di Lasha Darkmoon 1
L'economista vincitore del Premio Nobel Joseph Stiglitz ha recentemente osservato che l'Europa è sull'orlo di un «evento catastrofico». Di che cosa si tratta? A prima vista, Stiglitz sembra predire l'imminente morte dell'Europa. Ma ciò è ingannevole. L'Europa non va da nessuna parte. Rimarrà l'Europa fino a quando i suoi singoli etnostati rimarranno intatti. Ciò che Stiglitz sta predicendo è la morte dell'idea di un futuro Superstato paneuropeo federalista: un leviatano multilingue con una moneta unica, l'euro, e nessun controllo di frontiera tra i suoi singoli Stati. Questo Superstato continentale, gli Stati Uniti d'Europa, è visto come un analogo degli Stati Uniti d'America.
Sopra: l'economista statunitense Joseph Stiglitz.
Stiglitz fa la sua cupa previsione poiché è deluso dalla Brexit, la decisione del popolo britannico di liberarsi dai tentacoli del Superstato europeo. Egli teme che altre nazioni del blocco dell'Unione Europea possano avere simili idee così pericolose. Con la Brexit, 17 milioni di persone hanno dichiarato di non voler essere governate da stranieri autocratici in un altro Paese, molti dei quali sono burocrati non eletti di dubbia provenienza e con ideologie ripugnanti.
«Oggi (1º ottobre 2016) sono passati esattamente cento giorni da quando la Gran Bretagna ha votato per lasciare l'Unione Europea», scrive Quentin Letts nel suo articolo del sabato per il Daily Mail, rivelando come le importanti parole pronunciate del presentatore della BBC «siamo fuori» quasi lo hanno fatto impazzire di gioia quando ha sentito per la prima volta la buona notizia alle 4:40 di venerdì 24 giugno:
Sopra: il giornalista britannico Quentin Letts.
Stiglitz e la gente come lui non hanno approvato l'impennata del sentimento populista simboleggiato dalla Brexit, credendo ovviamente che i referendum dovrebbero essere presi sul serio solo quando i voti delle masse coincidono con gli interessi speciali dell'élite al potere. Parliamo dello scontro tra due visioni del mondo completamente incompatibili: tra coloro che, da un lato, credono che gli Stati delle nazioni siano importanti e che dovrebbero conservare la loro sovranità e il controllo delle loro frontiere, e quelli che, dall'altro lato, credono appassionatamente che gli Stati nazionali non siano importanti e che dovrebbero essere gradualmente eliminati.
Quest'ultimo gruppo, che esercita una grande influenza in questo momento, crede che i sentimenti nazionalisti debbano essere scoraggiati e che il sovranismo sia un male assoluto. Per questa potentissima élite, in cui diversi ebrei si trovano installati ai vertici della piramide, è l'internazionalismo cosmopolita che conta. Vale la pena sottolineare che Stiglitz stesso appartiene all'élite ebraica, e quindi non sorprende affatto sapere che ha disapprovato la Brexit.
«La Terra è di tutti! No alle frontiere».
Dopotutto, quest'ultima è stato un sussulto collettivo in favore della sovranità nazionale. É stato un completo rifiuto dell'internazionalismo cosmopolita e dei Superstati federali come gli Stati Uniti d'Europa. Gli antinazionalisti sostengono con passione che solo quando esisterà un unico Governo Mondiale ci sarà pace sulla Terra. Non abbiamo bisogno di competizione, ma di cooperazione. L'idea che viene portata avanti è che siamo tutti una grande famiglia umana, che dobbiamo imparare a vivere in pace tra noi e che dobbiamo forgiare le nostre spade in vomeri.
Dobbiamo andare tutti nella stessa direzione. Gli ebrei mondialisti hanno persino una frase chiara per descrivere ciò che è necessario (e che hanno desiderato tanto intensamente come l'obiettivo finale dell'umanità): Tikkun Olam 3, che in ebraico significa letteralmente «la riparazione del mondo». Il mondo sarà riparato, si dice, quando gli Stati nazionali verranno aboliti, quando le persone saranno libere di vagare attraverso il nuovo paradiso terrestre senza confini e passaporti: vivere dove vorranno, lavorare dove vorranno e sposare chi vorranno al di là del popolo di appartenenza.
Inutile dire che gli ebrei sono sempre stati all'avanguardia nel movimento internazionalista cosmopolita, o la spinta verso un unico Governo Mondiale. Il 17 febbraio 1950, il banchiere ebreo James Paul Warburg (1896-1969), consulente finanziario del presidente Roosevelt e «padre» del Federal Reserve System, ha affermato davanti allla Commissione Senatoriale per gli Affari Esteri degli Stati Uniti:
Sopra: James Paul Warburg.
L'imbastardimento dell'uomo non è una cosa deplorevole, dicono queste persone, ma un obiettivo che dobbiamo ardentemente desiderare. Come potrà mai il «razzismo» rialzare la testa in un mondo senza razze? Quando si raggiungerà la perfetta ibridazione, dicono ancora questi signori, ognuno sarà veramente uguale. Con la scomparsa delle razze e dei gruppi etnici nazionalisti, anche le disparità del quoziente intellettivo (QI)scompariranno e non si proverà più alcuna vergogna di appartenere ad un gruppo con il QI inferiore.
La maggior parte delle persone sarà intellettualmente omogenea, a parte la classe appartenente all'élite che farà in modo che la regola dell'omogeneità intellettuale si applichi solo alle masse. Grazie ai progressi in campo genetico, non ci saranno più persone eccessivamente grasse o magre, né persone eccezionalmente brutte o belle da far sentire i brutti invidiosi. Tutti saranno uniformemente magri e marroni: il marrone chiaro del caffè nell'emisfero settentrionale e marrone scuro del cioccolato a Sud dell'Equatore per compensare gli effetti a lungo termine del Sole tropicale.
Usando le parole ironiche del giornalista e scrittore americano Christian Miller: «Il risultato finale sarà un'utopia di bellezze dalla pelle color moka» 5. La famiglia umana sarà finalmente in pace. Nessuno avrà più bisogno di combattere nessuno, nessuno avrà bisogno di derubare nessuno, perché saremo tutti una grande famiglia umana in cui tutto appartiene a tutti nella stessa misura. Tikkun Olam introdurrà quindi l'Utopia, il paradiso in terra. Sfortunatamente, non è così semplice. Citiamo ancora Christian Miller:
Sopra: in questo striscione esposto in un'autostrada americana è scritto: «"Diversità" è una parola in codice che sta per geocidio bianco».
Ci saranno ovviamente altre implicazioni. Alcune persone dovranno governare la famiglia umana - proprio come i genitori guidano e si prendono cura dei loro figli - e quindi i governanti dovranno appartenere ad una casta superiore. Sebbene teoricamente nel Nuovo Ordine Mondiale gli uomini saranno tutti uguali, alcuni, in pratica, dovranno essere più uguali di altri. Questi esseri superiori reciteranno il ruolo di dittatori benevoli, governando il resto dell'umanità in loco parentis.
Essi saranno gli allevatori, per coniare una frase, e il popolo sarà il loro bestiame. Chi sono gli allevatori? Tratteremo ora tale questione in dettaglio e mostreremo come essa sia strettamente collegata all'immigrazione di massa, al multiculturalismo e, indirettamente, all'attuale epidemia di stupri in Germania, in Svezia e in altri Paesi europei.
Sopra: crolla il mito dell'integrazione in Svezia. Questa tabella dimostra come in questo Paese si sia passati, dal 1988 al 2011, grazie all'immigrazione incontrollata, da 1.000 a 6.000 stupri l'anno.
Possiamo essere certi di una cosa: l'attuale crisi migratoria in Europa sembra essere una catastrofe attentamente pianificata e non uno sfortunato incidente. È stata in gioco per decenni, sin da quando il Conte Richard Eljiro von Coudenhove-Kalergi (1894-1972), un aristocratico austro-ungarico la cui madre era giapponese, arrivò sulla scena nei primi anni '20 del secolo scorso e fondò l'Unione Paneuropea, il prototipo degli Stati Uniti d'Europa. Questa avrebbe dovuto essere un Superstato multiculturale popolato da europei imbastarditi, secondo il Conte, che apparteneva lui stesso a diverse etnie.
Sopra: Richard de Coudenhove-Kalergi. Nel dicembre del 1921,
egli fu iniziato alla
Massoneria nella Loggia Humanitas di Vienna.
Inoltre, tale Superstato
avrebbe dovuto essere sottomesso al dominio ebraico - o meglio, ad un
mandarinato di ebrei d'élite e di gruppi di supporto
illuminati formati da filosofi non ebrei che credevano
appassionatamente come gli israeliti al Tikkun Olam e
all'istituzione di un unico Governo Mondiale. Dopo la Prima Guerra
Mondiale, gli ebrei sono stati sempre più considerari come gli
aristocratici naturali di una nuova e risorgente Europa: il
rimpiazzo della moribonda aristocrazia cristiana dell'Ancien
Régime
che aveva già subìto il suo primo duro colpo con la Rivoluzione
Francese del 1789.
«Mozart,
Pascal, l'algebra booleana, Shakespeare, il governo
parlamentare, le chiese barocche, Newton, l'emancipazione
della donna, Kant, i balletti balanchine e altre cose,
non possono redimere ciò che questa
particolare civiltà ha causato al mondo.
La razza bianca è il cancro della
storia umana».
-
Susan Sontag
(1933-2004) nata Rosenblatt
scrittrice, filosofa e
storica statunitense di origine ebraica.
Fu il Conte Kalergi che nel 1950 vinse il primo Premio Coudenhove-Kalergi, oggi meglio noto
come Premio Carlo Magno 7.
Questa prestigiosa onorificenza viene assegnata ogni anno (ma a
volte ad anni alterni) a statisti di fama mondiale per la promozione
dell'«integrazione europea», un eufemismo che nasconde il
multiculturalismo, l'immigrazione di massa dal Terzo mondo e
l'estinzione lenta e segreta dei popoli europei mediante l'incrocio
delle razze e l'imbastardimento.
Sopra: il
Premio Carlo Magno.
Fu il Conte Kalergi, nel suo
magnum opus del 1925 Praktischer Idealismus
(«Idealismo pratico»), a prevedere un mondo futuro costruito sulla
premessa della supremazia ebraica e della successiva dissoluzione di
tutte le altre etnie nazionali 8. Un
giorno, tutte le razze separate del mondo verranno fuse in un unico
crogiolo, predisse con sicurezza Kalergi, con la sola eccezione del
popolo ebraico che rimarrà inviolabile e intatto. Il passo che
segue, trasmessomi solo ieri da uno dei miei corrispondenti, mi ha
fatto pensare; non avevo idea che gli ebrei fossero in grado di un
coordinamento così meticoloso, lavorando tutti all'unisono come un
esercito di formiche (o uno sciame di api) per ottenere un risultato
chiaramente definito che è stato concordato collettivamente e
tacitamente in anticipo:
«La maggior
parte delle persone non ha ancora capito che gli ebrei sono i
principali sostenitori dell'attuale massiccia invasione di
immigrazione di popoli dal Terzo Mondo nei Paesi europei e ovviamente solo
nei Paesi europei. Tra di essi ricordiamo Job Cohen in Olanda,
Barbara Spectre in Svezia, Ervin Kohn in Norvegia, Anneta Kahane,
Angela Merkel e Gregor Gysi in Germania, Gerald Kaufman e David
Cameron in Inghilterra, Ronit Lentin e Alan Shatter in Irlanda, e
George Soros e Larry Summers negli Stati Uniti. La maggior parte
degli intellettuali ebrei è favorevole ad un'invasione illimitata di
popolazioni terzomondiste in queste nazioni. Un secolo fa, Emma Goldman,
Bela Kun, Jacob Javits, Vladimir Lenin e gli affiliati bolscevichi
hanno seguito un'agenda simile, lavorando per il potere ebraico. Dev'essere
chiaro che è stata una politica ebraica di lunga data sovvertire e a
massacrare gli europei» 9.
Tratteremo in
seguito più dettagliatamente il programma e le idee tossiche del
Conte Kalergi per alterare la demografia dell'Europa. Perché
«tossiche»? Perché queste sono politiche dannose e antidemocratiche
che vengono attuate dai fanatici neo-bolscevichi all'interno
dell'Unione Europea e altrove. L'attuazione di queste politiche
iniquie comporterà inevitabilmente la morte dell'Europa così come la
conosciamo. Questo programma di immigrazione di massa sembra essere
stato progettato maliziosamente per produrre l'estinzione dei
popoli europei nelle loro tradizionali terre d'origine.
L'agenda del
melting pot razziale del Piano Kalergi è stata quindi
naturalmente vista da molti nazionalisti europei
10 come una forma nascosta e sottile di genocidio
europeo. Si tratta di un genocidio silenzioso che dovrà avvenire
clandestinamente per diverse generazioni, e in cui le vittime sono
completamente all'oscuro di essere state allevate per essere
sostituite da una sottospecie più brutale dotata di un quoziente
intellettivo volutamente inferiore. Ascoltiamo ancora Christian
Miller:
«L'obiettivo
generale del movimento "frontiere aperte" è di inondare milioni di
individui del Terzo Mondo in tutte le nazioni tradizionalmente
europee.
Non ingannatevi: questa non è una semplice coincidenza. È il
genocidio progettato degli europei applicato in tutto il mondo.
Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e
Australia: gli europei hanno fondato e popolato queste nazioni.
Tutte questi popoli operavano sotto il mandato implicito, se non
esplicito della legge, che esistevano come nazioni europee per i
posteri del patrimonio fondatore europeo. Tutte queste nazioni
avevano popolazioni straordinariamente europee grazie alla
preponderanza delle loro storie nazionali. Ora, all'inizio del XXI
secolo, tutte queste nazioni affrontano
sconvolgimenti demografici attraverso la massiccia immigrazione di
non europei. Le popolazioni di questi Paesi sono destinate a
diventare popolazioni minoritarie nel giro di poche generazioni»
11.
Sopra: manifesto di matrice anarchica in cui è scritto: «Nessuno è illegale. No alle frontiere. No alle nazioni».
Quando gli europei diventeranno una minoranza nelle loro terre natali tradizionali il gioco finirà. Tutto è chiaro. Le cose peggiorano di giorno in giorno. La crudeltà inimmaginabile sarà il destino che attende noi e i nostri figli nei prossimi giorni, a meno che non intraprendiamo azioni drastiche di autodifesa. Non dimenticate cosa dice un vecchio proverbio ebraico: «Quando il bue è stato abbattutto, molti sono i macellai».
Sebbene nessuno lo abbia mai accusato di essere ebreo, il Conte Kalergi emerge come uno dei filosofi più importanti del XX secolo: più ebreo degli stessi ebrei, se è possibile immaginarlo. Nel proclamare che gli ebrei sono gli aristocratici spirituali del mondo, che hanno soppiantato la «fatiscente» aristocrazia feudale non ebraica e dopo la Rivoluzione Francese, il Conte Kalergi chiarì che gli ebrei dovevano essere le guide in qualsiasi futuro Governo Mondiale. Per Kalergi, un mondo futuro senza gli ebrei in cima alla piramide, che dispensassero saggezza e giustizia, era inconcepibile. Gli ebrei dovevano essere i motori e gli agitatori, la crème de la crème.
Essi avrebbero impartito gli ordini e il resto del mondo avrebbe piegato il ginocchio e obbedito. Se pensate che tutto ciò assomigli un po' ad una teoria cospirazionisti, siate certi che non lo è. Le idee principali del Conte Kalergi avevano impeccabili antecedenti intellettuali. Non c'è nulla di «cospirazionista» nel cosmopolitismo o nell'internazionalismo, nel Governo Mondiale o nella spinta verso un «Stati Uniti d'Europa» visti come un trampolino di lancio verso un unico Governo Mondiale. In un eccellente articolo in due parti 12 della scrittrice canadese Clare Ellis, da cui ho ampiamente attinto, essa parla nel suo paragrafo di apertura di
aggiungendo nel secondo paragrafo:
Ecco di cosa si tratta: l'idea predominante è che non è possibile giungere ad una la pace duratura fintanto che le nazioni etnocentriche separate esistono in violenta competizione tra loro. Le nazioni devono essere abolite e i confini devono scomparire. Il futuro cittadino sarà un «Cittadino del Mondo», un cosmopolita, e sarà libero di viaggiare dove vuole senza alcun passaporto, lavorare dove vuole e vivere dove vuole.
L'imbastardimento indiscriminato sarà la norma, portando all'estinzione delle singole etnie. La discriminazione razziale e la disparità di quoziente intellettivo saranno solo un triste ricordo del passato quando tutti saranno ibridi. Cominciamo con gli «Stati Uniti d'Europa». Questo è sicuramente ciò che Angela Merkel desidera ardentemente. È quello che vuole ogni internazionalista cosmopolita, specialmente l'élite ebraica. Sarebbe un errore insistere sul fatto che gli ebrei sono necessariamente alla base di questa idea originale.
È più probabile che l'idea abbia fatto presa sulla propensione ebraica all'internazionalismo e abbia fornito loro un ruolo significativo in qualsiasi futura struttura di potere, motivo per cui essi hanno accettato con entusiasmo l'idea di un Governo Mondiale. Quando gli Stati Uniti d'America furono fondati il 4 luglio 1776, gli Stati Uniti d'Europa divennero subito una possibilità teorica, un analogo agli Stati Uniti d'America. Ecco ciò che il primo presidente degli Stati Uniti, il massone George Washington (1732-1799), scrisse in una lettera all'altro massone, il marchese de La Fayette (1757-1834):
Sopra, i massoni George Washington e LaFayette.
George Washington stava semplicemente esprimendo un'idea che esisteva fin dai primi anni del XVIII secolo, se non prima. Nel 1713, venne pubblicato il Projet pour rendre la paix perpétuelle en Europe («Progetto per rendere la pace perpetua in Europa»), del gesuita francese Charles-Irénée Castel de Saint-Pierre (1658-1843). Ciò portò all'idea di una federazione europea nel contesto della pace internazionale. A quanto pare, questo libro ebbe un certo impatto sull'illuminista Jean-Jacques Rousseau (1712–1778) che scrisse:
Sopra: il gesuita Castel de Saint-Pierre e la sua opera Projet pour rendre la paix perpétuelle en Europe.
Queste idee entrarono nella testa di Victor Hugo (1802-1885), il grande poeta, romanziere e drammaturgo francese. Nel 1849, Hugo proclamò (la citazione è ripresa da un articolo dello stesso Kalergi):
Sopra: Victor Hugo.
Sarebbe troppo noioso elencare tutti i grandi scrittori, pensatori e statisti che hanno sognato un Governo Mondiale basato sull'internazionalismo cosmopolita in cui avrebbe regnato la pace perpetua, grazie all'abolizione dei singoli Stati in guerra. Tra questa «galleria dei grandi» si trova il famoso filosofo tedesco Immanuel Kant (1724-1804) - padre del relativismo morale (N.d.T.) - che nel 1784 pubblicò la sua opera Idee zu einer allgemeinen Geschichte in weltbürgerlicher Absicht («Idea per una storia universale in un intento cosmopolitico»), seguita nel 1795 da Zum ewigen Frieden («Per la pace perpetua»). Scrive Clare Ellis:
Sopra: Immanuel Kant e la sua opera Idee zu einer allgemeinen Geschichte in weltbürgerlicher Absicht.
Questo bisogno di pace era particolarmente
acuto dopo gli orrori della Prima Guerra Mondiale che avevano
divorato il fiore della virilità europea. Ecco i nomi di altri uomini famosi che hanno sognato un mondo che si sarebbe crogiolato
nella pace perpetua e nel sole spirituale sotto la benevole guida di
un unico Governo Mondiale: Winston Churchill, Konrad
Adenauer, Leon Blum, Charles de Gaulle, Aristide
Briand, Albert Einstein, Sigmund Freud, Bertrand
Russell, Thomas Mann, Paul Valery, Gerhart Hauptmann,
Rainer Maria Rilke, Stefan Zweig, Franz Werfel e Arthur Schnitzler.
«Pace» era la loro parola d'ordine, la parola costantemente sulle
loro labbra, ed era una parola che risuonava nelle masse: con tutti
coloro che avevano combattuto così coraggiosamente e avevano perso i
loro cari nel bagno di sangue della Grande Guerra del 1914-1918. Le idee di base del Conte Kalergi non erano particolarmente sorprendenti o originali. Tutti i grandi uomini sopra elencati condividevano i suoi ideali: un mondo che avesse goduto della pace perpetua in cui sarebbe stata abolita la guerra interna tra i singoli Stati. Tuttavia, questo straordinario mezzosangue, figlio di una giapponese (di nobile eredità samurai) e di un padre aristocratico europeo di molte etnie miste (austriaca, ungherese, fiamminga, ceca, greca, e forse con un pizzico di sangue ebraico nelle vene), aveva un curiosa affinità con le razze miste e con gli ebrei.
La sua adulazione per gli israeliti era illimitata e aveva un debole anche per gli ibridi, essendolo lui stesso. Mettete insieme questi due fatti e avrete l'eccezionale Weltanshauung («concezione del mondo e della vita») di Kalergi: la visione di un futuro Superstato europeo, a cui sarebbe seguito un Governo Mondiale in cui ogni cittadino sarebbe stato idealmente un ibrido cosmopolita (come lui), e i sovrani sarebbero stati un'aristocrazia di ebrei intelligenti e di filosofi filosemiti spiritualmente illuminati. Lasciamo la parola allo stesso Conte Kalergi. Nel suo primo libro Pan-Europa (1923) egli scrive:
Questa è l'idea di base:
Lasciamo che il Conte continui, mostrando il suo prensiero rispetto:
Poi continua ad intessere le lodi degli ebrei:
Kalergi respinse completamente «l'egocentrismo nazionale». Pensava che gli etnazionalisti fossero «il principale ostacolo alle sue idee» e «una causa fondamentale della miseria umana». Per giungere all'integrazione europea, i «patriottismi esistenti» dovevano essere «sterilizzati dal male», pur mantenendo quegli elementi che sono «per il bene» 17. Né Mussolini né Hitler presero sul serio le idee di Kalergi. In effetti, Hitler riteneva che il Conte fosse un «bastardo cosmopolita» 18.
Acerrimo antisemita, Hitler probabilmente non solo era a conoscenza della filosofia appassionata di Kalergi, ma anche del sostegno finanziario che Kalergi aveva ricevuto dagli ebrei. Il movimento paneuropeo, che in seguito si sarebbe trasformato nell'Unione Europea, era stato sostenuto con entusiasmo fin dall'inizio da ebrei molto potenti. Il barone Louis Nathaniel de Rothschild (1882-1955) era amico personale di Kalergi. Nel 1924, Rothschild presentò Kalergi al banchiere ebreo Max Warburg (1867-1946), che immediatamente aprì la sua borsa e sganciò generosamente a Kalergi 60.000 marchi d'oro.
Per i successivi tre anni, Max Warburg continuò a finanziare Kalergi, presentandolo ad altri tre ebrei straordinariamente ricchi e altrettanto munifici: Paul Warburg (1868-1932), il finanziere americano Bernard Baruch (1870-1965) e il fratello di Baruch Felix (1886-1942). Scrive il Conte Kalergi:
Il multi-milionario Bernard Baruch fu stretto confidente di quattro presidenti americani. Max Warburg, consigliere del Kaiser durante la Prima Guerra Mondiale, fu direttore della Banca Warburg ad Amburgo per ventotto anni. Nel 1913, suo fratello Paul fondò la Federal Reserve. Ad essere sinceri, non credo che Kalergi amasse così tanto gli ebrei perché erano stati generosi con lui.
Li amava perché nutriva una grande stima per loro. La sua sincerità filosofica suona vera - è palpabile in tutti i suoi scritti - e questi eminenti ebrei probabilmente avranno pensato: «Questo è l'uomo che fa per noi. Gli piacciamo in quanto tali e non per i nostri soldi». Vale la pena citare un passo preso dall'articolo di Clare Ellis, in cui illustra chiaramente il ruolo significativo che gli ebrei d'élite rivestiranno in qualsiasi futuro Governo Mondiale:
Notate questi tre elementi: polvere, oro, inchiostro da stampa. Questi dovevano essere gli strumenti degli ebrei per ottenere il controllo mondiale: «polvere», ossia la polvere da sparo, il controllo dell'industria delle armi; «oro», ovvero il controllo dell'emissione della moneta e delle banche; «inchiostro da stampa», ossia il controllo dei mass media. Il Conte Kalergi sapeva esattamente cosa era necessario e nessun altro avrebbe potuto esprimerlo meglio.
Tutti i destinatari del prestigioso Premio Carlo Magno sono ardenti filosofi dello stesso stampo di Coudenhove-Kalergi, che credono appassionatamente in un Nuovo Ordine Mondiale in cui gli ebrei sarebbero preminenti. Come prevedibile, tutti i vincitori del Premio Carlo Magno sono entusiasti sostenitori del multiculturalismo e dell'immigrazione di massa. Due vincitori relativamente recenti sono Tony Blair (1999) e Angela Merkel (2008). Si noti che sia Blair che la Merkel sono stati assidui campioni dell'immigrazione dal Terzo mondo in Occidente, contribuendo a creare orrendi problemi nei rispettivi Paesi.
Questi sono gli allevatori e noi siamo il loro bestiame. Con l'aiuto dell'America, il loro braccio militare armato, questi maestri d'élite fomentano e producono stando nell'ombra guerre redditizie nei Paesi musulmani al fine di aumentare il numero di cosiddetti «rifugiati» in Occidente. Non sono i rifugiati i principali responsabili della crisi dei rifugiati; sono i creatori dei rifugiati. I rifugiati possono essere visti come semplici pedine sulla scacchiera. Sono i maestri degli scacchi, il neo-bolscevichi übermenschen («superuomini») che siedono come ragni meditabondi mentre tessono le loro ragnatele di intrighi nell'ombra; ecco i principali responsabili dell'invasione dei migranti in Occidente.
Forse è tempo di dire: «Addio Europa». Il Piano Kalergi sembra funzionare alla perfezione. Se oggi il Conte Kalergi fosse ancora vivo, sarebbe felice di constatare che tutti i suoi piani stanno andando a compimento. La crisi migratoria che ha recentemente sconvolto l'Europa sotto gli infausti auspici di Angela Merkel e dei suoi ammiratori ricadrà presto sull'America, a meno che non vengano presi provvedimenti per stroncare questa malattia sul nascere. Lo psicologo Kevin MacDonald e altri hanno scritto esaurientemente sulle disastrose politiche americane sull'immigrazione.
Sopra: Kevin MacDonald.
Ricapitolando brevemente, i problemi dell'America e quelli dell'Europa sono strettamente interconnessi, perché le stesse élite che vedono l'Europa come il loro bottino hanno anche l'America nel loro mirino. È una questione di «Europa oggi, America domani». Dagli anni '80 in poi, quando un grande flusso di ebrei provenienti dalla Russia e dall'Europa orientale si è riversato negli Stati Uniti, gli ebrei americani non hanno mai cessato di spingere in favore di una maggiore immigrazione al fine di diluire il pool etnico americano e di alterare la demografia americana per i proprî interessi. Gli americani bianchi, che erano ancora a capo dell'America a quel tempo, si rifiutarono di prendere ordini da questi invadenti ebrei dell'Europa dell'Est e approvarono l'Immigration Act del 1924 che imponeva rigidi limiti agli immigrati terzomondisti.
Non si trattava di «discriminazione razziale». Fu l'introduzione di quote di arrivo progettate per favorire l'integrazione ordinata e garantire che l'America continuasse a rimanere prevalentemente bianca; nelle parole di Kevin MacDonald, «per mantenere lo status quo etnico». La legge del 1924, come ci si potrebbe aspettare, incensò gli ebrei. Uno di questi ebrei infervoriti, il Dr. Stephen Steinlight, ha ricordato con rabbia molti anni dopo quel periodo in cui la maggior parte degli americani dei ruggenti anni '20 (quando gli ebrei non avevano ancora il controllo) erano una «massa sconsiderata», colpevole di una «politica mostruosa» e di un «grande fallimento morale». Sempre secondo Steinlight, questi americani, i nostri antenati, erano un popolo di razzisti «vilamente discriminatori», dei «malvagi xenofobi e antisemiti».
Sopra: Stephen Steinlight.
La diatriba del dr. Steinlight non sarebbe stata completa senza un riferimento all'Olocausto. «Decine di migliaia» di ebrei, ha dichiarato, avrebbero potuto essere salvati dall'Olocausto «se gli Stati Uniti non avessero chiuso i battenti» 21. Tuttavia, gli ebrei non si arrendono mai. La perseveranza è forse la loro più grande forza. Una volta che vogliono qualcosa, si assicurano di ottenerlo sbaragliando ogni tipo di opposizione mediante incessanti pressioni, corruzione, intimidazioni, minacce, indignazione organizzata collettiva, propaganda mediatica e altri vari mezzi subdoli, troppo deprimenti per essere menzionati. In altre parole, tendono a farsi strada alla fine per fas et nefas, ossia con ogni mezzo, buono o malvagio.
Nel 1965, gli ebrei si fecero finalmente strada facendo pressioni attraverso l'Immigration and Nationality Act, noto anche come Hart-Celler Act. Ciò ha cambiato l'intero sistema di quote a favore dell'immigrazione dal Terzo Mondo. I cancelli sono stati aperti all'immigrazione di massa. Un rapido sguardo alle cifre ci dirà tutto ciò che dobbiamo sapere. Nel 1920, l'America era bianca per il 90%. Quella cifra era la stessa dieci anni dopo, nel 1930. Nel 1940 la percentuale era identica. Nel 1950 idem. Nel 1960, tale percentuale era calata forse di una frazione dell'1%. Quindi sono passati diversi decenni con un cambiamento impercepibile nel mix demografico dell'America.
Nove volti su dieci che gli americani vedevano per strada erano volti bianchi nella prima metà del XX secolo. Nel 1965 questa cifra era scesa all'89%. La legge del 1965 iniziò ora a prendere piede e gli attivisti fecero una campagna per aumentare il numero ben oltre le disposizioni del 1965. I cambiamenti nelle statistiche sono diventati improvvisamente drammatici. Nel 2015 la popolazione bianca era al 61%. Dagli anni '50 ad oggi c'è stata una flessione del 39%. Conclude Christian Miller:
Sopra: il 6 maggio 2016, Francesco I ha ricevuto il Premio Carlo Magno per il suo appoggio in favore di una società multietnica e multireligiosa.
Nelle prossieme generazioni, gli americani bianchi saranno una minoranza nel loro stesso Paese: una minoranza perseguitata da pratiche discriminatorie e circondata da ostili outlander che cercheranno il loro sangue e li marchieranno come «razzisti» e «suprematisti bianchi» per aver avuto il coraggio di dire: «Non abbiamo anche noi dei diritti»? Apparentemente no. I bianchi non hanno alcun diritto in questo serraglio multiculturale che abbiamo permesso ai nostri nemici di creare per noi. Anche se oggi ho dato gli ultimi ritocchi a questo articolo, ho letto questo titolo dalla prima pagina del Sunday Mail:
«La BBC mi ha licenziato perché sono bianco». Notate nella stessa pagina le «armi di distrazione di massa» costituite dalle notizie sulla famiglia reale d'Inghilterra... Caso chiuso.
A meno che non si faccia presto qualcosa di drastico per arrestare il processo di estinzione degli europei e invertirlo, se necessario, con il rimpatrio di tutti quegli immigrati che si sono fatti strada nei nostri Paesi con il pretesto di essere «rifugiati» disperati, c'è poca speranza per noi e per i nostri figli. Probabilmente tutti questi nuovi arrivati devono essere riclassificati come «invasori».
Proprio come ogni proprietario di casa ha l'obbligo morale di ospitare e nutrire gli ospiti non invitati sotto il suo tetto - ospiti che causano clamore e confusione su base giornaliera, facendo richieste impossibili e persino violentando le sue figlie - non c'è assolutamente alcun obbligo morale a spalancare le porte dei nostri Stati e lasciare entrare le orde del Terzo Mondo. L'altruismo patologico è una malattia; e tutti coloro che desiderano suicidarsi a livello nazionale dovrebbero essere considerati mentalmente inadatti a prendere parte al processo democratico. Questo è un problema formidabile, ed è improbabile che verrà risolto dalla politica. E quindi questa è la grande domanda ora, la domanda di cui tutti aspettiamo la risposta con desiderio: chi ci salverà dai nostri governanti?
Note
1 Traduzione dell'originale inglese The Coudenhove-Kalergi Plan: White Genocide by Design, a cura di Paolo Baroni. Scritto reperibile alle pagine web https://www.darkmoon.me/2016/the-coudenhove-kalergi-plan-white-genocide-by-design-part-1/ https://www.darkmoon.me/2016/the-coudenhove-kalergi-plan-white-genocide-by-design-part-2/ 2 https://www.dailymail.co.uk/debate/article-3816774/Britain-s-100-DAY-revolution-Brexit-vote-ve-seen-seismic-shift-power-discredited-ruling-elite-crushed-No-wonder-QUENTIN-LETTS-never-felt-optimistic-future.html 3 https://en.wikipedia.org/wiki/Tikkun_olam 4 https://en.wikisource.org/wiki/James_Warburg_before_the_Subcommittee_on_Revision_of_the_United_Nations_Charter 5 https://www.counter-currents.com/2011/02/none-dare-call-it-white-genocide/ 6 Ibid. 7 https://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Carlo_Magno 8 https://en.wikipedia.org/wiki/Richard_von_Coudenhove-Kalergi#Views_on_race_and_religion 9 https://www.facebook.com/whitegenocideproject/posts/268679283508287 10 https://www.counter-currents.com/2014/02/white-extinction/ https://www.counter-currents.com/2015/09/white-genocide/ 11 https://www.counter-currents.com/2011/02/none-dare-call-it-white-genocide/ 12 https://www.eurocanadian.ca/2015/02/ideological-and-geopolitical-origins-of-eu-richard-von-coudenhove-kalergis-pan-europa.html 13 Cfr. R. Coudenhove-Kalergi, «A Parliament For Europe: A Third Solid Pillar for the United Nations» («Un parlamento per l'Europa: un terzo solido pilastro per le Nazioni Unite»), in Vital Speeches of the Day, nº 13, del 15 aprile 1947, pag. 401. 14 https://redice.tv/news/ideological-and-geopolitical-origins-of-the-eu-part-i-richard-von-coudenhove-kalergis-pan-europa 15 https://en.wikipedia.org/wiki/Richard_von_Coudenhove-Kalergi#Views_on_race_and_religion 16 Ibid. 17 https://www.eurocanadian.ca/2015/02/ideological-and-geopolitical-origins-of-eu-richard-von-coudenhove-kalergis-pan-europa.html 18 Ibid. 19 Cfr. R. Coudenhove-Kalergi, Ein leben für Europa («Una vita per l'Europa»), 1966. 20 https://www.eurocanadian.ca/2015/02/ideological-and-geopolitical-origins-of-eu-richard-von-coudenhove-kalergis-pan-europa.html 21 https://vdare.com/articles/was-the-1924-immigration-cut-off-racist |