di Vignerte 1
Premessa
Spesso accade che dopo una Messa, su
un forum o durante una manifestazione, si parli delle
devastazioni causate dal neomodernismo o dei tesori della liturgia
tradizionale: fin qui, tutto normale. Poi, quasi in modo indolore,
qualcuno vi suggerisce la lettura del grande pensatore
«tradizionalista» francese René Guénon (1886-1951), senza il
quale la «Tradizione» rimane qualcosa di incomprensibile.
Attenzione, qualcuno vuole prendervi all'amo…
Un pericolo sempre presente In modo arrogante e diffuso, la Gnosi (dal greco gnôsis, vale a dire la «conoscenza» dei Misteri riservata ai soli iniziati) tenta di impossessarsi degli animi, stendendo poco a poco e nascostamente, le sue ramificazioni. Oltrepassando gli ambienti esoterici, essa tende a penetrare la corrente cattolica legata alla Tradizione della Chiesa ammantandosi di un'ortodossia di cui i suoi difensori ricoprono per corrompere meglio gli ultimi bastioni di una Chiesa in pericolo.
Malgrado le
ripetute messe in guardia da parte di persone competenti, qualche
traditore o forse qualche incosciente, propugna o lascia diffondere
in seno alla Tradizione cattolica dottrine sulfuree. Tra queste
ultime, l'insegnamento di René Guénon occupa un posto tutto
particolare. In effetti, il pensiero del maestro degli gnostici
contemporanei si distingue per un incontestabile potere di seduzione
e di corruzione. Quindi, ci è sembrato essenziale conoscere un po'
meglio il maestro, per comprendere e prevenire più adeguatamente
l'azione dei discepoli.
René Guénon nacque a Blois nel 1886, e crebbe in una famiglia cattolica. Ben presto, un seguito al alcuni insuccessi personali, egli iniziò ad orientarsi verso gli ambienti esoterico-occultisti. Innanzitutto, Guénon frequentò l'École Hermétique («Scuola Ermetica») di Papus (vero nome Gérard Encausse; 1865-1916) 2, poi l'Ordine Martinista, prima di essere consacrato «vescovo» nel 1909 della Chiesa Gnostica francese. Redattore de La Gnose, organo ufficiale di questa «Chiesa», Guénon abbozzò le tesi principali che poi sostenne nelle sue opere future. Confermato massone alla Loggia Thébah nel 1912, lo stesso anno, venne segretamente iniziato al sufismo con il nome di sceicco Wâhed Yahia. Iniziato e musulmano, Guénon si sposò in chiesa senza il minimo scrupolo e iniziò - nel 1913 - a collaborare regolarmente con il giornale di Abel Clarin De La Rive (1855-1914) La France antimaçonnique («La Francia antimassonica»).
René Guénon, maestro dell'entrismo Le Sphinx («La Sfinge»), pseudonimo con cui firmava i suoi articoli, sviluppò in questo periodico un pensiero nebuloso con uno scopo ben preciso che Marie-France James, specialista di Guénon, descrive molto bene: «Il suo inconfessato progetto può essere definito come il tentativo di mutare il pensiero antimassonico, al fine di ispirare e di sviluppare una corrente cattolica favorevole alla Massoneria detta "tradizionale"» 3. Nella Francia antimassonica, il maestro della Gnosi diede inizio alla sua opera distruttrice come un lupo travestito da agnello. Egli era uno «spiritualista», legato a ciò che chiamava «il sacro», a quella che più tardi il suo discepolo Frithjof Schuon (1907-1998) definì «l'unità trascendente delle religioni». Per tale motivo, Guénon disprezzava l'ateismo professato all'inizio del XX secolo dalla Massoneria del Grand'Oriente di Francia e la guerra aperta che quest'ultimo aveva dichiarato alla Chiesa cattolica. Elitario, Guénon pensava anche che la Massoneria avesse tradito la sua vocazione originaria democratizzandosi, e che quindi avesse perduto la sua efficacia e non fosse più atta ad amministrare i precetti necessari all'avanzamento spirituale dei suoi adepti. Particolarmente perniciosa, l'azione di Guénon consistette quindi nello sviluppare a priori gli elementi reazionari del suo pensiero, pur disseminando peraltro il suo insegnamento esoterico. Per nulla opposto ai principî massonici, ma solamente all'evoluzione delle sue obbedienze sèttarie, egli si avvalse di questa ambiguità presso gli ambienti che cominciò frequentare a partire dal 1915. Convinto antidemocratico, mostrandosi controrivoluzionario e tacendo la sua affiliazione al sufismo, egli penetrò nei circoli di studenti tomisti in seno ai quali strinse solide amicizie. Anche se l'attività principale di Guénon fu a quell'epoca (1915-1930) l'insegnamento della filosofia, scrisse moltissimo, interessandosi particolarmente alle religioni orientali. Nel 1919, introdotto dal maurassiano Gonzague Truc (1877-1972), scrisse parecchi articoli per la Revue Philosophique, e alcuni anni più tardi collaborò con la Revue de philosophie, una rivista neomista. Molte delle sue opere furono pubblicate negli anni '20. Tra questi, una di esse merita particolarmente la nostra attenzione: Théosophisme. Histoire d’une pseudo-religion («Teosofismo: storia di una pseudo-religione»). Attacco virulento contro la sètta animata da Annie Besant (1847-1933), questo libro, pubblicato - su raccomandazione dal filosofo cattolico Jacques Maritain (1882-1973) - dalle edizioni ufficiali dell'Action Française (Nouvelle Librairie Nationale), venne incensato dalla maggior parte della critica della stampa nazionalista.
Solo un ecclesiastico, Padre Allo, uno spirito acuto e preparato, smascherò le vere intenzioni dell'autore di Théosophisme: «Non amo la parola "teosofismo" che (Guénon) ha creato, e mi dispiace di vederla usata anche da alcuni dei nostri. Il suffisso peggiorativo "ismo" è destinato a distinguere la dottrina di questi fanatici da una "teosofia" che sarebbe legittima. Ora, dal punto di vista della verità cristiana […], la teosofia di Guénon e quella di Annie Besant equivalgono pressappoco a tutte le altre teosofie» 4.
Che analisi notevole! Guénon ha scatenato una guerra senza quartiere contro il teosofismo di una sètta che considerava unicamente come un surrogato della vera e legittima teosofia. Nello stesso spirito, egli iniziò ad attaccare l'occultismo, lo spiritismo e la psicanalisi, attirandosi così la simpatia dei cattolici che videro in lui un difensore della fede cattolica. Pur essendo semplice, il procedimento non fu meno efficace. Così efficace, che lo riutilizzò in seguito stabilendo una differenza - del tutto illusoria - tra Gnosi e gnosticismo. Aureolato da questi fatti, Guénon iniziò nel 1925 una doppia collaborazione con il giornale esoterico Le Voile d’Isis («Il Velo di Iside») e alla rivista Regnabit: revue universelle du Sacré-Cœur («Rivista universale del Sacro Cuore»), diretta da Padre Félix Anizan (1878-1944).
La morte della moglie, il licenziamento dalla scuola dove insegnava, e gli attacchi sempre più frequenti di cui era oggetto da parte degli eccellenti redattori della Revue Internationale des Sociétés Secrètes (che denunciarono per tempo le sue manovre sovversive), lo spinsero, nel 1930, a lasciare definitivamente la Francia per installarsi al Cairo. Qui, libero di praticare in tutta libertà la sua religione, proseguì la sua opera in Egitto, continuando mediante i suoi scritti ad influenzare gli amici che aveva lasciato in Europa. Colui che molti oggi vorrebbero far passare per un grande pensatore morì il 7 gennaio 1951… tra le braccia di Allàh!
Alcuni discepoli fedeli al metodo del
maestro Mostrandosi più o meno apertamente guénoniani a seconda del grado di conoscenza che il loro pubblico ha della vita del loro maestro, gli attuali detentori della scuola moderna di «esoterismo cristiano» (!?) tentano instancabilmente di infiltrare gli ambienti cattolici. Essi hanno in seno il veleno della dottrina del «pensatore tradizionalista» René Guénon. Senza giungere ad abbracciare come il maestro la religione islamica, numerose persone praticano la religione dei loro antenati, considerata, alla stessa stregua delle altre religioni «tradizionali», depositaria in parte dell'antica Tradizione primordiale.
Ma lungi dal soddisfarli pienamente, la loro pratica religiosa deve necessariamente essere accompagnata da un'iniziazione esoterica in grado di elevarli, al di là della semplice salvezza del profano, al Pleroma gnostico. Minoranza elitaria, i guénoniani frequentano gli ambienti cattolici tradizionali operando di preferenza nella misura in cui si accontentano di criticare l'egualitarismo post-conciliare o le innovazioni liturgiche volute dal Vaticano II, sospettati di essere nocivi alla trasmissione di un «insegnamento tradizionale». Li troviamo principalmente negli ambienti di «destra», dove si atteggiano a nemici del nostro mondo decadente. Infiltrandosi nei gruppi di cattolici integristi, come aveva fatto il loro maestro, essi non esitano a vituperare gli intrighi delle sètte e a denunciare lo gnosticismo.
Come
Jean Borella, che
negli anni '80 è riuscito a far pubblicare i suoi scritti su
prestigiose riviste vicine alla Tradizione cattolica, i fautori
dell'esoterismo cristiano, ammantati di erudizione, cercheranno di
perdervi. Non lasciatevi impressionare, soprattutto dalle loro
dichiarazioni di buona fede perché questi uomini, e il loro
ispiratore, sono e non hanno mai cessato di essere… degli impostori.
Note
1 Traduzione dall'originale francese René Guénon, le penseur dit «traditionaliste» (1886-1951), a cura di Paolo Baroni. Scritto reperibile alla pagina web http://www.viveleroy.fr/article43.html?artpage=1-3 2 Papus fu iniziato alla Massoneria nel 1882 da Delage nel 1888. Nell'ottobre del 1888 fonda la rivista l'Initiation. In seguito aderì alla Società Teosofica di Madame Blavatsky e co-fondatore della rivista Hermes, da cui si dimise il 19 maggio 1890. Nello stesso anno, per divergenze con Madame Blavatsky si dimetterà anche dalla Società Teosofica. La sua prima opera letteraria apparirà nel 1884; seguiranno parecchie opere sulle scienze occulte, i tarocchi, la Cabala, la magia, la reincarnazione, i numeri, seguite anche da opere su Martinez de Pasqually e Louis Claude de Saint-Martin, gli ispiratori del movimento da lui fondato detto appunto Martinismo. Successivamente Mysteria, il Volo d'Iside, il Lotus la rivista Teosofica, le rivista spiritiche Luce di Parigi e Luce d'Oriente. 3 Cfr. M.-F. James, Ésotérisme et christianisme autour de René Guénon («Esoterismo e cristianesimo attorno a René Guénon»), Nouvelles Éditions Latines, 1981, pag. 132.
4
Cfr. P. E. B. Allo o.p.,
Comptes rendus, Revue des sciences philosophiques et théologiques
(«Resoconti: rivista di scienze filosofiche e teologiche»),
luglio 1926, pag. 397, n° 1; cit. in
M.-F. James, op.
cit., pag. 214. |