La morte cerebrale è
vera morte? La donazione degli organi è veramente un atto di straordinaria
generosità o è, invece, la soppressione violenta di individui morenti, ma ancora
vivi? I cosiddetti «donatori» sono morti che sembrano (tanto) vivi o vivi che
abbiamo stabilito di considerare morti? Cos'è preferibile: rischiare di trattare
da vivo un morto o piuttosto trattare da morto un vivo? Per poter rispondere
fondatamente a simili interrogativi, occorrono numerose informazioni e
conoscenze imparziali, non soggette a pregiudizi o censure di varia natura.
Questo libro cerca di fornircele, nella convinzione che sia nell'interesse di
tutti noi far nascere, sul problema dei trapianti di organi, un aperto ed onesto
dibattito autenticamente democratico. Scienza, filosofia e teologia sono
chiamate, pertanto, a metterci in condizione di sapere, di comprendere, di
operare scelte ragionate, libere e responsabili, ponendo sempre al centro di
esse l'inviolabilità della persona umana e dei suoi inalienabili diritti.