di Benedetta Frigerio 1
Premessa
Marion Zimmer Bradley, la madre di Moira Greyland, ha scritto il Ciclo di Avalon, una serie di romanzi di genere fantasy di enorme successo commerciale che riprende la tradizione del ciclo arturiano (prende il nome per l'appunto dalla immaginaria isola di Avalon, dove la leggenda colloca la tomba di Re Artù), sviluppando il tema del conflitto fra i druidi celtici e gli invasori romani rivisitandolo alla luce dell'ideologia gender e libertina.
Tutta la serie infatti è una riscrittura storico-religiosa del mito: l'autrice descrive, ispirandosi al genere fantasy, il passaggio dalle antiche religioni celtiche alla religione cristiana; nonché il passaggio da un mondo matriarcale a uno di stampo patriarcale. La serie nel 2001 ha avuto una trasposizione televisiva. In queste opere la famiglia viene messa in dubbio e il lesbismo promosso.
Ovviamente, il presupposto ideologico che passa nei lettori, senza che questi se ne accorgano, è che l'Occidente ha imposto stereotipi di genere bloccando la bellezza delle società precristiane dove c'era libertà e maggior rispetto della natura. A quale bellezza porti questo modo di concepire la nostra cultura e la nostra storia è evidenziato dalla vita reale dell'autrice, madre di Moira e complice degli abusi del padre su di lei e sugli altri ragazzini.
Ascoltiamo la coraggiosa testimonianza di Moira nel seguente video, che è stato censurato da YouTube perché la verità sul mondo gay non si può raccontare. I fatti devono cedere il posto all'ideologia.
Clicca sull'immagine per vedere il video.
Una storia tenuta nascosta per anni
Moira Greyland ha atteso la morte dei genitori per scrivere The Last Closet: The Dark Side of Avalon («L'ultimo armadietto: il lato oscuro di Avalon»), un libro che comincia così: «Sono la figlia di tre genitori gay».
Di suo padre, Walter H. Breen Jr (1928-1993), autore di fiction fantascientifiche, si seppe finalmente che era davvero un pedofilo seriale quando fu condannato nel 1990, dopo decine e decine di accuse, prima archiviate grazie alla sua notorietà e alla copertura da parte del mondo della fiction fantascientifica. Mentre sulle colpe di sua madre, Marion Zimmer Bradley (1930-1999), nota autrice di libri fantasy lettissimi negli States, si fa ancora silenzio.
Di lei ci si limita a dire che pur sapendo non aveva voluto denunciare il marito, mentre praticò come lui la pedofilia, per poi accompagnarsi ad una donna dopo la sua morte. Così racconta sua figlia in questo libro coraggiosissimo, non solo per la forza di mettere davanti al mondo il proprio dolore innocente, ma per il fatto di denunciare il legame intrinseco fra omosessualità e pedofilia:
Sopra: la pornografia spinge e incoraggia la pedofilia e l'incesto.
...per chi come i suoi genitori sposa l'ideologia LGBT. Infatti, sia Marion sia Walter erano convinti che non dovendo avere limiti, non essendo legato al fine procreativo ed essendo espressione dell'amore in ogni caso, il sesso doveva essere praticato fra persone dello stesso sesso così come con i bambini.
Ma chi sono questi due personaggi, ancora ammirati da certa cultura, che in ventisette anni di matrimonio abusarono entrambi di bambini e bambine e dei loro due figli? Marion era la figlia di un alcolista che a sua volta abusò di lei, ma non per questo la figlia Moira, pur perdonandola, giustifica la madre: «Penso che, qualunque sia il dolore che proviamo, siamo tutti responsabili delle nostre azioni e anche lei lo deve essere».
Anche perché chi subisce abusi «non vorrebbe che nessun altro ne
fosse soggetto». Certamente può accadere che la ripetizione
dell'abuso sia un modo per scappare da quello subito, ma «chi
commette crimini in preda al delirio poi esprime almeno un po' di
rimorso. Non ne ho mai visto nemmeno un briciolo in mia madre».
La ragione è chiara: quella dei suoi genitori non era solo una
debolezza, ma il frutto di un dolore trasformato in un'ideologia
sposata come giusta. Ferite enormi
Moira sottolinea anche come la tendenza omoerotica e la cultura che la sostiene siano un problema serio, frutto di ferite enormi. Secondo lei le tendenze di sua madre erano «il modo di vincere il suo violentatore». Marion rifiutava il sesso maschile e la femminilità come sinonimo di vulnerabilità. Per questo è
Il matrimonio con Walter era solo frutto di un'unione intellettuale: per lei «gli uomini potevano amarti solo per la tua mente». Per lei un uomo era avvicinabile solo se era femminista. Non a caso
Anche la pedofilia di Walter nasce dalla sua omosessualità divenuta ideologia. Abbandonato dal padre fu adottato da due persone che gli inculcarono il terrore di Dio e che poi divorziarono. Walter crebbe con una donna autoritaria, dopo aver subito violenze in orfanotrofio. Motivo per cui cercava «disperatamente amore dagli uomini», ma l'unica risposta che trovò fu quella di un uomo che abusò di lui.
Crescendo fece lo stesso per decenni. E, continua Moira, trovò «in mia madre la partner perfetta per i suoi crimini», tanto che lei lo sposò «pur sapendo che aveva già abusato di bambini dai tre ai dodici anni di età». Moira ha scritto questo libro soprattutto per svelare ad un mondo convinto che «basta che sia amore» per essere coppie da «Mulino Bianco»:
Questa donna, oggi madre, aggiunge poi che sono
I libri pericolosi di sua madre: la Saga di Avalon
Sono dure le parole di Moira, che per aver superato un trauma così profondo, sopravvivendo senza impazzire alle violenze, ha lottato con tutte le sue forze aggrappandosi a Dio. Sapendo che se non si combatte questa battaglia saranno migliaia gli innocenti destinati a soffrire come lei.
Perciò continua denunciando sua madre (che abbandonò Dio «perché non l'aveva salvata») per il fatto di aver incoraggiato «decine di migliaia dei suoi lettori a seguirla nei suoi passi lontani dalla cristianità e in una spiritualismo che pensava offrire di più» e per il fatto di aver diffuso una cultura pansessualista.
Sopra: tre volumi della Saga di Avalon, editi in Italia da Longanesi.
Nel volume si legge che Marion stessa lo aveva ammesso in tribunale quando suo marito fu accusato di pedofilia: «Ciascuno, anche i ragazzini, sono liberi di agire come vogliono». Come se i bimbi potessero essere consenzienti (quello che le lobby pedofile oggi tentano di far credere per aprire un primo spiraglio alla legalizzazione della pedofilia). E anche «mio padre era convinto che il miglior modo per esprimere amore verso i bambini era avere rapporti sessuali con loro».
La sua ideologia era questa: «Siccome il sesso coincide con l'amore, bisogna fare sesso con tutti». Chiaramente, sia Walter che Marion odiavano la differenza di ruoli dell'uomo e della donna, convinti che l'essere umano non fosse fatto per la monogamia. La figlia lo spiega così: «Il rinnegamento del ruolo è il rinnegamento dell'età adulta e della responsabilità, che però sono un dato di fatto». Soprattutto, fa notare:
Sopra: manifesto femminista.
La ragazza, che racconta delle orge a cui assisteva in casa sua, aggiunge:
I frutti avvelenati del gender
Impressiona leggere dell'educazione che Moira e il fratello ricevevano dai genitori, perché ricalca quella dell'ideologia gender che oggi viene introdotta nelle scuole con la parvenza di una cosa buona, inclusiva e tollerante. Nel volume emerge che i due si sposarono per fare figli, ma che
Moira spiega che per lui la Chiesa era contro il sesso, perché vuole privare del suo potere l'uomo, tanto che «se le persone non sono omosessuali è per colpa della religione e della società». Marion e Walter, membri attivi del movimento femminista ed LGBT, in casa ripetevano che «bisognava salvare la gente insegnando loro queste cose fin da piccoli e sessualizzandole».
Sopra: una coppia di omosessuali deride Gesù Cristo crocifisso durante un gay pride.
Certi che anche fare sesso con loro avrebbe contribuito alla liberazione: «Non era fare qualcosa di male, non era qualcosa che poteva distruggere una persona e farle tentare il suicidio», scrive Moira. E quando le vittime di suo padre lo denunciarono? «Pensò che gli avevano fatto il lavaggio del cervello». Scrive ancora la figlia che la pedofilia, sperimentata sulla sua pelle, «non genera amore, ma schiavitù, dipendenza dall'adulto».
Ma Moira non è la sola, perché già anni fa Dawn Stefanowicz scrisse Fuori dal Buio, la mia vita con un padre gay
Sopra: Dawn Stefanowicz e il suo libro Fuori dal Buio, la mia vita con un padre gay.
Anche lei racconta di un padre che la voleva lesbica e che abusò di lei quando era piccolissima. Anche lei fu costretta ad assistere alle orge a cui partecipava suo padre che aveva rapporti con uomini giovanissimi. Dawn ha poi spiegato che
Non è un caso, dunque, se dall'accettazione culturale dell'omosessualità si sta passando a quella della pedofilia. Come ha ricordato l'associazione Le Voix de l'Enfant («La voce del bambino») dopo che nel 2017 un tribunale francese ha scagionato dall'accusa di stupro un ventinovenne che aveva abusato di una bimba di undici anni (è successo anche in Italia):
Eppure se ne inizia a parlare. Prima sessualizzandoli all'asilo e poi affermando: ma se il bimbo è consenziente, perché no?
Sopra: il logo della NAMBLA, l'associazione americana che si batte per la depenalizzazione della pedofilia.
Note
1 Titolo originale dell'articolo: Moira, abusata dai genitori gay in quanto gay. Scritto reperibile alla pagina web http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6453&testo_ricerca=moira Le illustrazioni e le relative didascalie sono nostre. Lo è anche il grassetto.
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