VI

GURDJIEFF E IL CRISTIANESIMO

 

 

 Come si può immaginare, negli scritti gurdjieffiani il cristianesimo viene spesso travisato, se non apertamente criticato, come ad esempio si può notare nel testo di Ouspensky:

 

«Un'altra domanda era: come diventare un cristiano? Innanzitutto, è necessario comprendere che un cristiano non è un uomo che si dice cristiano, o che altri dicono cristiano. Un cristiano è un uomo che vive in conformità ai precetti del Cristo. Così come siamo, non possiamo essere cristiani. Per essere cristiani, dobbiamo essere capaci di "fare". Noi non possiamo "fare"; per noi, tutto "accade". Il Cristo dice: "Amate i vostri nemici", ma come amare i nostri nemici, quando non possiamo nemmeno amare i nostri amici? Qualche volta "qualcosa ama", e qualche volta "qualcosa non ama". Così come siamo, non possiamo neppure desiderare realmente di essere cristiani, perché, ancora, qualche volta "qualcosa desidera" e qualche volta "qualcosa non desidera". E un uomo non può desiderare a lungo una sola cosa, perché improvvisamente, invece di desiderare di essere cristiano, gli viene in mente un tappeto molto bello ma molto caro che ha visto in un negozio.

 

E invece di desiderare di essere cristiano, comincia a pensare al modo di acquistare questo tappeto, dimenticando tutto ciò che concerne il cristianesimo. O se qualcun altro rifiuta di credere quale buon cristiano egli sia, sarà pronto a mangiarlo o a farlo arrostire su carboni ardenti. Per essere cristiano, occorre "essere". Essere significa: essere padrone di sé. Se un uomo non è padrone di sé stesso, non ha nulla e non può avere nulla. E non può essere un cristiano. È semplicemente una macchina, un automa. Una macchina non può essere un cristiano. Riflettete: è possibile che un'automobile, una macchina da scrivere o un fonografo siano cristiani? Essi sono semplicemente delle cose controllate dal caso. Non sono responsabili. Sono delle macchine. Essere cristiano significa essere responsabile. La responsabilità viene dopo, quando un uomo, anche parzialmente, cessa di essere una macchina e comincia effettivamente, non soltanto a parole, a desiderare di essere un cristiano.

 

"Qual è il rapporto dell'Insegnamento che voi esponete con il cristianesimo quale noi lo conosciamo"?, domandò qualcuno. "Non so quello che sapete del cristianesimo - rispose G., accentuando questa parola - Sarebbe necessario parlare molto a lungo per chiarire che cosa intendete con questo termine. Ma per coloro che sanno, dirò, se volete, che questo è cristianesimo esoterico. Parleremo a tempo debito del significato di queste parole. Per il momento, continuiamo ad esaminare le nostre questioni"» 1.

 

Vediamo quindi un altro stralcio, per avere un'idea di cosa intendesse Gurdjieff per «cristianesimo esoterico»:

 

«Dovete capire - diceva - che ogni vera religione, parlo di quelle create con uno scopo preciso da uomini veramente sapienti, comporta due parti. La prima insegna ciò che deve essere fatto. Questa parte rientra nella sfera delle conoscenze generali e si corrompe col tempo man mano che si allontana dalla sua origine. L'altra parte insegna come fare ciò che insegna la prima. Essa è conservata segretamente in certe scuole e col suo aiuto è sempre possibile rettificare ciò che è stato falsato nella prima parte, o reintegrare ciò che è stato dimenticato.

 

Senza questa seconda parte, non può esistere conoscenza della religione o, in ogni caso, questa conoscenza resta incompleta e molto suggestiva. Questa parte segreta esiste nel cristianesimo, così come in tutte le altre religioni autentiche, e insegna come seguire i precetti del Cristo e ciò che essi realmente significano» 2.

 

Se ricordiamo la trama de I racconti di Belzebù a suo nipote, abbiamo visto però che in Gurdjieff l'influenza delle dottrine gnostiche, che si contrappongono radicalmente al cristianesimo stravolgendone i fondamenti, è notevole. Concetti come l'amore per il prossimo, la compassione, il libero arbitrio sono del tutto estranei all'Insegnamento. E soprattutto non dovrebbe esistere un cristianesimo esoterico, per il semplice fatto che lo stesso Gesù Cristo lo ha escluso in maniera inequivocabile:

 

«Non li temete dunque, poiché non c'è niente di nascosto che debba esser rivelato, e nulla di segreto che non si debba sapere. Quel che vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce del sole; e quello che vi è stato detto all'orecchio, predicatelo sui tetti» (Mt 10, 26-27).

 

 

Ma Gurdjieff non si limita a smontare solamente l'idea di considerasi cristiani. Riguardo alla Chiesa espone una teoria assai bizzarra:

 

«"La chiesa cristiana è una scuola e nessuno sa più che lo sia. Immaginatevi una scuola, dove i maestri tengano le loro lezioni e le loro dimostrazioni senza sapere che si tratta di lezioni e di dimostrazioni e dove gli allievi o i semplici auditori considerino questi corsi e dimostrazioni come cerimonie, riti o "sacramenti", ossia magia. Questo assomiglierebbe molto alla chiesa cristiana dei nostri giorni.

 

La chiesa cristiana, la forma cristiana del culto, non sono state inventate dai Padri della Chiesa. Tutto è stato preso in Egitto, ma non dall'Egitto a noi noto: bensì da un Egitto che non conosciamo. Quell'Egitto era nello stesso luogo dell'altro, ma era esistito molto tempo prima. Solo infime vestigia sono sopravvissute nei tempi storici, ma furono conservate in segreto, e così bene che non sappiamo nemmeno dove.

 

sfingeVi sembrerà strano se dico che questo Egitto preistorico era cristiano molte migliaia d'anni prima della nascita di Cristo, o per meglio dire che la sua religione si fondava sugli stessi principi, sulle stesse idee del vero cristianesimo. In questo Egitto preistorico, vi erano speciali scuole chiamate "scuole di ripetizione". In quelle scuole si davano a date fisse, e in alcune di esse anche tutti i giorni, delle ripetizioni pubbliche, in forma condensata, del corso completo delle scienze insegnate. La "ripetizione" durava talvolta una settimana intera o anche un mese. Grazie a queste "ripetizioni" coloro che avevano seguito i corsi conservavano il contatto con le scuole e potevano così ritenere tutto ciò che avevano imparato. Alcuni venivano da molto lontano per assistere a queste "ripetizioni" e ripartivano con un sentimento nuovo della loro appartenenza alla scuola. Nel corso dell'anno, c'erano giornate speciali consacrate a delle ripetizioni molto più complete, che si svolgevano con una solennità particolare e questi stessi giorni prendevano un senso simbolico.

 

Queste scuole di ripetizione servirono di modello alle chiese cristiane. Nelle chiese cristiane le forme di culto rappresentano, quasi interamente, "il ciclo di ripetizione" delle scienze che trattano dell'Universo e dell'uomo. Le preghiere individuali, gli inni, il responsorio, tutto aveva, in queste ripetizioni, il suo proprio senso così come le feste e tutti i simboli religiosi; ma il loro significato è stato perso da molto tempo […]".

 

L'idea era che, sin dalle prime parole, la liturgia ricorda, per così dire, tutto il processo cosmogonico, ripetendo tutte le tappe e tutte le fasi della creazione […]. Mettendo in evidenza ciò che era stato conservato fino ai giorni nostri, G. indicava contemporaneamente ciò che era stato perduto e dimenticato. Ci parlava delle danze sacre che accompagnavano i "servizi" nei "templi di ripetizione" e che oggi non sono incluse nella forma del culto cristiano» 3.

 

Anche in un passo di Incontri con uomini straordinari Gurdjieff raccontava di aver conosciuto un prete armeno che gli aveva mostrato una fantomatica mappa, appartenuta alla sua famiglia da diverse generazioni, raffigurante quello che veniva chiamato «LEgitto-di-prima-delle-sabbie» 4.

 

Queste affermazioni di Gurdjieff sono pura fantasia e del tutto indimostrabili, per cui lasciano il tempo che trovano. Quello che Gurdjieff sicuramente conosceva (ma faceva finta di dimenticare) era il vero significato della liturgia cristiana: non una ripetizione del processo cosmogonico, bensì il rinnovarsi incruento del Sacrificio di Cristo sul Calvario presente nell'Eucarestia. Quello che viene chiamato «cristianesimo esoterico» non avrebbe alcun senso senza la morte e la risurrezione di Cristo, che sono il cardine del cristianesimo. Si tratterebbe dunque di un altro culto che non potrebbe assolutamente definirsi cristiano.

 

la disputa sul ss. sacramento

Raffaello: La Disputa sul SS. Sacramento (1509), Stanze Vaticane.

 

la disputa del santissimo sacramento.jpgMa Gurdjieff non si ferma qui. Ecco cosa afferma riguardo all'Ultima Cena:

 

«Durante una riunione qualcuno gli domandò se negli insegnamenti e nei riti delle religioni esistenti vi fosse qualcosa di reale o che permettesse di raggiungere qualcosa di reale. "Sì e no", disse G. Immaginate che un giorno ci troviamo qui a parlare di religione e che la donna di servizio Masha ascolti la nostra conversazione. Ovviamente la comprenderà a modo suo e ripeterà quello che avrà potuto capire a Giovanni, il portinaio; Giovanni la comprenderà anche lui a modo suo e ripeterà ciò che avrà afferrato a Pietro, il cocchiere della casa vicina. Pietro se ne va in campagna e racconta in paese cosa dicono quei signori in città. Pensate che quello che racconterà avrà conservato qualche somiglianza con ciò che avremo detto? Questo è precisamente il rapporto tra le religioni esistenti e ciò che erano all'origine. Gli insegnamenti, le tradizioni, le preghiere e i riti non ci giungono di quinta mano, ma di venticinquesima mano, e naturalmente quasi tutto è stato deformato al punto da essere irriconoscibile; l'essenziale si è perso da lungo tempo.

 

Per esempio, in tutte le confessioni cristiane una parte importante spetta alla tradizione dell'Ultima Cena del Cristo con i suoi apostoli. Le liturgie e tutta una serie di dogmi, di riti e di sacramenti traggono di qui la loro origine. Questa tradizione ha provocato scismi, separazioni di Chiese, formazioni di sètte. Molta gente è morta perché rifiutava di accettare questa o quella interpretazione. Ma resta il fatto che nessuno comprende veramente ciò che Cristo ha compiuto con i suoi discepoli quella sera. Non vi è spiegazione che assomigli, anche approssimativamente, alla verità, innanzi tutto perché il testo stesso dei Vangeli è stato snaturato dai copisti e dai traduttori, inoltre perché essi sono stati scritti per coloro che sanno. Per coloro che non sanno, i Vangeli non possono spiegare nulla. Più si sforzano di comprenderli, più affondano nell'errore.

 

Per comprendere ciò che accadde durante l'Ultima Cena è indispensabile innanzi tutto conoscere certe leggi. Ricordate ciò che ho detto sul corpo astrale? Riassumiamolo brevemente. Gli uomini che hanno un "corpo astrale", possono comunicare l'uno con l'altro a distanza, senza ricorrere a mezzi fisici, ma affinché tali comunicazioni siano possibili essi devono stabilire qualche "legame" tra di loro. Con questo intento, quando qualcuno di loro va in un'altra regione, prende talvolta con sé un oggetto appartenente alla persona con la quale desidera rimanere in relazione, di preferenza un oggetto che sia stato in contatto con il suo corpo e sia permeato delle sue emanazioni. Nello stesso modo, per mantenere una relazione con una persona morta, i suoi amici hanno l'abitudine di conservare degli oggetti che le sono appartenuti. Questi lasciano in qualche modo una traccia dietro di sé, qualcosa come dei fili o dei filamenti invisibili, che rimangono tesi nello spazio. Questi fili legano quel determinato oggetto alla persona, viva o morta, alla quale l'oggetto apparteneva. Gli uomini hanno avuto questa conoscenza fin dalla più remota antichità e ne hanno fatto gli usi più svariati.

 

Se ne possono trovare tracce nei costumi di molti popoli. Sapete, per esempio, che sono numerosi quelli che praticano il rito della fraternizzazione per mezzo del sangue. Due o più uomini miscelano il loro sangue nella stessa coppa e ne bevono. In seguito sono considerati fratelli di sangue. Ma l'origine di questa usanza deve essere ricercata su di un piano più profondo. Nei tempi primitivi si trattava di una cerimonia magica per stabilire un legame tra "corpi astrali". Il sangue ha qualità speciali. Alcuni popoli, per esempio gli ebrei, attribuiscono al sangue un significato particolare e proprietà magiche. Ora capite che secondo le credenze di certi popoli, se si stabilisce un legame tra "corpi astrali", esso non è spezzato dalla morte.

 

Il Cristo sapeva di dover morire. Questo era stato deciso prima. Lo sapeva ed anche i suoi discepoli lo sapevano. E ciascuno di essi sapeva qual era la sua parte. Ma al tempo stesso essi volevano stabilire un legame permanente con il loro Maestro. A questo fine il Cristo diede loro da bere il suo sangue e da mangiare la sua carne. Non erano affatto pane e vino, ma realmente la sua carne ed il suo sangue. La Santa Cena fu un rito magico analogo ad una "fraternizzazione per mezzo del sangue" per stabilire un legame tra i "corpi astrali". Ma chi saprebbe ancora ritrovarne la traccia e comprenderne il senso nelle religioni attuali? Da lungo tempo tutto è stato dimenticato e al senso originale sono state sostituite interpretazioni completamente diverse. Le parole sono rimaste, ma il loro significato si è perso da secoli» 5.

 

ultima cena

L'Ultima Cena (1517), Cattedrale di San Giorgio dei Greci, Venezia.

 

Certe affermazioni di Gurdjieff potrebbero sconcertare e al limite far venire qualche dubbio a qualcuno, specie quando egli afferma che le fonti dei Vangeli sono di «venticinquesima mano», e che perciò quello che fu detto da Gesù col passare del tempo è stato stravolto. Ovviamente, più tempo passa da un accadimento e dalla sua stesura in forma scritta, più aumentano le probabilità che qualche particolare venga omesso o distorto, non solo per malafede, ma anche per semplice dimenticanza o per errori di trascrizione.

 

Tutti gli storici lo sanno, infatti uno dei criteri per valutare la bontà di una qualsiasi fonte storica è la sua vicinanza temporale ai fatti in essa narrati. E qui possiamo confutare le affermazioni di Gurdjieff, grazie ad alcune scoperte archeologiche ed agli studi che seguirono, avvenute più o meno negli ultimi anni di vita del «maestro». Nel 1947 in una grotta di Qumran, una località desertica sulla costa occidentale del Mar Morto, un pastore beduino trovò alcune giare molto antiche, contenenti dei rotoli manoscritti. Negli anni successivi nella zona vennero esplorate numerose altre grotte e saltarono fuori altri documenti. Si trattava prevalentemente di testi ebraici, tra cui alcune copie dell'Antico Testamento, probabilmente appartenenti della comunità degli Esseni.

 

La scoperta fu ovviamente un evento eccezionale, tanto che i cosiddetti «rotoli del Mar Morto», divennero oggetto di studio di tutti i più importanti biblisti mondiali. Il fatto sorprendente è che mediamente questi testi coincidono in maniera straordinariamente precisa con quelli utilizzati oggi. Sulla veridicità storica delle Sacre Scritture sono stati scritti poi molti libri interessanti. Ne suggeriamo un paio dedicate ai Vangeli, a carattere divulgativo, ma molto ben documentati: Ipotesi su Gesù (SEI, 1976) e Patì sotto Ponzio Pilato? (SEI, 1992), entrambi di Vittorio Messori, il quale ricorda come per gli ebrei vi fosse la particolare preoccupazione di riportare fedelmente i testi sacri:

 

«Che così fosse lo mostra anche l’analisi dei 4.600 antichi manoscritti greci che ci sono giunti di testi o di parti di testi del Nuovo Testamento. Il quale conta circa 140.000 parole: ebbene, quelle che danno serie difficoltà perché tramandate diversamente in qualcuno di quei 4.600 manoscritti sono soltanto 140, pari dunque solo a un millesimo del totale! Le variazioni irrilevanti o di poco conto sono ovviamente più numerose, ma il numero estremamente basso delle difficoltà testuali serie conferma quale fosse la cura nel trasmettere quanto era stato ricevuto da chi aveva il compito ufficiale del "servizio della Parola"» 6.

 

Ma quello che colpisce ancora di più sono i reperti della grotta nº 7 di Qumran. Diversamente dalle altre in cui furono ritrovati documenti vetero-testamentari, qui vennero alla luce dei frammenti riportanti alcuni versetti del Vangelo di Marco e della Prima Lettera a Timoteo di San Paolo Apostolo. La datazione di questi reperti li fa risalire all’incirca all'anno 50 d. C. In pratica, questi risultano essere i più antichi frammenti del Nuovo Testamento mai ritrovati. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che sono stati scritti quando i testimoni oculari delle vicende di Gesù Cristo erano ancora vivi, il che ci garantisce un'altissima attendibilità storica, (anche perché gli avversari del cristianesimo nascente avrebbero potuto facilmente confutare eventuali manipolazioni) 7. E questo senza star qui a ricordare che molti altri passi delle Sacre Scritture hanno trovato una ulteriore conferma della loro veridicità grazie alle scoperte archeologiche degli ultimi decenni.

 

I seguaci di Gurdjieff non potevano ovviamente sapere queste cose, ma almeno oggi, chi avesse qualche dubbio, prima di dar retta in maniera acritica ad un Gurdjieff o ad un Dan Brown qualsiasi, dovrebbe sfruttare la possibilità di approfondire certe questioni senza pregiudizi. Alla fine si può affermare tranquillamente che mentre la tesi di Gurdjieff è di tipo «dogmatico», non ha cioè alcuna verificabilità scientifica, chi sostiene la veridicità dei Vangeli ha almeno delle prove storiche certe. Poi si sa che, come diceva Blaise Pascal, Dio «ha sparso abbastanza luce per chi vuol credere, ma anche abbastanza buio per chi non vuol credere».

 

qumran

A sinistra, uno dei rotoli del Mar Morto ritrovati: a destra, gli scavi di Qumran.

.

In fin dei conti, si può concordare con quanto scritto da San Paolo nella sua Seconda Lettera a Timoteo:

 

«Verrà il tempo in cui gli uomini non sopporteranno più la sana dottrina, ma solleticati in ascoltar cose piacevoli, si circonderanno di una folla di dottori secondo i loro capricci e, distogliendo l'orecchio dalla verità, si volgeranno a favole» (2 Tm 4, 3-4).

 

enneagramma.gifPurtroppo però con i suoi trabocchetti Gurdjieff ha insinuato il dubbio anche tra alcuni cattolici. Un esempio lo si può vedere a proposito di un simbolo che nel suo sistema aveva un ruolo assai importante: l'Enneagramma, come riportato da Ouspensky:

 

«In senso generale, bisogna comprendere che l'Enneagramma è un simbolo universale. Ogni scienza ha un posto nell'Enneagramma e può essere interpretata per mezzo dell'Enneagramma. Sotto questo rapporto si può dire che un uomo non conosce veramente, cioè non comprende, se non quello che è capace di inserire nell'Enneagramma. Ciò che non è in grado di porre nell'Enneagramma non lo comprende. Per un uomo che sappia utilizzarlo, l'Enneagramma rende libri e biblioteche del tutto inutili; ogni cosa può essere inclusa e letta nell'Enneagramma. Un uomo isolato nel deserto che tracci l'Enneagramma sulla sabbia, può leggere in esso le leggi eterne dell'Universo. E ogni volta egli può imparare qualcosa di nuovo, qualcosa che prima ignorava del tutto […].

 

dance mov. 11.jpgL'Enneagramma è un diagramma schematico del moto perpetuo cioè una macchina dal movimento eterno. Ma naturalmente è necessario sapere come leggere questo diagramma. La comprensione di questo simbolo e la capacità di farne uso dà all'uomo un grandissimo potere. È il moto perpetuo ed è anche la pietra filosofale degli alchimisti […].

 

gurdjieff_dance_eneagram.jpgMolto più tardi, nel 1922, allorché G. organizzava il suo Istituto in Francia e i suoi allievi studiavano le danze dei Dervisci, G. mostrò loro degli esercizi che si riferivano al "movimento dell'Enneagramma".

 

Sul pavimento della sala in cui questi esercizi avevano luogo, era stato tracciato un grande Enneagramma e gli allievi occupavano i posti contrassegnati dai numeri dall'1 al 9. Ad un dato momento essi si misero a muoversi da un posto all'altro secondo l'ordine indicato dal periodo dei numeri, in un movimento molto affascinante, girando l'uno intorno all'altro nei punti di incontro, cioè nei punti di intersezione delle linee dell'Enneagramma» 8.

 

enneagramma

Enneagramma.

 

Non è chiara l’origine di questo simbolo. Alcuni la attribuiscono al sufismo, ma non tutti sono d’accordo con questa ipotesi. L'Istituto Arica di Oscar Ichazo e lo psicologo Claudio Naranjo lo hanno utilizzato per classificare i tipi psicologici umani. Questo simbolo purtroppo è diventato popolare anche in certi ambienti cattolici, tanto che in un documento ufficiale emesso dal Pontificio Consiglio della Cultura e dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, dal titolo Gesù Cristo portatore dell'acqua viva. Una riflessione cristiana sul «New Age» ne viene espressamente indicata l'inconciliabilità con la fede cattolica.

 

«Un adeguato discernimento cristiano del pensiero e della pratica "New Age" non può non riconoscere che, come nello gnosticismo del secondo e terzo secolo, esso rappresenta una specie di compendio di posizioni che la Chiesa ha identificato come eterodosse. Giovanni Paolo II mette in guardia sulla "rinascita delle antiche idee gnostiche nella forma del cosiddetto New Age. Non ci si può illudere che esso porti a un rinnovamento della religione. È soltanto un nuovo modo di praticare la gnosi, cioè quell'atteggiamento dello spirito che, in nome di una profonda conoscenza di Dio, finisce per stravolgere la Sua Parola sostituendo parole che sono soltanto umane. La gnosi non si è mai ritirata dal terreno del cristianesimo, ma ha sempre convissuto con esso, a volte sotto forme di corrente filosofica, più spesso con modalità religiose o parareligiose, in deciso anche se non dichiarato contrasto con ciò che è essenzialmente cristiano". Se ne può vedere un esempio nell'Enneagramma, lo strumento per l'analisi del carattere secondo nove tipi, il quale, quando viene utilizzato come mezzo di crescita spirituale introduce ambiguità nella dottrina e nella vita della fede cristiana» 9.

 

danze gurdjieffiane - enneagramma

 

Del resto, non si dovrebbe dimenticare che lo stesso San Paolo aveva messo in guardia i cristiani nella sua Lettera ai Colossesi:

 

«Vi dico questo perché nessuno vi inganni con discorsi seducenti. Poiché, sebbene sia assente da voi col corpo, sono con voi con lo spirito, mentre godo nel vedere il buon ordine che regna fra di voi e la fermezza della vostra fede in Cristo. Vivete dunque in Cristo Gesù, il Signore, quale vi è stato fatto conoscere. Siate in lui radicati e su di lui edificati, sostenuti e resi stabili dalla fede, quale vi fu insegnata, sovrabbondando nel rendimento di grazie. State attenti che nessuno vi faccia sua preda con sottili ragionamenti filosofici e con vane astuzie basate sulla tradizione degli uomini o sugli elementi del mondo, ma non su Cristo; perché è in lui solo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, ed è in lui che voi siete ripieni, essendo egli il capo di ogni Principato e Potestà» (Col 2, 4-10).

 

banner centro culturale san giorgio

 

  quinta parte

settima parte 

 

Note

 

1 Cfr. P. D. Ouspensky, op. cit., pagg. 115-116.

2 Ibid., pagg. 337-338.

3 Ibid., pagg. 335-337.

4 Si veda G. I. GURDJIEFF, Incontri con uomini straordinari, Adelphi, 1977. Nella ristampa del 2008 (collana Gli Adeplhi) la vicenda viene raccontata da pag. 145 a pag. 149.

5 Cfr. P. D. Ouspensky, op. cit., pagg. 110-111.

6 Cfr. V. Messori, Patì sotto Ponzio Pilato, SEI, 1992, pag. 291.

7 Ibid. pagg. 353-368. Il cap. XXXVII è interamente dedicato agli studi sui frammenti dei rotoli di Qumran che abbiamo citato.

8 Cfr. P. D. Ouspensky, op. cit., pagg. 326-327.

9 L'intero documento è reperibile al seguente indirizzo:

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/interelg/documents/rc_pc_interelg_doc_20030203_new-age_it.html

 

home page