di John Vennari 1
Introduzione
Pochi cattolici conoscono l'Istruzione permanente dell'Alta Vendita, un documento segreto scritto agli inizi del XIX secolo che descrive accuratamente il disegno di sovversione della Chiesa cattolica. L'Alta Vendita era la Loggia più elevata della Carboneria, una Società Segreta italiana con collegamenti con la Massoneria e che, insieme a quest'ultima, venne condannata dalla Chiesa cattolica 2. Nel suo libro Freemasonry and the Anti-Christian Movement («La Massoneria e il movimento anticristiano»), Padre Edward Cahill s.j. (1868-1941) scrive: «Si presume comunemente che (l'Alta Vendita) sia stata la centrale operativa della Massoneria europea» 3.
Sopra: Padre Edward Cahill s.j. e il suo libro Freemasonry and the Anti-Christian Movement.
La Carboneria era molto attiva in Italia e in Francia. Nel suo libro Athanasius and the Church of Our Time («Sant'Atanasio e la Chiesa del nostro tempo»), Mons. Rudolph Graber (1903-1992), Vescovo di Regensburg, cita un massone secondo cui «la mèta (della Massoneria) non è più la distruzione della Chiesa, ma di avvalersene infiltrandola» 4. In altre parole, siccome la Massoneria non può distruggere completamente la Chiesa di Cristo, non solo progetta di sradicare l'influenza del cattolicesimo nella società, ma anche di usare la struttura della Chiesa come uno strumento di «rinnovamento», di «progresso» e di «illuminazione intellettuale» per promuovere molti dei suoi principî e scopi.
Sopra: Mons. Rudolph Graber e la sua opera Athanasius and the Church of Our Time (1974).
Uno schema
La strategia progettata nell'Istruzione permanente dell'Alta Vendita è sbalorditiva per la sua audacia e per la sua astuzia. Fin dalle prime righe, questo documento parla di un processo che richiederà decenni per essere portato a termine. Gli estensori del documento erano consci del fatto che non avrebbero visto la sua realizzazione. Essi stavano preparando un piano che sarebbe stato tradotto in pratica dalle generazioni successive di iniziati. Dice l'Istruzione permanente: «Nelle nostre file il soldato muore e la lotta prosegue». L'Istruzione prevedeva la divulgazione delle idee e degli assiomi liberali in tutta la società e all'interno delle istituzioni della Chiesa cattolica.
Nel corso degli anni, il laicato, i seminaristi, il clero e i prelati avrebbero dovuto essere gradualmente imbevuti di principî progressisti. Col tempo, questa mentalità sarebbe così penetrata che i nuovi preti ordinati, i nuovi Vescovi consacrati e i nuovi Cardinali nominati avrebbero finito col pensare che queste idee erano al passo col pensiero moderno che ha le sue radici nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e nei principî della Rivoluzione Francese del 1789 (l'uguaglianza di tutte le religioni, la separazione tra Chiesa e Stato, il pluralismo religioso, ecc...).
Sopra: Assisi, 20 settembre 2016; Francesco I riunisce i rappresentanti delle altre religioni per pregare per la pace nel mondo.
Alla fine, da queste file sarebbe uscito un papa che avrebbe condotto la Chiesa sul cammino dell'«illuminazione intellettuale» e del «rinnovamento». Essi affermavano che non era loro scopo insediare un massone sulla Cattedra di Pietro. La loro mèta era quella di creare quelle condizioni ideali che alla fine avrebbero generato un papa e una Gerarchia persuasi dalle idee del cattolicesimo liberale, credendo comunque di essere ancora cattolici fedeli.
Questi responsabili cattolici, non si sarebbero più opposti alle idee moderne della Rivoluzione (come avevano costantemente fatto i Papi dal 1789 fino al 1958 - con la morte di Papa Pio XII - che condannò i principî liberali), ma li avrebbero introdotti nella Chiesa. Il risultato finale sarebbe stato un clero e un laicato cattolico che marcia sotto la bandiera dell'illuminazione intellettuale, ma che è convinto di marciare sotto la bandiera delle Chiavi Apostoliche.
Tutto ciò è possibile?
A coloro che pensano che questo progetto sia irrealizzabile, che si tratti di una mèta senza speranza di essere raggiunta senza che il nemico se ne avveda, ricordiamo che Papa Pio IX (1792-1878) e Papa Leone XIII (1810-1903) chiesero che L'Istruzione permanente venisse pubblicata, indubbiamente per impedire che tale tragedia si concretizzasse. Comunque, se un simile evento si fosse realizzato, ci sarebbero stati tre segni chiari ed evidenti per riconoscerlo:
L'autenticità dei documenti dell'Alta Vendita
Gli incartamenti segreti dell'Alta Vendita, che finirono nelle mani di Papa Gregorio XVI (1765-1846), abbracciano un periodo che va dal 1820 al 1846. Essi furono pubblicati su richiesta di Pio IX da Jacques Crétineau-Joly (1803-1875) nella sua opera L'Église Romaine en face de la Révolution («La Chiesa di Roma di fronte alla Rivoluzione») 5.
Sopra: il giornalista e storico francese Jacques Crétineau-Joly e il suo libro L'Église Romaine en face de la Révolution (1859).
Con un Breve di approvazione del 25 febbraio 1861 indirizzato all'autore, Pio IX garantì l'autenticità di questi documenti, ma non permise a nessuno di divulgare i veri nomi dei membri dell'Alta Vendita citati in questo carteggio. Il testo completo dell'Istruzione permanente dell'Alta Vendita è contenuto anche nel libro di Mons. George Francis Dillon (1836-1893) intitolata Grand Orient Freemasonry Unmasked («Il Grand'Oriente della Massoneria smascherato»; 1885).
Sopra: l'opera Grand Orient Freemasonry Unmasked.
Quando a Leone XIII venne presentata una copia del libro di Mons. Dillon, egli ne rimase impressionato ed ordinò che ne venisse stampata, a sue spese, una edizione in lingua italiana 6. Nell'Enciclica Humanum genum (del 20 aprile 1884), Leone XIII fece appello ai leader cattolici affinché restituissero «ai massoni la loro faccia, strappando loro la maschera» 7.
La pubblicazione di questi documenti è un mezzo per strappare tale maschera. E se i Papi hanno chiesto che queste lettere fossero pubblicate, è perché volevano che tutti i cattolici venissero messi a conoscenza dei piani delle Società Segrete per sovvertire la Chiesa dall'interno, per metterli in guardia e impedire che tale catastrofe avvenisse.
Un Papa imbevuto delle idee massoniche
Quella che segue non è tutta l'Istruzione, ma le parti più pertinenti alla nostra discussione. Dice questo documento:
Ora non ci rimane che esaminare se questo piano è stato coronato da successo.
Penetrazione dei principî massonici
Per tutto il XIX secolo, la società è stata permeata in modo crescente dai principî liberali dell'«illuminazione intellettuale» e della Rivoluzione Francese, è ciò a grande detrimento della fede cattolica e dello Stato cattolico. Nozioni apparentemente religiose come quella di «gentile e garbato», di pluralismo e di indifferentismo religioso, di una democrazia che crede che ogni autorità venga dal popolo, della falsa nozione di libertà, di separazione tra Chiesa e Stato, di adunate interconfessionali e di altre simili novità stavano affascinando le menti dell'Europa post-illuminista, infettando gli uomini di Stato e gli ecclesiastici.
I Papi del XIX secolo - e ben presto anche quelli del XX - ingaggiarono una guerra totale contro queste pericolose tendenze. Con un'acuta presenza di spirito, radicata in una certezza di fede intransigente, questi Papi non si lasciarono ingannare. Essi sapevano che i cattivi principî, per quanto onorevoli possano sembrare, non possono produrre buoni frutti, e che questi cattivi principî erano il peggio del peggio, poiché non solo erano radicati nell'eresia, ma anche nell'apostasia.
Come autentici generali che riconoscono essere loro dovere mantenere il possesso della loro terra ad ogni costo, questi Papi tirarono potenti bordate contro gli errori del mondo moderno e spararono incessantemente. Le Encicliche erano i loro colpi di cannone, e non mancarono mai il loro obiettivo 9. Il colpo più devastante e monumentale entrò sotto forma di Sillabo degli errori, del 1864, di Pio IX, e quando il fumo si diradò, a tutti coloro che erano coinvolti nella battaglia fu chiaro a quale dei due schieramenti appartenevano.
Le linee di demarcazione erano state chiaramente tracciate. In questo grande Sillabo, Pio IX condannò gli errori principali del mondo moderno, non perché erano moderni, ma perché queste nuove idee erano radicate nel naturalismo panteistico ed erano perciò incompatibili con la dottrina cattolica, così come erano distruttive per la società.
Sopra: Papa Pio IX e il Sillabo, ossia la raccolta delle condanne degli errori moderni.
Gli insegnamenti del Sillabo erano anti-liberali, e i principî del liberalismo erano anti-Sillabo. Questo fu incontestabilmente riconosciuto da entrambe le parti. Padre Denis Fahey (1883-1954) definì questo confronto «Pio IX contro la deificazione panteistica dell'Uomo» 10. Parlando a nome dell'altro schieramento, il massone francese Ferdinand Buisson (1841-1932) dichiarò similmente: «Una scuola non può rimanere neutrale tra il Sillabo e la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo» 11.
I «cattolici liberali»
Il XIX secolo vide anche una razza nuova di cattolico che utopisticamente cercò un compromesso tra le due parti. Questi uomini cercarono ciò che credevano essere «buono» nei principî del 1789 e tentarono di introdurlo nella Chiesa. Molti ecclesiastici, contagiati dallo spirito dell'epoca, furono presi nella rete che era stata gettata «nelle sacrestie e nei seminari». Essi divennero noti come «cattolici liberali». Papa Pio IX ebbe a dire che essi erano i peggiori nemici della Chiesa. Nonostante questo monito, il loro numero aumentò progressivamente.
San Pio X e il modernismo
Questa crisi giunse al culmine all'inizio del XX secolo quando il liberalismo del 1789, che era stato un «soffio al vento», turbinò vorticosamente nel tornado modernista. Padre Vincenzo Miceli identificò questa eresia tracciando l'identità della «trinità di genitori del modernismo». Egli scrisse:
Papa San Pio X, che ascese al soglio pontificio nel 1903, riconobbe nel modernismo una piaga letale che doveva essere cauterizzata. Egli scrisse che il più importante obbligo del Papa è assicurare la purezza e l'integrità della dottrina cattolica, e affermò che se non avesse fatto nulla, avrebbe mancato gravemente al suo dovere essenziale 13.
Sopra: Papa San Pio X usò tutte le sue energie per estirpare l'eresia modernista.
San Pio X scatenò la guerra contro il modernismo emanando un'Enciclica (la Pascendi Dominici Gregis) e un Sillabo di proposizioni errate (il Lamentabili), istituì il giuramento anti-modernista, che doveva essere prestato da tutti i sacerdoti e insegnanti di Teologia, eliminò i seminari e le Università in mano ai modernisti e scomunicò i superbi e gli impenitenti. Egli frenò efficacemente l'espansione del modernismo nella sua epoca.
Tuttavia, si racconta che quando una persona si congratulò con lui per avere sradicato questo grave errore, San Pio X rispose immediatamente che, nonostante tutti i suoi sforzi, non era riuscito ad uccidere quella bestia, ma l'aveva solamente sepolta. Egli avvertì che se i responsabili della Chiesa non fossero stati vigilanti, essa sarebbe riapparsa in futuro più virulenta che mai 14.
La Curia Romana in allarme
Un fatto quasi sconosciuto, avvenuto sotto il pontificato di Papa Pio XI (1857-1939), dimostra che la corrente sotterranea del pensiero modernista fosse già attiva nell'immediato periodo successivo al regno di San Pio X. Padre Raymond Dulac riferisce che durante il Concistoro segreto del 23 maggio 1923, Pio XI interpellò i trenta Cardinali della Curia circa l'opportunità di indire un Concilio Ecumenico. Erano presenti prelati illustri come i Cardinali Rafael Merry del Val (1865-1930), Gaetano De Lai (1853-1928), Pietro Gasparri (1852-1934), Tommaso Pio Boggiani (1863-1942) e Louis Billot (1846-1931).
I Cardinali si dichiarano sfavorevoli ad una simile evenienza. Il Cardinal Billot avvertì:
Il Cardinale Boggiani richiamò le teorie moderniste, dalle quali - disse - una parte del clero e dei Vescovi non era esente.
Il Cardinal Billot fu ancora più esplicito:
Nello scoraggiare l'idea di un Concilio per le ragioni che abbiamo appena visto, questi Cardinali si mostrarono più idonei a riconoscere i «segni dei tempi» di tutti i teologi del post-Concilio. Inoltre, la loro cautela era radicata in qualche cosa di ben più profondo. Forse essi erano rimasti turbati anche dalle letture delle opere dell'infame canonico scomunicato Paul Roca (1830-1893), il quale predicò la rivoluzione e la «riforma» della Chiesa e predisse una sovversione di quest'ultima che sarebbe stata provocata da un Concilio.
I deliri rivoluzionari di Roca
Nel suo libro Athanasius and the Church of Our Time, Mons. Graber riporta la «profezia» pronunciata dall'ex canonico Roca della nascita di una nuova Chiesa illuminata, che sarebbe stata influenzata dal «socialismo di Gesù e degli Apostoli» 16. In pieno XIX secolo, Roca aveva predetto:
Commentando questa «profezia», scrive Mons. Graber: «Pochi anni fa, sembrava del tutto impossibile immaginare tali cose; ma oggi»? 17. L'ex canonico Roca predisse anche una «riforma liturgica». Parlando della liturgia futura, egli credeva
Egli previde che mediante un Concilio si sarebbe realizzato
Sopra: iniziazione massonica.
Roca parlò anche del futuro del Papato. Egli scrisse:
Il Newsweek, del 10 settembre 2015, metteva in copertina un titolo imbarazzante: «Il Papa è cattolico»?
Roca predisse entusiasticamente una «nuova religione», un «nuovo dogma», un «nuovo rituale» e un «nuovo sacerdozio». «Egli chiama "progressisti" i "nuovi sacerdoti"; parla della "soppressione" dell'abito talare e del "matrimonio dei sacerdoti"» 20. L'eco agghiacciante delle affermazioni Roca e dell'Istruzione permanente dell'Alta Vendita risuona nelle parole del rosacroce Rudolf Steiner (1861-1925) che dichiarò nel 1910:
Sopra: il teosofo e rosacroce Rudolf Steiner.
Il grande Concilio che non venne mai indetto
Circa nel 1948, Papa Pio XII, su richiesta del fedele e ortodosso Cardinale Ernesto Ruffini (1888-1967), prese in considerazione l'idea di convocare un Concilio generale, la cui necessaria preparazioni avrebbe richiesto alcuni anni. È evidente che alla fine alcuni elementi progressisti presenti in Vaticano riuscirono a dissuadere Pio XII dalla realizzazione poiché era chiaro fin dall'inizio che questo Concilio sarebbe stato in sintonia con la Lettera Enciclica Humani generis.
Sopra: il Cardinale Ernesto Ruffini, Arcivescovo di Palermo.
Come questa grande Enciclica del 1950, il nuovo Concilio avrebbe combattuto le «false opinioni che minacciano di minare le fondamenta della dottrina cattolica» 22. Tragicamente, Pio XII si convinse di essere troppo avanti negli anni per prendere sulle proprie spalle questo grave compito, e si rassegnò all'idea che «questo sarà un compito del mio successore» 23.
Roncalli consacra l'ecumenismo
Durante tutto il pontificato di Pio XII, il Sant'Uffizio, sotto l'abile comando del Cardinale Alfredo Ottaviani (1890-1979), riuscì a salvaguardare la fede cattolica tenendo i cavalli selvaggi del modernismo rinchiusi energicamente in un recinto. Molti degli attuali teologi neo-modernisti narrano sdegnosamente come - durante questo periodo - ad essi e ai loro amici sia stata messa la museruola. Ma lo stesso Ottaviani non poteva impedire quello che sarebbe accaduto nel 1958.
Sopra: il Cardinale Alfredo Ottaviani, segretario del Sant'Uffizio.
Un nuovo tipo di Papa, «che i progressisti credevano avrebbe favorito la loro causa» 24, sarebbe asceso al Soglio pontificio costringendo un riluttante Ottaviani a togliere il catenaccio e ad aprire il recinto provocando la fuoriuscita disordinata e precipitosa dei modernisti. Tuttavia, un tale evento non era del tutto imprevisto. Alla notizia della morte di Pio XII, un modernista, il vecchio dom Lambert Beauduin (1873-1960), un amico del Cardinale Angelo Roncalli (il futuro Giovanni XXIII), confidò a Padre Louis Bouyer (1913-2004):
E così accadde: il Cardinale Roncalli fu eletto e convocò un Concilio che «consacrò» l'ecumenismo. La «rivoluzione in tiara e cappa» era iniziata.
La rivoluzione di Papa Giovanni
È cosa nota e superbamente documentata 26 che una cricca di teologi liberali (i periti) e di Vescovi dirottarono il Concilio Vaticano II (1962-1965) con l'intento di ricostruire una Chiesa a loro immagine tramite l'attuazione di una «nuova teologia». I critici e i difensori del Vaticano II concordano su questo punto. Nel suo libro Vatican II Revisited («Il Vaticano II rivisitato»), Mons. Aloysius John Wycislo (1908-2005) - un entusiasta fautore della rivoluzione inaugurata dal Vaticano II - dichiara con ammirazione che
Sopra: Mons. Aloysius John Wycislo e il suo libro Vatican II Revisited.
Egli scrive che
e spiega che
Mons. Wycislo declama gli encomi di alcuni progressisti trionfanti come Hans Küng, Karl Rahner (1904-1984), John Courtney Murray (1904-1967), Yves Congar (1904-1995), Henri de Lubac (1896-1991), Edward Schillebeeckx (1914-2009) e Gregory Baum (1923-2007), che erano stati considerati come sospetti fino al Concilio, ma che in seguito sono diventate le colonne portanti della teologia post-conciliare 30.
In effetti, quelli che Pio XII considerava non idonei a percorrere la via del cattolicesimo, ora tenevano sotto controllo la città. E come per coronare la loro impresa, il giuramento anti-modernista venne tranquillamente abrogato. San Pio X aveva visto giusto. La mancanza di vigilanza da parte dell'autorità aveva permesso al modernismo di ritornare armato di vendetta.
Marciando sotto una nuova bandiera
Durante il Vaticano II, ci furono innumerevoli scontri tra il Cœtum Internationalis Patrum («Gruppo Internazionale dei Padri»), che lottava per mantenere inalterata la Tradizione della Chiesa, e il gruppo progressista del Reno. Alla fine, prevalse tragicamente il secondo, formato da elementi liberali e modernisti 31.
Era ovvio a chiunque, che avesse occhi per vedere, che il Concilio aveva spalancato la porta a molte idee che erano state precedentemente anatemizzate dalla Chiesa docente, ma che erano al passo con il pensiero modernista. Ciò non accadde accidentalmente, ma fu il frutto di un disegno preciso. Durante il Vaticano II, i progressisti evitarono di condannare gli errori modernisti. Inoltre, essi inserirono intenzionalmente numerose ambiguità nei testi dei documenti conciliari che intendevano sfruttare a loro vantaggio dopo il Concilio 32.
Queste ambiguità sono state utilizzate per promuovere un genere di ecumenismo che era stato già condannato da Pio XI, una libertà religiosa 33 che era già stata condannata dai Pontefici del XIX e XX secolo (specialmente da Pio IX), una nuova liturgia che seguiva le linee dell'ecumenismo e che Mons. Annibale Bugnini (1912-1982) definì «una notevole conquista della Chiesa cattolica», una collegialità che colpisce al cuore il primato pontificio, e infine un «nuovo atteggiamento verso il mondo», specialmente in uno dei documenti più importanti del Concilio: la Gaudium et Spes.
Come gli autori dell'Istruzione Permanente dell'Alta Vendita avevano sperato, i concetti della cultura liberale avevano finalmente incontrato l'adesione dei membri più ragguardevoli della Gerarchia cattolica ed erano in tal modo penetrati all'interno della Chiesa. Il risultato è stata una crisi di fede senza precedenti che non accenna a migliorare. Alla stesso tempo, innumerevoli ecclesiastici che occupano posizioni di rilievo, evidentemente inebriati dallo «spirito del Vaticano II», lodano continuamente le riforme post-conciliari che hanno permesso a questa calamità di abbattersi sulla Chiesa.
Acclamazioni dalle Logge massoniche
Tuttavia, non solo molti uomini di Chiesa, ma anche numerosi massoni hanno celebrato questa svolta degli eventi. Essi si sono allietati del fatto che finalmente i cattolici «hanno visto la luce» da quando molti dei loro principî sono stati accettati dalla Chiesa. Nel suo libro L'œcuménism vu par un franc-maçon de tradition («L'ecumenismo visto da un massone di tradizione»), il barone Yves Marsaudon (1899-1984), del Rito Scozzese, ha lodato l'ecumenismo scaturito dal Vaticano II. Egli ha scritto:
Sopra: Yves Marsaudon, 33º Grado del Rito Scozzese. A lato il suo libro illuminante L'œcuménism vu par un franc-maçon de tradition.
Lo spirito di dubbio e di rivoluzione permanente proprio dell'era post-conciliare deve evidentemente aver scaldato il cuore del massone francese Jacques Mitterand (1908-1991), il quale ha scritto approvando:
Sopra: Jacques Mitterand, Gran Maestro del Grand'Oriente di Francia.
Marcel Prélot, senatore della regione del Doubs, in Francia, si spinge molto più in avanti nel descrivere quello che è successo. Egli scrive:
Sopra: il massone Marcel Prélot.
L'affermazione di Prélot merita una precisazione; è necessario fare una distinzione tra la Chiesa e gli uomini di Chiesa. Nonostante certe pretese dei massoni, è impossibile che errori dottrinali possano essere accettati «definitivamente e ufficialmente dalla Santa Chiesa». La Chiesa, Corpo Mistico di Cristo e Sua Sposa senza macchia, non può cadere nell'errore.
Nostro Signore ha promesso che «le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa» (Mt 16, 18). Ma questo non significa che gli ecclesiastici, anche quelli appartenenti ai livelli più elevati, non possano essere contagiati dallo spirito liberale del nostro tempo e possano essere promosse idee e pratiche contrarie al Magistero perenne della Chiesa 37.
Una rottura col passato
Quei «conservatori» che negano che vari punti del Vaticano II costituiscano una rottura con la Tradizione e con il Magistero precedente - o come minimo pecchino di ambiguità, implicazioni od omissioni - non hanno ascoltato i veri promotori e sbandieratori del Concilio che spudoratamente lo hanno ammesso. Padre Yves Congar, uno degli artefici della riforma, notava con soddisfazione che
Sopra: il sogno di Satana; distruggere la Santa Chiesa.
Lo stesso Padre Congar affermava che la Dichiarazione del Vaticano II sulla libertà religiosa Dignitatis Humanæ è in contrasto con il Sillabo di Pio IX. A riguardo del paragrafo § 2 di detta Dichiarazione, egli ebbe a dire:
Recentemente, alcuni anni fa, il Cardinale Joseph Ratzinger, apparentemente non turbato dalla sua stessa ammissione, ha affermato di considerare il documento conciliare Gaudium et spes una specie di «contro-Sillabo»:
Sopra: il Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e futuro Benedetto XVI.
La nuova epoca inaugurata dal 1789 consiste, in effetti, nell'elevazione dei Diritti dell'Uomo al di sopra dei diritti di Dio. In verità, un commento come quello del Cardinale Ratzinger è inquietante, specialmente quando proviene dal Prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale ha il compito di preservare la purezza della dottrina cattolica.
Possiamo anche citare un'asserzione simile del progressista Cardinale Leo Jozef Suenens (1904-1996), a suo tempo Padre conciliare, il quale parlò in termini di «vecchi regimi» che sono terminati. Le parole che egli ha usato per elogiare il Concilio sono tra le più efficaci, le più agghiaccianti e le più schiaccianti. Suenens ha dichiarato che
«Una rivoluzione in tiara e cappa»
La rivoluzione post-conciliare
porta impressi tutti i segni di garanzia nell'aver adempiuto
i disegni dell'Istruzione Permanente dell'Alta Vendita
Sopra: giuramento massonico.
La crisi nella Chiesa
Dunque, la crisi che la nostra Santa Chiesa sta soffrendo al momento presente non è poi un gran mistero. Ignorando imprudentemente i Papi del passato, gli attuali responsabili della Chiesa hanno eretto una struttura compromessa che sta crollando su se stessa. Sebbene Paolo VI (1897-1978) si sia lamentato del fatto che «la Chiesa è in uno stato di auto-demolizione», lui stesso, come del resto Giovanni Paolo II, insisteva affinché il disastroso aggiornamento responsabile di questa auto-demolizione fosse portato avanti a tutto spiano.
Di fronte ad un «disorientamento così diabolico» l'unica risposta per tutti i cattolici preoccupati è:
Solamente la Madonna può aiutarci
Siccome la presente lotta è essenzialmente una battaglia soprannaturale, non dobbiamo ignorare gli avvertimenti che la Santa Vergine ha rivelato nel 1917 a Fatima. Tutti i cattolici devono adempiere fedelmente tutte le richieste di Nostra Signora di Fatima, e specialmente pregare e operare affinché la Russia venga finalmente consacrata al Cuore Immacolato di Maria.
Questa sarà la chiave che non solo distruggerà «gli errori sparsi dalla Russia», ma gli errori di tutto il mondo intero, inclusi quelli che travagliano dall'interno la Chiesa. Per impedire il trionfo promesso del Cuore Immacolato, gli agenti impenitenti del liberalismo, del modernismo e del naturalismo, si sono raggruppati in un'unica grande adunata ecumenica col Principe di questo Mondo per ricevere insieme a lui il colpo di tallone con cui la Regina del Cielo schiaccerà il loro orgoglioso capo.
Note
1 Traduzione dall'originale inglese The Permanent Instruction of the Alta Vendita («L'istruzione permanente dell'Alta Vendita»; TAN Books & Publishers, 1999), a cura di Paolo Baroni. 2 Cfr. The Catholic Encyclopedia, vol. III, Encyclopedia Press, New York 1913, pag. 330-331. 3 Cfr. P. E. Cahill, Freemasonry and the Anti-Christian Movement, Gill, Dublino 1959, pag. 101. 4 Cfr. Mons. R. Graber, Athanasius and the Church of Our Time, Christian Book Club, Palmdale 1974, pag. 39. 5 Cfr. J. Cretineau-Joly, The Roman Church and the Revolution («La Chiesa romana e la rivoluzione»), vol. II, 1859: Mons. Henri Delassus ha riprodotto ampi stralci di questo libro nella sua opera Il problema dell'ora presente. Antagonismo fra due civiltà, Desclée, Roma 1907. 6 Cfr. M. Davies, Pope John's Council («Il Concilio di papa Giovanni»), Angelus Press, Kansas City 1992, pag. 166. 7 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Humanum genus. Sulla Massoneria, § 21. 8 Cfr. Mons. H. Delassus, The Anti-Christian Conspiracy («La cospirazione anticristiana»), Desclée de Brouver, Roma 1910, vol. III, pagg. 1035-1092. Il testo completo dell'Istruzione Permanente dell’Alta Vendita è stato pubblicato in Mons. G. E. Dillon, op. cit., pagg. 51-56. 9 Per una piena comprensione della dottrina cattolica a riguardo degli errori del modernismo, è indispensabile lo studio delle Encicliche papali contro il liberalismo, il modernismo e la Massoneria, della fine del XIX secolo e dell'inizio del XX. 10 Cfr. P. D. Fahey C. CS. Sp., The Mystical Body of Christ in the Modern World («Il corpo mistico di Cristo nel mondo moderno»), Regina Publications, Dublino 1939, cap. VII. 11 Ibid., pag. 116. 12 Cfr. P. V. Miceli, The Antichrist («L'anticristo»), Roman Catholics Books, Harrison, pag. 133. 13 Cfr. Pio X, Lettera Enciclica Pascendi Dominici Grecis. Sul modernismo, § 1. 14 Cfr. P. V. Miceli, op. cit. 15 Cfr. P. R. Dulac, Episcopal Collegiality at the Second Council of the Vatican («La collegialità episcopale al Concilio Vaticano II»), Cedre, Parigi 1979, pagg. 9-10. 16 Cfr. Mons.. R. Graber, op. cit., pag. 34. 17 Ibid., pagg. 34-35. 18 Ibid., pag. 35. 19 Ibid. 20 Ibid., pag. 36. 21 Ibid. 22 Il racconto completo di questa affascinante storia è presente in F. M. De la Sainte Trinité, The Whole Truth About Fatima («Tutta la verità su Fatima»), vol. III, «Il terzo segreto», Immaculate Heart Publications, Ontario 1990, pagg. 257-304. 23 Ibid., pag. 298. 24 Cfr. L. De Poncins, Freemasonry and the Vatican («La Massoneria e il Vaticano»), Christian Book Club, Palmdale 1968, pag. 14. 25 Cfr. L. Boyer, Dom Lambert Beauduin. A Man of the Church («Dom Lambert Beauduin. Un uomo della Chiesa»), Casterman, 1964: cit. in D. Bonneterre, The Liturgical Movement («Il Movimento Liturgico»), Ed. Fideliter, 1980, pag. 119. 26 Cfr. P. R. Wiltgen s.v.d., The Rhine Flows into the Tiber («Il Reno sfocia nel Tevere»), TAN, Hawthorne 1985. 27 Cfr. Mons. A. Wycislo, Vatican Second Revisited. Reflections by One Who Was There («Il Concilio Vaticano II rivisitato. Riflessioni di una persona che vi ha partecipato»), Alba House, Staten Island 1987, pag. x. 28 Ibid., pag. 33. 29 Ibid., pag. 27. 30 Ibid., pagg. 27-34. 31 Tutta la storia del dirottamento conciliare da parte dei prelati e dei teologi liberali, e le tragiche conseguenze di questo golpe modernista, sono superbamente spiegati nel libro del verbita Ralph Wiltgen The Rhine Flows into the Tiber e nell’opera di Michael Davies Pope John’s Council. 32 L'uso di questa tattica fu ammesso dal perito conciliare Edward Schillebeecks, il quale affermò: «Esprimeremo in maniera diplomatica - ma solo dopo il Concilio - che avremo previsto le implicite conclusioni» (cfr. De Bazuin, nº 16, 1965). In un'altra occasione egli ebbe a dire: «Durante il Concilio abbiamo fatto uso di frasi ambigue sapendo come sarebbero state interpretate in seguito» (cfr. Mons. M. Lefebvre, An Open Letter to Confused Catholics, Angelus Press, Kansas City 1992, pag. 106). 33 Cfr. M. Davies, The Second Vatican Council and Religious Liberty («Il Concilio Vaticano II e la libertà religiosa»), Neumann Press, Long Prairie 1992; in esso risulta evidente che il documento conciliare Dignitatis Humanæ (e particolarmente il § 2) contraddice l'insegnamento pontificio precedente in materia. Lo stesso Padre Yves Congar o.p. ha ammesso apertamente l'esistenza di questa palese contraddizione. 34 Cfr. Mons. M. Lefebvre, op. cit., pag. 89. 35 Ibid., pagg. 88-89. 36 Cfr. M. Prelot, Le catholicisme liberal, 1969; Mons. M. Lefebvre, op. cit., pag. 100. 37 Il problema sollevato dalla contraddizione in essere tra il Magistero pontificio precedente e quello attuale non è solamente un problema dottrinale, ma è soprattutto una questione di autorità. Infatti, se la Chiesa è governata dallo Spirito Santo - ed è di fede che lo è - va da sé che un vero Papa non può contraddire un suo predecessore su un qualunque punto di fede, perché ciò equivarrebbe a dire che lo Spirito Santo contraddice Sé stesso. Né è ammissibile sostenere, come fanno certuni in modo aberrante, che un vero Papa possa allearsi o divenire strumento del lupo per far strage del gregge che gli è stato affidato da Cristo propinandogli il veleno dell'eresia e abusando dell'autorità che gli proviene da Dio. La soluzione del dilemma è evidentemente nella mancanza di autorità in chi occupa la Sede di Pietro (N.d.T.). 38 Cfr. Mons. M. Lefebvre, op. cit., pag. 100. 39 Cfr. P. Y. Congar o.p., Challenge to the Church («Sfida per la Chiesa»), Londra 1977, pag. 177; cit. in M. Davies, The Second Vatican Council and the Religious Liberty, pag. 203. 40 Cfr. J. Ratzinger, Principles of the Catholic Theology («Principî di teologia cattolica»), Ignatius Press, San Francisco 1987, pagg. 381-382. 41 Cfr. Mons. M. Lefebvre, op. cit., pag. 100.
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