titolo la manipolazione delle coscienze

di Olivier Couturier e Bertrand Morisset 1

 

postato: 6 luglio 2012

 

manipolazione delle coscienze - televisione bugiarda

 

John Swinton (1829-1901), redattore-capo del New York Times, in un discorso tenuto nel 1880 durante un banchetto in suo onore presso l'American Press Association («Associazione della Stampa Americana») ebbe a dire: «Che follia fare un brindisi alla stampa indipendente! Ciascuno, qui presente questa sera, sa che la stampa indipendente non esiste. Lo sapete voi e lo so io: non c'è nessuno fra voi che oserebbe pubblicare le sue vere opinioni, e, se lo facesse, lo sapete in anticipo che non verrebbero mai stampate. Vengo pagato duecentocinquanta dollari alla settimana per tenere le mie vere opinioni al di fuori del giornale per cui lavoro. Altri fra di noi ricevono la stessa somma per un lavoro simile. Se john swintonautorizzassi la pubblicazione di un'opinione sincera in un numero qualunque del mio giornale, perderei il mio impiego in meno di ventiquattro ore [...]. La funzione di un giornalista è di distruggere la verità, di mentire radicalmente, di pervertire, di avvilire, di strisciare ai piedi di Mammona e di vendersi egli stesso, di vendere il suo Paese e la sua gente per il proprio pane quotidiano o - ma la cosa non cambia - per il suo stipendio. Voi questo lo sapete e io pure: che follia allora fare un brindisi alla stampa indipendente! Noi siamo gli strumenti e i vassalli di uomini ricchi che comandano da dietro le quinte. Noi siamo i loro burattini; essi tirano i loro fili e noi balliamo. Il nostro tempo, i nostri talenti, le nostre possibilità e le nostre vite sono di proprietà di questi uomini. Noi siamo delle prostitute intellettuali» (*). Troppo spesso, la libertà di espressione, vanto delle democrazie che si vogliono moderne, appare per quello che è realmente: una chimera destinata a farci credere di essere liberi e di pensare con la nostra testa. La verità è che l'informazione non è che un nome dato a quell'insieme «notizie» che ci propinano i media destinate a forgiare l'opinione pubblica. Dietro alla facciata fittizia di un pluralismo delle idee si cela una censura mediatica (degna delle peggiori dittature) che filtra le notizie, che decide ciò che dobbiamo o non dobbiamo sapere, per il nostro «bene» e per l'«interesse nazionale», sia ben chiaro...      

 

(*) Cfr. P. Fahey s.j., The Mystical Body of Christ in the Modern World, pag. 14.

 

Premessa

 

In un primo tempo, andremo ad esporre una breve escursus dell'avvento delle diverse tecniche dell'informazione moderna, seguito dall'analisi e dalle osservazioni riguardanti alcune forme ambigue della comunicazione detta «di massa». È importante, infatti, proporre le grandi linee di riflessione a proposito della manipolazione delle coscienze: fatti, interpretazioni e dati scientifici.

 

I

La nascita della

comunicazione di massa

 

La nascita della stampa a grande tiratura

 

L'apertura dei grandi quotidiani del XIX secolo segnò gli inizi dell'informazione moderna, negli Stati Uniti col New York Sun (1833) e con il New York Herald (1835), in Francia (1836) con La Presse e Le siècle, e in Inghilterra col Daily Telegraph (1855). In un decennio apparvero altre testate giornalistiche e si assistette alle prime commercializzazioni massicce. Assai rapidamente, sorsero alcuni «giganti» della stampa che alla fine del secolo si impegnarono in battaglie degne di quelle che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni. Orson Welles (1915-1985), nel film del 1941 Citizen Kane (uscito in Italia con il titolo Quarto Potere) mostra il celebre scontro tra il World Pulitzer e The Journal di W. Randolph Hearst, che combatte la supremazia del primo.

 

Fin da questa epoca, l'informazione moderna diventa un mercato come un altro. Il monopolio sulla comunicazione dei grandi quotidiani proseguì fino alla comparsa della radiodiffusione. Le scoperte di Guglielmo Marconi (1874-1937) sulle applicazioni della radioelettricità permisero di stabilire fin dal 1899 il primo collegamento radio tra la Francia e l'Inghilterra. Questo primo messaggio hertziano inviato oltre la Manica non aveva nulla da invidiare alle perfezioni apportate da Johann Gutenberg (1394-1468) nel settore tipografico. La diffusione dell'informazione venne per sempre trasformata una ventina di anni dopo.

 

new york herald quarto potere - orson welles guglielmo marconi
New York Herald Quarto Potere Guglielmo Marconi

 

 

La radiodiffusione

 

La trasmissione di notizie sonore per mezzo di onde elettromagnetiche per uno scopo collettivo e politico venne utilizzata per la prima volta dai rivoluzionari bolscevichi in piena Rivoluzione d'Ottobre. Il 6 novembre 1917, i bolscevichi diffusero le istruzioni del Comitato rivoluzionario dall'incrociatore Aurora alle truppe russe di San Pietroburgo; questo messaggio annunciò il rovesciamento del governo legimittimo. Poiché il capo del governo provvisorio Aleksandr Fëdorovič Kerenskij (1881-1970) aveva proibito la diffusione dei giornali bolscevichi, la radiodiffusione si rivelò in quell'occasione come un mezzo di propaganda necessaria al trionfo dei rivoluzionari. Negli Stati Uniti, si calcola che nel 1921 ci fossero oltre 50.000 apparecchi-radio e 12.000.000 nel 1930. In Francia, il primo giornale radiofonico andò in onda nel 1922 dalla Torre Eiffel. Quello stesso anno, anche la B.B.C. (British Broadcasting Corporation) si lanciò nell'avventura radiofonica. Per la prima volta, la radio offriva  l'attualità in diretta e il commento degli avvenimenti nel momento in cui essi si svolgevano. I politici compresero assai velocemente il ruolo che questo mezzo di informazione avrebbe potuto sostenere nelle loro campagne propagandistiche.

 

La televisione

 

Il procedimento che permette la trasmissione di un'immagine da un punto ad un'altro risale al 1929. Fu un'un'invenzione dei fisici ed inventori francesi René Barthélémy (1889-1954) e Henri de France (1911-1986). Nel 1936, la B.B.C. mandò in onda il primo telegiornale al mondo. Nel 1948, la televisione esisteva solamente negli Stati Uniti (con già 250.000 apparecchi riceventi), in Francia, in Gran Bretagna e in Unione Sovietica, ma furono gli Stati Uniti che, fin dal 1941, iniziarono la commercializzazione dei primi prototipi di ricevitori che oggi conosciamo.

 

rené barthélémy henri de france
René Barthélémy Henri de France

 

Dal 1945 al 1955, questo Paese assistette ad una commercializzazione massiccia di televisori, mentre l'Europa in piena ricostruzione giunse con una decina d'anni di ritardo e perse il vantaggio tecnologico che aveva avuto fino a quel momento sui mezzi di comunicazione collettiva. In Francia, la commercializzazione massiccia del televisore non esordì che a metà degli anni '50; nel 1965 la grande maggioranza delle famiglie francesi ne era attrezzata.

 

Radio e televisione

 

È comunemente ammesso che la stampa e i suoi grandi quotidiani hanno conservato la loro supremazia nel campo dell'informazione fino a metà degli anni '60. Da quel momento si parla di complementarietà con una formula perfetta: «La radio annuncia l'avvenimento, la televisione lo mostra, la stampa lo spiega». A priori, questi tre dati sembrano ancora validi, ma come vedremo, oggi la notizia non è sempre promossa e filtrata attraverso queste tre vocazioni generiche.

 

II

Comunicazione di massa:

speranze e realtà

 

Gli strumenti dell'informazione moderna hanno talvolta generato alcuni timori irragionevoli. Prima di affrontare certe riflessioni sulle potenziali influenze della comunicazione di massa come la conosciamo oggi, cercheremo di conoscere succintamente la sua storia per contornare meglio le diverse interpretazioni che in seguito verranno proposte.

 

La propaganda radiofonica

 

L'avvento della radiodiffusione fu un avvenimento senza precedenti nella storia dell'umanità. Durante gli anni '20 l'informazione divenne accessibile a tutte le categorie sociali. Tuttavia, in alcuni anni, l'ottimismo generalizzato si trasformò in un pessimismo latente. L'ascesa al potere dei totalitarismi provocò una presa di coscienza collettiva: la radiodiffusione, che fino a quel momento sembrava essere unicamente al servizio del benessere collettivo, iniziò ad essere utilizzata per la propaganda di regimi e di dittatori sanguinari.

 

Si parla a buon diritto di condizionamento delle masse. Nella Germania nazista, Joseph Goebbels (1897-1945) orchestrò la propaganda di Adolf Hitler (1889-1945). Quest'ultimo obbligò i tedeschi ad utilizzare i loro apparecchi-radio tenendo il volume al massimo. Inoltre, essi dovevano tenere spalancate le finestre delle loro case affinché il pensiero hitleriano potesse spargersi e penetrare ovunque. Il socialista tedesco Serge Tchakhotine (1883-1973) fu il primo a denunciare nel 1939 queste tecniche e quelle praticate dal bolscevichi Lenin (1870-1924) e Trotsky (1879-1940), nel suo libro Le Viol des foules par la propaganda politique («Lo stupro delle folle per mezzo della propaganda politica»). All'epoca, ne venne vietata la vendita in Francia per non dispiacere alla Germania!

 

Tchakhotine propone la prima interpretazione, certamente discutibile, dei poteri che i media possono esercitare nelle nostre società moderne. Ammiratore del fisiologo russo Ivan Petrovic Pavlov (1849-1936) e del giornalista e romanziere inglese Herbert George Wells (1866-1946), Tchakhotine mette a nudo il meccanismo della propaganda avvalendosi della teoria dei riflessi condizionati e considerandola come un vero stupro psichico.

 

joseph goebbels serge tchakhotine ivan petrovic pavlov
Joseph Goebbels Serge Tchakhotine Ivan P. Pavlov

 

Secondo lui, i messaggi diffusi da una propaganda ripetitiva hanno determinati effetti sul comportamento degli individui e li impregnano senza che la loro coscienza ne sia sempre allertata. Alcuni anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'avvento della televisione e il lancio del primo sputnik nel 1957 provocano sentimenti diversi. Ogni invenzione porta con sé timori e speranze. Ai nostri giorni, c'è ragione di temere la potente meccanica della comunicazione di massa? Quali sono i suoi poteri potenziali? La televisione può essere utilizzata come uno strumento di standardizzazione degli spiriti? È diventata l'oppio del popolo?

 

III

INFORMAZIONE E DISINFORMAZIONE

 

La teoria di Pavlov

 

attenzione: manipolazione!Non si tratta qui di riprendere la tesi della manipolazione sostenuta dalla psicologia istintiva, vale a dire la teoria dei riflessi condizionati. Questa tesi, largamente sviluppata da Tchakhotine, ha mostrato certi limiti che rivedremo velocemente. Sarebbe abusivo sviluppare un'argomentazione che mostra da un lato un pubblico docile e manipolato, e dall'altro degli individui che conducono un gioco perfido in cui si guadagna ad ogni colpo. La trasmissione di un messaggio radiofonico o audiovisivo viene percepita attraverso un insieme di elementi socio-culturali variabili a seconda del livello sociale. Il livello di ricettività e di accettazione del messaggio è sempre molto più elevato quando esso coincide con le norme del gruppo. Più semplicemente, gli individui si espongono preferenzialmente ai messaggi che vanno nella direzione delle loro opinioni: certi leggeranno solamente l'Humanité, altri unicamente Le Figaro... In effetti, ridurre l'uomo al cane di Pavlov è un approccio un po' troppo semplicistico dei fenomeni di persuasione. Al contrario, dire che la persuasione non funziona è un errore. Come vedremo, la disinformazione 2 mostra un'efficacia notevole nel tradire in modo indolore le coscienze.

 

Manipolazione dell'informazione

 

In Francia, si pensava che dopo il 1982 (anno che segnò la fine del controllo diretto del governo sull'informazione) la televisione non avrebbe mai più potuto divenire uno strumento del potere, capace di manipolare gli spiriti. Tuttavia, la prima Guerra del Golfo (1990-1991) è ancora presente nelle nostre memorie; essa ha mostrato che è possibile fabbricare una coscienza collettiva, un'opinione prefabbricata servendosi di notizie televisive manipolate. La menzogna travestita da verità diventa la verità. Soffermiamoci per un attimo su due manipolazioni senza precedenti che l'inconscio collettivo ha rapidamente rimosso.

 

- Timisoara

Le fosse comuni di Timisoara: il nome di questa località è diventato all'alba degli anni '90 un esempio di caso da manuale della disinformazione. A tutt'oggi, essa resta una delle più grosse menzogne mediatiche della Storia. Il 21 dicembre 1989, un sollevamento di popolo infuria davanti al Palazzo del potere sulla piazza di Bucarest. Il dittatore Nicolae Ceausescu (1918-1989) viene insultato dalla folla. È l'inizio di ciò che allora venne chiamata la «rivoluzione rumena». Il 22 dicembre 1989, la televisione rivela il ritrovamento di una grande fossa comune in cui giacciono i corpo senza vita di 4.634 vittime. Dopo aver dato in pasto all'opinione pubblica queste informazioni terribili, le televisioni mostrano alcune immagini del massacro che avvalorerebbero questa notizia.

 

Sia i giornalisti che i telespettatori sono inorriditi dal fil di ferro attorcigliato attorno ai piedi delle vittime e dalle tracce visibili di cicatrici sui corpi. Alcuni cadaveri vengono mostrati in primo piano e a tutto schermo dai media che rilanciano e parlano di «metri cubi di corpi abbattuti da un proiettile sparato alla nuca» dalla polizia segreta, e dei «cassoni ribaltabili per rifiuti pieni di cadaveri». I coniugi Ceausescu e la Securitate devono pagare per questi orribili crimini e per le torture. I primi piani della «madre sventrata col suo bambino accasciato su di lei» provocano una vera psicosi di massa. Questi primi piani fanno il giro del mondo. Immagini e ancora immagini... La percezione affettiva impedisce ogni percezione logica. Nessuno ha il tempo di notare lo stato di putrefazione avanzata del cadavere della madre, mentre il bambino è in buono stato di conservazione: non può essere suo figlio (vedi foto sotto).

 

vittime di timisoara

 

Il popolo rumeno si solleva seguendo Ione Ilescu, Gelu Voican e Petre Roman. I Ceausescu vengono ben presto giustiziati. Questa scena e le foto dei corpi inerti dei due tiranni fanno parecchie volte il giro del mondo.

 

nicolae ed elena ceausescu

 

Nessuno ha ancora compreso che le televisioni del mondo intero sono state oggetto di una manipolazione machiavellica che mira a ribaltare il regime rumeno con l'ausilio di un rivoluzione audiovisiva, finanziata quasi certamente dai servizi segreti sovietici. Fortunatamente, le fosse comuni di Timisoara non sono mai esistite. I 4.634 martiri non erano in effetti che otto cadaveri, che corrispondono al numero dei decessi registrati. Osservazione: il racconto di questa disinformazione non vuole evidentemente essere uno scoop. Non è nostra intenzione fare del sensazionalismo, ma semplicemente ricordare le pericolose debolezze della macchina dell'informazione.

 

Gli avvenimenti rumeni hanno dimostrato che i media possono essere facilmente abbindolati dal fascino irresistibile che provoca l'emozionale. Oggi, per attirare l'attenzione di un pubblico completamente saturo di notizie, il culto dell'emotività è largamente utilizzato. La concorrenza tra le catene televisive, la guerra tra i media, la pressione dell'audience, tutto concorre a fabbricare l'avvenimento mediante lo shock emozionale che si viene ad aggiungere. Timisoara ci permette per la prima volta di riflettere sulla soggettività dell'immagine televisiva. Tuttavia, alcuni mesi più tardi, la prima Guerra del Golfo fornì una dimostrazione spettacolare delle vere tecniche di manipolazione della notizia e dell'opinione pubblica.

 

- La prima Guerra del Golfo

Essa ha funzionato mediante una messa in scena classica degna dei migliore manuali di propaganda:

  • Il nemico n°1 (Saddam Hussein) incarna il male stesso; occorre dunque abbatterlo per risolvere tutti i problemi. L'avversario viene demonizzato, si parla di «nuovo Hitler». Saddam Hussein (1937-2006) viene costantemente presentato come un nemico del suo popolo. L'essenziale è di arrivare a legittimare di fronte al mondo intero la guerra e a renderla obbligatoria e giusta. Le immagini che mostrano la gassazione delle popolazioni curde da parte del governo iracheno vengono ripescate dagli archivi.

  • La guerra viene presentata come finita o quasi nel momento in cui non è ancora iniziata; la guerra sarà «pulita», senza cadaveri e senza sangue, solamente quello di Saddam Hussein.

  • George Bush e i militari controllano integralmente l'informazione. Il controllo delle coscienze è totale, particolarmente negli Stati Uniti. Tutte le contestazioni interne vengono scrupolosamente ignorate dai media e soprattutto ne viene proibita la messa in onda. Non può esistere un'altra visione delle cose, il dibattito delle idee è reso impossibile.

  • I soldati americani finiscono la loro guerra «pulita» e ritornano per ricevere gli onori della patria. Durante questa guerra, l'emozione patriottica è largamente presente; la propaganda non tocca solamente gli spiriti, ma anche i cuori.

saddam hussein george bush
Saddam Hussein George Bush

 

La guerra del Golfo ha dimostrato che l'opinione pubblica di tutto l'Occidente poteva essere manipolata con molta facilità a partire dal momento in cui la propaganda democratica (fanatica quanto quella degli altri) è riuscita a mettere in scena un copione accettabile:

  • La guerra è necessaria perché bisogna liberare un paese invaso: il Kuwait. Gli Stati Uniti non possono sopportare una simile violazione del Diritto Internazionale. Tuttavia, l'amministrazione americana era stata avvertita alcuni giorni prima dell'invasione, delle intenzioni del regime iracheno di ricuperare un suo territorio sul suolo kuwaitiano. La diplomatica americana April Glaspie aveva trasmesso a Bush questa notizia, ma gli Stati Uniti, pur potendo farlo, non avevano mosso un dito... L'opportunità di fare i conti con Saddam Hussein è troppo bella. Questi, dopo avere rimpinzato le casse delle lobby militari e industriali dell'Occidente, è diventato troppo pericoloso.

  • I media mandano in onda la drammatizzazione dell'invasione del Kuwait, un regime poco rispettabile, ma ricco di miliardi e miliardi di petrodollari, l'episodio fabbricato delle violenze nella sala della maternità, le immense riserve di petrolio che Sarajevo non ha avuto la fortuna di avere...

  • Le televisioni scaricano un fiume di immagini - sempre le stesse - fornite dai militari. La catena americana NBC (National Broadcasting Corporation) loda senza sosta le imprese delle forze di intelligence; nulla di stupefacente visto che questa catena appartiene alla Generale Electric, che è il principale fornitore dell'esercito americano.

  • E la guerra «pulita» si ferma. I media americani si disinteressano delle reali conclusioni di questa guerra a senso unico. Saddam Hussein è ancora vivo, ma migliaia di soldati iracheni (forse 150.000) e di civili sono morti...

Oggi quella guerra è stata rimossa, dimenticata e negata perché vergognosa. Certamente, alcuni diranno che non c'era altra scelta. È l'argomentazione che ha permesso a quell'epoca di giustificare l'ingiustificabile. Lo spettatore cercherà di opporre altre argomentazioni alla sua coscienza violentata da informazioni che hanno manipolato la sua fibra patriottica? La menzogna è certamente l'arma più efficace della propaganda. L'individuo pensa di poter giudicare quando non è in possesso delle informazioni sufficienti per farlo.

 

IV

LA DISINFORMAZIONE QUOTIDIANA

 

Alcun fatti

 

Nelle nostre società, la televisione plasma l'attualità. Oggi, l'importanza di un avvenimento è proporzionale al fiume di immagini che l'accompagna, il che significa automaticamente che un avvenimento non corredato da immagini ha tutte le probabilità di passare inosservato. manuel noriegaDunque, la manipolazione dell'informazione si esercita, in primo luogo, mediante la l'eliminazione delle immagini indesiderabili, le uniche capaci di autenticare l'avvenimento. L'immagine ha sempre avuto più impatto delle parole o dei testi. La disinformazione del tipo Timisoara o prima Guerra del Golfo è potenzialmente riproducibile in un sistema di informazione in cui i media audiovisivi impongono una parte di notizie selezionate che in un secondo tempo la stampa tenterà di «digerire». Ma la manipolazione sottile delle coscienze passa anche attraverso la saturazione dell'informazione; più ci sono notizie, meno è possibile comunicarle. Servendosi di questa tecnica l'amministrazione americana ha approfittato della distrazione planetaria causata dagli avvenimenti rumeni per condurre, nel dicembre del 1989, la sua prima guerra chirurgica a Panama. Questa volta l'uomo da abbattere è, come Saddam Hussein un ex alleato: il generale Manuel Noriega. L'ex protetto del Pentagono è diventato pericoloso. George Bush utilizza allora il pretesto della guerra al traffico di cocaina per distruggere il sentimento nazionalista dell'esercito panamense e instaura una specie di «governo fantoccio» favorevole agli interessi americani. I «falsi morti» di Timisoara vanno a nascondere i «veri morti» di Panama. Qualche anno dopo, il governo turco sfrutta l'indifferenza di un'opinione pubblica internazionale polarizzata dalla guerra in Bosnia per terminare la distruzione del Kurdistan. La disinformazione al quotidiano è anche immaginabile a livello di lettura della vita internazionale, in gran parte gestita dalle agenzie di stampa del mondoilluminati occidentale. Ma sarebbe troppo facile stigmatizzare stupidamente le debolezze dei nostri sistemi di informazione senza ricordare che i media e i giornalisti hanno di fronte ad essi forze statali e private considerevolmente potenti. Oltre alle forze statali, esistono poi le ragioni legate all'interesse nazionale, il non-visto e il non-detto riassunti assai bene dalla celebre formula «nessun commento verrà fatto su questa vicenda». L'interesse nazionale copre tutte le bassezze politiche. Talvolta, le forze private utilizzano i giornalisti per provocare una concatenazione di avvenimenti che vanno nel senso dei loro interessi finanziari. È soprattutto dietro queste constatazioni che si operano le più diverse manipolazioni. Ma si possono denunciare anche le derive indotte dalle interpenetrazioni mediatico-politiche, dalle relazioni private, dai contatti personali con i parlamentari, dai ministri, dagli alti funzionari, dalle comunità ambientali, dal linguaggio e dalle attitudini intellettuali. Noam Chomsky 3, che ha denunciato in due opere recenti i media americani, non esita ad affermare che i giornalisti «fanno la propaganda delle élites che governano e possiedono gli Stati Uniti», e aggiunge che i media «non si fanno scrupoli a dissimulare certi fatti imbarazzanti che potrebbero disturbare chi detiene il potere...». Ma la manipolazione si esercita anche quando certi gruppi finanziari e industriali si assicurano il controllo di organi di stampa o di vaste reti di catene televisive. L'alleanza del capitale, della politica e dei media, l'avventura presidenziale del miliardario Ross Perot, gli imperi mediatici di Robert Maxwell (1923-1991), di un Rupert Murdoch o di un Silvio Berlusconi, lasciano il posto alle più legittime estrapolazioni.

 

noam chomsky robert maxwell rupert murdoch
Noam Chomsky Robert Maxwell Rupert Murdoch

 

V

DALLA SUGGESTIONE COLLETTIVA

AL LIVELLAMENTO DELLE COSCIENZE

 

Il fenomeno suggestivo

 

lavaggio del cervelloDefinire la suggestione è praticamente impossibile poiché essa è potenzialmente ovunque. Il fenomeno suggestivo è onnipresente nelle nostre vite senza che realizzavamo sempre la sua esistenza. A livello interindividuale, ogni individuo è influenzato consapevolmente o meno dagli individui che lo circondano ed esercita a sua volta su di essi un'influenza poco o per nulla cosciente. A livello individuale, un monologo auto-suggestivo più o meno cosciente ci accompagna continuamente. Il nostro ambiente naturale materiale, il contesto socio-culturale, il sistema di valori e di concetti che appartiene alla società in cui viviamo, la nostra cultura presente nutrita dai secoli passati, ciascuno di questi parametri e altri ancora operano in noi in maniera suggestiva. A livello collettivo, la vita sociale è eminentemente suggestiva. Da sempre, la politica ha utilizzato in modo massiccio i metodi suggestivi per tentare di soggiogare gli spiriti. Oggi, la comunicazione di massa mira all'uomo di massa. Nelle righe che seguono, la funzione mentale chiamata «suggestionabilità» viene definita «la capacità a lasciarsi influenzare dalla suggestione di pensare o di fare qualcosa» 4. Al tempo stesso, la suggestionabilità dev'essere distinta dall'atto volontario e dalla condotta automatica. Bisogna considerarla come un'attività incosciente scatenata da una volontà estranea. La persuasibilità definisce l'attitudine a lasciarsi convincere o influenzare.

 

La suggestione e il condizionamento

 

La televisione, la radio e la stampa esercitano certe influenze benefiche sugli individui a livello dell'informazione, dell'educazione, della socializzazione, della cultura e del tempo libero. Le influenze suggestive dei media sono talvolta assai positive, ma tutto dipende naturalmente dalla griglia di interpretazione utilizzata. Non è vano proporre una lettura sfumata: la suggestione collettiva onnipresente nei mass media è spesso deviata dal suo uso legittimo da comunicatori di massa poco rispettosi.

 

La suggestione diventa allora manipolazione, con influenze striscianti che si imparentano con il condizionamento di massa. In effetti, i comunicatori di massa manipolano particolarmente bene l'emozione per influenzare i destinatari dei loro messaggi; essi cercano di raggiungere l'individuo mediante l'impressionabilità, toccando la sua sensibilità e graffiando il suo subcosciente. Talvolta, l'influenza esercitata cerca di suscitare un sentimento di colpevolezza nel destinatario per dirigerlo meglio. I politici sono i primi utenti di questi metodi, ma non sono i soli.

 

I metodi suggestivi in politica

 

Si parla di pubblicità in campo commerciale e di propaganda quando si tratta di problemi di ordine politico, ma la pubblicità e la propaganda hanno entrambe lo stesso scopo generale, ossia modificare la condotta delle persone. Pubblicità e propaganda utilizzano gli stessi metodi:

  • Studi del mercato da una parte e dell'elettorato dall'altra;

  • Adattamento degli argomenti in funzione dei bersagli;

  • Misura dell'efficacia delle campagne.

barack obamaIl marketing politico ha adottato le tecniche e metodi del marketing commerciale e industriale. Esso esordisce negli Stati Uniti negli anni '30 con l'introduzione delle tecniche proprie della pubblicità moderna e delle pubbliche relazioni. Progressivamente, esso utilizza i mezzi di studio dell'opinione pubblica (sondaggi, test psicologici, ecc...) e i mezzi di comunicazione di massa. La pratica commerciale palese va a sostituire progressivamente l'etica della convinzione. L'ideale politico diventa pratica politica. In questa cornice, in maniera aperta, lo scopo della politica non è più la ricerca del bene comune; esso non è che la conquista del potere in cui solo i mezzi per giungervi sono importanti. I valori da servire passano in secondo piano. Il politico fà leva sui gusti e sugli istinti del suo elettorato potenziale poiché sa che questo tipo di argomentazioni suggestive è in grado di aggirare il ragionamento degli elettori. Tutti le promesse e le allusioni diventano possibili; la manipolazione va a risvegliare in modo sornione gli istinti e i sentimenti. Bisogna commuovere per persuadere ed evitare così il ragionamento e la riflessione del cittadino elettore, trasformato in consumatore. Certamente, il marketing politico rinvia alla nozione di pluralismo politico, in cui l'elettore fà la sua scelta e sceglie un prodotto politico. Il marketing politico sottende che un'elezione concorrenziale si svolga tra forze opposte, ma tuttavia ciò non significa che l'elettore-consumatore abbia tutti i dati razionali per scoprire da sé i prodotti politici avariati. Ma il marketing politico arriva alla formulazione di argomentazioni convincenti mediante l'analisiinformazione manipolata approfondita dello stato e della dinamica del corpo elettorale. Lo studio scrupoloso delle disposizioni dell'opinione pubblica permette di adattare le forme persuasive del linguaggio politico alle sensibilità degli elettori. Occorre trovare la dialettica shock che rafforzerà la convinzione del sostenitore, persuadendo al contempo gli astensionisti, captando gli indecisi e riacciuffando i delusi. Un vasto programma in cui la demagogia viene utilizzata senza remore. Il discorso politico ha lo scopo di soggiogare; poco importa se diventa sconveniente. L'arte della retorica diventa spesso l'arte del condizionamento. L'audio­visivo, arma essenziale del combattimento politico, diventa lo strumento preferito della battaglia persuasiva, il luogo del suo spettacolo. La notizia politica televisiva viene modificata dalla sua messa in scena, dal suo contesto di seduzione. Pur affermando la sua democratizzazione rispetto ai modelli esclusivi di un tempo, la politica moderna si è lasciata invadere dallo spettacolare e dalla teatralità. L'espressione emozionale del politico si ripercuote direttamente sullo stato emozionale dello spettatore-elettore. La combinazione dei dati audio-fonici e televisivi introduce in maniera subcosciente alcuni elementi non verbali nel giudizio dell'elettore. Aggiungiamo anche che la pubblicità politica utilizza i videoclip per le campagne presidenziali, con inquadrature che passano a tutta velocità, senza che lo spettatore abbia sempre il tempo di visionare consapevolmente tutte le immagini.

 

La suggestione collettiva

 

La suggestione collettiva viene largamente utilizzata dai principali partiti politici, dalla pubblicità, dalle forze economiche e finanziarie, ma anche dai governi democratici. Le tecniche utilizzate permettono di parlare di scienza della suggestione, o più esattamente, di condizionamento. Per fare penetrare lentamente delle idee o delle credenze nello spirito degli individui, le suggestioni vanno a rafforzare altri tre procedimenti:

  • L'affermazione;

  • La ripetizione;

  • Il contagio.

Lo Stato è un ottimo attore nella messa in scena suggestiva su scala nazionale o internazionale: dietro un obiettivo, il dominio del potere cerca la coesione nazionale mediante il ricorso dell'unanimità relativa degli spiriti. Questa esiste naturalmente in certi momenti della storia tv succhia cervellodi un Paese, ma in certi casi bisogna inventarla creandogli dei riferimenti, proponendogli dei punti di ancoraggio, suggerendogli una minaccia esterna, ecc... Il super-armamento nucleare e convenzionale nel mondo è basato in parte su alcune strategie di suggestione riguardanti gli altri Paesi del resto del mondo. La strategia nucleare militare francese suggerisce una determinazione potenziale, e illustra perfettamente l'importanza dei rapporti suggestivi nelle relazioni fra gli Stati. A livello interno, lo Stato utilizza tecniche suggestive per creare lo spirito dei tempi. Esso può, a seconda dei suoi bisogni, rafforzare la sua autorità paventando un clima di minaccia interna o captando indebitamente la fiducia dei cittadini presentando un contesto economico cupo, presentato come responsabile delle sue incompetenze. Ma lo Stato può suscitare anche un clima di ottimismo artificiale per far girare la macchina economica. Le suggestioni si imparentano allora con il metodo Coué 5, in cui «ogni cittadino si autosuggestiona e diventa fiducioso nell'avvenire» (l'attuale «pensiero positivo»; N.d.T.). Quest'ultimo metodo viene esercitato in stretto collegamento con i grandi attori dell'alta finanza e dell'economia. Tali suggestioni collettive permettono al sistema economico di funzionare per la ripresa della domanda dei consumi, ma hanno anche un loro rovescio della medaglia. Infatti, gli individui vengono incoraggiati a spendere, e spesso si indebitano acquistando a credito. La macchina riparte piena di assicurazioni, ma migliaia di individui si ritrovano alcunicervello ingabbiato anni più tardi presi alla gola dai loro crediti e da banchieri diventati improvvisamente pessimisti. Questi pochi esempi sono solamente l'espressione globalizzante di fenomeni suggestivi, che per loro natura sono raramente identificabili. Quando le tecniche suggestive mirano continuamente allo stesso scopo, si può parlare di condizionamento. La comunicazione pubblicitaria utilizza continuamente i fenomeni suggestivi per attirare l'attenzione del consumatore. Essa deve portare l'individuo a non realizzarsi. Le pubblicità della Française des Jeux è uno degli esempi più pertinenti per illustrare l'efficacia della suggestione di massa. Le tasse indirette colossali provenienti da tutta la famiglia e dai piccoli cugini del Lotto hanno creato in alcuni anni uno stato patologico in seno alla nostra società, un ingranaggio in cui l'individuo progetta settimana dopo settimana il suo presente in vista di un avvenire il migliore, una meccanica astuta che condiziona l'uomo di estrazione in estrazione. Ma il condizionamento di massa si eccita anche mediante l'interposizione di forze occulte, difficilmente dominabili in quanto appartenenti al campo dei pregiudizi e delle credenze millenarie. Dietro queste forze, bisogna annoverare le pseudo-scienze predittive che abusano dell'ignoranza per condizionare gli spiriti e spillare loro del denaro. Mediante la ripetizione, le cose affermate arrivano a fissarsi negli spiriti al punto di essere accettate come verità dimostrate.

 

Livellamento delle coscienze?

 

informazione guidataLe critiche contro i mass media sono numerose. Le tecniche dell'informazione - e particolarmente la televisione - mettono in pericolo la libertà di pensiero degli individui lavorandoli dall'interno. La televisione viene accusata di essere uno strumento di conformismo, di asservimento, addirittura di alienazione. Essa agisce a distanza sullo spirito delle masse e impone in modo fallace certi modelli e certi valori ideologici che provocano l'appiattimento dei comportamenti e la formazione delle opinioni prefabbricate. La sua azione va a rafforzare le costrizioni della civiltà di massa. La concentrazione degli individui negli agglomerati industriali favorisce anche la standardizzazione delle mentalità. Essa favorisce l'assoggettamento ai valori dominanti e trascina la nostra società nella schiavitù e nell'oppressione proponendo agli individui le stesse immagini allo stesso momento. Si tratta di un'arma culturale totale che propone una visione omogenea della realtà sociale. La televisione contribuisce anche all'isolamento degli individui: la massa non è che una folla di persone isolate e fragili di fronte alla persuasione. L'irruzione delle immagini televisive mediante il loro potere fotogenico forma un discorso senza dimostrazione e senza prova che si impone alle coscienze.

 

Bombardamento mediatico

 

- La televisione, mobilitando simultaneamente l'audizione e la visione del movimento, comporta un partecipazione passiva di tutto il campo della percezione. L'interpretazione individuale si trova estremamente limitata poiché da una parte il simbolo e il suo contenuto si confondono in un realismo che tende verso la perfezione, e dall'altra parte la situazione reale così ricreata lascia lo spettatore fuori da ogni possibilità di intervento attivo. In questa prospettiva, l'economia dello sforzo dell'immaginazione del telespettatore diventerebbe dannosa in quantocondizionamento passivo l'immaginazione è la proprietà fondamentale dell'intelligenza. Una società in cui la proprietà di forgiare dei simboli si indebolisce, perde allo stesso tempo la sua proprietà di agire. «Il linguaggio audiovisivo tende a concentrare l'elaborazione totale delle immagini nei cervelli di una minoranza di specialisti che offrono agli individui una materia totalmente figurata [...]. Avviene una separazione nel corpo sociale tra il creatore di immagini e i consumatori [...], una scomparsa delle varianti immaginative personali [...], una realtà assolutamente nuda da assorbire senza sforzo con il cervello a penzoloni» 6.

 

- L'informazione visiva si impone «agli individui con una forza mai raggiunta dalle forme di espressione del passato, a causa del potere propriamente tecnico da cui emana e della pregnanza 7 delle immagini concrete che produce» 8. Gilbert Cohen-Seat (1907-1980), che ha diretto l'Istituto di Filmologia della Sorbona per una trentina d'anni, si è immerso nell'universo cinematografico e ha esplorato in modo particolare la realtà complessa del film e dei suoi effetti sull'uomo contemporaneo. Egli ha anche condotto ricerche sugli effetti delle immagini subliminali. Secondo alcune delle sue conclusioni, un film classico (privo di tecniche subliminali) può essere un agente condizionante in grado di manipolare le coscienze facendo variare le reazioni agli avvenimenti futuri. Egli ha testato questi effetti con la sua squadra di ricercatori di film sperimentali su alcuni militari di leva. Anche i servizi segreti francesi si sono interessati alle sue ricerche.

 

- Il trattamento dell'immagine televisiva: «Le abitudini percettive e cognitive dei telespettatori vengono maltrattate dall'afflusso massiccio di stimoli audiovisivi la cui forma, il contenuto, la durata e il tempo di presentazione non sono stati adattati alle attuali caratteristiche biologiche e culturali dei ricevitori che siamo» 9.

 

derrick de kerckhove- Derrick de Kerckhove ha proposto un approccio molto interessante ai diversi effetti dei media sull'uomo. «La scrittura impegna la nostra attenzione in modo speciale perché la decifrazione della scrittura richiede facoltà di ritenzione, di classificazione e di interpretazione che fanno astrazione da ogni stimolazione sensoriale esterna. La radio, ad esempio, mobilita soprattutto l'emozione. L'orecchio, che è centocinquanta volte meno veloce dello sguardo, invia le sue informazioni verso il cuore, verso le zone neuro-muscolari e tattili. Il tipo di attenzione innescata dalla radio è diffusa alla ricerca di indicatori emotivi nell'intonazione o nella musica. La televisione va ancora più lontano in questa direzione, poiché fà intervenire direttamente, senza traduzione, né reinterpretazione da parte di un senso privilegiato, la risposta analogica della muscolatura [...]. La televisione non passa dal significato; essa mobilita la propriocezione 10. Essa parla al corpo, non alla mente. Si rivolge ai sensi, ma non in senso verbale [...]. L'immagine e il movimento televisivi vanno ad accumularsi e a stamparsi direttamente sul sistema nervoso dello spettatore tramite la vista, l'udito, e - secondo McLuhan e Tony Schwartz - tramite la pelle» 11.


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Note

 

1 Traduzione di un estratto (pagg. 91-121) dell'opera Subliminal: viol des consciences («Subliminale: violazione delle coscienze»; éditions Morisset, 1994), a cura di Paolo Baroni.

2 La disinformazione consiste nella soppressione della notizia, nella riduzione della sua portata o nella modificazione del suo senso. Si tratta di una sottile deformazione della verità in politica, nelle relazioni internazionali, nella stampa e nella vita quotidiana. Condizionamento, propaganda, destabilizzazione e guerra psicologica sono le parole-chiave della disinformazione.

3 Membro dell'Accademia Americana delle Arti e delle Scienze, vincitore di un gran numero di premi di onorificenza di Università di diversi Paese, professore di Linguistica al Massachusetts Institute of Technology (MIT). Scienziato ed intellettuale rinomato, ma detestato dai «poteri forti» che denuncia con un'insolenza unica.

4 P. Janet, A. Binet, 1900.

5 Il farmacista e psicologo Emile Coué (1857-1926) esaltava un metodo di guarigione mediante l'autosuggestione. Per Coué, la volontà non è la prima facoltà dell'uomo, ma la sua immaginazione, che egli assimila all'inconscio. Ecco ciò che dice: «Quando volontà e immaginazione sono in conflitto, è sempre l'immaginazione ad averla vinta». Per riuscire a dominare e ad orientare la nostra immaginazione, Coué propone l'autosuggestione che definisce come «l'impianto di un'idea in sé stessi fatta da sé stessi». Il suo procedimento consiste in questo: in un primo tempo, «pensare con la propria ragione le cose che devono essere oggetto della suggestione e, a seconda che la ragione risponda positivamente o negativamente, in un secondo tempo, ripetersi parecchie volte, senza pensare ad altro: "Sarà così" o "Non sarà così", ecc... Se l'inconscio accetta questa suggestione, se egli si auto-suggerisce, le cose si realizzano una dopo l'altra». Secondo Coué, «ogni idea che occupa unicamente il nostro spirito tende a trasformarsi in atto, purché sia nel campo delle possibilità». Coué propone di risvegliare in noi l'ottimismo con la sua celebre formula di autosuggestione da ripetere mattina e sera, una ventina di volte: «Tutti i giorni, sotto tutti i punti di vista, vado di meglio in meglio».  

6 Cfr. A. Leroi-Gourhan, Le geste et la parole («Il gesto e la parola»), 1965, vol. 1.

7 Nel campo percettivo, lo spirito cerca gli aspetti equilibrati e strutturati secondo le leggi dell'armonia, della regolarità e dell'omogeneità. Gli studi sulla percezione hanno mostrato che la forma che ubbidisce a queste leggi elimina tutte le altre forme possibili. Lo spirito che ha bisogno di strutturare le percezioni, può trascurare certi dettagli superflui e sostituire gli elementi mancanti. La pregnanza di un'immagine è il fatto secondo cui una rappresentazione si impone come organizzazione psicologica privilegiata, e si impregna come tale nel vita mentale.

8 Cfr. G. Cohen-Seat, L'action sur l'homme: cinéma et télévision («L'azione sull'uomo: cinema e televisione»), 1961).

9 Cfr. J. M. Pradier, Le téléspectateur face à la publicité: éléments d'une physiologie de la séduction («Il telespettatore di fronte alla pubblicità: elementi di una fisiologia della seduzione»), 1988-1989.

10 Sensibilità propria dei muscoli, dei legamenti e delle ossa, in opposizione alla sensibilità tattile, detta esterocettiva, e al sensibilità viscerale, detta interocettiva.

11 Cfr. D. de Kerckhove, Stratégie d'attention: la publicité télévisuelle en question («Strategia di attenzione: la pubblicità televisiva in questione»), 1988-1989.

 

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