di Jacques Bordiot 1
Premessa
Secondo numerosi autori, la Massoneria 2, era in origine - a riguardo esistono molte controversie - un'associazione professionale che raggruppava i muratori, i quali avevano determinate regole della loro arte, tenute segrete per motivi pratici. Nei tempi antichi, ogni mestiere aveva un aspetto sacralizzante, che si traduceva in un proprio rito di iniziazione:
-
«Ossia un qualcosa che permetteva ad ogni uomo di ricevere
un'influenza spirituale che rendeva il mestiere non solo
un'estensione obbligatoria della mano, ma anche una proiezione
dell'essere verso una realizzazione spirituale. Il mestiere,
necessario alla sopravvivenza materiale, era indispensabile anche per la
trascendenza
dell'essere. Ogni individualità tendeva, mediante l'esercizio
del mestiere
sacralizzato, alla realizzazione dell'integrità delle proprie
possibilità spirituali.
Inutile dire che, anche nei primi tempi, se
la professione sacralizzata apparteneva già al campo
dell'esoterismo, l'Iniziazione, pur trasmettendo a tutti un'influenza
spirituale reale,
non permetteva a tutti una realizzazione spirituale
totale. Tutti venivano iniziati; la maggior parte però lo
era solo virtualmente;
pochissimi erano gli eletti. L'Iniziazione avveniva attraverso i rituali.
Essa veniva espressa mediante i
simboli [...]. L'Iniziazione, nelle sue forme, nei
suoi mezzi e nei suoi obiettivi, Una nel suo Spirito [...],
mediante la Saggezza che
presiedeva
lo sviluppo ragionato dell'Opera, grazie alla Forza che
le consente
la realizzazione effettiva, e per mezzo della Bellezza che dà ad
ogni realizzatore l'Amore - ovvero la Conoscenza -
aiutavano l'artigiano a spogliare l'uomo vecchio per trasformarlo
nell'uomo nuovo, creatore di oggetti e forgiatore di un
mondo nuovo, finalmente armonioso.
Sopra: la
Massoneria operativa.
L'Iniziazione del
mestiere è specifica di ciò che è Manifestato. Vale a dire
che, situata sotto la Volta del cielo, essa pone il lavoratore
sulla Terra, tra gli oggetti che la misurano e
le stelle che appartengono ad un mondo immutabile.
L'iniziato
è dunque Figlio del Cielo e della Terra, e la sua Iniziazione
tecnica procede unicamente da piccoli misteri [...].
Prima del cristianesimo, poiché il mestiere di costruttore
nacque dall'immediato bisogno di un riparo, la Massoneria si è adattata
in tal senso ed
ha associato il principio di reintegrazione primordiale a
quello di Redenzione. La Massoneria si pose
deliberatamente sotto il segno della croce, perché
orizzontalmente essa rappresenta il Manifestato, vale a dire la
Vita e la Morte, l'Alfa e l'Omega che i massoni scolpiscono
nella pietra sotto forma di alcuni simboli e, verticalmente,
partecipando così all'esaltazione spirituale»
3.
-
«Per
Marius Lepage, uno dei
più grandi
conoscitori di tutto
che ha a che fare con gli studi massonici, "la Massoneria
francese unisce in sé due distinte correnti tradizionali: quella operativa,
proveniente dagli
antichi costruttori, e quella speculativa, portata dagli ermetisti
e dai filosofi (la corrente templare, la cui esistenza -
credo - sarebbe, da questo punto di vista, polivalente, unendo
in sè i simboli
della costruzione, della cavalleria e dell'ermetismo).
L'aspetto morale, - particolarmente sensibile nei Paesi
anglosassoni -
verrebbe dalla corrente operativa conservata negli "Old
Charges" [...].
D'altra parte, l'aspetto ermetico e metafisico, predominante
nel particolare simbolismo della Massoneria latina, proverrebbe
da fonti abbastanza diverse» 4.
Sopra: il
massone Marius Lepage
(1902-1972).
Da queste due citazioni, dobbiamo dedurre:
Sopra: il Libro delle Costituzioni di Anderson del 1723.
L'influenza dell'ermetismo
Se, a priori, dobbiamo stabilire una differenza tra esoterismo e occultismo 6, come ripetutamente afferma il massone Jean Palou (1917-1967), nel suo libro La Franc-maçonnerie, resta il fatto che l'ermetismo 7, che è così spesso menzionato nei testi massonici e dallo stesso Palou, è, per definizione, una «dottrina occulta». Ora, l'esoterismo postula
Sopra: l'opera del massone Jean Palou intitolato La Franc-maçonnerie.
Questo è ciò che conferma Jean Palou, quando scrive:
Per dare un'idea del simbolismo massonico, prenderemo in prestito dallo stesso autore il testo relativo al 25º Grado massonico:
«È
piuttosto inesatto dire - come fa Fratel Bouilly -
che il Grado di Cavaliere del Serpente di Bronzo (25 °
grado) contenga "una parte del 1º Grado dei 'Misteri egizi',
da cui ha avuto origine la medicina e la grande arte di
comporre i medicamenti", cercando così di dimostrare che
questo Grado contenga elementi di spagiria (medicina
naturale; N.d.T.).
Sopra: il
massone Jean-Nicolas Bouilly (1763-1842).
In realtà, è un
simbolismo molto più antico dal momento che si trova nella
Bibbia (a) e nel Vangelo secondo San Giovanni, che associa
ancora una volta il santo patrono dei muratori operativi
agli alti Gradi Cavallereschi Scozzesi
(b). Il Serpente di
Bronzo mosaico, il cui simbolismo si trova nel IV libro del
Pentateuco (il "Libro dei Numeri") rappresenta nell'iconografia
cristiana Cristo sulla croce, che è "sul piano delle anime
ciò che il Serpente di Bronzo era per gli ebrei sul piano
fisico: il Guaritore, il Restauratore, il Responsabile e il
Salvatore della Vita"
(c).
Sopra:
il
Serpente di Bronzo mosaico (Nm 21, 4-8).
È superfluo sottolineare
l'aspetto benefico del Serpente che, nel simbolismo
dell'Alto Egitto (non si tratta, come vediamo, dei "misteri
egizi", ma di qualcosa di molto più profondo, e che in
questo caso non è che un particolare aspetto figurativo di
un simbolo universale), figurava "Kneph" e ha prodotto l'Uovo
del mondo "dalla sua bocca (simbolo del Verbo)"
(d). Per i
druidi, l'Uovo del mondo era "l'Uovo del Serpente"
rappresentato dal riccio di mare fossile, e noi abbiamo
dimostrato altrove che quest'ultimo, simbolo
dell'immortalità,
nell'Alto Medioevo era spesso collocato
nelle tombe.
Il riccio di mare, con i suoi cinque rami (una concordanza prossima alla
Stella fiammeggiante, il
simbolo pitagorico divenuto uno dei fregi più importanti della
Massoneria operativa, divenuto in seguito della Massoneria
speculativa) è l'uomo che ha raggiunto il pieno
ripristino.
Sopra: Stella
Fiammeggiante massonica.
Se guardiamo il pendaglio del 25° Grado, vediamo che la sua
figura forma il nome di Sheth
"ricondotto ai suoi elementi essenziali "S.T." nell'alfabeto latino
(che è solo una forma dell'alfabeto fenicio), [e che] da
luogo alla
figura del Serpente di Bronzo"
(e). Noteremo
ancora
[...] che
le iniziali "S.T.", simboli del Serpente di Bronzo, sono
collegate
con un albero o con un bastone da trasporto attorno al quale
era attorcigliato
un Serpente, che potrebbe prestarsi a considerazioni sul
simbolismo assiale verticale.
Sopra: simbolo
del 25º Grado della Massoneria
di Rito
Scozzese Antico e Accettato.
René Guénon ha giustamente
sottolineato che l'asse verticale da luogo alle lettere "S.T.", di cui un'altra forma si trova nel
Serpente e nella freccia che appaiono
sul
sigillo di Cagliostro". La lettera "S" che si trova ripetuta
tre volte in un altro Alto Grado Scozzese è simbolo della
molteplicità, mentre la lettera "T" è quella dell'unità
principale.
È quindi abbastanza normale trovarli associati. Ẻ evidente che la loro rispettiva corrispondenza con il
Serpente e l'asse assiale concordi perfettamente con questo
significato
(f)»
10.
L'influenza della gnosi
- «La lotta contro la
Gnosi fu il grande sforzo dottrinale della Chiesa nel II
secolo. Lo
gnosticismo
11
rappresentava un duplice sforzo del pensiero filosofico e
del pensiero religioso. Il primo cercò di assorbire il
cristianesimo trasformandolo in una filosofia religiosa;
l'altro tentò di trovarvi un significato
più profondo della semplicità
del Vangelo e
di trasformalo in una mistagogia (il cammino fatto di
apprendimento e di conoscenza; N.d.T.) di iniziazioni e di
sogni. In entrambi i casi, si trattava di una scienza più
elevata (gnosis) che pretendeva di sostituire la fede comune
e ordinaria (pistis). Si pensava che lo gnostico sarebbe
stato in grado di capire da sé la sua fede e di svelare il
suo mistero.
"Essendo la maggior parte degli scritti
gnostici scomparsi, è difficile sapere come fossero i
sistemi gnostici dei primi cinquant'anni - dal 120 al 170
circa d. C. - e la dottrina specifica di coloro che per primi
l'hanno formulata e professata. Allo stato attuale della
nostra conoscenza dei sistemi gnostici del II secolo, non
sembra possibile fornire una classificazione soddisfacente;
tuttavia, possiamo dividerli in due grandi categorie: coloro
che hanno attinto dalle religioni siriane, caldee
e persiane per comporre la gnosi siriana (Simone,
Menandro, Saturnino, gli Ofiti, ecc...), e quelli che
mutuato dalla religione dell'antico Egitto per comporre la
gnosi alessandrina (Valentino e i suoi discepoli, Basilide, Carpocrate, i Doceti, ecc...) [...]. La
gnosi [...] non era che la secolarizzazione acuta
del cristianesimo, una filosofia che doveva sostituire
la Rivelazione, un tentativo del paganesimo di continuare a
vivere sotto copertura nella Chiesa»
12.
Sopra:
Valentino, uno dei filosofi
gnostici più
influenti (II secolo d. C.).
-
«I pagani che si allontanavano
dall'idolatria conservavano sentimenti e idee che
contaminavano la fede cristiana e la alteravano per far
rivivere perpetuamente le teorie gnostiche: essi adoravano
Gesù, ma vedevano in lui una Potenza di Dio analoga ad
altre, una sorta di angelo inviato agli uomini per
illuminarli: la Sua morte redentrice non aveva il valore che
definiva i discepoli di San Paolo. La sua umanità,
d'altronde, era ai loro occhi unicamente un'apparenza,
poiché essa apparteneva a Dio» 13.
Un archivista dipartimentale del Loiret, Jules
Doinel (1842-1903), membro del Consiglio dell'Ordine del
Grand'Oriente di Francia 14, rinvenne
un documento del 1022, scritto dalla mano del Cancelliere episcopale
Etienne, uno dei quattordici eretici bruciati ad Orleans il 28
dicembre 1022, per aver praticato e professato la dottrina gnostica.
Egli iniziò a raccogliere queste tradizioni e a ringiovanirle.
Sopra: Jules Doinel, alias,
Valentino II, primo
Patriarca della Chiesa Gnostica
rinnovata.
Nel
1888, Doinel si autonominò primo Patriarca della Chiesa Gnostica
rinnovata prendendo il nome di Valentino II. Nel 1893, un sinodo
«lo consacrò di Vescovo di Monségur, un titolo con cui era già
stato investito intuitivamente» 15,
in memoria degli eretici albigesi, ai quali vengono spesso
ricollegati gli antichi gnostici. La tesi gnostica si basa sul fatto
che la Chiesa cattolica avrebbe commesso un errore consegnando tutti
i suoi misteri alla folla invece di seguire le istruzioni di Gesù.
Il divin Maestro avrebbe voluto che la religione pura e semplice
contenuta nei tre Vangeli sinottici fosse esposta alle intelligenze
più grette (insegnamento essoterico), mentre il suo insegnamento
gnostico e segreto (esoterico) sarebbe stato riservato unicamente ai
suoi discepoli: si tratterebbe del vero significato delle parabole
che Gesù avrebbe spiegato solo ai suoi amici più cari e che si
troverebbe nel Vangelo di San Giovanni, in cui gli iniziati sanno
riconoscerlo seguendo le tradizioni più antiche di tutti i popoli
civilizzati.
«La
gnosi è quindi la scienza religiosa per eccellenza, vale a
dire la vera conoscenza dei tre mondi, divino,
spirituale e materiale, nonché i loro rapporti. Essa ha
per base: 1) L'antica tradizione di cui una parte è stato
conservato nei Veda, nello Zend-Avesta e in alcuni libri
ebraici come i Salmi, il Libro della Sapienza e l'Ecclesiaste
[...], (gli gnostici generalmente ripudiavano l'Antico
Testamento) e la Kabbalah; 2) La tradizione esoterica
del cristianesimo; 3) La scienza, ossia lo gnosticismo
cristiano adattato alla tradizione» 16.
Non è nostro scopo spiegare in questa sede nel
dettaglio le basi di gnosticismo. D'altra parte, è interessante
notare che, come ha scritto Fratel Albert Pike (1809-1891),
«la gnosi è il midollo della Massoneria»
17.
«La
Massoneria non sarebbe né più né meno che di origine gnostica.
Essa verrebbe dall'alleanza dei rappresentanti di Società
gnostiche con le Logge dei muratori che hanno costruito i
nostri edifici cattolici dal XIII al XVIII secolo»
18.
Sopra: il massone di
alto Grado Albert Pike.
Almeno
così affermano le riviste gnostiche. Si dice che la fondazione della
Gran Loggia di Londra abbia avuto luogo sotto l'influenza della
Società alchemica dei
Rosacroce,
«erede dei Cavalieri Templari che mantennero lo gnosticismo
primitivo».
«Il
24 giugno 1717, i Rosacroce, Jean-Théophile Desaguliers,
naturalista, e James Anderson, ministro protestante,
"assistito - dice la lettera di convocazione - dai Fratelli
Georges Payne, King, Calvert, Luniden, Elliot e molti
altri", convocò presso la Locanda del Melo, situata in
Charles Street, vicino a Covent-Garden Market, a Londra,
tutti i membri delle quattro Logge massoniche che a quel
tempo erano ancora attive a Londra. Lo scopo di
quell'incontro era la fusione della
"Fratellanza dei massoni liberi e accettati" con la "Società
Alchemica dei Rosacroce" onde permettere a questi ultimi di
coltivare la loro ricerca alchemica e le loro idee gnostiche
sotto il manto rispettabile della Fratellanza e di procurare
ai massoni liberi e accettati i vantaggi che solo i seguaci
rosacruciani, ricchi e influenti, avrebbero potuto
apportare.
Sopra: da
sinistra, Jean-Théophile Desaguliers e James Anderson.
L'Assemblea accettò all'unanimità la fusione e la
Massoneria nacque da questa accettazione. Il raggruppamento
di queste quattro Logge di Londra, riunite alla Locanda del
Melo, prese il nome di "Gran Loggia d'Inghilterra". Nel
1723, Anderson redasse, fece sottoscrivere e pubblicò il
"Libro delle Costituzioni dei massoni liberi e accettati".
Questo nome è stato mantenuto per escludere la possibilità
di intendere il vero scopo della nascente Massoneria. Ma lo
scopo segreto della nuova società era sempre quello:
riprendere il lavoro degli antichi gnostici e dei Templari,
che doveva sostituire il cristianesimo semitizzato e
degenerato d'Occidente, con un cristianesimo
esoterico e gnostico, che leader massonici avevano
imparato studiando i libri sacri d'Oriente e affiliandosi ad
alcune società segrete dalla stessa area. Lo scopo
dichiarato era la diffusione del liberalismo in tutto l'Universo»
19.
Non tutti gli autori massonici sono d'accordo su
questa filiazione, che del resto è ancora tutta da dimostrare. Tanto
più che è sbagliato pretendere di rimontare alle origini della
Massoneria cercandole nella creazione della Gran Loggia di Londra:
essa esisteva già da molto tempo prima. Al massimo, potremmo dire
che quella fusione segnò la trasformazione della Massoneria
operativa in Massoneria speculativa. D'altra parte, non si può
negare l'influenza dello gnosticismo dei Templari sulla Massoneria.
Troviamo tracce di tale influsso in tutto il simbolismo massonico, e
specialmente nel rituale dei Gradi 20.
L'influenza della Kabbalah
Scrive Padre Emmanuel Barbier s.j.
(1851-1925):
«Per i
cabalisti, la Bibbia non sarebbe affatto un libro storico, e
ancor meno profetico che avrebbe come scopo l'utilità
universale di insegnamento a riguardo dei progetti e della
condotta di Dio verso l'umanità. Essa sarebbe un libro
per iniziati contenente una dottrina segreta
occultata sotto meri simboli di cui solo una piccola élite
possiederebbe la chiave di lettura»
21.
La Kabbalah o Cabala è dunque una
tradizione esoterica ebraica. Ciò è confermato dal Nouveau
Universal Larousse che la definisce in questi termini:
- «Cabala
(dall'ebraico "Kabbalah", ossia "tradizione"). Tra gli
ebrei, esiste una misteriosa interpretazione della Bibbia,
trasmessa attraverso una catena ininterrotta di iniziati.
Sviluppatasi nei due secoli precedenti il cristianesimo, ed
esposta in libri come il Sephir-Jetzira e lo Zohar, la
Cabala è letteraria e numerica; essa attribuisce un
significato simbolico alle lettere dell'alfabeto e ai
numeri, e ne interpreta le combinazioni. La Cabala ha
esercitato una grande influenza non solo sull'ebraismo, ma
anche sul pensiero umano in generale. Essa ha annoverato tra
i suoi seguaci nomi famosi, come Filone l'ebreo, Avicenna, Raimondo
Lullo, Pico della Mirandola, Paracelso, Reuchlin, ecc...
Alla fine essa è sfociata nella teurgia e nella magia»
22.
- «Distinguiamo la Kabbalah letterale e la
Kabbalah teorica. La Kabbalah letterale è attribuita a Mosè,
mentre la Kabbalah teorica riguarderebbe il periodo della cattività
babilonese [...]. Nella Kabbalah letterale, la tradizione professata
dagli ebrei [...] fu lo stesso Mosè, che previde che il suo libro
avrebbe subito false interpretazioni fornite col passare del tempo,
a fare ricorso ad una legge orale, che comunicò a viva voce
a uomini
affidabili di provata fedeltà, e che avrebbe incaricato di trasmettere
il suo insegnamento nel segreto del santuario ad altri uomini, che
lo avrebbero trasmesso a loro
volta di era in era per farlo giungere ai posteri più remoti [...].
Per i rabbini e le persone che essi guidano, la Cabala letterale
è un'interpretazione meccanica dei libri sacri che [...]
rende la Kabbalah letterale un metodo di
interpretazione
basato sulla predominanza voluta della lettera sullo spirito»
23.
- «In
definitiva, la Kabbalah teorica si basa veramente sulla tradizione ebraica? Questo
è ciò che pretendono i rabbini cabalisti [...]. È
vero che molte tradizioni cabalistiche sono conformi alla vera tradizione religiosa
ebraica, e quest'ultima,
consultata presso le sue vere fonti, fornisce chiarimenti
e conferme utili. Ma le glosse sono panteistiche a causa
dell'influsso pagano sotto cui la Kabbalah dei tempi
moderni si è venuta a formare.
In breve, la Kabbalah teorica è la tradizione orale di Mosè
distorta e paganizzata [...] dagli apporti
caldei e persiani» 24.
-
«Possiamo
dire che la Kabbalah teorica conduce all'occultismo,
alla teosofia e alla gnosi, che probabilmente ne sono
delle derive» 25.
Sopra: l'Albero
cabalistico della Vita.
Che la Kabbalah abbia avuto e continui ad
esercitare un'influenza sulla Massoneria è un fatto innegabile.
Un esempio è fornito da Joseph de Maistre (1753-1821), un cristiano,
ma anche un personaggio profondamente massone, per il quale
«i primi tre Gradi della
Massoneria hanno ciascuno un oggetto
religioso: il primo deve insegnare la beneficenza verso il prossimo e
la patria; il secondo deve cercare di condurre all'unificazione di
tutte le Chiese; il terzo deve lavorare per sviluppare un "cristianesimo trascendente". Dal momento che
nella Bibbia
tutto è allegorico, secondo
De Maistre, esiste per il massone cristiano
un campo di lavoro infinito. Dobbiamo obbligare i massoni che
arrivano
a tal punto a riscoprire i lineamenti eterni di
questa religione più antica di Cristo, perché, dice, "la vera religione ha più di diciotto secoli.
Essa è nata il giorno in cui sono nati i giorni.
"Torniamo all'origine delle cose e mostriamo mediante una
filiazione incontestabile che il nostro sistema riporta al deposito
primitivo
i nuovi doni apportati dal Grande Riparatore". (Con questo termine
si designa Cristo)» 26.
Sopra: Joseph de Maistre.
Concludiamo il discorso con questa osservazione:
«Il sistema degli Alti Gradi
Scozzesi è diviso in due
serie abbastanza diverse. Quelli dal 4º al 14º Grado incluso, che
sono Gradi correlati alla vendetta dei Salomoniani alla ricerca
della Parola Perduta
(1), sono collegati
al ciclo dell'Antico Testamento, e quindi alla Cabala ebraica. Il
loro interesse si concentra principalmente sulla Shekinah
(2); e
tutto un ordine di ricerca dev'essere realizzato in questo senso
[...]. Tuttavia, questi Gradi si riferiscono alle tradizioni
persiane o egizie» 27.
Sopra: la parola Shekinah
in ebraico.
In realtà, avremmo torto
«se [...] vedessimo
nella Kabbalah la gnosi, la teosofia e l'occultismo, scuole
interamente distinte l'una dall'altra, ognuna con il proprio corpo
dottrinale. Nondimeno, esse si incontrano tutte, a
parte differenze secondarie, nella stessa spiegazione di Dio,
dell'uomo e del mondo» 28.
Attingendo a queste fonti, la Massoneria si
è forgiata un proprio esoterismo di sintesi, le cui varianti tra
le diverse obbedienze si riferiscono infatti solamente a particolari
di dettaglio privi di reale importanza.
Note
1 Traduzione dall'originale francese L'esoterisme de la Franc-maçonnerie, a cura di Paolo Baroni. Estratto (pagg. 57-67) dall'opera AA. VV. Infiltrations ennemies dans l'église (Publications Henry Coston 1999). Il grassetto è sempre nostro. 2 «La Massoneria è una Società segreta diffusa in diversi Paesi del globo» (cfr. Nouveau Larousse Universel, vol. I, pag. 776). 3 Cfr. J. Palou, La Franc-Maçonnerie, Payot, 1964, pagg. 11-13.
4
Ibid., pag. 21; M.
Lepage, «Nos ancêtres, les bâtisseurs d'églises» («I
nostri antenati, i costruttori di chiese»), in Le Symbolisme,
n° 6, 328, luglio-agosto 1956, 5 Cfr. J. Palou, op. cit., pag. 68. 6 «Occultismo: scienza delle cose occulte. Si tratta di una sopravvivenza di concezioni primitive dell'umanità in un momento in cui l'ignoranza presupponeva per tutti i fenomeni cause e agenti misteriosi. Il suo dominio, intermedio tra quello della religione e quello della scienza, abbraccia fatti che sembrano indicare l'intervento di forze al di fuori di qualsiasi spiegazione razionale. L'occultismo, che un tempo includeva la magia, l'astrologia, l'alchimia e le diverse modalità di divinazione, oggi è ridotto allo spiritismo, che tende a stabilire relazioni tra il mondo dei vivi (piano fisico o terrestre) e quello dei morti (piano astrale)» (cfr. Nouveau Larousse Universel, vol. II, pag. 333). 7 «Ermetismo: dottrina occulta, che prende il nome da Ermete Trismegisto. Coltivato durante tutto il Medioevo, l'ermetismo presuppone relazioni misteriose tra tutte le parti dell'Universo visibile e invisibile. Questa cosiddetta scienza si fonde con l'occultismo, la magia, la alchimia, ecc...». (cfr. Nouveau Larousse Universel, vol. I, pag. 922). 8 Cfr. P. E. Barbier, Les infiltrations maçonniques dans l'égllse («Le infiltrazioni massoniche nella Chiesa»), Desclée de Brouwer et Cie, 1910, pag. 49. 9 Cfr. J. Palou, op. cit., pag. 67. 10 Ibid., pagg. 142-144; le note (a), (b), (c), (d), (e) ed (f) corrispondono alle note (127), (128), (129), (130), (134) e (138) del testo citato. (a) Durante l'Esodo «il Signore mandò tra il popolo dei serpenti velenosi i quali mordevano la gente, e gran numero d'israeliti morirono. Il popolo venne da Mosè e disse: "Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti". E Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: "Fòrgiati un serpente velenoso e mettilo sopra un'asta: chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita". Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra un'asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita» (Nm 21, 6-9). (b) «E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna» (Gv 3, 14-15). Gesù disse anche: «Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12, 32). E parlando degli ebrei e dei loro Libri Sacri disse: «Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita» (Gv 5, 39-40). E ciò ci fa ricordare ciò che disse Salomone (il cui nome è indissolubilmente legato alla costruzione del suo Tempio e alla Massoneria): «Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato non da quel che vedeva, ma solo da te, salvatore di tutti» (Sap 16, 7). (c) Cfr. L. Charbonneau-Lassay, L'Esotérisme de quelques symboles géométriques chrétiens («L'esoterismo di alcuni simboli geometrici cristiani»), pag. 26. Lo stesso autore segnala che la che «il pulpito della chiesa di Saint-Pierre-du-Marché, a Loudun, porta scolpita sul suo schienale una grande croce attorno alla quale è arrotolato un serpente, emblema di Cristo crocifisso» (Ibid., pag. 26, nota nº 1). (d) Cfr. R. Guénon, «Sheth». in Symboles fondamentaux de la science sacrée («Simboli fondamentali della scienza sacra»), Gallimard, Parigi 1962, pag. 158, nota nº 3. (e) Ibid., pag. 159, nota nº 3. (f) Cfr. R. Guénon, in Etudes traditionnelles, numero di giugno 1939, pag. 234. Sul quinto pilastro esterno sul lato Sud della Cattedrale di Embrun troviamo incisa nella pietra la lettera «I», un Sole e un numero 4 (su quest'ultimo simbolo vedi R. Guénon, «Le quatre de chiffre», in op. cit., pagg. 396-399). Il numero 4 è un simbolo della Redenzione: «Esso forma un triangolo, simbolo della Trinità; poi possiamo attribuire al numero 4 l'idea della formazione del nuovo mondo rappresentato dai 4 elementi, dalle 4 stagioni, dai 4 punti cardinali e moralmente dall'origine della religione cristiana le cui basi, dopo Gesù Cristo, sono fondate sui 4 Evangelisti, e rappresenta la vita» (cfr. L. Gruel, Recherches sur les origines des marques anciennes qui se rencontrent dans l'art et dans l'industrie du XV au XIX siècle par rapport au chiffre quatre, Parigi 1926, pag. 105.) Possiamo leggere alcuni interessanti annotazioni sullo stesso argomento in A. Bouton-M. Lepage, Histoire de la Franc-Maçonnerie dans la Mayenne, pag. 12. È quindi completamente caratteristico che il numero 4 sia associato sulla parete Sud della chiesa con il Sole e alla «I» (Iod) principale. 11 Gnosticismo (dal greco gnôstikos): sistema di filosofia religiosa i cui sostenitori hanno affermato di possedere una conoscenza completa e trascendente della natura e degli attributi di Dio: lo gnosticismo si avvicina sia al platonismo che al manicheismo. «Secondo gli gnostici, da un "dio" ineffabile, del quale nulla può essere detto, il mondo in cui siamo è uscito per emanazione. Tutto è iniziato con spiriti puri da qualsiasi mescolanza. Poi venne la materia, il principio del male. Da qui l'assoluta condanna della vita, del matrimonio e anche della proprietà delle cose materiali. Lo gnosticismo uscì dalle difficoltà pratiche mediante determinate formule devianti che molte sètte hanno seguito. La carne e la materia sono cattive; ma, va aggiunto, c'è solo da disprezzarli nello spirito, cedendo loro nei fatti. Lo gnosticismo si suddivise in una settantina di sètte» (cfr. Nouveau Larousse Universel, vol. I, pag. 844). 12 Cfr. P. E. Barbier, op. cit., pagg. 75-76. 13 Cfr. A. Dufourcq, voce «La Religion catholique», in Encyclopédie Larousse Méthodique, Vol. l, pag. 553, col. 1. 14 Cfr. La Gnose, marzo 1910, pag. 84. La Gnose è una rivista mensile fondata da Synésius (Fratel Fabre des Essarts, Patriarca della Chiesa Neo-Gnostica Valentiniana). Tale rivista, che «si intitola organo della Chiesa Gnostica Universale [...], porta in copertina une combinazione di emblemi massonici e gnostici» (cfr. E. Barbier, op. cit., pag. 81). 15 Cfr. P. E. Barbier, op. cit., pag. 77. 16 Ibid., pagg. 86-87. Per il riassunto della tesi gnostica ci siamo inspirati al capitolo «Le Rôle de la Gnose» («Il ruolo della gnosi») della stessa opera (pagg. 84-87). 17 Cfr. La Gnose, marzo 1910, pag. 84. 18 Cfr. P. E. Barbier, op. cit., pagg. 103-104. 19 Ibid., pag. 106. 20 «Crediamo che la causa e la spiegazione storicamente accertate della penetrazione dell'eresia albigese gnostica nell'Ordine dei Templari siano poco conosciute [...] La regola del Tempio, scritta sotto l'ispirazione di San Bernardo, conteneva una disposizione speciale, che rivela lo spirito di clemenza della Chiesa, ma che avrebbe aperto la porta a strani abusi. Essa autorizzava l'Ordine a cercare reclute per le guerre sante tra i signori accusati di un qualsiasi crimine, inclusa l'eresia. Senza dubbio, la stessa clausola esigeva garanzie morali da parte di questi singolari novizi. Ma il pericolo di cadere nell'eresia era grande sia per l'Ordine che per i reclutati. In effetti, questa clausola della Regola del Tempio venne applicata in moltissimi casi ai signori della Linguadoca caduti, nell'eresia albigese, che trovavano in questo reclutamento un'uscita onorevole. I loro amici e il loro potere li resero influenti all'interno dell'Ordine. Da qui la sua perversione». (cfr H. de Curzon, La Règle du Temple, pag. 24). Questa Regola, la più antica delle quali è del XIII secolo, è stata inclusa nel verbale del processo dal Concilio di Troyes (1128) (cfr. P. E. Barbier, op. cit., pag. 108, nota nº 1). 21 Cfr. P. E. Barbier, op. cit., pag. 113. 22 Cfr. Nouveau Larousse Universel, vol. l, pag. 261. - «Teurgia (dal greco "theos", ossia "Dio" ed "ergon", opera). Trattasi di una specie di magia basata sul commercio con gli spiriti celesti» (cfr. Nouveau Larousse Universel, vol. II, pag. 919). - «Magia (dal greco "mageia", "magos", "mago"). L'arte che sostiene di produrre, attraverso pratiche bizzarre, effetti contrari alle leggi naturali [...]. La Magia nera, che ha come oggetto l'evocazione dei demoni. La Magia bianca, ossia l'arte di produrre alcuni effetti apparentemente meravigliosi, dovuti in realtà a cause naturali» (cfr. Nouveau Larousse Universel, vol. II, pag. 114). - «Zohar o Sepher ha Zohar ("Libro dello splendore"), libro ebraico che è come la Bibbia della Cabala; commento esoterico e mistico del Pentateuco, attribuito a Simon ben Jachai (II secolo), e a Moses ben Semlob de Leon (XIII secolo) (cfr. Nouveau Larousse Universel, vol. II, pag. 1087). - «Pentateuco (dalla greco "pente", "cinque", e "teuchos", "libro"). Nome dato ai primi cinque libri della Bibbia» (cfr. Nouveau Larousse Universel, vol. II, pag. 443). - «Filone l'ebreo, filosofo greco di origine ebraica, nato ad Alessandria verso l'anno 20 a.C. e morto dopo l'anno 54 della nostra era. La sua opera è una miscela di Platone e della Bibbia, ma in cui l'interpretazione della Bibbia occupa un posto predominante. Egli ebbe un'influenza decisiva sul neo-platonismo, ed esercitò un certo influsso anche sulla letteratura cristiana. Il suo lavoro più importante è un "Commento allegorico alla Bibbia"» (cfr. Nouveau Larousse Universel, vol. II, pag. 469). 23 Cfr. P. E. Barbier, op. cit., pag. 114. 24 Ibid., pag. 119. La glossa, nel mondo antico, era l'interpretazione di parole oscure (perché ermetiche o cadute in disuso) attraverso altre più comprensibili, ossia attraverso il linguaggio corrente. Aristotele nel XXI capitolo della Poetica descrive la glossa come un tipo di nome, distinto da quello comune, usato da un gruppo di parlanti differente rispetto a quello di riferimento e quindi desueto per questi ultimi. In seguito, a cominciare dal XII secolo d. C., la glossa ha incominciato ad indicare un commento ad un testo giuridico e glossatore era lo studioso che la elaborava (N.d.T.). 25 Cfr. P. E. Barbier, op. cit., pag. 120. 26 Cfr. B. Fay, La Franc-Maçonnerie et la Révolution intellectuel du XVIIIe siècle («La Massoneria e la rivoluzione intellettuale del XVIII secolo»), La Librairie Française, Parigi 1961, pagg. 193-194. De Maistre appartenne in gioventù all'Ordine Martinista, un'affiliazione che non rinnegò mai. 27 Cfr. J. Palou, op. cit., pag. 135. Le note (1) e (2) si riferiscono alle note (83) e (84) del testo di Palou. (1) «I primi Gradi di Vendetta, Perfetto Massone Eletto ed Eletto dei Nove, non si riferiscono in alcun modo alla vendetta dell'Ordine del Templari abolito, ma erano presumibilmente "Salomoniani". Il grido di Nekam (Nikam) chiedeva la vendetta di Hiram e non quella di Jacques de Molay (cfr. B. Reyor, "L'Ordre du Temple et l'ésotérisme chrétien", in Etudes Traditionnelles, nº 355, settembre-ottobre 1959, pag. 196, nota nº 4)». (2) «"La residenza della Shekinah è stata fissata solo il giorno in cui fu costruito il Tempio, per il quale Davide aveva preparato oro, argento e tutto ciò che era necessario per Salomone per completare l'opera. Il Tabernacolo della Santità di Geova, la residenza della Shekinah, è il Santo dei Santi, che è il cuore del Tempio, che è esso stesso il centro di Sion (Gerusalemme), come Sion è il centro della terra di Israele, come la terra di Israele è il centro del mondo (P. Villiaud, La Kaballe juive, Parigi 1923, vol. l, pag. 509.)». Notiamo che questo è ciò che pensano anche i leader sionisti. A proposito di Hiram, che è così spesso menzionato negli studi massonici: «Hiram o Chiram, artista fenicio, che, inviato a Salomone dal re di Tiro, Hirom, creò per il Tempio due cherubini d'oro, il mare di bronzo, ecc... L'assassinio di Hiram da parte di tre dei suoi compagni gelosi del suo merito è ancora simboleggiato nelle Logge massoniche durante le cerimonie di accoglienza per il Grado di Maestro» (cfr. Nouveau Larousse Universal, vol. l, pag. 932). Per alcuni autori, l'esistenza di Hiram è leggendaria. Durante la creazione del Grado di Maestro «si dovette creare un rituale per il terzo Grado. Si improvvisò dunque un dramma: era la leggenda di Hiram. Nessun "Old Charge" parla o fa allusione ad Hiram, ed H.-F. Marcy ha ragione nel sottolineare che fino al 1717 "non è mai apparso nelle Tradizioni del Mestiere e nel cerimoniale delle Logge [...]. Il nome di Hiram appare unicamente nella storia antica di James Anderson all'inizio del Libro delle Costituzioni del 1723» (cfr. J. Palou, op. cit., pagg. 120-121). In ebraico Shekinah significa «dimora». In questo caso si parla della presenza di Dio che dimora nel Tempio (N.d.T.).
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Cfr. P. E. Barbier,
op. cit., pag. 112.
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