Con approvazione
ecclesiastica
Mi salverò?...
è questo il doloroso
sospiro di ogni anima veramente cristiana, che sente il peso
dell'incertezza in cui tutti si vive riguardo alla propria salvezza
eterna. Il ricordo dei peccati commessi, sebbene già pianti, il
pensiero della severità dei divini giudizi e, più ancora, il
sentimento della propria incostanza nel bene, riempie di un salutare
timore, per poco che vi si rifletta. In mezzo, però, a tanta
perplessità ognuno può confortarsi e aprire il cuore alla gioia più
viva, perché vi è modo di assicurarsi il Paradiso; ed è l'ineffabile
bontà del Cuore misericordiosissimo di Gesù che ci volle prodigare
questo nuovo supremo conforto mediante la «Grande Promessa».
È una specialissima promessa del Sacro Cuore di Gesù con la quale Egli, promettendo la grazia della penitenza finale, assicura il Paradiso a chiunque farà in suo onore nove Comunioni nel primo venerdì di nove mesi consecutivi. Ecco le precise parole che il 13 ottobre del 1687 Gesù rivolse a Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690):
Tante altre e consolanti promesse fece
il Cuore di Gesù a favore dei suoi devoti; ma questa tanto le
supera, che può dirsi di tutte il compendio e la corona, meritando
d'essere chiamata per eccellenza la «Grande Promessa». Della sua
autenticità non è lecito dubitare. Infatti, fin dal processo di
beatificazione e poi anche per quello di canonizzazione dell'Alacoque,
la Grande Promessa fu sottoposta al giudizio dei teologi romani, e
tale giudizio, dopo maturo esame, fu così favorevole che
Papa Benedetto XV
(1854-1922) volle dare egli stesso la più bella e autorevole
testimonianza alla veridicità della Grande Promessa facendone
inserire il testo nella Bolla di canonizzazione della Santa, in data
13 maggio 1920. Chi non comprende la grande importanza della sua
riproduzione in un documento di tale valore? Non è forse questa la
prova più eloquente dell’autenticità della Grande Promessa?
Vediamo ora di capire bene questa Grande Promessa, per poter procurarci il prezioso frutto che essa è destinata a recarci. Considerando le parole con cui fu fatta, si possono distinguere tre parti: preambolo, promessa e condizione.
I - Preambolo. «Io ti prometto, nell'eccesso della misericordia del mio Cuore, che il mio amore onnipotente…». Quanto sono espressive queste prime parole! Gesù volle con esse destare la nostra attenzione e farci attendere qualche grazia straordinaria, frutto non già di meriti nostri, esistenti o possibili, ma solo di una eccessiva misericordia e d'un amore onnipotente. Nessuna meraviglia, quindi, se ad un'opera di pietà e di religione tanto facile, quali sono le nove Comunioni, il divin Salvatore volle concedere una grazia tanto preziosa, qual'è la penitenza finale. E se tra la condizione richiesta e la promessa vi scorgeremo un abisso, il preambolo ci ricorda che è l'amore onnipotente di Gesù in un eccesso di misericordia del suo Cuore che ha da salvarci.
III – Condizione. Tale grazia è promessa «…a tutti quelli che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi…».
Chi fa una promessa è libero di apporvi le condizioni che crede; e Gesù nel fare la Grande Promessa si contentò di legarla all'unica condizione di nove Comunioni in nove primi venerdì di mesi consecutivi. Bisogna però compierla fedelmente questa condizione; quindi:
Giova notare che per ben adempiere la condizione apposta alla Grande Promessa, le Comunioni devono essere fatte non solo in grazia di Dio e senza alcuna viziosa intenzione, il che è evidente, ma di più coll'intenzione di ottenere con le nove Comunioni il frutto della Grande Promessa, cioè la penitenza finale, o grazia della buona morte. Per comodità chi compie questa pia pratica, alla fine di questa pagina è riportata una preghiera, nella quale è espressa la sopraddetta intenzione, e che sarà bene recitare prima di ciascuna delle nove Comunioni.
Che cosa si dovrà dire di chi, dopo aver fatte bene le nove Comunioni con buona volontà, coll'andar del tempo diventasse cattivo e vivesse da perverso? La risposta è molto consolante. Gesù nel fare la sua Grande Promessa non eccettuò nessuno di quelli che avranno compiuta la condizione delle nove Comunioni fatte bene. Anzi, è molto da notare la circostanza, che Gesù nel rivelare questa Grande Promessa, non disse che essa è un tratto della sua misericordia ordinaria, ma dichiarò espressamente che è un eccesso della misericordia del suo Cuore, cioè una misericordia straordinaria, che compirà coll'onnipotenza del suo amore.
Queste espressioni così energiche e solenni ci fanno capire chiaramente e ci confermano nella sicura speranza che il suo Cuore amorosissimo concederà anche a questi poveri traviati il dono ineffabile della salvezza dell'anima. E se per convertirli fosse anche necessario di operare miracoli straordinari di grazia, Egli compirà questi eccessi di misericordia, coll'onnipotenza dell'amore del suo Cuore e muoverà queste povere anime a contrizione dei peccati, e concedendo loro il perdono le salverà, mantenendo la Grande Promessa da esse tanto demeritata. Ah! Se potessimo intendere la misericordia e l'amore infinito del Cuore di Gesù per i poveri peccatori, specialmente al punto di morte!
Ci sta a cuore la salvezza dell'anima nostra? Incominciamo senz'altro, se ancora non l'abbiamo compiuta, la pia pratica dei primi nove venerdì del mese, per avere così diritto alla Grande Promessa del Cuore di Gesù. Ci sta a cuore la salvezza del nostro prossimo, dei nostri cari, delle persone affidate alle nostre cure e alla nostra responsabilità? Diffondiamo quanto più ci è possibile la conoscenza di una pratica così facile e consolante.
Con l'esempio, con la parola, con la diffusione di questa pratica foglietto o di altri simili, eccitiamo quanti più ci sarà possibile a compierla nel dovuto modo. Procureremo così un gran bene a noi e alle anime; daremo una grande consolazione al Cuore di Gesù, che tanto desidera la salvezza di tutti gli uomini. Nell'universale naufragio in cui si dibatte la povera umanità, per aver abbandonato il suo Dio, è prezioso conforto poter contribuire alla salvezza di qualche anima. Lanciamo, dunque, con santo ardire attorno a noi l'ancora della misericordia della Grande Promessa.
La pia pratica delle nove Comunioni
nei primi venerdì di mesi consecutivi si può cominciare in qualsiasi
mese dell'anno. La confessione non è richiesta ogni volta, purché si
sia in grazia di Dio. Chi per dimenticanza, per impossibilità o per
altro motivo avesse tralasciato la Comunione in un primo venerdì
(eccetto il Venerdì Santo), dovrebbe ricominciare la serie delle
nove Comunioni, affinché siano fatte nei primi venerdì di mesi
consecutivi, senza interruzione, come Gesù stesso ha specificato.
Benignissimo Gesù, che nella vostra infinita bontà avete promesso la grazia della penitenza finale a quelli che si comunicassero in onore del vostro Sacro Cuore il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi, io ora intendo accostarmi a ricevervi nella Santa Comunione per ottenere questa grande grazia e per riparare l'ingratitudine e gli oltraggi con cui è corrisposto il vostro amore in questo augustissimo Sacramento. Aiutatemi, o Signore, a vivere sempre conforme alla vostra santa legge e a morire detestando ogni mio peccato e confidando nella vostra ineffabile misericordia. Amen.
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