di Yves de Lassus 1
In questi ultimi tempi, le apparizioni - e in particolare le apparizioni mariane o i messaggi ricevuti dai «mistici» - si sono moltiplicate. Non passa anno senza che si senta parlare di una nuova apparizione, il più delle volte con un messaggio apparentemente tradizionale, almeno nell'aspetto. Spesso veniamo criticati per il nostro riserbo nei confronti di questi «mistici» o presunti veggenti, anche quando questi fenomeni mistici sono circondati da ipotetici miracoli e avrebbero portato a molteplici conversioni. Ogni cattolico ben informato dovrebbe sapere che possono verificarsi false apparizioni. Ciononostante, tutte le nuove apparizioni o rivelazioni vengono considerate dalla maggio parte dei fedeli quasi sempre vere. Eppure queste apparizioni non possono essere tutte autentiche a causa del loro grande numero.
Ẻ dunque indispensabile operare un discernimento. Ma come possiamo riconoscere che un'apparizione o una rivelazione è autentica, e quindi di origine divina? In linea di principio, questo lavoro di discernimento spetta al Vescovo diocesano, che è responsabile della nomina di una commissione di indagine, per poi pronunciare una sentenza ufficiale dopo aver preso conoscenza della relazione di questa commissione. Purtroppo, in molti casi i Vescovi - specialmente nei nostri tempi - trascurano questa pratica.
Cosa dovremmo fare, quindi, quando il giudizio del Vescovo tarda ad arrivare? Per poter avere alcuni elementi, al nostro livello di conoscenza, e provare a distinguere il vero dal falso in attesa del giudizio dell'ordinario del luogo, è essenziale conoscere i criteri di discernimento che, con esperienza, la Chiesa ha determinato nei secoli, e che troppo spesso vengono trascurati o ignorati. Lo scopo di questo articolo non è di scrivere un trattato sul discernimento in materia di apparizioni, ma solo di ricordare brevemente i criteri di analisi principali per comprendere se è opportuno attendere il giudizio della Chiesa prima di dare credito a qualsiasi evento meraviglioso. Prima di presentare questi criteri, è essenziale ricordare due punti:
È molto importante tenere a mente questi due punti per non lasciarsi trasportare dal più piccolo evento straordinario.
I I TRE ERRORI DA EVITARE
Il primo punto da considerare è avere ben chiari in mente i tre errori da evitare:
Il primo e più diffuso equivoco è credere nell'intervento del Cielo non appena si verifica un fenomeno straordinario (o almeno non direttamente spiegabile dalla scienza), o che si verifichi un grande fervore o un gran numero di conversioni a seguito di una dichiarazione da parte di qualcuno che afferma di aver avuto delle rivelazioni private. Negli anni '70, il benedettino Dom Bernard Billet o.s.b. (1919-2012), direttore delle ricerche su Lourdes, tenne un studio sulle apparizioni. Nel periodo 1928-1975 ne contò 232 (una media di un'apparizione ogni due mesi e mezzo!), quasi tutte non riconosciute dalla Chiesa. E questa frequenza non è diminuita.
La Chiesa ha sempre messo in guardia contro questa moltiplicazione di apparizioni o rivelazioni. Questo è ciò che insegna in particolare il grande dottore della mistica San Giovanni della Croce (1542-1591) nel Libro II della Salita al Monte Carmelo:
Sopra: San Giovanni della Croce e il suo libro Salita del Monte Carmelo.
È quindi opportuno prestare molta attenzione ai fenomeni miracolosi e non credere subito a qualsiasi apparizione.
Il secondo difetto è quello di rifiutare sistematicamente tutto. Per il sacerdote e psicanalista Marc Oraison (1914-1979), ad esempio, le apparizioni sono solo allucinazioni, compresi i casi di Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) e di Santa Bernadette (1844-1879). Le ragioni più frequentemente citate dagli scettici sono le seguenti: la Rivelazione si è conclusa con la morte dell'ultimo Apostolo, e quindi non può più esserci alcuna rivelazione ulteriore, nemmeno privata. Quando approva un'apparizione, la Chiesa non garantisce l'autenticità dei fatti; essa non obbliga i fedeli a credere o meno alle apparizioni, anche a quelle che sono state approvate.
Sopra: apparizioni del Sacro Cuore a Santa Margherita, a Paray-le-Monial, e della Santa Vergine a Santa Bernadette, a Lourdes.
Tutti questi argomenti portano alla conclusione che le apparizioni non hanno una grande importanza importanza, e che quindi è possibile ignorarle. Si tratta di una limitazione indebita del potere divino, perché Dio è onnipotente e può benissimo intervenire nella vita degli uomini. Lo ha fatto diverse volte nel corso della storia. In questo caso sarebbe più che sconsiderato non tenerne conto.
Tra questi due estremi emerge un terzo difetto: quello di considerare che in ogni apparizione c'è una parte di verità e una parte di falsità, e che sia quindi necessario distinguere tra ciò che è buono e ciò che non lo è. La ragione di questo atteggiamento è che il veggente distorce inevitabilmente la realtà che osserva, perché i suoi sensi gliene danno solo una conoscenza parziale e la sua intelligenza non gli permette di trasmettere esattamente ciò che ha visto o udito. L'umano è quindi inevitabilmente mescolato con il divino, ed è opportuno «filtrare» o «correggere» le parole del veggente. Questa posizione consente quindi di mantenere ciò che ci conviene e di rifiutare ciò che ci dà fastidio. È la tesi, ad esempio, di Padre René Laurentin (1917-2017) su Medjugorje 2.
Questa terza via è particolarmente perniciosa, perché afferma che, nelle apparizioni come quelle di Lourdes o di Fatima, non tutto è necessariamente vero, o che ci possa essere del buono anche nelle rivelazioni condannate dalla Chiesa. E soprattutto nega la possibilità che il Cielo possa trasmetterci fedelmente un messaggio. Infine, tale atteggiamento incoraggia tutti esperienze mistiche poiché, secondo questa teoria, ci sarà verità e falsità in ognuno di esse. In questo caso, spetta agli «esperti» di svelare la verità e l'impostura.
Per illustrare questi tre errori, nel XV secolo secolo, un uomo saggio di nome Jean de Gerson (1363-1429) paragonò le visioni e le rivelazioni al denaro. Dicendo che non esiste denaro falso, che esiste solo denaro falso, o che esiste una sola valuta in parte vera e in parte falsa, si affermano tre posizioni ugualmente errate una dopo l'altra. Una banconota o è autentica o è falsa. È impossibile che un lato di questa banconota sia vero e l'altro falso: o è totalmente vera; oppure è totalmente falsa.
La soluzione cattolica è ben diversa. Essa può essere riassunta con queste parole: ci sono apparizioni vere di cui bisogna tener conto; ma ci sono anche molte false apparizioni che possono avere origine umana (una truffa o persone con problemi psicologi) o demoniaca. E per distinguere quelle vere da quelle false, ci sono criteri oggettivi che è importante conoscere bene. La posizione della Chiesa si basa sul Vangelo, e in particolare sugli scritti degli Apostoli San Giovanni e San Paolo:
Purtroppo, ai nostri giorni i criteri di discernimento sono spesso sconosciuti o ignorati, un atteggiamento che si addice molto ai falsari, e ciò avviene perché è nel loro interesse che non si riconoscano più le banconote false da quelle vere.
II LE IMPOSTURE DEMONIACHE
Prima di accostarci all'analisi dei criteri, è opportuno conoscere quale libertà Dio lascia a Satana per ingannarci. Dice infatti l'Apostolo San Paolo: «Anche satana si maschera da angelo di luce» (2 Cor 11, 15). Questo potere di Satana di imitare delle vere apparizioni è troppo spesso sottovalutato.
La storia ci offre molti esempi di falsi mistici o di falsi sensitivi che hanno ingannato migliaia di persone per decenni, tra cui Vescovi e Cardinali. E ciò è accaduto in tutte le epoche, a partire dai primi secoli della Chiesa. Menzioniamo solo alcuni casi tra i più recenti:
Tutte queste manifestazioni ci permettono di apprezzare il potere che Dio ha lasciato al demonio di imitare un'apparizione celeste. Con il permesso di Dio, questo potere è immenso, e chi lo sottovaluta è molto probabile che venga ingannato. Il demonio può apparire sotto le sembianze di Nostro Signore Gesù Cristo, della Vergine Santa, di un angelo o di un Santo. Egli può simulare tutti i doni del mistici autentici: fervore, estasi, levitazione, stigmate, ecc... Può realizzare fenomeni straordinari: guarigioni inspiegabili, fenomeni luminosi straordinari, bilocazione, previsioni sorprendenti o segreti rivelati, scienze od eloquenza di gran lunga superiori alle capacità del veggente, di parlare in lingue, ecc... 3.
Può succedere che egli causi delle malattie... che vengono curate non appena la sua azione si ferma! Sapendo perfettamente che un albero si giudica dai frutti, può suscitare anche molte conversioni, perché è capace di perdere molto per guadagnare ancora di più: non gli costa nulla incoraggiare preghiere, penitenze, digiuni, pratica dei Sacramenti per decenni, a patto di riuscire a traviare un maggior numero di anime. Pertanto, è molto sconsiderato minimizzare i poteri del diavolo e pensare che non sia possibile che Dio permetta che siamo ingannati da lui.
Eppure simili inganni si sono già verificati molte volte in passato. E non vediamo perché Dio avrebbe dovuto all'improvviso limitare i poteri del maligno, soprattutto al giorno d'oggi. È quindi opportuno non sottovalutare le sue capacità di simulazione e rimanere molto cauti a riguardo di qualsiasi nuovo fenomeno mistico o miracoloso finché la Chiesa non si sia pronunciata ufficialmente. Tuttavia, il potere del demonio ha dei limiti:
Ecco perché è importante sapere come riconoscere le false apparizioni o rivelazioni da quelle vere.
III L'INDAGINE CANONICA
Per smascherare gli inganni del diavolo, la Chiesa ha definito da secoli dei criteri che ci permettono di discernere le rivelazioni provenienti dal Cielo da quelle che provengono dall'uomo o dall'inferno. L'analisi di questi criteri viene effettuata durante un'indagine canonica. Qui presentiamo la procedura utilizzata fino al 1977. A partire dal 1978, purtroppo, la procedura è stata modificata. Infatti, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ammorbidito le regole di discernimento, che sono state approvate da Paolo VI (1987-1978) il 25 febbraio 1978. Ne consegue che i riconoscimenti delle apparizioni attestate a partire da questa data non hanno lo stesso valore di quelli concessi in precedenza.
Inizialmente, l'esame dei fenomeni mistici era riservato solo alla Santa Sede. La costituzione adottata il 19 dicembre 1516, durante l'11ª Sessione del 5º Concilio Lateranense, si occupa ampiamente di rivelazioni, ispirazioni e profezie: essa è di grandissima severità verso gli impostori, ma presta molta attenzione a non escludere indebitamente l'autenticità di rivelazioni veritiere, e addirittura le consiglia. Qualche anno dopo, durante il 25ª Sessione del Concilio di Trento, nel 1563, la Santa Sede affidò ai Vescovi la responsabilità di guidare la indagini canoniche. Tuttavia, essi avrebbero dovuto consultare il Sommo Pontefice prima di emettere una sentenza definitiva.
Sopra: il Concilio di Trento (1545-1563).
Nel corso del tempo si è poi sviluppata una preziosa giurisprudenza, determinando così circa venti criteri di discernimento.
L'indagine canonica comprende due fasi principali: una fase in cui l'analisi è condotta utilizzando esclusivamente le scienze umane: fisica, medicina, psicologia, ecc... Questa prima fase ha unicamente lo scopo di determinare se i fenomeni studiati hanno un'origine preternaturale o semplicemente umana. Se finisce con la certezza che i fatti non hanno una spiegazione naturale, l'indagine prosegue mediante un'analisi teologica, prima dei fatti stessi, poi dei frutti dell'apparizione.
Lo scopo di queste due analisi è determinare se questi fenomeni provengano da Dio o dal diavolo. In pratica, abbiamo quindi tre fasi: analisi scientifica, analisi teologica dei fatti e analisi teologica dei frutti. Se ciascuna delle tre fasi giunge alla conclusione che un semplice intervento umano è o diabolico sia impossibile, solo allora l'indagine potrà concludere che la rivelazione in questione è autentica in quanto ha tutte le caratteristiche di un vero intervento divino. Ogni fase ha i suoi criteri che ora analizzeremo.
IV I CRITERI
L'esperienza ha portato la Chiesa a definire una ventina di criteri. Questi possono essere ridotti a dieci criteri principali, a cui si riducono gli altri in un modo o nell'altro
I criteri per la prima fase sono tratti dalle scienze umane e sono in numero di tre.
Questo criterio mira a verificare, tramite il ricorso ai medici, agli psichiatri, agli amici o ai parenti, che visioni, espressioni, ecc... non siano il risultato di una malattia mentale: isteria, locuzioni, allucinazioni, ecc... Nelle indagini su Santa Giovanna d'Arco (1412-1431), su Santa Caterina Labouré (1806-1876), su Santa Bernadette o sui tre veggenti di Fatima, i giudici sono sempre stati unanimi nel dichiarare lo spirito di saggezza, di rettitudine, di bontà e di buon senso dei veggenti.
Sopra: Santa Giovanna d'Arco e Santa Caterina Labouré.
Non è sufficiente che il veggente sia sano di mente. Deve anche essere perfettamente onesto, leale e sincero. Ecco perché le sue testimonianze saranno esaminate nei minimi dettagli per smascherare ogni possibile ipocrisia, simulazione, menzogna, ecc... Il veggente deve essere dotato di una scrupolosa sincerità ed avere un grande orrore della menzogna. Dio sa scegliere i suoi aiutanti: non può accettare che il vero e il falso siano mescolati.
Durante la sua vita terrena, per testimoniare la sua qualità di Figlio di Dio, Nostro Il Signore ha fatto molti miracoli. Lo stesso vale per molti Santi; la loro santità si è manifestata con miracoli di ogni genere: battaglie vinte, guarigioni spettacolari, profezie sorprendenti, prodigi naturali come il miracolo del Sole a Fatima, ecc... Ẻ il caso di quelle apparizioni che spesso sono state accompagnate da fenomeni straordinari o da guarigioni miracolose. Quando certi eventi superano le normali leggi della natura, siamo di fronte al segno di un intervento «preternaturale»: essi permettono per affermare che non sono di origine meramente umana, ma presi in se stessi non possono garantire un'origine divina.
A seguito dell'analisi di questi tre criteri, la commissione d'inchiesta potrà per trarre una prima conclusione. Se effettivamente conclude che c'è un'origine non umana o non naturale, l'indagine continua per determinare se si tratta di un intervento divino o demoniaco.
Questi criteri sono tre: la conformità alla verità, la conformità alla volontà e la conformità alla maestà divina.
Il primo criterio teologico è la perfetta conformità alla Rivelazione di Nostro Signore Gesù Cristo e a tutti i dogmi e quelle verità di fede definiti successivamente dal Magistero della santa Chiesa. Tutto, nei fatti, nel messaggio trasmesso o nelle parole dei veggenti, deve essere assolutamente conforme alla verità cattolica. La minima deviazione o opposizione al Magistero avrebbe immediatamente come risultato la conclusione di un'origine demoniaca, anche se tutti gli altri i criteri fossero positivi. Anche in questo caso, Dio non può sopportare che il falso sia mescolato con la verità. La contraddizione su un singolo punto della dottrina è sufficiente a dimostrare chi parla non parla nel nome di Dio. Nella sua Vita scritta dalla stessa Santa Teresa d'Avila (1515-1582) sostiene che se una rivelazione
Tuttavia, anche questo criterio di perfetta conformità alla verità non può, di per sé, bastare per concludere sull'origine divina del prodigio. Perché il demonio può dire la verità su un punto per ingannarci su di un altro.
Dio è uno e non cambia. La sua legge quindi non cambia in eterno. Di conseguenza, il veggente deve rispettare perfettamente la legge divina e le leggi della Chiesa. Inoltre, avendo Dio affidato la Sua Chiesa agli Apostoli e a i loro successori, il veggente deve anche mostrare perfetta obbedienza verso i legittimi rappresentanti della Chiesa. Questo principio non ammette praticamente alcuna eccezione, nemmeno nel caso di un ordine impartito da Nostro Signore stesso! La vita dei Santi è piena di esempi di questo tipo. Santa Margherita Maria Alacoque si lamentò un giorno con il suo visitatore celeste di non potere realizzare ciò che Lui le aveva chiesto, poiché i suoi superiori glielo avevano impedito. Ecco la sorprendente risposta che ricevette in cambio:
Meravigliosa e sorprendente saggezza divina! Tuttavia, questo criterio di conformità alla volontà divina viene dopo la conformità alla dottrina e non può andare contro di essa. Così, Santa Giovanna d'Arco iniziò a sottomettere ciò che le voci le dicevano al giudizio della Chiesa. Avendo l'autorità legittima determinato la loro origine soprannaturale, la Pulzella si oppose in seguito ad un rifiuto inflessibile a Pierre Cauchon (1371-1442), Vescovo di Reims, che nel corso del processo a suo carico pretendeva che ella negasse di aver seguito ciò che le dicevano le voci.
Sopra: Santa Giovanna interrogata da Pierre Cauchon.
Il terzo criterio teologico sui fatti è la perfetta conformità all'eminente dignità delle persone divine. Le manifestazioni del demonio hanno sempre qualcosa di esagerato, di irragionevole e persino di ridicolo. Inoltre, la santità di Dio richiede che Egli si rivolga solo a persone innocenti o a persone già avanzate sulla via della perfezione. Normalmente, se si rivolge ai peccatori è unicamente per incoraggiarli a convertirsi, ma difficilmente affida loro un messaggio importante da consegnare alla Chiesa. Anche i più piccoli dettagli dovranno essere analizzati: il luogo scelto per le apparizioni è degno? 4.
Le prime reazioni dei veggenti sono permeate dalla sicurezza che suscita un inviato divino? Il numero delle apparizioni è corretto? Ẻ determinato? (una moltiplicazione delle apparizioni e dei messaggi nel tempo e nello spazio è un segno molto negativo). L'apparizione si è sempre comportata come una persona celeste? È vestita con dignità e sobrietà? (la familiarità o qualsiasi condiscendenza con i veggenti, ogni eccentricità sono anch'esse un brutto segno). Le parole pronunciate sono conformi alla saggezza, alla dolcezza e all'umiltà delle persone divine? Le profezie o le azioni annunciate si sono avverate? Ecc...
Un altro punto: Dio non interviene in modo straordinario semplicemente per ripetere luoghi comuni o osservazioni che sono già state oggetto di rivelazioni precedenti. In questo ambito, la prolissità è un indicatore molto sospetto. La concisione, al contrario, è il segno distintivo di un intervento soprannaturale. Ricordiamo la densità e la brevità delle parole dell'Angelo del Portogallo e della Madonna a Fatima.
Questi criteri sono quattro: i frutti nelle anime dei veggenti, quelle nelle anime dei fedeli, quelle per la Chiesa e la possibile concorrenza verso la vere rivelazioni.
Questo criterio è tratto direttamente dal Vangelo, avendo Nostro Signore insegnato:
Per frutti si intendono i frutti soprannaturali. Quindi, per i veggenti le visioni devono avere come conseguenza quella di accrescere nella loro anima le virtù teologali: fede, speranza e carità. Un'anima che riceve un favore celeste rimarrà segnata per tutta la vita: si distinguerà per una pratica eroica delle virtù cristiane e per l'amore di Dio, un desiderio del Paradiso e della salvezza delle anime; nient'altro ha valore ai suoi occhi. E le virtù di sincerità, obbedienza e umiltà raggiungeranno nuove vette, tanto quanto le visioni che ha ricevuto le hanno fatto comprendere la sua nullità davanti a Dio.
Questi frutti soprannaturali nelle anime dei veggenti devono traboccare nell'anima dei fedeli. A Rue du Bac, la Madonna disse a Santa Caterina Labouré:
Ma fate attenzione! Un gran numero di imposture umane o diaboliche hanno attirato grandi folle, a volte per decenni. Il demonio è in grado di far sì che venga fatto del bene per far passare falsi messaggi che poi avveleneranno l'intera Chiesa. Fate anche attenzione alle conversioni apparenti o che portano ad una religione essenzialmente sentimentale: una vera conversione deve portare ad un attaccamento alla vera dottrina. Soltanto i sacerdoti, con le grazie annesse alla loro stato, possono veramente sondare le coscienze e sapere se i frutti osservati sono davvero soprannaturali, profondi e duraturi.
È quindi necessario stabilire quale sia lo scopo di queste manifestazioni straordinarie. Perché Dio non interviene mai senza una ragione o per motivi futili. Se si tratta di sostenere una causa dubbia, o a maggior ragione, se si sostiene qualcosa che è stato condannato dall'autorità ecclesiastica, è improbabile che tali manifestazioni provengano dal Paradiso. Solo la conoscenza del vero fine permetterà di affermare se queste apparizioni provengono da Dio o meno.
Attraverso le grazie che riceviamo attraverso i veri interventi divini il demonio perde delle anime. Per non perderle, il maligno creerà con tutti i mezzi a sua disposizione molti diversivi, sviando i fedeli verso false apparizioni e privandoli così delle grazie che avrebbero ricevuto con quelle vere. Ciò avviene perché il demonio è la scimmia di Dio. In Spagna, suor Maddalena della Croce e le sue false stigmate di Lisbona entrò in competizione con una vera mistica: Santa Teresa d'Avila. Come abbiamo già osservato, a Lourdes, prima ancora della fine della apparizioni, circa quaranta falsi veggenti apparvero nel villaggi circostanti.
V IL GIUDIZIO CANONICO
L'indagine pone particolare attenzione all'esame delle obiezioni. In effetti, una falsa apparizione può assumere quasi tutte le caratteristiche di una vera, ma contiene sempre almeno uno o due elementi corrotti, mentre un'apparizione autentica non può avere il minimo elemento negativo. Poiché, «bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu» («Una cosa è buona solo se tutti i suoi elementi sono buoni. Il minimo difetto la rende cattiva»).
Nel caso delle apparizioni Pontmain 5, la commissione d'inchiesta analizzò tredici argomenti «contrari». È importante sottolineare un punto: per esprimere un giudizio su apparizioni o rivelazioni, miracoli e locuzioni interne o esterne non sono gli unici criteri da considerare. Hanno il loro peso, certamente, ma da soli non possono garantire un'origine divina. Troppo spesso sentiamo dire: «Ma in quel posto la gente prega molto; c'è un grande spirito di meditazione; ci sono anche molte guarigioni inspiegabili».
Sopra: Nostra Signora di Pontmain.
Questi criteri non sono da trascurare, ma non sono assolutamente sufficienti. Ciò deve essere tenuto presente poiché la presenza di miracoli e di conversioni in gran numero sono spesso presi per sufficienti finendo con l'attribuire un'origine divina ad eventi che potrebbero benissimo provenire dal diavolo. Dopo tutte queste diverse analisi, se la commissione d'inchiesta può affermare che tutti i criteri studiati dimostrano l'impossibilità di un'origine umana o demoniaca, allora, e solo allora, potrà proporre al Vescovo di pronunciare un giudizio positivo sull'origine divina della rivelazione o dell'apparizione. Se mancasse anche un solo criterio, in questo caso la conclusione sarebbe ipso facto negativa: si tratterebbe o di una inganno umano o di una manifestazione diabolica.
Il giudizio di un'indagine canonica non ha, ovviamente, lo stesso grado di infallibilità rispetto alle verità del Vangelo o ai dogmi di fede, ma impegna l'autorità della Chiesa. Allo stesso modo, il giudizio è valido solo quanto valgono le condizioni in cui è stata svolta l'indagine. In particolare: il numero dei membri della commissione, le loro qualità, la loro integrità, il rigore nell'esame dei criteri e nell'analisi delle minime obiezioni, ecc... Quando l'indagine è stata ben condotta e il Vescovo ha pronunciato un giudizio chiaro, dopo aver ricevuto il parere della Santa Sede, è opportuno attribuire grande importanza alle rivelazioni riconosciute dalla Chiesa stessa credendo che è Dio che ha parlato tramite i veggenti. Ma senza questo giudizio non è possibile per un semplice credente affermare che queste rivelazioni provengono da Dio.
La procedura di indagine si applica in particolare quando è necessario portare una sentenza emessa prima della morte del o dei testimoni. Questo è soprattutto il caso di quando poco dopo gli eventi vengono creati luoghi di culto o di pellegrinaggio.
In molti casi, prima di esprimersi la Chiesa attende generalmente la morte del veggente. Le apparizioni o le rivelazioni che ebbe durante la sua vita vengono poi analizzate come parte di un processo di canonizzazione. Se questo processo ha un esito positivo, esso costituisce automaticamente il riconoscimento dell'autenticità delle apparizioni, perché il processo non poteva concludersi sulla natura eroica delle virtù o sulla perfezione e l'integrità delle parole del veggente, se le apparizioni da lui avute si fossero rivelate delle bufale.
Ẻ il caso delle visioni di Nostro Signore a San Francesco d'Assisi (1181-1226), a Santa Brigida di Svezia (1303-1373) o Santa Margherita Maria; della Madonna a San Domenico (1170-1221), a San Simone Stock (1165-1265) o Santa Caterina Labouré; di carattere celeste (Santi o angeli) a Santa Giovanna d'Arco o a San Francesco di Paola (1416-1507). Lo stesso vale per le rivelazioni ricevute durante l'estasi, come quelle di Santa Caterina da Siena (1347-1380), ad esempio. Ma a volte è necessario pronunciarsi durante la vita del veggente poiché i pellegrinaggi vennero organizzati molto rapidamente dopo le apparizioni, e in questo caso è opportuno che il Vescovo nomini tempestivamente una commissione di indagine per scoprire se può autorizzare questi pellegrinaggi.
Sopra: San Simone Stock riceve lo scapolare del Carmelo dalla Madonna.
Prima del cambiamento della procedura del 1978 voluto da Paolo VI, la Chiesa ha riconosciuto come autentiche poche apparizioni della Madonna, precisamente otto in due secoli:
Dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965), sono state riconosciute altre sette apparizioni:
In quarant'anni ci sono state tante apparizioni quante nei due secoli precedenti, un fatto probabilmente legato all'allentamento dei criteri di discernimento entrati in vigore nel 1978.
Oltre a questo, molte indagini hanno avuto esito negativo. Ẻ il caso di: Garabandal, di San Damiano, di Medjugorje, di Maria Valtorta (1897-1961), di Palmar de Troya, di Kerizinen, di Dozulé, ecc... Purtroppo, nonostante le conclusioni negative delle commissioni di indagine, Roma ha talvolta autorizzato i pellegrinaggi o ha emesso un parere contrario al giudizio emesso della Commissione, il che ha creato una confusione dannosa. Questo è il caso, ad esempio, di Maria Valtorta i cui scritti furono inizialmente condannati, ma dopo il Concilio venne revocato il divieto di leggerli 6.
Lo stesso vale per le apparizioni di Medjugorje, che sono state formalmente dichiarate false da due Vescovi di Mostar, ma l'attuale Vescovo, in accordo con Roma, ha appena autorizzato pellegrinaggi.
La grande severità della Chiesa in questo ambito è stata spesso criticata. Probabilmente sarà difficile per alcuni accettarla, a causa dell'attrazione esercitata su certe anime dal meraviglioso. Eppure, questa è una posizione di grande saggezza, perché in questo modo un giudizio positivo ci darà la certezza dell'autenticità dei fatti. Tuttavia qualcuno dirà: «Ma tanta severità rischia di condannare un gran numero di apparizioni, il che significa che non sarà più possibile concedere merito ad un veggente o ad un mistico, che tuttavia ha un messaggio perfettamente in linea con l'insegnamento tradizionale della Chiesa».
Sì! Finché la Chiesa non si è pronunciata, non dobbiamo prevenire il giudizio che un giorno emetterà. Inoltre, che bisogno abbiamo di andare a tale o a tal'altro luogo di supposte apparizioni, soprattutto se il messaggio trasmesso si limita a ripetere gli insegnamenti costanti della Chiesa? Da una parte, San Giovanni della Croce ci dice che è sbagliato ricercare il meraviglioso. Dall'altra, ci sono già abbastanza luoghi riconosciuti di apparizioni dove possiamo ricevere molte grazie. Che bisogno c'è di andare verso nuovi luoghi?
Altri ribatteranno: «Eppure in quel luogo si fa tanto bene. Si recita il rosario. C'è molto fervore sulla scena delle apparizioni. Lì la gente si converte, si confessa. Le apparizioni sono di una santità esemplare». Tutto questo non basta per farne una manifestazione di origine divina, perché il demonio è capace di suscitare fervore, un gran numero di conversioni e far sembrare che il veggente o i veggenti siano santi. Padre Louis Lallemant s.j. (1588-1635), disse:
Il diavolo è in grado di provocare un gran bene per promuovere un errore che porterà un male ancora più grande. Solo un'indagine positiva a tutti i criteri che abbiamo appena visto può concludersi con un'origine divina. Coloro che si sono convertiti o hanno ricevuto grazie di guarigione sul luogo di un'apparizione non riconosciuta o condannata dalla Chiesa, non accetterà sicuramente e non penseranno mai che potrebbe essersi trattato di uno scherzo del diavolo. Come potranno credere di essersi convertiti seguendo una falsa dottrina? Questo è il trucco del diavolo: lasciare che avvengano conversioni (vere o presunte) per dare maggiore credibilità al suo inganno. E questi convertiti attribuiranno sempre la loro conversione ad una grazia del Cielo, il che è potrebbe essere vero, ma questa grazia è concessa da Dio nonostante e non a causa di un inganno diabolico.
L'insegnamento della Chiesa sulle rivelazioni private è quindi chiaro. Ci sono vere rivelazioni in cui il Cielo ci trasmette un messaggio che è perfettamente possibile conoscere nella sua essenza. Esistono anche molte false rivelazioni o apparizioni, che a volte sembrano incredibilmente simili a quelle vere. Per discernere se sono autentiche esiste una procedura. Se questa viene omessa o addolcita ciò probabilmente porterà a gravi malintesi. Giacché l'analisi dell'insieme dei criteri è lunga e difficile, e richiede informazioni difficilmente accessibili ai semplici fedeli, la saggezza consiste nell'affidarsi al giudizio della Chiesa. Ciò non deve indurci a trascurare le apparizioni riconosciute dalla Chiesa.
Se Dio si prende la briga di parlarci, non è perché le Sue parole debbano essere ignorate: sarebbe addirittura sconsiderato non tenerne conto. Padre Louis de Blois o.s.b. (1506-1566), un benedettino del XVI secolo dichiarato venerabile dalla Chiesa, ha affermato:
Ciò è particolarmente vero per le apparizioni di Fatima. Dunque, guardiamo con grande venerazione i luoghi riconosciuti: rue du Bac, Lourdes, Pontmain, Fatima, ecc... Quanto agli altri, pratichiamo la virtù dell'obbedienza: finché la Chiesa non ha parlato, asteniamoci dal dire alcunché a riguardo. Oppure se pensiamo di possedere informazioni affidabili, esprimiamo il nostro punto di vista con grandissima riserva per non pregiudicare il giudizio della Chiesa, astenendoci scrupolosamente da qualsiasi affermazione perentoria sull'origine di questi eventi.
Sopra: Nostra Signora di Fatima.
APPENDICE
a cura di Paolo Baroni
In questo ottimo articolo, l'Autore elenca i criteri usati dalla Chiesa per secoli per stabilire l'autenticità di un'apparizione o di un fenomeno meraviglioso. Tuttavia, tranne qualche accenno alla riforma dell'indagine canonica realizzata nel 1978, a nostro avviso, egli non cala sufficientemente tale innovazione nella realtà della situazione attuale. Occorre infatti tenere ben presente che dopo il Concilio, usando l'espressione dello stesso Paolo VI (nel 1972), «da qualche fessura il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio». Per chi ha gli occhi per vedere e non mette la testa sotto la sabbia come fa lo struzzo, questo fumo non ha risparmiato nulla di ciò che esisteva nella Chiesa prima del Concilio. Non c'è rito o sacramento che sia sfuggito a quella smania di cambiamento che ha caratterizzato l'era postconciliare. Tutto - ripeto - tutto è stato oggetto di riforma in senso lassista, e spesso più che di riforma si è trattato di una nuova creazione (pensiamo al nuovo rito della Messa introdotto da Paolo VI nel 1969, una liturgia semi-protestante), una vera e propria rottura con il passato.
Ad un certo punto dell'articolo, Yves De Lassus fa un'affermazione sconcertante: «Ne consegue che i riconoscimenti delle apparizioni attestate a partire da questa data (il 1978) non hanno lo stesso valore di quelli concessi in precedenza». Cosa significa questa frase? E soprattutto cosa comporta? Facciamo notare che dopo che lui stesso ha condannato il relativismo in materia di apparizioni, cade nello stesso errore a riguardo delle decisioni prese dall'autorità vaticana. Dovremmo dunque trattenere ciò che riteniamo valido nelle sentenze della Chiesa e scartare ciò che ci sembra errato? Abbiamo gli strumenti teologici per farlo? In poche parole, egli ci dice che dopo questa riforma il fedele deve cavarsela da solo, sostituendosi in pratica ad un'«autorità» che non è più in grado di distinguere il vero dal falso.
Si tratta di un'affermazione gravissima, le cui implicazioni dovrebbero farci riflettere sulla tragedia di cui siamo testimoni: coloro che dovrebbero pascere il gregge di Cristo sembrano aver smarrito la strada tracciata dai loro predecessori e non possiedono più l'indefettibilità di cui Gesù Cristo ha dotato la Sua Chiesa. Se noi fedeli dobbiamo sbrigarcela da soli decidendo in autonomia su ciò che sembra vero e su ciò che sembra falso, significa che siamo in presenza della crisi di fede più grave che la Chiesa abbia mai visto, persino di quella provocata dall'eresia ariana dei primi secoli.
Una crisi che non ha risparmiato nemmeno il Seggio di Pietro. Se il faro non emette più la sua luce salvifica, le navi rischiano di fare naufragio sugli scogli. Di fronte a questo terribile pericolo, al semplice fedele non rimane che seguire la Tradizione della Chiesa, ossia fare ciò che la Sposa di Cristo ha insegnato e fatto ininterrottamente per duemila anni. Che il Signore e la Sua SS.ma Madre ci preservino dal pericolo di essere ingannati dal demonio, ma soprattutto ci proteggano dall'eresia e dagli errori in cui l'orbe cattolico sembra essere caduto.
Note
1 Traduzione dall'originale francese Le discernement des esprits en matière d'apparition (Action Familiale et Scolaire, Parigi 2021), a cura di Paolo Baroni. 2 Nell'omelia tenuta Mons. Pavao Zanic (1918-2000), Vescovo della Diocesi di Mostra, a Medjugorje, il 25 luglio 1987, ha affermato a proposito della conclusione della commissione di indagine sulle presunte apparizioni: «Due membri della Commissione hanno espresso un parere favorevole; uno di loro si è astenuto; un altro ha affermato che "poteva darsi che all'inizio ci fosse stato qualcosa di autentico, ma che poi...». Ecco un tipico esempio di relativismo. Non può un'apparizione essere all'inizio autentica e poi divenire falsa! O l'una oltra! Non è data una terza via. «I rimanenti undici membri hanno espresso parere negativo: "Non constat de supernaturalitate", il che in parole povere significa che non ci sono state apparizioni». 3 Secondo il Rituale Romanum dell'esorcismo, «parlare in lingue» (ossia mostrare conoscenza di lingue sconosciute) è il primo criterio di possessione diabolica. 4 Questo criterio non è sempre valido. La grotta di Massabielle, a Lourdes, ad esempio, era sovrastata da una discarica, e si dice fosse luogo di riunioni di massoni (N.d.T.). 5 Nostra Signora di Pontmain è l'appellativo con cui la Chiesa cattolica venera Maria, Madre di Gesù, che è apparsa nel 1871 nel villaggio francese di Pontmain, vicino a Laval, nei Paesi della Loira. In breve tempo, folle di pellegrini cominciarono ad affluire a Pontmain. Il Vescovo di Laval, Mons. Casimir Wicart, procedette molto speditamente, aprendo già il 14 marzo l'inchiesta canonica affidata a tre alti prelati e verificando tutto di persona fra l'8 aprile e il 14 maggio. A dicembre fece svolgere una visita oculistica per attestare le perfette condizioni dei veggenti e infine nominò una commissione teologica per essere coadiuvato nel giudizio. Poco più di un anno dopo, il 2 febbraio 1872, il Vescovo riconobbe ufficialmente le apparizioni, affermando: «Noi dichiariamo che l'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, apparve veramente il 17 gennaio del 1871 a Eugène e Joseph Barbedette, Françoise Richer e Jeanne-Marie Lebossé, nel villaggio di Pontmain». Questo è parlare chiaro! 6 Maria Valtorta affermava di aver ricevuto in visione tutto il Vangelo. Il 16 dicembre 1959, il Sant'Uffizio, di fronte a stranezze e incongruenze presenti nei suoi libri, collocò l'opera in quattro volumi della Valtorta nell'Indice dei libri proibiti. Lo riportò L'Osservatore Romano, del 6 gennaio 1960. Il 15 giugno 1966, il Dicastero per la Dottrina della Fede (che sostituì il Santo Uffizio) abolì l'Indice e quindi cessarono tutte le sanzioni contro la lettura delle opere inserite nella lista dei libri proibiti. Dopo il Concilio, tutto ciò che era stato condannato è divenuto lecito...
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