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titolo la libertà di espressione è in pericolo?

di Paolo Baroni

 

postato: 18 giugno 2016

ultima modifica: 13 settembre 2016

 

libertà di espressione

 

 

«Disapprovo quel che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo».

 

- Voltaire (1694-1778), filosofo illuminista.

 

«Vitam impendere vero» («Spendere la vita per la verità»).

 

- Decimo Giunio Giovenale (60-140 d.C.), poeta e oratore romano.

 

«Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato».

- George Orwell (1903-1950), scrittore.

 

«Con 237 voti a favore, 5 contrari e 102 astenuti l'aula della Camera ha approvato in via definitiva in terza lettura la proposta di legge ritrasmessa dal Senato che introduce nell'ordinamento il reato di negazionismo [...]. La nuova legge introduce la pena della reclusione da due a sei anni, nei casi in cui la propaganda, l'istigazione e l'incitamento si fondino "in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra" come definiti dallo statuto della corte penale internazionale. In particolare, si stabilisce che sono punite le condotte di propaganda, istigazione e incitamento, "commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione"» 1.

 

Questa nuova legge stabilisce che ci si può macchiare di reato anche se si esprimono idee negazioniste non solo in pubblico, ma anche nella sfera privata (che nella pratica si traduce nel fatto che non si possono esternare idee negazioniste nemmeno in casa propria). Tranne qualche politico che ha storto il naso, questo importante passaggio legislativo è avvenuto di fronte all'indifferenza generale del mondo della cultura e dei diritti umani in generale.

 

Ora, ciò che mi preme mettere in evidenza non è tanto la negazione dell'olocausto in sé, ma il principio che soggiace a questa legge. Per la prima volta nella storia della nostra democrazia, è stata introdotta una norma che colpisce con una pena che prevede fino a sei anni di carcere chi manifesta il proprio dissenso nei confronti della versione ufficiale di un fatto storico 2.

 

libertà di espressione

 

Si tratta di una novità assoluta che non ha precedenti nella storia del nostro Paese 3, una norma che introduce nel corpo legislativo un principio che - a mio modo di vedere - è lesivo della libertà di espressione (com'è garantito dall'art. 21 della Costituzione italiana). Ora, da che mondo è mondo, la storia è oggetto di discussioni e di accesi diverbi tra gli storici, che spesso si trovano in disaccordo su questo o su quest'altro punto di un determinato avvenimento.

 

Da che mondo è mondo, di storia si parla nei libri, nei congressi, nei convegni, non nelle aule giudiziarie. Questo non è progresso, ma oscurantismo, dittatura del pensiero unico. L'approvazione di questa legge apre infatti la strada ad un modo di agire che conduce verso una china pericolosa. Provate ad immaginare che cosa accadrebbe se questa misura giudiziaria venisse applicata ad altri fatti storici... Prendiamo, ad esempio, gli attentati dell'11 settembre 2001.

 

Secondo diversi sondaggi, l'84% degli americani è scettico a riguardo della versione ufficiale dei fatti fornita dalla commissione d'inchiesta. Per il 53%, l'amministrazione Bush «ha nascosto qualcosa». Per il 28%, ha mentito da cima a fondo. Si tratta di cifre importanti. Nel contempo sono stati resi pubblici numerosi studi di ingegneri edili, di piloti di aerei di linea con anni di esperienza alle spalle, di esperti di esplosivi, ecc..., secondo i quali questi attentati sarebbero stati orchestrati dall'interno (inside job), dal governo degli Stati Uniti per avere un casus belli (come accadde a Pearl Harbor) che legittimasse la guerra contro gli «Stati canaglia» con il beneplacito dell'opinione pubblica. E se qualche lobby di potere decidesse di tappare la bocca a questi riottosi? Si tratta di una possibilità che non è così lontana.

 

11 settembre 2001

 

Nel 2015, il premier britannico David Cameron, nel corso di un discorso tenutosi nella città di Birmingham, ha espresso il suo intento di arginare la diffusione di determinate teorie cospirazioniste (sic), come appunto quella riguardante l'11 settembre che, a suo dire, andrebbero ad appannaggio dell'ideologia jihadista ed alimenterebbero il terrorismo di matrice islamica. Se questa mentalità prendesse piede il campo d'azione di questo tipo di normativa sarebbe vastissimo.

 

Quanti in Italia sono convinti che il Risorgimento non sia stata affatto un'epoca gloriosa? (pensiamo a Garibaldi...). Quanti pensano che molti membri della Resistenza, su cui si fonda la nostra repubblica, si sono macchiata di efferati delitti? Quanti ritengono che il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki con ordigni nucleari sia stato un crimine contro l'umanità?

 

La lista delle molteplici forme di «negazionismo» sarebbe lunghissima... Fino ad oggi, i gangli del potere si sono limitati ad ignorare le voci non allineate e fuori dal coro, o a squalificarle - con la complicità dei mass media - etichettandole spregiativamente di «complottismo», o dandole in pasto a qualche debunker (come Paolo Attivissimo) o lasciandole trattare da depistatori (come David Icke o Adam Kadmon), senza possibilità di replica da parte degli interessati. Ciononostante, il numero dei ricalcitranti è in netto aumento (soprattutto sul web). A causa di tale «indesiderata» crescita, c'è da temere, purtroppo, che la libertà di espressione, una delle conquiste più sbandierate dalle democrazie moderne, possa gradatamente estinguersi.

 

paolo attivissimo - david icke - adam kadmon.

Da sinistra: Paolo Attivissimo, David Icke e Adam Kadmon.

 

Essa sta già eclissandosi a colpi di «reati di opinione» (le cosiddette leggi-bavaglio), anche quando chi manifesta queste idee - ritenute dai giornali e dalla TV «politicamente scorrette» - lo fa in maniera civile, senza incitare e istigare nessuno all'intolleranza o alla violenza. Il meccanismo è semplice: in teoria si garantisce la libertà di pensiero, ma nella pratica lo spettro di tale libertà va sempre più restringendosi, come nei peggiori totalitarismi.

 

Siamo liberi di dire quello che pensiamo a patto che non si oltrepassino i paletti fissati da chi sta al vertice della piramide 4. E se qualcuno lo farà, chi manipola sapientemente il gregge presenterà questi ostinati come pericolosi sovversivi, come fanatici fondamentalisti, come fissati patologici, ecc..., e quindi meritevoli persino della galera. Come diceva già a suo tempo Cicerone (106-43 a.C.), mala tempora curruntsi avvicinano tempi bui»).

 

no alla legge bavaglio

 

the australian jewish newsIl 28 febbraio 1997, la rivista della comunità ebraica australiana The Australian Jewish News scriveva: «La pretesa di rendere punibile la contestazione dell'Olocausto è ripugnante in via di principio e inattuabile in pratica. Si stenta a credere che proprio gli ebrei, che devono la loro sopravvivenza al fatto di vivere in società libere, siano pronti, anzi perfino collaborino, a seppellire questa libertà [...]. Il punto che gli ebrei si siano coalizzati per estorcere ai goyim (i non-ebrei) indebite riparazioni è più discutibile. Ma anche se un tale punto di vista trovasse larga accoglienza, nulla sarebbe peggio della crescente opinione che gli ebrei partecipano ad una congiura internazionale per limitare la libertà di parola. In altri termini: nessun pericolo che sia nato o possa nascere dalla diffusione di scritti revisionisti è alla lunga così pericoloso come il sospetto che ci sia qualcosa da tenere nascosto».

 


banner centro culturale san giorgio

 

Note

 

1 http://www.repubblica.it/politica/2016/06/08/news/negazionismo_si_camera_a_legge_da_2_a_6_anni_carcere-141594281/?refresh_ce

2 Questa legge rientra in quella categoria di delitti che comunemente vengono chiamati «reati di opinione». Da un punto di vista legislativo, tali reati sono sempre stati ascritti all'ambito delle «opinioni aggressive dell'altrui sfera morale», soprattutto contro la personalità dello Stato (ad esempio, usare a mezzo stampa parole offensive contro il presidente della repubblica).

3 Leggi contro il negazionismo olocaustico sono in vigore da anni in altri Stati, come la Germania, la Francia, il Canada, ecc... Ad essere sinceri, quando nel 2013 l'allora presidente della repubblica Giorgio Napolitano propose l'introduzione di una legge contro il negazionismo olocaustico, un certo numero di intellettuali, tra cui diversi israeliti, si oppose perché in contrasto con le libertà più elementari. A soli tre anni di distanza, nessuno (o quasi) ha elevato la sua voce contro questa legge.

4 Lo stesso potere laico, che ha in orrore la Santa Inquisizione, ha creato un qualcosa di analogo, ma secolarizzato, dove l'eresia è stata sostituita dal politicamente scorretto.

 

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