a cura di
Paolo Baroni
postato: 16
febbraio 2013
ultima
modifica: 20 febbraio 2013
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Premessa
Può darsi che qualcuno, entrando per
la prima volta in questa sezione e leggendo alcuni articoli, si
chieda quali siano le ragioni che ci hanno spinto a dedicare una
parte sostanziosa del sito all'ideologia comunista. Certuni potrebbero
pensare di trovarsi di fronte ad un pensiero superato, privo di
attualità. Abbiamo quindi ritenuto opportuno, prima di illustrare le
nostre motivazioni, mettere in chiaro alcuni punti fermi del nostro
pensiero a scanso di equivoci:
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Il Centro Culturale San Giorgio
è un'associazione civica apartitica e indipendente;
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Non è nostra intenzione portare
acqua al mulino di qualsiasi formazione politica o fare
propaganda elettorale per conto terzi;
-
Il nostro non è un anticomunismo
becero, né tanto meno atlantista e filo-NATO. La nostra
opposizione al marxismo è di natura eminentemente filosofica e
dottrinale, e si fonda sulla legge naturale e sul Magistero
perenne della Chiesa cattolica, e in particolare sulla Lettera
Enciclica di Pio XI (1857-1939) Divini Redemptoris,
contro il comunismo ateo (del 19 marzo 1937) e sulla
successiva scomunica ipso facto comminata ai comunisti e
ai loro sostenitori dal Sant'uffizio con decreto del 1º luglio
1949, sotto il regno di Pio XII (1876-1958).
Detto questo, passiamo ai motivi di
questa nostra scelta. A partire dalla caduta del Muro di
Berlino (9 novembre 1989), il regime sovietico, guida e modello del
comunismo mondiale, è andato rapidamente implodendo fino alla sua
totale dissoluzione 1. In seguito a
questo grande naufragio, i vari partiti comunisti europei, che già
negli anni Settanta avevano iniziato a prendere timidamente le
distanze dalle rigide direttive di Mosca, hanno dato via ad un
processo di trasformazione in senso social-democratico teso a
liberarsi della vecchia immagine convenzionale. La falce e il
martello, Bandiera Rossa e i busti di Marx e di Lenin sono
stati rimossi e, come in tutti i partiti, anche all'interno dell'ex
Partito Comunista italiano sono nate le correnti.
Ma allora il comunismo è finito?
Militarmente e politicamente parlando,
almeno a livello europeo, sì. Scomparendo il Komintern -
l'ufficio creato dai soviet per esportare il comunismo in
tutto il mondo - non esiste più una guida centrale che coordini le
forze politiche che si riconoscevano nell'ideologia marxista.
Persino la Russia attuale, pur essendo capitanata da un ex ufficiale
del KGB (Vladimir Putin), e sebbene sembri voler
riacquistare il prestigio di un tempo, si è liberata del marxismo e
ha abbandonato qualsiasi velleità di conquista.
Se le cose stanno così che senso ha parlare ancora di comunismo?
La ragioni sono molteplici. Vediamole:
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Se si prende in esame solo
l'Occidente e si accetta il 1917 come data di nascita del
comunismo, questa ideologia ha regnato in Russia per oltre
settant'anni. Secondo gli accordi presi dalle potenze vincitrici
a Jalta nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le
nazioni limitrofe alla Russia (Polonia, Cecoslovacchia,
Ungheria, ecc...) sono finite nell'orbita sovietica e vi sono
rimaste fino al 1989. Negli altri Paesi al di qua della Cortina
di Ferro (Italia, Francia, Spagna, ecc...), il comunismo non è
mai salito al potere sia con la forza che per via democratica
2. Ciò nonostante, fin dai primi anni
'20, il marxismo-leninismo ha esercitato un'influenza enorme
sulla civiltà occidentale. Guidato e sostenuto (anche
economicamente) dal Kremlino, il Partito Comunista Italiano ha
messo in pratica dal dopoguerra in poi una strategia di
conquista senza precedenti. Strutturato in maniera monolitica,
il Partito è riuscito a creare un efficientissimo apparato di
quadri dirigenti che è penetrato ovunque, grazie anche
all'inerzia e alla complicità colpevole di chi avrebbe dovuto e
potuto fermarlo 3. Seguendo la
teoria gramsciana relativa all'egemonia culturale, i
comunisti italiani si sono infiltrati dappertutto e hanno preso
letteralmente possesso di alcuni gangli vitali della società
come l'educazione, la scuola, le Università, i sindacati, la
magistratura, l'informazione, lo spettacolo, ecc... La lenta
penetrazione degli ideali marxisti, soprattutto presso le
giovani generazioni e particolarmente a partire dagli anni
Sessanta (sull'onda della
controcultura d'oltre Oceano), ha
prodotto un cambiamento di mentalità di vastissime
proporzioni. Com'è nella logica dei fatti, le rivendicazioni
libertarie e la promessa utopistica di un mondo nuovo senza
classi predicati ai quattro venti hanno prodotto anche un grande
mutamento di costumi. Il concetto di sessualità «liberata»
completamente staccata dal matrimonio, dalla procreazione e
dalla responsabilità, ha introdotto nelle società l'idea della
necessità di leggi che regolassero il divorzio e l'aborto
libero, pratiche, fino agli anni Settanta, estranee alla
cultura italiana. Il dilagante relativismo morale e l'odio
viscerale non solo per i Comandamenti di Dio, ma persino per la
legge naturale, sono all'origine di altre rivendicazioni come il
femminismo, la liberalizzazione delle droghe dette
«leggere», i diritti delle
coppie omosessuali, l'eutanasia, che una volte accettati
lasceranno così aperta la porta alle legalizzazione di
mostruosità come l'incesto o la pedofilia.
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«In alcune case editrici (come
l'Einaudi), se non eri
comunista non c'entravi. Questo è nato da due fatti. Uno, i
comunisti non avendo il potere economico - secondo la lezione di Gramsci - volevano avere almeno l'egemonia culturale. Secondo, i
quadri del Partito Comunista, avendo un impegno politico molto
forte, erano lettori; mentre nella DC e nel PSI nessuno leggeva.
Quindi, le case editrici (come l'Einaudi) che si occupavano di
politica, di economia, ecc..., avevano capito che il loro unico
mercato era quello dell'area comunista. Su questo si
aggiunge il fatto delle masse universitarie, per cui
tutti gli insegnanti o quasi erano comunisti [...].
Tutti i premi sono andati a comunisti».
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Giorgio Bocca (1920-2011) |
Che cos'è cambiato dopo la caduta del Muro di Berlino?
-
Come abbiamo già visto, il crollo
dell'impero sovietico e la conseguente fine del suo ruolo di
guida mondiale, hanno segnato l'inizio di un processo di
trasformazione della sinistra europea. A parte i nostalgici e
irriducibili vetero-comunisti, sempre più minoritari e in via di
estinzione, la sinistra attuale post-comunista appare molto più
frammentata e dispersa rispetto al monolitico Partito Comunista
di un
tempo. E tuttavia, nonostante le divergenze, gli attuali
eredi del vecchio PCI continuano a servirsi per la
lettura dei fatti della miope analisi marxista e si riconoscono
a pieno titolo gli eredi legittimi di chi prima di loro si è
battuto per portare a compimento le varie conquiste sociali in
favore del «Progresso» e della «Civiltà»... Come un figlio
possiede i caratteri ereditari dei genitori, così i comunisti
attuali possiedono in buona parte lo stesso DNA dei loro
predecessori. Ne consegue che anch'essi, anche se in modo più
discreto, continuano a spingere sulla necessità di riforme
sempre più permissiviste. Un'altra osservazione sembra
necessaria: se negli anni della Cortina di Ferro si poteva
parlare di comunismo consapevole come espressione di chi
aveva aderito consciamente e liberamente al marxismo-leninismo,
oggi possiamo parlare di un comunismo diffuso, ossia di
un etat d'esprit, di uno stato d'animo che pervade anche chi non si riconosce
necessariamente nei valori di sinistra. Dopo decenni di
ininterrotto martellamento ideologico e di propaganda marxista
(soprattutto nelle scuole) concetti tipicamente marxisti come l'egualitarismo
o la libertà di autodeterminazione hanno fatto breccia
nella mentalità corrente penetrando perfino nelle menti di
coloro che non si interessano alla politica. Il virus si è
liberato del suo involucro e oggi scorrazza liberamente nel
corpo sociale. L'epidemia è quasi scomparsa, ma le sue conseguenze
più estreme continuano ad essere devastanti. Questo è la sfida che oggi ci
troviamo a dover affrontare.
Comunismo e Alta Finanza
Pur riconoscendo i terribili mali
causati da questo flagello in tutto il pianeta, non dobbiamo
assolutamente dimenticare che il comunismo è una creazione del
capitalismo selvaggio, un docile strumento dei potentati
dell'oro all'interno di un piano di sovversione molto più vasto.
Come hanno riconosciuto tutti i più grandi esperti di guerra occulta
(primo fra tutti, il grande
Léon de Poncins), senza l'enorme
apporto economico proveniente dai potentissimi
gruppi bancari di
Wall Street, la Rivoluzione bolscevica non sarebbe nemmeno
iniziata. Per sradicare l'antico ordine della civitas christiana,
un'élite di banchieri (che in questo sito chiameremo
Illuminati e che sono la cupola della
Massoneria) si è avvalsa del comunismo come ci si servirebbe
di un boia.
Una volta terminato il grosso del lavoro sporco, il
flusso di denaro si è interrotto e l'esperimento (fallimentare) del
socialismo reale è miseramente naufragato. Paradossalmente, oggi
vediamo realizzarsi gli obiettivi perseguiti dal marxismo trent'anni
fa all'interno della
società consumistica. E tuttavia, nonostante l'enorme quantità di
veleno messo in circolo nel tessuto sociale, la civiltà occidentale
appare ancora aggrappata alle sue radici cristiane, che sono la sua
vera identità, quell'identità che oggi si cerca di distruggere in
tutti i modi (soprattutto mediante l'immigrazione selvaggia). A
dispetto delle loro attese, gli Illuminati non sono ancora riusciti
ad instaurare il loro
Nuovo Ordine Mondiale e comunque non vinceranno mai, perché
la vittoria è già stata assegnata da tutta l'eternità a Colui che
gli empi hanno osato sfidare, Gesù Cristo, il Verbo incarnato, che
con la Sua Santa Madre schiaccia senza sosta la testa del Serpente
infernale.
Sull'origine
massonico-cabalistica della dialettica hegeliana, e quindi
sulla
nostra opinione circa
lo scontro destra-sinistra, vedi
l'articolo
La Kabbalah e la filosofia moderna |
Note
1
Gli altri Paesi rimasti ufficialmente comunisti sembrano coinvolti
loro malgrado in questo processo di dissolvimento. La Cina, ad
esempio, sta rapidamente occidentalizzandosi ed è in piena
espansione economica di stampo capitalista. Anche Cuba sta
lentamente evolvendo verso un regime più democratico. Lo zoccolo
duro sembra essersi ridotto alla sola Corea del Nord.
2
Occorrerebbe rammentare che a differenza delle altre ideologie
mortifere del passato, come il nazionalsocialismo, il comunismo non
è stato condannato come voleva la giustizia storica. Pur avendo
sterminato in tutto il mondo intero oltre 100.000.000 di persone -
molte più di quante ne abbia ucciso il regime hitleriano - non c'è
stata nemmeno una Norimberga storiografica. E mentre in ogni città
del mondo sorgono musei per non dimenticare l'Olocausto degli ebrei,
nessuno si ricorda dei milioni di vittime massacrate dal social-comunismo.
3
Da questo punto di vista, le responsabilità della classe dirigente
democristiana sono schiaccianti. Non a caso, ai nostri giorni ai
vertici del PD militano tanti ex democristiani, tutti
catto-comunisti o, se preferite, cattolici «adulti» (che si credono
svincolati dalle leggi di Dio e della Chiesa).
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