di Paolo Baroni
I primi decenni successivi al Concilio Vaticano II (1962-1965) sono stati contrassegnati da un'ondata di razionalismo che ha notevolmente influenzato la riflessione teologica di quegli anni, soprattutto quella dei teologi più progressisti. Una delle tante verità di fede messa in discussione - se non apertamente negata - da questi «teologi» è stata l'esistenza del diavolo e dell'inferno. Tra le conseguenze di tale negazione c'è stata la scomparsa pressoché totale degli esorcisti diocesani. Se il diavolo è un mito, a maggior ragione lo è la possessione diabolica. Di questo passo si è giunti fino agli anni '80 quando, grazie anche all'azione coraggiosa di esorcisti come Padre Gabriele Amorth, si è cominciato a parlare da un lato del problema posto dall'assenza di esorcisti, e dall'altro del crescente numero di persone bisognose di questa forma di ministero. Oggi potremmo dire che la situazione è migliorata, se non fosse per un allarmante fenomeno che sembra prendere sempre più piede tra quei sacerdoti deputati dagli Ordinari diocesani ad espellere il maligno dagli ossessi. Mi riferisco in particolare alla sempre più diffusa pratica da parte dell'esorcista di rivolgere allo spirito impuro (o agli spiriti impuri) che possiede l'ossesso (o l'ossessa) tutta una serie di quesiti dettati più dalla curiosità che dalla necessità, e che esulano completamente dalle poche domande prescritte dal rito dell'esorcismo secondo il Rituale romano. Quel che è peggio è che le risposte fornite dal diavolo vengono spesso prese per oro colato e talvolta persino raccolte e pubblicate in forma di «insegnamento». Queste opere espongono il pensiero del nemico a riguardo dei più svariati argomenti. Mi limiterò a due esempi. A metà degli anni '80 iniziò a circolare negli ambienti cattolici un opuscolo, intitolato Un prete dannato mette in guardia contro l'inferno, curato da Bonaventura Meyer, contenente le rivelazioni scaturite nel corso di un esorcismo praticato negli anni '70 da circa dodici sacerdoti (tra cui tre dottori in teologia e in diritto canonico) su di un'ossessa svizzera. Uno degli spiriti si rivelò essere un certo Verdi Garandieu, un prete finito all'inferno - vissuto nel XVII secolo - che possedeva il corpo della donna insieme ad altri demoni. «Garandieu» rivelò fatti sconcertanti inerenti la storia recente della Chiesa, tra cui il rapimento di Paolo VI (1897-1978), rinchiuso nei sotterranei del Vaticano e sostituito da un sosia al servizio della Massoneria 1. Un'altra opera più conosciuta è La catechesi di Satana (Ed. Il Segno, Udine 1992), un florilegio di rivelazioni demoniache raccolte da Padre Pellegrino Ernetti o.s.b. (1925-1994) 2, un religioso benedettino che per anni ha ricoperto la carica di esorcista nella diocesi di Venezia.
Ci chiediamo: è lecito intervistare il demonio? Come dimostreremo tra breve, questa pratica è contraria al Vangelo e alle norme plurisecolari dettate dal Rituale romano.
Il Vangelo
Va da sé che il modello perfetto di esorcista è Nostro Signore Gesù Cristo. I Vangeli riportano diversi casi in cui il Signore ha cacciato dei demoni dal corpo di alcuni ossessi. Ne riportiamo di seguito i passi più significativi. La prima costante è che Gesù non ha mai «intervistato» i demoni, ma ha sempre ordinato loro di tacere: «Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio". E Gesù lo sgridò: "Taci! Esci da quell'uomo"» (Mc 1, 23-25). «Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: "Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!". Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male» (Lc 4, 33-35). In secondo luogo, il Signore si è sempre limitato a chiedere il nome dello spirito impuro al fine di cacciarlo: «Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demoni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: "Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!". Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: "Qual'è il tuo nome?". Rispose: "Legione", perché molti demoni erano entrati in lui. E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso» (Lc 8, 27-31). Perché mai Cristo non ha risposto direttamente agli spiriti maligni, ma si è limitato ad intimargli il silenzio chiedendo unicamente il loro nome? La risposta ce la dà Cristo stesso che ha detto di Satana: «Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna» (Gv 8, 44).
Sbagliano di grosso, dunque, coloro che credono il diavolo sia obbligato a dire il vero se ciò gli viene comandato dall'esorcista in nome di Dio o della Vergine Maria, poiché, come dice il Signore, «non vi è verità in lui», e quindi non solo non abbiamo nessuna certezza che egli dica la verità, ma dobbiamo pensare che menta secondo la sua natura.
Il Rituale romano
Dopo il Vangelo diamo uno sguardo al Rituale romano, e in particolare alle regole prudenziali che precedono il rito dell'esorcismo. L'edizione del Rituale romano da cui abbiamo estratto le regole che l'esorcista è tenuto a seguire nel corso del rito è quella del 1911, pubblicata sotto il regno di Papa Benedetto XIV (1675-1758), ma già promulgata per volontà di Papa Paolo V (1552-1621) 3.
Ecco di seguito le parti del Rituale romanum che trattano dell'atteggiamento che deve tenere l'esorcista (e i suoi assistenti).
Dunque, dal Rituale romanum appare oltre ogni evidenza che la pratica di porre domande inutili o dettate dalla curiosità al padre della menzogna - e a maggior ragione su questioni importanti - sia contrario allo spirito della Chiesa nostra Madre, nonché fuorviante per i presenti o per gli eventuali lettori di opere contenenti «rivelazioni» diaboliche. Il fedele non ha bisogno di andare a scuola dal demonio per sapere ciò gli piace o ciò che gli dispiace, o per conoscere quello che gli necessita per la salvezza. Per questo, il catechismo basta e avanza 5. Satana non aspetta altro che di essere messo in cattedra e di pontificare propinando astutamente una mescolanza di verità e di menzogna a danno di coloro che imprudentemente gli porgono ascolto 6.
Note
1 Questa storia strampalata era già venuta a galla nel corso delle «apparizioni» (mai approvate dalla Chiesa) nel 1970 di Bayside, negli Stati Uniti, durante le quali la «veggente» Veronica Lueken (1923-1925) avrebbe appreso dalla Madonna stessa del rapimento e della sostituzione di Paolo VI. 2 In tempi relativamente recenti ha fatto scalpore la notizia pubblicata sui mass media a partire da un'intervista a Padre Ernetti del 1972 nella quale egli affermava che sin dalla seconda metà degli anni cinquanta, insieme a un gruppo di famosi scienziati, avrebbe progettato e infine costruito il «cronovisore», una macchina che avrebbe permesso di vedere e riascoltare avvenimenti accaduti nel passato, che Padre Ernetti chiamava «macchina del tempo»... 3 Purtroppo non sono riuscito a procurarmi il nuovo Rituale del 1998, che d'altronde Padre Amorth ha definito «inefficace, una beffa, un incredibile legaccio che rischia di impedirci di operare contro il demonio». Tuttavia, le norme plurisecolari che regolano l'esorcismo non possono essere cambiate. 4 Quindi, lo spirito che si è presentato come l'anima del prete dannato Verdi Garandieu ha mentito e ha ingannato gli esorcisti... 5 Molto spesso, dietro questa curiosità quasi morbosa di conoscere cose occulte o dietro la ricerca dello straordinario in generale si nasconde una fede molto debole che necessita di rivelazioni soprannaturali (dal basso, in questo caso) che la confermino nel suo stato. 6 Persino il film L'esorcista (1973), diretto da William Friedkin, pur essendo una finzione, ripropone diligentemente queste norme. Infatti, Padre Merrin (interpretato da Max von Sydow) non presta la minima attenzione agli insulti e alle provocazioni lanciate dal demonio che possiede la piccola Regan, né pone allo spirito immondo quesiti vani, ma continua imperterrito a recitare le preghiere dettate dal rituale.
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