L'Église devant le judaïsme («La Chiesa di fronte
all'ebraismo»), in Le Figaro, del 28-29 aprile 1973.
7
Cfr. D. Judant,
Judaïsme et christianisme («Ebraismo e cristianesimo»), pag.
104.
8
Cfr. D. Judant, Les
deux Israël («I due Israele»), pag. 89.
9
Ibid.,
pag. 110.
Quando designiamo la Chiesa con l'espressione «nuovo Israele»,
usiamo la parola Israele in senso spirituale e non più carnale.
10 Cfr. D.
Judant, Jalons pour
une théologie chrétienne d'Israël («Basi per una teologia
cristiana d'Israele»), pag. 64.
12
Cfr. M. Beaumont,
Dialogue judéo-chrétien contre foi catholique («Il dialogo
ebraico-cristiano contro la fede cattolica»), in Fideliter,
n° 151, gennaio-febbraio 2003, pag. 9.
13Sappiamo che la parola «incontro» è il termine con
cui i greci celebrano questa festa (nota del Mons. Gay).
14«Magnus... sæclorum nascitur ordo (Virgilio.
Eglog. IV).
15
Cfr. Mons. C. L. Gay,
Élévations sur la vie et la doctrine de NSJC, 20ª elevazione.
16Questa verità è spesso chiamata «teologia della
sostituzione» da coloro che la contestano.
17
Vedi l'articolo di Michael Chapman intitolato «The US Bischops
Committee's "Informal Heresy"» («L'eresia non ufficiale della
Conferenza Episcopale degli Stati Uniti»), in The Remnant,
del 31 ottobre 2002.
18Il Cardinale Keeler era a quel tempo membro del
gruppo direttivo della United Religious Initiative (URI),
che è una sorta di associazione planetaria per un unico pensiero
religioso, sotto l'egida delle Nazioni Unite.
19Nel suo libro Le judaïsme et le Vatican, une
tentative de subversion spirituelle («L'ebraismo e il Vaticano,
un tentativo di sovversione spirituale»), edito dalle Éditions Saint
Rémi, Léon de Poncins attinge a più riprese al libro Israël et l'humanité
del rabbino Elia Benamozegh (1823-1900).La
religione noachide e la legge che contiene sono esposte in questo
libro.Esse vengono presentate come costituenti
lo statuto generale dell'umanità, insieme al giudaismo, uno statuto
specifico per gli ebrei.Come spiega
chiaramente il suddetto rabbino: «Se il cristianesimo acconsente
a riformarsi sull'ideale ebraico, sarà sempre la vera religione dei
pagani»(pag. 18).
20
Cfr. Card. J.-M. Lustiger,
La promesse («La promessa»), éd.
Parole et silence, pag. 202.
25
Intervista a Mons. Lustiger dell'Agence télégraphique juive,
bollettino n° 2640, del 4 febbraio 1981; cit. in Documentation
catholique, n° 1803.
26
Trattasi di una Commissione alle dipendenze della Conferenza
Episcopale francese.
27
Cfr. L'Homme nouveau, del
2 febbraio 2003.
Al contrario, si veda questa osservazione di Padre
Michel Remand nel suo commento alla già citata nota Catholiques et juifs: un nouveau regard
(pag. 34): «L'antisemitismo cristiano consiste nel designare
l'ebreo come colui che ha bisogno di convertirsi».
28 Cfr. Faits et
Documents, del 15 marzo 2003. Maimonide (1135-1204) è stato un
importante rabbino spagnolo i cui insegnamenti talmudici sono
impregnati di anticristianesimo (N.d.T.).