di Henry Le Caron 1
Non sono uno specialista di questo problema e me ne sono interessato solo tardivamente, perché ritenevo che in questo campo ci fossero molte affermazioni, ma poche prove. Poi delle opere ben documentate hanno destato la mia attenzione. I loro autori erano persone serie 2. è istruendosi e meditando che si progredisce nella conoscenza. Tuttavia, questi libri contengono molte informazioni interessanti e la materia è così vasta che si perde talvolta il filo conduttore. I dettagli sono come l'albero che nasconde la foresta. Per evitare questo scoglio mi sforzerò nelle pagine seguenti che saranno inevitabilmente una sintesi, di mettere in rilievo l'essenziale di questo tentativo mostruoso e difficilmente credibile di asservimento dell'umanità. Mi baserò solo su testi incontrovertibili, scartando quelli che non mi parranno seri o che sono costituiti da semplici illazioni.
SUL MONDO
Satana esiste. Le legioni infernali esistono. Già San Paolo ci avvertiva che non avremmo dovuto solamente «lottare contro la carne e il sangue, ma contro i prìncipi, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro gli spiriti malvagi diffusi nell'aria» e ci raccomandava di rivestirci dell'armatura di Dio per non essere sedotti (epilogo della Lettera agli Efesini). Un cattolico non può negare di conseguenza l'esistenza di Satana che è stata affermata da Nostro Signore stesso, da tutti i Santi e dai più grandi Papi. Ho avuto occasione di seguire le conferenze del Padre Mathieu, esorcista designato ufficialmente dalla Chiesa 3 e che ho avuto la sorpresa di vedere apparire ultimamente sullo schermo della mia televisione 4. Basta sentire parlare questo cappuccino già anziano per essere convinti dell'immensa potenza di questo arcangelo decaduto, il cui nome primitivo «Lucifero» significa «portatore di luce». Padre Mathieu insisteva durante questa trasmissione televisiva sul fatto che Satana ha una propria Chiesa (la Contro-chiesa) e che i suoi eserciti sono costituiti non solamente da angeli ribelli, ma anche da uomini che hanno scelto il partito del dominio. Ai giorni nostri, egli precisava, la sua potenza sul mondo ha raggiunto un grado tale da far sopprimere la preghiera a San Michele Arcangelo, ordinata da Papa Leone XIII (1810-1903), che, prima del Concilio, la Chiesa cattolica recitava alla fine di ogni Messa, ai piedi dell'altare. Ora sarebbe inconcepibile che un arcangelo che possiede una tale potenza 5, che dispone di tali mezzi, che ha in tale odio Dio e l'umanità non avesse stabilito un piano per contrastare i disegni del nostro Redentore e per imporre il suo dominio assoluto sul mondo. L'obiettivo da raggiungere è di perdere gli uomini che Nostro Signore ha riscattato a prezzo del Suo Sangue 6, ma Satana nel suo orgoglio incommensurabile, ha anche come ambizione finale non solamente di regnare su tutti gli uomini, ma anche di farsi adorare da essi come una divinità. è l'inversione satanica suprema. La creatura che Dio ha creato per amore dovrà riconoscere e adorare come se fosse il suo Dio Creatore, l'usurpatore, il principe della menzogna, il seminatore di odio, il nemico di Dio che pretende di eguagliarsi a Lui 7. E la Sacra Scrittura ci insegna che egli ci riuscirà nell'arco di un breve periodo prima di essere annientato da Dio stesso. San Paolo precisa nella seconda Lettera ai Tessalonicesi (cap. 2), a proposito dell'Anticristo: «Nessuno vi inganni in alcun modo; prima infatti dovrà venire l'apostasia, rivelarsi l'uomo dell'iniquità, il figlio della perdizione. Colui che si contrappone e si innalza sopra ogni essere che viene chiamato Dio od è oggetto di culto, fino a sedersi nel tempio di Dio, proclamandosi Dio lui stesso. Infatti il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà col soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta». Si tratta di una profezia che non ha condizionale e non può essere allontanata dalle nostre preghiere e dalle nostre penitenze. è una visione dell'avvenire che Dio ci dona nella Sacra Scrittura 8. Satana deve regnare; egli regnerà per un breve periodo (Mt 24, 22). Ma perché egli possa regnare su tutta la Terra occorre, a quanto pare, che diventi il capo incontestato di un Governo Mondiale. Come potrebbe regnare altrimenti? L'Anticristo annunciato dalla Sacra Scrittura sarà verosimilmente un uomo posseduto da Lucifero e solo allora possiederà tutti i poteri: politico, economico, culturale e religioso 9. Egli eserciterà sul mondo una dittatura assoluta. Nulla potrà sussistere (ad eccezione di alcuni servitori di Dio che si rifugeranno nel deserto) se non ha il marchio della Bestia (Ap 13, 16-17). Nostro Signore ha detto: «Chi non è con me è contro di me» (Lc 15, 23). Non esiste la neutralità tra il bene e il male, tra la verità e l'errore. In questo mondo ognuno deve scegliere il suo campo. L'esistenza terrestre è un luogo di prova e noi saremo giudicati per l'eternità a seconda della scelta che avremo fatto. Guai a colui che avrà scelto il partito del demonio! L'Antico Testamento ci dà lo stesso avvertimento: «Poiché Dio ha creato l'uomo per l'immortalità e l'ha fatto ad immagine della sua natura. è per l'invidia del diavolo che la morte è entrata nel mondo; ne faranno l'esperienza coloro che hanno scelto il partito del demonio» (Sap 2, 23-24). La Sacra Scrittura stessa ci insegna ciò che avverrà alla fine dei tempi: «Convenerunt in unum adversus Dominum et adversus Christum ejus»: essi si sono riuniti per essere uno solo contro il Signore e il suo Cristo. (Sl 2).
La storia dell'umanità, nella sua trama fondamentale, è costituita dalla lotta permanente che la Contro-chiesa (San Paolo la chiama «il mistero d'iniquità») conduce contro la vera Chiesa, Corpo mistico di Cristo. Questo è ciò che alcuni grandi spiriti, illuminati da Dio ci hanno chiaramente spiegato; Sant'Agostino (354-430) quando descrive la lotta delle due città che due amori diversi hanno generato, o Sant'Ignazio di Loyola (1491-1556) quando parla del combattimento tra i due stendardi. Più recentemente, il Cardinale Louis-Edouard-François-Desiré Pie (1815-1880) che fu uno dei grandi pensatori del XIX secolo, ha mirabilmente riassunto ciò che fu, sul piano metafisico e teologico, la rivolta di Lucifero: «Satana, giudicandosi offeso nella dignità della sua condizione nativa, si trincerò nel diritto e nell'esigenza dell'ordine naturale. Egli non volle né adorare in un uomo la Maestà divina, né accogliere in sè stesso un surplus di splendore e di felicità derivante da questa umanità deificata. Al mistero dell'Incarnazione egli obiettò la creazione, all'atto libero di Dio oppose un diritto personale. Infine, contro lo stendardo della Grazia, egli elevò la bandiera della natura». Il mistero d'iniquità è caratterizzato dal rifiuto della grazia. Mentre nella creazione divina l'ordine naturale e l'ordine soprannaturale coesistono armoniosamente (il cristiano in stato di grazia vive nello stesso tempo una vita naturale e una vita soprannaturale), assistiamo al tentativo di dominio luciferino, mediante una rivolta della natura contro la grazia, ad una deificazione della creatura. D'altronde, è Satana che viene deificato attraverso la creatura ribelle. Questa creatura gonfia di orgoglio che si è ribellata contro Dio e contro il Suo ordine, pretende di instaurare sul solo piano della natura una società eccellente da cui Dio sia totalmente escluso. «Il grande mito rivoluzionario - ha detto il comunista André Malraux (1901-1976) - è un'elevazione del popolo inseparabile dalla vittoria». Egli ha anche detto che «la Rivoluzione gioca oggi il ruolo che giocava un tempo la vita eterna». Ma poiché Nostro Signore ha affermato: «Senza di me voi non potete far nulla» (Gv 15, 55), questo tentativo prometeico dell'umanità ribelle non può condurre che al fallimento; ciò che doveva essere un paradiso - lo abbiamo constatato - finisce sempre nell'abominazione e nella schiavitù. Solamente la Verità ci rende liberi (Gv 8, 32).
Prima di abbattere occorre conquistare; perciò, vedremo con quale
intelligenza e con quali stratagemmi il principe di questo mondo è
arrivato a conquistare fortezze che apparivano imprendibili. Quali
sono queste fortezze? Sono quelle che nel passato hanno costituito
per la Chiesa cattolica potenti spade temporali: la monarchia
francese e la monarchia austriaca. La Rivoluzione ha attaccato in
successione il casato dei Borboni e il casato degli Asburgo. Si può
anche pensare che la tragica sparizione dei Romanov (benché essi non
abbiano costituito per la Chiesa cattolica una spada temporale)
abbia permesso alla Rivoluzione di abbattere una fortezza importante
nell'Europa dell’Est. Agli zar che erano cristiani sono succeduti
degli uomini ripugnanti, senza dubbio demoniaci, che hanno
immediatamente attaccato la religione per far sparire anche l'idea
stessa di Dio e che hanno soppresso ogni libertà nel loro impero. l La caduta della monarchia francese
«Spaventosa e deplorevole sedizione, totale capovolgimento del regime sociale che alla fine del XVIII secolo, in Francia (la Rivoluzione) represse e perseguitò con odio le cose divine e umane, il re e i nobili, ma specialmente la Chiesa di Cristo e i suoi ministri [...]. In quel tempo, uomini ignobili si impadronirono impudentemente del potere, mascherando l'odio che li muoveva verso la religione cattolica sotto il fallace pretesto della filosofia tendendo con tutte le loro forze ad abolire il nome cristiano» 10. La Rivoluzione Francese è stata opera di una minoranza ben organizzata che nella persona di Luigi XVI (1754-1793) ha voluto abbattere il principio che egli incarnava: la sottomissione della politica all'ordine di Dio 11. Papa Pio VI (1717-1799) lo espose in maniera eminente nella sua allocuzione del 13 giugno 1793 sulla morte di Luigi XVI, facendo risalire questa sedizione alla Riforma protestante: «Era da molto tempo che i calvinisti progettavano e preparavano la caduta della religione romana in Francia. All'inizio bisognava preparare la mentalità, far penetrare nel popolo le dottrine empie, ma da allora non si è più smesso di spandere dappertutto libelli debordanti di perfidia e di spirito di sedizione [...]. L'Assemblea Generale del Clero di Francia nel 1745 denunciò queste imprese pericolose e criminali». Più tardi, Papa Leone XIII, nella sua mirabile opera La Chiesa e il Diritto Comune lo precisò: «è dalla Riforma che sono nati nel secolo scorso sia la falsa filosofia che ciò che viene chiamato il "diritto moderno", la sovranità del popolo e quella licenza sfrenata al di fuori della quale molti non hanno più saputo vedere la vera libertà». Joseph de Maistre (1753-1821), che possedeva una mente particolarmente lucida, ha riassunto egregiamente la questione in poche righe: «Dopo l'epoca della Riforma e dopo Wiclyf, si è creato in Europa uno spirito terribile e invariabile che ha lavorato senza tregua per rovesciare il cristianesimo [...]. Su questo spirito distruttore sono venuti ad innestarsi tutti i sistemi antisociali e anticristiani che sono apparsi ai giorni nostri. Tutto ciò forma un tutt’'uno e deve essere considerato come una sola sètta che ha giurato la distruzione del cristianesimo e di tutti i troni cristiani, ma soprattutto e innanzitutto della casata dei Borboni e della Sede di Roma» 12. Esistono molte opere che mettono in rilievo il ruolo determinante delle società di pensiero e delle Logge massoniche nella Rivoluzione Francese. Non potremo però occuparcene. Voltaire (1694-1778) divenne massone durante il suo primo viaggio in Inghilterra (1725-1728), e di ritorno a Parigi verso il 1730 non fece mistero del suo progetto di annientare il cristianesimo 13. La pubblicazione dell'Enciclopedia fu il primo mezzo per raggiungere questo obiettivo 14. Egli scrisse il 23 maggio 1764 al filosofo Étienne Noël Damilaville (1723-1768): «Ripongo tutte le mie speranze nell'Enciciopedia». L'Enciclopedia fu stampata solo in 4200 esemplari in trentacinque volumi in folio; ciò prova che per realizzare una rivoluzione è sufficiente contaminare un piccolo numero di intellettuali ai quali si forniscono degli argomenti. Dopo la fondazione nel 1772 del Grand'Oriente di Francia, che fu una concentrazione di gruppi massonici francesi, la Massoneria si sviluppò così bene che nel 1789 non aveva meno di settecento Logge in Francia e nelle colonie, senza contare un gran numero di capitoli e di assemblee 15. I rivoluzionari e gli uomini più conosciuti che hanno occupato in prima linea la scena politica a quell'epoca appartenevano tutti alle Logge: Philippe-Egalité (1747-1793), Charles François du Périer Dumouriez (1739-1823), La Fayette (1757-1834), Astolphe de Custine (1790-1857), i fratelli Alexandre Théodore Victor de Custine () e Charles Malo de Lameth (1760-1829), Edmond Louis Alexis Dubois-Crancé (1747-1814), Pierre-Louis Roederer (1754-1835), Lepelletier de Saint-Fargeau (1760-1793), appartenevano alla Loggia Il Candore. François-Noël Babeuf (1760-1797), Jacques-René Hébert (1757-1794), Lebon, Jean-Paul Marat (1743-1793) e Saint-Just (1767-1794) erano affiliati alla Loggia degli Amici Riuniti. Jean Sylvain Bailly (1736-1793), Bertrand Barère (1755-1841), Joseph-Ignace Guillotin (1738-1814), Georges Jacques Danton (1759-1794), Dominique Joseph Garat (1749-1833), Bernard Germain de Lacépède (1756-1825), Jacques Pierre Brissot (1754-1793), Camille Desmoulins (1760-1794), Alexandre Sabès Pétion (1770-1818) e Collot d'Herbois (1749-1796) appartenevano della Loggia delle Nove Sorelle, alla quale avevano appartenuto anche Voltaire, Jean Baptiste Le Rond d'Alembert (1717-1783), Denis Diderot (1713-1784) e Claude-Adrien Helvétius (1715-1771). Lo spretato Emmanuel Joseph Sieyès (1748-1836) faceva parte della Loggia Ventidue. Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre (1758-1794) era Rosacroce del Capitolo di Arras. Dietrich Talleyrand e Savalette de Lange (1745-1812) appartenevano alla sètta degli Illuminati. Per ciò che concerne più precisamente la morte di Luigi XVI, ucciso «in odio alla fede cattolica» (come disse Pio VI), non possediamo prove scritte, ma solamente delle testimonianze. La morte di Gustavo III (1746-1792) re di Svezia e quella di Luigi XVI, sarebbero state decise a Francoforte nel 1785 dall'Assemblea Generale degli Illuminati «Eclettici». Le testimonianze abbondano, scrive Mons. Henri Delassus (1836-1921). Tra queste si può ciltare quella del conte di Haugwitz (1702-1765), ministro di Prussia al congresso di Verona, che era stato incaricato della direzione delle Logge di Prussia, Polonia e Russia, e la testimonianza del Cadinale Jacques-Marie-Adrien-Césaire Mathieu (1796-1875), Arcivescovo di Besanson (vedi la lettera a Léon Pages). Vi si legge: «C'è stata a Francoforte nel 1785 un'assemblea di massoni in cui sono stati convocati due uomini considerevoli di Besançon, de Reymond, ispettore delle poste, e Marc de Bouligney, presidente del Parlamento. In questa riunione furono decise le morti del re di Svezia e di Luigi XVI. De Reymond, che visse fino al 1838, lo confessò a Bourgon, presidente della Camera alla Corte e a Weiss, bibliotecario della città e membro dellIstituto». Mons. Bessons, allora Vicario generale del Cardinale Mathieu e poi Vescovo di Nimes, ha confermato e completato questi fatti. Infine, nei primi giorni del marzo 1898, Padre Abel, un gesuita molto rinomato in Austria, in una delle sue conferenze per uomini svoltasi a Vienna in occasione della Quaresima ha detto: «Nel 1784 (o forse nel 1785), c'è stata a Francoforte una riunione straordinaria della Gran Loggia Eclettica. Uno dei membri ha messo ai voti la condanna a morte di Luigi XVI e di Gustavo III. Quell'uomo si chiamava Abel. Era mio nonno». Alla conferenza seguente, Padre Abel precisò: «Mio padre (inizialmente un massone) mi ha raccomandato morendo, come sua ultima volontà, di applicarmi a riparare il male che lui e i nostri antenati avevano fatto». Tutto ciò sarebbe stato senza dubbio evitato e la monarchia francese avrebbe trionfato sui suoi nemici se Luigi XIV (o uno dei suoi successori) avesse consacrato il suo regno al Sacro Cuore di Gesù, come aveva domandato Nostro Signore a Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) a Paray-le-Monial nel 1689, cioè cento anni prima della data che si considera come l'inizio della Rivoluzione Francese 16. Le conseguenze della Rivoluzione Francese furono considerevoli in Francia e in Europa. Dio, che da tredici secoli è stato il primo ad essere servito in un regno in cui il monarca era considerato come il suo luogotenente, è stato rimpiazzato dalla creatura deificata. Lo sconvolgimento totale fu riassunto dal Papa Benedetto XV (1854-1922) in alcune righe 17: «Sotto l'effetto della folle filosofia nata dall'eresia degli innovatori e dal loro tradimento, le menti della massa sragionarono e scoppiò la rivoluzione; la sua estensione fu tale che essa intaccò le basi cristiane della società non solo in Francia ma, poco a poco, in tutte le nazioni. Dopo aver rigettato ufficialmente l'autorità della Chiesa, rinunciando a tenere la religione come guardiana e protettrice del diritto, del dovere e dell'ordine nella città, si è espresso il parere che il potere prendeva la sua origine nel popolo e non in Dio; che poiché gli uomini erano per natura tutti uguali tra di loro, avevano gli stessi diritti; che era lasciata ad ognuno la libertà di agire come voleva a condizione che la legge non lo proibisse; che nulla che il popolo non avesse ordinato aveva forza di legge, ma soprattutto che la libertà di pensiero in materia religiosa o di diffusione di tutto ciò che ognuno voleva non era limitata purché non recasse torto a nessuno. Ecco, da quel momento, su cosa si poggia la politica per ogni principio».
l La caduta della monarchia austriaca
La caduta dell'impero austroungarico si è compiuta con il Trattato di Versailles. La casata degli Asburgo aveva giocato in Europa Centrale e in Italia il ruolo della casa dei Borboni e bisognava che essa sparisse. I trattati di Versailles, Trianon e Saint-Germain hanno determinato la rovina della potestà cattolica che sussisteva in Occidente, mentre nell'Est, con i sussidi degli ebrei americani (specialmente la banca Schiff e la banca Warburg), lo zar era stato rovesciato dai soviet 18. Le decisioni del Trattato di Versailles erano quelle prese dall'assemblea massonica che si era riunita a Parigi il 28, 29 e 30 giugno 1917. Tutte le Logge alleate e neutrali vi erano rappresentate. L'impero austriaco era stato smembrato e ridotto in una moltitudine di stati massonici 19 che Adolf Hitler (1889-1945) doveva annettere con grande facilità venti anni più tardi (in attesa di essere conquistati dai soviet). La volontà di eliminare la casata degli Asburgo e di smembrare l'impero austroungarico spicca chiaramente dal rifiuto degli alleati di firmare una pace separata con l'Austria come era stato proposto dall'imperatore Carlo I (1887-1922), successore dell'imperatore Francesco Giuseppe (1830-1916). Quest'ultimo era morto il 21 novembre 1916 e l'imperatore Carlo I (che aveva sposato una principessa di Francia, Zita di Borbone Parma), sovrano che non aveva alcuna responsabilità nell'inizio della conflagrazione mondiale, si era affrettato a fare delle proposte di pace che furono appoggiate da Benedetto XV nell'agosto 1917. La Massoneria le fece fallire. Il Presidente del Consiglio francese, il protestante Ribot, trasmise le istruzioni massoniche a Lord Robert Cecil a Londra, il quale le riferì a Lord Bertie (1844-1919): «Il signor Ribot mi prega di farvi conoscere i suoi timori e di dirvi che egli non si lascerà condurre nella via in cui il Vaticano sembra volerlo portare. Egli spera che il Governo britannico condividerà la sua opinione e darà al signor de Salis istruzioni allo scopo di scoraggiare ogni tentativo del Cardinale Segretario di Stato tendente ad un intervento ufficioso tra belligeranti» 20. Senza questa volontà di distruggere l'impero austroungarico la guerra sarebbe finita molto prima e centinaia di migliaia di vite umane sarebbero state risparmiate. Il trattato di Versailles conteneva in sé i germi di un nuovo conflitto. All'epoca, le menti più lucide si erano indignate di fronte a questo Trattato 21. Il Maresciallo Ferdinand Foch (1851-1929), che era sempre stato tenuto lontano dai negoziati, scrisse a Georges Clemenceau (1841-1929) il 6 maggio 1919: «Signor Presidente, mi domando se vi accompagnerò domani a Versailles. Mi trovo davanti al caso di coscienza più grave che io abbia mai conosciuto nella mia esistenza. Io ripudio questo Trattato e non voglio, sedendomi al vostro fianco, condividerne le responsabilità. Ci sarà forse un'Alta Corte per giudicarci, perché la Francia non capirà mai che dalla vittoria noi abbiamo tratto un fallimento. Quel giorno io voglio presentarmi con la coscienza tranquilla e con le carte in regola» 22. Tra gli uomini che hanno giocato un ruolo fondamentale in questi avvenimenti bisogna citare il massone Thomas Woodrow Wilson (1856-1924), Presidente degli Stati Uniti, che impose il Trattato di Versailles, e Clemenceau, Presidente del Consiglio della repubblica francese, che lo firmò. Esiste un «mito Clemenceau« come esiste un mito gaullista. Nessuno ignora che «la Tigre», «il Padre la Vittoria» era un rivoluzionario ateo 23. A lui si devono delle formule caustiche che permettono di delineare l'uomo: «La Rivoluzione è un blocco da cui non si può togliere niente [...]. Essa esiste ancora perché ci sono sempre gli stessi uomini che si trovano di fronte agli stessi nemici. Sì, voi siete rimasti gli stessi e noi non siamo cambiati. Ecco perché la lotta durerà finché una delle due parti sarà vittoriosa» 24. Egli diceva ancora: «Fin dalla Rivoluzione (Francese) siamo in rivolta contro l'autorità divina e umana. Nulla sarà possibile in questo Paese finché non verrà cambiato lo stato mentale introdotto dall'autorità cattolica» 25. La «Tigre» aveva in odio la casa degli Asburgo. Egli scrisse il 6 settembre 1867, dopo l'esecuzione di Massimiliano d'Austria (1832-1867), imperatore del Messico e fratello di Francesco Giuseppe, «a proposito di questi imperatori, re, arciduchi e prìncipi»: «Io li odio di un odio senza quartieri, come li si detestava un tempo nel 1793, quando si chiamava quell'imbecille di Luigi XVI il "tiranno esecrabile". Tra noi e quella gente c'è una guerra a morte [...]. Non ho pietà per loro [...]. Io sono un tipo feroce. Ciò che è peggio è che sono intrattabile» 26. Nel dicembre 1886, Clemenceau aveva conosciuto l'arciduca Rodolfo d'Asburgo (1858-1889) tramite la figlia di Maurice Szeps, redattore capo del Nuovo Quotidiano di Vienna (e più tardi fondatore del Giornale di Vienna). La figlia di Szeps aveva sposato Paul Clemenceau, fratello di Georges. L'arciduca ereditario Rodolfo era ostile alla Germania e desiderava ardentemente un'alleanza dell'Austria con la Francia e l'Inghilterra. Si è pensato per lungo tempo che la Germania l'avesse fatto assassinare a Mayerling il 30 gennaio 1889 (assassinio camuffato in suicidio). Rodolfo era un liberale che scriveva articoli per il giornale di Szeps. Un giorno gli inviò una lettera molto strana datata 1882 27: «Vi auguro e ci auguriamo tutti di combattere per lunghi anni con forza infaticabile in prima fila fra coloro che lottano per la verità, la luce, la civiltà, l'umanità e il progresso. Io e voi siamo uniti nelle idee e tendiamo allo stesso fine. Se i tempi attuali sono brutti, se lo spirito reazionario, il fanatismo, la degradazione dei costumi, il ritorno ai vecchi tempi sembrano oggi dominare, nondimeno confidiamo in un avvenire migliore, nella vittoria dei principî che serviamo, poiché il progresso è una legge ineluttabile della natura [...]. La Francia è per noi la fonte primitiva di tutte le idee e di tutte le istituzioni liberali del continente; noi le dobbiamo moltissimo. Essa ha dato la prova eclatante di ciò che le repubbliche possono fare di grande in Europa nel 1882». Si tratta di un linguaggio massonico. Maurice Szeps era un ebreo liberale. è probabile (ma bisognerebbe cercarne le prove) che egli fosse anche massone. L'arciduca ereditario Rodolfo ha cambiato opinione tra il 1882, data in cui scriveva questa lettera, e il 1889, data della sua morte? Oppure non volle portare a compimento ciò che aveva iniziato? Sapeva di essere condannato? Come interpretare le lettere scritte al sua moglie nelle quali parlava della sua prossima morte e non del suo suicidio? «Vado tranquillamente alla morte, la sola che può salvaguardare il mio nome». «Bisogna che muoia», scriveva al diplomatico Szogynény 28. Qui si entra nel campo delle ipotesi. Tuttavia, stando alle dichiarazioni dell'imperatrice Zita di Borbone-Parma (1892-1989), riportata da Jean Des Cars 29, non sarebbe la Germania la responsabile dell'uccisione dell'arciduca Rodolfo, ma la Francia nella persona di Georges Clemenceau. Quest'ultimo e uno dei suoi agenti, Cornelius Herz (1848-1898), finanziatore del giornale La Giustizia, avrebbero tentato di convertire l'arciduca Rodolfo alle loro idee. Clemenceau cercava di farsi alleata l'Austro-Ungheria nella guerra di rivincita contro la Prussia. Secondo questo piano, Cornelius Herz avrebbe tentato di convincere Rodolfo a salire sul trono al posto di suo padre... Avendo rifiutato di destituire suo padre ed essendo divenuto «l'uomo che ne sapeva troppo, Rodolfo sarebbe stato ucciso dopo aver opposto una resistenza disperata agli agenti di Cornelius Herz e di Clemenceau» 30. Infine, bisogna notare che solo le monarchie protestanti e massoniche (ad eccezione del piccolo regno del Belgio) sono state risparmiate in Europa fino ad oggi. E ciò si comprende perfettamente: si può essere protestanti in molti modi! Il protestantesimo non ostacola la Rivoluzione, perché conduce logicamente all'indifferentismo religioso.
L'ASSALTO CONTRO LA CHIESA CATTOLICA,
La lotta ingaggiata dal «mistero d’iniquità» contro le monarchie
cristiane, spade temporali della cristianità, doveva naturalmente
essere seguita da una lotta senza quartiere contro la Chiesa
cattolica, Corpo Mistico di Cristo. Si deve però sottolineare una
differenza capitale. Solo la Santa Chiesa ha ricevuto da Nostro
Signore promesse di eternità, e queste promesse non hanno
ripensamento. La Chiesa potrà essere attaccata, ferita o
martirizzata nelle sue membra, ma non perirà mai
31. L'offensiva
della Contro-chiesa è stata condotta su due piani diversi al fine
di realizzare l'apostasia generale delle nazioni che, stando alle
profezie di San Paolo, è la condizione necessaria al Governo Mondiale
e al regno dell'Anticristo. L'attacco si è sviluppato sul terreno
esterno, ma anche nel seno stesso della Chiesa. l Sul terreno esterno
Su questo piano pare ci sia stato un certo periodo di calma dopo gli sconvolgimenti sanguinosi della Rivoluzione Francese e le guerre napoleoniche che hanno permesso di diffondere le idee rivoluzionarie attraverso tutta l'Europa. Questo periodo è durato fino all'anno 1864. Ora, la prima Internazionale, il primo movimento organizzato il cui scopo era di instaurare il comunismo nel mondo, fu fondata da Karl Marx (1818-1883) a Londra il 28 settembre 1864. Il 15 agosto 1801, Napoleone I (1769-1821), che era un realista ambizioso 32, firmò un Concordato che riconosceva che «la religione cattolica, apostolica e romana è la religione della maggioranza dei francesi». Questo Concordato ha regolato i rapporti tra la Chiesa e lo Stato per poco più di un secolo (fu rotto nel 1905) e ha permesso ai bambini francesi di essere istruiti in tutte le scuole sulle verità della fede. Il Concordato assicurò alla Francia cent'anni di relativa stabilità. In quel periodo il franco non si svalutò di un centesimo. E anche vero però che fino al 1905 era impresso sui luigi d'oro: «Dio protegga la Francia» 33. Ma i nemici di Dio attendevano la loro ora. Il giornalista cattolico Jacques Crétineau-Joly (1803-1875) ha scritto: «Leggiamo in un documento emanato dalla sètta in data 20 ottobre 1821: "Nella lotta ingaggiata tra il dispotismo sacerdotale o monarchico e i principî di libertà ci sono delle conseguenze che occorre subire, dei principî che prima di tutto bisogna far trionfare. Un fallimento negli avvenimenti era già stato previsto; non dobbiamo rattristarcene oltre misura, perché se questo insuccesso non scoraggia nessuno, in un dato tempo faciliterà i mezzi per attaccare il fanatismo 34 con più frutto [...]. Non possiamo più andare contro il nemico con l'audacia dei nostri padri nel 1793 [...], ma con il tempo ci sarà permesso forse di raggiungere l'obiettivo che essi hanno mancato [...]. è di insuccesso in insuccesso che si arriva alla vittoria"» 35. Non si possono moltiplicare le citazioni in una sintesi, anche se i documenti abbondano. Nondimeno, la difficoltà consiste nel fare una scelta tra i testi. Non ci stupisce che la Restaurazione e il secondo impero non siano andate a genio ai prìncipi cristiani dell'ancien régime se si esamina l'entourage di questi monarchi. Joseph Fouché (1759-1820), oratoriano apostata, regicida, divenuto duca d'Otranto sotto il primo impero, fu ministro della polizia agli inizi del regno di Luigi XVIII (1755-1824). Talleyrand (1754-1838), ex Vescovo d'Autun, spretato, che era appartenuto alla sètta degli Illuminati, dopo aver «mangiato in due greppie» negoziò il ritorno dei Borboni. Luigi XVIII lo nominò ministro degli esteri il 13 maggio 1814, e dopo Waterloo presidente del Consiglio. Il duca élie Decazes (1788-1860), di cui Louis Blanc (1811-1882) ha detto che era un «Fouché ridotto», era Commendatore del Supremo Consiglio del 33° Grado del Rito Scozzese Antico e Accettato. Non ci si può meravigliare in queste condizioni che Adolphe Thiers (1797-1877) abbia affermato nel 1873 in un discorso pronunciato davanti al corpo legislativo: «La Costituzione del 1814 è uscita dalle viscere stesse della Rivoluzione». Con Luigi Filippo (1773-1850), «il migliore degli uomini malvagi» (Crétineau-Joly), che si vantava di essere l'ultimo voltairiano del suo secolo, fu ancora peggio. Questo re dei francesi liberale era circondato da massoni: Decazes, La Fayette, Jacques Charles Dupont de l'Eure (1767-1855), Talleyrand, Teste, ecc... Uno dei primi atti di governo fu di mettere il giudaismo sullo stesso piano delle confessioni cristiane. Contrariamente all'articolo VII della Carta del 1830, i rabbini dell'anno seguente furono iscritti nel bilancio 36. Dopo la caduta di Luigi Filippo, la Rivoluzione non poté mantenersi sotto la forma repubblicana e fece di nuovo ricorso all'impero nella persona di un carbonaro 37. Ciò spiega in parte la guerra che Napoleone III (1818-1873) mosse all'Austria per promuovere l'unità d'Italia (1859). La mancata uccisione da parte di Felice Orsini (14 gennaio 1858) costituì senza dubbio un richiamo all'ordine. Il miglior giudizio su questo periodo è stato dato dal Cardinal Pie nella celebre risposta che egli diede a Napoleone III: «Né la Restaurazione né voi, sire, avete fatto per Dio ciò che occorreva fare, perché né l'uno né l'altro avete rinnegato i principî della Rivoluzione di cui però combattete le conseguenze pratiche, perché il Vangelo sociale a cui si ispira lo Stato è ancora la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, la quale non è altro, sire, che la negazione formale dei Diritti di Dio» 38. Poi, nella stessa occasione, a proposito del diritto pubblico che, pur riconoscendo che la religione cattolica era quella della maggioranza de francesi, affermava anche che gli altri culti devono aver diritto ad una simile protezione, il Cardinale precisava: «Non è è come dire che la Costituzione protegge ugualmente la verità e l'errore? 39. Ebbene, sire, sapete ciò che Gesù Cristo risponde ai governi che si rendono colpevoli di una tale contraddizione? Gesù Cristo, Re del Cielo e della Terra, risponde loro: “Anche io, governi che vi succedete rovesciandovi gli uni gli altri, anch'io vi accordo la stessa protezione. Ho accordato questa protezione all'imperatore zio, ho accordato la stessa protezione ai Borboni, la stessa protezione a Luigi Filippo, la stessa protezione alla Repubblica; e anche a voi la stessa protezione sarà accordata"» 40. Fu durante questo periodo che nacque una classe di uomini miserabili che fu chiamata «proletariato». Queste povere genti, sradicate dalle campagne, che avevano creduto di trovare in città nelle fabbriche di recente costruzione una situazione migliore, sono diventate vittime delle leggi della concorrenza di un capitalismo selvaggio. La Legge Le Chapelier (giugno 1791) 41, che aveva abolito le corporazioni dell'ancien régime e aveva vietato agli operai di riunirsi in sindacati o in altri raggruppamenti professionali 42. Essi costituirono ben presto una preda per i dirigenti socialisti e comunisti. Il demonio trae sempre la sua forza dall'ingiustizia umana. La Chiesa, che non era direttamente interessata a questo problema (spettava al potere temporale di regolarlo), prese coscienza troppo tardi della sua gravità (l'Enciclica di Leone XIII Rerum Novarum, data solamente il 15 maggio 1891). Ma arriviamo nei dintorni dell'anno 1864. L'umanità ha conosciuto da allora una serie di guerre che erano una prefigurazione dei grandi conflitti che l'avrebbero rattristata nel secolo successivo: la guerra austro-prussiana (1866) e la guerra franco-prussiana, che consacrò l'egemonia tedesca (1870). Negli Stati Uniti la guerra di Secessione, che terminò solamente nel 1865. Le guerre di conquista e di egemonia fondate su rivalità di interessi non sono mai guerre giuste e costituiscono dei castighi per i popoli. Esse favoriscono il più delle volte l'espansione della Rivoluzione. Il Cardinale Henry Edward Manning (1808-1892) ha scritto il 1º ottobre 1877 43: «Non sono né gli imperatori, né i re, né i prìncipi che dirigono il corso degli avvenimenti. C'è qualcosa al di sopra di essi e dietro di essi, e quel qualcosa, più potente di tutti loro, si farà sentire quando l'ora sarà arrivata, il giorno in cui tutti gli eserciti d'Europa saranno impegnati in un immenso conflitto; in quel giorno, la Rivoluzione, che fino ad oggi ha lavorato segretamente sotto terra, troverà l'ora favorevole per mostrarsi alla luce del sole». Effettivamente, fu nel 1917, nel cuore della Prima Guerra Mondiale, che il satanico Lenin (1870-1924) prese il potere in Russia e creò uno Stato comunista che ha minacciato il mondo per interi decenni. Lo scatenamento delle forze sataniche ha riguardato tutte le parti del mondo. Fu nel corso degli stessi anni (1864-1917) che l'intellighenzia russa, con il fiorire del populismo e lo sbocciare del nichilismo, passò all'azione. Numerosi attentati terroristici ebbero luogo contro lo Zar e contro i suoi ministri. Il 13 marzo 1881, lo Zar Alessandro II fu assassinato nel momento in cui stava dando il suo assenso al progetto di instaurazione di un regime rappresentativo. Ma ritorniamo alla Francia, figlia primogenita della Chiesa, che è una luce per il mondo quando è fedele alla sua missione cattolica, e duramente castigata quando le è infedele (San Remigio). Dopo il disastro del 1870, dopo la Comune 44, si è compreso male per quale ragione una camera monarchica non avesse potuto restaurare la monarchia nella persona del conte di Chambord (1820-1883). Questo principe aveva ricevuto una buona formazione e Papa Pio IX (1792-1878) diceva di lui: «Tutto ciò che egli dice è ben detto; tutto ciò che egli fà è ben fatto». Il conte di Chambord proclamò dinanzi al suo entourage: «Perché la Francia sia salva bisogna che Dio ne rientri in possesso, perché io vi possa regnare da re»! 45. «Si dice che l'indipendenza del Papato mi è cara e che io sia risoluto ad ottenergli garanzie efficaci. Si dice il vero. La libertà della Chiesa è la prima condizione della pace dello spirito e dell'ordine nel mondo» 46. E altrove: «La Verità ci salverà, ma la Verità integra. Sì, l'avvenire è degli uomini di fede, ma a condizione di essere nello stesso tempo uomini di coraggio, non temendo di dire in faccia alla rivoluzione trionfante ciò che essa è nella sua essenza, e alla contro-rivoluzione ciò che deve essere nella sua opera di riparazione e di acquietamento» 47. Il pensiero di questo principe era in completa opposizione a quello del potere occulto. La Massoneria avrebbe acconsentito, senza dubbio a malincuore, ad una restaurazione monarchica se questa monarchia non fosse stata cattolica, ma non poteva accettare un regime fondato sul «servire Dio innanzitutto» e che avrebbe facilitato la missione della Chiesa. I monarchici dell'Assemblea non volevano (almeno la maggior parte) ritornare a quei vecchi principî, e i repubblicani (in minoranza) vi erano ovviamente del tutto opposti. Essi trovarono un alleato nella persona del principe Otto von Bismarck (1815-1898), cancelliere di Guglielmo II (1859-1941), che aveva appena trionfato sulla Francia. Bismarck era in Germania uno dei dirigenti della sètta massonica. Egli ebbe degli incontri segreti con Gambetta (1838-1882) che pure apparteneva alla Massoneria. Bismarck, che era grande nemico della Francia, fece pressione per mantenere la repubblica in questo Paese. Egli inviò le seguenti istruzioni all'ambasciatore tedesco a Parigi, il Conte d'Arnim 48: «Dobbiamo infine desiderare il mantenimento della repubblica in Francia per un'ultima ragione che è la più importante: la Francia monarchica era e sarà sempre cattolica; la sua politica le conferisce una grande influenza in Europa, in Oriente e persino nell'Estremo Oriente. Un mezzo per ostacolare la sua influenza a profitto della nostra è di diminuire il cattolicesimo e il Papato che ne è a capo. Se riusciremo a raggiungere questo obiettivo la Francia sarà per sempre annientata. La monarchia ci ostacolerebbe in questo tentativo, mentre la repubblica ci aiuterà. Ho intrapreso contro la Chiesa cattolica una guerra che sarà lunga e forse terribile [...], mi si accuserà di persecuzione e forse vi sarò costretto, ma è necessario per dare il colpo di grazia alla Francia e stabilire la nostra supremazia religiosa e diplomatica così come la nostra supremazia militare». Una volta isolato, il conte de Chambord 49, la democrazia laica ebbe il campo libero per proseguire «la Grande Opera» intrapresa nel 1789. In questa vasta società anonima trasportata sul terreno politico che costituisce la Repubblica democratica fondata sul suffragio universale, non sono gli uomini piazzati in prima linea che detengono il vero potere. I veri detentori del potere, coloro che tirano le fila, vivono nell'ombra, nel retroscena. Si capisce perché si tratta di un sistema ideale per il potere occulto, specialmente per la sètta che ha uomini in tutti i partiti, a sinistra come a destra. Nel 1902, Leone XIII, parlando dei repubblicani, affermò: «Poiché sono inconvertibili non si può far altro che abbatterli». E il 21 aprile 1903 aggiungeva: «O la Francia ritorna alle tradizioni di San Luigi o perirà nella vergogna e nella rovina». San Pio X (1835-1914), che era di modeste origini contadine, aveva immediatamente capito con il suo sguardo d'aquila ciò che era la Repubblica laica. Nel 1909, egli disse al vecchio ministro francese Emile Flourens (1841-1920): «Credetemi, conosco i vostri francesi; essi sono cattolici e monarchici di natura e lo ridiventeranno presto o tardi» 50. Al tempo della sua ordinazione egli dichiarava a Dom de Saint Avit: «Non concepisco come un cattolico francese possa essere repubblicano» 51. Ciò che nessuno può negare, ciò che è indubitabile è che la terza Repubblica è stata una «ranocchiaia massonica», nemica accanita della Chiesa. Come ha notato Alexandre Zevaés (1873-1953) 52: «Salvo qualche rara eccezione, la maggior parte degli uomini di Stato, dei militanti, e dei giornalisti della terza Repubblica appartenevano alla Massoneria: Gambetta, Jules Feny, Etienne Arago, Floquet, Rochefort, Clemenceau, Méline, Sarrien, Henri Buisson, Altred Naquet, Jules Claretie, Antonin Dubost, Fallièrs, Paul Bert, Eugène Pelletan, Camille Pelletan, Tony Révillon, Constans, Etienne, Félix Faure, Léon Bourgeous, Millerand, Gaston Doumergue, Paul Doumer, Henri Bérenger, Camille Chautemps, e tra i socialisti Jules Vallès, Eugène Pottier (l'autore dell’Internazionale), Lissangaray, Marcel Sembat, René Viviani, Arthur Groussier, Chauvière, ecc... Si comprende che Mons. Gouthe-Soulard, Arcivescovo di Aix-en-Provence, abbia potuto esclamare: “Non siamo in una Repubblica, ma in una Massoneria”». Tutta questa cricca non tardò a passare all’azione. Nel 1867, fu fondata da Jean Macé (1815-1894) la Ligue Française de l'enseignement («la Lega francese dell'insegnamento») che doveva giocare un ruolo fondamentale nella scristianizzazione dei bambini in Francia. Poi ci fu la lunga serie delle leggi scellerate il cui obiettivo era di cacciare Gesù Cristo dalla vita sociale dei Francesi.
- 1879: Esclusione del clero dalle commissioni amministrative degli ospedali e dai comitati di beneficenza; - 1880: Soppressione dei cappellani militari. Soppressione dell'insegnamento religioso negli esami; - 1881: Soppressione dell'insegnamento religioso nelle scuole materne; - 1882: Crocifissi tolti dalle scuole. Soppressione di cappellani nei licei. Vietato l'insegnamento religioso nelle scuole primarie; - 1883: Proibizione alle truppe di apparire in divisa alle cerimonie religiose; - 1884: Soppressione delle preghiere all'apertura del Parlamento. Soppressione dei cappellani negli ospedali e dell'immunità del clero dal servizio militare; - 1886: Esclusione dei Congregazionisti dall'insegnamento pubblico. Organizzazione della scuola laica; - Dal 1901 al 1904: Scioglimento e spoliazione degli ordini religiosi. Soppressione del crocifisso nei tribunali. Sospeso ai Congregazionisti il diritto di insegnare; - 9 dicembre 1905: Separazione della Chiesa dallo Stato; - 1907: Soppressione dei cappellani della marina e della formula «Dio protegga la Francia» scritto fino ad allora sulle monete.
La Federazione Nazionale Cattolica ha pubblicato prima della guerra
il quadro dei voti antireligiosi espressi dalle persone ammesse ogni
anno e quelli da loro adempiuti per via legislativa. I voti e la
creazione delle Logge massoniche in Parlamento corrispondevano in
maniera così perfetta che Fr.\
G. Martin ha potuto a giusto
titolo qualificare la Massoneria come il «Comitato
consultativo della Repubblica». Ho ricordato questi avvenimenti che
i miei genitori hanno vissuto prima della guerra del 1914 perché per
i nostri figli sono già avvenimenti lontani. Bisognerebbe
ricordare loro anche gli «inventari» ai quali l’autorità laica
procedeva facendosi accompagnare dalle forze di polizia o peggio
ancora dalle forze militari 53, e i gruppi di
fedeli radunati alle
porte delle chiese per opporvisi. Bisogna dire loro che in
quell'epoca di lotta religiosa gli ufficiali attaccati alla loro
religione erano «schedati» come si schedano oggi i criminali per
reati comuni 54. Ho sorvolato volontariamente sulle dichiarazioni
blasfeme di questi miserabili perché ricordarle sarebbe come dar
loro onore. Il loro odio per Dio e per la santa Chiesa equivale alla
loro mediocrità. è molto meglio rileggere le
Encicliche di Papa San Pio X sui problemi della Francia, entrambe
pubblicate nel 1906: l’'Enciclica Vehementer, dell'11 febbraio 1906, e
l'Enciclica Gravissimo Officii, del 10 agosto 1906. Nella
prima, il
Papa, dopo aver ricordato la lista delle scellerate leggi di cui
abbiamo appena parlato, dichiarava che stava per valutare la legge
di separazione stessa. «Che occorra separare lo Stato dalla
Chiesa -
diceva - è una tesi assolutamente falsa, un errore
molto pernicioso [...]. Questa tesi è la negazione chiarissima dell'ordine
soprannaturale. Essa limita l'azione dello Stato a perseguire
solamente la prosperità pubblica durante questa vita, che non è che
la ragione prossima delle società politiche, e non si occupa in
nessun modo [...] della loro ragione ultima che è la beatitudine eterna
offerta all'uomo quando questa vita così breve avrà fine [...]. Questa tesi sconvolge anche l'ordine stabilito nel mondo da Dio,
ordine che esige una concordia armoniosa tra le due società».
Non ci si fà beffe di Dio impunemente. La Francia è stata duramente
castigata nove anni più tardi. Un milione settecentomila giovani
francesi morirono sui campi di battaglia tra il 1914 e il 1918: sono
state le vittime dell'apostasia nazionale, come lo erano stati prima
di loro i figli dei rivoluzionari del 1789 che l'imperatore nato
dalla rivoluzione trascinò e fece perire in tutta l'Europa per
soddisfare le sue ambizioni personali. La lezione però non è stata
sufficiente, poiché vent'anni dopo la Prima Guerra Mondiale è
scoppiata la seconda. La Francia apostata è stata nuovamente
castigata e molto duramente, poiché è stata interamente occupata e
in seguito ha perso il suo impero coloniale. Ma è nel 1917 che sorge
per la Francia come per le altre nazioni un pericolo ancora più
grave: quello della Rivoluzione comunista. Questo pericolo è stato così grande che la
stessa Madre di Dio è venuta a metterci in guardia a Fatima l'anno
in cui il satanico Lenin ha preso il potere in Russia. Nessun uomo
politico, nessun diplomatico poteva prevedere ciò che la SS. ma
Vergine ha annunciato: se l'umanità non avesse fatto penitenza, la Russia
avrebbe sparso i suoi errori nel mondo provocando guerre e
rivoluzioni. Ella fissò la data in cui sarebbe iniziato il
cataclisma: «sotto il pontificato di Pio XI», Ella disse
55. Perché
non abbiamo ascoltato i Suoi avvertimenti? Quale cattivo genio ha
impedito alla Chiesa di utilizzare i rimedi enunciati dalla Vergine
Maria per fermare e respingere la marea delle forze del male? Perché
ha atteso tanto? Perché ha proceduto alla consacrazione della Russia
al Cuore Immacolato di Maria
maniera incompleta? 56. l L'attacco in seno alla Chiesa stessa
Non ci dilungheremo su questo argomento che e stato trattato dai migliori autori. Si tratta della stessa corrente di pensiero che San Pio X ha denunciato con alcune parole: «Il soffio della Rivoluzione è passato di là». Insegnando che «la Rivoluzione fornisce al cattolicesimo una seconda nascita», il cattolico liberale Hugues-Félicité Robert de Lamennais (1782-1854) fece penetrare nella Chiesa questo virus che doveva corrompere le generazioni a venire, da Marc Sangnier (1873-1950) ai teologi del Vaticano II: Padre Yves Congar o.p. (1904-1995), Padre Jean Cardonnel (1921-2009), Hans Küng, Padre Karl Rahner s.j. (1904-1984), Padre Edward Schillebeeckx o.p. (1914-2009) e altri. Si tratta sempre della stessa corrente, della stessa eresia senza tregua rinata e instancabilmente condannata. Lamennais e L'Avenir sono stati condannati da Gregorio XVI (1765-1846) nel 1831, i cattolici liberali da Pio IX, l'americanismo da Leone XIII, il modernismo e il Sillon di Marc Sangnier da San Pio X, il modernismo giuridico e sociale da Pio XI. è sufficiente rileggere i testi di quelle condanne, anche solo l'enciclica Pascendi Dominici gregis (dell'8 settembre 1907), per comprendere quale è l'essenza di questa eresia e dove essa conduce. Sfortunatamente per la santa Chiesa, essa ha trionfato in parte al momento del Concilio Vaticano II. Le conseguenze detestabili che denuncia attualmente il Cardinale Joseph Ratzinger erano già in germe in quel Concilio. Il Cardinale Louis Billot (1846-1931) ha definito in alcune righe (a proposito del Sillon) l'origine del male: «Il cristianesimo del Sillon è sempre in funzione del suo democratismo, e questo democratismo cristiano è una deformazione dell'ideologia rivoluzionaria». Si tratta di una confusione tra il piano soprannaturale e il piano naturale, di una confusione tra la virtù della carità (virtù teologale che accompagna la grazia santificante) e la qualità umanitaria della beneficienza che esiste sul piano della natura in ogni uomo dotato di ragione. Se togliete a Gesù Cristo la sua dimensione soprannaturale, facendo astrazione dall'amore di Dio, potete facilmente (sul piano della vita naturale) trasformarlo in un liberatore rivoluzionario precursore di Fidel Castro e di Che Guevara. Tutta la teologia detta «della Liberazione» deriva da questa confusione, così come la religione sociale che il progressismo trionfante cerca di imporci. Si ritrova qui lo stesso peccato di Satana che «contro lo stendardo della grazia levò la bandiera della natura» 57. «Un Vangelo interpretato alla loro maniera [...]. Un Cristo deformato e diminuito», precisava San Pio X erigendosi contro questi accostamenti blasfemi. E dall'alto del pulpito di Notre-Dame a Parigi, il 13 luglio 1937, il Cardinal Pacelli, futuro Pio XII, mise in guardia il popolo cristiano, contro questa eresia: «Vigilate! [...]. Non è solamente ai non curanti che questo appello è indirizzato. Esso è rivolto anche agli spiriti ardenti, ai cuori generosi e sinceri, il cui zelo però non si istruisce alla luce della prudenza e della saggezza cristiana. Nell'impetuosa foga delle loro preoccupazioni sociali essi rischiano di non conoscere le frontiere al di là delle quali la verità cede all'errore, lo zelo diviene fanatismo e la riforma opportuna sfocia nella rivoluzione [...]. Guai a chi pretenderà di far venire a patti la giustizia e l'iniquità, di conciliare le tenebre con la luce»! Giustamente San Pio X ha definito il modernismo «il collettore di tutte le eresie». Come egli ha detto nella Pascendi Dominici gregis, il modernismo non differisce dal libero pensiero assoluto che per la pretesa di rimanere cattolico. Esso ha realmente negato tutto salvo un piccolo sentimento difficile da comprendere, l'aspirazione verso l'ideale che continua a chiamare religione. Tutto ciò che abbiamo constatato in quello che viene definito il «postconcilio»: la distruzione della liturgia, le falsificazioni del catechismo e la variazione sostanziale dei dogmi; tutto ciò era già in germe nel modernismo denunciato dalla Pascendi. Sono le opere «dei peggiori nemici della Chiesa», dichiarava questo santo Papa. «Non è dall'esterno, ma dall'interno che essi tramano la sua rovina; il pericolo (e lo si è visto dopo) è oggi quasi nelle viscere e nelle vene della Chiesa: le loro mosse sono tanto più sicure quanto meglio sanno dove colpirla». Ma non allontaniamoci dal nostro soggetto. Questo tentativo di corruzione interna della Chiesa cattolica che causerà l'apostasia delle nazioni prima del regno dell'Anticristo, è stata voluta e preparata da molto tempo dalla sètta massonica. Nell'ottica dei nemici di Dio, la Chiesa cesserà di rappresentare un pericolo quando avrà rinunciato alla sua missione di insegnare le verità rivelate, quando avrà rinnegato i suoi dogmi, quando non pretenderà più di essere la sola «maestra di verità». Essa potrà allora fondersi in un insieme di religioni umanitarie che renderanno culto all'uomo deificato prima di renderlo all'Anticristo stesso. Per ben comprendere ciò occorre rileggere i testi degli indemoniati del XIX secolo e dei primi del XX, come Alexandre Saint-Yves d'Alveydre (1842-1909), l’ex frate Paul Roca (1830-1893), Stanislas de Guaita (1861-1897), Papus (alias Gérard Encausse; 1865-1916), Oswald Wirth (1860-1943), Joséphin Péladan (1858-1918) e altri. Queste persone avevano certamente dei lumi che si ottengono nel corso delle alte iniziazioni. L'ex frate Roca annunciava l'anarchia liturgica in nome di un ritorno al cristianesimo. Egli precisava: «Credo che il culto divino così come lo regolano la liturgia, il cerimoniale, il rituale e i precetti della Chiesa romana subiranno prossimamente in un Concilio ecumenico una trasformazione che, rendendogli la venerabile semplicità dell'età apostolica, lo metterà in armonia con lo stato della coscienza e della civiltà moderna» 58. Egli diceva ancora: «Si prepara un'immolazione che espierà solennemente [...]. Il Papato soccomberà. Esso morirà sotto i sacri coltelli che forgeranno i Padri dell'ultimo Concilio. Il Cesare papale è l'ostia incoronata per il sacrificio» 59. «Ciò che vuole costruire la cristianità [...] è un culto universale in cui tutti i culti saranno inglobati» 60. Sempre Roca annunciava: «Ci sarà una nuova religione, ci sarà un nuovo dogma, un nuovo rituale e un nuovo sacerdozio il cui rapporto con la Chiesa che cade sarà esattamente quello che era stato il rapporto della Chiesa cattolica con la religione mosaica, sua defunta madre» 61. Roca indicava i nuovi sacerdoti con il nome di «progressisti» 62, preconizzava la soppressione dell'abito talare, così come il matrimonio dei preti 63. Egli annunciava anche i sindacati dei sacerdoti 64. Secondo Roca ne sarebbe risultata una cosa che avrebbe stupito il mondo e che lo avrebbe fatto inginocchiare davanti al suo Redentore. Questa cosa sarà la dimostrazione del perfetto accordo tra l'idealità della civiltà moderna e l'idealità di Cristo e del suo Vangelo. Sarebbe stata la consacrazione del nuovo ordine sociale e il battesimo solenne della civiltà moderna 65. L'ecumenismo mal compreso, che viene continuamente esaltato dai nostri progressisti, deve attirare in modo speciale la nostra attenzione poiché va nella stessa direzione del sincretismo religioso che costruisce il maggior disegno della Contro-chiesa. Occorrerà dunque in quest'ottica che la Chiesa cattolica faccia delle concessioni dottrinali importanti alle altre religioni se si vorrà giungere ad un'unione. Tra queste sarà necessario, senza dubbio, minimizzare il ruolo della Vergine Maria per potersi conciliare con i protestanti. Ma noi cattolici lo sappiamo: la Madre di Dio è potente come un esercito schierato in battaglia e sarà Lei a schiacciare la testa del Serpente.
Il mondialismo è una necessità logica nel piano del demonio. Io ci
credo, benché sia ancora lontano dall'essere realizzato. C'è però
un'accelerazione della Storia dovuta al progresso della scienza
(specialmente per le distanze che non contano più), che potrebbe
portarci al più presto di quanto non immaginiamo a questa mèta. Il
fatto che il mondialismo si delinei nelle grandi organizzazioni
internazionali e che gli uomini più potenti del mondo ne parlino
costituisce un fenomeno inquietante. Ma qui entriamo in un campo in
cui, bisogna riconoscerlo, le prove formali sono molto difficili da
ottenere. Uno storico può studiare dei documenti, consultare delle
memorie, esaminare delle corrispondenze che gli permetteranno di
cogliere il senso di alcuni avvenimenti e di analizzare i tratti del
carattere delle personalità che vi sono state implicate, ma provate
un po' a cercare di ottenere delle prove scritte sui disegni degli
alti iniziati delle sètte internazionali, protetti d'altra parte dal
segreto della loro sètta! è per queste ragioni che,
praticando una
professione giuridica che esige delle prove formali, sono stato già
da tempo scoraggiato da queste difficoltà. Attualmente penso che in
mancanza di prove occorra sapersi accontentare degli indizi. Quando
essi sono numerosi e concordanti esistono delle forti
probabilità di trovarsi nella via giusta. l Il mondialismo sovietico
Il mondialismo sovietico non era segreto. Questo sistema politico,
economico e sociale presentava tutte le caratteristiche anticristiche
tipiche di uno Stato rivoluzionario molto avanzato. Sulla volontà
dei soviet di estendere il loro dominio sul mondo intero le
testimonianze abbondano. Boris Georgiyevich Bazhanov
(1900-1983), ad esempio, che nel 1923
all'età di ventitre anni era diventato segretario del Politburo (che era il
vero governo dell'URSS) e assistente di Stalin (1878-1953), ha scritto e
ha dichiarato in alcune interviste dopo aver scelto la libertà
66:
«C'è stata una rottura assoluta tra la Russia zarista e la Russia
comunista. Alla fine del XX secolo l'ideologia dei dirigenti russi
era, come nella maggior parte dei Paesi occidentali, un'ideologia
nazionalista. Allora - egli precisò - l'impero russo non cercava
il dominio mondiale. Con il comunismo è cambiato tutto. Il
comunismo aspira alla rivoluzione mondiale. Non è il popolo
russo il conquistatore. Sarebbe un errore estremamente grave
pensarlo. Non è contro di lui, ma con lui e per liberarlo bisogna
lottare contro il comunismo» 67. Boris
Bazhanov riteneva che «gli
occidentali hanno una comprensione assai limitata della realtà
sovietica. All'inizio hanno pensato che si trattasse di un'esperienza
interessante che bisognava veder evolvere. In seguito, hanno negato o
cancellato gli aspetti negativi del sistema. Oggi, essi non hanno ancora
compreso l'essenziale [...]. Per i sovietici non vi è che un solo scopo che
conti: la rivoluzione mondiale. E per giungervi tutti i mezzi sono
buoni. Gli occidentali hanno dato all'URSS tutte le loro
infrastrutture tecnologiche e industriali; così facendo si sono
comportati in modo suicida». Dopo aver dimostrato che i soviet,
grazie all'Occidente, hanno ricavato uno straordinario beneficio
dalla Seconda Guerra Mondiale egli aggiungeva: «Oggi si vuol far
credere che questa guerra è stata una grande crociata delle
democrazie. è completamente
falso. Questa guerra idiota e criminale
ha permesso all'Unione Sovietica, che allora era minacciata, di
sopravvivere e di diventare una grande potenza. Certi politici cretini,
come Roosevelt e Churchill, hanno lasciato in balia dei gulag
sovietici centinaia di migliaia di uomini. Questi politici sono i più
grandi criminali della Storia, mentre oggi passano per degli eroi».
Boris Bazhanov osservava che «il comunismo si ferma con la forza e
la volontà, non capitolandogli». Egli affermava che «una delle
conseguenze della decadenza dell'Occidente è la natura
dei regimi politici che vi si trovano: i regimi democratici. La
democrazia, che oggi è diventata come una sorta di religione
inculcata dalla sinistra, è una forma malsana di governo che non
permette all'Occidente di difendersi. Basata sul suffragio
universale, essa conduce ad affidare il potere a dei demagoghi o a
dei ciarlatani incompetenti che si preoccupano solo di ingannare le
masse volubili [...]. Per conto mio, penso che è fare ingiuria
all'intelligenza umana supporla incapace di trovare un regime che
non sia né la democrazia né la dittatura». Boris Bazhanov
sosteneva che
«sono soprattutto i socialisti stranieri a commettere l'errore di credere che
il socialismo non sia al potere in Russia. Essi hanno torto. In
Russia c'è il vero socialismo. Ciò che succede in Russia, e che
alcuni socialisti contestano, è il risultato logico e inevitabile
dell'applicazione della dottrina marxista». Bisogna notare che
nell'Enciclica Quadragesimo anno (del 1931), Papa Pio XI, ponendosi su un altro piano,
arrivava alla stessa conclusione. Egli affermava: «Il socialismo che
ha per padre il liberalismo e per erede il bolscevismo [...].
Esso è
incompatibile con la fede cristiana». Abbiamo citato lunghi stralci
delle interviste di Boris Bazhanov perché ci pareva che fosse un
personaggio decisamente ben informato e molto lucido, ma si
potrebbero moltiplicare le testimonianze.
è sufficiente, d'altronde, se non si
è ciechi, considerare l'espansione incredibile del comunismo nel
mondo dalla fine dell'ultima guerra per essere convinti della sua
volontà era quella del dominio mondiale. L'Unione Sovietica non avrebbe certo creato un
apparato bellico così formidabile se non avesse avuto l'intenzione
di servirsene. Il comunismo è un'applicazione della dottrina
marxista (senza di esso la filosofia marxista sarebbe rimasta nelle
cartelle delle dottrine filosofiche elaborate dall'umanità, come l'epicurismo,
lo stoicismo, ecc...), e presenta tutte le caratteristiche di un
movimento anticristico. Si potrebbero scrivere interi capitoli
sull'argomento. Prima di tutto, il suo carattere antireligioso: i
comunisti odiano Dio. Il satanico Lenin, di cui si onorava sulla Piazza
Rossa la mummia come un idolo e che è il fondatore di questo sistema
demoniaco, scriveva: «Milioni di sconcezze, di impurità, di violenze,
di malattie, di contagi sono molto meno temibili della più sottile,
della più epurata, della più invisibile idea di Dio... Dio è nemico
personale della società comunista”. Un uomo geniale come Dostoïevski,
(morto prima della presa del potere di Stalin in Russia) aveva
capito qual era l’nessenza del socialismo. Egli scriveva ne “I
fratelli Karamazov”: “Il socialismo non è solamente la questione
operaia o quella del quarto stato, è prima di tutto il problema
dell’ateismo e della sua incarnazione contemporanea, è la questione
della Torre di Babele che si costruisce senza Dio non per
raggiungere dalla terra il cielo, ma per abbassare il cielo fino
alla terra”. In un importante articolo pubblicato nel “Corriere di
Roma” (n° 175), il Prof. Marcel de Corte spiegava come il marxismo
fosse “la contraffazione diabolica intrinsecamente perversa della
Redenzione dei poveri”. Paul Thorez, figlio di Maurice Thorez e di
Jeannette Vermeersch che era stato educato in Russia, con altri
bambini del serraglio comunista, ha dichiarato in una intervista a “Paris-Match”,
all’epoca dell’uscita del suo libro (4): “Lasciare il partito è come
uscire dalla religione, perché questo è una religione. Senza Dio, ma
con una sua liturgia: i meetings, le riunioni di cellula, i
rapporti... è come la messa. E’ una comunione nel senso religioso
del termine. L’URSS è ritualizzata al massimo. I congressi del
partito non sono congressi in cui si discute di politica o di
riforme. Niente di tutto questo, è un culto che si celebra. Si adora
la mummia di Lenin... Non riusciamo ancora a spiegarlo e ci si trova
davanti al P.C. come davanti al successo della setta Moon. Perché?
Perché in un paese democratico come la Francia ci sono ancora
milioni di persone affascinate dal Comunismo?”. Paul Thorez che non
ha certo ricevuto una formazione dottrinale cattolica, constata
questo fenomeno ma non arriva a spiegarlo. Tuttavia ciò è
spiegabile. La Contro-Chiesa comunista è una contraffazione della
scimmia di Dio e della santa Chiesa, perciò è comprensibile che
abbia le sue processioni, i suoi cantici, le sue pie immagini, che
sono i ritratti dei suoi fondatori (Marx e Lenin). E’ comprensibile
che abbia i suoi ritiri e i suoi raccoglimenti nel corso dei quali
il comunista riceve l’insegnamento della sua dottrina e medita, ed
anche le sue straordinarie sedute di autocritica durante le quali i
comunisti confessano i loro peccati. La chiesa ha un Papa bianco che
risiede a Roma, perché la Contro-Chiesa non dovrebbe avere un Papa
rosso che risiede al Kremlino? Ma l’aspetto più demoniaco del
comunismo intrinsecamente perverso (Pio XI) è soprattutto la sua
volontà di depersonalizzare la creatura umana sostituendole un
essere collettivo, uccidendo nell’uomo l’immagine di Dio. La
rivoluzione comunista è una volontà continua di modificare la natura
della creatura fatta a immagine di Dio, rimodellandola
incessantemente al fine di realizzare la Contro-Creazione sulla
quale Lucifero potrà infine regnare. Malgrado la colossale pressione
di un regime poliziesco che priva l’uomo di ogni sua libertà
facendolo dipendere interarnente dallo Stato per la sua sussistenza
(specialmente attraverso la soppressione della proprietà privata),
il comunismo staliniano non è riuscito a realizzare questo obiettivo
e tantomeno il comunismo di Mao Tsé-Toung. Esiste nella natura
profonda dell’uomo una forza che gli permette di resistere agli
assalti esteriori di coloro che tentano di distruggere la sua anima.
Si può distruggere il corpo con la violenza ma non l’anima, poiché
essa si corrompe solo con la seduzione (5). L’attuale resistenza dei
cristiani nell’URSS e nei paesi satelliti ne è un esempio vivente.
Soljènitsyne, che è un genio della classe di Dostoïevski, scriveva
recentemente che non si arriva a modificare la natura umana in ciò
che essa ha di più profondo. Dio permette al demonio di provare le
sue creature, senza però oltrepassare certi limiti. Stiamo facendo
allusione alla seduzione. Le ragioni per le quali si può pensare che
il comunismo malgrado la sua perversità non è che una prefigurazione
anticristica, sono da un lato che questo non domina ancora che una
parte della terra (la dominazione dell’Anticristo sarà universale) e
dall’altro che al presente non seduce più persone in Russia e nei
paesi satelliti, poiché si mantiene solo con la forza. L’Anticristo
quando si manifesterà sarà più “attraente” poiché stando alla
Scrittura, sarà capace di sedurre gli stessi eletti. Questo sarà il
Grande Seduttore e come ha profetizzato S. Paolo sarà necessario
avere “lo scudo della fede” e “rivestire l’armatura di Dio” per non
soccombere alle sue attrattive. André Malraux ha detto che il
prossimo secolo sarà un secolo religioso. Egli non evocava certo un
ritorno al Cristianesimo. “Religione” non indica inevitabilmente il
culto reso a Dio dai cristiani. Alcune logge sataniche rendono da
lungo tempo un culto all’angelo decaduto considerato come il Dio
buono che eguaglia in partenza il Dio malvagio della Bibbia. Albert
Pike, Gran Maestro della Franco-Massoneria satanica internazionale
ha scritto (6): “Il Dio dell’Antico Testamento e di Mosé è abbassato
al livello delle passioni umane... è una divinità violenta, gelosa,
vendicativa, mutevole e indecisa; comanda degli atti odiosi e
rivoltanti di crudeltà e di barbarie... “ (insegnamento gnostico).
Oswald Wirth il fondatore del “Simbolismo” massonico il cui
successore è il Fratello Marius Lepage (che ha ricevuto il P. Riquet
alla Loggia Volney), scriveva: “Il serpente ispiratore di
disobbedienza, insubordinazione e rivolta fu maledetto dai vecchi
teocrati mentre era onorato tra gli iniziati. Renderlo simile alla
divinità: questo era lo scopo degli antichi misteri. Ai nostri
giorni il programma non è cambiato” (7). (insegnamento gnostico).
Domenico Margiotta ex-alto dignitario della Massoneria convertito al
cristianesimo ha scritto: “Il Segreto dei segreti dell’alta
Massoneria è la deificazione di Satana dissimulata sotto il titolo
di Grande Architetto dell’Universo (8). E’ possibile che questo sia
il segreto fondamentale rivelato ad una élite, perciò non bisogna
confonderlo con i segreti rivelati progressivamente ai Fratelli
mentre salgono i diversi gradi della Massoneria (l’iniziazione è
progressiva). Il campo della demonologia è conosciuto molto male dai
cattolici e non saranno i nostri attuali sacerdoti (che non credono
più al demonio) ad attirare la loro attenzione su “quelle potenze
che corrompono e dirigono il mondo attualmente” (9).
Note
1 Traduzione dall'originale francese Le plan de domination mondiale de la Contre-église. L'apostasie des nations et le gouvernement mondial («Il piano di dominio mondiale della Contro-chiesa. L'apostasia delle nazioni e il governo mondiale»), éditions Fideliter, 1985, a cura dell'Associazione Riconquista. 2 Tra i tanti, ricordiamo Léon de Poncins, Mons. Ernest Jouin, André Le Sage de La Franquerie, Pierre Virion, Jacques Ploncard d'Assac, Henry Coston, Jacques Bordiot, Yann Moncomble e altri che tralascio. 3 Specificatamente per le regioni della Svizzera e del Giura. 4 La trasmissione è andata in onda il 23 gennaio 1985 ed era intitolata Professione: Esorcista. Sfortunatamente, ha partecipato allo stesso tempo uno pseudo-esorcista dei più sospetti. 5 Padre Jean-Edouard Lamy (1853-1931), il santo curato di La Courneuve, disse che gli uomini non potevano immaginare la potenza di un arcangelo, anche se decaduto. 6 Satana è in gran parte responsabile del peccato originale. Egli è bugiardo e tentatore fin dal principio. 7 «Chi è come Dio»? fu il grido dell'Arcangelo San Michele mentre scacciava dal cielo Lucifero e gli angeli ribelli. 8 Le profezie dell'Antico Testamento riferendosi alla venuta del Messia e al Suo sacrificio non erano al condizionale. Esse dovevano necessariamente compiersi. Al contrario, Ninive doveva essere distrutta, ma i suoi abitanti fecero penitenza ed essa fu risparmiata (profezia condizionale). 9 La nomenklatura sovietica che ha concentrato in alcune mani il potere politico, economico e culturale ci può fornire attualmente un'idea di ciò che sarà il potere dell'Anticristo. Ma la nomenklatura non è che la testa dominatrice di una prefigurazione anticristica lontana dal raggiungere la potenza del vero Anticristo, il quale avrà il diritto di vita e di morte sul mondo intero. 10 Dalla Lettera Apostolica che con cui Papa Pio XI proclamò beato Pierre-René-Rogue. 11 «Chi potrà mai dubitare che quel monarca non è stato immolato soprattutto in odio alla fede e per spirito di furore contro i dogmi cattolici»? (Papa Pio VI; Concistoro dell'11 giugno 1793). L'uccisione del re è stata accompagnata da persecuzioni contro i cattolici e dalla distruzione degli edifici religiosi e degli oggetti di culto. 12 Cfr. J. De Maistre, Oeuvres, vol. VIII, pag. 312. De Maistre non ha potuto assistere all'eliminazione della casa degli Asburgo che ha avuto luogo nel secolo successivo. Purtroppo, questo Autore, considerato eccellente da molti cattolici, è stato affiliato alla Massoneria di Rito martinista, e ciò emerge in alcune sue opere (N.d.T.). 13 Nella sua opera Il libro dell’Apprendista, il grande iniziato svizzero Oswald Wirth riferisce l'accoglimento di Voltaire nella famosa Loggia delle Nove Sorelle. Egli venne presentato da Benjamin Franklin e da Court de Gebelin. 14 Voltaire aveva raccomandato D'Alembert «di farcire l'Enciclopedia di "verità" che non che nessuno osava dire da vent’anni». 15 Rapporto letto alla direzione delle Logge del Grand'Oriente di Nantes, lunedì 23 aprile 1983. 16 Luigi XVI procedette a questa consacrazione mentre era prigioniero nel Tempio, ma la Rivoluzione si stava già compiendo. Allo stesso modo si può pensare che l'espansione sovietica sarebbe stata contenuta se i Papi avessero proceduto alla Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria nelle forme da Lei prescritte (a Fatima). 17 Cfr. Acta Apostolicæ Sedis, del 7 marzo 1917. 18 L'Occidente vittorioso avrebbe potuto intervenire, ma pensò che alla fine sarebbe stata instaurata una repubblica democratica. La banca Warburg aveva aperto nel 1917 un conto a Trotsky. Vedi i documenti 9 e 10 di Papers relating to the Foreign Relations of the United States, vol. I, pagg. 375-376. Le famiglie Schiff e Warburg erano non solamente alleate, ma associate. 19 I nuovi dirigenti cecoslovacchi erano massoni (Bénès), come pure Alessandro di Iugoslavia e Carol di Romania. Da notare che al momento dei negoziati di pace e prima di smembrare l'Austria, era stato proposto all'imperatore Carlo I di farsi massone, ma egli aveva rifiutato. Questa informazione è data dalla rivista Les nouvelles religieuses, del 15 marzo 1926, pag. 132. 20 L'offerta di pace separata dell’Austria tramite il principe Sisto di Borbone. 21 Mio padre, capo delle operazioni del Generale Mangin, abbandonò l'esercito. 22 Cfr. La Franquerie, Il pericolo tedesco, pag. 58 e 63. Vedi anche E. Flourens, La Francia riconquistata. Edoardo VII e Clemenceau, riedito da Buneau-Varilla, direttore del Le Matin. 23 Secondo la succitata opera di Emile Flourens (pag. 136 e ss.), Clemenceau, che è sempre stato l'uomo dell'Inghilterra, apparteneva ad una sètta i cui membri si facevano sotterrare in piedi, in odio a Dio. Ed è così che egli si fece seppellire. 24 Da un discorso pronunciato alla Camera il 29 gennaio 1897. 25 Da un discorso pronunciato alla Camera il 12 luglio 1909; cit. in P. Auburtin, Affinché egli regni, pag. 138. 26 Lettera riprodotta nell'opera di J. Des Cars, Elisabetta d'Austria o la fatalità, pag. 421. 27 Cfr. H. Vallotton, Elisabetta, l'Imperatrice tragica, pag. 246. 28 Cfr. J. Des Cars, op. cit., pag. 421. 29 Ibid., pag. 423. Tali dichiarazioni vennero pubblicate dal quotidiano viennese Kronen Zeitung. 30 La tesi dell'assassinio e non del suicidio è confermata dall'atteggiamento della Santa Sede al momento della morte dellarciduca. Dopo il primo telegramma inviato dall'imperatore Francesco Giuseppe al Papa per ottenere l'inumazione religiosa di Rodolfo, il Vaticano rifiutò. Poi il Papa diede il suo assenso dopo aver ricevuto un secondo telegramma cifrato all'incirca di 2.000 parole contenente le spiegazioni sulle cause della morte dell'arciduca. 31 Ma questo i nemici di Dio non lo credono. 32 Egli riconosceva di non credere alle religioni; ma pensava nondimeno che «una società senza religione è come un vascello senza bussola. Solo la religione dà allo Stato un appoggio fermo e durevole» (cfr. Malet, Rivoluzione Impero, pag. 257, Hachette, Parigi 1929). 33 Parole che furono rimpiazzate nel 1905 dalla formula Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. 34 «Fanatismo» in senso massonico significa «religione», e più specificatamente «cattolicesimo». 35 Cfr. J. Crétineau-Joly, L'église romaine en face de la Révolution, 1859, vol. II, pag. 158. 36 Cfr. J. Ousset, Pour qu'Il Règne, pag. 235. 37 Ufficialmente riconosciuta dal ministro dell'interno di Napoleone III, la Massoneria aveva per Gran Maestro il principe Murat. 38 Luigi XVIII aveva largamente bevuto alla coppa del suo secolo. Carlo X, meno intelligente del fratello, non aveva una formazione dottrinale profonda. 39 I Padri Conciliari al tempo del Vaticano II avrebbero dovuto ispirarsi a questa risposta quando hanno, ahimè, ammesso il principio della libertà religiosa nel foro esterno. 40 Il secondo impero crollò nel 1870. 41 Le Chapelier fu Presidente della Costituente il 4 agosto 1789. Egli redasse il testo del Giuramento della Pallacorda. Fu ghigliottinato a Parigi nel 1794. 42 I sindacati furono riconosciuti solo nel 1884. 43 Arcivescovo di Westminster; cit. in Cfr. J. Ousset, op. cit., pag. 242. 44 Per tutti i rivoluzionari, la Comune di Parigi è stata una grande pagina della Rivoluzione. è stata la prima rivolta organizzata dal mondo proletario. Marx e Lenin l'hanno studiata nelle loro opere. Marx ammirava l'eroismo dei comunardi che «andavano all'assalto del cielo», secondo la sua espressione. 45 Al Conte de Mun, il 20 novembre 1878. 46 A de Carayon-Latour, l'8 maggio 1871. 47 è ciò che ha fatto dire a A. Dansette: «L'ultimo re dei Borboni non ha desiderato di andare sul trono che per essere il re più cristiano della contro-rivoluzione». 48 Cfr. J. Bainville, Bismarck e la Francia, cap. «Corrispondenza del Conte d'Arnim e di Bismarck». 49 Rincresce che egli non abbia inviato al popolo francese una proclamazione solenne per spiegargli le ragioni del suo rifiuto di accedere al trono di Francia. La questione della bandiera bianca non era che un pretesto, e fu compresa malissimo. Si trattava in realtà di sapere se egli poteva accettare i principî della Rivoluzione o se doveva rigettarli. 50 Cfr. M. La Franquerie, Il carattere sacro e divino della regalità in Francia, pag. 79. 51 Ibid. Alcuni di questi cattolici repubblicani hanno generato il modernismo in Francia. 52 Cfr. Storia dei sei anni, N.C.R., Parigi, pag. 184. 53 In quel tempo, molti ufficiali cattolici diedero le dimissioni. 54 Mio padre aveva saputo da chi era stato «schedato». 55 La guerra di Spagna è iniziata sotto il pontificato di Pio XI. 56 Suor Lucia ha dichiarato, dopo la consacrazione di Giovanni Paolo II a Fatima, il 13 maggio 1982, che questa non era stata fatta nelle forme prescritte. La parola «Russia» non era stata pronunciata e molti Vescovi non avevano eseguito questa stessa consacrazione. 57 Testo del Cardinale Pie citato all'inizio di questo studio. 58 Cfr. P. Roca, Glorieux Centennaire («Glorioso centenario»). 59 Cfr. P. Roca, La Fin de l'Ancien Monde («La fine del vecchio mondo»), pag. 373. 60 Ibid. 61 Ibid., pag. 282. 62 Cfr. P. Roca, Glorieux Centennaire, pag. 447. 63 Cfr. P. Roca, Le Christ, le Pape et la démocratie («Cristo, il Papa e la democrazia»), pag. 103, 105, 107. 64 Cfr. P. Roca, Glorieux Centennaire, pag. 452. 65 Cfr. P. Roca, La Fin de l'Ancien Monde, pag. 282. 66 Cfr. «Souvenirs L'Air du Temps», Gallimard. Intervista concessa a Histoire Magazine (n° 1, febbraio-marzo 1980). Intervista a Figaro Magazine.
67
Aleksandr Solgenitzin ha insistito incessantemente su questo punto:
non bisogna confondere il comunismo con il popolo russo, che ne è la
vittima.
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