di Mons. Patrick Perez 1
Prefazione
Quando all'inizio degli anni 2000 la devozione alla Divina Misericordia ha iniziato a diffondersi tra i cattolici, i suoi devoti erano soliti giustificare la loro propensione con un discorso di questo genere: poiché oggi molte anime rischiano di perdersi a causa del mondo perverso in cui viviamo, nell'eccesso della Sua misericordia, Dio lancia ai peccatori in questi «ultimi tempi» un'ulteriore ancora di salvezza allargando ancora di più, se possibile, il Suo abbraccio salvifico. In questa prospettiva, essi presentavano e presentano tutt'oggi questa devozione come un'estensione di altre devozioni già approvate e incoraggiate dalla Chiesa, come quella al Sacro Cuore, al Cuore Immacolato di Maria o al santo Rosario.
La famosa «Coroncina della Divina Misericordia» si è diffusa rapidamente un po' ovunque, e molte persone attestano di avere ricevuto numerose grazie da questa pia pratica. Pur non mettendo in dubbio questa realtà, fin dall'inizio ho provato personalmente una certa riluttanza ad abbracciare questa nuova devozione. Anche se non ero a conoscenza delle riserve e delle condanne espresse dalla Chiesa negli anni precedenti, in occasione di discorsi intavolati con persone devote alla Divina Misericordia sono emersi concetti inquietanti ed estranei al catechismo, così come l'ho appreso dalle buone Suore della mia parrocchia negli anni '60.
Qualche esempio potrà servire a chiarire le mie perplessità. Due infermiere mi dissero che recitando la suddetta coroncina presso un moribondo, questi si sarebbe certamente salvato. Ma dal mio catechismo so che per salvarsi è necessario un pentimento sincero della persona che si trova in disgrazia di Dio (contrizione perfetta), e soprattutto ricevere il santo Viatico (confessione e comunione).
Nessuno può pentirsi dei peccati altrui. Possiamo e dobbiamo offrire riparazione per i nostri peccati e per quelli altrui; possiamo e dobbiamo pregare per la conversione di chi si trova in pericolo di vita ed è in stato di peccato mortale, ma non possiamo sostituirci al peccatore, il quale deve provare personalmente dolore per le proprie colpe, altrimenti rischia di dannarsi.
Altri mi hanno parlato di un tempo di riflessione che Dio concederebbe alle anime subito dopo la morte, dandogli così in extremis la possibilità di pentirsi post-mortem. Anche questa teoria deleteria è stata condannata in un recente passato dal Sant'Uffizio... Queste, aggiunte ad altre stranezze, mi hanno trattenuto a quei tempi dall'avvicinarmi a questa devozione.
Oggi, dopo aver letto e tradotto gli articoli che seguono mi è tutto più chiaro, e ringrazio il Buon Dio dall'avermi preservato da questa fuorviante devozione. Ciò che è avvenuto, ossia la riabilitazione di Suor Faustina, la sua canonizzazione e lo sdoganamento della Divina Misericordia, segue un copione divenuto ormai consueto.
Il punto di partenza è sempre il medesimo: tutto ciò che era insegnato abitualmente nella Chiesa prima del Concilio - vero e proprio spartiacque nella storia della Chiesa - è divenuto carta straccia (l'«aggiornamento») dopo quella che è stata giustamente definita la rivoluzione conciliare. Ẻ successo per l'ecumenismo (condannato nel 1928 dall'Enciclica Mortalium animos, di Pio XI), per la riforma liturgica (i cui principi sono stati condannati dall'Enciclica Mediator Dei, di Pio XII). E nel 2000, ciò è avvenuto per Suor Faustina e per le sue presunte apparizioni.
E d'altronde, non ci deve stupire che nell'era post-conciliare si parli solo della misericordia di Dio, mentre l'inferno e la giustizia divina (di cui il Vangelo parla numerose volte) sono letteralmente scomparsi dalla predicazione.
Il modernismo redivivo (già condannato da San Pio X agli inizi del XX secolo) detesta l'idea che l'anima debba essere soggetta ad un giudizio e ad un'eventuale condanna eterna, poiché ciò urterebbe l'uomo moderno con cui si vuole assolutamente dialogare. So che leggendo questi articoli qualche nostro lettore potrebbe rimanere contrariato, ma vorrei ricordare che la verità non va al passo con i tempi, non è soggetta ad aggiustamenti. «Se anche un angelo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi è stato dato, sia anatema» (Gal 1, 8).
Miei cari fedeli,
oggi vorrei dire alcune parole sulla devozione alla Divina Misericordia. Ogni anno mi vengono fatte molte domande su questo argomento e ora vorrei affrontarlo con voi. Come fonte di riferimento userò principalmente un numero della rivista The Angelus (giugno 2010). Questa ricerca è stata scritta da Padre Peter Scott. Dal momento che ha fornito la maggior parte di ciò di cui avevo bisogno per questa predica, un grazie a Padre Scott.
La devozione alla Divina Misericordia è stata rilanciata da Giovanni Paolo II (1920-2005). Durante il suo lungo pontificato egli istituì una festa in onore di questa devozione. Durante l'omelia per la canonizzazione di Suor Faustina, il 30 aprile 2000, egli stabilì che da quel momento la domenica dopo Pasqua sarebbe divenuta la Domenica della Divina Misericordia.
Di conseguenza, ogni anno la domenica successiva a Pasqua, che normalmente viene detta Dominica in Albis, mi viene posta questa domanda: «Monsignore, perché non celebriamo anche noi la domenica della Divina Misericordia»? Perché non celebro la Domenica della Divina Misericordia? Ho analizzato le preghiere della devozione alla Divina Misericordia e non ho trovato nulla di sbagliato in esse. Ma c'è qualcosa di sbagliato in ciò che circonda questa nuova devozione.
Consentitemi di riconoscere che ci sono persone, forse anche alcune persone qui presenti, che hanno ricevuto grazie praticando la devozione alla Divina Misericordia. Ciò non è un'indicazione che la devozione stessa provenga necessariamente dal Cielo. Ricordo che Dio risponde sempre alle nostre preghiere. Riceveremo sempre qualche grazia dalle nostre preghiere. Ad esempio, immaginiamo di aver fatto un pellegrinaggio per visitare il luogo di sepoltura di un Santo. Abbiamo fatto il pellegrinaggio e abbiamo pensato di essere inginocchiati presso la tomba esatta venerando quel Santo.
In realtà, magari, quel Santo non è stato sepolto in quel cimitero, ma i suoi resti sono stati traslati in una chiesa vicina. Tuttavia, Dio ci dà delle grazie a causa del nostro sforzo e del nostro desiderio di piacerGli e di riparare i nostri peccati. Abbiamo fatto quel pellegrinaggio; non lo lasceremo senza ricevere delle grazie. Dio non assume una posizione del tipo: «Beh, sei sulla tomba sbagliata. Mi dispiace, hai percorso 10.000 km per niente e ora non riceverai nulla».
No, Dio risponde sempre alle nostre preghiere. Quindi, per favore, ricordate quando sentite la gente dire: «Beh, ho ricevuto una grazia da questa devozione». Questo di per sé non è un'indicazione che quella devozione provenga dal Cielo. Certamente le grazie vengono sempre dal Cielo. Ma la devozione potrebbe non essere di origine celeste.
Condanne di questa devozione
Cosa c'è di sbagliato nella devozione alla Divina Misericordia? Prima di tutto, quando questa devozione attirò l'attenzione di Papa Pio XII (1876-1958), questo Pontefice non si preoccupò tanto delle preghiere legate a questa devozione, quanto piuttosto alle circostanze delle cosiddette apparizioni a Suor Faustina e del loro contenuto. Cioè, si preoccupò di ciò che Nostro Signore avrebbe detto a questa religiosa e di ciò che le aveva detto di rendere pubblico.
In seguito, Pio XII collocò questa devozione - comprese le apparizioni e gli scritti di Suor Faustina - nell'Index Librorum Prohibitorum («Indice dei libri proibiti»).
Tale elenco non esiste più, essendo stato formalmente abolito il 14 giugno 1966 da Paolo VI (1897-1978). Da un lato, è un peccato che esso non esista più. Ma, d'altra parte, se quell'elenco esistesse oggi, sarebbe così vasto da riempire questa stanza. Praticamente tutto ciò che viene scritto oggi contiene qualcosa di riprovevole per la fede cattolica. Così Pio XII mise gli scritti di Suor Faustina nell'Indice dei libri proibiti. Ciò significava che riteneva che il loro contenuto avrebbe portato i cattolici fuori strada o nella direzione sbagliata. Successivamente, seguirono altre condanne sotto Giovanni XXIII (1881-1963). Per due volte, durante il suo pontificato, il Sant'Uffizio condannò gli scritti di Suor Faustina relativi alla Divina Misericordia.
Oggi il Sant'Uffizio si chiama «Congregazione per la Dottrina della Fede». Ma prima si chiamava Sant'Uffizio dell'Inquisizione. Il suo nome è cambiato nel corso degli anni. Il Sant'Uffizio - posto sotto il diretto controllo del Papa - aveva il compito di mantenere la purezza della dottrina e, quindi, vigilava sulla diffusione dei diversi scritti o documenti all'interno della Chiesa. Se il Papa voleva correggere i fedeli su un determinato punto, di solito lo faceva tramite il Sant'Uffizio.
Così, i moniti, le dichiarazioni e i decreti emessi dal Sant'Uffizio possono essere visti come provenienti dal Pontefice stesso che vi apponeva la sua firma. Non una, ma due volte sotto Giovanni XXIII questa particolare devozione fu condannata dal Sant'Uffizio. La prima condanna avvenne nel corso di in un'assemblea plenaria il 19 novembre 1958. Nella dichiarazione del Sant'Uffizio emergono tre punti-chiave su questa devozione:
1. Non ci sono prove dell'origine soprannaturale di queste rivelazioni. Ciò significa che i membri del Sant'Uffizio hanno esaminato il contenuto e hanno deciso che non c'era nulla che indicasse che le apparizioni fossero soprannaturali. In un'apparizione autentica - la Madonna di Lourdes o la Madonna di Fatima, ad esempio - si può osservare il contenuto e affermare che ci sono prove sufficienti per dire che si tratta di un'apparizione autentica. D'altra parte, a riguardo delle supposte apparizioni della Divina Misericordia, il Sant'Uffizio ha affermato definitivamente che non c'era alcuna prova che fossero di origine soprannaturale. Ciò si traduce in un concetto: «Non pensiamo che queste apparizioni vengano da Dio».
2. Non si deve istituire alcuna festa della Divina Misericordia. Come mai? Perché se si basa su apparizioni che non provengono chiaramente da Dio, allora sarebbe avventato e temerario istituire una festa nella Chiesa basata su di una falsa apparizione.
3. È vietato diffondere scritti che promuovano questa devozione sotto la forma ricevuta da Suor Faustina, nonché l'immagine tipica della presunta apparizione. Quindi, è stato vietato di riprodurre e diffondere anche l'immagine di Nostro Signore come Divina Misericordia.
Sopra: il decreto di condanna del Sant'uffizio del 1959.
Ora, tutti voi avrete visto questa immagine, anche se di sfuggita, e la conoscete e la riconoscereste. Essa mostra una strana immagine di Gesù che mi mette a disagio. Non posso davvero dirvi perché. Non mi piace. Non mi piace il viso, non mi piace il gesto, non mi piace la postura, non mi piace niente. Questa è stata la mia prima impressione davanti a questa immagine. Non lo voglio in giro perché quando lo guardo la trovo, in mancanza di un termine migliore, inquietante. L'immagine mostra raggi multicolori, penso che siano rossi, bianchi e blu, provenienti dalla regione del Suo petto; nessun cuore, solo questi raggi. L'avete vista tutti. Ebbene, quella era l'immagine di cui era stata vietata la riproduzione e la diffusione.
Il 6 marzo 1959, il Sant'Uffizio emanò un secondo decreto su ordine di Giovanni XXIII. In esso, si proibiva, ancora una volta, di diffondere le immagini della Divina Misericordia e gli scritti di Suor Faustina che diffondevano questa devozione. Il Sant'Uffizio ha inoltre affermato che spettava ai Vescovi decidere come rimuovere le immagini che erano già state esposte per essere venerate pubblicamente.
Non ho bisogno di dire altre cose su queste condanne. Due Pontefici hanno fortemente avvertito i fedeli di un pericolo presente questa devozione. Pio XII lo mise all'Indice dei libri proibiti; Giovanni XXIII, per mezzo del Sant'Uffizio, emise due decreti di condanna a causa del pericolo spirituale che questa devozione presentava ai fedeli. Non rimane molto altro da aggiungere su questo argomento.
Errore principale: presentare una misericordia incondizionata
Permettetemi ora di presentarvi un pensiero parallelo. Considerate la vera immagine di Cristo nostro Salvatore. Probabilmente la Sua rappresentazione simbolicamente più ricca e accurata, oltre al Crocifisso, è l'immagine del Sacro Cuore, perché l'immagine di Nostro Signore con il Sacro Cuore riassume tutta la teologia della Redenzione. Gli hanno trafitto le mani, i piedi e il Sacro Cuore; la corona di spine circonda il Cuore, il quale arde d'amore per l'uomo.
Questo è stato il prezzo che ha pagato, il sacrificio che ha compiuto per la nostra Redenzione. Si è offerto a causa del Suo amore ardente per noi, nonostante il fatto che siamo creature ingrate che si sono ribellate al loro Creatore. Pensateci. Ci ha creati e poi lo abbiamo inchiodato su una croce anche se era Dio e completamente innocente di ogni colpa. Quindi, il Sacro Cuore racchiude tutto questo. Nelle immagini del Sacro Cuore, il Signore indica questa fonte simbolica d'amore e di misericordia per noi.
Le devozioni al Sacro Cuore suppongono sempre riparazione per i nostri peccati. Siamo peccatori, dobbiamo riparare. Nonostante le promesse di Nostro Signore e il fatto che ha pagato un prezzo infinito per la nostra Redenzione, dobbiamo riparare. Dobbiamo sempre fare penitenza per i nostri peccati e fare vari tipi di riparazione.
Ora consideriamo l'immagine di Nostro Signore che rappresenta la Divina Misericordia. È un'imitazione del Sacro Cuore senza il cuore. Se si presta attenzione, si noterà che nell'immagine non c'è il cuore. Ci sono semplicemente dei raggi che escono da un punto del Suo petto. Ciò simboleggia l'errore presente nella devozione alla Divina Misericordia. Essa predica che possiamo aspettarci una misericordia incondizionata senza alcun prezzo da pagare, senza alcun obbligo. Questo non è il messaggio di Cristo.
È un'imitazione del Sacro Cuore senza il cuore...
Cristo è misericordioso. Di volta in volta, la Sua misericordia perdona i nostri peccati di cui ci accusiamo nel Sacramento di Penitenza, riprendendoci sempre, non importa quanto siano gravi le nostre colpe. E cosa succede nel Sacramento di Penitenza? Il nome stesso del Sacramento ci dice esattamente cosa succede: per essere efficace, il Sacramento presuppone la penitenza. Non solo siamo lì a confessare i nostri peccati riconoscendo la piena sottomissione alla Chiesa e la dipendenza dai Sacramenti per il perdono, ma usciamo dal confessionale con una penitenza da ottemperare.
Anche da questo pulpito vi viene spesso ricordato che non solo si deve compiere quella penitenza, ma si deve fare continuamente penitenza. Non vi si dice semplicemente di recitare una decina del Rosario. Non si può dire: «Beh, ho fatto la mia penitenza. Ora posso andare allegramente per la mia strada». Si deve avere sempre lo spirito di penitenza per i peccati passati; ci dobbiamo convivere con lo spirito di penitenza. L'errore centrale della Divina Misericordia è che questa devozione promette molte ricompense spirituali senza obbligo di penitenza, senza menzione di riparazione, senza menzione di alcuna condizione.
Purtroppo ciò corrisponde esattamente a quanto scriveva Giovanni Paolo II nell'Enciclica Dives in misericordia (del 30 novembre 1980). Non consiglio di leggerla a nessuno di voi, tranne che ai più preparati, perché contiene molte cose fuorvianti. In essa riecheggia questa misericordia senza prezzo, doni dal cielo senza requisiti, la misericordia di Dio senza menzione di penitenza o di riparazione per ogni sorta di peccato. Anticipando quell'Enciclica, Giovanni Paolo II, già nel 1978, primissimo anno del suo pontificato, avviò il processo di canonizzazione di Suor Faustina e l'istituzione della festa della Domenica della Divina Misericordia. Come ho detto prima, sia gli scritti di Suor Faustina che l'idea stessa di celebrare una festa della Divina Misericordia erano stati proibiti e condannati da due suoi predecessori.
La presunzione negli scritti di Suor Faustina
Gli scritti della stessa Suor Faustina, pubblicati in inglese nel 2007, destano preoccupazione. L'opera conta 640 pagine e trascrive presunte frequenti apparizioni e messaggi ricevuti da Nostro Signore. Questo lunga fila di messaggi che ella presenta come ricevuti da Nostro Signore contiene diverse cose che metterebbero molto a disagio un fedele cattolico, per non dire altro. Farò un esempio prendendo alcune citazioni dai suoi scritti. Il 2 ottobre 1936, la Kowalska afferma che il «Signore Gesù» le apparve e le disse:
Come possiamo credere che Nostro Signore si sia
unito più intimamente a Suor Faustina che alla Beata Vergine Maria?
All'inizio potremmo leggere questa frase e pensare: «Oh, che bello».
Ma poi ti potrebbe colpire: «Aspetta un attimo: Nostro Signore si
è unito più intimamente a Suor Faustina che a qualsiasi altra
creatura? La Madonna era l'Immacolata Concezione, ma era anche una Sua
creatura, ed è stata creata da Lui come lo siamo stati tutti noi, anche
se con la massima esaltazione e libera dal peccato originale fin
dal concepimento».
E ora dobbiamo credere che Nostro Signore avrebbe
detto a Suor Faustina che è più unito a lei che a chiunque altro, anche
della Beata Vergine Maria, e certamente più di tutti gli altri
Santi? Questa affermazione puzza di orgoglio, per non parlare
dell'affermazione che questo messaggio verrebbe dal Cielo. Questo
genere di presunzione è presente in molti altri passi. Il 23 maggio
1937, Nostro Signore si sarebbe rivolto a Suor Faustina con queste
parole: «Amata perla del mio cuore».
Quello che mi turba di
questa frase è che è zucchero allo stato puro. Guardate come la Madonna ha parlato a Lucia o a
Santa Bernadette. Non si è rivolta a loro come alla «perla amata del
mio
cuore». È impossibile immaginare che Nostro Signore si abbassi ad
un
linguaggio così sdolcinato. Nostro Signore è Cristo Re, Creatore
dell'Universo e governatore di tutto ciò che esiste. Non dice cose come
«amata perla del mio cuore». Lasciatemi continuare. Poi
avrebbe detto:
«Vedo il tuo amore
così puro; più puro di quello degli angeli, e tanto più perché
continui a combattere. Per amor tuo benedico il mondo»
3.
Questa non è la mia obiezione. La mia obiezione è che questa
rivelazione sarebbe avvenuta nel 1937; il mondo era sull'orlo della Seconda
Guerra Mondiale, di cui Suor Lucia era già stata preavvisata dalla
Madonna a Fatima: se la Russia non fosse stata consacrata e l'uomo
non si fosse convertito, allora quel grande disastro avrebbe colpito
l'umanità per le sue malvagità e per i suoi peccati.
Sopra: 1939; le truppe
tedesche invadono la Polonia. Pochi giorni dopo l'attacco tedesco, i
sovietici fanno lo stesso. Il bilancio alla fine della guerra sarà
di 70 milioni di vittime. Sarebbe questa la «benedizione del mondo»
che Gesù avrebbe promesso a Suor Faustina?
In quel
momento quel disastro stava per scendere dal Cielo, eppure Nostro
Signore avrebbe detto a Suor Faustina: «Per amor tuo benedirò il mondo».
La Seconda Guerra Mondiale è stata una benedizione per il mondo? Dal
momento che la sua nativa Polonia non è rimasta indenne
dall'invasione tedesca, non sembra probabile che Egli avrebbe
effettivamente benedetto il mondo.
Un altro esempio: Suor Faustina
ha affermato che Nostro Signore le avrebbe detto che ella sarebbe stata esente
dal giudizio, da qualsiasi giudizio - sia dal giudizio
particolare (che avviene dopo la morte di ogni individuo) che
dal giudizio universale (che avverrà per tutti gli esseri
umani alla fine del mondo). Già il 4 febbraio 1935 la religiosa affermò di
aver sentito questa voce nella sua anima:
«Da oggi in poi
non temere il giudizio di Dio, perché non sarai giudicata»
4.
«E come è stabilito per gli
uomini che muoiano una
sola volta, dopo di che
viene il giudizio» (Eb 9, 27). Ora, nessuno, tranne la Beata Vergine, per quanto ne so, è stato esente dal giudizio particolare e lo sarà da quello universale. Secondo la pia storia, San Tommaso d'Aquino (1225-1274) dovette genuflettersi in Purgatorio prima di andare in Paradiso. Non so se questo è un dato di fatto, ma è una lezione per noi che nessuno è esente da qualsiasi tipo di giudizio. E aggiungo a questi esempi l'assurda affermazione secondo cui l'Ostia consacrata sarebbe saltata fuori dal tabernacolo per tre volte posandosi sulle sue mani, cosicché lei avrebbe dovuto aprire il tabernacolo e rimettere la sacra Particola al suo posto:
La Kowalska fa sembrare l'Ostia consacrata un criceto uscito dalla sua gabbia: «Oh, no, eccola di nuovo. Ora devo andare a rimetterla a posto». Quante volte la Chiesa ha dichiarato che solo le mani consacrate di un sacerdote possono toccare le Sacre Specie. Che tipo di lezione si darebbe al mondo con questo esempio di un'Ostia che le salta in mano affinché la deponga nel Tabernacolo? Nostro Signore non contraddice la Sua Chiesa con parole o gesti assurdi. E questo sarebbe un po' entrambe le cose. Suor Faustina ha raccontato quello che è successo, ma con quel gesto sarebbe Nostro Signore stesso a svilire la Presenza Reale e tutto ciò che essa rappresenta.
Mancanza di spirito cattolico
Insomma, tutta la devozione alla Divina Misericordia non rappresenta lo spirito cattolico. Quest'ultimo consiste nella riparazione costante in penitenza per i nostri peccati, di pregare per ricevere le grazie di Dio e la Sua misericordia in questa vita. Vorrei concludere dicendo che ciò che fa da sfondo a questa devozione è più che discutibile. Non si istituisce una devozione particolare con una propria festa basata su qualcosa che è stato condannato per ottime ragioni in un recente passato.
Quando si considerano le preghiere della devozione alla Divina Misericordia, sono perfettamente ortodosse. Non c'è nulla di eretico o presuntuoso in queste preghiere. Ma rimane il fatto che questa devozione è stata condannata dalla Chiesa, per cui noi non riconosciamo la Domenica della Divina Misericordia per il suo passato, non per il contenuto delle preghiere. È molto importante saperlo, perché è una delle tante cose che sono state riproposte nei tempi moderni e che in passato erano state condannate. E questo non è un caso in cui la Chiesa cambia idea. Si tratta di un rappresentante della Chiesa che fa qualcosa che non dovrebbe fare.
Padre Theodore Roriz O.C. confuta Michael Hichborn sulla Divina Misericordia 6
Signor Hichborn,
mi è stato segnalato che lei ha pubblicato un articolo in difesa della devozione alla Divina Misericordia in risposta alla predica di Mons. Patrick Perez. Riguardo alla Divina Misericordia distinguo due cose:
• Riguardo al primo punto, vista la storia della Divina Misericordia, gli errori e le bizzarre eccentricità di Suor Faustina e le circostanze in cui la devozione è stata ufficialmente promulgata, è del tutto ragionevole che un cattolico vi si opponga. Anche senza questi motivi, non dimentichiamo che la Divina Misericordia è solo una rivelazione privata.
• Riguardo al secondo punto, devo dire che questa devozione induce le persone a credere di non dover lottare contro le conseguenze del peccato originale in se stesse, né contro le cattive influenze del mondo, né contro le tentazioni del diavolo, ma solo a confidare nella Divina Misericordia. Questa fiducia sarebbe sufficiente per sradicare ogni cattiva azione, tendenza o influenza, e consegnare l'uomo alla salvezza eterna 7. Si tratta di una riedizione dell'eresia del quietismo di Miguel de Molinos (1628-1696), secondo la quale l'uomo non avrebbe bisogno di fare nulla per essere salvato, ma dovrebbe semplicemente affidarsi interamente a Dio per lasciare che la grazia agisca in lui 8.
Sebbene questo sia un orientamento sbagliato, riconosco che molti individui che praticano la devozione alla Divina Misericordia lo fanno mossi da un'intenzione onesta e possono ricevere grazie da essa. Ciononostante, visto che vi siete assunto la responsabilità di attaccare la posizione assunta da Mons. Perez e di difendere la devozione alla Divina Misericordia, mi trovo costretto ad esprimere il mio disaccordo con la sua posizione. La sua difesa della Divina Misericordia in risposta a Mons. Perez non è all'altezza in diversi aspetti chiave. Elencherò i suoi argomenti in ordine sequenziale, con le mie confutazioni riportate di seguito.
Argomento nº 1: lei sostiene che la devozione alla Divina Misericoirdia non sarebbe stata condannata, ma semplicemente inserita nell'Indice dei libri proibiti.
• Confutazione: mi sembra che lei stia giocando con le parole. Per due volte il Sant'Uffizio ha emesso decreti di condanna contro Suor Faustina e contro la devozione alla Divina Misericordia. Nel loro insieme, questi decreti del Sant'Uffizio vietavano la diffusione delle opere e della devozione di Suor Faustina, proibivano l'istituzione della festa della Domenica della Divina Misericordia (principio centrale delle sue devozioni) e incaricavano i singoli Vescovi di rimuovere prudentemente le immagini esposte al pubblico associate a tale devozione.
Inoltre, il primo decreto del Sant'Uffizio in materia (1958) stabilì che le rivelazioni di Suor Faustina non sono con certezza di origine divina come si pretenderebbe. Se l'insieme di queste misure non è una condanna, allora questa parola ha perso il suo significato. Per riferimento, in sostanza le due dichiarazioni del Sant'Uffizio affermano ciò che segue:
Pertanto, affermo che questi testi rappresentano evidenti condanne degli scritti di Suor Faustina e della devozione alla Divina Misericordia che ne scaturisce. Di conseguenza, il suo primo argomento è falso e lei inganna i suoi lettori quando afferma il contrario.
Benedetto XVI, omelia della Domenica della Divina Misericordia del 2009: «La Divina Misericordia ci rinnova dall'interno».
Argomento nº 2: lei sostieni che lo stesso Pio XII, che condannò la devozione alla Divina Misericordia, avrebbe benedetto un'immagine della Divina Misericordia in precedenza, nel 1956, e che questo giustificherebbe in qualche modo tale devozione.
• Confutazione: se questa benedizione fosse avvenuta dopo la condanna, la sua tesi avrebbe potuto avere forza. Tuttavia, date le circostanze, il Papa benedisse un'immagine prima della censura, e solo dopo emise la condanna. Ciò significa che o non sapeva che l'immagine da lui benedetta fosse collegata alla Divina Misericordia di Suor Faustina o che aveva cambiato idea e aveva proibito tale devozione. Pertanto, anche il suo secondo argomento è falso.
Argomento nº 3: lei sostiene che Giovanni XXIII non condannò la devozione alla Divina Misericordia, ma che sarebbe stato il Sant'Uffizio a vietarne la diffusione, e che ciò non costituirebbe una condanna.
• Confutazione: qui lei ripete un sofisma analogo a quello del primo argomento. Invece di giocare con le parole, ora sta giocando con i ruoli del Papa e del Sant'Uffizio. Fino alla riforma del Vaticano II, il Sant'Uffizio è stato l'organo ufficiale del Papa per parlare di questioni dottrinali. Esso era l'espressione dell'autorità pontifica. Quindi, non era necessario che ci fossero due condanne separate, una del Sant'Uffizio e l'altra del Papa come dice lei.
La condanna del Sant'Uffizio operava effettivamente come una condanna pontificia. Questo sofisma è come affermare che quando un ministro della Difesa entra in stato di guerra, è solo lui che lo fa e non il presidente del Paese. Al contrario, il ministro della Difesa dichiara guerra perché glielo ha ordinato il presidente. La decisione dell'uno implica quella dell'altro. Quindi, il Sant'Uffizio ha parlato con l'autorità del Papa. Il terzo argomento è quindi falso e lei sta fuorviando i suoi lettori. Giocando con le parole e i ruoli per la seconda volta, lei si rivela ingannevole e disonesto.
Argomento nº 4: lei insiste affermando che la soppressione della devozione alla Divina Misericordia non equivale ad una condanna.
• Confutazione: come ho accennato nella mia risposta all'argomento nº 1, vietare la circolazione degli scritti di Suor Faustina, vietare l'istituzione della Domenica della Divina Misericordia, ingiungere ai Vescovi di rimuovere le immagini di tale devozione e inserire le sue opere nell'Index Librorum Prohibitorum sono condanne esplicite.
Argomento nº 5: lei afferma che il motivo della soppressione della devozione alla Divina Misericordia sarebbe stata causata da una cattiva traduzione che avrebbe fatto travisare gli scritti Suor Faustina e la devozione stessa.
• Confutazione: nelle due dichiarazioni rilasciate dal Sant'Uffizio le condanne sono generali, non specifiche. Non c'è un punto particolare della Divina Misericordia o degli scritti di Suor Faustina che vengono citati, nel senso che una traduzione errata di questo o di quel paragrafo non ha alcuna rilevanza. Essi sono stati condannati nel loro insieme. Se il Sant'Uffizio avesse elencato parti specifiche delle opere di Suor Faustina che erano discutibili e queste parti si fossero poi rivelate tradotte in modo errato, allora sarebbe comprensibile una revoca delle condanne.
Ma questo non è successo. Nessun testo specifico è stato utilizzato in quei verdetti. Pertanto, l'argomento secondo cui le rivelazioni su cui si basava il Sant'Uffizio sarebbero state tradotte in modo errato è irrilevante. Tratterò questo argomento - gli errori di traduzione - più a lungo nell'ottavo argomento.
Argomento nº 6: lei solleva il punto che Suor Faustina avrebbe predetto la condanna della devozione alla Divina Misericordia e l'eventuale revoca di questa condanna, e lo usa per giustificare la veridicità di quelle rivelazioni.
• Confutazione: il diavolo può anche offrire premonizioni molto accurate del futuro, e se le sue visioni fossero false e ispirate dal diavolo, e dunque una predizione demoniaca che si fosse avverata avrebbe lo stesso valore di una rivelazione di Dio. Pertanto, la tua tesi secondo cui le profezie di Suor Faustina proverebbero la veridicità delle sue rivelazioni è inconcludente. Inoltre, molte delle «profezie» della religiosa polacca non si sono avverate per nulla.
Argomento nº 7: lei sostiene che la condanna è stata ufficialmente revocata dopo che i documenti originali sono stati studiati, e che ciò che era causa di preoccupazione sarebbe dunque stato rimosso dopo che le traduzioni errate sono state corrette.
• Confutazione: dividerò questo argomento in due parti: la prima, che affronterò in questa risposta, è: il significato dei testi è cambiato a causa di errori nella traduzione; la secondo, che affronterò nella mia risposta all'ottavo argomento, è: le condanne sono state ufficialmente revocate. Ho sotto mano un elenco delle più importanti traduzioni errate del Diario originale di Suor Faustina, che era uno dei documenti esaminati dal Vaticano.
Posseggo anche una copia del suo Diario che è stata tradotta correttamente. Ci sono solo alcune delle voci discutibili del Diario di Suor Faustina 10. I passi che seguono sono stati estratti dalla versione aggiornata, correttamente tradotta e approvata dai moderni sostenitori della Divina Misericordia.
Questi sono solo alcuni esempi del materiale eccentrico presente nel Diario di Suor Faustina. Affermo che anche in questa «traduzione precisissima» del suo Diario, ho trovato ancora numerosi testi che suscitano gravi difficoltà teologiche, che non fanno che confermare le ragioni della condanna del Sant'Uffizio. Anche quando le traduzioni errate vengono corrette, c'è materiale più che sufficiente per meritare la condanna emessa da questa Congregazione. Lei sta usando le traduzioni errate come uno specchietto per le allodole per distogliere dal dubbio provocato dalla lettura del Diario.
Argomento nº 8: lei afferma che il Cardinale Alfredo Ottaviani (1890-1979), il Prefetto del Sant'Uffizio autore delle condanne originali, avrebbe incaricato l'Arcivescovo di Cracovia Mons. Karol Wojtyla di studiare il caso di Suor Faustina, e ciò avrebbe condotto alla scoperta delle alcune traduzioni errate, a colloqui con le consorelle della religiosa, con il suo direttore spirituale, e infine al capovolgimento della condanna. Lei sostiene che il Cardinale Ottaviani, il nemico della Divina Misericordia, avrebbe cambiato idea e avrebbe operato per riabilitare questa devozione rivelando che il problema sarebbe stato semplicemente un errore che poteva essere corretto.
• Confutazione:
Sopra: Mons. Karol Wojtyla, Arcivescovo di Cracovia.
Argomento nº 9: lei sostiene che se le condanne del Sant'Uffizio fossero state effettivamente di natura dottrinale, allora non sarebbe stata consentita una nuova indagine sulla vita di Suor Faustina.
• Confutazione: in altre parole, la sua argomentazione è la seguente: se quelle condanne fossero definitive non ci sarebbe stata la possibilità di avviare una nuova indagine. L'argomento sarebbe valido se nel frattempo la Chiesa non avesse subito la rivoluzione conciliare nel periodo compreso tra le condanne del 1958-1959 e le approvazioni nel 1978. Tuttavia, durante questo periodo, la dottrina cattolica cambiò completamente e fu sostituita dal progressismo.
Affermo che ciò che fece revocare a Paolo VI le precedenti condanne della Divina Misericordia e indusse Giovanni Paolo II a promuoverla non fu un errore o un malinteso del Sant'Uffizio, ma un cambiamento nell'orientamento della dottrina. Ciò che prima era giusto dopo il Concilio è divenuto sbagliato e viceversa. Pertanto, il punto in questione passa ad un argomento molto più ampio, ovvero questo: gli scritti di Suor Faustina sono stati approvati da Giovanni Paolo II perché la Divina Misericordia favorisce la spiritualità sbagliata e la morale lassista proprie del progressismo.
Argomento nº 10: lei afferma che poiché Giovanni XXIII era in colpa per non aver divulgato il terzo segreto di Fatima, così si sarebbe sbagliato quando ha condannato la Divina Misericordia.
• Confutazione: in questo argomento si ignora che gli studi che portarono alla condanna della Divina Misericordia iniziarono durante il pontificato di Pio XII. Ciò è facile da confermare mediante un confronto di date. Pio XII è morto il 9 ottobre 1958 e la prima condanna fu emessa il 19 novembre 1958, solo quaranta giorni dopo la sua morte, il che indica che essa fu preparata sotto il suo pontificato.
Solo la seconda condanna può essere attribuita esclusivamente a Giovanni XXIII, essendo stata emessa nel 1959. In quelle condanne, dunque, furono coinvolti due Papi e non esclusivamente Giovanni XXIII, come lei sottintende. Inoltre, ai fini di questa discussione è irrilevante che Giovanni XXIII abbia commesso l'errore di non divulgare il terzo segreto di Fatima. La mancanza di un Papa in un'area non indica necessariamente la mancanza in un'altra.
Argomento nº 11: lei sostiene che è disonesto presentare la soppressione della Divina Misericordia come una condanna e ignorare che la Chiesa ha approvato e istituzionalizzato tale devozione a partire dal 1978.
• Confutazione: le due azioni, la condanna e l'approvazione, sono state azioni contraddittorie sotto Pontefici che, come abbiamo rilevato, seguivano dottrine diverse e in opposizione tra loro. Pio XII e Giovanni XXIII hanno condannato la Divina Misericordia, mentre Paolo VI e Giovanni Paolo II l'hanno approvata. Quindi, secondo lei, è disonesto chi presenta un solo aspetto come il pensiero della Chiesa e non lo armonizza con l'altro aspetto. Mi permetta di analizzare questo ragionamento.
L'articolo di Mons. Perez non ha affrontato la chiara contraddizione delle due azioni perché quell'articolo era in realtà la trascrizione di un'omelia da lui pronunciata nella sua cappella. Questo pubblico è consapevole fino alla nausea che il Vaticano II ha cambiato la dottrina della Chiesa e, quindi, non ha ritenuto necessaria tale spiegazione. Quindi, il suo scopo era semplicemente quello di informare i fedeli presenti che la Divina Misericordia è stata condannata prima del Vaticano II perché alcuni si chiedevano la ragione per cui tale devozione non fosse stata introdotta in quella cappella. Non c'è niente di disonesto in questa procedura.
È ciò che dovrebbe fare ogni buon sacerdote per il bene delle anime. Sarebbe disonesto se qualcuno cercasse di mostrare l'approvazione della Divina Misericordia come la posizione ufficiale della Chiesa, cercando di nascondere che c'è stato un enorme cambiamento nella dottrina tra le due condanne (1958-1959) e l'inizio del pontificato di Giovanni Paolo II (1978). Chi lo facesse cercherebbe di presentare il Vaticano II e i suoi frutti, compresa la Divina Misericordia, in perfetta continuità con la tradizione della Chiesa. Questo sarebbe disonesto perché coprirebbe gli errori del progressismo. Ed è ciò che lei hai fatto. Pertanto, la disonestà non è nella posizione di Mons. Perez, ma nella sua.
Conclusione
Il permesso è stato accordato, ed ecco che le precedenti condanne sono state accusate di contenere «traduzioni errate». Grazie agli sforzi di Wojtyla, le condanne sono state ribaltate. In seguito, divenuto Papa Giovanni Paolo II, Wojtyla ha istituito la Divina Misericordia come Festa ufficiale nella liturgia della Chiesa, ha promosso Suor Faustina alla dignità di santa e nel 2002 ha anche consacrato il mondo alla Divina Misericordia. Le precedenti condanne sono state annullate a causa di «cattive traduzioni». Tutte le altre gravi riserve sono state spazzate via per promuovere una devozione che si allinea perfettamente con gli ideali del progressismo.
I difensori della Divina Misericordia cercano di imporla ai fedeli in nome dell'autorità pontificia. Essi evitano astutamente di dire che il Vaticano II ha cambiato la dottrina cattolica e che, quindi, oggi abbiamo «papi conciliari» che si oppongono ai Papi pre-Vaticano II. La cosa giusta da fare è affrontare la contraddizione e analizzare l'opposizione di queste dottrine: la dottrina cattolica perenne e la dottrina progressista postconciliare. Questo è ciò che devo osservare sul suo attacco alla posizione di Mons. Patrick Perez sulla Divina Misericordia.
In Jesu et Maria.
P. Theodore Roriz, O.C.
Note
1 Traduzione dall'originale inglese Church Reasons to Condemn the Divine Mercy Devotion, a cura di Paolo Baroni. Articolo reperibile alla pagina web https://www.traditioninaction.org/HotTopics/f072_DivMercy.htm Il grassetto è sempre nostro. 2 Cfr. Divine Mercy in My Soul, The Diary of Sr. Faustina («La Divina Misericordia nella mia anima, il diario di Suor Faustina»), Marian Press, Stockbridge 1987, pag. 288. 3 Ibid., pag. 400. 4 Ibid., pag. 168. 5 Ibid., pag. 23. 6 Traduzione dall'originale inglese Br. Theodore Roriz, O.C., Refutes Michael Hichborn on Divine Mercy, a cura di Paolo Baroni. Articolo reperibile alla pagina web https://www.traditioninaction.org/polemics/F_07_DM_06.htm 7 Cfr. Sister Faustina's Diary, voci 699, 1074, 1485, 1578. 8 Cfr. Denzinger, nn. 1224, 1237, 1238, 1257. 9 Cfr. Acta Apostolicæ Sedis, vol. 51, 1959,, pag. 271. 10 Divine Mercy in My Soul, The Diary of Sr. Faustina, Marian Press, Stockbridge 1987. Per un elenco più completo degli errori, dei punti dubbiosi e delle vere e proprie contraddizioni presenti nel Diario di Suor Faustina, vedi qui: Purtroppo la pagina è in lingua inglese... 11 L'attaccamento personale di Wojtyla alla Divina Misericordia come causa di revoca delle condanne non è solo una mia opinione. Nel numero del 30 agosto 2002, un giornalista del National Catholic Reporter, John Allen Jr., osservò: «Ufficialmente. un divieto durato vent'anni è ora attribuito a malintesi creati dalla traduzione italiana errata del Diario, ma in realtà c'erano serie riserve teologiche». In quello stesso numero, un professore di Roma criticò la devozione di Giovanni Paolo II alla Divina Misericordia affermando che «la Chiesa non è il parco giochi privato del Papa». A riguardo del collegamento tra Giovanni Paolo II e la devozione alla Divina Misericordia, vedi pagina web https://www.divinemercy.org/introduction/63-pope-john-paul-ii-a-divine-mercy.html
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