a cura di JesusIsSavior 1
Come la Planned Parenthood ha imbrogliato l'America
Nel marzo del 1925, durante una riunione dell'International Birth Control («Controllo internazionale delle nascite») tenutasi a New York City, un oratore avvertì della minaccia per l'America posta dal pericolo «nero» e «giallo». L'uomo non era un nazista o un membro del Ku-Klux-Klan; era il Dr. Sigard Adolphus Knopf (1857-1940), un eugenista, membro dell'American Birth Control League («Lega Americana per il Controllo delle Nascite») di Margaret Sanger, che insieme ad altri gruppi più tardi divenne nota come la Planned Parenthood («maternità pianificata»).
Tra gli altri colleghi della Sanger c'erano dei razzisti dichiarati. Uno di essi era Lothrop Stoddard (1883-1950), laureato ad Harvard, membro del Ku-Klux-Klan, eugenista e autore nel 1920 dell'opera The Rising Tide of Color Against White World Supremacy («La marea montante del colore contro la supremazia bianca mondiale»). Stoddard era una sorta di entusiasta nazista che descrisse le pratiche eugenetiche messe in campo dal Terzo Reich come «scientifiche e «umanitarie». Il Dr. Harry Laughlin (1880-1943), un altro socio della Sanger, eugenista e sostenitore della sterilizzazione forzata, membro del Consiglio della sua associazione, parlò della «purificazione del bestiame umano d'America» e della necessità di eliminare le «razze cattive».
Sopra: The Rising Tide of Color Against White World Supremacy, di Lothrop Stoddard.
Tali «razze» includevano «gli inetti e la classe ignorante e indegna di bianchi antisociali del Sud». Per non essere da meno dei suoi seguaci, Margaret Sanger parlò della sterilizzazione di coloro che designò come «inadatti», un piano che avrebbe decretato la «salvezza della civiltà americana». E anche lei parlò di coloro che definì «irresponsabili e sconsiderati», includendo quelle persone «i cui scrupoli religiosi hanno la meglio sul controllo della loro proliferazione». Essa inoltre affermò che
Il fatto che per la Sanger molti americani di origine africana costituissero un segmento di popolazione che essa considerava «inadatta» non può essere facilmente confutato. Se da una parte gli attuali apologisti della Planned Parenthood tentano di separare l'eugenetica dal movimento per il controllo delle nascite, la storia dice tutt'altro. Infatti, il tema dell'eugenetica era preminente nella Birth Control Review, la rivista che la Sanger fondò nel 1917.
Su questo periodico essa pubblicò articoli come «Some Moral Aspects of Eugenics» («Alcuni aspetti morali dell'eugenetica»; giugno 1920), «The Eugenic Conscience» («La coscienza eugenetica»; febbraio 1921), «The purpose of Eugenics» («Lo scopo dell'eugenetica»; dicembre 1924), «Birth Control and Positive Eugenics» («Controllo delle nascite ed eugenetica positiva»; luglio 1925), «Birth Control: The True Eugenics» («Controllo delle nascite: la vera eugenetica»; agosto 1928), e molti altri.
Queste origini eugenetiche e razziste sono difficili da digerire per gli attuali membri della Planned Parenthood Federation of America (PPFA) - che nel 1966 consegnarono il Premio Margaret Sanger a Martin Luther King (1929-1968) - come Faye Wattleton, un'ex infermiera di colore che ha ricoperto la carica di presidentessa della Planned Parenthood dal 1978 al 1992. Sebbene all'inizio la Planned Parenthood fosse un gruppo sociale emarginato, solitamente condannato dai leader religiosi e politici del tempo, oggi è un'organizzazione di alto profilo e ben consolidata, con ampi appoggi organizzativi ed ideologici negli strati più elevati della società e del governo statunitense.
Le sue statistiche vengono accettate senza riserve dai maggiori media ufficiali come se fossero «vangelo»; i suoi annunci a piena pagina appaiono su quotidiani di grande tiratura; i suoi autorevoli portavoce vengono interpellati per fornire analisi di quelle che dovrebbero essere le politiche familiari d'America, avanzando risposte ufficiali che i membri del Congresso e tutti i legislatori di Stato delle Corti Supreme di Giustizia accettano come «ortodossia sociale».
Sopra: Faye Wattleton, presidentessa della Planned Parenthood dal 1978 al 1992.
Le famiglie numerose sotto accusa
L'ossessione della Sanger per l'eugenetica può essere tracciata già a partire dalla origine familiare. Cresciuta in una famiglia con undici figli, ella scrisse nel suo libro autobiografico My Fight for Birth Control («La mia lotta per il controllo delle nascite»; 1931):
Sopra: la copertina del libro autobiografico di Margaret Sanger My Fight for Birth Control.
Tanto forte fu l'impressione che ricevette nella sua infanzia crescendo in una famiglia con uno status inferiore, esacerbata dalle idee iconoclaste di suo padre, un «libero pensatore» i cui «atteggiamenti anticattolici non lo resero molto popolare» in una comunità prevalentemente irlandese. Il fatto che le famiglie ricche di Corning, il suo paese nativo, avessero pochi figli, convinse la Sanger che la povertà appartenesse unicamente alle famiglie numerose.
L'impatto personale di questa convinzione giunse al suo culmine nel 1899, quando ella aveva quarantotto anni. La Sanger si convinse che le «dure prove della maternità» avevano provocato la morte di sua madre. La lunga malattia (la tubercolosi) che aveva tolto la vita a sua madre, visitò anche la Sanger alla nascita del suo primo figlio, il 18 novembre 1905.
Sopra: Margaret Sanger e il figlio Grant nel 1922.
La diagnosi la costrinse a rifugiarsi nell'Adirondacks per rafforzarla in vista dell'imminente nascita. Nonostante le precauzioni, la venuta al mondo del figlio Grant fu «agonizzante». L'unico ricordo che la Sanger serbò di quell'avvenimento lo descrisse venticinque anni più tardi come una «tortura mentale». Una volta essa parlò di quell'esperienza come di un fattore di cui avrebbe «tenuto conto» nella sua zelante campagna per il controllo delle nascite.
Fin dall'inizio, il sostegno che la Sanger fornì all'educazione sessuale rifletteva il suo interesse per il controllo della popolazione e la prevenzione delle nascite fra gli «inadatti». Il suo primo manuale per adolescenti, pubblicato nel 1915 e intitolato What Every Boy and Girl Should Know («Ciò che ogni ragazzo e ragazza dovrebbero sapere»), provocò non poco dissenso. Esso descrive un circolo vizioso; l'ignoranza genera la povertà e la povertà genera l'ignoranza. C'è solamente una cura per entrambe, ed è quella di fermare questo ciclo.
Sopra: la copertina del libro della Sanger What Every Boy and Girl Should Know.
Occorre smetterla di dare alla luce dei figli la cui eredità non può essere né la salute né l'intelligenza. Bisogna cessare di mettere al mondo dei figli i cui genitori non possono offrirgli nulla. Per la Sanger, il rifiuto di codici morali e religiosi inerenti la condotta sessuale era una naturale conseguenza della mancanza di valore di tali codici nella ricerca dell'individuo dell'autorealizzazione. Scrive la Sanger nel suo libro del 1922 The Pivot of Civilization («Il perno della civiltà»):
Sopra: la copertina del libro della Sanger The Pivot of Civilization.
Il suo atteggiamento è stato descritto in maniera appropriata come libertinaggio, ma la conoscenza della sessualità non corrisponde alla libertà individuale, come viene enfatizzata nei suoi scritti sulla procreazione. La seconda edizione della storia della vita della Sanger, An Autobiography («Un'autobiografia»), apparve nel 1938. In essa, la Sanger descrive il suo primo tour di conferenza attraverso le campagne nel 1916. Il suo discorso standard rivendicava sette condizioni di vita che richiedevano l'uso del controllo delle nascite:
Non esisteva nessun diritto all'educazione sessuale in vista della procreazione. La Sanger affermò:
Sopra: la copertina dell'autobiografia della Sanger.
Fanatismo religioso
Negli anni '10 e '20 del XX secolo, tutto l'ordine sociale e religioso - leggi, politica, medicina e mass media - era contrario all'idea e alla pratica del controllo delle nascite. Questa opposizione era iniziata nel 1873, quando in occasione di un Congresso preminentemente protestante, un presidente evangelico approvò - all'interno della legge - una postilla che divenne nota come «Legge Comstock», dal nome del suo proponente principale, Anthony Comstock (1844-1915).
Sopra: il politico Anthony Comstock.
Il Congresso degli
Stati Uniti classificò come scritti osceni - insieme ai
farmaci e alle relative apparecchiature - quegli articoli che
promuovevano la contraccezione o l'aborto, ponendoli sotto una
medesima rete di criminosità, e ne impedì la loro importazione o
spedizione postale. La Sanger disse che tale legislazione doveva
essere abolita o corretta. I suoi sforzi iniziali furono diretti al
Congresso con l'apertura, nel 1926, di un ufficio dell'American
Birth Control League a Washington, D.C. La Sanger voleva che
fosse emendata la sezione nº 211 del Codice Penale americano onde
permettere la spedizione interstatale postale di contraccettivi
ai medici, ai farmacisti e alle ditte farmaceutiche.
Durante i mesi di gennaio
e febbraio del 1926, la Sanger e i suoi colleghi intervistarono
personalmente quaranta senatori e quattordici delegati. Nessuno fu
d'accordo sul presentare un emendamento per correggere la Legge Comstock.
Fresca di questo rifiuto unanime, la Sanger inviò nuove direttive
ai suoi seguaci:
«C'è ovunque
un'accettazione generale delle nostre idee, tranne che negli
ambienti religiosi [...]. Il "National Catholic Welfare
Council" ha un comitato legislativo speciale
organizzato per bloccare e sconfiggere la nostra proposta legislativa.
Essi
affermano che intendono legiferare per i
non-cattolici seguendo i dettami della Chiesa».
Sopra: Margaret Sanger, seduta al centro della foto, circondata dalle sue collaboratrici.
In realtà, non c'era alcun comitato. Venti laici o religiosi non-cattolici e altre organizzazioni religiose si erano unite al National Catholic Welfare Council opponendosi ad un emendamento della Legge Comstock. Non era la prima volta, e non fu nemmeno l'ultima, che la Sanger cercò di suscitare un conflitto sèttario prendendosela con i cattolici per via dei suoi fallimenti in campo legislativo.
Colpire i cattolici era una tattica standard (che anche il Planned Parenthood utilizza ai nostri giorni), anche se a quel tempo erano anche altri gruppi cristiani che dissentivano dalle sue proposte. Otto anni dopo, nel 1934, la Sanger si recò nuovamente al Congresso. Dopo il primo giorno di audizioni, il New York Times parlò della «solida opposizione cattolica alla misura. Secondo Margaret Sanger [...], attualmente è questa l'unica opposizione organizzata alla nostra proposta». La Sanger scrisse una lettera ai suoi «amici, colleghi e sostenitori» in cui ritrasse la testimonianza degli avversari come l'opera di cattolici determinati:
Sopra: la Sanger (indicata dalla freccia) durante una manifestazione propagandistica negli anni '20.
Per la Sanger, l'atteggiamento appropriato da adottare nei confronti dei suoi critici religiosi era il linciaggio morale, la diffamazione personale e il fanatismo vecchio stile. La sua rivista Birth Control Review stampò un articolo in cui si affermava:
Uno dei favoriti persecutori di cattolici della Sanger fu Norman Edwin Himes (1899-1949), il quale scrisse diversi articoli per la sua rivista. Himes giunse addirittura a chiedersi se c'erano delle differenze genetiche tra cattolici e non-cattolici:
Sopra: il sociologo Norman Edwin Himes.
La Sanger cercò di isolare i cattolici creando una divisione tra loro e i protestanti che condividevano da secoli prospettive identiche sul controllo delle nascite e sull'aborto. Essa accolse calorosamente un rapporto proveniente dalla maggioranza del Committee on Marriage and the Home («Comitato sul matrimonio e sulla casa»), e dal General Council of Churches («Consiglio Generale delle Chiese»; più tardi «Consiglio Nazionale delle Chiese»), che difendeva il controllo delle nascite.
Questo Comitato era per lo più composto da élite sociali protestanti, tra cui figurava il miliardario John D. Rockefeller Jr (1874-1960). Numerose confessioni protestanti ripudiarono pubblicamente l'appoggio fornito alla Sanger da questo Comitato. Il reverendo Worth Tippy (1866-1961), segretario del consiglio esecutivo e autore del rapporto, scrisse alla Sanger nell'aprile del 1931:
La Sanger rispose immediatamente a Tippy dicendogli che sarebbe stata «ben felice di selezionare nomi di persone dai nostri elenchi che penso potrebbero sottoscrivere le nostre iniziative». Tippy le rispose un settimana più tardi rendendosi disponibile a fornirle i nomi per una raccolta di fondi e ringraziandola per l'offerta di «nomi di persone che possono contribuire a cause generose e che sono favorevoli al controllo delle nascite».
Egli riferì anche che si erano aspettati una dura reazione da parte dei «gruppi fondamentalisti», ma che non era accaduto nulla di tutto ciò. I protestanti affermarono ripetutamente la loro unità con i cattolici nell'opporsi alle iniziative della Planned Parenthood. Durante i tentativi della Sanger di riformare la Legge dello Stato di New York, un altro protestante si schierò con i cattolici. Il reverendo John Roach Straton (1875-1929), pastore della Calvary Baptist Church di New York City, affermò:
Sopra: il reverendo John Roach Straton.
L'attacco della Sanger ai cattolici apparve come un tentativo di distogliere l'attenzione dalla politica classista della Planned Parenthood. Il sacerdote cattolico John Augustine Ryan (1869-1945), teologo moralista, scrisse:
Sopra: Padre John Augustine Ryan.
La sregolatezza sessuale della Sanger fu un'altra causa del suo livore anti-cattolico. Un suo biografo, David Michael Kennedy, ha scritto che il suo obiettivo primario era quello di «aumentare la quantità e la qualità delle relazioni sessuali». Essa disse che il movimento di controllo delle nascite avrebbe liberato la mente umana dai «pregiudizi sessuali e dai tabù, esigendo il più franco e inflessibile riesame del sesso nella sua relazione con la natura umana e con le basi della società».
Sopra: lo storico David Michael Kennedy e a lato la sua biografia della Sanger Birth Control in America: The Career of Margaret Sanger (1970)
La Sanger e il Dr. Gamble
Fu nel 1939 che emersero le vedute della Sanger a riguardo delle pratiche riproduttive degli afroamericani. Dopo il mese di gennaio del 1939, il suo Clinical Research Bureau e l'American Birth Control League si fusero per dare vita alla Birth Control Federation of America. Il Dr. Clarence James Gamble (1894-1966) fu scelto per succedere alla direzione regionale del Birth Control Federation of America per il Sud. Il Dr. Gamble, della famosa ditta di saponi Procter & Gamble, non era un nuovo venuto nell'organizzazione della Sanger.
Sopra: il Dr. Clarence James Gamble.
Prima aveva ricoperto la carica di direttore nell'American Birth Control League. Gamble non perse tempo e nel novembre del 1939 scrisse un memorandum intitolato Suggestion for "Negro Project" («Proposte per il "Progetto Negro"»). Sapendo che i leader di colore avrebbero probabilmente visto il controllo delle nascite come un complotto di sterminio nei loro confronti, egli suggerì che i leader neri avrebbero dovuto ricoprire posizioni che li vedevano responsabili, com'era successo durante una conferenza ad Atlanta.
Dal resto del promemoria, è evidente che Gamble concepì il Progetto come uno spettacolo di strada. Un ministro nero pentecostale doveva improvvisare un revival (un sermone) per raccogliere «contributi» anche dagli altri ministri che avrebbero cooperato a livello locale. Un'«infermiera di colore» avrebbe seguito la riunione, sostenuta da un «medico di colore» pagato. Gamble suggerì anche che la musica sarebbe stata un'attrazione utile per diffondere il loro messaggio nel corso della riunione. La Sanger rispose a Gamble il 10 dicembre 1939, dando il suo assenso. Ella scrisse:
Nel 1940, il denaro per due manifestazioni del «Negro Project», da tenersi negli Stati meridionali, fu donato dal magnate della pubblicità e filantropo Albert Lasker (1880-1952) e dalla moglie Mary. Il controllo delle nascite venne presentato ad entrambi come uno strumento di miglioramento economico e come una misura sanitaria che avrebbe abbassato l'incidenza della mortalità infantile.
Sopra: Albert e Mary Lasker.
All'Assemblea Generale annuale della Birth Control Federation of America del 1942, un membro del Consiglio di colore, la Dr.ssa Dorothy Celeste Boulding Ferebee (1898-1980) – laureatasi cum laude a Tuft e presidente di Alpha Kappa Alpha, la più grande comunità di donne di colore - indirizzò ai delegati neri della nazione alcune parole a riguardo degli sforzi della Planned Parenthood in favore delle minoranze diseredate:
Sopra: la Dr.ssa Dorothy Celeste Boulding Ferebee.
Il controllo delle nascite come misura di miglioramento economico destò un certo interesse nelle persone con un reddito molto basso. Sul giornale Black Chicago Defender, del 10 gennaio 1942, apparve un interessante articolo di tre colonne che parlava dell'appoggio al programma della Sanger da parte delle donne di colore più importanti della comunità.
Tale articolo conteneva almeno sei riferimenti precisi, come ad esempio il fatto che il controllo delle nascite avrebbe costituito un rimedio ai problemi economici: «In tal modo si eleva lo standard di vita permettendo ai genitori di scegliere il numero dei componenti della famiglia in base al reddito». Ai lettori si diceva anche che il controllo delle nascite «non è un'operazione. Non è un aborto. L'aborto uccide la vita appena iniziata [...]. Il controllo delle nascite non è né dannoso, né immorale».
Ma lo scoglio morale avrebbe potuto essere superato solo con l'appoggio dei leader religiosi afroamericani, e così i ministri di colore furono sollecitati ad aderire a questo programma. Nel marzo del 1942, Florence Rose (1903-1961), per molto tempo segretaria della Sanger, preparò un rapporto delle attività che descriveva i progressi del «Negro Project». Essa parlò di una recente riunione della Planned Parenthood Negro Division cui aveva presenziato un membro, il vescovo metodista David H. Sims (dell'African Methodist Episcopal Church), che aveva espresso il suo apprezzamento per il riconoscimento della Planned Parenthood da parte dell'opposizione nera al controllo delle nascite, e per gli sforzi fatti per ottenere l'appoggio dei leader di colore.
Sopra: il vescovo metodista David H. Sims.
Egli offrì la propria disponibilità e aiuto per qualsiasi necessità. Il vescovo Sims si offrì per iniziare il «processo di addolcimento» fra i rappresentanti delle varie denominazioni nere che presenziavano alle riunioni mensili del Federal Council of Churches e la sua Division of Race Relations. Questi e altri sforzi diedero i loro frutti soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Entro 1949, l'intera rete della leadership di colore delle organizzazioni religiose, sociali, professionali e accademiche appoggiò il programma della Planned Parenthood.
Scandalo nazionale
Più di un decennio dopo, la Planned Parenthood continuò a bersagliare i gruppi minoritari, ma senza grande successo. Nel 1940, le donne di colore tra i diciotto e i diciannove anni contavano 61 nascite su ogni 1.000 donne non sposate. Nel 1968, la cifra corrispondente era di 112 donne su 1.000, un salto di percentuale del 100%.
Quale altro fattore aveva potuto incidere sulla percentuale accresciuta di attività sessuale rispetto ad un accesso più agevolato al controllo delle nascite, con la sua promessa di una sessualità senza lacrime e conseguenze? Il ginecologo Alan Guttmacher (1989-1974), in seguito presidente della Planned Parenthood, si dette da fare per mostrare ai legislatori che il controllo delle nascite avrebbe prodotto una situazione in cui i «le minoranze che continuamente fanno figli fuori dal matrimonio, contrariamente alla maggioranza, non persisteranno più in questo atteggiamento».
Sopra: Il ginecologo Alan Guttmacher.
Nonostante le rassicurazioni secondo cui alcun gruppo razziale o etnico fosse designato come «bersaglio», i neri americani, tra cui figurava una grande porzione di poveri, fu oggetto di alta priorità negli sforzi su scala nazionale da parte della Planned Parenthood. L'educatore Donald B. Strauss (1916-2007), presidente della Planned Parenthood World Population, durante la Convenzione nazionale democratica del 1964 esortò i convenuti a liberalizzare determinate leggi inerenti il controllo delle nascite e ad adottare politiche nazionali ed estere conformi alle mète perseguite:
Osservando i «successi» del programma di controllo delle nascite sovvenzionati mediante apposite tasse, nel 1970 Guttmacher notò che «i servizi di controllo delle nascite stanno proliferando in aree adiacenti alle concentrazioni di popolazione di colore» 2. Guttmacher pensava che finché il tasso di natalità continuava a precipitare o rimaneva ad un livello basso, la Planned Parenthood avrebbe certamente dovuto presentare la famiglia di taglia media come quella ideale prima di tentare di imporla con la coercizione.
Egli era convinto che questa mèta sarebbe stata raggiunta in modo migliore contando su gruppi come la Planned Parenthood Federation of America che predicavano la dottrina di una famiglia con una media di 2,1 figli, altrimenti gli utenti delle minoranze si sarebbero sentiti offesi. Egli riteneva che il numero dei membri familiari sarebbe notevolmente calato se l'aborto fosse stato liberalizzato su scala nazionale e con l'appoggio dello Stato. In questo egli vide giusto. Ma Guttmacher non rinunciò mai del tutto all'idea di controllo della popolazione totalmente forzato:
Sopra: donna costretta all'aborto in Cina.
Attualmente, l'aborto obbligatorio è già praticato ampiamente nella Cina comunista, con l'approvazione dell'International Planned Parenthood Federation.
Ironia estrema
Nonostante il suo passato dolente, la Planned Parenthood è riuscita col tempo a costruirsi un'immagine di tolleranza e di partecipazione delle minoranze grazie alla sua presidentessa, Faye Wattleton, un'afroamericana divorziata e fotogenica, messa a capo della Planned Parenthood Federation of America nel 1978, un posto che ha occupato fino al 1992.
Sebbene ricevesse un compenso minore rispetto agli altri membri bianchi della federazione, essa era in possesso di credenziali impeccabili che avrebbero formato il cardine delle pubbliche relazioni di Margaret Sanger e del Dr. Clarence Gamble. La biografia di Wattleton del Planned Parenthood Federation of America la descrive come un'amica «dei poveri e dei giovani», un'infermiera dell'ospedale di Harlem, e la vincitrice nel 1989 del Congressional Black Caucus Foundation Humanitarian Award e del World Institute of Black Communicators' 1986 Excellence in Black Communications Award.
Inoltre, egli afferma che venne rappresentata in un'esposizione fotografica nazionale intitolata «I Dream A World: Portraits of Black Women Who Changed America» («Io sogno un mondo: ritratti di donne di colore che hanno cambiato l'America»). Ella venne intervistata dalla rivista Ebony, e comparve sulla copertina del periodico Black Enterprise 3.
Il suo orientamento ideologico ha ricevuto un riconoscimento nella forma del Better World Society's 1989 Population Model, un premio elargitole dalll'American Humanist, e altri premi. Ma certamente, lo spettacolo del Congressional Black Caucus che conferì un premio umanitario alla donna nera che dal 1973 presiedette l'organizzazione che giustificò la morte di quasi 8.000.000 di bambini neri e provocò il crollo della famiglia di colore fu estremamente ironico.
Ogni giorno, nelle cliniche della Planned Parenthhod 1.000 bambini di colore vengono uccisi mediante l'aborto.
L'angelo della morte
Nel suo libro Killer Angel (1995), scrive George Grant (1918-1988):
Sopra: il filosofo George Grant e il suo libro Killer Angel.
Killer Angel racconta la vera storia dietro ad uno dei più grandi miti che controllano la nostra cultura odierna, ossia la vita e l'eredità di Margaret Sanger, la fondatrice della Planned Parenthood. Grant mette in mostra «la Grande Bugia» perpetuata dai seguaci della Sanger e dall'organizzazione che ha creato. Attraverso una ricerca particolareggiata e una scrittura concisa, Grant svela il vero carattere della Sanger e della sua ideologia che includeva il razzismo più sfacciato, il socialismo rivoluzionario, la perversione sessuale e un'insaziabile avidità.
A sostegno delle sue scoperte, Grant riporta citazioni dirette prese da fonti più che attendibili come la Birth Control Review, diretto dalla stessa Sanger. La sua biografia rivela l'educazione disturbata e l'infelice che la Sanger ricevette, e che più tardi contribuì alla sua inquietudine e amarezza, nonché alla sua fissazione per le droghe, per l'alcol e per l'occulto 4. Particolarmente scioccante risulta il coinvolgimento della Sanger nel Movimento Eugenetico. Scrive Grant:
La Sanger morì il 6 settembre 1966, una settimana prima del suo ottantasettesimo compleanno. Scrive Grant:
Sopra: una delle ultime fotografie della Sanger.
Il libro di Grant si è rivelato una minaccia per coloro che seguono la sètta della Planned Parenthood. Infatti, la lettura di Killer Angel è stata recentemente proibita in una biblioteca pubblica di Toledo, nell'Ohio. Il direttore della biblioteca ha affermò in una lettera che «l'agenda politica e sociale dell'autore, che viene continuamente esposta in tutto il libro, non è adatta ad una biografia critica su questo argomento».
In risposta, Grant ha scritto: «La domanda da farsi è se è giusto che i bibliotecari esprimano giudizi personali sulle mie idee politiche o su quelle di altri autori». Censurando Killer Angel, la biblioteca la violato le sue stesse politiche secondo cui «la raccolta della Biblioteca includerà materiali rappresentativi di tutte le razze, nazionalità, e di tutte le opinioni politiche, religiose, economiche e sociali». Eccetto quelle cristiane, apparentemente.
Mentre la biblioteca pubblica di Toledo non può essere interessata alle informazioni contenute nel libro di Grant, i sostenitori pro-life troveranno questa biografia utile e illuminante. Essa è come un potente strumento per dissipare i miti che circondano una donna considerata un'eroina da molti che hanno dato vita e lavorato per un'organizzazione che è responsabile della morte di milioni di nascituri. Scrive ancora Grant:
Killer Angel è un'opera notevole nel fare ciò.
L'eredità della Sanger consiste nella libertà riproduttiva e nel razzismo
Nonostante il presunto contributo di Margaret Sanger al controllo delle nascite e ad un'accresciuta libertà della donna, la sua eredità viene ridimensionata dal suo coinvolgimento nell'eugenetica. Come molte femministe moderne, la Sanger se ne fregò della classe e della razza. Scrive la rivista Women's News:
Malgrado la sua influenza - per molti positiva - io considero la Sanger una falsa eroina che abbracciando il movimento eugenetico mostrò quanto meno una grande insensibilità. Da quanto affermato dai suoi soci, così come da alcuni degli articoli che sono stati pubblicati nel periodico da lei stessa diretto, è possibile concludere che «razzialmente insensibile» è una descrizione fin troppo blanda.
Effettivamente, alcune delle sue asserzioni, prese sia dentro che fuori dal contesto, sono semplicemente razziste. Essa non rimproverò mai quegli eugenisti che credevano di poter migliorare le qualità ereditarie di una razza o di una stirpe mediante il controllo degli accoppiamenti per eliminare certe caratteristiche «indesiderabili» e promuovere tratti del volto «desiderabili».
La Sanger: «Dobbiamo limitare la fertilità delle persone mentalmente e fisicamente inadatte»
Ella scrisse nel suo libro The Pivot of Civilization, recentemente ripubblicato:
Questo libro, scritto nel 1922, fu pubblicato in un periodo storico in cui il razzismo scientifico veniva utilizzato per asserire l'inferiorità dei neri. Chi determina chi è mentalmente ritardato? Come verrebbero segregati questi individui? Le conseguenze di tali asserzioni sono agghiaccianti. In un articolo del 1921 pubblicato sulla Birth Control Review, la Sanger scrisse: «Il problema odierno più urgente è come limitare e scoraggiare la fertilità delle persone mentalmente e fisicamente inadatte».
I recensori di uno dei suoi articoli del 1919 riassunsero i suoi obiettivi in una frase: «Più bambini adatti, meno inadatti». Di nuovo: la questione di chi decida chi è adatto e chi non lo è si rivela molto importante, ed era un problema al quale la Sanger rispose solo parzialmente: «Coloro che sono innegabilmente deficienti mentali devono davvero non solo essere scoraggiati, ma prevenuti dal propagare la loro stirpe». La Sanger difese la sterilizzazione obbligatoria degli alienati e dei deficienti. Tali posizioni sollevano alcune perplessità, come ad esempio l'opinione che dovremmo avere di quegli uomini che sono stati elevati a padri fondatori della nostra nazione e che allo stesso tempo erano degli schiavisti.
Come giudicare queste figure storiche? Come calcolare il loro contributo in quel contesto? È facile constatare come ci sia dell'antipatia la verso Sanger fra le persone di colore, e considerando questo fatto e vista la storia del nostro Paese, siamo noi le persone descritte il più delle volte come «inadatte» e «deficienti». Molte donne afroamericane sono state sottoposte alla sterilizzazione forzata. Alcune di esse non hanno mai saputo di essere state sterilizzate finché hanno tentato, inutilmente, di avere dei figli.
Nel 1973, la rivista Essence ha pubblicato un dossier sulle pratiche di sterilizzazione forzata messe in atto nel Sud rurale, dove diversi medici razzisti pensavano di compiere un doveroso servizio sterilizzando le donne di colore senza il loro consenso. Se da una parte non si può ritenere direttamente responsabile Margaret Sanger per le azioni di questi medici, dall'altra non è possibile non vedere quanto le sue parole siano particolarmente ripugnanti in un contesto razziale.
La Planned Parenthood Federation of America è stata sempre protettiva a riguardo della reputazione di Margaret Sanger e difensiva circa le sue dichiarazioni di stampo razzista. I suoi membri hanno sempre sostenuto che molti degli attacchi alla figura della Sanger provengono da attivisti pro-life che avrebbero interesse a distorcere l'opera della Sanger e della Planned Parenthood.
Mentre è comprensibile che la Planned Parenthood sia protettiva circa la reputazione della sua fondatrice, non si può ignorare il fatto che la Sanger fu la direttrice della Birth Control Review dalla sua scesa in campo fino al 1929. Sotto la sua direzione, questo periodico pubblicò articoli che abbracciavano posizioni filo-eugenetiche. Se la Sanger fosse stata un'anti-eugenetica, come sostiene la Planned Parenthood, non avrebbe fatto pubblicare così tanti articoli favorevoli a questa dottrina abominevole.
Sopra: propaganda eugenista. Mediante il controllo delle nascite si evita il sovrappopolamento del pianeta (un altro mito...).
Come molte femministe moderne, la Sanger ignorò la razza e la classe
Potrebbe la rivista Crisis, l'organo ufficiale della National Association for the Advancement of Colored People («Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore»; NAACP), pubblicare articoli redatti da membri del Ku Klux Klan? La Planned Parenthood pubblicherebbe articoli sulla protezione fetale scritti dal senatore repubblicano della Carolina del Sud Lindsey Graham? Gli articolati pubblicati sulla Birth Control Review mostrano l'empatia della Sanger con le dottrine eugenetiche.
Margaret Sanger lavorò gomito a gomito con William Edward Burghardt Du Bois (1868-1963) sul «Negro Project», nel tentativo di sottoporre le donne di colore del Sud al controllo delle nascite. Anche Mary McLeod Bethune (1875-1955) e Adam Clayton Powell Jr (1908-1972) furono coinvolti in questo sforzo.
Molto più tardi, Martin Luther King accettò un premio dalla Planned Parenthood e si complimentò per gli sforzi compiuti da quell'organizzazione. È possibile che il pensiero della Sanger si sia evoluto col tempo. Entro la fine degli anni '40, essa parlò su vari modi di risolvere il «problema dei neri» negli Stati Uniti. Tuttavia, questa possibile evoluzione non sradica l'impatto delle sue più precedenti asserzioni.
Qual è l'eredità della Sanger?
La Planned Parenthood Federation of America è cresciuta fino a divenire un'organizzazione con 129 società affiliate. Essa opera in ben 875 centri e presta i suoi servizi a circa 5.000.000 di donne ogni anno. La Planned Parenthood si è battuta - almeno a parole - per i diritti della donna, offrendo accesso ad un'assistenza sanitaria ad una folta clientela.
Sopra: una delle tante cliniche (abortiste) della Planned Parenthood diffuse sul territorio statunitense.
Come abbiamo già detto, in molti modi la Sanger non è diversa dalle femministe contemporanee che, dopo avere riconosciuto come di consueto i problemi relativi alla razza e alla classe, ritornano a focalizzare la loro analisi esclusivamente sul genere. Queste sono le femministe che sentono che le donne dovrebbero unirsi a loro per risolvere i «problemi femminili», ma che poi si battono per altri scopi.
Non comprendendo le differenze e il diverso impatto causato da certe politiche, queste femministe non sono riuscite ad aggregare le donne. La Sanger pubblicò la Birth Control Review nello stesso periodo in cui molti uomini di colore, appena tornati dalle trincee della Prima Guerra Mondiale, furono linciati in uniforme. Il fatto che essa non si sia resa conto del danno provocato dall'abbracciare il gergo razzista ed eugenetico a riguardo della sterilizzazione e dell'immigrazione suggerisce che è stata, nel migliore dei casi, socialmente miope. Questa è la ragione sufficiente a suggerire che la sua leadership fu difettosa e la sua eredità segnata dalla sua insensibilità.
Note
1 Traduzione dell'originale inglese The Truth About Margaret Sanger, a cura di Paolo Baroni. Scritto reperibile alla pagina web https://www.jesus-is-savior.com/Evils in America/Abortion is Murder/truth_about_margaret_sanger.htm Questo articolo è apparso per la prima volta sulla rivista Citizen, del 20 gennaio 1992. 2 Negli anni '80, il lavoro delle cliniche del sesso nelle scuole presso le comunità nere situate all'interno dei centri urbane divenne più intenso di quanto si aspettava. 3 Nel 1990, il Time pubblicò un profilo della Wattleton intitolato Nothing Less Than Perfect («Nientemeno che perfetto»). 4 Dopo la morte della figlia di cinque anni Peggy, la Sanger iniziò ad interessarsi di occulto praticando sedute spiritiche a avvicinandosi alla Teosofia e al rosicrucianesimo alla ricerca della divinità interiore (cfr. E. Chesler, Women of Valor: Margaret Sanger and the Birth Control Movement in America, Simon and Schuster, New York 1992, pagg. 28-29).
|