I
LA MASSONERIA, NEMICA
DELLA
CHIESA E DEL CRISTIANESIMO
Poiché il tema di questo capitolo
seconda parte del libro è stato trattato con ineguagliabile
maestria, e analizzato in profondità, da eminenti personalità come
Sua Santità Papa Leone XIII (1810-1903), l'Eminentissimo
Cardinale José Maria Caro (1866-1958), Arcivescovo di Santiago
nel Cile, Monsignor Léon Meurin (†
1895), Arcivescovo e Vescovo di
Port-Louis, nonché da diversi altri, sempre insigni, scrittori e
studiosi
ecclesiastici e secolari - i quali hanno anche copiosamente
documentato i loro argomenti - noi ci siamo limitati a trascrivere,
letteralmente, queste tanto autorevoli opinioni. Qualsiasi commento,
infatti, non potrebbe che risultare per lo meno superfluo. Sua
Santità Leone XIII, nella Sua Enciclica Humanum Genus, del 20
aprile 1884, dice: «I Romani Pontefici, nostri Predecessori,
vegliando, solleciti della salvezza del popolo cristiano, conobbero
ben presto chi era, e cosa voleva, questo nemico capitale; lo
conobbero non appena esso si affacciò dalle tenebre della sua
occulta congiura e non appena esso, rivelando la sua ispirazione e
il suo metodo, prese a minacciare con le sue previsioni, quei
prìncipi e quei popoli che non si lasciavano sorprendere dalle male
arti e dalle insidie approntate per ingannarli. Il primo avviso del
pericolo si ebbe nell'anno 1738, da Papa Clemente XII (Constitutum
in eminenti, die 24 aprilis 1738), che fu confermata e rinnovata da
Papa Benedetto XIV (Const. Providas, die 18 maii 1751), da Papa Pio
VII (Const. Ecclesiam a Jesu Cristo, die 13 septembris 1821) che
seguì le orme di entrambi i suoi predecessori. Leone XII, includendo
nella Costituzione Apostolica Quo graviora (Const. data die 13
martii 1825) ciò che in materia era stato decretato anteriormente,
lo ratifìcò e confermò per sempre. Pio VIII (Enciclica Traditi, die
21 maii 1829), Gregorio XVI (Enciclica Mirari, die 15 augusti 1835)
e Pio IX (Enciclica Qui pluribus, die 9 november 1816). Allocuzione
Multiplices inter, die 25 september 1865, ecc... parlarono
sicuramente molte volte, ispirati dal medesimo sentimento. Oggi,
seguendo l'esempio dei nostri Predecessori - è sempre Papa Leone
XIII che parla - abbiamo deciso di esprimerci, dinanzi e contro
la stessa società massonica, avverso al sistema della sua dottrina,
ai suoi intenti, alla sua maniera di sentire e di operare,
onde
lumeggiare ancor meglio la sua forza malefica, e quindi impedire il
contagio di questa peste così funesta. Non può l'albero buono dar
frutti cattivi, ne l'albero cattivo dar frutti buoni (Mt 7, 18), e i
frutti della sètta massonica sono, oltre che dannosi, acerbissimi.
Dagli indizi certi che poc'anzi abbiamo menzionato risulta qual'è
l'ultimo e il principale, dei suoi fini; sappiatelo: la
distruzione dalle fondamenta di tutto l'ordine religioso e
civile stabilito dal cristianesimo, e l'edificazione,
alla loro maniera, di un altro ordine con fondamento e leggi
tratti dalle viscere del naturalismo. Oltre a questo, gli errori
causa di turbamento da noi elencati, bastano già ad infondere negli
Stati paura e spavento, perché tolto il timor di Dio e il rispetto
delle Sue Divine Leggi, tenuta in minor considerazione la autorità
dei prìncipi, consentita e legittimata la mania delle rivoluzioni,
scatenate con la maggiore licenziosità le passioni popolari, senza
altro freno che un'eventuale condanna, avremo, per forza, mutazioni
e scompiglio. Ed è precisamente questo che cerebralmente macchinano,
ostentatamente d'accordo, molte organizzazioni di comunisti e
socialisti, nei disegni dei quali non può dirsi davvero aliena la
sètta dei massoni, visto che questa appoggia apertamente quegli
intenti ed è d'accordo con loro sui principali dogmi. Comunque,
dinanzi ad un male tanto grave e tanto diffuso, ciò che a noi
compete, Venerabili Fratelli, è dedicarci con tutta l'anima alla
ricerca di un rimedio. E poiché sappiamo che la migliore e più
sicura speranza di rimedio è riposta nella virtù della religione
divina, tanto più odiata dai massoni quanto più temuta, riteniamo
che di gran lunga il più importante sia servirsi di questa tanto
salutare virtù per combattere il nemico comune. Così, tutto ciò che
decretarono i Romani Pontefici, nostri Predecessori, per impedire i
tentativi e gli sforzi della sètta massonica, quanto Essi
sanzionarono per allontanare gli uomini da organizzazioni del
genere, o ancor meglio, toglierli a queste, tutte e ognuna di queste
cose diamo per ratificate e le confermiamo pienamente con la nostra
autorità apostolica».
Come si è visto, tanto Sua Santità Papa
Leone XIII, come vari altri Sommi Pontefici che lo precedettero,
esprimono molto chiaramente la loro condanna della Massoneria, e
riconoscono, nel medesimo tempo, che l'intento di questa tenebrosa
associazione è quello di distruggere la cristianità, in ciò e
per ciò alleata con i socialisti e con i comunisti. Ma... chi dirige
la Massoneria? Nelle pagine seguenti dimostreremo che coloro che
dirigono la Massoneria sono gli stessi che dirigono il socialismo e
il comunismo: gli ebrei.
II
Gli ebrei, fondatori
della Massoneria
«Smascherare la Massoneria -
disse Leone XII (1760-1829) - è vincerla». Se poi
riusciamo a spogliarla dei suoi veli, ogni spirito retto, ogni cuore
limpido arretrerà con orrore; basterà questo per distruggerla e per
farla esecrare dagli stessi che oggi le obbediscono. L'illustre e
insigne
gesuita Mons. Léon Meurin, Arcivescovo e Vescovo di
Port-Louis, nella sua poderosa opera Simbolismo della Massoneria,
dimostra con una documentazione schiacciante, che gli ebrei sono i
fondatori, organizzatori e dirigenti della Massoneria, della quale
essi si servono per conseguire
il dominio mondiale e distruggere la
santa Chiesa cattolica. Tra la bibliografia autorizzata che egli
sottopone al lettore figurano alcune citazioni che noi riportiamo:
«Il primo Consiglio Supremo (della Massoneria) venne
costituito, come già abbiamo detto, il 31 maggio 1801 a Charleston,
Grado 33 di latitudine Nord, sotto la presidenza dell'ebreo Isaac
Long, nominato Ispettore Generale dall'ebreo Mosé Cohen che aveva
ricevuto il suo grado a Spitzer, da Hyes, da Franken e dall'ebreo
Morin» 2. Erano ebrei, inoltre, i
fondatori di quel primo Gran Consiglio che si sarebbe poi convertito
nel centro della Massoneria cosmopolita. Questo Gran Consiglio prese
sede in America, situato precisamente al 33° Grado di latitudine
Nord. Il capo supremo risiede ancora a Charleston, dal 1801.
Nell'anno 1889, questi era
Albert Pike (1809-1891). La
qualifica e il titolo di ognuno dei Fratelli\
e anziani, sono i seguenti: «Poderosissimo Sovrano Commendatore,
Gran Maestro del Supremo Consiglio di Charleston, primo Consiglio
Supremo del globo; Gran Maestro Supremo Conservatore del Sacro
Palladium, Sovrano Pontefice della Massoneria Universale». Con
questi titoli pomposi Albert Pike pubblicò la sua «lettera
enciclica», nell'anno tredicesimo del suo pontificato, assistito
dagli Illustrissimi, Molto illuminati, e Molto Sublimi Fratelli,
Sovrani, Grandi Ispettori Generali, Eletti Maghi, che compongono il
serenissimo Gran Collegio degli Eletti Maestri, Consiglio della
Falange Speciale e del Sacro Battaglione dell'Ordine
3.
L'«enciclica» enumera i ventitre Consigli
Supremi potenziali, per ora, o funzionanti a cominciare da quello di
Charleston, sparsi per tutto il mondo. Successivamente enumera i
cento «Grand'Orienti» e le «Grandi Logge» di tutti i Riti, in
comunicazione col Supremo Consiglio di Charleston come Sovrana
Potenza Massonica (un rituale, questo, esclusivamente ebraico).
Enumera, ad esempio, il Grand'Oriente di Francia, il Consiglio
Generale del Rito di Misraim, il Gran Consiglio dei Massoni
Oldfellows, ecc... Da quanto sopra, possiamo concludere che la
Massoneria è una su tutto il globo, pur assumendo innumerevoli
forme, sotto la direzione suprema del Sovrano Pontefice di
Charleston 4.
Origine ebraica
I riti e i simboli della Massoneria e
delle altre associazioni segrete ricordano costantemente la
Cabala e l'ebraismo, la ricostruzione del Tempio di Salomone, la
stella di David, il segno di Salomone, i nomi dei diversi Gradi,
come, ad esempio, Cavaliere Kadosh (kadosh, in
ebraico, significa «santo»), Principe di Gerusalemme, Principe del
Libano, Cavaliere del Serpente d'Airen, ecc... E la preghiera dei
massoni inglesi, adottata in una
riunione tenuta nel 1663, non
ricorda forse in maniera evidente la liturgia ebraica?
5 Anche la Massoneria scozzese cita, nel
datare ogni suo atto, l'era giudaica. Un libro del massone americano
Pike 6, che nel 1889 divenne Capo
Supremo del Gran Consiglio di Charleston, ad esempio, da lui scritto
nel 1871, è così datato: «Anno mundi 5641». Attualmente,
questa cronologia viene conservata soltanto negli alti gradi, mentre
i massoni aggiungono generalmente quattromila anni all'era
cristiana, e non 3.760 come gli ebrei 7.
Il sapiente rabbino Elia Benamozegh (1823-1900) scrive quanto
segue: «Coloro che vorranno sottoporsi al lavoro di esaminare
attentamente le questioni relative ai contatti tra il giudaismo e
la.... Massoneria filosofica, la Teosofia e i misteri in generale,
perderanno un po' della loro sdegnosa superbia verso la Cabala. E
smetteranno di sorridere spregiosamente dinanzi all'idea che la
teologia cabalistica possa avere una missione da compiere nella
trasformazione religiosa del domani. Chi sono i veri dirigenti
della Massoneria ? La domanda non è certamente una domanda da poco.
Questo è infatti uno dei misteri più ben custoditi della sètta, uno
dei segreti più attentamente vigilati. Si può affermare, però, che
il lavoro massonico si sviluppa in tutto il mondo di pieno accordo,
e risulta informato ad uno stesso ed unico piano; che i suoi
mezzi sono sempre e dovunque identici e che i fini perseguiti sono
costantemente gli stessi. Tutto ciò ci autorizza a credere che
esiste quindi un centro unico che dirige tutti i movimenti
della setta» 8. Più avanti
affronteremo questa questione. Vogliamo ora ricordare, che la
cosìddetta Carta di Colonia, datata 24 giugno 1535, parla di
un direttore della Massoneria: il Grande Maestro, o Patriarca, che,
anche se conosciuto da un numero ristretto di Fratelli\,
esiste realmente.
Roger Gougenot des Mousseaux (1805-1876)
indica che questa selezione dell'Ordine, questi capi effettivi che
soltanto pochissimi iniziati conoscono, opera alle dipendenze
proficue e segrete dei cabalisti israeliti (pagg. 338-339). Aggiunge
inoltre che i veri capi della Massoneria sono gli amici, gli
ausiliari e i vassalli dell'ebreo, che essi rispettano come signore
e sovrano. Della stessa opinione sono Eckert, Drumont, Deschamps,
Mons. Jouin, Lambelin e altri esperti di questioni massoniche
ed
ebraiche 9. Lasciamo ora da una parte
gli insegnamenti dogmatici della Massoneria e dell'ebraismo, ed
esaminiamo l'alleanza tra il giudaismo e la Massoneria dal punto di
vista puramente pratico e reale. Usando la logica non si può fare a
meno di giungere alla conclusione seguente, formulata anche da
Léon de Poncins (1897-1976), nella sua opera dal titolo Le
forze segrete della rivoluzione: «L'universalità della
Massoneria, il suo durare, la invariabilità dei suoi fini, possono
essere perfettamente compresi unicamente se si tratta di una
creazione ebraica che serve interessi ebraici. Tutto risulterebbe
assolutamente incomprensibile se la sua origine fosse cristiana. La
finalità stessa della Massoneria - la distruzione della civiltà
cristiana - rivela l'ebreo; perché soltanto lui ne sarebbe
beneficiato e soltanto lui, unicamente lui, è animato da un odio
talmente violento contro il cristianesimo, da rendergli possibile la
creazione di una organizzazione siffatta. La Massoneria -
prosegue de Poncins - è una Società Segreta, diretta da una
minoranza internazionale. Questa ha giurato un odio implacabile al
cristianesimo. Questi tre caratteristici segni sono precisamente gli
stessi che formano i lineamenti del giudaismo, lo definiscono e,
infine, dimostrano che gli ebrei sono l'elemento direttivo delle
Logge» 10. Già nel 1867 era stata
organizzata la Ligue Internationale et Permanente de la
Paix
(«Lega Internazionale Permanente
della Pace»), e il suo segretario, l'ebreo Frédéric Passy
(1822-1912), abbozzò l'idea di un tribunale per indagare e quindi
decidere senza appello, in merito a tutti i conflitti tra le nazioni
11. Il giornale Archives Israélites
auspicava egualmente, nell'anno 1864, la costituzione di un
tribunale siffatto. «è
naturale e anche necessario - scriveva un tale Levy Bing
- che si realizzi presto la formazione di un altro tribunale - un
tribunale supremo - al quale dovranno essere sottomessi i grandi
conflitti politici, i contrasti tra nazione e nazione; un tribunale
che giudicherà in ultima istanza, e la cui ultima parola sarà
decisiva. Questa parola sarà quella d'Iddio, pronunciata dai suoi
figli primogeniti (gli ebrei), e dinanzi alla quale
s'inchineranno con rispetto tutti gli uomini dell'Universo, nostri
fratelli, nostri amici, nostri discepoli» 12.
Questi sono i sogni d'Israele. E, come sempre, coincidono con quelli
della Massoneria. «Instaureremo la Repubblica in tutta la vecchia
Europa - scrive l'Almanacco dei Frammassoni -
allorquando regnerà Israele autocraticamente, su tutto il vecchio
Continente» 13. Al Congresso
Mondiale della Gioventù Ebraica, svoltosi il 4 agosto 1926, H.
Justin Godard affermò che gli ebrei sono il sostegno più
fermo della Società delle Nazioni, ai quali questa deve la sua
esistenza 14. Più preciso è
l'ebreo Cassin: «La rinascita del sionismo sarà opera
della Società delle Nazioni. Per questo le organizzazioni
ebraiche
la difendono e per questo i rappresentanti del popolo eletto
pullulano a Ginevra» 15.
L'Eminentissimo Cardinale Jose Maria Caro, Arcivescovo di Santiago e
Primate del Cile dimostra, del pari, nella sua documentata opera
Il Mistero della Massoneria, come siano gli ebrei che dirigono
questa sètta, con il fine di dominare il mondo e distruggere la
santa Chiesa. In proposito sulle origini della Massoneria, egli
scrive: «Il rituale massonico, denuncia con assoluta evidenza la
sua origine ebraica; i simboli, cominciando dalla stessa Bibbia, ad
esempio, lo scudo (rappresentativo dell'insegna) in cui sono
effigiati, araldicamente, i cherubini di vario genere descritti
nella seconda visione di Ezechiele nonché un bue, un uomo, un leone
e un'aquila, le due colonne del tempio massonico, ricordo,
quest'ultimo, del Tempio di Salomone; la ricostruzione del Tempio,
che simbolizza l'opera massonica, ecc... Le leggende e il
catechismo, inoltre, tratti in gran parte dalla Bibbia, interpretata
quasi sempre secondo le necessità della sapienza massonica,
specialmente la leggenda di Hiram, e che disimpegnano una parte
tanto importante nel rito massonico. Le parole, o i termini, usuali
come i nomi delle colonne Boaz e Jakin, le parole di riconoscimento
o di lasciapassare, Tubalcain, Schiboleth, Giblim o Moabon, Nekum o
Nekam, Abibalo, ecc..., l'importanza attribuita ai numeri,
cosa tutta propria della Cabala, tutto fornisce una decisiva
testimonianza dell'influenza cabalistica nella Massoneria. E,
finalmente, i fatti: il regno del terrore, l'esplosione di odio
satanico contro la Chiesa, contro Nostro Signore Gesù Cristo, le
orribili bestemmie in cui prorompevano i rivoluzionari massoni in
Francia, non sono che l'espressione e la realizzazione delle
aspirazioni delle sètte cabalistiche e segrete che nel corso di
molti secoli hanno operato contro il cristianesimo. Ciò che i
bolscevichi, ebrei nella maggior parte, fanno oggi in Russia contro
il cristianesimo, non è che una nuova edizione di quanto fecero i
massoni durante la Rivoluzione Francese. Gli esecutori sono diversi,
ma la dottrina che li muove e li autorizza, nonché la suprema
direzione e guida, sono sempre le stesse» 16.
III
GLI EBREI CHE DIRIGONO
LA MASSONERIA
L'illustre e insigne Mons. Léon Meurin,
Arcivescovo e Vescovo di Port-Louis, nella sua documentata opera
Filosofia della Massoneria, afferma quanto segue: «I primi
undici Gradi della Massoneria [...] servono a trasformare il
profano in vero uomo di sentimento massonico. La seconda
serie, che
va dal Grado 12º al Grado 22º, deve consacrare l'uomo Pontefice
ebreo; e la terza serie che va dal Grado 23º al Grado 33º,
consacra il Pontefice Re Giudeo e Imperatore Cabalistico.
La prima cosa che sorprende il nuovo adepto di una Loggia è il
carattere ebraico di tutto quanto trova in questa. Dal Grado 1º al
Grado 30º non ode parlare che della Grande Opera, di ricostruire il
Tempio di Salomone, dell'assassinio dell'architetto Hiram Abiff,
delle due colonne Boaz e Jakin (2 Re, 7 21), e di una moltitudine di
altri contrassegni e parole sacre, nonché ebraiche, dell'era
giudaica, ottenuta aggiungendo 4000 anni alla nostra, onde non
onorare la nascita del Divino Salvatore. Oltre ad avere fondato la
Massoneria nei diversi Paesi cristiani, gli ebrei si assicurarono il
predominio dei Grand'Oriente, sia come numero che come influenza.
Fondarono inoltre un gran numero di Logge formate esclusivamente da
ebrei. Ancor prima della Rivoluzione Francese del 1789, i Fratelli\
von Ecker e Ecknoffen, avevano fondato ad Amburgo la Loggia di
Melchisedec, riservata agli ebrei. Gli ebrei von Hurschfeld e Cotter
crearono a Berlino, verso la fine del secolo XVIII, la Loggia della
Tolleranza. Già da allora gli ebrei si servivano del trucco di
avvicinare i cristiani agli ebrei, col fine di controllarli
ideologicamente e politicamente o disorientarli. Erano però
costretti a ricorrere alla costituzione di Società Segrete, poiché
gli Stati cristiani d'Europa possedevano i mezzi per proteggere i
cristiani dagli inganni degli ebrei. Il giornale segreto massone di
Lipsia, nel suo numero di ottobre 1864, scriveva che «il centro
delle Logge ebraiche funziona a Parigi, sotto la direzione di
Crémieux e del Gran Rabbino».
Tratti dall'ebraismo:
dottrine, simboli e Gradi massonici

L'illustre Arcivescovo-Vescovo di
Port-Louis, parlando in merito alla origine ebraica della dottrina
massonica afferma: «I dogmi della Massoneria sono quelli della
Cabala ebraica, e particolarmente quelli del libro "Zohar" ("Luce").
Pur essendo assolutamente vero al cento per cento, questo tuttavia
non risulta da nessun documento massonico.
è infatti un altro di
quei segreti che gli ebrei hanno cura di non far trapelare. Ciò
nonostante, noi lo abbiamo ugualmente potuto scoprire seguendo le
tracce del numero undici. E da ciò che abbiamo scoperto risulta
innegabilmente che i dogmi fondamentali della Cabala ebraica formano
parte integrale della Massoneria 17.
Nei capitoli precedenti, abbiamo visto che un certo numero di
simboli massonici pareva restasse sempre più o meno inesplicabile.
Quella simbologia rappresenta invece un'importante parte della
Massoneria e ha un gran posto nella sua leggenda. Può essere
applicata al popolo ebraico con una facilità stupefacente. In
realtà, tutto quanto forma la Massoneria è profondamente,
esclusivamente e appassionatamente ebraico: dal principio alla
fine. Che interesse avrebbero - è lecito chiedersi - le altre
nazioni a ricostruire il Tempio di Salomone? Lo farebbero per loro
stessi o per gli ebrei ? Sarebbero queste nazioni o gli ebrei a
ritrarne qualche beneficio? Che vantaggi assicura a esse il
divorarsi le une con le altre, onde trionfino in tutto il mondo i
Principi di Gerusalemme (Grado 16º), i Capi del Tabernacolo (Grado
23º), o i Principi del Tabernacolo (Grado 24º)? Forse le nazioni si
sono accordate tra loro per servire da sgabello ai piedi degli ebrei
? (Sl 109). E perché, infine, si affrettano a mettere la loro corona
sulla testa (Kether) e il Regno (Malkuth) sotto i loro piedi?
è evidente che la
Massoneria non è altro che uno strumento in mano agli ebrei, tanto
che si è indotti a credere che i massoni non ebrei perdono
l'intelligenza e la facoltà di raziocinio lo stesso giorno in cui
per la prima volta vengono loro bendati gli occhi»
18.
Considerazione massonica verso gli ebrei
L'Eminentissimo Cardinale Caro, nella
sua opera Il Mistero della Massoneria scrive inoltre:
«Nella Massoneria si nota una grande e specialissima considerazione
per gli ebrei. Quando scoppiò la Rivoluzione Francese, ad esempio,
venne subito chiesta, e con insistenza, l'attribuzione della
cittadinanza francese agli ebrei. Respinta una volta, questa istanza
venne rinnovata continuamente. E tanto è stato fatto per chiederla,
che alla fine fu concessa. Il lettore ricorderà che in quei giorni,
per contro, i cattolici venivano spietatamente perseguitati e
assassinati» 19. «La Massoneria
ha sempre considerato con vero orrore ogni atteggiamento antisemita:
a tal punto che un Fratello francese di sentimenti antisemiti, che
in buona fede credeva nella tolleranza e nella possibilità di
coesistenza delle varie opinioni politiche della Massoneria, e che
presentò, una volta, la sua candidatura alle elezioni a deputato,
riuscì eletto; quando si trattò della sua seconda rielezione,
vennero però impartiti precisi ordini alle Logge affinché gli
facessero guerra. Si trattava di un genere di ordini che
difficilmente vengono impartiti e che, comunque, dovettero essere
eseguiti alla lettera». Cos'era accaduto? Una cosa
semplicissima: l'atteggiamento antisemita del neo-eletto era
trapelato.
La preponderanza ebraica nelle Logge
Nell'anno 1862, un massone di Berlino,
rendendosi perfettamente conto della preponderanza ebraica nelle
Logge, vergò da Monaco una interessante pagina: «In Germania -
egli scrisse - esiste una Società Segreta, di forma massonica, che è
soggetta a capi sconosciuti. I membri di questa associazione sono
per la maggior parte ebrei. Sono presenti a Londra, dove, come è
noto, cova il fuoco della rivoluzione, due Logge ebraiche,
presiedute dal Gran Maestro Palmerston, le cui soglie non sono mai
state varcate da cristiani. Ebbene, a quelle due Logge fanno
capo le
fila degli elementi rivoluzionari annidati nelle Logge cristiane.
Una loggia di Roma, completamente formata da ebrei, dove convergono
tutte le varie diramazioni delle trame ordite nelle Logge cristiane,
funziona da Tribunale Supremo della Rivoluzione.
è da lì che
attraverso capi segreti, vengono dirette le altre Logge. Ed è
operando in questa astuta maniera, ossia attraverso il più rigoroso
segreto, che gli ebrei riescono a far sì che la maggior parte dei
rivoluzionari cristiani siano soltanto dei pupazzi nelle loro mani,
inseriti in un movimento ebraico. Durante il periodo annuale in cui
si svolge la Fiera di Lipsia, per la quale accorrono in questa
città, da ogni parte del mondo, commercianti e industriali ebrei e
cristiani, la Loggia Ebraica Segreta, siede ogni volta in
permanenza, e mai un massone cristiano vi è stato ricevuto. Tutto
ciò dovrebbe far aprire gli occhi a più d'uno tra noi...
è chiaro, infatti,
che gli ebrei che hanno libero accesso in questa Loggia sono
emissari di altre varie Logge: soprattutto di quelle di Amburgo e
Francoforte». Gougenot des Mousseaux riferisce questo fatto che
conferma quello precedente: «Dopo la recrudescenza rivoluzionaria
del 1848, ero in relazione con un ebreo il quale, per
un'ostentazione di vanità, tradiva il segreto delle Società Segrete
alle quali apparteneva. Egli mi avvertiva sempre, con un otto-dieci
giorni di anticipo, di ogni moto rivoluzionario che sarebbe
scoppiato in qualsiasi punto d'Europa. Da questo episodio, ho tratto
la sicura convinzione che tutti questi grandi movimenti così detti
dei "popoli oppressi" ecc..., sono originati e armonizzati da una
dozzina di individui che impartiscono ordini alle Società Segrete di
tutta l'Europa. Il terreno su cui camminiamo è quindi completamente
minato e sono le comunità ebraiche quelle che forniscono il più
grosso contingente di questi minatori».
Nell'anno 1870, Dee
Camille scriveva su Le Monde - il noto giornale francese
- che durante un giro da lui compiuto in Italia s'era imbattuto in
un suo antico conoscente, massone. Avendogli chiesto come andavano
le faccende dell'Ordine al quale apparteneva egli ne ottenne questa
risposta: «Ho abbandonato per sempre la mia Loggia, avendo
acquisito la profonda convinzione che noi eravamo soltanto
strumento degli ebrei, e che questi ci spingevano ad operare per
la distruzione totale del cristianesimo» 20.
A maggior conferma di quanto sopra, trascriviamo anche la seguente
informazione, tratta dalla Revue des Sociétés Secrètes (pagg.
118, 119, del 1924), riguardante l'articolazione del mostruoso
apparato che opera nel mondo, diretto da ebrei, al loro servizio o,
comunque per il trionfo della loro causa. A grandi linee,
l'organizzazione anticristiana, può essere così ricostruita:
1. L'Internazionale dell'oro
(plutocrazia e Alta Finanza internazionale) alla cui testa si
trovano:
-
In America: Morgan,
Rockefeller, Vanderbilt e Vanderlippe, ecc... (molti altri di
questi nomi non sembrano essere tra i più azzeccati);
-
In Europa: la casa
Rotschild e altri nomi di secondaria importanza.
2. L'Internazionale rossa,
o Unione Internazionale della democrazia sociale operaia. Questa
comprende:
-
La Seconda Internazionale (quella
belga, diretta dall'ebreo socialista Emile Vandervelde);
-
L'internazionale n° 2 ½ (quella
viennese, diretta dall'ebreo comunista Victor Adler);
-
La Terza Internazionale, o
Internazionale comunista (quella di Mosca, diretta dagli ebrei
Grigorij
Evseevic Apfelbaum,
detto
Zinoviev, e Karl Radek). Questa idra dalle tre teste
(teste che per maggior funzionalità operano separatamente), è
comprensiva anche del Profintern («Ufficio Internazionale
delle Associazioni Professionali») che ha la sua sede ad
Amsterdam e detta la sua parola (ebraica) ai sindacati ancora
non affiliati al bolscevismo.
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Da sinistra: Emile Vandervelde, Victor Adler e Karl Radek. |
3. L'Internazionale
nera,
o «Unione del giudaismo combattente». La parte principale di questa
internazionale è disimpegnata dall'Organizzazione Universale dei
Sionisti (a Londra); dall'Alleanza Israelita Universale, fondata a
Parigi dall'ebreo
Adolphe Crémieux (1796-1880); dall'Ordine ebraico
del B'nai-Moiche («Figli di Mosè»); e dalle Società ebraiche
Henoloustz, Hitakhdaute, Tarbaut, Keren-Haessode e moltissime altre
più o meno mascherate, disseminate in tutti i Paesi del Vecchio e
Nuovo Mondo.
4. L'Internazionale
azzurra (o Massoneria internazionale) che
affratella per mezzo della
Loggia Riunita della Gran Bretagna, della Gran Loggia di Francia e dei
Grand'Oriente, di Francia, Belgio,
Italia, Turchia, ecc..., tutti i massoni del mondo
21.
5. L'Ordine ebraico-massonico
del
B'nai B'rith («Figli
dell'Alleanza»).
Questo Ordine, in
contrasto con lo statuto delle Logge massoniche, accetta nel suo seno soltanto gli ebrei, conta in tutto
il mondo oltre 426 Logge del tutto
ebraiche, e serve da legame tra tutte le internazionali sopra
enumerate. «I dirigenti del B'nai B'rith sono gli ebrei Henry Morgenthau già
ambasciatore degli Stati Uniti a Costantinopoli;
Louis D. Brandeis, giudice
supremo degli Stati Uniti; Julian M. Mack, sionista;
Felix Warburg,
banchiere; Abram Elkus; Alfred Kraus, che ne fu il primo presidente;
Jacob Schiff, defunto, che sovvenzionò il movimento di emancipazione degli
ebrei in Russia;
Louis Marshall, sionista»
22. «Sappiamo di sicuro - scrive la Webster
- che i cinque poteri a cui ci
siamo riferiti, e cioè: la Massoneria del Grand'Oriente, la
Teosofia, il Pan-Germanesimo, la Finanza Internazionale e la
Rivoluzione Socialista esistono effettivamente ed effettivamente
esercitano un'influenza più che determinante su tutti gli affari del
mondo. Non siamo più, come si vede, nel campo delle ipotesi, ma in
quello reale dei fatti, la cui base poggia su una documentazione
schiacciante» 23. «Per tentare l'abbattimento della religione cristiana, e della
cattolica in ispecie, occorreva agli ebrei lavorare sott'acqua, e
dissimulatamente mandare altri agenti, e dietro di loro nascondersi; non iscoprire l'artiglio giudaico, da tutti esecrato: far cadere
la fortezza in nome della libertà. Era quindi necessario scalzare
questa granitica base, e sovvertire tutto l'edificio della
cristianità. E a questa impresa hanno posto mano, mettendosi a capo
del mondo occulto per mezzo della Massoneria che si sono
assoggettata. Ecco un secolo; da quando il giudaismo cominciò ad emanciparsi in
Francia [...], questa emancipazione fu il frutto, segretamente inteso,
di quella rivoluzione che inventò i famosi diritti dell'uomo per
eguagliare nei diritti civili gli ebrei a tutti i cristiani. In ciò,
e non altro, si restrinse la decantata libertà, in nome della quale
fu tramata quella formidabile rioluzione» 24.
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Da sinistra: Henry Morgenthau, Felix Warburg e Jacob Schiff. |
IV
I CRIMINI DELLA
MASSONERIA
Circa i mostruosi crimini commessi da
quel capolavoro del giudaismo moderno che è la Massoneria, così si
esprime l'Eminentissimo Cardinale Caro:
«La lettura del rituale massonico lascia trasparire, almeno in
alcuni punti, talune orribili e dolorose verità. I suoi adepti, ad
esempio, vengono
preparati alla vendetta e alla rivoluzione e quindi
al crimine». «Durante questi riti - scrive Benoit - i
massoni vengono sottoposti ad un'educazione teorica e pratica di
violenza. Viene insegnato loro, ad esempio, che l'Ordine massonico
persegue il fine di vendicare la morte di
Adomhiràn, quindi di
uccidere i suoi tre compagni traditori; di vendicare la morte di
Jacob De Molay, uccidendo i suoi assassini, che vengono indicati
nelle persone del Papa, del re e di Noffedai». Un grado
dell'insegnamento saggia il valore dell'iniziato (o per meglio dire
la sua cinica, disumana insensibilità), facendolo operare sopra una
finta nuca o su teste di manichini tutte guarnite di ventri
sanguinosi, appartenenti, in immagine quanto mai reale, a presunti
nemici. Un altro grado dell'iniziazione di colui che viene ricevuto,
consiste nel fargli abbattere alcune teste collocate su un serpente
e, inoltre, nel fargli sgozzare un agnello (Grado 30º del Rito
Scozzese Antico ed Accettato), così fingendo di ammazzare un uomo.
Talvolta l'iniziato deve ingaggiare combattimenti con nemici che gli
contrastano il ritorno e minacciano i suoi averi; tal'altra deve
sostare a lungo dinanzi a teste umane piantate su chiodi, a cadaveri
rinchiusi nelle bare, mentre intorno a lui i fratelli di dolore
concertano le più atroci vendette. Tutti conoscono le vicende
dell'assassinio di Pellegrino Rossi (1787-1848), ministro di
Pio IX (1792-1878), compiuto dai suoi antichi compagni della
Carboneria. Nel 1883, quattro italiani, tali Emiliani, Scuriatti,
Lazzoneschi e Adriani, tutti membri de La Giovane Italia,
rifugiati in Francia, vennero indicati a Giuseppe Mazzini
(1805-1872) e ai suoi seguaci come i colpevoli. Il 22 ottobre
1916 venne assassinato il conte Stüskh, cancelliere austriaco. Fritz
Adler, l'assassino, era massone, figlio di un massone, membro di una
Loggia svizzera di alti dignitari massonici. Nel corso delle sue
dichiarazioni egli rivendicò per tutti, apertamente, il diritto di
compiere la giustizia con le proprie mani.
In Francia, durante il il
periodo dell'affaire Alfred Dreyfus (1859-1935),
furono assassinati il capitano d'Attel, che aveva deposto in
tribunale contro di lui, il deputato Chaulin Serviniere che aveva
raccolto dal d'Attel i particolari della confessione di Dreyfus; il
prefetto Laurençeau che aveva denunciato le somme di denaro inviate
dall'estero agli amici di Dreyfus, a suo parere per subornarli;
l'impiegato del presidio Rocher, che aveva affermato di avere udito
Dreyfus confessare parzialmente il suo delitto.
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Da sinistra: Pellegrino Rossi, Giuseppe Mazzini
ed Alfred Dreyfus. |
Il capitano Valerio
- uno dei testimoni contro Dreyfus - e il presidente Faure, che si
era dichiarato contrario alla revisione del processo, sparirono
anch'essi in breve volger di tempo. Tutti i difensori di Dreyfus
erano massoni e, particolarmente, ebrei. In Svezia il Fratello\
Gustavo III (1746-1792) fu assassino dal Fratello\
Ankerström, emissario della Gran Loggia presieduta da
Condorcet
(1743-1794), secondo un accordo tra massoni riunitisi nell'anno 1786
a Francoforte sul Meno.
In Russia, fu assassinato
Paolo I
(1754-1801), un massone ribelle che, resosi conto del pericolo
rappresentato dalla fratellanza di Loggia, (che altro non è - egli
disse - che complicità e omertà nell'estrinsecazione di affari, che
per essere trattati così al riparo da ogni indiscrezione sono di
natura tutt'altro che limpida), la proibì severamente. La stessa
sorte, e per lo stesso motivo, toccò al figlio Alessandro che venne
assassinato a Taganrog nell'anno 1825. Gli assassini, nella loro
totalità, appartenevano alla Massoneria 25.
Assassinio di non massoni
In Francia. La morte di Luigi XVI (1754-1793) è stata
attribuita all'opera di massoni. Il Cardinale François-Désiré Mathieu
(1839-1908), Arcivescovo di Besançon, e Mons. Bassan,
Vescovo di Nîmes, hanno reso noto con lettere che tutto il mondo a
suo tempo conobbe, quando fu loro rivelato in merito alla decisione,
presa nel 1787, nel Convegno di Wilhelmsbad, di assassinare Luigi
XVI e il re di Svezia. Queste rivelazioni vennero fatte ai due
insigni prelati da due antichi membri di questo Convegno... Anche
l'assassinio del
Duca di Berry, nonchè del grande patriota
e
ardente cattolico Lew di Lucerna (Svizzera), sono stati opera di
appartenenti alla sètta... In Austria, il famoso assassinio di
Sarajevo, la scintilla che fece divampare l'immane rogo della Prima
Guerra Mondiale, fu decretato, annunciato con anticipo, ed eseguito
al momento giusto, dalla Massoneria. Un cittadino svizzero, alto
dignitario massonico, così si espresse pubblicamente, nell'anno 1912
- si tenga presente la data, che è in anticipo sul crimine di ben
due anni! - in proposito al principe che dopo doveva venire
assassinato: «L'erede al trono - disse lo svizzero in
quell'occasione - è un personaggio di grande intelligenza e di
molte qualità. Peccato che sia condannato! Egli morirà quando ancora
non avrà raggiunto il trono». I principali responsabili di
questo delitto erano massoni. «Queste - dice Wichtl - non
sono supposizioni, bensì fatti appurati in giudizio, fatti che, però
del tutto intenzionalmente, sono stati sempre taciuti». In
Germania, furono assassinati il 30 luglio 1918 il maresciallo Echorn
e il suo aiutante, capitano von Dressler. Il giorno avanti, il
giornale massonico parigino Le Matin, aveva scritto che una
Società Segreta patriottica aveva offerto un forte premio per la
testa di Echorn. Non ci vuol poco ad immaginare che razza dì società
era quella che aveva passato la notizia a Le Matin. Il 26
marzo 1854, cadde assassinato a Parma il duca
Carlo III
(1823-1854). L'assassino, tale Antonio Carra, era stato scelto e
incoraggiato il giorno prima da tale Adriano Lemmi
(1822-1906), nel corso di una riunione segreta massonica da questi
presieduta.
Questo Lemmi divenne più tardi il Sovrano Gran Maestro
della Massoneria d'Italia, e sembra, del mondo. Un certo Lippo aveva
confezionato un manichino, effigiante il duca, e su questo manichino
tutti i membri della Loggia si erano esercitati (visto che ognuno di
loro poteva essere scelto per commettere l'omicidio), nel colpirlo
con tremende, scientifiche pugnalate. Il 22 maggio morì
Fernando
II (1810-1859) di Napoli. Gli venne offerta una fetta di
melone contenente un terribile veleno e questa gli procurò una fine
atrocemente dolorosa. Anche l'autore di questo regicidio era
massone, affiliato ad uno dei rami più criminali della sètta, quello
chiamato dei Sublimi Maestri Perfetti. Era discepolo di Mazzini, e
una delle persone più rispettabili della corte. L'ex massone
Domenico Margiotta, un autore che ha raccolto le notizie
relative ad innumerevoli crimini commessi dalla Massoneria in
Italia, non si azzarda a fare il suo nome.
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Da sinistra:
il Cardinale Mathieu, Adriano Lemmi e
Domenico Margiotta. |
In Italia cadde
assassinato il 29 luglio 1900, a Monza, in quello splendido parco,
l'allora re d'Italia
Umberto I (1844-1900), che si era recato
colà in visita ufficiale. Il delitto venne commesso dall'anarchico
Gaetano Bresci (1869-1901), oriundo di Prato (Firenze), però
emigrato da
tempo negli Stati Uniti d'America e notoriamente
appartenente alla Loggia massonica di Peterson, nel New Jersey. In
questo caso venne messa in pratica la tradizione che taluni tra i
carbonari dettero alla iscrizione sulla Croce (INRI): «Iustum
Necare Reges Italiæ» («è
giusto che i re d'Italia siano ammazzati»). Nel Portogallo venne
assassinato
re Carlo (1863-1908) e suo figlio Luigi. I
massoni prepararono la caduta della monarchia. Il Fratello\
Venerabile Magalhes di Lima, si recò, nel dicembre 1907, a Parigi e
fu ricevuto dal Fratello\
Mose, membro della Gran Loggia. In quell'occasione Magalhes, tenne
una conferenza, nel corso della quale annunciò la distruzione della
monarchia nel Portogallo e la prossima costituzione della
repubblica. Il ben noto avversario della Massoneria, l'Abbé
Tormentin, scrisse a suo tempo, che i massoni stavano
preparando apertamente un colpo di Stato contro la casa reale
portoghese ed espresse il timore che da lì a poco re Carlo venisse
scacciato dal trono o assassinato. Dieci settimane dopo infatti, i
suoi timori si avverarono. Tormentin incolpò pubblicamente e
apertamente i massoni di questo assassinio. Ma essi, logicamente,
non uscirono mai dall'ombra. In America, Eckert, uno storico
americano molto considerato, rivela alcuni particolari sulla
persecuzione e l'assassinio di cui fu vittima William Morgan
(1774-1826), negli Stati Uniti, che aveva pubblicato un libro che
rivelava i segreti della Massoneria, sulla distruzione della
tipografia, nonché sulla persecuzione del tipografo e su altri
odiosi crimini che furono commessi dopo questo assassinio. L'Autore
ci dà anche notizia dell'ondata di indignazione popolare sollevata
dal fatto che le pubbliche autorità, quasi tutte massoni, tennero
mano agli assassini, apprezzati sommamente dalle Logge
26.
è noto, inoltre, che anche l'assassinio del presidente
cattolico dell'Ecuador Gabriel Garcia Moreno (1821-1875), fu
compiuto per ordine della Massoneria.
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Da sinistra:
Gaetano Bresci, William Morgan e Gabriel G. Moreno. |
Uccisioni, esecuzioni sommarie e
saccheggi
Molto utile sarebbe che tutti leggessero la cronaca della
Rivoluzione Francese, vergata da
Hyppolite Taine (1828-1893),
un libero pensatore. Potrebbero così farsi un'idea esatta di quanto
avvenne in Francia tra il 1789 e il 1882, ossia negli anni più
tragici della rivoluzione. Le Logge della
Massoneria funzionarono,
in quei giorni, come veri e proprî centri del delitto. Quanto
accadde, anche allora, sembra rispondere ad una regola fissa visto
che sempre, quando per una ragione o per l'altra, queste diaboliche
forze eversive riescono a prorompere, si ha lo stesso quadro
sanguinoso di morte. Uomini, donne e fanciulli, vengono assassinati,
spesso dopo sevizie atroci. Persecuzioni e arresti sono all'ordine
del giorno. Neanche i poveri morti vengono lasciati in pace:
dissepolti e tratti dalle bare, le loro misere ossa vengono prima
esposte a ludibrio e quindi date in pasto ai cani. «Nel periodo
suddetto - c'informa diligentemente Taine - centinaia di
migliaia di persone, di ogni età e di ogni sesso, furono costrette
alla fuga, e altrettante catturate e rinchiuse in carcere. Diecimila
persone vennero assassinate in un solo giorno, in una provincia,
senza essere state sottoposte al giudizio neanche del più
evanescente simulacro di tribunale». Secondo quanto risulta
ancora dagli archivi storici del tempo, il generale
Lazare Hoche
(1768-1797) scrisse nell'anno 1796, ossia dopo sette anni di
terrore, al Ministro dell'Interno: «Soltanto un uomo su venti di
quelli che formavano la popolazione maschile nel 1789 è restato in
vita. Le prigioni stracolme non consentono ai detenuti di sdraiarsi
al suolo: i rinchiusi sono oltre 400.000. Più di un milione e
duecentomila singoli hanno sofferto nella persona. Diversi milioni,
ossia tutti coloro che possedevano qualcosa, hanno sofferto nei loro
beni di cui sono stati criminosamente spogliati»
27. Dinanzi a questo spaventevole panorama,
che puntualmente, ricompone il suo atroce mosaico ogni qualvolta
l'odio lungamente covato e distillato goccia a goccia,
principalmente nelle Logge massoniche, dilaga tra il popolo, anche
l'Angelo della Morte si copre, inorridito, il volto.
L'elenco delle
atrocità ispirate e commesse, direttamente o indirettamente, dalla
Massoneria potrebbe continuare a lungo. Le opere consultabili, le
fonti storiche del tutto serie e attendibili, che ce ne danno
notizia, formano una vasta biblioteca - la biblioteca delle
persecuzioni di cui è stata fatto oggetto l'umanità - che resterà
nei secoli, per sempre, ad ammonire i troppo dimentichi uomini di
buona volontà.
V
LA MASSONERIA PROPAGANDISTA
DELLA RIVOLUZIONE GIACOBINA
L'Arcivescovo e Vescovo di Port-Louis,
Mons. Léon Meurin, nella sua opera Filosofia della Massoneria,
scrive: «Nel 1844, Lord Disraeli metteva in bocca
dell'ebreo Sidonia, le seguenti parole 28:
"Da quando la società inglese ha incominciato ad agitarsi, così
che le sue istituzioni appaiono
minacciate da poderose associazioni,
voi potete vedere che gli ebrei, prima tanto leali e sottomessi,
militano nelle file rivoluzionarie [...]. Questa misteriosa
diplomazia russa, che tanto mette in orgasmo gli occidentali, è
organizzata, e per la maggior parte realizzata da ebrei [...].
La formidabile rivoluzione che si sta preparando in Germania, i cui
effetti saranno ancor più sconvolgenti di quelli provocati dalla
Riforma, si sta organizzando completamente sotto gli auspici
dell'ebraismo[...]. Nel conte Cancrin, ministro russo delle
finanze, riconosco un ebreo lituano; nel ministro spagnolo
Mendizabal, vedo un ebreo aragonese; nel presidente del consiglio
francese, maresciallo Soult, riconosco il figlio di un ebreo
francese; nel ministro prussiano, conte di Arnim, vedo ancora un
altro ebreo [...]. Vedo quindi, caro Coningsby, che il mondo
è governato da personaggi molto diversi da quelli in cui credono
coloro che non sono al corrente dei fatti reali». Durante la
rivoluzione del 1848, diretta dal Grand'Oriente di Francia, il Gran
Maestro di questo, l'ebreo Crémieux, divenne ministro della
Giustizia. Egli fondò, nell'anno 1860, l'Alleanza Israelita
Universale e scrisse impudentemente su Archives Israélites
dell'anno 1861 (pag. 651), che «al posto dei papa e dei cesari
sta sorgendo un nuovo regno, una nuova Gerusalemme. I nostri bravi
massoni, con i loro occhi bendati, aiutano gli ebrei nella Grande
Opera di costruzione del Tempio di Salomone, ossia del nuovo
impero Cesaro-Papista dei cabalisti». Nel 1862, un
massone berlinese stampò un bollettino di otto pagine lamentando la
preponderanza che gli ebrei avevano nelle Logge.
Sotto il titolo
«Segno dei tempi» egli segnalava il carattere pericoloso delle
elezioni berlinesi del 28 aprile e del 6 maggio dello stesso anno.
«Un elemento - scrisse - è affiorato alla superficie e ha
esercitato una pericolosa influenza dissolvitrice in tutti i
sentimenti: l'ebreo. Gli ebrei sono alla testa con i loro scritti,
parole, azioni. Essi sono i capi e gli agenti principali di tutte le
imprese rivoluzionarie e riescono a farle sfociare nelle barricate.
Lo si è visto chiaro a Berlino nel 1848. Com'è possibile che a
Berlino siano stati eletti 217 elettori speciali, ebrei e che,
inoltre, in due distretti, siano stati eletti unicamente ebrei, con
esclusione di qualsiasi altro candidato cristiano? Non solo, ma
questo stato di cose sta peggiorando, da allora. Gli ebrei
costituiscono la maggioranza della Corporazione municipale,
dimodoché Berlino può essere chiamata, giustamente, la capitale
degli ebrei. Nella stampa gli ebrei parlano di popolo e di nazione
come se al mondo esistessero soltanto loro, e i cristiani non vi
fossero. La spiegazione di questo potrebbero darla quegli agitatori
massoni, che stando alle dichiarazioni del Fratello Lamartine,
originarono le rivoluzioni, del 1789, del 1830, del 1848, ecc...,
dichiarazioni confermate dal Fratello Garnier Pagès, ministro della
repubblica, che affermò pubblicamente, nel 1848, che la Rivoluzione
Francese costituiva il trionfo dei principî della lega massonica;
che la Francia aveva ricevuto la sua iniziazione massonica e che
40.000 massoni avevano promesso il loro aiuto per portare a
compimento l'opera gloriosa dell'avvento della repubblica, destinata
a estendersi in tutta l'Europa e, infine, su tutta la faccia della
Terra».
Il colmo di tutto ciò è costituito dal potere politico e
rivoluzionario acquistato dagli ebrei. J. Weil, ad esempio, capo dei
massoni ebrei, scriveva in un suo rapporto segreto: «Noi
esercitiamo una poderosa influenza sui movimenti del nostro tempo e
sul progresso della civiltà, e sempre più la
eserciteremo: sino a
giungere alla repubblicanizzazione dei popoli». Un altro capo
massonico - l'ebreo Louis Boerne - in un suo scritto, del
pari segreto, afferma: «Abbiamo scosso con poderosa mano i
pilastri sui quali riposa il vecchio edificio, sino a farli gemere».
Juan de Dios Álvarez Mendizábal (1790-1853), anch'egli ebreo, anima della rivoluzione spagnola del
1820, capeggiò la presa di Oporto e di Lisbona e, nel 1838,
realizzando mediante la sua influenza massonica, la rivoluzione di
Spagna, divenne primo ministro. L'eccellentissimo Signor Arcivescovo
continua: «L'ebreo Mendizabal, aveva promesso, quale ministro, di
restaurare le precarie finanze spagnole, però, in breve volger di
tempo, il risultato delle sue manipolazioni furono un terribile
aumento del debito nazionale e una grande diminuzione della
rendita, nel mentre lui e i suoi amici ammassavano immense fortune.
Inoltre, la vendita di oltre 900 istituzioni cristiane, religiose e
di carità, dichiarate proprietà nazionale da Las Cortes, dietro
istigazione degli ebrei, offrì a questa gente una magnifica
occasione per aumentare favolosamente le loro personali fortune.
Nella stessa maniera vennero trattati i beni ecclesiastici.
L'impudente dileggio dei migliori sentimenti religiosi e nazionali,
giunse a tal punto che la favorita di Mendazibal, osò uscire in
pubblico ostentando una magnifica collana d'oro e di diamanti che
fino a poco tempo fa aveva adornato la statua della Santa Vergine
Maria, in una Chiesa della capitale spagnola»! Il massone
berlinese da noi citato quasi all'inizio di questo capitolo continua
scrivendo: «Il pericolo per il trono e per l'altare minacciati dal
la preponderanza ebraica, è giunto al suo punto massimo.
Parrebbe quindi giunta l'ora di levare una voce di allarme». Ciò
difatti fanno i capi della Massoneria tedesca quando scrivono:
«Gli ebrei hanno capito che la cosìddetta Arte Reale (ossia la
politica massonica) è un mezzo risolutivo per stabilire il loro
regno esoterico [...]. Il pericolo minaccia, non soltanto il
nostro Ordine Massonico, ma tutti gli Stati in generale. Gli ebrei
trovano nelle Logge molteplici occasioni per praticare il loro
arciconosciuto sistema di corruzione e per seminare la confusione in
tutte le cose [...]. Tenuta presente la parte giocata dagli
ebrei nei crimini della Rivoluzione Francese, e il loro fondato
convincimento del futuro regno israelita su tutto il mondo, nonché
l'influenza esercitata su un gran numero di ministri di Stato, non
può non vedersi quanto pericolosa sia la loro attività
nell'ambito
della Massoneria. Il popolo ebraico costituisce una casta in
opposizione ostile con tutta la razza umana, perché Dio - si afferma
- non ha che un popolo eletto, al quale tutti gli altri popoli
debbono servire da sgabello. Occorre tener presente che tra i
diciassette milioni di abitanti della Prussia non vi sono che
600.000 ebrei; e occorre, inoltre, considerare l'ardore convulsivo
con il quale questo popolo di vivacità orientale e irreprimibile
lavora per giungere, con tutti i mezzi, a sovvertire lo Stato, ad
occupare, magari attraverso la corruzione a mezzo di denaro, tutte
le cattedre di insegnamento superiore e quindi monopolizzare a suo
favore la cariche governative».
Richard Carlile
(1790-1843), una delle maggiori autorità massoniche, scrive: «La
Massoneria della Gran Loggia è, attualmente, interamente composta da
ebrei». La Gazzetta della Croce, organo principale dei
conservatori prussiani, pubblicò, dal 29 giugno al 3 luglio
dell'anno 1875, una serie di articoli in cui si dimostrava che i più
importanti ministri dei governi tedesco e prussiano - non escluso il
principe Otto von Bismark (1815-1898) - erano in mano degli
ebrei, i re della Borsa, e che, praticamente, erano i banchieri
ebrei che governavano la Prussia e la Germania. Questa realtà
indusse l'ebreo Gutzkow ad affermare: «I veri fondatori del nuovo
impero tedesco sono gli ebrei. Ebrei sono infatti i più innanzi
nelle scienze tutte, nella stampa, nelle arti e nella politica».
M. Stamm - un ebreo tedesco, studioso di questioni
religiose - scrisse nel 1860 un libro su questo tema, nel quale
dimostrò che il regno della libertà universale sulla Terra, verrà
fondato dagli ebrei.
Sempre nel 1860, lo stesso, pubblicò sul
Volksblatt una lunga lettera affermando che gli ebrei avrebbero
occupato presto il posto della nobiltà cristiana. «L'aristocrazia
caduca - egli scriveva - dovrà togliersi di mezzo nell'epoca
di luce e di libertà universale che è così vicina. Non comprendete
dunque - continuava la lettera - qual'è il vero spirito della
promessa fatta dal Signore Dio Sabaoth a nostro padre Abramo?
Promessa che verrà sicuramente mantenuta il giorno in cui tutte le
nazioni della Terra saranno sottomesse ad Israele? Credete forse che
Dio si
riferisse ad una monarchia universale con Israele come re?
Oh, no! Dio disperse gli ebrei su tutta la superficie del globo onde
realizzare una specie di lievito in tutte le razze umane onde
potessero dominarle, da quegli eletti che sono.
è difficile -
continua la lettera - che la terribile oppressione sofferta dalle
nazioni cristiane d'Europa, che si vedono impoverire dall'usura e
dall'avarizia degli ebrei e si lagnano nel vedere che le ricchezze
nazionali si accumulano tutte nelle mani dei grandi banchieri, possa
essere lenita soltanto da sporadiche sollevazioni antisemite. Le
monarchie il cui cemento non è stato ancora polverizzato dal
martello massonico e le cui dinastie non sono state ancora ridotte
al livello dei massoni scamiciati, scalzi e con gli occhi bendati,
si coalizzeranno contro la mostruosa sètta e faranno a pezzi le file
di questi anarchici». è
proprio Carlile - un massone tra i più furiosi - che scrive,
evidentemente atterrito dalla sorte che toccherebbe all'umanità
qualora questa cadesse in mano agli ebrei: «Se i legislatori
tornano ad occuparsi delle Società Segrete, faranno bene a non
compiere alcuna eccezione in favore della Massoneria». Il
privilegio del segreto è stato accordato ai massoni in Inghilterra,
Francia, Germania e, riteniamo, in tutti i Paesi. Il fatto che tutte
le rivoluzioni scaturiscano dal seno della Massoneria risulterebbe
inesplicabile se noi non sapessimo, come per certo sappiamo, che
eccezion fatta, provvisoriamente, per il Belgio, in tutte le altre
nazioni i ministeri sono in mano a massoni e che questi sono a loro
volta diretti dagli ebrei 29. Una delle
testimonianze più interessanti di queste verità è, senza dubbio,
quella del massone Christian Graf von Haugwitz (1752-1832),
ispettore delle Logge prussiane e polacche. In un suo libro di
memorie, scritto nel 1777, egli dice: «Ho ricoperto la carica di
alto dirigente delle Logge della Prussia, Polonia e Russia. Ho
acquistato in queste circostanze la ferma convinzione che tutto ciò
che è accaduto in Francia dal 1789, la rivoluzione, in una parola,
incluso l'assassinio del re, con tutti i suoi orrori, non solo è
stato decretato in quelle circostanze, ma anche preparato a mezzo di
riunioni, istruzioni, giuramenti e segnali che non lasciano adito a
nessun dubbio circa l'acuta intelligenza di chi tutto questo meditò
e diresse» 30.
Per quanto riguarda
l'assassinio di Luigi XVI, disponiamo anche della testimonianza del
reverendo padre gesuita Abel. «Nell'anno 1784 - egli
dichiara - ebbe luogo a Francoforte una riunione straordinaria
della Gran Loggia Eclettica [...]. Uno dei membri di questa
mise in discussione la condanna a morte di Luigi XVI, re di Francia,
e di Gustavo III, re di Svezia. Quest'uomo si chiamava Abel, come
me. Era, purtroppo, mio nonno» 31.
Dopo questa riunione, uno degli intervenuti, il marchese de
Visien, dichiarò quanto
segue: «Tutto ciò che posso dire è
che si sta tramando una cospirazione così bene ordita e tanto
profonda, che sarà molto difficile non soccombano la religione e i
governi» 32. L'esistenza di questa
cospirazione e il suo proposito di assassinare il re di Francia e il
re di Svezia appaiono egualmente confermati dalla maggior parte
degli autori che hanno condotto ricerche sul problema massonico
33. D'altronde, i tragici avvenimenti
verificatisi confermano pienamente tutte le rivelazioni. Tutti sanno
ormai che il 21 gennaio del 1793, re Luigi XVI morì ghigliottinato
dopo un simulacro di processo i cui giudici, nella loro maggioranza,
erano massoni. L'anno dopo fu la volta di Gustavo III di Svezia ad
essere assassinato da tale Aukastrem, discepolo di Condorcet.
E nello stesso anno sparì misteriosamente anche l'imperatore
Leopoldo. «Che la Francia non sacrifichi per vivere la ragione
stessa della sua esistenza - concluse il marchese di Visien -
nonché l'ideale filosofico, politico e sociale dei suoi antenati del
1789; che non spegna la fiaccola del genio rivoluzionario col quale
ha illuminato il mondo». Lo stesso oratore massone aggiunge:
«La peggiore umiliazione per la Francia consisterebbe nel
rinnegamento della sua opera rivoluzionaria [...]. Se la
nazione un giorno dovesse perire, perisca almeno senza aver abdicato
ai suoi ideali» 34. Sull'importanza
decisiva attribuita agli ideali ottantanovisti dal Congresso
massonico di Bruxelles, così si espresse un altro massone,
partecipante al congresso suddetto: «Nessuno dimenticherà mai che
fu la Rivoluzione Francese quella che consentì potessero divenire
realtà i principî massonici segretamente elaborati nei nostri
templi» 35. Nel corso della
riunione della Loggia di Angers, tenutasi nell'anno 1922, uno dei
Fratelli\
convenuti esclamò: «La Massoneria che ha disimpegnato l'incarico
più importante nel 1789, dev'essere pronta a mettere i suoi quadri
di combattimento a disposizione di una rivoluzione che è sempre
possibile e nei voti» 36.
Passiamo
ora allo studio della partecipazione ebraica alla rivoluzione in
generale. Nel 1648, osserviamo che il grande capo rivoluzionario
Oliver Cromwell (1599-1658) fu sostenuto anche dagli ebrei. Una
delegazione giunta dal fondo dell'Asia e diretta dal rabbino
Jacob ben Azabel si presentò infatti dinnanzi al dittatore
inglese, e i risultati di questo colloquio non si fecero attendere:
Cromwell usò tutto il suo potere per derogare le leggi restrittive
imposte agli ebrei in Inghilterra 37.
Uno dei più intimi collaboratori di Cromwell fu il rabbino di
Amsterdam Manasse ben Israel (1604-1657)
38. Ernest Renan (1823-1892), che non può essere
certo sospettato di antisemitismo, scrive quanto segue: «Nel
movimento rivoluzionario francese, l'elemento ebraico svolge una
parte capitale», ed è molto difficile non essere d'accordo con
lui. è verissimo,
infatti, che fino al 1789 gli ebrei operarono con molta prudenza e
si nascosero dietro le organizzazioni massoniche e le società
filosofiche. Questo non impedì, però, a nessun figlio d'Israele di
prender parte attiva agli avvenimenti rivoluzionari e di sfruttarli
dal punto di vista materiale.
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Da sinistra:
Oliver Cromwell, Manasse ben Israel ed Ernest Renan. |
Il primo colpo contro la guardia
svizzera di sentinella al palazzo reale de Les Tuileries fu
sparato, infatti, dall'ebreo Zalkind Hourwitz Lang
39. Visto però che questo ardore bellico
comporta, logicamente, alcuni pericoli, gli ebrei preferiscono
spesso dedicarsi ad altre attività meno
pericolose e, soprattutto,
più redditizie. Il vecchio ebreo Benoltas, un milionario di
Cadice, venne nei suddetti frangenti rivoluzionari nominato
tesoriere generale dell'Ordine. Ebbene, egli ebbe presto a
disposizione un fondo di trecentomila pesos forti
40. Il vettovagliamento degli eserciti
repubblicani assicurato dagli ebrei Biderman, Max,
Beer, Moselmann e altri, dette luogo alle lagnanze del
comandante Bernanville, dell'esercito della Mosella, in
quanto vennero inviate alle truppe scarpe da adolescenti con suole
di cartone, calze da bambini e teli da tenda completamente marci
41. Poiché vennero abrogate le leggi
restrittive dei diritti degli ebrei, grazie all'intervento di Padre
Grégoire, di Mirabeau, Robespierre e altri (un provvedimento questo,
che sempre viene preso, immediatamente da tutti i governi
rivoluzionari), e poiché prevalsero i casi detti ideali del 1789, «una
vera e propria nuvola di stranieri - scrive Jean-Baptiste
Honoré Raymond Capefigue (1801-1872) - aprì le sue cateratte
sulla Francia, dove piovvero ebrei, soprattutto oriundi delle due
sponde del Reno» 42. Fu quello il
momento in cui apparvero nell'arena politica i Klotz, i
Beniamino Veitel Ephrain, gli Etta Palm. «Il Messia è
venuto per noi, il 28 febbraio 1790, sotto forma di Carta dei
Diritti dell'Uomo - scriveva l'ebreo Cohen - e, realmente,
l'aver concesso anche agli ebrei tutti i diritti di cittadinanza,
rappresenta una grande vittoria per Israele». «La rivoluzione
del 1830 - scrive un altro ebreo, Marc Bedarride
(1776-1846) - non ha fatto che consacrare questo felice
risultato». Questi eletti, nella loro nuova veste di
rappresentanti del popolo ostentavano cognomi del tutto francesi
come Foulf, Cerbeer, Crémieux, ecc... E la tradizione di avere
almeno un rappresentante ebreo nel governo della repubblica è stata
rispettata, salvo rarissime eccezioni, sino ai nostri giorni
43.
L'ebraismo, è chiaro, non ha giocato
questo ruolo preponderante nei movimenti rivoluzionari soltanto in
Francia. «Il movimento rivoluzionario che squassò il centro
Europa nel 1848, ad esempio - scrive Lambelin - fu preparato, diretto e
scatenato dagli ebrei», e questa verità, effettivamente,
scaturisce lampante da numerose prove e da tutti i fatti
verificatisi 44.
Anche nelle file della rivoluzione rancese del 1870, e tra gli
stessi membri della Comune, gli
ebrei figurano in primo piano, rappresentati, particolarmente, da
Ravel Isaac Calmer, Jacob Pereyra e
altri.
L'autore suddetto segnala, infatti, la presenza di diciotto ebrei,
quali membri influentissimi
della Comune 45. Risulterà, inoltre, interessante e opportuno
sottolineare che durante l'incendio di
Parigi del 1871, gli incendiari lasciarono completamente intatti i
centocinquanta edifici di proprietà della famiglia
ebraica Rothschild.
Continuando nello studio di questi movimenti europei, l'imbattersi
in personaggi ebrei di ogni
genere, qualità e importanza è consueto. Erano ebrei, ad esempio, il
poeta Heinrich Heine (1797-1856) e lo scrittore Ferdinand Lassalle
(1825-1864).
Senza parlare del tristemente noto Karl Marx (1818-1883), l'ebreo di Treviri, e
di molti altri. «Per distruggere la vecchia società che lo repelle
- scrive Drumont - l'ebreo ha avuto l'abilità di mettersi alla testa dell'azione
rivoluzionaria cosìddetta democratica. I Karl Marx, i Lassalle, i
principali nichilisti, tutti i capi della rivoluzione cosmopolita
sono ebrei. è in questo modo che gli ebrei sono riusciti, e
riescono, ad imprimere ai movimenti la direzione che meglio loro
conviene» 46.
Non dimentichiamoci che i fondatori dell'Internazionale del 1864
furono gli ebrei Marx, Neumeier, Fribourg, James Cohen, Lasalle,
Aaron, Adler, Franklel, ecc...
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Da sinistra: Heinrich Heine,
Karl Marx e Ferdinand Lassalle. |
L'unico sul conto del quale non è stata
raggiunta la piena convinzione della sua appartenenza alla razza
ebraica è Compers, ma si tratta, in realtà, di un semplice dubbio.
Per dirigere il movimento rivoluzionario venne fondato in Francia il
ben noto giornale L'Humanité, e in favore di questo giornale venne
aperta una sottoscrizione che raggiunse presto la somma di 780.000
franchi. Trascriviamo i nomi dei dodici più cospicui donatori, i
quali, guarda caso, sono tutti ebrei. Si tratta, infatti, di Bruhl
Lewy, di Abram Lewy, di A. Dreyfus, di Herr, di Eli Rodriguez, di
Leone Picard, di Blum, di Rouff, Kasevitz, Salomone Reinach e Sachs.
Dopo aver preso cognizione di tutto quanto sopra, non ci sembra debba
provocare alcuna meraviglia ciò che nel corso del Sinodo ebraico di
Lipsia, iniziatosi il 29 giugno del 1869, venne sancito con la
seguente mozione, approvata ad assoluta unanimità: «Il Sinodo
riconosce che lo sviluppo e la realizzazione dei principî moderni
(leggasi "rivoluzionari"; N.d.A.) costituiscono la più sicura
garanzia presente e futura per l'avvenire dell'ebraismo e dei suoi
membri e sono condizione, la più energicamente vitale, per
l'esistenza, l'espansione e la maggior affermazione dell'ebraismo
stesso» 47. «I diversi aspetti della rivoluzione, danno l'esatta misura della
carica di ideali che Israele ha portato nel mondo», scrive
Paul Leroy-Beaulieu (1843-1916), autore nient'affatto tacciato di antisemitismo. A noi non
resta che confermare le sue parole. Nessuno, infatti, può negare
l'importanza dell'intervento ebraico nell'opera e nell'azione
rivoluzionarie.
La Società delle Nazioni
Abbiamo visto come la Società delle Nazioni sia stata fondata e
sostenuta dalle stesse forze occulte nelle quali sempre ci
imbattiamo nel corso di eventi perniciosi e distruttivi per
l'umanità. Oggigiorno, la Massoneria, gli ausiliari di questa, i
partiti di sinistra e, più di tutto, l'ebraismo, parlano chiaramente
della necessità di distruggere ogni sentimento nazionale e ogni
principio di sovranità degli Stati, per giungere all'edificazione
di
un super-governo internazionale. Allo stesso tempo, queste forze
sviluppano, con ogni metodo, la loro propaganda anti-militarista e
pacifista, diretta a svirilizzare e a demoralizzare i popoli. E
ognuno ha dinanzi agli occhi la dolorosa realtà di questa tremenda e
rovinosa azione negatrice. Privati del loro sentimento nazionale, i
popoli si troveranno domani totalmente disarmati e alla completa
merce di quella forza occulta e astuta che possiamo oggi definire
tranquillamente come imperialismo ebreo-massonico
48. Il Fratello\
Eugenio Bertraux - altro esempio - ha recentemente proposto
alla Gran Loggia di Francia la deroga all'articolo nº 17 della
costituzione della stessa Gran Loggia, articolo che prescrive a
tutti i suoi adepti di sottomettersi alla legislazione del Paese in
cui abbiano la facoltà di riunirsi liberamente e di sentirsi
disposti a qualsiasi sacrificio che la loro Patria esige, in quanto
secondo i principî della morale universale, ogni massone è, per
definizione, un uomo essenzialmente libero che dipende unicamente
dalla sua coscienza. «Ebbene, la nostra coscienza massonica -
continua il Fratello\
Bertraux nella sua proposta - non può esigere imperativamente da
noi l'accettazione di tutti i sacrifici che la Patria può imporre».
La deroga proposta tornerà quindi «a beneficio della salvaguardia
della coscienza dei singoli adepti, in quanto, in caso di altri
tragici conflitti, queste coscienze individuali obbedirebbero o meno
- sotto la propria responsabilità - agli ordini impartiti, ordini
che potrebbero essere in assoluto contrasto con la loro sensibilità,
con la loro ragione e con la loro fede nella Verità Suprema»
49.
L'azione ebreo-massonica nei
confronti del cattolicesimo
L'Eminentissimo Cardinal Caro, a questo proposito assicura: «è
indubitabile che l'azione della Massoneria contro la santa Chiesa
cattolica altro non è che la continuazione della guerra a Cristo
praticata dal giudaismo da 1900 anni a questa parte. Una lotta
tremenda, resa insidiosa, in quanto basata sul segreto, sull'inganno
e sull'ipocrisia. Una lotta che sfrutta ogni occasione favorevole
offerta dal mondo cristiano. Non dimentichiamoci che il giudaismo
è il più dichiarato e implacabile nemico del cristianesimo, dice
la Webster. L'odio al cristianesimo e alla persona di Cristo è cosa
che ha una storia remota e che non può essere osservato e
giustificato come risultato di una persecuzione; forma invece, un
tutto unico con la tradizione rabbinica che ha le sue origini
in epoca assai anteriore a quella in cui poté verificarsi qualsiasi
persecuzione di ebrei ad opera di cristiani»
50.
Da parte sua, il giornale The British Guardian,
nel suo numero del 13 marzo 1925, fà questa affermazione: «La
Chiesa cristiana è oggi attaccata come mai lo è stata durante i
secoli, e quest'attacco è, quasi esclusivamente, opera di ebrei»
51.
è purtroppo evidentissimo, ormai, lo stretto legame esistente
tra la Massoneria e l'ebraismo - persecutori della Chiesa cattolica
e, secondo i casi, di tutto il cristianesimo - e il bolscevismo e il
comunismo. Tutti sono a conoscenza di quanto è accaduto, anche
recentemente, in ogni parte del mondo. così come tutti sanno, oggi,
quali sono le relazioni che corrono tra gli ebrei e i massoni
52.
La Massoneria favorisce e propaga il
comunismo che è opera ebraica
Dalla copiosa documentazione
presentata dall'Eminentissimo Cardinale Caro per dimostrare che
ebraismo e Massoneria propagano il comunismo, selezioniamo la
seguente. Se chi legge vorrà coscienziosamente considerare
l'importanza estrema dei fatti rivelati, non potrà che giungere alla
nostra stessa conclusione: è necessario che tutto il mondo si renda
conto della gravità del pericolo e della forma che questo ha
assunto, onde
poterlo combattere, neutralizzare e se possibile,
prevenire. «Secondo il giornale "Tribuna Russa" - scrive
dunque il Cardinale Caro - un giornale che si stampa a Monaco in
lingua d'origine, il giudaismo militante mantiene su differenti
piani le seguenti organizzazioni di combattimento, tutte più o meno
mascherate, che hanno il compito di preparare il trionfo della 3ª
Internazionale. Noi emigrati russi - continua il suddetto
giornale - abbiamo visto con i nostri stessi occhi la immensa
quantità di ebrei che militano nelle file degli autori della
rivoluzione. Prescindendo dal lavoro preparatorio della rivoluzione
stessa e dei fatti del 1905, è molto utile soffermarsi su ciò che il
giornale ebraico di Vienna "Der Hammer" ("Il Martello")
scrisse a proposito dell'argomento "Beylis"
53. "Il governo russo ha deciso di dichiarare guerra
agli ebrei di Kiev, scrive il giornale. Bene.
è però necessario che
tutti sappiano che dall'esito di questa guerra dipende non la sorte
degli ebrei - perche il popolo ebraico è invincibile - ma
bensì quella del popolo russo. Per il governo russo è questione di
vita o di morte. L'odierna sua vittoria segnerà l'inizio della sua
rovina. Stiano attenti i governatori russi! Noi offriamo al mondo
intero la dimostrazione che a nessuno è concesso impudentemente
di giocare con gli ebrei, siano essi di Kiev o di qualsiasi
altro luogo"» 54.
Disgraziatamente per la Russia e per tutto il mondo civile, la
minaccia non risultò vana: sei anni più tardi era stata realizzata.
Aggiungiamo alcune cifre: il primo Consiglio (Soviet) dei
deputati operai e soldati fu composto di ventitre membri: diciannove
membri erano ebrei. Il Consiglio dei Commissari del Popolo del 1920
ebbe diciassette ebrei tra i suoi ventidue membri. Tra i quarantatre
alti funzionari della Commissione di Guerra vi furono trentaquattro
israeliti. Il Commissario dell'Interno ebbe cinquantaquattro ebrei
su sessantaquattro impiegati; quello degli affari esteri, tredici
ebrei su diciassette membri.
Nell'Amministrazione del Demanio la
percentuale degli ebrei si elevò all'86%; in quella della Giustizia
al 95%, ecc... Riassumendo questa statistica, possiamo affermare che
tra i 545 agenti principali della cosìddetta Rivoluzione russa, 447
appartengono al popolo eletto, sessantotto a diverse
nazionalità
(lettoni, tedeschi, polacchi, ecc...) e solo trenta sono di
nazionalità russa. Queste notizie provengono da fonte d'informazione
bolscevica. Figurano infatti, secondo quanto è contenuto nell'opera
del già citato scrittore francese Mons. Jouin, dal titolo Il
pericolo giudeo-massonico (pagine 108 e seguenti) in un opuscolo
dal titolo Chi governa in Russia, pubblicato a New York
nell'anno 1920. Aggiungiamo che attualmente, sedici dei ventidue
agenti commerciali sovietici all'èstero, sono ebrei
55. Nel suo libro Il manganello e
l'aspersorio, lo scrittore laico Ernesto Rossi polemizza
vivacemente con la rivista Civiltà Cristiana, adirato dai
seguenti passi della stessa, che reca: «Vediamo "eroi" della
sètta, che non seppero resistere ad un regalo di due milioni, essere
immortalati con statue in tutte le città. Vediamo i figliuoli di
questi "eroi" che intascano somme ingenti, deplorando la miseria
dominante. Con la sinagoga trescava con Mazzini; i frutti dei suoi
amori al Campidoglio di Roma non sono ignoti. Con la sinagoga
trescava con Garibaldi, con Cavour, con Farini, con il Depretis; e
umili servi della sinagoga sono stati e sono molti di quei "grandi"
ai quali la dabbenaggine pubblica ha eretto o erige lapidi, busti e
monumenti, per glorificarne l'amore alla "libertà" e alla "patria"»
56. Molti scrittori di diverse tendenze
hanno affermato che in Italia il problema ebraico non ha presentato
caratteristiche di sovversione nazionale. Non condividiamo
quest'opinione, limitandoci a ricordare che coloro che introdussero
il comunismo nel nostro Paese, furono gli ebrei Modigliani, Treves,
Della Seta, Musatti, Momigliano, Donati, ecc...
57.
«E il famoso Togliatti, capo del comunismo italiano
da molti anni, non è forse sposato con l'ebrea Rita Montagnana? E il
fratello di lei, Mario Montagnana, non è stato il direttore del
quotidiano L'Unità (edizione di Milano)? Si deve sapere, inoltre,
che sono del pari ebrei quelli che dirigono la stampa comunista:
Longo (dirigeva Vie Nuove); Alatri (dirigeva L'Unità di Roma) ;
Tedeschi (dirigeva L'Unità di Milano in collaborazione con
Montagnana); Cohen dirige ancora il Paese Sera, Levi Lotta
Sindacale, Jacchia dirigeva il giornale Repubblica, da dove passò
alla direzione della stampa del Partito Comunista Italiano»
58.
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Note
1
Estratto dall'opera Complotto
contro la Chiesa, 1962, pagg. 89-133.
2
Cfr. P. Rosen,
Satan et Cie («Satana e Compagnia»), Bloud & Barral 1890, pag.
219. L'Autore era un ex rabbino convertito al cattolicesimo.
3
Cfr. Mons. L. Meurin,
Simbolismo de la Masoneria, 1957, pagg. 201-202.
4
Cfr. A. Ricoux, L'existence
des Loges de Femmes («L'esistenza delle Logge femminili»),
Ed. Tequi, Parigi 1891, pagg. 78-95.
5
Cfr. Revue Internationale des Sociétés Secrètes, Parigi, nº
2, 1913. pag. 58. La detta pubblicazione venne fondata da Mons.
Jouin, nella parrocchia di Sant'Agostino di Parigi, a sue spese; per
il suo lavoro fu elogiata da Sua Santità Benedetto XV e dal
Segretario di Stato, Cardinale Gasparri, rispettivamente il giorno
23 marzo 1918 e 20 giugno 1919. Commento dello scrittore filosemita
Renzo de Felice, nella sua opera Storia degli ebrei italiani
sotto il fascismo, Edizioni Einaudi, Torino 1961.
6
Cfr. A. Pike,
Morals and Dogma of the Ancient and Accepted Scottish Rite
of Freemasonry («Morale e dogma del Rito Scozzese Antico e
Accettato della Massoneri»), Charleston 1871.
7
Cfr. M. Fara, La
Masoneria en Descubierto («La Massoneria allo scoperto»),
Edizione La Hoja de Roble, Buenos Aires, pag. 23.
8
Cfr. E. Benamozegh,
Israel y la humanidad («Israele l'umanità»), pag. 71.
9
Cfr. R. Gougenot des
Mousseaux, Le juif, le judaïsme et la judaïsation des
peuples chrétiens («L'ebreo, il giudaismo e la giudaizzazione
dei popoli cristiani»), pagg. 338-339.
10
Cfr. L. de Poncins,
Las fuerzas secretas de la revolución («La forza segreta della
rivoluzione»), pagg. 139, 140, 141.
11
Cfr. Revue Internationale des Sociétés Secrètes, nº 8, 1926,
pag. 269.
12
Cfr. Archives Israélites, 1864, pag. 335.
13
Cfr. Almanaque de los franc-masones, Leipzig, 1884.
14
Cfr. Les Cahiers de l'Ordre («I quaderni
dell'Ordine»), nn. 3-4, 1926, pagg. 22-23.
15
Cfr. M. Fara, op.
cit., pag. 111.
16
Cfr. Card. J. M. Caro,
El Misterio de la Masoneria («Il mistero della Massoneria»),
Diffusione Editoriale, pag.. 258.
17
Cfr. Mons. L. Meurin,
Filosofia de la Masoneria, 1957, pagg. 30, 41 42, 211, 212.
18
Ibid., pag. 34.
19
Nel periodo della Comune a Parigi, fu necessario difendere dal
saccheggio il tesoro del Banco di Francia, ma nessuno levò minaccia
alcuna verso gli istituti bancari degli ebrei.
20
Cfr. D. Camille,
«La Franc-maçonnerie, secte juive («La massoneria, sètta
ebraica»), in Le Monde, pagg. 43-46.
21
Il centro attivo di questo raggruppamento è, come i
lettori forse sapranno, la Gran Loggia «Alpina».
22
Cfr. Card. J. M. Caro,
op. cit., pagg. 263-266.
23
«Dalla Rivoluzione Francese in poi, gli ebrei hanno fornito il
più cospicuo addentellato alla Massoneria» (cfr. Jewish
Encyclopedia).
24
Cfr. Della questione giudaica In Europa, Prato 1891, pag. 53.
25
Cfr. I grandi crimini della Massoneria.
26
Cfr. P. Eckert, II,
pagg. 207 e ss.
27
Cfr.F. M. Benoit,
Franc-maçonnerie, vol. II, pag. 268;
Card. J. M. Caro,
op. cit., pagg. 190, 191, 193, 195, 196. 197, 198, 201.
28
Cfr. B. Disraeli,
Coningsby, VI, XV.
29
Cfr. Mons. L. Meurin,
Filosofia de la Masoneria, pagg. 212, 213, 214, 215.
30
Cfr. Von Haugwitz,
Memorias.
31
Cfr. P. Abel, La
nueva prensa libre («La nuova stampa libera»), Vienna 1898.
32 Cfr. P.
A. Barruel,
Mémoires pour l'histoire du jacobinisme («Memorie per la storia
del giacobinismo»).
33
Cfr. AA. VV., Las sociedades secretas y la sociedad («Le
Società Segrete e la società»).
34
Cfr. M. Fara, op.
cit., pagg. 62-63.
35
Cfr. Congresso Internazionale di Bruxelles, 1910, Memoria,
pag. 124.
36
Cfr. Bulletin Officiel du G\
O\
de France, ottobre 1922, pag. 281.
37
Cfr. L. Halévy,
Resumen de la historia de los Judios («Riassunto della storia
degli ebrei»).
38
Cfr. R. Lambelin,
Las victorias de Israel («Le vittorie di Israele»), pag. 44.
39
Cfr. L. Kahn, Los
Judios de Paris durante la revolucion («Gli ebrei di Parigi
durante la rivoluzione»).
40
Cfr. Maxima nº 44 del Grande Oriente Esp., del 1º aprile
1824; cit. in M. Fara, op.
cit., pag. 83.
41
Cfr. P. Gaxotte, La
Révolution Française («La Rivoluzione Francese»), pagg. 279-280.
42
Cfr. Cfr. Capefigue,
Las grandes operaciones financieras («Le grandi operazioni
finanziarie»).
43
Cfr. Archives israélites, VIII, 1847, pag. 801.
44
Cfr. Bedarride, Les Juifs dans la France, l'Italle et l'Espagne
(«Gli ebrei in Francia, in Italie e in Spagna»), pagg. 428 e 430.
45
Cfr. R. Lambelin, op.
cit., pagg. 10 e 62.
46
Cfr. E. Drumont, La France juive
(«La Francia ebraica»).
47
Cfr. R. Gougenot des Mousseaux,
op. cit., pag. 332.
48
Cfr. J. P. Leroy-Beaulieu,
Israel entre las Naciones («Israele tra le nazioni»), pag.
66.
49
Cfr. M. Fara, op.
cit., pag. 115.
50
Cfr. Card. J. M. Caro,
op. cit., pag. 177.
51 Cfr.
Rivista del SS.mo Sacramento, 1925, pag. 430.
52
Cfr. Card. J. M. Caro,
op. cit., pagg. 267-268.
53
L'argomento «Beylis» fu, allora, un argomento che sollevò grande
scalpore. Trattava dei continui omicidi che venivano regolarmente
commessi a Kiev. Questo Beylis, uno degli assassini che poté essere
acciuffato, venne sottoposto a giudizio, ma riuscì a farsi assolvere
dalla giuria. Il processo rivelò tuttavia che quei fatti di sangue
rispondevano ad una specie di ritualità, frutto di un'organizzazione
ebraica chiaramente individuata (N.d.A.).
54
Cfr. Der Hammer, nº 254, 1911; cit. in
Negch-Wolodoff,
L'Imperatore Nicola II e gli ebrei; da Mons. Jouin nel suo libro
Il pericolo giudeo-massonico, e ne Il fronte unico,
Edizione del Petit Oranais, 1927. Vedi anche M.
Fara, op. cit.,
pagg. 81 e 82.
55
Cfr. Bollettino dell'Agenzia Urbs, del 25 agosto 1927; cit.
in R. Lamelin, La
Vittoria d'Israele, pag. 170.
56
Cfr. E. Rossi, Il
manganello e l'aspersorio, Firenze, pag. 336; Civiltà
Cattolica, settembre-novembre-dicembre del 1889.
57
Riferendosi a Treves e a Modigliani, l'ebreo Salvatore Jona scrive:
«Furono uomini di punta del socialismo italiano; e sebbene essi
fossero uomini di tepida fede ebraica, non può negarsi che si
dedicarono con semitica passionalità e tenacia al perseguimento del
loro ideali» (cfr. Gli ebrei in Italia durante il fascismo,
Milano 1962, pag. 9).
58
Cfr. opuscolo Rivelazioni d'interesse mondiale. Altre
pubblicazioni che si addentrano nello studio delle relazioni
ebraico-massoniche sono: D. G.
Foatta, L'ebreo:
ecco il pericolo, Prato 1891; G.
Panonzi, L'ebreo
attraverso i secoli e nelle questioni della moderna società,
Treviso 1898.