Questo articolo, pur seguendo la stessa traccia di quello intitolato Che cos'é la Rivoluzione?, tralascia di trattare la Rivoluzione comunista e quella satanica per affrontare il tema delicato della penetrazione del medesimo processo rivoluzionario all'interno della Chiesa cattolica. Osservando le tappe precedenti di questa ribellione satanica contro Dio e il Suo disegno, appare inevitabile che dopo aver ribaltato l'ordine sociale il demonio avrebbe concentrato inevitabilmente i suoi sforzi per distruggere la Chiesa, la Sposa di Cristo.
Il modernismo, che San Pio X definì «cloaca di tutte le eresie», è l'arma che Satana ha scelto per smantellare la Chiesa dall'interno mediante la riproposizione di errori (già condannati nel passato) da parte di chi dovrebbe vegliare sull'ovile affidatogli dal Signore. Gesù Cristo ci ha assicurato che «le porte dell'inferno non prevarranno» (Mt 16, 18), ma ciò non significa che chi vorrà rimanere fedele alla verità non dovrà soffrire e lottare. Preghiamo affinché questa prova finisca presto e ritorni a splendere la verità cattolica.
La vita della Chiesa è una lotta
Contrariamente a ciò che si potrebbe credere, la crisi attuale in cui versa la nostra società non è una novità. Insegna infatti Sant'Agostino (354-430):
E San Paolo è ancora più preciso:
Ciò che è nuovo rispetto al passato è che molti cattolici e persino uomini di Chiesa hanno perso la bussola, come sto per dimostrare. Subito dopo la creazione, a causa del peccato originale, l'uomo ha preteso di diventare indipendente da Dio. Il Signore avrebbe potuto schiacciare questa miserabile creatura che osava opporsi a Lui. Ma non lo fece e preferì vincere il mondo con il Suo amore piuttosto che con l'annientamento, e lo fece promettendo un Redentore. E Dio iniziò pazientemente a riavvicinare gli uomini al Suo amore. Lo fece attraverso Noè, Abramo e attraverso il popolo che in seguito scelse per questo scopo: il popolo ebraico. Alcuni uomini compresero quale fosse la Sua bontà e ritornarono a Lui, ma non tutti, anche tra il popolo ebraico.
Fu una lunga lotta, una lotta che durò più di quattromila anni, più di quaranta secoli. Uno degli insegnamenti più interessanti della Storia Sacra sta nel mostrarci fino a che punto, in determinate epoche, certi uomini, anche se scelti da Dio, possono cadere, e persino combattere contro Dio. I nemici di Dio credettero di aver vinto quando misero Gesù Cristo a morte, ma, al contrario, questo fu il momento e il mezzo che Dio scelse per vincere il mondo e per incoronare Gesù Cristo Re dell'Universo. Così iniziò una nuova tappa della Storia dell'umanità: gli uomini avrebbero accettato la regalità di Gesù Cristo?
Questa nuova tappa è la Nuova Alleanza tra Dio e l'uomo, attraverso Gesù Cristo, chiamata anche Nuovo Testamento o, più semplicemente, la storia della Chiesa, perché è attraverso di essa, la Chiesa, che Gesù Cristo regnerà sul mondo. Ma la lotta non era finita. Per la Chiesa era appena iniziata. Il vecchio Simeone lo disse alla Madonna ispirato dallo Spirito Santo: «Egli (Gesù) è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele (ossia nella Chiesa), segno di contraddizione» (Lc 2, 34).
In altre parole, ognuno di noi deve scegliere da che parte stare. In Francia, ad esempio, fu la conversione di re Clodoveo (481-511), nel 496, che segnò una prima vittoria della Chiesa. Ma ce ne furono molte altre: la conversione dei normanni, la fondazione di numerose abbazie, ecc... E così, la Chiesa edificò la società cristiana, che viene definita Medioevo, ma che sarebbe meglio chiamare cristianità.
Battesimo di Clodoveo,
re dei franchi. La cristianità
Non dico che in quell'epoca tutto era perfetto, ma esisteva la consapevolezza che l'uomo è stato posto sulla terra da Dio per onorarlo, per lodarlo e servirlo e, soprattutto, si sapeva che tutto ciò che ha creato, Dio l'ha messo a disposizione dell'uomo affinché questi possa servirLo. La Chiesa e tutti i suoi tesori di grazia, ma anche la vita, l'intelligenza e il nostro corpo, il matrimonio e il sacerdozio, la bellezza della natura, il cibo, le ricchezze o anche il gioco, ma anche gli altri uomini, i nostri simili, i nostri superiori, i re o i capi di Stato: tutto è stato voluto da Dio, ed Egli ha dato tutto questo agli uomini a quest'unico scopo: che tutti gli uomini servano Dio e mediante ciò si salvino. Tutto ciò è un fatto; si può anche non essere d'accordo, ma non cambia nulla.
Un figlio può anche non essere disposto ad ubbidire a suo padre, ma ciò non cambia niente al fatto che suo padre è suo padre, e che ha autorità su di lui. È naturale. Ora, la natura è stata fatta così da Dio. Ogni uomo giusto, lungi dal voler rigettare questo piano divino o di considerarlo come un peso, al contrario lo desidera come un beneficio che gli permetterà di realizzare la sua vita nelle migliori condizioni possibili. Ad esempio, i mestieri erano organizzati sotto forma di corporazioni che permettevano ai lavoratori di far vivere la loro famiglia nel miglior modo possibile, che santificavano il lavoro manuale, che assicuravano l'avanzamento degli operai nella carriera, che sorvegliavano sulla qualità della gestione dei datori di lavoro e che, così, mettevano ciascuno al proprio posto per il bene di tutti. Lo stesso valeva anche per i capi di Stato (i re o i prìncipi).
Se non ci sono capi, c'è l'anarchia, ovvero il regno del caos. La natura ha bisogno di capi. Ora, è Dio che ha fatto così la natura umana. Dunque, è Dio che ha voluto l'autorità dei capi, dei re, ecc... È così, che si sia pagani o meno. Giustamente, nel loro insieme, i capi erano coscienti dell'importanza della loro funzione che si trova tra quella di Dio e quella del padre: aiutare le persone ad amare Dio in loro, fornendo tutto ciò che occorre e proteggendole dal peccato, e così renderle felici. Perché, contrariamente a ciò che dicono molti, osservare la legge di Dio non rende infelici: Dio è così buono con quelli che hanno fiducia in Lui!
Al contrario, fare tutto ciò che si vuole fino al peccato non rende felici, poiché ci si pone sotto la schiavitù delle passioni e del demonio. Ecco perché i re e i prìncipi emanavano delle leggi che favorivano la virtù, un po' come il nostro codice penale, ma con uno spirito cristiano; tali norme organizzavano la vita pubblica, suscitavano la carità (ospedali, corporazioni, ecc...), sostenevano la Chiesa, ecc... Di questi re e imperatori, di certo il più noto è Carlo Magno (742-814) che tanto aiutò il Papa nel campo della liturgia, dell'insegnamento cristiano (le famose scuole...), dei monasteri e anche delle missioni.
Conosciuto è anche San Luigi IX (1215-1270), re di Francia, che ogni giorno nutriva con le sue mani alcuni poveri seduti alla sua tavola. Bisognerebbe citare anche sua madre, Bianca di Castiglia (1188-1252), ma occorre ricordare citare anche Santo Stefano (969-1038), re d'Ungheria che, nell'anno 1000, affidò il suo regno tra le mani di Maria SS.ma e del Papa; o San Canuto (1040-1086), re di Danimarca, Sant'Edoardo II (962-979), re d’Inghilterra, Sant'Elisabetta (1271-1336), regina del Portogallo, e Sant'Elisabetta (1207-1231), regina d'Ungheria e duchessa di Turingia, e non è che l'inizio di una lunga lista... 2.
Sopras: da sinistra, Carlo Magno, Santo Stefano re e San Canuto re.
Sopra: da sinistra, Sant'Edoardo re, Sant'Elisabetta regina e Sant'Elisabetta regina.
La Chiesa, naturalmente, era l'anima della cristianità; è San Pio X (1835-1914) che ce lo dice. La società degli uomini - i Paesi e gli Stati - è come un grande corpo, e che a questo corpo occorre necessariamente un'anima per farlo vivere, un'anima che gli dia un ideale e un'unità. Ora, l'unico vero ideale degli uomini può essere solamente quello di conoscere Dio, e l'unica vera unità si costruisce nell'amore di Gesù Cristo, la carità, e il solo lavoro dell'uomo sulla terra è di sperare di ottenere la vita eterna. Fede, speranza e carità: tutto ciò viene comunicato solamente dalla Chiesa. Ecco perché si dice che la Chiesa è l'anima della cristianità.
La libertà
Prima di terminare questa breve
esposizione della cristianità, vorrei rispondere ad un'obiezione,
ossia ad una difficoltà che spesso risuona. Eccola: «Che ne era
della libertà in un'organizzazione dove tutto faceva capo
esclusivamente a Dio»? Ora, dobbiamo essere consci del fatto che
Nessuno è libero di rubare al suo prossimo, di privarlo della sua reputazione, né di prendere sua moglie... Invece, si è liberi di sposarsi o di diventare sacerdote, di sposare Elisabetta anziché Teresa, di diventare ingegnere piuttosto che medico. Occorre tuttavia osservare che non si è mai liberi in maniera assoluta, ma in funzione di un ideale, che è di amare Dio. Si è liberissimi di non sposare Elisabetta se è una cattiva cristiana, anche se ha dei begli occhi; si è liberi di non orientarsi verso la carriera di ingegnere se si è dotati per il diritto, ecc...
A partire da ciò, possiamo rispondere all'obiezione che abbiamo appena visto: nella cristianità, la libertà era rispettata e anche favorita, ma non veniva ammessa evidentemente laddove l'uomo non è libero. In altre parole, non si faceva della libertà un assoluto, ma si ricordavano all'uomo i suoi doveri e gli si fornivano i mezzi per compierli.
Ciò, probabilmente, non piace a coloro che vogliono liberarsi di Dio, ma non può essere diversamente. Ed è questo il vero amore degli uomini. Amare non consiste nel mentir loro o nel permettere che si dannino. Ciò è vero in una famiglia come negli Stati. Amarli consiste nel dar loro beni di grande valore. Esistono forse dei beni che abbiano più valore di una famiglia unita, della carità, dell'onore e, in definitiva, del paradiso?
Eccoci dunque giunti al termine della nostra descrizione della cristianità. Mi sono un po' dilungato prima di tutto perché si tratta di cose che oggi facciamo fatica a comprendere e ad ammettere, e poi soprattutto perché la cristianità è un modello e un riferimento. La Chiesa si spinge ancora più lontano: essa ci insegna che non ci può essere altro modello che quello in cui tutto, assolutamente tutto, è rivolto a Dio nostro Padre per la maggiore felicità degli uomini 3.
Ricordiamocelo perché è esattamente questo stato di cose che più detestano i nemici di Dio e è che hanno cercato di distruggere per primo; a costo di distruggere la felicità degli uomini, essi non vogliono essere sottomessi a Dio. Quando c'era la cristianità i suoi nemici erano obbligati a nascondersi, ma esistevano e ne esisteranno sempre. Conosciamo la parabola del loglio: gli operai vorrebbero strappare immediatamente il loglio (che rappresenta gli empi sulla terra). Ma Nostro Signore dice loro di aspettare fino al giudizio che ci sarà alla fine del mondo. Solamente allora i buoni saranno separati dai cattivi e avranno la pace. Nel frattempo, come si sono comportati i nemici di Dio?
Sopra: La Libertà che guida il popolo (1830), di Eugène Delacroix.
L'Umanesimo e il Rinascimento
Non potendo evidentemente prendersela direttamente con Dio, i nemici di Dio hanno iniziato a magnificare l'uomo, ad esaltarlo, vale a dire ad attribuirgli una grandezza e una dignità che egli non possiede. Ora, per gli empi, la dignità dell'uomo risiederebbe prima di tutto nella sua libertà, ma tale libertà viene concepita come un assoluto, esattamente il contrario di ciò che abbiamo spiegato poc'anzi. Per essi, la libertà consiste in un'indipendenza totale dell'uomo rispetto a Dio o alla Sua Legge.
Inizialmente, essi non hanno preteso che l'uomo fosse totalmente indipendente, ma che lo è in tutto ciò che non riguarda direttamente la religione e la morale (ad esempio, nella scienza, nella letteratura o nell'arte). Tale indipendenza nel campo della letteratura o in quello nella scienza è stata definita Umanesimo. Occorre subito notare che questo vocabolo che si sono attribuiti, mostra già che essi volevano glorificare l'uomo. L'Umanesimo non è di grande interesse, ma ne parlerò ancora un po' per chi mi legge.
Con il pretesto di riscoprire la cultura classica, greca e latina, gli umanisti hanno in realtà voluto liberarsi dalla precisione della teologia e della filosofia cristiana che giudicavano troppo costrittive e troppo poco stimolanti, mentre la Chiesa ce le raccomanda come l'espressione più perfetta della sua dottrina, della fede e dei suoi fondamenti. È evidente che gli umanisti che disprezzavano questa filosofia e questa teologia, nel contempo disprezzavano la dottrina che contenevano.
Si trattava principalmente della filosofia e della teologia del San Tommaso d'Aquino (1226-1274), al quale Dio ha donato il genio della chiarezza, della precisione e della concisione. Oltre a ciò, San Tommaso d'Aquino conosceva perfettamente gli antichi filosofi greci e aveva attinto dalla loro eredità separando ciò che metteva in luce la vera natura dell'uomo, la creazione e Dio, da ciò che andava nel senso del peccato e del paganesimo; un po' come si estrae un bel candeliere da un mucchio di vecchia ferraglia.
Su questo candeliere, San Tommaso innestò la teologia cristiana, che non era nuova, ma la cui luce sarebbe stata più apprezzata e posta in una posizione più elevata. Rigettando questo candeliere, gli umanisti dimostrarono di preferire il mucchio di vecchia ferraglia per non dover sopportare la dottrina cattolica e - cosa che li disturbava ancor di più - la sua morale.
Per queste ragioni, essi iniziarono a criticare ciò che la morale cattolica ha di eccessivamente rigoroso ai loro occhi, e principalmente la vita dei monaci e dei religiosi, che sono tuttavia un modello per tutti i cristiani. Nel campo dell'arte si parla di Rinascimento. Pensiamo alla Cappella Sistina. È quella in cui i Papi vengono eletti. Essa è stata affrescata prima del Rinascimento con scene che rappresentano episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento. Poi, al di sotto e su tutto il soffitto, ci sono gli affreschi di Michelangelo Buonarroti (1475-1564), uno dei più celebri artisti del Rinascimento. Al centro, Michelangelo ha dipinto la creazione di Adamo.
Ora, Michelangelo ha dipinto Adamo completamente nudo e, anziché nascondere in un modo o nell'altro i genitali, li ha resi al contrario ben visibili e provocanti, in un Adamo noncurante e privo di alcuna energia interiore. Ma, accanto a questa scena, è stato dipinto un sacrificio dell'Antico Testamento e, anche in questo caso, i personaggi - leviti e profeti - sono nudi con i genitali in evidenza! E sono solamente due esempi. Tutti gli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina sono dello stesso genere. E questo in un luogo di culto! Che cosa è accaduto?
Ufficialmente, si trattava di porre l'accento sul fatto che il corpo umano - e ciò è vero - è una vera meraviglia. In realtà, si trattava di incentrare l'arte sull'uomo per occultare (ossia per far dimenticare) tutto ciò che abbiamo detto a proposito della cristianità. Occultare innanzi tutto il peccato originale, che fà si che l'uomo non riesce più a posare innocentemente gli occhi sui corpi nudi, sui genitali e su tanti altri piaceri offerti dalla natura, perché non sa più usarne correttamente. Occultare anche che Dio è il vertice e il centro di tutto l'Universo, perché è il Creatore e il Signore di tutte le cose. Occultare infine la vera felicità dell'uomo, le gioie autentiche che Dio gli ha dato, gioie che possono essere solamente cristiane e non puramente umane, come ad esempio la pace nella virtù, la devozione, la misericordia, l'amore di Dio, la vita interiore, ecc...
Poiché questo è il ruolo dell'arte vera: mostrare, al di là delle apparenze, che il cielo e la vita cristiana sono piacevoli, e risvegliarne il desiderio. Per arrivare a celare queste cose si giunse a moltiplicare le scene profane, si andò a cercare l'ispirazione dai pagani, e soprattutto venne esaltato tutto ciò che adula i sensi e non ciò che eleva lo spirito. Si volse l'attenzione sul corpo e non sullo spirito.
Del corpo si mostrò la bellezza fisica, la sensualità e possibilmente la nudità, ecc... L'arte del Rinascimento assomiglia troppo spesso ad una collezione di «bei fusti» e di giovincelle seducenti. E così, semplicemente, si dipingevano all'uomo nuovi piaceri, tutto all'opposto della felicità che propone la cristianità. Non ci volle molto tempo perché i gaudenti cercassero di sbarazzarsi di quella cristianità che li disturbava.
Il concerto (1600 circa).
Ed ecco come i nemici di Dio, con i colori e i pennelli, senza esporsi, riuscirono ad ottenere la rovina della cristianità! Si può dire che era iniziata una rivoluzione. Bisogna osservare che inizialmente il Rinascimento fu grandemente favorito dai Papi che, più tardi, furono tuttavia molto più attenti a preservare la Chiesa di questo pessimo stato d'animo. Perché? Ecco un secondo aspetto di questa rivoluzione: il suo carattere seduttore. Fu tramite la seduzione che questo capovolgimento giunse ad attrarre grandi folle, ma anche ad infiltrarsi tra coloro che per principio avrebbero dovuto essere contrari.
Un'altra prova che il Rinascimento si è avvalso della menzogna e della seduzione, è che nell'arte greca si possono trovare numerose opere elevate che invitano lo spirito a meditare sull'eternità e che ricordano all'uomo che non è al centro di tutte le cose, e che esaltano l'ascesi. Ne esistono diverse al museo di Atene, e si rimane colpiti nello scoprire che il Rinascimento ha esaltato la sensualità e ignorato l'interiorità molto più di quanto non avesse fatto l'arte greca, e ha trascurato l'arte più autentica.
La nascita di Venere (1482), di Botticelli.
Il protestantesimo
Il Rinascimento fu solamente l'inizio. Esso aveva aperto la strada al piacere della libertà e del godimento, ma la cristianità e la Chiesa erano sempre presenti. Fu esse che i nemici di Dio tentarono di distruggere. Ciò avvenne con Martin Lutero (1483-1546), il fondatore del protestantesimo.
La dottrina cattolica insegna che il peccato originale crea in noi una ferita, una tendenza negativa, e causa dei cattivi desideri: i piaceri della carne, i desideri di approfittare di tutto ciò che ci circonda e - cosa più grave - il desiderio di indipendenza e di dominio: è l'orgoglio. La teologia la definisce la triplice concupiscenza, da una parola latina che significa «desiderio». Sai anche che Gesù Cristo, pur cancellando il peccato originale mediante il Battesimo, non ci ha affrancati dai cattivi desideri, ma ci dà la grazia per resistere.
E così, se siamo fedeli alla grazia, vinciamo la tentazione e possiamo essere fieri della nostra vittoria. Del resto, questa è la ragione per cui Gesù Cristo ci lascia lottare: nella tentazione troviamo il doppio vantaggio di provarGli la nostra fedeltà, e di essere fieri della vittoria. Questa lotta che è in noi la ritroviamo nella Chiesa e in tutta la storia degli uomini. Per Lutero, le cose non stavano così. Per questo ex monaco, le cattive tendenze sono irresistibili e non possiamo evitare di cadere nel peccato, in tutti i peccati che ci si presentano.
Ma Lutero confidava nel fatto che Dio non tiene conto delle colpe e, anche se carichi di peccati, un giorno Egli ci prenderà ugualmente in Cielo senza prima purificarci! Egli parlava del Cielo! Sì, di una grande pattumiera! Una grande discarica piena di peccatori che hanno seguito i loro capricci, che hanno fatto di testa loro e si sono detti: «Ciò non è grave; Dio ci ama anche così»! In una parola, Dio avrebbe mandato Gesù Cristo sulla terra non per dare all'uomo la possibilità di sconfiggere il male, ma per sprofondarlo nei suoi capricci, ossia nel vizio! Ancora una volta si parla di libertà, ma questa volta di una libertà assoluta in campo morale. Inutile dire che i Sommi Pontefici reagirono immediatamente.
Ma Lutero non volle lasciarsi convincere e dichiarò che nessuna autorità nella Chiesa, nemmeno il Papa, aveva il potere di vessare la libertà. Portato dal suo slancio, egli dichiarò anche che nella Chiesa non c'è alcuna autorità, nessuna Gerarchia: né Papa, né Vescovi, né sacerdoti. Di colpo nella Chiesa non c'è più insegnamento; resta solamente la Bibbia. Ma anche la Bibbia condanna Lutero.
Allora costui dichiarò che ognuno è libero di interpretare e di mettere in pratica ciò che trova nella Sacra Scrittura. Applicando questo principio, la libertà diventa quasi totale! (la libertà nel senso di indipendenza, e non nel senso autentico che ho spiegato più sopra). Diversi Paesi interi passarono al protestantesimo, anche con molti Vescovi e con un gran numero di sacerdoti. Non voglio addentrarmi troppo nei dettagli, ma ci fu una conseguenza che bisogna osservare più da vicino: la Messa.
Se non è più necessario cancellare i peccati, la Croce non ha più alcun senso, e nemmeno la Messa. Fu per questo motivo che Lutero trasformò completamente la Messa, pur conservandone le apparenze per ingannare il popolo cristiano. Certamente, quando le cose divennero chiare e gravi, la Chiesa combatté Lutero, innanzi tutto per mezzo della voce dei Pontefici, e in seguito con il Concilio di Trento (1545-1563), che restaurò la Messa cattolica minacciata dagli errori di Lutero, questa Messa che si chiama «tridentina» dal nome del Concilio che si tenne nella città di Trento, o di San Pio V (1504-1572), il Pontefice che portò a termine la restaurazione del rito della Messa voluta dal Concilio di Trento.
Liturgia luterana ai tempi della Riforma.
Anche i re e i prìncipi entrarono in lotta. Il protestantesimo (che è anche peggio dell'attuale legge sull’aborto) è inaccettabile poiché sono le anime che in qualche modo il protestantesimo fà abortire. Fu la causa delle guerre di religione, non per violare la libertà dei protestanti, ma per impedir loro di seminare la rivolta.
Ahimé, molti prìncipi, soprattutto in Germania, si misero in combutta con Lutero, e così la cristianità scomparve in numerosi Paesi; in Francia, essa fu molto indebolita a causa della presenza di molti protestanti e della loro mentalità; e fu preservata solamente in un piccolo numero di Paesi, come la Spagna, l'Italia e il Portogallo. Tuttavia, la reazione della Chiesa e dei Paesi cattolici, anche in Francia, fu molto fruttuosa e permise da una parte di riportare alcuni Paesi protestanti alla fede cattolica, e dall'altra di riportare un grande fervore ai fedeli nei Paesi cattolici.
Di questo periodo, il XVII secolo, si ricordano certamente grandi Santi come San Vincenzo de' Paoli (1581-1660), e le sue opere di carità, San Francesco di Sales (1567-1622), le chiese parigine di Saint-Nicolas-du-Chardonnet e di Saint-Sulpice, antichi seminari per la formazione dei buoni sacerdoti, ecc...
Sopra: da sinistra, San Pio V, San Vincenzo de' Paolis e Francesco di Sales.
L'illuminismo
Con Lutero, l'uomo era ormai totalmente svincolato e, affinché restasse libero, si rigettò l'autorità della Chiesa. É chiaro che così facendo l'uomo si pose consapevolmente in una situazione di rivolta, e la sua coscienza glielo rimproverava. I nemici di Dio passarono dunque alla fase successiva: dopo essersi ribellati, iniziarono a dire che avevano avuto ragione a rivoltarsi. Dopo avere rigettato la Chiesa, essi iniziarono a dire che erano stati ingannati e che ora portavano la verità, con un nuovo tipo di società in cui tutto non sarebbe più stato orientato a Dio, ma all'uomo e nell'uomo, per la sua libertà.
Si giunse così ad uno stato di cose molto grave. Immaginiamo se un figlio non volesse più obbedire a suo padre. Prima gli disubbidisce di nascosto; poi, a poco a poco, poiché non può più nascondere la sua disubbidienza, gli disubbidisce apertamente. Suo padre interviene. Immaginiamo che allora il figlio dica:
Sarebbe una rivoluzione completa, ben più grave delle disubbidienze iniziali! La famiglia verrebbe sostituita da un nuovo ordine rivoluzionario, sebbene si rischi di cadere nel ridicolo definendo questa novità un «nuovo ordine»! È esattamente ciò che accadde in seguito alla rivolta di Lutero. Ecco come. Dopo aver rinnegato la Chiesa e la sua autorità, i nemici di Dio iniziarono a rigettare i re, i prìncipi, tutti i capi e la loro autorità. Per essi, gli uomini sono liberi di governarsi come meglio preferiscono, di darsi le leggi che desiderano, come vogliono.
Se gli uomini vivono insieme in società è unicamente perché lo hanno voluto. È il famoso «contratto sociale» di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), detto anche «democrazia moderna», vale a dire il governo del popolo dotato di un'autorità che viene dal basso e non da Dio. In realtà, ogni autorità - insegna San Paolo - viene da Dio (Rm 13, 1)! L'uomo moderno vuole vivere in modo autonomo, come insegna l'anarchia. Ci si accorgerà rapidamente che ciò è impossibile: la natura umana è troppo limitata per districarsi da sola; gli occorre l'appoggio degli altri: è ciò che si chiama «società».
Ora, non è l'uomo che ha scelto la propria natura, e dunque non ha scelto di vivere in società. È Dio che lo ha scelto per noi facendoci come siamo. Ed è sempre Dio che ha voluto che abbiamo bisogno di capi, di maestri, di guide, di un padre, ecc... È Dio, dunque, che ha voluto i padri, i capi, i maestri, e che ha comunicato loro una parte della Sua autorità per portare a buon fine la loro missione.
Giunto ad un tale grado di indipendenza, l'uomo diventa praticamente un piccolo dio: è il regno della ragione umana, proclamata dai sedicenti filosofi del XVIII secolo. Filosofi? In realtà dei pazzi, sì! Una follia che finirà con il culto della «dea ragione» nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi durante la rivoluzione del 1789. Nell'attesa, questi «filosofi» erano persuasi di portare la luce agli ignoranti - che non avevano compreso il valore della libertà - e ai ritardati che rimanevano nelle tenebre dell'ubbidienza e dell'oscurantismo religioso.
«Filosofi dei Lumi»: ecco come si definivano, niente meno! Gesù Cristo ha detto di sé: «Io sono la luce del mondo» (Gv 8, 12), ed essi dicevano di portare la «luce». Semplicemente, essi si credevano dei messia che Dio aveva mandato sulla Terra per illuminare i popoli moderni! Ecco perché, almeno per un po' di tempo, parlavano ancora di Dio, presentandolo come la garanzia della loro «luce». Sì, la loro dottrina era un nuovo messianismo, vale a dire una nuova chance per l'umanità, ma completamente opposta alla dottrina di Gesù Cristo, il quale ha predicato la sottomissione della fede davanti a Dio Padre.
E questo messianismo veicolava una nuova religione che sostituiva la carità con la libertà, i Dieci Comandamenti con i «Diritti dell'Uomo», la cristianità con la democrazia. Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. Avevano costituito anche una sorta di nuova «chiesa» (o contro-chiesa); l'avevano fondata nel 1717 in Inghilterra: è la Massoneria.
Questo termine (che deriva dall'inglese mason, ossia «muratore»), designava i costruttori del nuovo ordine sociale. Durante tutto il XVIII secolo, i nemici di Dio, «filosofi» e massoni, cercarono di imporre il loro nuovo modo di vedere le cose. Evidentemente, appena pensarono di essere abbastanza forti, decisero di passare all'azione e cercare di creare un mondo secondo le loro vedute: fu la Rivoluzione Francese del 1789.
Ma poiché la loro dottrina in realtà è una follia, non cercarono di imporsi mediante la persuasione; occorse usare la forza ed affermarsi attraverso la violenza. Ecco perché assassinarono i sacerdoti, il re, e finalmente instaurarono il terrore nel 1793.
Il XIX secolo: Restaurazione e liberalismo
Dopo la tormenta rivoluzionaria, ci si rese conto che bisognava ritornare all'ordine e alla religione. Ma si produsse un fatto straordinario e sconcertante che spiega in parte la crisi attuale che c'è nella Chiesa: la Rivoluzione venne salvata da persone della sponda opposta, i nemici di Dio vennero salvati dai cattolici e la repubblica venne instaurata dai monarchici! Queste persone si definivano «liberali» o «cattolici liberali». Si trattava essenzialmente di persone importanti, intelligenti, brillanti e colte; esse erano abituate a comandare, ed erano sostenitrici dell'ordine, della religione, della morale, ossia erano d'accordo con gli altri cattolici sulle stesse verità, ma avevano un grosso difetto: desideravano piacere al mondo, volevano essere accettate ed essere ben viste.
Più esattamente, volevano essere apprezzate per la loro brillante intelligenza. Erano persuase che all'infuori di esse non ci fossero persone veramente colte, e dunque che, se fossero state rifiutate, tutta la cultura sarebbe scomparsa con esse. Dunque, occorreva farsi accettare. Ma bisogna sapere che si non può al tempo stesso amare Dio ed essere graditi dai Suoi nemici, augurarsi l'ordine ed essere lodati dalla Rivoluzione. E tuttavia, era esattamente ciò che volevano. Dunque, non restò loro che tacere su ciò che amavano e adulare i loro nemici.
Essi tentavano di dare ragione ai loro nemici senza dare torto a se stessi, ma ciò è impossibile. Allora, a poco a poco, abbandonarono le loro convinzioni, o piuttosto le accantonarono nel loro cuore come in un museo, senza tentare di metterle in pratica, e allo stesso tempo cercarono in tutti i modi di giungere ad un compromesso con i loro avversari, che li approvavano anche quando non erano d'accordo. E siccome si trattava di uomini importanti, colti e brillanti, molte persone li seguirono senza riflettere.
I nemici di Dio non potevano desiderare di meglio: erano i loro avversari che si consegnavano di loro spontanea volontà portando con sé le loro truppe! Ecco ciò che hanno fatto i liberali: non hanno avuto il coraggio di combattere i nemici di Dio. Ed ecco perché a partire dal XIX secolo non siamo più in presenza di due schieramenti, ma di tre: i nemici di Dio, i cattolici coraggiosi e combattenti e, tra i due, i cattolici vili che, a poco a poco, fecero avanzare la Rivoluzione. Il più conosciuto dei liberali del XIX secolo fu Félicité-Robert de Lamennais (1782-1854), un sacerdote che voleva che la Chiesa fosse in buoni rapporti con i suoi avversari.
Sopra: Félicité-Robert de Lamennais, antesignano del progressismo religioso.
Riprendiamo l'esempio fatto poco fa del figlio che dice a suo padre: «Sono stato creato libero: né tu né nessun altro potete comandarmi». Immaginiamo poi che il figlio aggiunga: «Se non sei d'accordo, vattene»! Supponiamo infine che il padre, per quieto vivere e per non essere messo alla porta, decida di non contraddire suo figlio e gli dica: «D'accordo, figlio, rispetto la tua libertà, purché anche tu rispetti la mia. Fa ciò che vuoi a patto di non disturbarmi».
Immaginiamo per di più che questo padre vada a visitare i suoi parenti per dir loro di non comandare nulla a suo figlio quando lo vedranno. Pensiamo all'impatto di una tale notizia sugli amici del figlio! In poco tempo sarà la rivoluzione! Ebbene, è ciò che fece Lamennais. Predicava che la Chiesa doveva rispettare la libertà di tutte le religioni e chiedere solamente che si rispettasse la sua libertà. È come se le galline dicessero alla volpe che è libera di entrare nel pollaio, purché non faccia loro del male.
Si giunse fino ad immaginare un «Cristo rivoluzionario»! Ma il liberalismo aveva impregnato l'aria da tempo: anche re Luigi XVIII (1755-1824) annunciò nella Carta del regno che ormai tutte le false religioni sarebbero state trattate come la religione cattolica, l'unica vera! C'è una grande differenza tra la tolleranza e il riconoscimento di diritti. Che si tolleri, ossia che si sopporti il protestantesimo e i rivoluzionari come si sopporta una malattia aspettando di guarirla, sì.
Ma che si dica che questi hanno ragione e che li si tratti come se fossero cattolici, no! Non si può dire che la malattia vale quanto la salute! Tutta la storia del XIX secolo fu una continua altalena. Si voleva piacere ai rivoluzionari, e allora si sceglievano dei ministri e dei deputati liberali che avrebbero accolto le loro istanze. Poi ci si accorgeva che ci si era troppo spinti verso la Rivoluzione, e allora si tornava indietro verso i veri cattolici.
Ciò non piaceva ai rivoluzionari, e allora si ritornava ai liberali. Ma ad ogni volta si ritornava sempre un po' meno verso Dio e la verità, e sempre un po' di più verso l’errore e la Rivoluzione. Fu per questo motivo che re Carlo X (1757-1836) venne abbandonato per Luigi-Filippo (1773-1850), più vicino ai repubblicani. Ma anche quest'ultimo non durò molto tempo e venne sostituito da Napoleone III (1808-1873), un vero rivoluzionario, ma che adulava i cattolici!
Sopra: Separazione tra Stato e Chiesa.
Nel 1870, la metà dei monarchici preferì non inimicarsi i repubblicani, perché se avessero sostenuto re Enrico V (1820-1883) - detto il conte di Chambord - li avrebbe obbligati a lottare. Fu così che instaurarono la 3ª Repubblica, loro, i monarchici! Purtroppo non si trattava solo di politica, ma anche di religione.
Lamennais era un sacerdote, Luigi XVIII era cattolico e, se non riconosceva la repubblica, riconosceva le false religioni. I cattolici erano divisi: metà di essi era d'accordo con i rivoluzionari, ovvero con i nemici di Dio! In altre parole, con i liberali al potere, i nemici di Dio non erano più all'esterno della Chiesa: le porte erano state loro aperte ed erano stati accolti con baci e abbracci!
Il nemico penetra nella Chiesa: il modernismo
I Papi del XIX secolo hanno denunciato senza mezzi termini tutto ciò che ho appena raccontato: Papa Gregorio XVI (1765-1846) condannò l'eccessiva libertà che Lamennais aveva concesso ai rivoluzionari; Papa Pio IX (1792-1878) condannò nuovamente i loro errori; e Papa Leone XIII (1810-1903), con una serie di Encicliche, tentò di raddrizzare lo spirito contorto dei liberali. Ma fu San Pio X (1835-1914) che denunciò una nuova avanzata dei nemici di Dio: ormai essi non erano più all'esterno della Chiesa, ma all'interno, ed era dunque all'interno che bisognava combatterli. Per smascherarli, San Pio X denunciò a loro riguardo tre cose:
Sopra: da sinistra, Gregorio XVI, Leone XIII e San Pio X.
Riprendiamo questi punti entrando più nel dettaglio, perché siamo giunti al cuore del problema dei nostri giorni:
Essi veicolavano tutti gli errori vomitati dai nemici più accaniti della Chiesa Di fatto, diceva San Pio X, essi non esitavano ad insegnare persino nei seminari e nelle chiese che Gesù Cristo non è Dio, che i Vangeli non dicono la verità, che i Sacramenti non danno veramente la grazia, che tutte le religioni sono vere, che non c'è bisogno di professare alcuna religione perché ogni uomo, anche se non battezzato, trova Dio dentro sé stesso, ecc... Inoltre, essi insegnavano apertamente il motto rivoluzionario «Libertà, Uguaglianza, Fratellanza», rifiutavano ogni autorità, ecc...
Volevano cambiare la Chiesa dall'interno per farne un complice della Rivoluzione Come agivano? Tutto ciò che vive cambia, dicevano, ma il cambiamento porta spesso alla rottura. Ad esempio, tutto è cambiato bruscamente nel 1789, ma così rapidamente che poi ci sono stati il Terrore e la ghigliottina. Il ruolo della Chiesa, dicevano i modernisti, è di elaborare una miscela tra il cambiamento e le tradizioni affinché il cambiamento avvenga con dolcezza e senza strappo.
Così, dicevano, la Chiesa sarebbe diventata moderna (ecco perché venivano chiamati «modernisti»), avrebbe seguito il Progresso (da qui la loro etichetta di «progressisti»), anche se questo termine non è stato molto utilizzato. In realtà, il loro argomento poggiava su di un voltafaccia. Ciò che vive cresce, è vero, ma la sua sostanza non può cambiare. Un bocciolo di rosa vive, cresce, sboccia in fiore, dà un frutto, e questo frutto darà un rosaio. Tutto ciò è vero. Ma mai un rosaio non genererà mai del granoturco, come una cagna non partorirà mai dei gatti.
Un uomo cresce, ma non diventa un marziano! Un cristiano diventa santo, ma non diventa buddista o protestante, se no se ne va all'inferno! È per questo motivo che Gesù Cristo ha voluto che la Chiesa facesse progredire gli uomini nella vita divina, ma non che li cambiasse e li facesse diventare buddisti o che so altro. Ma i modernisti si spinsero ancora più lontano: per essi, non si trattava solamente di trasformare i cristiani; si trattava soprattutto di immaginare e di creare un mondo nuovo.
Se la Chiesa avesse accolto le richieste dei modernisti, non solo non sarebbe più stata fedele a Gesù Cristo, ma avrebbe preso il posto del Creatore, deviando dal fine che gli era stato destinato dal suo Fondatore e divenendo rivoluzionaria. Ma i modernisti, si dirà, non pensavano certo di riuscire in una simile impresa! Ahimè, ci credevano, ed ecco come:
I modernisti si nascondevano dietro le apparenze di cattolici devoti
È il terzo rimprovero che fece loro
San Pio X, ed è per questo che la crisi è all'interno della Chiesa e
non fuori di essa. Fin dal secondo paragrafo
Ho riportato questo brano affinché si comprenda che non siamo i primi ad aver denunciamo una crisi all'interno della Chiesa. I Papi l'hanno denunciata prima di noi, e noi non facciamo altro che seguire il loro insegnamento. Ma molti cattolici non hanno ascoltato San Pio X e non gli hanno ubbidito.
Allora, a poco a poco, quei sacerdoti che si nascondevano nella Chiesa dietro belle apparenze, hanno seminato i loro errori ed estesa la loro influenza. Alcuni di essi sono diventati Vescovi. A loro volta, questi Vescovi hanno sostenuto certi preti, e alcuni di loro sono diventati Cardinali.
Il Concilio Vaticano II: il trionfo del modernismo
Papa Pio XII (1876-1958) tentò di resistere all'avanzata dei modernisti nella Chiesa, ma quando Giovanni XXIII (1881-1964) convocò un Concilio per aprire la Chiesa al mondo, ci si rese improvvisamente conto che la maggioranza dei Vescovi, un gran numero di Cardinali - e lo stesso Giovanni XXIII! - erano favorevoli ai modernisti. Non sono io ad affermarlo, ma i protagonisti principali del Vaticano II. Così, ad esempio, il Cardinale Leo Iozef Suenens (1904-1996), Primate del Belgio, dichiarò nel 1969:
Padre Yves Congar o.p. (1904-1995), creato Cardinale nel 1994, è stato ancora più esplicito:
Sopra: Sessione del Concilio Vaticano II (1962-1965).
Padre R. Caporale (1872-1961), nell'opera Les hommes du Concile (1965), fornisce la seguente testimonianza:
Padre René Laurentin (1917-2017), celebre mariologo, ha affermato:
Sopra: da sinistra, il Cardinale Leo Suenens, Padre Yves Congar e Padre René Laurentin.
Il Cardinale Roger Etchegaray:
Se la Dichiarazione conciliare «ha segnato la fine» dello Stato cristiano, essa è necessariamente in rottura con la dottrina tradizionale sui doveri dello Stato verso la religione cattolica, espressa in particolare nell'Enciclica Quas Primas di Papa Pio XI (1857-1939).
Ancora Padre Congar:
Il Cardinale Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI (1927-2022):
Padre John Courtney-Murray s.j. (1904-1967), perito al Concilio:
Sopra: da sinistra, il Cardinale Roger Etchegaray, il Cardinale Joseph Ratzinger e Padre Courtney-Murray.
Marcel Prelot, senatore del dipartimento del Doubs e cattolico liberale:
Concludiamo questa serie di affermazioni con due testimonianze di nemici della Chiesa:
La Gran Loggia di Francia:
Il barone Yves Marsaudon (1899-1984), massone della Gran Loggia di Francia e amico intimo del Cardinale Roncalli all'epoca della sua carica come Nunzio a Parigi:
Il Cardinale Henri de Lubac (1896-1991) raccontò che la parola d’ordine al Concilio era l'«apertura al mondo». Ed egli precisò che questa apertura riguardava principalmente l'ecumenismo e la libertà religiosa. Infatti, tali furono i due grandi errori approvati dal Concilio. Di che cosa si tratta? Come abbiamo visto, l'ambizione dei rivoluzionari è stata quella di spingere sempre più in avanti la libertà contro la cristianità, contro la Chiesa, e dunque contro Dio. Ebbene, durante il Vaticano II, i Vescovi e Paolo VI (1897-1978) hanno dato loro ragione! Ti sembra una cosa enorme? Senti che cosa afferma la Dichiarazione conciliare Dignitatis humanæ (del 7 dicembre 1965):
Sopra: da sinistra: Marcel Prelot, il barone Yves Marsaudon e Padre Henri De Lubac.
Dunque, non è più la Legge di Dio che deve dirigere la coscienza per chiederle di ubbidire. La coscienza è diventata un assoluto, la regola suprema. Non si tratta, quindi, della vera libertà (come ho spiegato all'inizio), ma della libertà assoluta, della libertà-indipendenza. «Il diritto ad una tale immunità (libertà) perdura anche in coloro che non soddisfano l’obbligo di cercare la verità (Dio) e di aderire ad essa». Si tratta dunque della libertà di disubbidire a Dio. Ebbene, per Paolo VI e per i Vescovi riuniti in Concilio, questa libertà è un diritto!
In altre parole, affinché un uomo possa godere della propria dignità, è necessario che possa opporsi a Dio, ed è la Rivelazione stessa che ce lo dice!
Il Concilio si è spinto ancora più oltre: esso insegna che questa libertà è talmente assoluta che le false religioni hanno il diritto di esistere, di organizzarsi, di rendere in pubblico il loro falso culto alla divinità o agli idoli che essi considerano Dio, e persino di fare propaganda. Il Concilio aggiunge che i governi devono organizzare la società attorno alla libertà di questi falsi culti!
Si può dire che si siamo giunti esattamente all'opposto della cristianità che ho descritto all'inizio, il che significa che la Rivoluzione ha trionfato, o piuttosto che i Vescovi e Paolo VI l'hanno fatta trionfare. L'ecumenismo e la libertà religiosa sono praticamente lo stesso errore. Quest'ultima riguarda la libertà che si deve concedere a tutti gli errori e ai falsi culti nella società, mentre l'ecumenismo è il medesimo atteggiamento da parte della Chiesa stessa quando riconosce le false religioni come più o meno legittime. Inutile dire che quando un simile errore viene insegnato da uomini di Chiesa è molto più grave che se venisse propugnato dai suoi nemici.
Conclusione
È tempo di concludere. Oggi dobbiamo constatare che l'indipendenza rivoluzionaria ha voluto distruggere la cristianità ed è stata condannata dai Papi. Ciò non è bastato. Lutero si è spinto più lontano attaccando la Chiesa, ed è stato a sua volta condannato. I filosofi dei «Lumi» hanno concepito un mondo senza Dio e lo hanno realizzato con la Rivoluzione Francese.
Sono stati condannati pure loro, ma non c'era bisogno di essere un grande scienziato per intravedere fin dall'inizio la loro rivolta. Si sarebbe potuto credere che la Rivoluzione non avrebbe potuto osare di più. E tuttavia, nel XIX secolo, la Rivoluzione iniziò a penetrare nella Chiesa tramite i cattolici liberali. Anch'essi furono condannati, ma ciò non bastò. All'inizio del XX secolo, San Pio X li vide infiltrarsi nella Gerarchia della Chiesa, vale a dire tra i sacerdoti e tra i Vescovi, e li denunciò apertamente.
Ciò nonostante, negli anni Sessanta li ritroviamo al vertice della Chiesa, in un Concilio Ecumenico, e per giunta seduti sul Trono di San Pietro. Questa volta, non rischiano più di essere condannati, almeno per ora! Ciò significa che giunti a questo punto dobbiamo riconoscere che avevano ragione? Disobbediremo forse ad oltre duecento Papi e a duemila anni di Tradizione e Magistero ininterrotti per andare d'accordo con errori già condannati? No, certamente! Abbiamo la grande fortuna che in venti secoli la Chiesa ci ha mostrato la via. Se vogliamo essere fedeli basterà continuare su questa stessa via. Ciò si deve tradurre in questi atteggiamenti:
Note
1 Cfr. Sant'Agostino, La città di Dio, Rusconi, Milano 1984, pag. 643. 2 Anche il figlio di Stefano d'Ungheria si fece santo: è Sant'Emerico. San Canuto (festa 19 gennaio), fu re di Danimarca dal 1080 al 1086. Sant'Edoardo fu detto «Edoardo il Confessore» (festa 13 ottobre). Sant'Elisabetta del Portogallo (festa 8 luglio) e Sant'Elisabetta d’Ungheria (festa 19 novembre) sono l'esempio di regine cattoliche. 3 Cfr. San Pio X, Lettre sur le Sillon, del 25 agosto 1910. 4 Intervista rilasciata ad ICI, del 15 maggio 1969. Il nome del Cardinale Suenens figura nella lista di prelati appartenenti alla Massoneria pubblicata il 12 settembre 1978 da O.P., la rivista diretta dal giornalista Mino Pecorelli, assassinato nel 1979. In tale articolo, intitolato «La Grande Loggia Vaticana», figura un elenco di ben centoventuno esponenti vaticani indicati quali affiliati alla Massoneria. 5 Cfr. Savoir et Servir, nº 57. Il Sillabo è una raccolta dei principali errori moderni (tra cui la libertà religiosa) stilata da Papa Pio IX e promulgata l'8 dicembre 1864. 6 Cfr. P. Y. Congar, in Études et Documents, bollettino della Segreteria dell'Episcopato francese, del 15 giugno 1965, n° 5, pag. 5. 7 Cfr. P. R. Laurentin, Bilan du Concile («Bilancio del Concilio»), Ed. du Seuil, pagg. 329-330. 8 Cfr. Mons. R. Etchegaray, Intervento davanti alla Commissione per l'Educazione dell'Assemblea Nazionale; testo riprodotto nel n° 36 di Enseignement catholique documents, pag. 33. 9 Cfr. Mons. M. Lefebvre, Lettera aperta ai cattolici perplessi, Spadarolo di Rimini 1985, pag. 133. 10 Cfr. J. Ratzinger, Les principes de la théologie catholique («I principé della teologia cattolica»), 1985, pag. 431. 11 Cfr. Contre-Réforme Catholique, n° 57, giugno 1971, pag. 5. Lo scritto di Padre Courtney-Murray è apparso sulla rivista US, pag. 111. 12 Cfr. M. Prelot, Le catholicisme libéral («Il cattolicesimo liberale»), 1969. 13 Intervista mandata in onda il 17 marzo 1985 durante la rubrica radiofonica France Culture. La trasmissione era intitolata La Grande Loge de France vous parle («La Gran Loggia di Francia vi parla»); testo riprodotto nel n° 57 di Points de vue initiatiques. 14 Cfr. Y. Maursaudon, L'œcuménisme vu par un franc-maçon de tradition («L'ecumenismo visto da un massone di tradizione»), Ed. Vitiano, pagg. 120-121. Il libro del barone Maursaudon è apparso mentre era ancora in corso il Concilio...
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