Similmente a quello che accade per cover del Black Album dei Metallica, riflettendo in orizzontale questa copertina le tre figure assumono un aspetto diverso...
A ben guardare, le tre figure riverbate assomigliano molto al numero satanico 666... Eliminando qualche tratto, i tre numeri appaiono ancora più evidenti.
In realtà, questa strana «coincidenza» non ci dovrebbe stupire più di tanto. Nel corso di un'intervista rilasciata alla rivista pornografica americana Penthouse (gennaio 1984), Sting, bassista e voce dei Police, si è dichiarato un «thelemita» 1, ossia un seguace della filosofia del mago nero inglese Aleister Crowley (1875-1947). Ora, è risaputo che uno degli appellativi che Crowley stesso si attribuì fu proprio To Mega Therion 666 (in greco, «La Grande Bestia 666»), e che il famoso occultista attribuiva un grande potere magico a questa cifra diabolica. Dal canto suo, il cantante inglese ha definito il cristianesimo «un mito» 2. Perché dunque stupirsi del fatto che Sting abbia voluto inserire questo numero - anche se camuffato - sulla cover di The Ghost in the Machine?
Note
1 Cfr. M. Introvigne, Il Cappello del Mago, pag. 291. Secondo Crowley, la magia viene praticata soprattutto tramite la volontà (in greco Thélema); da qui l'appellativo «thelemita». 2 Cfr. Seventeen Magazine, gennaio 1984, pag. 10.
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