titolo l'omicidio rituale

di don Curzio Nitoglia 1

 

postato: 26 gennaio 2017

 

omicidio rituale simonino

Stampa antica (Weltchronik d'Hartmann Schedel, 1493) che ritrae il martirio del

piccolo Simonino di tre anni avvenuto nella città di Trento nel 1475.

 

 

Presentazione

 

Nel lontano 1893, la prestigiosa rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica pubblicò una serie di articoli sulla morale ebraica a cura di Padre Giuseppe Oreglia s.j. (1823-1895). Nel primo di essi questi affermava:

 

«Noi non scriviamo nell'intento di accendere [...] l'antisemitismo, ma di dare piuttosto agli italiani l'allarme, perché si mettano sulle difese contro chi ne osteggia la fede, ne corrompe il costume e ne succhia il sangue, al fine di ammiserirli, dominarli e renderli schiavi» 2.

 

padre giuseppe oreglia

Padre Giuseppe Oreglia s.j.

 

Già Dante Alighieri (1265-1321) aveva cantato: «Uomini siate, e non pecore matte, sì che 'l giudeo di voi tra voi non rida»! 3. Anche per me che scrivo su questo scottante argomento (dell'omicidio rituale) il fine non è certo quello di fomentare l'antisemitismo (condannato dalla Chiesa e quindi anche da me), ma solo quello di fare un po' di luce su un tema tanto misterioso.

 

«Proclamata la libertà dei culti, e concessa anche ai giudei la cittadinanza, questi seppero avvantaggiarsene per tal forma, che di nostri eguali, divennero ben tosto padroni. Infatti, chi oggi dirige la politica è la borsa, e questa è in mano ai giudei; chi governa è la Massoneria, e anche questa è diretta dai giudei; chi volge e rivolge a suo senno l'opinione pubblica, è la stampa, e questa è altresì in gran parte ispirata e sussidiata dai giudei» 4.

 

sigillo di salomone

 

Continua La Civiltà Cattolica:

 

«Ecco, ci dirà taluno, la ragione dell'antipatia che a tutti ispirano i giudei [...]. Si, questa è una delle ragioni, ma non è l'unica né la principale. Ve n'é un'altra più occulta, più misteriosa, e che in sé comprende tutte le altre [...]. La ragione alludiamo è un odio contro il cristianesimo, imposto ai giudei per legge, odio che giunge fino a giustificare a nostro danno ogni sorta di delitti» 5.

 

la civiltà cattolica

 

La morale ebraica è la causa principale dell'odio degli ebrei contro i non-ebrei

 

«La prima e principale ragione dell'avversione dei giudei contro i non-giudei, e massime contro i cristiani, si ha da rintracciare, cosa incredibile a dire, nella loro stessa morale e religione; la quale non è più la mosaica, ma la talmudica o rabbinica, foggiata a capriccio dagli scribi e farisei bugiardi interpreti della legge» 6.

 

Vediamo allora che cosa dice il Talmud sui cristiani:

 

«Il cristiano è omicida, immondo, sterco, dato alla bestialità, il suo solo incontro contamina, anzi non è propriamente uomo ma bestia» 7.

 

talmud babilonese

 

Continua Padre Oreglia:

 

«Posto questo bel concetto che i giudei hanno di noi [...], sarà da stupire che essi facciano un dovere di cospirare perpetuamente contro di noi? Se ci reputano bestie in sembianza umana, e bestie da Dio destinate a servirli è naturale che ci trattino, ove lo possano, da bestie» 8.

 

Il precetto dell'amore del prossimo (comandato dalla legge naturale e da quella mosaica) non è - secondo il Talmud - un precetto universale, ma è ristretto ai soli giudei e ai loro amici.

 

«Sennonché, Maimonide [...] trova modo di salvare capra e cavoli, dicendo "essere lecito fare del bene anche ai cristiani, però quando ne può venir vantaggio ad Israele, o quando questo può giovare alla sua tranquillità e a meglio celare l'inimicizia verso i cristiani"» 9.

 

Anche recentemente, in Israele il rabbino Ovadja Yosef (1920-2013) si poneva la questione

 

«se un ebreo può permettersi di infrangere il sabato per salvare la vita ad un "gentile", ad un non ebreo. In merito non ha avuto dubbi: in una conferenza ha sostenuto che un ebreo può contravvenire al sabato se può salvare la vita di un non ebreo. Anzi deve farlo, anche se la legge ebraica prescrive [...] che il sabato può venir violato solo per soccorrere un altro ebreo. Ovadja, infatti, sostiene che il mancato intervento di un ebreo nel salvare un non ebreo il sabato, potrebbe ritorcersi contro la comunità ebraica, rinvigorendo le critiche contro il suo stile di vita. Pertanto, secondo Ovadja, il salvare un non-ebreo, anche di sabato, indirettamente può essere considerato un atto lecito come quello compiuto da chi salva un correligionario in quel giorno santo» 10.

 

ovadja yosef

Rabbi Ovadja Yosef, capo spirituale

del partito ultra-nazionalista israeliano Shas.

 

Il Sanhedrin afferma che

 

«un ebreo deve reputarsi quasi simile a Dio! Tutto il mondo è suo, tutto deve a lui servire, specialmente le bestie che hanno forma di uomini, cioè i cristiani» 11.

 

sanhedrin

Pagina del trattato talmudico Sanhedrin (sec. XV).

 

Riprende La Civiltà Cattolica:

 

«Ora mirate le conseguenze che scaturiscono da questi bei principî, tutti i nostri beni appartengono ai giudei poiché essi solo sono uomini, e perciò hanno diritto di possedere, mentre noi non siamo persone ma cose». Quindi, il Talmud [...] dichiara lecita ai giudei l'usura verso i cristiani 12, la frode 13, il furto 14 e la rapina 15» 16.

 

E ancora:

 

«Considerate i cristiani - dice il Talmud - come bestie e animali feroci, e trattateli per tali. Non fate né bene né male ai gentili, ma mettete tutto il vostro ingegno e il vostro zelo in distruggere i cristiani» 17.

 

Mosé Maimonide (1135-1204), uno dei loro massimi dottori, insegna loro che «ogni giudeo, il quale non uccide un non-giudeo, viola un precetto negativo» 18. «Il giudeo che uccide il cristiano offre a Dio un sacrificio accetto» 19. La Civiltà Cattolica conclude cosi:

 

 «Dunque, delle due l'una: o essi (gli ebrei; N.d.R.) mandino al diavolo il loro Talmud con tutti i suoi commenti, che sono un insulto al buon senso e un oltraggio alla stessa legge naturale, oppure si rassegnino ad essere in uggia ed in abominio a tutte le altre nazioni, massime cristiane» 20.

 

mosé maimonide

Mosé Maimonide.

 

A riguardo dell'argomento che stiamo per trattare, vedasi anche H. Desportes, Le mystère du sang chez les jufs de tous les temps («Il mistero del sangue presso gli ebrei di tutti i tempi»), Albert Savine, Parigi 1890 (pagg. 251-365), e A. Monniot, Le crime rituel chez les juifs («L'omicidio rituale presso gli ebrei»), éd. Tequi, Parigi 1914 (pagg. 73-136), e anche L. Ferraro, El ultimo protocolo («L'ultimo protocollo»), Arca de la Alianza Cultural, Madrid 1986 (pagg. 37-76).

 

La morale ebraica e il mistero del sangue

 

«Vi è un rito religioso del giudeo disperso, di un carattere eccezionale, che esce, con un rilievo terribile, dalla categoria dei riti ordinari, e che ha acquistato nella storia una celebrità sinistra; vogliamo parlare dell'omicidio rituale o del sacrificio umano [...]. In ricordo di Cristo crocifisso, per dare al crimine del Calvario, fino alla fine dei tempi, con un memoriale orribile, una sorta di prolungamento indefinito, il giudeo ha santificato, ogni volta che lo ha potuto, ogni anniversario del deicidio, mediante l'immolazione di un cristiano [...]. Trattare della questione giudaica e tacere dell'omicidio rituale, significherebbe omettere ciò che vi è di più importante nel problema [...]. In nessun posto la luce della Storia è più necessaria, poiché in nessun posto la menzogna ha fatto di più, per creare la notte» 21.

 

omicidio rituale

 

Cerchiamo allora di far luce dove si è voluto far notte. Scrive La Civiltà Cattolica:

 

«Da quattro capi noi dedurremo le nostre prove, dalle deposizioni giuridiche fatte innanzi ai tribunali da giudei convinti e confessi di omicidi e infanticidi, commessi a scopo di religione; dalle rivelazioni di rabbini convertiti alla nostra fede; da documenti storici e finalmente dalla testimonianza tradizionale» 22.

 

Ebrei confessi in tribunale di omicidio rituale

 

La Civiltà Cattolica tra i molti processi fatti agli ebrei per assassinio rituale in Francia, Italia, Spagna, Inghilterra, Germania, Baviera, Ungheria, Lituania e Polonia, senza parlare poi dei Paesi orientali, ricorda soprattutto quelli di Trento (sec. XV) e quello di Damasco (sec. XIX). Afferma la prestigiosa rivista dei gesuiti:

 

«Orbene, se si raffrontano i due processi, nel primo dei quali sono otto e nel secondo sedici i rei convinti e confessi, oltre al buon numero di testimoni tutti giudei, vedrà con meraviglia come, malgrado la distanza di quattro secoli che li divide, le confessioni e le testimonianze disposte in essi quanto al rito e all'uso del sangue cristiano si corrispondano a capello [...].

 

1°) Dai due processi comparati insieme risulta con evidenza che l'assassinio di un cristiano non solamente è riputato lecito, ma è comandato ai giudei dalla legge talmudico-rabbinica [...];

2°) Lo scopo del detto assassinio non è solamente far onta a Cristo e danno al cristianesimo [...], ma soprattutto adempiere un dovere religioso, qual è celebrare degnamente le due feste del Purim e della Pasqua, facendo uso in esse di sangue cristiano [...].

3°) Nelle feste del Purim, per avviso dei rabbini [...], si può far uso del sangue di qualsivoglia cristiano, ma per le feste di Pasqua vuol essere il sangue di un fanciullo cristiano che non abbia oltrepassato i sette anni di età [...];

4°) Le azzimelle, giudaicamente ammanierate con quel saporetto di sangue cristiano, si regalano nelle feste del Purim ai non-giudei, massime a quei cristiani che fossero (così per modo di dire) conoscenti e amici; ma nelle feste pasquali mangiansi per ben sette giorni dai soli giudei.

5°) Questo è il segreto del solo padre di famiglia, cui spetta introdurre nella pasta degli azzimi, all'insaputa della moglie e dei figlioli, un po' di sangue cristiano fresco o coagulato e ridotto in polvere;

6°) Egli deve altresì nella cena pasquale versare qualche goccia di sangue nel vino che mesce alla famiglia e benedirne anche la mensa [...];

7°) Il sangue è migliore e il sacrificio del fanciullo è più accetto a Dio [...] quando si fa nei giorni prossimi alla Pasqua;

8°) Perché il sangue di un bambino cristiano sia acconcio al rito e proficuo alla salute dell'anima giudaica conviene che il bimbo muoia tra i tormenti [...];

11°) L'uso rituale e il mistero del sangue sol si trova scritto nei codici orientali, mentre negli occidentali venne soppresso per tema dei governi cristiani e sostituito dalla pratica e tradizione orale» 23.

 

omicidio rituale

 

Queste sono le conclusioni tratte`dalle confessioni dei rabbini e degli altri ebrei esaminati nei due processi di Trento e di Damasco. Chi volesse accertarsene può leggere per esteso il resoconto dei processi di Trento e di Damasco pubblicati dal La Civiltà Cattolica 24.

 

Le rivelazioni dei rabbini convertiti al cattolicesimo

 

Si trova conferma delle conclusioni tratte dalle confessioni rese durante i processi anche nelle rivelazioni fatte dai rabbini convertiti alla nostra fede. La Civiltà Cattolica cita soprattutto l'autorità di tre rabbini convertitisi: Paolo Medici, Giovanni da Feltre e Teofilo monaco moldavo.

 

omicidio rituale ebraico«Paolo Medici, nella sua opera intitolata "Riti e costumi degli ebrei" 25 confermò le frequenti uccisioni di fanciulli cristiani; Giovanni da Feltre dichiarò solennemente innanzi al podestà di Milano l'uso che i giudei facevano del sangue cristiano 26; e Teofilo ne spiega il mistero nelle sue rivelazioni scritte in lingua moldava e rese di pubblica ragione nel 1803, poscia ridotte in greco e pubblicate nel 1834 a Napoli di Romania da Giovanni de Giorgio, e finalmente tradotte in italiano dal Prof. N. F. S. e pubblicate a Prato nel 1883 sotto il seguente titolo: "Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna sinagoga" [...]. L'ex rabbino moldavo [...] confessa il rito sanguinario e l'uso che egli stesso, prima della sua conversione, aveva fatto del sangue cristiano [...]: "Cotesto segreto del sangue, egli dice, non è conosciuto da tutti gli ebrei, ma dai soli Kakam (dottori) o rabbini, e dagli scribi e farisei, che perciò si chiamano conservatori del mistero del sangue" [...]. Questi solo a voce lo comunicano ai padri di famiglia, i quali lo tramandano a quel figliuolo che conoscono più capace del segreto, atterrendolo con orrende minacce dallo svelarlo altrui. E qui conta come a lui stesso lo rivelasse il padre suo: "Quando io pervenni all'età di tredici anni, mio padre presomi da parte, da solo a solo, dopo avermi istruito e sempre più inculcato l'odio contro i cristiani, come cosa da Dio comandata, fino ad ammazzarli e raccoglierne il sangue [...]. "Figlio mio", mi disse [...], ti ho fatto il più intimo mio confidente e un altro me stesso"; e messami una corona in capo, mi diede la spiegazione del mistero e soggiunse esser quello cosa sacrosanta, rivelata da Dio, e comandata agli ebrei; e che quindi io ero stato messo a parte del segreto più importante della religione ebraica". Seguono poi gli scongiuri e le minacce di maledizione a lui fatte, ove avesse violato il segreto, non che il precetto di non comunicarlo neppure alla madre, né alla sorella, né ai fratelli né alla sua futura moglie, ma soltanto a quello dei suoi figliuoli che gli paresse più zelante, il più savio per custodire il segreto [...]. Gli ebrei - dice Teofilo - sono più contenti quando possono ammazzare i bambini perché sono innocenti e vergini, e quindi perfetta figura di Gesù Cristo; li ammazzano a Pasqua, acciocché possano meglio rappresentare la passione di Gesù Cristo» 27.

 

I motivi di credibilità di Teofilo moldavo

 

«Sarebbe del tutto irragionevole non prestar fede alle rivelazioni dell'ex rabbino moldavo, in primo luogo perché chi le ha scritte è un testimone che conosce a menadito quanto ci rivela. Infatti, Teofilo fu lui stesso rabbino e imparò fin da tredici anni tali misteri. Secondo, depone contro se stesso, avendo confessato di aver lui stesso fatto uso frequente di sangue cristiano. In terzo luogo, non ignorava che con tali rivelazioni si esponeva al rischio di venir ucciso, e tuttavia volle farle lo stesso per debito di coscienza e per carità verso i cristiani. In quarto luogo, perché le sue rivelazioni concordano quanto alla sostanza colle confessioni fatte ai giudici dai giudei nei succitati processi» 28.

 

Sopra: dipinto medievale spagnolo che ritrae due ebrei

mentre profanano un'Ostia consacrata pugnalandola.

 

La storia

 

«Non ci troviamo d'innanzi ad uno od un altro scrittore, bensì davanti a tutto un popolo di storici, di annalisti e di scrittori di tempo, di luogo e di nazione differenti; tanto che sarebbe cosa assurda il supporre che tutti si siano insieme indettati a falsare i fatti a danno dei giudei [...]. Tali sono tra gli altri i Bollandisti, il Baronio, il Rhorbacker» 29.

 

Elenco cronologico degli assassinii più conosciuti commessi dai giudei (da La Civiltà Cattolica, del 23 gennaio 1893, pagg. 281-286)

  • 1071 - A Blois, in Francia: un bambino crocefisso poi buttato nel fiume. Il Conte Teobaldo fa bruciare gli ebrei colpevoli 30.

  • 1114 - A Norwich, in Inghilterra, Guglielmo, fanciullo di dodici anni, è attirato in una casa ebraica, e colà crocifisso in mezzo a mille oltraggi il dì di Pasqua, e perché meglio rappresentasse Gesù Cristo sulla Croce, gli venne ferito il fianco 31.

guglielmo di norwich

Sopra: a sinistra, il martirio dell'undicenne William (Guglielmo);

a destra, una sua immagine santino.

  • 1160 - A Glocester, in Gran Bretagna, gli ebrei crocifiggono un bambino 32.

  • 1179 - A Parigi: il fanciullo Riccardo viene immolato nel Castello di Pontoise il Giovedì Santo: ed è onorato come Santo a Parigi 33.

  • 1181 -  A Parigi: San Rodberto, fanciullo, viene ucciso dagli ebrei verso le feste di Pasqua 34.

  • 1182 - I giudei a Pontoise, in Francia, crocifiggono un giovanetto dodicenne, per cui vengono espulsi dalla Francia. A Saragozza, in Spagna, accade lo stesso a San Domenichino del Val 35.

san domenichino del val

San Domenichino del Val, il chierichetto

martire crocifisso ad una parete all'età di sette anni.

  • 1236 - Presso ad Hagenau, in Germania, tre fanciulli di sette anni sono immolati dagli ebrei in odio di Gesù Cristo 36.

  • 1244 - A Londra, un fanciullo cristiano viene martirizzato dagli ebrei; e si venera nella Chiesa di San Paolo 37.

  • 1250 - In Aragona, un fanciullo di sette anni viene crocefisso circa il tempo della Pasqua ebraica 38.

  • 1255 - A Lincoln, in Ingliterra: Sant'Ugo fanciullo rubato dagli ebrei viene nutrito fino al giorno del sacrificio 39. Molti ebrei convengono da varie parti dell'Inghilterra, e lo crocifiggono, rinnovando in lui tutte le scene della Passione di Nostro Signore come ci narrano Mathieu Paris e Capgrave. Weever ci fa sapere ancora che i giudei delle principali città d'Inghilterra rapivano fanciulli maschi per circonciderli, poi in onta a Cristo li coronavano di spine, li flagellavano e li crocifiggevano 40.

sant'ugo di lincoln

Sopra: Sant'Hugh (Ugo) di Lincoln, crocifisso a nove anni.

  • 1257 - A Londra: un fanciullo cristiano immolato dai giudei 41.

  • 1260 - A Wessemburg, in Germania: un fanciullo ucciso dagli ebrei 42.

  • 1261 - A Pfortzeim Bade, in Germania: una bambina di sette anni strozzata: poi dissanguata e annegata 43.

  • 1283 - A Magonza, in Germania: un bambino venduto dalla sua balia agli ebrei e da questi ucciso 44.

  • 1285 - A Monaco, in Germania: un fanciullo viene dissanguato 45. Il suo sangue serve di rimedio agli ebrei. Il popolo brucia la casa dove gli ebrei si erano rifugiati.

  • 1286 - A Oberwesel sul Reno, in Germania: Wernher quattordicenne martirizzato per tre giorni con ripetute incisioni 46.

  • 1287 - A Berna, in Svizzera: Rodolfo giovanetto ucciso nella Pasqua dagli ebrei 47.

beato rodolfo di berna

Il Beato Rudolph (Rodolfo) di Berna

ritratto con la palma del martirio.

  • 1292 - A Colmar, in Germania: un fanciullo ucciso come sopra 48.

  • 1293 - A Crems, un fanciullo immolato dagli ebrei, due degli uccisori sono puniti: gli altri si salvano a forza d'oro 49.

  • 1294 - A Berna, un altro fanciullo svenato dai giudei 50.

  • 1302 - A Remken: lo stesso 51.

  • 1303 - A Weissensee di Turingia, Corrado scolaro, figliuolo di un soldato, dissanguato con incisioni alle vene 52.

  • 1345 - A Monaco, il Beato Enrico crudelmente ucciso 53.

omicidio rituale

Il Beato Enrico, martirizzato dagli ebrei in odio alla fede.

  • 1401 - A Diessenhofen di Wurtemberg, in Germania, un fanciullo di quattro anni comprato per tre fiorini e dissanguato dagli ebrei 54. Qui notasi che nel processo fatto per codesto assassinio, l'ebreo accusato confessò «che ogni sette anni tutti gli ebrei hanno bisogno di sangue cristiano. Un altro rivelò che il cristiano assassinato doveva essere minore di tredici anni. Un terzo disse che si servivano di quel sangue nella Pasqua; che ne facevano seccare una parte per ridurla in polvere; e che se ne servivano per i loro riti religiosi. È cosa notevole che le stesse confessioni e rivelazioni siano state fatte dagli ebrei a distanza di molti secoli e in Paesi lontanissimi: a Trento, in Moldavia, in Svizzera nei secoli XIV e XVIII; secondo che già si vide più sopra» 55.

  • 1407 - Quivi pure un altro fanciullo ucciso; donde una sommossa popolare e la cacciata degli ebrei 56.

  • 1410 - In Turingia (Germania) sono cacciati gli ebrei per delitti contro fanciulli cristiani 57.

  • 1429 - A Rovensburg, in Germania, Luigi Von Bruck, giovanetto cristiano, viene sacrificato dai giudei mentre li serviva a tavola tra la Pasqua e la Pentecoste: il suo corpo viene trovato e onorato dai cristiani 58.

  • 1454 - In Castiglia (Spagna), un fanciullo è fatto a pezzi e il suo cuore cotto per cibo. Per questo e altri simili delitti gli ebrei vengono poi cacciati dalla Spagna nel 1459 59.

  • 1457 - A Torino, un giudeo è colto nell'istante medesimo, in cui sta per scannare un fanciullo 60.

  • 1462 - Presso Innsbruck, in Austria, il Beato fanciullo Andrea nato a Rinn, viene immolato il 9 luglio dagli ebrei che ne raccolgono il sangue 61.

andrea da rinn

Immaginetta sacra del Beato Andrea da Rinn,

martirizzato all'età di tre anni.

  • 1475 - A Trento il celebre martirio del Beato Simonino, di cui esistono i processi originali; dai quali appare che gli ebrei di Trento, rei dell'assassinio rituale del Beato Simonino, ne rivelarono molte altre dozzine da loro e dai loro correligionari commessi allo stesso scopo rituale nel Tirolo, nella Lombardia, nel Veneto e altrove in Italia, Germania, Polonia, ecc... 62.

san simonino da Trento

Il martirio di San Simonino da Trento.

Il fanciullo aveva quasi tre anni.

  • 1480 - A Treviso, si commette un delitto simile al precedente di Trento 63.

  • 1480 - Assassinio del Beato Sebastiano da Porto Buffole, nel Bergamasco.

  • 1480 - A Motta di Venezia, un fanciullo viene immolato il Venerdì Santo 64.

  • 1486 - A Ratisbona, in Germania, sei fanciulli vittime degli ebrei 65.

mnartiri di ratisbona

Sopra: sei bambini uccisi a Ratisbona.

  • 1490 - A Guardia presso Toledo (Spagna), un fanciullo crocefisso 66.

beato niño de la guardia

Sopra: crocifissione del Beato Niño de la Guardia.

  • 1494 - A Tyrman, in Ungheria, un fanciullo rapito e dissanguato 67.

omicidio rituale in ungheria

  • 1503 - A Waltkirch in Alsazia, un fanciullo di quattro anni, venduto da suo padre agli ebrei per dieci fiorini, col patto che gli fosse restituito vivo dopo averne cavato sangue. Gli ebrei lo uccisero dissanguandolo 68.

  • 1505 - A Budweys, nella Repubblica Ceca, accade un fatto simile 69.

  • 1520 - A Tyrnau e a Biring, in Ungheria, due fanciulli dissanguati 70. Perciò furono allora cacciati gli ebrei dall'Ungheria.

  • 1540 - A Suppenfeld, in Baviera, Michele di quattro anni torturato per tre giorni 71.

omicidio rituale

Il piccolo Michele martire dell'odio ebraico.

  • 1547 - A Rave, in Polonia, il figlio di un sarto sacrificato da due ebrei 72.

  • 1569 - A Witow, in Polonia, Giovanni di due anni venduto per due marchi all'ebreo Giacomo di Leizyka, è da lui crudelmente ucciso. Altri fatti simili accaduti a Bielko e altrove 73.

  • 1574 - A Punia, in Lituania, Elisabetta di sette anni assassinata dall'ebreo Gioachino Smerlowiez il martedì prima della domenica delle Palme: il suo sangue viene raccolto in un vaso 74.

  • 1590 - A Szydlow, in Polonia, un fanciullo scomparso: se ne ritrova il cadavere dissanguato con incisioni e punture 75.

  • 1595 - A Gostin, un fanciullo venduto agli ebrei per essere dissanguato 76.

  • 1597 - Presso Sryalow, un fanciullo ucciso. Col suo sangue gli ebrei aspergono la nuova Sinagoga per consacrarla 77.

  • 1650 - A Caaden, un fanciullo di cinque anni e mezzo chiamato Mattia Tillich vi è assassinato l'11 marzo 78. Questo storico annovera altri fatti simili accaduti a Steyermarck, Karnten, Crain, ecc...

  • 1655 - A Tunguch, in Germania, un fanciullo assassinato 79.

  • 1669 - A Metz, in Francia, un fanciullo di tre anni rubato dal giudeo Raffaele Levi, è crudelmente assassinato. Il suo cadavere fu trovato orribilmente mutilato. Il reo venne arso vivo per sentenza del Parlamento di Metz il 16 giugno 1670 80.

  • 1778 - Di parecchi fanciulli uccisi dagli ebrei nel decimottavo secolo fa menzione il Journal historique et litteraire, del 15 gennaio 1778 a pag. 88, e del 15 ottobre del medesimo anno a pag.258.

  • 1803 - Possiamo a buona ragione porre qui in primo luogo questa data 1803; poiché in quest'anno uscì la prima volta alla luce il libretto di Teofito o Neofito. Esso vale storicamente più di molte altre autorità per dimostrare che gli ebrei sempre usarono, usano e debbono usare (se pure sono ebrei osservanti) il sangue cristiano nei loro riti.

Sopra: a sinistra, un ritratto dell'ex rabbino moldavo divenuto monaco Teofito;

a destra, l'opera Il sangue cristiano, stampato a Prato nel 1883.

  • 1810 - Negli atti del Processo di Damasco 81 esiste una lettera di John Barcker, ex console inglese in Aleppo dove si parla di una povera cristiana scomparsa da Aleppo. Tutti accusavano un ebreo, Raffaele d'Ancona, di averla scannata per raccoglierne il sangue.

  • 1827 - A Varsavia, in Polonia, scompare un bambino cristiano nell'occasione della Pasqua ebraica 82.

  • 1831 - A Pietroburgo, in Russia, un fanciullo assassinato dagli ebrei per scopo rituale. Così sentenziarono quattro giudici 83.

  • 1839 - A Damasco, in Siria, si scopre alla dogana una bottiglia di sangue portata da un ebreo, il quale offre diecimila piastre perché si sopisca la cosa 84.

  • 1840 - A Damasco, il celebre processo sopra l'assassinio di Padre Tommaso da Calangiano, cappuccino, e del suo servo cristiano uccisi dagli ebrei per scopo rituale. Gli ebrei confessarono e furono condannati, benché poi graziati per danari. Quegli ebrei assassini erano quasi tutti italiani e livornesi. Il processo originale è negli Archivi di Parigi, e venne poi stampato da Padre Felix Achille Laurent (1824-1909) nel vol. II di Des Affaires de Syrie.

omicidio rituale

Sopra: a sinistra, Padre Tommado da Calangiano e il suo servo Ibrahim

Amarath; a fianco, il martirio del religioso cappuccino italiano.

  • 1843 - A Rodi, Corfù e altrove assassinio ebraico di bambini cristiani 85.

  • 1881 - Ad Alessandria d'Egitto l'assassinio del giovane greco Fornarachi, di cui si occuparono tutti i giornali del 1881-1882. Il cadavere fu trovato dissanguato, tutto punzecchiato, e simile a statua di cera.

  • 1882 - A Tisza Eszlar, in Ungheria, una giovinetta di quattordici anni è scannata nella Sinagoga dal sacrificatore ebreo. Più recentemente ancora, nel 1891, fu trovato presso l'ebreo Buschoff in Xanten della Prussia Renana il cadavere del fanciullo cattolico Giovanni Hegmann senza una goccia di sangue. Il Buschoff venne processato, ma poi assolto, tant'è a dì nostri la potenza dell'oro ebraico! Abbiamo letto gli atti di quel processo, tradotti dalla Verona fedele, e sfidiamo chiunque li leggerà a non vedervi per entro il fine prestabilito di salvare ad ogni patto il reo. È un processo che si può definire: Monumento eterno o d'insipienza giuridica o di corruzione giudaica.

johann hegmann

Statua del piccolo Johann (Giovanni)

Hegmann posta sulla sua tomba a Xanten.

 

Obiezioni alla tesi dell'omicidio rituale

 

Ci sono vari libri assai recenti che cercano di ridicolizzare e confutare l'accusa di omicidio rituale, liquidandola come leggenda o pura superstizione, come, ad esempio, J. Maier-P. Schafer, Piccola Enciclopedia dell'ebraismo (Marietti, Casale Monferrato 1985), alle voci «sangue», «omicidio rituale», «profanazione delle ostie». Anche nel Dizionario comparato delle religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo, islam, alla voce «sangue» si legge: «Benché la favola dell'assassinio rituale sia stata spesso confutata dalla Chiesa, essa è servita più volte come pretesto per pogrom e persecuzioni» 86.

 

libri sull'ebraismo

 

A noi risulta invece l'esatto contrario, come dalla decretale Etsi Judæos, di Papa Innocenzo III (1161-1216), con i suoi richiami a «pratiche nefande, contra fidem catholicam detestabilia et inaudita». Oltre al libro dello storico ebreo Paul Johnson intitolato Storia degli ebrei 87, ve n'è uno in particolare che tratta con una certa serietà e in dettaglio il problema del sacrificio rituale riguardo al martirio di San Simonino di Trento, e che pone obiezioni all'apparenza più serie, non avendo la pretesa, come gli altri, di liquidare in due righe l'accusa, ridicolizzandola come se fosse una favola.

 

papa innocenzo III

paul johnson

Papa Innocenzo III Paul Johnson

 

Intendo parlare di A. Esposito-D. Quaglioni, I processi contro gli ebrei di Trento 88. Sul quale mi dovrò soffermare a lungo e al quale dovrò rispondere. Vi si trova scritto:

 

«Occasione del processo fu la scomparsa, alla vigilia della Pasqua del 1475 [...] del fanciullo Simone, poi ritrovato cadavere, con numerosi segni di ferite, nel fossato che, partendo dalla pubblica via [...] attraversava lo scantinato della casa del maggior esponente della comunità ebraica, ov'era anche la sinagoga. A denunciare al podestà il ritrovamento del cadavere furono proprio gli ebrei che nonostante ciò e in base alla pubblica voce che li voleva colpevoli del ratto e dell'assassinio furono i processi contro gli ebrei di trentorinchiusi in carcere. L'inquisitio fu avviata in un clima fortemente viziato dalle dicerie popolari. L'omicidio rituale imputato agli ebrei trentini non era affatto qualcosa di eccezionale, ma rientrava nella prassi normale di una sètta dedita a riti stregoneschi e satanici. Procedendo [...] soprattutto in forza delle confessioni degli inquisiti, tutte estorte con la tortura 89 [...], il giudice decise la condanna degli ebrei di Trento [...]. Un mese dopo, il 23 luglio, allarmato da quanto accadeva a Trento, a causa di numerose proteste circa il rispetto della legalità [...], lo stesso Papa Sisto IV nominò un commissario con l'incarico di riferire sui fatti e sul processo medesimo [...]. Il legato pontificio, Battista de' Giudici [...] giunto a Trento [...] si trovò di fronte sia al fanatismo popolare [...], sia all'ostilità del Vescovo e delle autorità civili [...]. Convintosi dell'innocenza degli ebrei e della colpevolezza di un facinoroso, troppo frettolosamente discolpato [...], il commissario abbandonò Trento e fissò la sede del proprio tribunale a Rovereto, "oppidum" della Diocesi tridentina appartenente però al più sicuro territorio della Repubblica Veneta [...]. Prima ancora di esporre le sue rimostranze sulla condotta del commissario (il Vescovo di Trento: N.d.R.) [...] aveva confidato al fidato Zovenzoni [...] di ritenere che la cattiva salute del commissario, fosse un mero pretesto e che quegli si fosse stabilito in Rovereto a bella posta, essendo colà un podestà aperto fautore degli ebrei. Questi (il commissario Battista de' Giudici; N.d.R.) dal canto suo, cita a comparire davanti al proprio tribunale il podestà di Trento, mentre questi, con lo stesso Hinderbach (il Vescovo di Trento; N.d.R.) rispose dichiarando nulli i monitoria del commissario e accusandolo di corruzione di condotta contraria alle istruzioni del Pontefice [...]. Ogni successiva azione di Trento è [...] rivolta a ritorcere contro il commissario le accuse che questi, intanto, veniva formulando contro l'operato dei giudici tridentini [...] facendolo comparire come facile preda del denaro degli ebrei. Il commissario, infatti, [...]papa sisto IV aveva inoltrato a Trento l'istanza dell'ebreo Jacob de Ripa, che è [...] detto [...] "providum et discretum virum" [...]. Il podestà di Trento era chiamato a rispondere presso un tribunale [...] in Rovereto, e con lui il Vescovo (di Trento; N.d.R.) e il Capitolo. Il 12 di ottobre, il segretario del Vescovo di Trento [...] protesta solennemente in Rovereto [...] essere "nullius valoris" l'istanza prodotta da Jacob de Ripa, poiché il commissario ha taciuto essere l'istante un ebreo, e gli "scelleratissimi et perfidi judei semper fuerunt atque sunt persecutores et insidiatores fidei et religionis Christianæ" [...]. Di fronte alla palese discordanza tra le sentenze trentine e le risultanze dell'inchiesta del suo commissario, il Pontefice (Sisto IV; N.d.R.) dovette nominare una commissione di Cardinali, incaricata di esaminare la questione [...]. Il Vescovo (di Trento; N.d.R.) promosse a Roma un vero movimento di curia a proprio favore, entro il quale si distinse in modo particolare l'umanista Platina. Il commissario apostolico cadde ovviamente (non si riesce a capire perché; N.d.R.) in disgrazia: allontanato [...] da Roma, prima a Benevento e poi in Linguadoca [...]. La commissione sistina aveva concluso i suoi lavori (nel 1478; N.d.R.) [...] affermando la correttezza formale del procedimento che si sarebbe svolto "rite et recte". Come si sa, un secolo più tardi la Santa Sede autorizzò il culto locale di Simone (San Simonino), culto che ufficialmente fu abrogato dopo il Concilio Vaticano II nel 1965» 90.

 

Tornerò su questo punto alla fine dell'articolo. Per quanto riguarda le decisioni della commissione cardinalizia si può aggiungere:

 

«Il giudice rotale accoglieva in pieno le accuse della parte tridentina, principale delle quali l'essersi il commissario sostituito indebitamente al giudice naturale, istruendo un nuovo processo, laddove i suoi compiti avrebbero dovuto esaurirsi nell'osservare e nel riferire, con particolare riguardo all'accertamento del martirio e dei miracoli [...]. Battista de' Giudiciera ritenuto colpevole di aver ecceduto nel mandato non osservandone le disposizioni basilari e [...] di aver agito scopertamente a favore degli ebrei [...]. L'operato del commissario era in tal modo [...] dichiarato "nullius momenti [...] et multipliciter irritum", mentre il podestà di Trento era liberato dall'accusa di aver agito in violazione della legalità [...]. La Bolla pontificia fu emanata il 20 giugno 1478 [...]. In essa [...] si affermava che i processi tridentini si erano svolti "rite et recte", ossia nel rispetto della legalità» 91.

 

Risposte

 

Secondo il libro in questione, sostenere la tesi dell'omicidio rituale «non è da uomini sani di mente» 92. Le obiezioni contenute in questo libro vorrebbero dimostrare «il ridicolo e l'assurdo della leggenda dell'omicidio rituale» 93. Ma, anche solo ad esaminare con occhio distaccato tali obiezioni, viene spontaneo rilevare come il Papa, che pur in un primo momento si era mostrato assai scettico sul modo di condurre il processo da parte del Vescovo di Trento, tanto da inviargli un suo delegato, il commissario Padre Battista de' Giudici o.p. per esaminarne l'operato, abbia poi nominato una commissione cardinalizia per vedere da che parte stesse la verità, e come tale commissione cardinalizia abbia allontanato il legato romano e abbia dato ragione al Vescovo di Trento.

 

Ma vediamo ora di dare delle risposte più dettagliate alle varie obiezioni mosse alla tesi dell'omicidio rituale. Un'obiezione soggiacente al libro in questione è che la passione religiosa, il fanatismo cattolico medievale, è il flagello della Storia: essa infatti o acceca o corrompe lo storico che la scrive. La risposta è facile: le testimonianze di tutti gli storici del mondo non costituiscono più - se si accetta il principio di tale obiezione - un titolo valido e bisogna allora dubitare di tutto ciò che gli storici scrivono. Ma allora la certezza storica non sussiste più, non vi è più un solo fatto in tutta la Storia umana che possa scappare al naufragio. Infatti,

 

«se la passione religiosa rovina la Storia, anche le altre passioni la rovinano [...]. Ora, non esiste uomo al mondo [...] che non sia colto da una o l'altra di queste tre grandi passioni, vale a dire: la passione politica, quella di scuola e quella religiosa [...]. Ma politica, scuola, religione è tutto il campo della Storia [...]. Siete ben sicuri, per esempio, che la battaglia di Farsalo è stata vinta da Giulio Cesare o anche che è realmente esistita una battaglia di Farsalo? [...]. Chi può dirci che degli uomini passionali non si siano fabbricata una battaglia di Farsalo secondo la propria convenienza [...]. La morte di Giulio Cesare, ci diranno i nostri scettici, è una pura invenzione di Antonio e di Ottavio. Vi erano tali e tanti vantaggi per loro a raccontarcela in tale modo! Cesare invece è caduto colto da apoplessia ai piedi della statua di Pompeo [...]. La passione, in realtà, può ingannare un individuo [...], ma la passione non può ingannare tutti gli uomini, né fare che tutti gli uomini si ingannino su un fatto di ordine pubblico; poiché in un campo così vasto la passione degli uni incontra sempre la passione contraddittoria degli altri [...]. È ciò che permette che vi sia una verità storica in questo mondo» 94.

 

cattolico fanatico

Sopra: l'immagine caricaturale del cattolico fanatico e intollerante,

tanto cara ai detrattori della Chiesa di Roma. 

 

L'omicidio rituale si presenta inoltre sotto la copertura e la garanzia di poteri politici di ogni Paese: Filippo Augusto e San Luigi IX in Francia, Sant'Enrico e Massimiliano in Germania, San Ferdinando in Spagna, Enrico III in Inghilterra, Gregorio XIII e Sisto IV a Roma. È lecito allora mettere in dubbio la credibilità di tali uomini?

 

Ecco una seconda obiezione che si trova nel libro di Esposito e Quaglioni, di cui stiamo trattando. Rispondo dunque che innanzi tutto vi sono tre Santi tra questi uomini; ora, noi cattolici siamo tenuti a credere alla probità di coloro che la Chiesa infallibilmente mette sugli altari come modello di virtù da imitare per andare in cielo. Se costoro avessero mentito non sarebbero dei Santi, ma dei calunniatori, quindi dei peccatori e dei modelli di vizio, e strada che conduce all'inferno (absit!).

 

Se però il nostro lettore non avesse la fede, tale argomento non varrebbe e, perciò, scendo al livello di ragione naturale. Il problema dell'esistenza dell'omicidio rituale si fonda sull'autorità (io credo che Giulio Cesare o Napoleone sono esistiti anche se non li ho mai visti perché vi è un'autorità che me lo dice, e se tale autorità ha la scienza e l'onestà, posso credere all'esistenza di questi personaggi in virtù di un'evidenza estrinseca che è l'autorità di chi me lo insegna). Ora vi sono autorità giuridiche e autorità scientifiche. Ma prima e più in alto di esse vi è per noi cattolici un'autorità divinamente assistita che è l'Autorità della Chiesa di Roma e del Papa (per chi non avesse la fede darò in seguito argomenti di ordine di ragione naturale).

 

L'autorità della Chiesa

 

Nessun cattolico può dubitare che ogni volta che interviene la Chiesa egli deve aderire alle sue sentenze senza esitare. Ora, nel caso dell'omicidio rituale ci si porrà facilmente la seguente obiezione: è lo stupido oscurantismo del Medioevo che ha creato tali favole; i lumi dell'epoca moderna hanno definitivamente liquidato tali leggende dell'ignoranza e del fanatismo medievale. Ma noi rispondiamo che la Chiesa si è già espressa su questo problema (si veda, ad esempio, la commissione cardinalizia eretta da Sisto IV); inoltre, essa ha beatificato le vittime degli omicidi rituali degli ebrei, proponendoli così al culto dei cattolici assieme agli atti del loro martirio.

 

«A nessuno, anche profano in studi teologici, può sfuggire la somma prudenza che traspira da ogni norma dei processi di beatificazione. La Chiesa procede veramente, come si suol dire, con i piedi di piombo» 95.

 

papa pio IX

Sopra: Papa Pio IX, il Pontefice che nel 1867 confermò il culto

del Beato Lorenzino da Marostica, vittima di un omicidio rituale.

 

Vi è un Ufficio e un culto pubblico di San Simone di Trento, martirizzato dagli ebrei. La Chiesa in questo caso è andata più in là che in tutti gli altri casi di beatificazioni ordinarie; per San Simonino ha fatto ciò che fa soltanto per i canonizzati (pur essendo Simonino solo un Beato): lo ha infatti posto nel Martirologio Romano, al 24 marzo: «Nono Kalendas Aprilis Tridenti passio Sancti Simoni pueri, a judeis sævissime trucidati, qui multis postea miraculis coruscavit». Benedetto XIV (1675-1758) ha fatto un riassunto della storia del martirio del Beato di Trento (chiamato comunemente Santo, anche se non è stato ancora canonizzato, ma soltanto beatificato) nella Bolla Beatus Andrea, del 22 febbraio 1755, nella quale leggiamo:

 

benedetto XIV«L'anno 1483 [...], Simone di Trento fu messo crudelmente a morte dai giudei, in odio alla fede; di questo crimine atroce [...] i giudei misero in opera tutte le macchinazioni possibili, per sfuggire al castigo meritato [...]. Sisto IV non poté rifiutare di intervenire per far sospendere il culto pubblico, che si era già iniziato a dare al Beato Simone 96, fino a che si mise bene in piena luce che era stato ucciso dai giudei, in odio alla fede cristiana [...]. Quando in seguito l'evidenza su questo fatto e le prove che la stabilivano furono prodotte, e fu ben dimostrata e la morte e il motivo per il quale fu inflitta, e fu constatato anche che gli assassini erano giudei, come risulta dal processo che si conserva attualmente negli archivi segreti a Castel Sant'Angelo [...]. Papa Sisto V deliberò nell'anno 1588 un Breve di concessione per la celebrazione della Messa e la recita di un ufficio proprio in onore del Beato Simone, nella città e in tutta la Diocesi di Trento [...]. "Tra ciò che Noi (Benedetto XIV; N.d.R.) abbiamo concesso per il culto del Beato Andrea (martirizzato anche lui dai giudei; N.d.R.) e ciò che i nostri predecessori hanno decretato per il culto del Beato Simone, vi è tuttavia questa differenza, che il nome del Beato Simone è stato iscritto, dietro ordine del Papa Gregorio XIII, nel Martirologio Romano" [...]. Vi è stato dunque un giudizio della Chiesa riguardo all'omicidio rituale di Simonino, che si chiama beatificazione. Questo giudizio è di ordine inferiore alla canonizzazione in cui l'infallibilità del Papa interviene e rende tale atto irreformabile. Nongregorio XIII è questo il caso della beatificazione. Ma essa resta, al di sotto della canonizzazione, il decreto più forte e importante che possa dare la Chiesa [...]. Da che Roma si è riservata le cause di beatificazione, tali decreti restano immutabili de facto, come la canonizzazione lo è di diritto [...]. È [...] per rendere impossibile ogni disprezzo sul pensiero della Chiesa che Gregorio XIII ha proceduto, riguardo al martirio di Trento, ad un atto talmente eccezionale che appare solo in questo caso nella storia della Chiesa [...]. Gregorio XIII iscrisse il fanciullo di Trento a Martirologio e non sotto la Voce di "Beato", ma sotto quella di "Santo" ("passio Sancti Simonis pueri") [...]. Da qui a concludere all'equivalenza con un decreto di canonizzazione sarebbe eccessivo [...]. Dal momento in cui i Papi indicano che si può procedere alla canonizzazione, la canonizzazione implicita non segue necessariamente [...]. Ma resta fermo che, al di sotto del decreto infallibile (di canonizzazione), la testimonianza dei decreti di beatificazione è [...] la più importante che possa rispondere, in questo mondo, della verità storica di un fatto; e che l'atto che esprime tale testimonianza è l'atto della suprema autorità spirituale della Chiesa. Quindi, negare la realtà del fatto affermato (Simonino ucciso dagli ebrei in odio alla fede; N.d.R.) non sarà un'eresia, ma un'affermazione temeraria» 97.

 

Infine, per concludere, un'ultima obiezione, mossa, niente meno, dal commissario pontificio Battista de' Giudici o.p. (che mostra o la sua ignoranza colpevole, essendo un Vescovo domenicano, o la sua malafede, come apparirà chiaro dalla nostra risposta). Per il de' Giudici il martirio doveva essere un atto cosciente o volontario da parte della vittima; «in particolare, egli negava che i bambini potessero essere martiri e Santi, in quanto, per definizione, essi non possono fare nessun atto di volontà, quindi non hanno alcun merito proprio anche se sono uccisi» 98.

 

Anche il lettore che non è sacerdote e domenicano sa benissimo che la Chiesa ha canonizzato i Santi Martiri Innocenti, fatti uccidere da Erode in tenera età. San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) scrive:

 

«Saranno stati martiri agli occhi tuoi, mio Dio, anche coloro nei quali né l'uomo né l'Angelo hanno potuto scoprire un merito, ma che il singolare favore dalla tua grazia ha voluto arricchire [...]. "Pace agli uomini, anche a quelli che non hanno ancora l'uso della propria volontà: ecco il mistero della mia misericordia (dice il Signore)". Noi, battezzati con l'acqua, dobbiamo rendere gloria a questi neonati battezzati nel proprio sangue. "I fanciulli che vennero uccisi in odio alla fede (SS. Innocenti) si dicono veri martiri, perché in questo caso l'accettazione della volontà fu supplita da una grazia particolare» 99.

 

san bernardo di chiaravalle

San Bernardo di Chiaravalle,

Dottore della Chiesa.

 

L'autorità della Sacra Scrittura e dell'archeologia: i sacrifici umani nell'Antico Testamento

 

«La religione legittima in Israele condanna qualsiasi sacrificio umano (Lv. 18, 21; 20, 2-5; Dt 12, 31; 18, 9 ss; e spesso nei profeti); sono un'empietà dei cananei e sono proibiti con severità. Essi furono praticati (1 Re 16, 34; 2 Re 16, 3; 21, 6) nella religione popolare contaminata appunto per influsso cananaico [...]. Severe sono le condanne ripetute frequentemente dai profeti (Mic 6, 7, Ger 7, 31; 19, 5; 32, 35; Ez 16, 20 ss.). Queste documentano l'infiltrarsi di riti abominevoli fra gli adoratori di Yahwéh, e quanto essi fossero estranei al vero spirito della religione ebraica» 100.

 

Ora, non essendo più la religione attuale degli ebrei la mosaica, ma la rabbinico-talmudica, contaminata quindi dalla Kabbalah spuria egiziano-babilonese, non ci si stupisce che proprio gli stessi sacrifici umani «che erano praticati nella religione popolare», si siano infiltrati di nuovo tra i figli carnali di coloro che adoravano Yahwéh, di cui non conservano più lo spirito che vivifica, mentre tengono la lettera che uccide. Queste verità vengono confermate, come scrive Mons. Francesco Spadafora (1913-1997), dai profeti ispirati; sono pertanto divinamente rivelate. Sentiamo Geremia: «Hanno costruito l'altare di Tofet, nella valle di Ben-Hinnòn, per bruciare nel fuoco i figli e le figlie» (Ger 7, 31). Moloch

 

«è la divinità cananea Milk [...] alla quale erano offerti sacrifici umani, come dimostrano le recenti scoperte archeologiche [...]. Il Vecchio Testamento alla divinità Moloch sempre congiunge e riferisce i sacrifici umani, in particolare di bimbi (Lv 18, 21; 20, 2-5; 1 Re 11, 7; Ger 32, 35, ecc...). Essi venivano sgozzati (Bz 16, 21) e quindi posti a bruciare su una griglia» 101.

 

sacrificio a moloch

Sopra: un fanciullo offerto in sacrificio a Moloch.

 

La scienza archeologica conferma dunque anche oggi ciò che Dio ha rivelato e ciò che i nostri occhi stenterebbero a credere, se non vi fossero tante e tali prove che possono essere definite schiaccianti senza paura di esagerare.

 

Autorità ebraiche: il Talmud

 

«Già nella parte più antica del Talmud, detta Mishnah, vi è espressa l'opinione che "andare attraverso il fuoco" (4 Re 16, 3, 17, 17) non accennasse ad un sacrificio umano, ma soltanto ad una cerimonia simbolica di purificazione [...]. Solo nel Talmud posteriore si trova la descrizione di un simulacro del dio Moloch che veniva fatto arroventare e nelle cui braccia sarebbero stati gettati dei bambini» 102.

 

«Moloch [...] (è) il nome di un idolo a cui gli ebrei del tempo dei re sacrificavano vittime umane nella Valle di Hinnon (Geenna), presso Gerusalemme  (II - IV Re, 23, 10; Ger 32, 35) [...]. È certo che nei periodi di sincretismo religioso, gli ebrei usarono nel culto di Moloch vittime umane [...] offrendo bruciandoli in olocausto i proprî figli» 103.

 

mishnah

Sopra: la Mishnah ebraica.

 

Le autorità giuridiche

 

Dopo aver parlato dell'autorità divina della Chiesa e della Sacra Scrittura scendiamo ora all'ordine naturale, che è il dominio di tutti, credenti o meno. In tale ordine vi sono delle autorità giuridiche e scientifiche. Vediamo le prime. I re che a causa dell'omicidio rituale hanno cacciato dai loro regni gli ebrei, hanno proceduto giuridicamente, altrimenti avrebbero agito da tiranni che non si curano dei loro soggetti, e avrebbero veramente angariato ingiustamente gli ebrei.

 

Se si obietta che mancano oggi i resoconti dei processi intentati loro riguardo all'espulsione, rispondo che non è possibile farli ritornare all'esistenza dal fuoco che li ha distrutti, o dai terremoti che hanno devastato nel corso della Storia molti archivi in cui si trovavano 104. Va detto inoltre che non vi sarebbero quasi mai criminali condannati giuridicamente se tali fossero solo coloro di cui gli archivi pubblici mantengono il resoconto degli interrogatori. Dove si trovano ora, per esempio, i resoconti degli interrogatori di Verre, il pretore siciliano difeso da Cicerone?

 

È vero che possediamo le arringhe del suo avvocato, ma queste non sono i resoconti formali di un processo, allora Verre sarebbe il più innocente innocente e il più perseguitato di tutti gli uomini perché oggi non possediamo gli atti del suo processo? No! Per questo si può dire che gli ebrei sono stati condannati giuridicamente (come e più di Verre, nel caso di Trento ad esempio), innanzi tutto perché la Storia ce lo testimonia, in quanto i re cristiani - di cui ho citato i nomi - furono tra i più giusti che la Storia abbia conosciuto e furono canonizzati dalla Chiesa.

 

Se questi fossero stati ingiusti procedendo non giuridicamente contro gli ebrei, la Chiesa offrirebbe all'imitazione dei fedeli modelli che non porterebbero in cielo ma all'inferno, perché ingiusti e falsi; ma noi cattolici sappiamo che la Chiesa nel canonizzare è infallibile, cioè che è infallibilmente vero che l'imitazione degli esempi di tali Santi porta sicuramente in paradiso! Inoltre, gli atti del processo di Trento erano conservati ancora sotto il pontificato di Benedetto XIV negli archivi di Castel Sant'Angelo e prima che le truppe piemontesi entrassero a Roma, furono trasferiti nella biblioteca vaticana 105. per ordine di Pio IX (1792-1878) e, col permesso di Leone XIII (1810-1903), possono essere esaminati dagli studiosi.

 

Le autorità scientifiche

 

La Storia è una scienza, cioè una «cognitio certa», che offre la certezza dell'esistenza del fatto storico, certezza estrinseca o di credibilità, fondata sulla credibilità intrinseca del testimone. Si ha quindi una certezza morale dell'esistenza del fatto storico (qui dell'omicidio rituale). In Storia le autorità sono gli uomini di scienza storica, di probità storica e di discernimento storico. E per quanto riguarda l'omicidio rituale tali autorità sono i Papi e i Bollandisti.

 

I Papi e la loro scienza storica

 

Ritengo che non sia necessario insegnare a nessuno (salvo ai Testimoni di Geova e forse a certi «tradizionalisti») che i Papi sono sempre stati stimati tra gli uomini più sapienti della loro epoca; qui presento, a fedeli e non, l'autorità della loro scienza umana e non parlo dell'assistenza dello Spirito Santo che li rende infallibili. Ora, ciò che i Papi conoscono meglio, dopo la teologia e il Diritto Canonico, è la Storia dell'umanità, che coincide in gran parte con quella sacra e con quella della Chiesa.

 

pontifex maximus

Pontifex Maximus.

 

- La loro probità storica

Normalmente (salvo qualche rara eccezione, che conferma la regola) la figura del Papa si presenta nella Storia con un riflesso di onestà che dovrebbe contraddistinguere ogni ministro di Dio.

 

- Il loro discernimento storico

Parlo di discernimento: infatti, la prudenza dei Papi è proverbiale; immaginiamoci allora con quale maturità e ponderazione i romani Pontefici dovettero trattare una materia così delicata come quella che stiamo esaminando.
 

I Bollandisti e la loro scienza storica

 

Dopo i Papi, i Bollandisti sono i più esperti conoscitori di tale materia storica. Il loro nome deriva da Jean Bolland (1596-1665), che «si era guadagnato pur reputazione di brillante professore e le sue conoscenze dell'antichità giustificavano la scelta dei superiori» 106.

 

- La loro probità storica

Il carattere di Bolland è al di sopra di ogni attacco; il primo che lo criticò fu Voltaire (1694-1778), il meno serio di tutti gli uomini, il cui motto era: «Calunnia, calunnia qualcosa resterà».

 

- Il loro discernimento storico

Se ci fosse un rimprovero da muovere ai Bollandisti, sarebbe piuttosto di aver difeso ad oltranza i diritti della Storia. Senza aver nulla in comune con la scuola scettica, i Bollandisti hanno spinto - nell'esame delle testimonianze - la severità al massimo, se peccato c'è stato (riguardo soprattutto ai neo-Bollandisti) c'è stato per eccesso di severità e di critica storica e non per difetto o credulità; in breve, i Bollandisti non raccontano favole, ma sono storici seri. Ora, tale estrema severità non ha impedito loro di scrivere più volte sull'omicidio rituale 107.

 

jean bolland

voltaire

Jean Bolland Voltaire

 

Il racconto del martirio

 

san simonino da trento«Nelle loro confessioni [...] tutti i nove principali imputati fornirono una versione più o meno concorde degli scopi e del rituale dell'omicidio "in vilipendium christianæ fidei": condotto il bambino ancora vivo nella camera che precede la sinagoga [...]. Samuele avrebbe legato un fazzoletto intorno al collo del piccolo, che il vecchio Mosè, seduto in uno scanno, teneva sulle ginocchia, perché non si udissero i lamenti. Quindi Mosè con una tenaglia di ferro avrebbe inciso la mascella destra di Simone, seguito da Samuele e Tobia, che intanto, alternandosi con Mohar, avrebbero raccolto il sangue in una scodella. Tutti i presenti avrebbero poi punto il bambino in tutto il corpo con aghi a pomello, recitando maledizioni all'indirizzo dei cristiani. Sempre con la stessa tenaglia sarebbe stata poi incisa la tibia destra, mentre con un coltello il vecchio Mosè avrebbe praticato al bambino una sorta di circoncisione. Simone è stato dunque tenuto, "iam quasi semi mortuum", eretto sullo scanno con le braccia tese "in forma crucifixi", mentre tutti gli intervenuti avrebbero ripreso a pungerlo con gli aghi per tutto il corpo, ripetendo le maledizioni all'indirizzo dei cristiani. Il bimbo sarebbe morto proprio in questi frangenti, dopo essere stato tormentato per circa mezz'ora. Tutti gli inquisiti risultano anche bene informati sulle finalità pratiche del rito omicida [...]. Samuele risponde che nel lontanissimo passato, prima che la fede cristiana divenisse tanto potente, i più saggi tra gli ebrei della regione di Babilonia, stabilirono che il sangue di un bambino cristiano "ita interfectus" sarebbe stato di gran giovamento alla salute delle anime dei giudei, ma alla condizione che [...] "interficentur ea forma qua fuit interfectus Jesus"» 108.

 

Un gruppo ligneo custodito nel Museo Diocesano di Trento che rappresenta un

gruppo di ebrei che infliggono torture a San Simonino Unverdorben.

 

I francescani osservanti e «la campagna di odio antiebraico»

 

«A Trento [...] non c'era bisogno delle prediche di Bernardino da Feltre per dar vita al sospetto di omicidio rituale, come vuole una tradizione, oggi peraltro discussa. Abbia o meno Bernardino profetizzata la triste vicenda della Pasqua del 1475 (l'uccisione di San Simonino; N.d.R) [...], certo è che il caso di Trento deve essere messo in relazione con la campagna di odio antiebraico promossa sul secondo quattrocento soprattutto dai francescani osservanti, contestualmente alla polemica contro il prestito usuraio e in favore dei Monti di Pietà. La lotta contro le usure diviene anzi tutt'uno con la polemica contro gli ebrei, e il Monte di Pietà l'espediente per sovvenire i poveri [...], e così "evitare la rabiosa voragine de le usure et rabiosa perfidia et dura cervice de' Iudii, usurpatori delle substantie et succatori del sangue de li cristiani". È quanto si legge, ad esempio, nel proemio degli statuti del Monte Pio di Rieti, dettati dallo stesso Bernardino da Feltre nel 1489, dove il riferimento all'uso del sangue cristiano e quindi all'omicidio rituale non è soltanto un'allusione retorica, ma l'affermazione di una pratica abituale associata all'esercizio dell'usura. Il nesso tra usura e omicidio rituale era del resto già presente [...] nella "Storia di Simone" di Giovanni Mattia Tiberino, uno dei medici che avevano eseguito la perizia sul cadavere del bambino. Anche Brescia, città di provenienza del Tiberino [...] aveva visto il violento intervento dei predicatori francescani, che negli anni 1440 prima, con la presenza di Bernardino da Siena, e quindi, negli anni 1460, di Giacomo della Marca e Michele Carcano; predicazione che, dopo i fatti di Trento, porterà all'espulsione degli ebrei dalla città» 109.

 

usurai

 

Ma vediamo un po' chi fossero questi terribili predicatori francescani fomentatori di una «campagna di odio antiebraico» e operatori di «interventi violenti». Il primo è il Beato Bernardino da Feltre. Nato a Feltre nel 1439, fu battezzato col nome di Martino e assunse quello di Bernardino in onore di San Bernardino da Siena, di cui rinnovò la prodigiosa attività di predicatore e di Santo, entrando il 14 maggio 1456 a Padova, tra i Frati Minori Osservanti della provincia veneta.

 

beato bernardino da feltre«Fanciullo di ingegno precoce, avido di letture, fece rapidi progressi negli studi umanistici, tanto che a undici anni leggeva e parlava il latino con facilità [...]. Studente di diritto a Padova, era ammirato da tutti per la serietà della condotta e l'intelligenza [...]. Quando predicò nella città il francescano San Giacomo della Marca, discepolo di San Bernardino da Siena, la sua parola finì per convincerlo e Bernardino prese l'abito dei frati minori [...]. Dal 1469 (anno in cui fu nominato predicatore; N.d.R.) fino alla morte non cessò di predicare e percorse tutta l'Italia centro-settentrionale [...]. Molte volte a piedi scalzi, trovandosi spesso in frangenti difficili per le avverse condizioni atmosferiche [...], per l'espulsione da parte dei prìncipi, l'odio degli usurai e degli ebrei [...]. Le sue prediche attiravano uditori senza numero e se lo contendevano le città più illustri [...]. Promotore dei Monti di Pietà [...] nonostante la forte opposizione della maggior parte dei suoi confratelli, sostenne, da esperto giurista, che era lecito esigere il pagamento di un modesto interesse sul mutuo, necessario al funzionamento dell'organizzazione bancaria. Contro l'usura fu inflessibile. Una grave lotta sostenne a Trento quando nel 1476 accusò gli ebrei di strozzinaggio, e al fondo della sua drammatica cacciata da Firenze [...] ci fu il risentimento della Signoria contro quel frate [...] che aveva denunziato le angherie fatte alla povera gente da prestatori senza coscienza [...]. Bernardino incontrò sereno la morte a Pavia il 28 settembre 1494 [...]. Venerato subito dal popolo, il suo culto fu confermato nel 1654 per l'Ordine francescano e le Diocesi di Feltre e di Pavia. I Minori ne celebrano la festa il 28 settembre» 110.

 

«L'implacabile lotta iniziata a Trento nel 1476 contro gli usurai, specialmente ebrei [...] gli valse lo sdegno di alcuni di questi, e perfino attentati alla vita» 111. Cerchiamo di vedere in dettaglio la profezia che il Beato fece, del martirio di San Simonino.

 

san simonino«Nell'anno 1475, Bernardino predicò la Quaresima a Trento; fu allora che cominciò a predicare contro i giudei, dei quali non cessò fino alla morte di denunciare le perfidie e i crimini [...]. Rimproverò agli abitanti di Trento di essere troppo familiari con loro [...]. Si attirò così la malevolenza di alcuni cristiani che pretendevano che Bernardino avesse torto ad attaccare delle persone che, salvo la fede, erano perbene. "Voi non sapete - rispose l'uomo di Dio - quale crimine stanno preparando contro di voi questi pretesi uomini perbene. Ma Pasqua non passerà senza che i giudei vi diano un segno della loro bontà". Venne così il martirio della Settimana Santa, e mentre che i cristiani si preparavano a celebrare i misteri della Passione del Salvatore, i giudei complottavano di immolare un fanciullo cristiano e di bere il suo sangue durante le loro infami cerimonie degli azzimi [...]. Un certo Tommaso rubò un bambino di due anni e cinque mesi, chiamato Simone [...]. E durante la notte questa vittima innocente fu immolata dal furore dei giudei» 112.

 

A Crema Bernardino predicava così:

 

«Non bisogna nuocere loro in nulla, né in quanto alle loro persone, né nei loro beni. La giustizia e la carità devono esercitarsi anche a riguardo dei giudei, poiché hanno la nostra stessa natura [...]. Ma non è meno vero che le leggi canoniche proibiscono esplicitamente di frequentarli troppo assiduamente e familiarmente; di sceglierli come medici [...] (ricordo come San Bernardino raccontasse sovente che un medico ebreo ad Avignone si vantava sul suo letto di morte di aver ucciso, invece di guarirli, più di duemila malati cristiani...). Di assistere alle loro feste [...]. Gli usurai ebrei passano ogni misura; strozzano i poveri e si ingrassano della loro sostanza» 113.

 

beato lorenzino

Il cadavere di Lorenzino Sossio fu rinvenuto nel 1485 nei pressi di Marostica (Vicenza).

Anche questo fanciullo fu ucciso da ebrei di Bassano in odio alla fede. Il suo culto come

Beato fu confermato nel 1867 da Papa Pio IX e soppresso dopo il Vaticano II.

 

Ora, come può un Beato che ha operato tanti miracoli e che ha condotto una vita così santa essere fomentatore di «odio antiebraico»? Ho riportato le sue stesse parole in cui afferma che bisogna usare anche verso i giudei la carità cristiana e che non è lecito far loro del male; però il Beato raccomanda la prudenza nel trattare con i giudei in quanto essi sono i persecutori di Cristo e dei cristiani: «Sinagogæ judeorum fontes persecutionum», diceva già Tertulliano (155-230).

 

Perciò, né odio, come dicono gli autori del libro sui «Processi di Trento»; né tantomeno filo-giudaismo o falsa carità, o meglio ancora sentimentalismo filantropico nei confronti del popolo deicida. «Siate semplici come colombe, e prudenti come serpenti» ci ha detto Nostro Signore Gesù Cristo, la Sapienza Incarnata. Per quanto riguarda gli altri «fomentatori di odio antiebraico», ebbene essi sono San Giacomo della Marca (1393-1476) e San Bernardino da Siena (1380-1444); non occorre qui che scriva delle loro gesta; basta il pronunciamento infallibile e irreformabile della Chiesa che li ha canonizzati. Ora, è impossibile che un canonizzato sia un fomentatore di odio, che è uno dei peccati più gravi che ripugnano e contraddicono alla Santità vera!

 

san giacomo della marca e san bernardino da siena

Sopra: da sinistra, San Giacomo della Marca e San Bernardino da Siena.

 

San Simonino non è più Beato, il Vaticano II è arrivato!

 

Shalom, mensile ebraico d'informazione 114, alla rubrica «Pregiudizio», intitola: «Questo Beato è da cancellare». Si riferisce proprio a San Simonino e dice:

 

«Si trattava dell'omicidio rituale e precisamente di quello che sarebbe stato perpetrato nel 1475 da ebrei di Trento su un bambino che nel 1589 venne beatificato da Papa Sisto V con il nome di Simonino. Il culto del Beato [...] è continuato fino a non molti anni fa. È merito di Gemma Volli (ebrea; N.d.R.) se l'Arcivescovo di Trento, Alessandro M. Gottardi, nel novembre 1963 ordinò di bruciare tutte le copie di un libretto antiebraico che veniva venduto in chiesa [...] e nel 1964 fece chiudere la cappella dedicata al Beato Simonino [...]. In seguito, l'Arcivescovo proibì la decennale processione, e infine il 4 maggio 1965 la Sacra Congregazione dei Riti aboliva il culto del Beato Simonino».

 

mons. gottardi

Sopra: Mons. Alessandro Maria Gottardi (1912-2001),

l'Arcivescovo di Trento che mise al bando il culto del Beato Simonino.

 

Commenta la Biblioteca Sanctorum:

 

«La decisione è stata accolta con soddisfazione anche dal mondo israelita, che vede così cadere una secolare ingiusta accusa a suo carico e un argomento che aveva tanto peso nell'accreditare la leggenda dell'omicidio rituale» 115.

 

 

Soluzione: «Roma delenda est», questo Beato è da cancellare

 

Abbiamo già visto come Jules Marx Isaac (1877-1963), ai tempi del Concilio, abbia chiesto o meglio, comandato e ottenuto, la modifica delle preghiere liturgiche riguardanti gli ebrei... «L'affermazione che i giudei non sono affatto responsabili della morte di Cristo [...], (come) l'origine dello schema conciliare (Nostra Ætate) fosse dovuto ad una domanda di Jules Isaac al Vaticano» 116. Ora invece vediamo come un'altra ebrea, Gemma Volli (1900-1971), abbia ordinato e ottenuto la cancellazione di un processo di beatificazione, durante il Concilio Vaticano II (1962-1965). Ma se solo

 

«la canonizzazione è un atto definitivo, solenne col quale il Papa colla pienezza dei suoi poteri e coll'infallibilità di cui è investito, dichiara che il Beato è in Paradiso e impone ai cristiani di venerarlo come Santo, (mentre) la beatificazione è (soltanto) un atto preparatorio, con cui si permette il culto pubblico [...] di qualche servo di Dio sotto il titolo di Beato [...]. Le sentenze di beatificazione non sono definitive, infallibili, irrevocabili [...]. È però sempre temerario sostenere in un dato caso che la Chiesa abbia realmente, in tal giudizio, errato» 117.

 

jules marx isaac

gemma volli

Jules Marx Isaac Gemma Volli

 

Ora, mi sembra lecito di poter concludere che la nuova religione del Vaticano II ha affermato temerariamente che la Chiesa di Roma ha errato realmente nel giudizio di beatificazione di San Simonino di Trento. Ebbene, questa cancellazione è un'altra tappa nella via del cedimento, dell'abbandono e della capitolazione da parte cristiana e un avanzamento del processo di infiltrazione e di penetrazione fino al vertice della Chiesa della Kabbalah ebraica.

 

Ma Nostro Signore ci ha promesso: «Portæ inferi non prævalebunt adversus eam» («Le porte dell'inferno non prevarranno contro la mia Chiesa»); umanamente parlando, assistiamo allo scacco e alla sconfitta (come il Venerdì Santo contempliamo la morte e l'umiliazione dell'umanità di Nostro Signore Gesù Cristo), ma coll'occhio della fede crediamo nella vittoria gloriosa (come la Domenica di Pasqua contempliamo la Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo): «Regnavit a ligno Deus» (la croce è il trono dal quale Dio regna). «Surrexit vere, Alleluja»! (É veramente risorto, alleluja!).

 

 

 

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Note

 

1 Articolo estratto dalla rivista Sodalitium, Anno IX, nº 29, marzo 1992 (pagg. 35-51).

2 Cfr. P. G. Oreglia s.j., «La morale giudaica», in La Civiltà Cattolica, serie XV, vol.V, fasc. 1022, del 10 gennaio 1893, pag. 147.

3 Cfr. Divina Commedia, Paradiso, V, vv. 80-81.

4 Cfr. P. G. Oreglia s.j., art. cit., pag. 146.

5 Ibid., pag. 147.

6 Ibid., pagg. 148-149.

7 Cfr. Trattato Baba Metsigna, fol. 114, edizione di Amsterdam, 1645; trattato Barakouth fol. 88; Maimonide, trattato dell'omicidio, cap. 2, art. 2; vedi Mons. I. B. Pranaitis, Christianus in Talmude Judæorum, Petropoli, parte 1ª, cap. II, pagg. 54-61.

8 Cfr. P. G. Oreglia s.j., art. cit., pag. 148.

9 Cfr. M. Maimonide, Hilkhtoh Akum X,6; P. G. Oreglia s.j., art. cit., pag. 159.

10 Cfr. La Stampa, del 17 novembre 1991.

11 Cfr. Sanhedrin 586; vedi Mons. I. B. Pranaitis, Christianus in Talmude Judæorum, parte 2ª, pagg. 76-77.

12 Cfr. Abhodah Zarah 54a; Baba Metsigna c. V, par. 6 pag. 14; vedi Mons. I. B. Pranaitis, Christianus in Talmude Judæorum, parte 2ª, pagg. 96-100.

13 Cfr. Babha Kama 113b.

14 Cfr. Babha Bathra 54b.

15 Cfr. Baba Metsigna, fol. 111.

16 Cfr. P. G. Oreglia s.j., art. cit., pag. 151.

17 Cfr. Talmud, vol. III, lib. 2, cap. IV, art. 5, pag. 279.

18 Cfr. Sepher Mitzvot, fol. 85, c. 2, 3; in La Civiltà Cattolica, art. cit., pagg. 156-157.

19 Cfr. Sepher Or Israel 177b.

20 Cfr. P. G. Oreglia s.j., art. cit., pag. 160.

21 Cfr. P. Costant, Les Juifs devant l'église et l'histoire («Gli ebrei di fronte alla Chiesa e alla Storia»), Parigi 1891, Arthur Savaete éditeur, pagg. 227-228.

22 Cfr. «La morale giudaica e il mistero del sangue», in La Civiltà Cattolica, serie XV, vol. V, fasc. 102, del 12 gennaio 1893, pag. 269.

23 Ibid., pagg. 270-272.

24 Cfr. La Civiltà Cattolica, serie II, vol.VIII-IX-X, nella Cronaca sotto la rubrica «Roma» (1881-1882). Per il processo di Damasco si veda anche: A. Laurent, Relation historique des affaires de Syrie depuis 1840 jusqu'en 1842 («Relazione storica dei fatti della Siria dopo il 1840 fino al 1842»). Ormai quasi introvabile. E anche: Aceldama, Processo celebre contro gli ebrei di Damasco, Premiato Stab. Tipografico G. Dessì, Cagliari-Sassari, 1896.

25 A pag. 323, 6ª edizione di Torino Tip. Borri, 1874.

26 Cfr. La Civiltà Cattolica, serie II, vol. VIII, pag. 230 e ss.

27 Ibid., pagg. 273-276.

28 Ibid., pag. 278.

29 Ibid., pag. 280.

30 Cfr. Monumenta historica Germaniæ: Scriptorum, vol VI, pag. 500.

31 Cfr. Bollandisti, vol III di marzo, 588; Monumenta Monumenta historica Germaniæ: Scriptorum, vol VI, pag. 500.

32 Cfr. Monumenta historica Germaniæ: Scriptorum, vol VI, pag. 500.

33 Cfr. Bollandisti, pag. 591.

34 Cfr. Pagi all'anno 1881, nº 15; Bollandisti, 25 marzo, pag. 589.

35 Cfr. Blanca Hispania illustrata, vol. III, pag. 657.

36 Cfr. Richeri, Acta Senonensia Monum. XXV, pag. 324 e altrove.

37 Cfr. Baronio, nº 42 sopra quell'anno.

38 Cfr. Giovanni da Lent, De Pseudo Messiis, pag. 33.

39 Cfr. Bollandisti, vol. VI di luglio, pag. 494.

40 Cfr. Laurent, Les affaires de Syrie, vol. II, Parigi 1846, pag. 326.

41 Cfr. Cluverio, Epitome hist., pag. 541.

42 Cfr. Annal. Colmar, Monum. XVII, 191.

43 Cfr. Bollandisti, vol. II, di aprile, pag. 838.

44 Cfr. Baronio, nº 61: Acta Colmar. Monument. XVII, pag. 210.

45 Cfr. Radeurs, Bavaria sancta, vol. II, pag. 331; Monum. XVII, pag. 415.

46 Cfr. Bollandisti, vol. II di aprile, pag. 697: Monum. XVII, 77: Baronio, 1287 nº 18.

47 Cfr. Bollandisti, vol. II di aprile.

48 Cfr. Ann. Colm., vol. II, pag. 30.

49 Cfr. Monum. XI, pag. 658.

50 Cfr. Ann. Colm. II, 32.

51 Ibid., pag. 39.

52 Cfr. Baronio, nº 64.

53 Cfr. Radero, 351.

54 Cfr. S. Habiki, Storia del B. Alberto di  presso i Bollandisti, vol. II di aprile.

55 Cfr. Question Juive, pagg. 59, 60.

56 Ibid.

57 Cfr. Baronio, nº 31.

58 Cfr. Baronio, nº 31; Bollandisti, vol. III di aprile 978.

59 Cfr. S. Habiki, op. cit.

60 Ibid.

61 Cfr. Bollandisti, vol. III di luglio 462.

62 Ibid.

63 Cfr. Baronio, pag. 569.

64 Cfr. Bollandisti, vol. II di aprile.

65 Cfr. Radero, vol. III, pag. 174.

66 Cfr. Bollandisti, vol. I, aprile 3.

67 Cfr. Bollandisti, vol. II, aprile 838.

68 Cfr. Bollandisti, vol. II, aprile 830.

69 Cfr. Efele Scriptores, l. 138.

70 Cfr. Bollandisti, vol. II, aprile 839.

71 Cfr. Radero, vol. II, pag. 231; vol. III, pag. 179.

72 Cfr. S. Habiki, op. cit.

73 Ibid.

74 Ibid.

75 Ibid.

76 Ibid.

77 Ibid.

78 Tentzel, gennaio 1694.

79 Tentzel, giugno 1693.

80 Processo: Parigi 1670; Feller, giornale 1788, 2° 428.

81 Cfr. Laurent, op. cit.

82 Cfr. Chiarini, Teoria del giudaismo, vol. I, pag. 355.

83 Cfr. Amblagen der Suden: Leipsig 1864.

84 Cfr. Laurent, op. cit., pag. 301.

85 Cfr. Hamont, L'Egitto sotto Mehemed Ali, Parigi 1843.

86 Cfr. Dizionario comparato delle religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo, islam, Piemme, Casale Monferrato 1991, pag. 529.

87 Longanesi, Milano 1987, pagg. 233-236.

88 Cedam, Padova 1990.

89 Per quanto riguarda la liceità della tortura, leggasi: P. Palazzini, Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano 1954, vol. XII, col. 342-343. «La liceità o meno della tortura si può presentare sotto due aspetti: quello dell'applicazione della tortura come pena; l'altro come mezzo di indagine. Non si può dubitare della liceità della tortura; come pena afflittiva supposta la liceità della pena di morte [...]. La questione della liceità dell'applicazione della tortura come mezzo di indagine giudiziaria, su individui già indiziati più o meno gravemente, allo scopo di carpirne la confessione giudiziaria, ha avuto soluzioni diverse. Per alcuni [...], il bene comune può esigere che l'imputato venga sottoposto anche a mezzi costrittivi, quali la tortura [...]. Lo svantaggio di non riuscire a scoprire l'autore di un determinato delitto provocherebbe a volte danni ben maggiori alla società di quanti non ne possano venire dalla violazione della libertà nell'esigere e volere la manifestazione di un determinato individuo» (cfr. J. De Lugo, De iustitia et iure, disp. XXXVII, Ed. Fournialis, VII, Parigi 1869, pag. 724). «Tuttavia, è fuor di dubbio che anche in tal corrente di pensiero, per essere lecita la tortura deve essere contenuta entro limiti ben definiti» (cfr. Sant'Alfonso M. De' Liguori, Theologia moralis, IV, cap. 3 a 3, n° 202, II). Vi è stato inoltre il pronunciamento del Magistero pontificio che rendeva lecito l'uso della tortura (cfr. Innocenzo IV, Bolla Ad extirpanda, del 15 maggio 1252; Clemente IV, Bolla Ne Inquisitionis, del 13 gennaio 1266; Clemente V, Decretali del Concilio di Vienna; Urbano IV, Bolla Ut negotium, del 1262). E infine la pratica della Chiesa, che per secoli e secoli si è valsa della tortura come mezzo di indagine giudiziaria.

90 Cfr. A. Esposito-D. Quaglioni, op. cit., pagg. 12-32.

91 Cfr. D. Quaglioni, Introduzione a: Battista de' Giudici, «Apologia judeorum invectiva contra Platinam», RR inedita, Roma 1987, pagg. 34-35.

92 Cfr. A. Esposito-D. Quaglioni, op. cit., pag. 49.

93 Ibid., pag. 50.

94 Cfr. P. Constant, Les Juifs devant l'église et l'histoire («Gli ebrei di fronte alla Chiesa e alla Storia»), Savahete éditeur, Parigi 1898, pagg. 230-232.

95 Cfr. Parente-Piolanti-Garofalo, Dizionario di Teologia dommatica, Ed. Studium, Roma 1957, 4ªed., pag. 49.

96 Questa sospensione momentanea del culto pubblico non inficia la tesi dell'omicidio rituale; infatti, questo culto pubblico era nato spontaneamente presso i fedeli di Trento. La procedura regolare non era ancora iniziata e la Santa Sede non era ancora intervenuta ufficialmente. Intervenne poi sotto Sisto V, ed è soltanto a partire da allora che la beatificazione di Simonino conta come giudizio ufficiale della Santa Sede, e da allora tutto è restato fuori discussione, fino al Concilio Vaticano II, come vedremo oltre.

97 Cfr. P. Constant, op. cit., pagg. 241-246.

98 Cfr. A. Esposito-D. Quaglioni, op. cit., pag. 75.

99 Cfr. Roberti-Palazzini, Dizionario di Teologia morale, Ed. Studium, Roma 1968, 3ª ed., vol. II, voce «martirio», pag. 962.

100 Cfr. F. Spadafora, Dizionario biblico, Ed. Studium, Roma 1963, 3ª ed., voce «sacrificio», pag. 536.

101 Ibid., voce «Moloch», pag. 419.

102 Cfr. Kortleitner, De polytheismo, pagg. 216 e ss; I. Schuster-G. B. Holzammer, Manuale di storia biblica, il Vecchio Testamento, SEI, Torino 1951, pag. 794.

103 Cfr. G. Ricciotti, Enciclopedia italiana Treccani, Roma 1951, vol. XXIII, voce «Moloch», pag. 587.

104 Nel caso di San Simone di Trento, invece, il resoconto è ancora esistente negli archivi segreti vaticani.

105 La Civiltà Cattolica li ha pubblicati per esteso negli anni 1881 e 1882.

106 Cfr. Enciclopedia Italiana Treccani, vol. VII, voce «Bollandisti».

107 Per quanto riguarda il martirio di Simonino vedi Bollandisti, vol. X degli Atti dei Santi, vol. III, 24 marzo.

108 Cfr. A. Esposito-D. Quaglioni, op. cit., pagg. 71-72. Per avere maggiori dettagli si può consultare lo stesso volume da pagina 109 a 454, che riporta gli atti del processo. Oppure La Civiltà Cattolica, Serie XI, vol.VIII, fasc. 752, (8 ott. 1881) - fasc. 753 (29 ott. 1881) - fasc. 754 (12 nov. 1881) - fasc. 755 (26 nov. 1881) - fasc. 756 (10 dic. 1881); vol. IX, fasc. 757 (31 dic. 1881) - fasc. 758 (14 genn. 1882) - fasc. 759 (28 genn. 188") - fasc. 760 (11 febbr. 1882) - fasc. 761 (25 febbr. 1882); Vol. X, fasc. 761 (8 apr. 1882) - fasc. 763 (24 mar. 1882) - fasc. 766 (13 mag. 1882) - fasc. 767 (27 mag. 1882) - fasc. 768 (10 giu. 1882).

109 Cfr. A. Esposito-D. Quaglioni, op. cit., pagg. 61-63.

110 Cfr. G. Sabbatelli, Biblioteca Sanctorum, Città Nuova Ed., Roma 1962, vol. II, pagg. 1289-1293.

111 Cfr. F. Casolini, in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano 1949, vol. II, pag. 1406.

112 Cfr. Mons. P. Guerin, Le palmier séraphique, Bar-le-Duc éd., s. l. 1873, vol. IX, pagg. 515-516.

113 Ibid., pagg. 518, 522-524.

114 N.° 5, maggio 1991, pag. 35.

115 Cfr. I. Rogger, Biblioteca Sanctorum, Ed. Città Nuova, Roma 1968, pag. 1187.

116 Cfr. Sodalitium, n.° 28, 1991, pagg. 9-10.

117 Cfr. Roberti-Palazzini, op. cit., vol. I, pag. 188.

 

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