di Pierre Virion 1
Prefazione
Questo scritto di Pierre Virion (1899-1988) ci dà una panoramica veloce ed essenziale di quel secolare progetto massonico intorno a cui si lavora da almeno tre secoli; progetto che ha avuto i suoi scacchi, come ad esempio l'uccisione di Enrico IV di Borbone (1553-1610) nel 1610, prima che questi, su pressione dei Rosacroce, potesse portare guerra agli Asburgo d'Austria e di Spagna, colpevoli di essere sovrani cattolici.
Ma che ha avuto anche i suoi successi, le sue tappe regolari, tanto regolari da sembrare pianificate a tavolino, come appare a chiunque consideri la spaventosa contemporaneità e somiglianza dei moti insurrezionali del 1820-21 in Spagna, a Napoli, nel Regno Sabaudo, o i successivi moti del 1848, scoppiati in Austria, Ungheria, Francia, Granducato di Toscana, Venezia...
Ovunque gli stessi scopi, le stesse modalità, gli stessi autori, gli stessi tempi. Non riconoscere un progetto comune in quello che è il «battesimo» della società moderna è cosa incredibile, anche se qualcuno cerca di nascondersi dietro alla complessità della Storia, delle vicende umane, isolando così i singoli fatti, al solo scopo di non inserirli nella loro relativa cornice.
Uno storico laicissimo come Giovanni Spadolini (1925-1994), nel suo Giolitti e i cattolici (1901-1914), ammette chiarissimamente il ruolo delle Società Segrete, con il loro feroce anti-cattolicesimo, nella storia dell'Italia unita, fino alla fine dell'800; poi, chissà perché, queste Società avrebbero all'improvviso perso ogni importanza e ogni influenza, salvo però ricordare che la quasi totalità dei deputati liberali eletti dopo il Patto Gentiloni, del 1913, pur avendo richiesto il voto dei cattolici, erano in realtà massoni.
Eppure, anche autori famosissimi della letteratura italiana, come Ippolito Nievo (1831-1861), con la sua Storia filosofica dei secoli futuri, come Luigi Pirandello (1867-1936), con I vecchi e giovani (del 1913), come Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957), col suo celeberrimo Il Gattopardo, potrebbero aprire gli occhi sulla vera storia del Risorgimento, come pure dell'età successiva ad esso.
Si scorge, dietro, un disegno, una trama segreta che è propria di ogni rivoluzione moderna e che si caratterizza come l'opera di pochi, di una «élite» intraprendente e attiva che può contare più sui capitali che sull'ideale, e che si realizza all'insegna del voltairiano «dispotismo illuminato», in nome, si dice, ma non per conto, né su richiesta, del popolo.
Così inizia la rivoluzione in Europa: quattro filosofi e quattro despoti autonominatisi «illuminati»; e così continua a realizzarsi sotto le dittature dei vari Maximilien de Robespierre (1758-1794), Napoleone I (1769-1821), Lenin (1870-1924), Adolf Hitler (1889-1945)... Dispotismo illuminato è anche quello dei Savoia e di Camillo Benso Conte di Cavour (1810-1861), coi loro mille uomini e milioni di piastre turche fornite dagli inglesi, quello di Giuseppe Garibaldi (1807-1882), che in Sicilia si proclama dittatore in nome di un popolo lontano e straniero, quello di un Francesco Crispi (1818-1901)...
Se ci fermiamo solo un istante a considerare la nostra storia recente la vediamo costellata di plebisciti fasulli, di un governo che per un cinquantennio mantiene un suffragio pressoché inesistente, allo scopo di consolidare il suo potere, di una Guerra Mondiale trattata, negoziata e firmata da un oscuro barone israelita, Giorgio Sidney Sonnino (1847-1922), con un patto sconosciuto al Parlamento e avversato dal Paese, in quella capitale mondiale delle banche che era ed è la città di Londra.
Vediamo, nell'epoca ancora pre-unitaria, che il feroce anticattolicesimo di un Ferrari o di un Carlo Cattaneo (1801-1869) ha già presente quelle tappe che il Virion illustra nel suo opuscolo: la distruzione della religione, la formazione degli «Stati Uniti d'Europa»; qualche anno dopo, Ippolito Nievo, timoniere dei Mille, nell'opera citata, assicura che dopo l'unità d'Italia si arriverà alla presa di Roma, alla soppressione degli Imperi di diritto divino, in particolare di quello cattolico austriaco, fino alla «federazione» di «dodici Stati» europei e alla definitiva «Repubblica Universale», con il suo poco democratico «Gran Patriarca del Mondo», e il suo «Codice Internazionale».
Tutte tappe già raggiunte e bruciate, tranne l'ultima: ma si sta lavorando anche ad essa, con la creazione di un nuovo tribunale internazionale. La grande propagandista di questa istituzione è un altro personaggio oscuro, ma sempre presente nel sottofondo, la radicale Emma Bonino, che bazzica nei templi della finanza mondiale, da cui attinge quei fiumi di denaro con cui pubblicizza, in Italia e nel mondo, la sua faccia e i suoi sorrisi.
Sopra: la radicale Emma Bonino.
Dietro ad essi c'è la battaglia per il divorzio, per l'aborto, per l'eutanasia, per la droga libera e per la difesa di ogni abominio possibile. Oggi, pur senza abbandonare questi melmosi terreni, si batte, con pochi uomini ma con molti mezzi, per il rafforzamento del potere onusiano, per un obiettivo più marcatamente politico: come sempre, prima si distrugge religiosamente e moralmente un popolo, poi lo si asservisce, senza difficoltà.
Introduzione
Eccellenza, signori ecclesiastici, signore, signori,
questa sera non ci è possibile percorrere tutta la storia della Massoneria rievocando gli avvenimenti che da più di un secolo scuotono l'umanità. Su tale argomento molte cose sono state scritte, anche se con Papa San Pio X (1835-1914) potremmo dire che tutto ciò che è stato pubblicato non ancora ha svelato tutta la verità 2. Quanto all'atteggiamento delle sètte verso la Chiesa, nel tempo e a seconda dei luoghi, ulteriori sviluppi non farebbero che corroborare le Encicliche fulminate da Clemente XII (1652-1740) fino ai nostri giorni, e soprattutto Humanum Genus (1884) di Leone XIII (1810-1903), la terribile Lettera Enciclica, come confessava lo stesso Michel Dumesnil de Gramont (1893-1953), Gran Maestro della Gran Loggia di Francia.
In tutto ciò, i documenti pontifici, la cui attendibilità - checché se ne dica - è più che sicura, ci forniscono quelle ampie certezze che gli studi di Padre Giovanni Caprile s.j. su La Civiltà Cattolica hanno - ci compiacciamo di dirlo - messo maggiormente in luce. Tralasceremo anche il piano delle Basse Massonerie dette di San Giovanni, o «Simboliche», quelle dei primi tre Gradi, le più conosciute.
Per risalire all'origine di correnti o di campagne sovversive che si sono abbattute sul mondo, bisogna riandare, nella misura in cui è possibile, fino alle Alte Massonerie e ad alcune Società occulte. In esse, il gioco del segreto e la penetrazione dei Gradi più alti nelle Logge inferiori permettono di trasmettere delle consegne e di irradiare fino al grande pubblico delle influenze provenienti dai centri più elevati.
È un fenomeno classico in queste Società segrete, la cui natura non è quella di essere necessariamente clandestine. Nel corso della loro storia, le Massonerie sono state sottoposte a questa manovra. La Kabbalah, la dottrina dei Rosacroce, le ha ispirate fin dall'inizio. Nel XVIII secolo, lo swedenborghismo segnò con la sua impronta le Logge del Nord dell'Europa; il Martinismo, soprattutto, più probabilmente dell'Iluminismo di Adam Weishaupt (1748-1830), ha esercitato un'influenza che persiste tuttora. Più tardi, le Alte Vendite del Carbonarismo diventarono i centri segreti della lotta contro gli Stati della Santa Sede.
Sopra: l'ebreo Adam Weishaupt fondatore della sétta degli Illuminati di Baviera.
Nel 1843, la comparsa del B'nai B'rith, Massoneria esclusivamente ebraica, determinò per molti versi l'orientamento della Massoneria Universale. Leone XIIII diceva nella sua già citata Enciclica che non tutti gli avvenimenti storici sono il prodotto delle Società Segrete, e ciò è vero; ma questa constatazione era più valida nella sua epoca che non nella nostra, giacché da allora esse sono molto progredite.
Il loro potere è aumentato ad un punto tale che oggi possiamo veramente valutare il ruolo giocato dal movimento denominato «Sinarchia». Ma prima, occorre enumerare brevemente i gruppi occulti che alla fine del secolo scorso hanno messo a punto il piano, il meccanismo ed in ottant'anni sono riusciti a dargli un'estensione e un potere universale.
Preparazione occulta
L'intesa di Giuseppe Mazzini (1805-1872) con Albert Pike, Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio di Charleston, per fondare il Palladismo è di poco successiva alla caduta degli Stati Pontifici. Alla morte di Mazzini, nel 1872, Pike proseguì da solo nell'impresa d'infiltrazione della Massoneria Universale servendosi di questa Società Segreta ignorata spesso dai massoni più elevati in Grado. Nato a Boston nel 1809, morto a New York nel 1891, alla sua morte Pike era membro d'onore di quasi tutti i Supremi Consigli del mondo intero.
Verso la stessa epoca, assistiamo in Europa alla rinascita dell'attività rosicruciana sotto forma di diverse Società Segrete: in Gran Bretagna, nel 1865, nasce la Societas Rosicruciana in Anglia («Società Rosicruciana d'Inghilterra»); poi, nel 1888, è la volta dell'Hermetic Order of the Golden Dawn («Ordine Ermetico dell'Alba Dorata»), animato da Samuel Liddell MacGregor Mathers (1854-1918) la cui moglie Moina Bergson (1865-1928), sorella del filosofo francese Henri Bergson (1859-1941), gli serve da medium.
La Società Teosofica di Annie Besant (1847-1933), che lavora con Pandit Jawaharlal Nehru (1889-1964) e Atmananda Krishna Menon (1896-1974).
La Società Antroposofica di Rudolf Steiner (1861-1925) o l'Ordo Templi Orientis con Theodor Reuss (1855-1923). In Francia, nel 1888, il mago nero Stanislas de Guaita (1861-1897), fondatore dell'Ordine Cabalistico della Rosacroce con Gerard Encausse, più noto come Papus (1865-1916), con Yvon Le Loup, conosciuto come Paul Sédir (1871-1926), Joséphin Pèladan (1859-1918), che fondò un ordine «cattolico» della Rosacroce, e con il romanziere e uomo politico Maurice Barrès (1862-1923) che si ritirò subito a causa delle sue convinzioni religiose, ma che ci consegnò i suoi ricordi di questi ambienti in La Colline Inspirée («La collina ispirata», del 1913).
Riorganizzato da Papus, l'Ordine Martinista esercita tutt'oggi un'influenza ideologica molto importante in tutte le Massonerie. Infine, dal canto suo, ma non senza rapporto con i precedenti, il gruppo del «Simbolismo», fondato e diretto dal 33º Grado di Rito Scozzese Oswald Wirth (1860-1943) fino a non molti anni fa, continua attualmente sotto la direzione del suo discepolo e successore, Fratel Marius Lepage che nel 1960, con Padre Michel Riquet s.j. (1898-1993) ed Alec Mellor (1907-1988), autore di Nos Frères séparés: les Francs-Maçons («I nostri fratelli separati: i massoni»), invitati da lui alla Loggia di Laval, si prodigò nella strana campagna di avvicinamento tra la Chiesa e la Massoneria.
I
Tali sono i principali gruppi da cui è scaturita - soprattutto in Francia - la Sinarchia moderna il cui grande teorico fu Alexandre Saint-Yves d'Alveydre (1842-1909). Amico di Stanislas di Guaita e di Papus, quest'ultimo scriveva di lui:
Sopra: Alexandre Saint-Yves d'Alveydre, il padre del Patto Sinarchico.
Di certo, la sua personalità, la sua posizione sociale e la sua formazione occultista hanno avuto un certo peso nella sua opera 3, ma egli fu soprattutto il portavoce dei Gran Maestri e soprattutto degli Ordini segreti che hanno poi elaborato o piuttosto modernizzato il sistema. Perché, innanzitutto, in questa opera si evidenzia l'impronta, il piano e i progetti di istituzioni degli antichi Rosacroce del XVII secolo, dei quali uno dei principali fu il rosacroce moravo Jan Amos Kominsky, detto Comenius (1592-1670) che l'U.N.E.S.C.O. rivendica oggi come la sua guida intellettuale.
Ciò che occorre ben conoscere delle forze occulte nel mondo moderno è che esse agiscono in virtù di una tradizione più volte secolare. Esse si caratterizzano principalmente per la trasmissione di un deposito dottrinale e per una continuità d'azione di cui potremmo fornire molti esempi. Ne rievocheremo solamente uno solo avvenuto in questo secolo: la divisione dell'Europa per mezzo della Cortina di Ferro.
Sopra: il rosacroce Jan Amos Kominsky, detto Comenius, padre dell'Europa Unita.
La Cortina di Ferro
Il dramma della cortina di ferro, uno di più patetici della cristianità, non è né un'invenzione di Stalin (1879-1953) né, come si è spesso detto, una debolezza del Presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt (1882-1945). Probabilmente, essa derivò da un vecchio disegno massonico di confederazione «romano-germanica e slava» contemporaneo alle rivoluzioni del 1848 e ricordato nel Patto Sinarchico attorno al 1935.
Sopra: il dittatore rosso Stalin con il massone Franklin Delano Roosevelt.
In realtà, è qualcosa di più di tutto questo. Il primo abbozzo di questa divisione dell'Europa risale all'incirca al 1825, ossia a più di centoquarant'anni fa! A quell'epoca, centoquarantacinque Logge (per la maggior parte martiniste), coltivavano in Russia i sogni e le cospirazioni socialiste degli intellettuali, di numerosi ufficiali e di una parte della nobiltà imperiale. Scrive Joseph de Maistre (1753-1821): «I fanatici di questo genere pullulano a San Pietroburgo e a Mosca».
Sopra: Joseph de Maistre, in gioventù un iniziato all'Ordine Martinista.
Sotto i colpi delle interdizioni queste Logge si trasformarono velocemente prima in «Alleanza della Salvezza», e in seguito in Società ancor più segrete, come «L'Unione del Sud», e più particolarmente gli «Slavi Uniti» provenienti dalle attivissime Logge di Kiev. Il Catechismo degli Slavi espone gli scopi di questa temibile società:
Più tardi, l'anarchico Michail Bakunin (1814-1876) e le sue reti rivoluzionarie, la cui azione fu nichilista in Russia, ma panslava e socialista all'esterno, allargheranno il programma. Nel 1862, Bakunin scriveva:
Sopra: l'anarchico Michail Bakunin.
Se eccetto l'Austria propriamente
detta si uniscono le une alle altre le province citate in questi due
programmi complementari si ottiene il blocco
È nota la parte preponderante nella Rivoluzione Russa attribuita al consorzio finanziario internazionale delle banche Schiff, Kuhn, Loeb e Warburg. Ora, se nel 1918 l'annessione di questi territori alla Russia non era un fatto compiuto, tuttavia la nuova suddivisione dell'Europa la preparava. Nel 1935, il Patto Sinarchico francese ne faceva allusione parlando di una «Confederazione slava», e considerando la divisione del mondo in cinque parti, una delle quali doveva comprendere «i possessi eurasiatici dell'U.R.S.S.». Ancora una guerra e l'opera sarebbe stata compiuta. Nel 1943, in una lettera destinata a Stalin, il massone Roosevelt scriveva:
Sopra: la suddivisione del mondo in quattro aree, una tappa necessaria prima di arrivare al Governo Mondiale.
Da allora, tutto è consumato. Prima la Conferenza di Postdam (17 luglio-2 agosto 1945), poi quella di Yalta (4-11 febbraio 1945). E la Cortina di Ferro cade...
«Governo Mondiale»
Il comunismo sovietico è il risultato dell'opera di molte Società Segrete. Ciò significa, forse, che questo regime politico costituisce il loro obiettivo ultimo, lo stato definitivo nel quale abbandonare il mondo, come se ciò delimitasse la loro ambizione? Certamente no. Malgrado la minaccia di vederselo ritorcere contro, esse non vedono nel comunismo che un strumento di disorganizzazione del vecchio mondo e dell'Occidente in particolare per organizzare sulle sue rovine il loro Governo Mondiale.
Il Grand'Oriente di Francia ha dichiarato anche recentemente che la Massoneria trascende contemporaneamente la Chiesa cattolica e il comunismo, e il fatto è che anche prima del 1921, alla nascita del movimento sinarchico, essa attribuiva alla Russia un ruolo importante da giocare nella seconda parte di questo secolo nei confronti della Chiesa di Roma, disegno questo confermato anche da una pubblicazione confidenziale, Le Temple («Il Tempio»).
In realtà, lo scopo ultimo, si dovrebbe dire «ad extra», delle Alte Società Segrete è l'«Imperium mundi». Dal famoso discorso del cavaliere Andrew Michel Ramsay (1686-1743) che, se non è mai stato pronunciato, è stato tuttavia scritto, passando per le dichiarazioni del Convegno Massonico Internazionale del 1847, che preparava le rivoluzioni del 1848 per mezzo dell'Alleanza Democratica Universale di Mazzini, fino ai brindisi così spesso ripetuti nei loro banchetti: «Alla Repubblica Universale, figlia della Massoneria Universale», questo sogno ha sempre abitato le Logge massoniche.
Sopra: il cavaliere Andrew Michel Ramsay, uno dei fondatori della Massoneria di Rito Scozzese.
In verità, questo «Imperium» tanto ricercato consisterebbe in una democrazia tutta nominale - e a dire il vero chimerica - in un Potere Collegiale Occulto che unisce i grandi potentati finanziari alle più alte istanze iniziatiche. Su questo punto, esse non hanno variato dal XVII secolo. I Rosacroce di allora, servendosi della penna del loro Fratello moravo Comenius, organizzavano già il potere mondiale in un sistema ternario:
Tutto ciò prefigura, in modo da trarre in inganno, la «nuova Chiesa» attualmente esaltata dagli alti poteri massonici. I maghi della fine del XIX secolo hanno perseguito questo disegno. La stessa politica ternaria internazionale è presente anche nell'opera di Saint-Yves d'Alveydre:
Questo ammodernamento fu soggetto anch'esso a dei ritocchi verso il 1935 nel Patto Sinarchico sotto forma di un Ordine Culturale di tutte le Nazioni, riassumendo i culti e federando gli ordini culturali nazionali in un Ordine Federale di tutti gli Imperi e dell'Ordine Socio-Economico di tutti i Popoli. Il Patto Sinarchico non ha né alterato il sistema, né invertito l'ordine di importanza degli organismi, di cui il primo, il più alto, rimane l'Ordine Culturale.
Tuttavia, nel processo d'esecuzione e conformemente al sinarchismo di Saint-Yves d’Alveydre, da ottant'anni a questa parte si è deciso di iniziare partendo dagli organismi economici. Ciò si spiega praticamente, ma anche mediante l'applicazione dell'Impresa Imperocratica Internazionale, di cui l'occultista Antoine Fabre d'Olivet (al secolo Antoine Court de Gébelin; 1725-1784) si è fatto teorico, e che Papus, nella rivista Mysteria, di aprile del 1914, riprendeva facendo allusione alla grande riunione presso la Saint Simon's Island, vicino a Charleston, che precedette la Grande Guerra e che si può considerare come il prototipo delle attuali riunioni del Bilderberg Club.
Sopra: Antoine Fabre d'Olivet.
Per mezzo di un socialismo scientifico
Questa visione totalitaria, tradizionale in quasi tutta la Massoneria, ha oltrepassato dunque la soglia degli archivi segreti per penetrare negli ambienti politici da una parte all'altra dell'Oceano. Così, secondo il Patto Sinarchico, il Governo Mondiale regnerebbe su un mondo diviso in cinque zone geopolitiche.
Di ciò si trova l'esposizione in un articolo pubblicato su Le Figaro, del 30 maggio 1951. Lo stesso giornale, all'indomani della guerra, aveva dato alle stampe la traduzione di una lettera di Fratel Franklin Delano Roosevelt scritta a Stalin in cui gli esponeva la strada da percorrere e i mezzi per instaurare gradatamente questo governo cominciando con una tetrarchia mondiale in cui la Russia avrebbe avuto il proprio posto.
Un documento poco conosciuto in Europa, il Dan Smoot Report, conteneva un brano estratto da un discorso del Presidente americano Dwight David Eisenhower (1890-1969) in cui parlava del suo accordo con i sovietici per la futura instaurazione di questo governo che gli americani lungimiranti vedono già funzionare sotto la forma che essi chiamano «Governo Invisibile».
A queste testimonianze, che oggi non costituiscono più delle rivelazioni, si potrebbero aggiungere tante altre cose. Ma conviene, per concludere la lista, finire con una dichiarazione che fece nel 1950 davanti al Senato americano James Paul Warburg (1896-1969), la cui la banca, nel 1917, aveva potentemente sovvenzionato la Rivoluzione bolscevica insieme alle banche del gruppo Schiff, Kuhn & Loeb:
Sopra: il banchiere israelita James Paul Warburg.
Il nostro incontro di oggi andrebbe troppo lontano se cominciassimo ad esaminare più in dettaglio il regime sociale che instaurerebbe il sinarchismo arrivato al suo punto estremo di compimento. Sarebbe il socialismo tecnocratico universalmente pianificato che costituisce, secondo la dottrina sinarchica, un punto d'incontro tra il comunismo sovietico e l'Occidente. Già i discepoli dei rosicruciani dell'Ordine Cabalistico, del Martinismo e del neo-gnosticismo, Saint-Yves d'Alveydre e l'ex prete cattolico Paul Roca (1830-1893) espongono largamente questo socialismo.
Lo si ritrova negli articoli del Patto Sinarchico, potremmo dire così indurito, rinforzato, quasi stratificato come nei quadri dello Schema dell'Archetipo Sociale. In America, e questo già dal 1934, l'opera cripto-comunista di organizzazioni potenti come il Council on Foreign Relations («Associazione di Politica Estera; C.F.R.) si sforza - leggiamo nel Report on the Foreign Policy Association («Rapporto sulla politica estera dell'Associazione»),
È un miliardario canadese, Cyrus Stephen Eaton (1883-1979), che ha detto: «Incontriamoci a metà strada con i sovietici». Del canto suo, il marxista Nikolaj Ivanovic Bucharin (1888-1938) scriveva nel 1919, parlando del significato internazionale della Rivoluzione Russa:
Non prendiamo queste ultime parole per pura profezia, ma come una testimonianza complementare di un piano prefissato da molto tempo che la concordanza di tutte le dichiarazioni nel tempo e nello spazio non permette di negare. Oggi, l'idea di un'estensione fatale di ciò che eufemisticamente viene definito «socialismo scientifico» e la progressione indiscutibile della tecnocrazia in un dogma, come se ci trovassimo in presenza di un'evoluzione irreversibile, di una deriva fatale del senso della Storia scambiata per uno spietato deus ex machina.
Ma proprio alla vista della documentazione di cui siamo in possesso, che reca l'impronta delle Alte Massonerie, che precisa i loro disegni e di cui si vede poco a poco la realizzazione, ci rifiutiamo da parte nostra di sottoscrivere questo fatalismo, così come rifiutiamo il messianismo cosmico che deve provvidenzialmente ed irresistibilmente cambiare il volto della Chiesa di Cristo.
II
Lasciamo dunque la politica pura. Quello che ora ci interessa è di conoscere il destino che, in questo sistema, sarebbe riservato alla Chiesa di Roma. Il dominio mondiale ambito dai poteri occulti in modo ternario (per usare i loro termini) mira, come abbiamo visto, all'instaurazione di tre organismi: uno politico, uno economico, e il terzo - il principale - rivestito se non di un potere politico almeno di un'autorità spirituale occulta, che si eleva al di sopra del governo di tutte le nazioni.
Ciò è così stupefacente? No. Senza volere ritornare al Medioevo, bisogna senz'altro convenire che le critiche abusive e antiquate alla cristianità medievale e gli attacchi più volte secolari contro il Seggio di Pietro hanno sempre fatto parte dell'arsenale intellettuale di tutte le Massonerie, allo scopo di imporre al suo posto un tipo di augustinismo politico, una cristianità a rovescio tanto più dittatoriale quanto più l'autorità spirituale sarebbe occulta ed esoterica.
Ed è proprio questa l'essenza del loro Governo Mondiale. Non soffermiamoci per dubitare o per giudicare le politiche aggressive di scristianizzazione perseguite un tempo nei nostri Paesi d'Occidente dalle Logge massoniche, quelle di basso rango. Si trattò di un'operazione giudicata da esse necessaria per preparare la strada. Perché se queste ultime si definivano nel 1911, ad esempio, come la «contro-chiesa», con ragione la rivista Le Symbolisme («Il Simbolismo»), nel 1962, rettificava questa definizione troppo incompleta di un'epoca di anticlericalismo tumultuoso:
Sopra: una copia della rivista iniziatica Le Symbolisme (marzo 1923). Da notare la svastica all'interno dell'Esagramma. simboli che ritroviamo nella Società Teosofica e nel nazismo.
Ecco l'ecumenismo massonico. Perché c'è un ecumenismo massonico dal quale alcuni cattolici si lasciano sedurre a causa di certe dichiarazioni umanitarie di cui si circonda. Possiamo farci un'idea di questo ecumenismo, sebbene incompleta, leggendo l'interessantissimo libro di Fratel Yves Marie Antoine Marsaudon (1899-1994), barone e membro del Supremo Consiglio di Francia, intitolato L'œcumenisme vu par un franc-maçon de Tradition («L'ecumenismo visto da un massone di tradizione»; Vitiano, Parigi 1964).
Una Super-Chiesa e le sue chiese nazionali
Ora, di questa Super-Chiesa - ci si conceda che questo termine non è nostro - si trova già l'idea precisa presso i Rosacroce del XVII secolo. Diceva Comenius:
È certo che questo precursore dell'ecumenismo massonico pensava anche all'islam e all'induismo per incrementare in futuro la fusione delle Chiese cristiane dopo la distruzione del Papato. Il suo infernale lavoro Lux in tenebris («Luce nelle tenebre») non ne fa mistero, ed è certo che egli ha trasmesso ai suoi discepoli e ai loro successori, i Papus, i de Guaita, i Saint-Yves d'Alveydre con i loro «Fratelli» cabalisti e martinisti, la tradizione delle Chiese nazionali federate in una Chiesa Universale in cui Saint-Yves d'Alveydre vede entrare il cristianesimo, l'ebraismo, l'induismo e l'islam. Non ci si può fare un'idea di questa chiesa sinarchica senza conoscere la sua pagina fondamentale sulle Chiese nazionali:
Sopra: l'opera di Comenius Lux in Tenebris (1657).
Le riedizioni successive, dal 1889 fino al 1935, del libro del teosofo e filosofo protestante Édouard Schuré (1841-1929) intitolato Les Grands Initiés («I Grandi Iniziati»), hanno divulgato negli ambienti liberali e modernisti l'idea di questo pandemonium delle religioni che nel 1926 Fratel Jean Izoulet (1854-1929), professore al Collegio di Francia, ha ripreso nella sua opera Paris, capitale des religions ou la Mission d’Israël («Parigi, capitale delle religioni o la missione d'Israele»), caldeggiando la creazione di un organismo «destinato ad avvicinare tutte le religioni della terra» battezzato da Izoulet «Moïseum de Paris» («Mosaismo di Parigi»).
Sopra: Édouard Schuré e il libro di Jean Izoulet Paris, capitale des religions ou la Mission d’Israël.
Questa collocazione geografica della Chiesa universale non è nuova. Roca, l'ex frate carmelitano apostata, martinista e gnostico, amico di Guaita, di Oswald Wirth e di Papus, la situava a Mont-Valerien! Ma Izoulet insiste, come Saint-Yves d'Alveydre, sulla sua animazione speciale per mezzo delle tradizioni segrete dell'ebraismo, che nessuno fatica ad identificare con la Kabbalah di cui sono impregnati tutti i seguaci della Chiesa universale.
Il libro di Fratel Izoulet non precede che di alcuni anni la comparsa del Patto Sinarchico che codifica, per così dire, gli stessi progetti sotto forma di un Ordine Culturale di tutte le Nazioni e di Ordini Culturali Nazionali. Questo ultimo documento mette particolarmente in rilievo due principi alla base del sistema: la democrazia religiosa e il collegialismo, la cui l'applicazione simultanea permette di erigere l'opinione al livello di un potere dogmatico pur guidandola dall'alto.
La nazione, e il suo ordine culturale formato «dai suoi scienziati, dai suoi artisti, dai suoi ecclesiastici diventa «reggente sovrana del proprio ambito culturale». La riduzione totale e totalitaria del pensiero in un apparato istituzionale federato nella Chiesa universale deve ubbidire ad un processo inerente al funzionamento del sistema: l'integrazione. Quest'ultima non tende solamente al condizionamento delle coscienze individuali mediante una cultura di Stato.
Il vecchio anticlericalismo delle Logge, ma soprattutto la dottrina delle Alte Massonerie, ha sempre visto la trascendenza della Chiesa come un ostacolo alla diffusione del proprio ecumenismo. Questo perché l'integrazione della Gerarchia cattolica nel sistema sinarchico appare loro come il mezzo per ridurre ciò che essi stimano essere l'antagonismo della Chiesa e dello Stato. Questo stratagemma dell'integrazione nel complesso politico-religioso avrebbe dunque, a detta di Saint-Yves d'Alveydre, «una portata incalcolabile nella difficile soluzione del problema della riconciliazione sinarchica delle due società, civile ed ecclesiastica».
È stupefacente vedere oggi dei cattolici che non restano insensibili a questi richiami così apertamente in opposizione alla giurisdizione pontificia, e che in termini spesso neutri e più moderni, fanno propria la continuità, la persistenza e l'attualità di un disegno secolare. Il Congresso Mondiale delle Religioni non propose forse nel 1966 l'istituzione di un'Organizzazione delle Religioni Unite sotto la sigla O.R.U., che non nascose le sue affinità con il mondialismo politico?
Neo-cristianesimo
Ma in questo caso non si tratta che di una integrazione organica. È evidente che la Storia ha mostrato a più riprese che l'artificio di un'integrazione organica non avrebbe alla fine nessuna possibilità di successo presso la Chiesa se la stessa opinione cattolica non fosse prima trascinata verso la visione di una possibile Super-Religione adogmatica sotto forma di un neo-cristianesimo che un adepto ecclesiastico della divina Sinarchia intravedeva innalzarsi, purtroppo, «fuori da Roma e contro Roma».
In effetti, gerarchia e dottrina, giurisdizione e magistero costituiscono degli ostacoli insormontabili ad ogni tentativo di assimilazione. Un membro del Supremo Consiglio di Francia, 33º Grado del Rito Scozzese, Fratel Yves Marsaudon lo ha riconosciuto:
Sopra: il Sommo Pontefice, l'ostacolo maggiore per la realizzazione di una super-religione adogmatica.
È dunque attraverso la dottrina che bisogna erigere una religione universale; ciò accadrà attraverso delle infiltrazioni, delle pressioni, e mediante la propaganda sostenuta per di più da una buona dose di complicità, secondo cui sarà necessario avvalorare l'idea di un ecumenismo parallelo, rivestito della forma di un nuovo cristianesimo. Ebbene, l'idea non è nuova. Ritorniamo agli antichi Rosacroce. Ecco cos’ha detto Comenius, il loro portavoce e il dottore di tante sétte moderne:
Queste persone del XVII secolo sapevano scrivere. Poiché, notiamolo di sfuggita, questo testo è in parte esoterico. Più avanti avremo l'opportunità di rendercene maggiormente conto. Per ora ricordiamoci che l'idea di un sincretismo dottrinale e di un Collegio cattolico degli scienziati che oppongono un cristianesimo nuovo al cattolicesimo romano si trova anche in Saint'Yves d'Alveydre. Lo stesso concetto si trova anche nella Dichiarazione del Congresso delle Religioni del 1946:
Lo stesso linguaggio usato anche negli ambienti rosicruciani e gnostici. Ma nello stesso anno, in una rivista confidenziale del Rito Scozzese, il Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio di Francia Charles Riandey (1892-1976) scriveva:
Sopra: il massone d'alto Grado Charles Riandey.
Più recentemente ancora, il Martinismo, nel 1934, nella sua rivista L'Ininitiation («L'iniziazione»), riprese il medesimo tema:
Sopra: la rivista dell'Ordine Martinista L'Initiation.
Cristianesimo scientifico
Questa nuova religione, adattata, dovrà avere un'apparenza ecumenica che la renderà polivalente; questo ecumenismo non sgorgherà dalla verità obiettiva, e qui bisogna già notare una prima sovversione. Tale religione sarà il cristianesimo scientifico, o piuttosto un cristismo universale, che in realtà non è che una gnosi estesa. Édouard Schuré afferma:
Sopra: il libro di Édouard Schuré Les Grands Initiés.
Che tutto ciò tenda alla dottrina dei misteri esoterici è più che evidente. Tiriamone le conseguenze essoteriche. Gesù Cristo non è più ormai che un Grande Iniziato; già l'Incarnazione del Verbo è sparita dietro l'immagine di un illuminato come Rama, Krisnha, Ermes, ma posseduto più di ogni altro dallo spirito del fuoco interiore dell'Universo.
Egli non è più che il Modello e l'Iniziatore del sublime umanesimo realizzato nella Sua Persona. Siamo certamente in presenza dello spirito del rito d'iniziazione al 18º Grado Rosacroce, di cui ci si può fare un'idea leggendo l'ultima pagina del libro L'œcuménisme vu par un Franc-Maçon de Tradition, di Fratel Yves Marsaudon. Ma per i Grandi Maghi di cui abbiamo parlato (e che rimangono i maestri indiscussi delle sétte) il Cristo-Verbo di Dio viene identificato con il Cosmo.
Sopra: l'opera del barone Yves Marsaudon L'œcuménisme vu par un Franc-Maçon de Tradition (Parigi 1964).
Il cristismo cosmico procede da un panteismo che sarebbe inadeguato considerare solamente come emanatista perché maschera in realtà tutta una teogonia; filosoficamente, esso non è che un prodotto gnostico che non rivela all'intelligenza creata che essa stessa e solo lei. Esso comporta, attraverso l'eliminazione del contenuto della fede, l'obbligo di non dare ai Sacramenti che un valore simbolico.
Il desiderio delle sétte di inculcare un simbolismo ossessivo nel pensiero cattolico ha per scopo, negando le realtà sacramentali, di attaccare Nostro Signore Gesù Cristo, loro Autore. Ciò accade per l'Eucarestia, la quale sarebbe solamente il segno di una comunione con il Cristo-Cosmico-Umanità.
Per molti cattolici di oggi la presenza di Cristo nell'Eucarestia non è più reale, ma solamente simbolica.
Il «Cristo-Umanità» e il «Cristo-Spirito»
Cristo è perciò anche l'Umanità; Egli è la totalizzazione «delle innumerevoli umanità pellegrine», per adoperare l'espressione di un ex frate cabalista, martinista e gnostico, Paul Roca. Niente di stupefacente se Egli si allargasse alle dimensioni delle società planetarie attualmente esistenti, dal momento che questo Pancristo si modifica senza tregua e si perfeziona al ritmo della Storia.
L'umanesimo idolatrico moderno trova qui la sua ragione: tutto il temporale in movimento non è che il parto del Cristo-Sociale. Ogni dialogo per il cristiano dovrà tramutarsi in una comunione con l'umano ormai sacralizzato, divinizzato, qualunque esso sia, individuale e soprattutto collettivo.
La democrazia, che non sarà più un regime distinto del Potere, sarà essa stessa il potere divino assoluto e non solamente in politica; la Democrazia Religiosa o se si vuole la Demoideocrazia del Patto Sinarchico realizzerà pienamente il cristianesimo all'interno e mediante l'economico e il sociale. Il cristianesimo si realizzerà anche secondo delle modalità diverse in tutte le credenze. Dice Edouard Schuré:
La loro uguaglianza fondamentale
difenderà dunque la libertà morale per ogni uomo di praticare la
religione che ha scelto. Non è in effetti il diritto
Questa ricerca e questo pluralismo, sopprimendo in un solo colpo il Magistero, sono chiamati a diventare il motore del «cammino verso lo spirito» di cui parla Padre Pierre Teilhard de Chardin s.j. (1881-1955), citato con compiacenza da Fratel Paul Naudon (1915-2001), membro del Supremo Consiglio di Francia, mentre il Sovrano Gran Commendatore Riandey ne precisa la progressione per mezzo dell'iniziatismo fino all'identificazione dell'Essere con lo Spirito. Dice Paul Naudon:
Sopra: il gesuita eterodosso Pierre Teilhard de Chardin.
Ed ecco la noogenesi che non è - convinciamocene - un'invenzione di Teilhard de Chardin. Un testo dell'ex canonico gnostico Roca già citato, di cui Teilhard sembra avere raccolto l'eredità, ce lo confermerebbe, e più oltre vedremo ciò che le sétte più elevate intendono per questo «Spirito». Per il momento, constatiamo che esse hanno saputo diffondere, attraverso mille canali di infiltrazione, le accuse portate contro la Chiesa romana di essere infedele allo «Spirito».
Le si rimproverano, dunque, le sue insufficienze, e la prigione dei dogmi in cui l'imperialismo latino, come diceva Saint-Yves d'Alveydre, chiude le coscienze; si richiede a gran voce «un ritorno alle sorgenti» per mezzo di cui le potenze occulte, che tuttavia denigrano la tradizione patristica e dei vari Concili, vogliono riaprire le chiuse dello gnosticismo. Esse pretendono di condurre il cristianesimo alla chiesa esoterica di Giovanni parodiando la carità.
Dicendosi «sempre più vicini al pensiero di Gesù di quanto non lo siano stati i sostenitori dell'intolleranza», attaccano la Curia romana, battezzata da uno di essi come i «Centurioni Rossi» che siedono, come ha detto Fratel Marsaudon, «sotto le volte dorate del Vaticano»; si attacca la sua gerarchia, ma soprattutto il Romano Pontefice, perché egli è il principale oggetto dei loro sforzi distruttori e la cui follia giunge fino a far dire nel 1889 all'ex canonico Roca:
III
Ma qual'è dunque il Credo di questa nuova Chiesa, che inaugurerà un nuovo ordine, il «Novus Ordo Sæclorum» («Nuovo ordine dei secoli») secondo il motto delle sétte? Perché - lo si indovina - non è dal pluralismo che si può logicamente dedurre un ecumenismo che sia, come ha detto Fratel Paul Naudon, «a misura dell'umano e dell'infinito, del tempo e dell'eterno, del cuore e della ragione in questa vasta ricerca verso l'Omega finale».
Ma allora, qual è la causa dinamica e l'obiettivo finale? Lo «Spirito»? Ma ancora, cos'è questo «Spirito»? Chi può essere questo dio al quale si vota una religione che invita tutte le altre religioni all'appuntamento dell'Unità nel cristianesimo scientifico? E prima ancora: qual è questa scienza? Ascoltiamo, tra gli altri, Édouard Schuré che cita con elogio un passaggio molto chiaro di un lavoro apparso nel 1882:
Tale è la «scienza», la pseudo-scienza soggiacente al nuovo cristianesimo, che alcune pubblicazioni tanto fantasiose, come ad esempio Planète («Pianeta»), diffondono con grande pubblicità. Tale è questo cristianesimo. È, come ha detto Edouard Schuré, «il monismo intellettuale, lo spiritualismo evolutivo e trascendente», coronato da tutta una teogonia sulla cui vetta - l'«En-Soph» («il Nulla») della Kabbalah o l'Assoluto del filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Schelling (1775-1854) - dimora l'Inconoscibile, l'Indefinibile, l'Impronunciabile, inaccessibile all'intelligenza per mezzo di una rivelazione soprannaturale esterna, ma che - notevole contraddizione - si svela alla conoscenza per evoluzione in un Ternario Androgino: il Padre, il Figlio e la Sophia-Spirito. Sempre per evoluzione, ma all'esterno, si aggiunge un quarto termine panteistico: «L'Essere Ominale Immortale», l'umanità collettiva che «glorifica il Signore del Mondo». Ecco perché
Sopra: allegoria dell'uomo divinizzato mediante l'iniziazione occulta.
Ecco perché, il Sovrano Gran Commendatore Riandey ci annuncia un umanesimo che si è fatto carico di abolire la personalità. Quest'uomo universale non ha bisogno di redenzione, ma piuttosto egli si redime da se stesso rivelandosi nel corso di un'evoluzione sacrificale diametralmente opposta all'amore di Dio che scende su ciascuno di noi, sue creature, con la pace di Cristo!
Poiché è attraverso le letteratura e la filosofia dette umaniste, che sacralizzano tutto il temporale umano, divinizzandolo, attraverso le declamazioni umanitarie della democrazia, dell'economia pianificata, attraverso tutto ciò che non impedisce né le violenze concentrazionarie, né gli spostamenti delle popolazioni, né le carneficine per delle sedicenti indipendenze nazionaliste, che ciascuno potrà scoprire l'umanesimo iniziatico che instilla l'incognito nelle intelligenze e nei cuori la mistica insensata dell’«Ultra-Umano» che lo Schema dell'Archetipo Sociale, un altro documento sinarchico, definisce cinicamente «l'individuo fuso nella teocrazia mondiale e spersonalizzato»!
Una teocrazia politico-religiosa: l'O.N.U.
Si tratta infatti di una teocrazia. L'integrazione universale sotto un Governo Mondiale, non sarebbe per le sétte che l'apparato visibile di un Governo occulto di cui si parla sempre più apertamente al di qua e al di là dell'Atlantico. Questa teocrazia realizzerebbe l'ambito complesso politico-religioso dell'«Imperium Mundi».
Al di sopra del Ternario Androgino rievochiamo il principio iniziale, spirituale e impronunciabile che uno dei più grandi dottori delle Alte Massonerie moderne, Fratel Albert Pike, fondatore del neo-Palladismo teurgico, identifica con l'anima del mondo pensante e intelligente. È questa intelligenza universale che evocano, per esempio, i famosi «Masters of Wisdom» (i «Maestri della Saggezza»), tra i quali figurano molti personaggi di spicco.
È ad essa che un progetto ideato qualche anno fa, sotto il patrocinio di personalità di spicco della politica internazionale, ha intenzione di erigere un Tempio. Ma chi è questo principio? Chi è dunque, per adoperare il linguaggio dello Schema dell'Archetipo Sociale, il «Signore del Mondo a caratteri divini senza comune misura con l'umanità»? «Giunta a questo punto - ci dice ancora Albert Pike - la Massoneria si ferma».
I Fratelli non sono iniziati. Se vogliono superare questa barriera esoterica, se vogliono, superando la gerarchia, diventare Mago o Gran Teurgo, bisogna che essi vengano iniziati ai Grandi Misteri. Scriveva Saint-Yves d'Alveydre: «Al di sopra del 33º Grado massonico c'è posto per un insegnamento universale i cui libri esistono, benché non siano attualmente nella Massoneria».
Nelle istruzioni segrete di Charleston ai Supremi Consigli, alla fine dell'800, si poteva scoprire, nel dualismo più apparente che reale delle Alte Sétte, la scelta della divinità suprema: «La nostra Scienza proviene dai Magi adoratori di Ormuzd, nome persiano del Principio del Bene, del Genio della Luce»; gli antichi Rosacrocre si definivano «Portatori di Luce». Louis-Claude de Saint-Martin (1743-1803) toglie il velo che ricopre l'identità di questo «Genio di Luce», senza tuttavia nominarlo:
Sopra: Louis-Claude de Saint-Martin, ispiratore dell'Ordine Martinista.
Accedere al suo culto, conoscere gli arcani della sua infernale teologia, pegno della più alta Conoscenza iniziatica che non è alla portata di tutti. Albert Pike ne avvertiva gli stessi massoni: «Se desiderate trovare il Santuario e meritare di esservi ammessi, vi ho detto abbastanza per mostrarvi la strada: se non lo desiderate è inutile che vi dica di più». La ragione di questo silenzio è che essi hanno fatto di Lucifero il dio buono opposto ad Adonai, il Dio della Sacra Scrittura. Tale è questa teocrazia mondiale, questo Governo occulto, i cui dignitari saranno i Magi o i Saggi che, secondo Oswald Wirth,
Sopra: il grande iniziato Oswald Wirth.
L'orgoglio del «Trans-Umano», della «Sovraumanità», diceva Teilhard, è penetrato negli ambienti che attualmente stanno per dirigere il mondo. Già nel 1935, Sir Stanley Baldwin (1867-1947), Ministro britannico, diceva:
Sopra: Sir Stanley Baldwin.
Da parecchi anni, esiste nei locali dell'O.N.U. una camera detta della «Meditazione», di cui è possibile vedere una fotografia nel settimanale Match, del 9 ottobre 1965. Essa viene presentata come l'oratorio del dio che ciascuno vorrebbe venerare entrando in quella stanza.
L'O.N.U.
Tutto ciò non corrisponde alla verità. Questa camera di «Meditazione» (o di «Illuminazione») è un Tempio massonico i cui simboli, sebbene discretamente raffigurati, sono riconoscibili: la spirale, la linea diritta che l'attraversa, la Luna, il «quadrato lungo», la pietra cubica coperta d'oro sulla quale punta un raggio luminoso. Nel 1962, si leggeva in un giornale americano:
Sopra: la «camera della meditazione» nel palazzo delle Nazioni Unite.
Se al fondo dei progetti d'organizzazione o delle istituzioni umane meno perfette ci sono quasi sempre delle disposizioni ragionevoli che i loro autori, chiunque essi siano, non avrebbero avuto ragione di omettere senza mancare di giudizio, se una qualsiasi unità europea è desiderabile, se l'unità del genere umano, che non è una vana parola, rendono opportuni, nello stato attuale delle cose, degli organismi internazionali, ammettiamone lealmente il principio.
Ma occorre anche che i poteri occulti, ambiziosi di governare il pianeta, non distolgano questi organismi dal fine spirituale gli uomini, dalla loro vocazione a conoscere, servire e amare il vero Dio. Ora, la crisi che attraversa il mondo, lo si voglia o no, pone - ciascuno lo capisce da sé - una terribile alternativa la cui soluzione deciderà prossimamente, non esitiamo a dirlo, della pace e della sorte dell'umanità.
Piaccia o meno, più che il principio di queste istituzioni, ciò che è immediatamente in causa è la risposta degli uomini pro o contro Dio davanti all'imminenza di avvenimenti la cui ora si avvicina. E questi avvenimenti, nello spirito delle sétte, devono conseguire il risultato di instaurare «l'autorità di un agente unico, regolatore e coordinatore universale», come ha detto un Gran Commendatore della Massoneria di Rito Scozzese che ha poi aggiunto: «Con quale mezzo questo agente si imporrà? Probabilmente mediante la guerra, una terza, e speriamo ultima, convulsione mondiale». Queste parole massoniche si accordano con quelle che furono pronunciate quattro anni più tardi, il 17 febbraio 1953, davanti al Senato americano dal banchiere James Paul Warburg:
Se il fine ultimo, la «Grande Opera» delle forze occulte comporta questo complesso politico-religioso, sarebbe leggerezza da parte nostra non aspettarsi in un prossimo avvenire degli avvenimenti internazionali che non siano legati in maniera sovversiva alla questione religiosa. Ha scritto Fratel Marsaudon: «Non possiamo ignorare il Concilio e le sue conseguenze».
Attualmente, convinciamocene, siamo nel bel mezzo della più formidabile delle guerre di religione, anche se nessuno la vuole riconoscere come tale. Il mondo ne è coinvolto. Se la fede ci dà delle serene certezze sulla perennità della Chiesa, la nostra personale salvezza e il nostro dovere di cooperazione all'opera di Dio ci obbligano nondimeno ad una fedeltà che possiamo riassumere in tre punti essenziali: l'Eucarestia, la Vergine Maria e il Papa.
Note
1 Traduzione dell'originale francese Les forces occultes dans le monde moderne (1965), a cura di Paolo Baroni. Trattasi del testo di una conferenza tenuta dall'Autore e strascritta, di cui la data e il luogo ci sono sconosciute 2 L'Autore si riferisce certamente ad un discorso che il futuro Pontefice pronunciò durante un Congresso anti-massonico tenutosi a Trento alla fine di settembre del 1896. Rivolgendosi alla gioventù adunata egli disse: «Miei cari giovani, lottate, lottate sempre contro la Massoneria, smascherate questa sètta infame. Anch'io, un tempo, ho creduto esagerato ciò che si diceva sul suo conto, ma in seguito, tramite il mio ministero, ho avuto modo di toccare con mano le ferite che essa produce; così mi sono convinto che tutto ciò che è stato pubblicato a riguardo di questa associazione infernale non ha ancora svelato tutta la verità» (cfr. Les Amis du Christ-Roi, L'Église eclipsée, Ed. Delacroix, 1997, pag. 29). 3 Missione dei Sovrani, Missione degli ebrei; Missione dei francesi; Missione degli operai; Missione dell'India. 4 Cfr. N. Deschamps, Les Sociétés Secrètes («Le Società Segrete»), Lipsia 1862. 5 L'Autore ha tenuto la presente conferenza prima della caduta del Muro di Berlino e della successiva e generale débâcle del comunismo in Unione Sovietica, nell'ex Iugoslavia e nei Paesi dell'Est europeo, motivo per cui la sua esposizione si rifà alla situazione geopolitica precedente a tale evento (N.d.T.). 6 Anche su questo punto, l'Autore era troppo in anticipo. Oggi vediamo come, dopo il Concilio, anche la Gerarchia della Chiesa cattolica sembra asservita al grande piano sinarchico e divenire sempre più parte della grande chiesa ecumenica che si vuol costruire (N.d.T.). 7 Cfr. A. Saint-Yves d'Alveydre, Missione dei Sovrani, 1882, pagg. 433-434. 8 Cfr. L.-C. De Saint-Martin, Des erreurs et de la Verité («Degli errori e della verità»), Edimburgo 1782, 2ª parte, pag. 230.
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