
di
Olivier Couturier
e Bertrand Morisset
1

John
Swinton (1829-1901), redattore-capo del New York
Times, in un discorso tenuto nel 1880 durante un
banchetto in suo onore presso l'American Press
Association («Associazione della Stampa Americana») ebbe
a dire: «Che follia fare un brindisi alla stampa
indipendente! Ciascuno, qui presente questa sera, sa che
la stampa indipendente non esiste. Lo sapete voi e lo so
io: non c'è nessuno fra voi che oserebbe pubblicare le sue
vere opinioni, e, se lo facesse, lo sapete in anticipo che
non verrebbero mai stampate. Vengo pagato duecentocinquanta
dollari alla settimana per tenere le mie vere opinioni al di
fuori del giornale per cui lavoro. Altri fra di noi ricevono
la stessa somma per un lavoro simile. Se
autorizzassi
la pubblicazione di un'opinione sincera in un numero
qualunque del mio giornale, perderei il mio impiego in meno
di ventiquattro ore [...]. La funzione di un giornalista è di distruggere la verità, di
mentire radicalmente, di pervertire, di
avvilire, di strisciare ai piedi di Mammona e di
vendersi egli stesso, di vendere il suo Paese e
la sua gente per il proprio pane quotidiano o - ma la cosa
non cambia - per il suo stipendio. Voi questo lo sapete e io
pure: che follia allora fare un brindisi alla stampa
indipendente! Noi siamo gli strumenti e i vassalli di
uomini ricchi che comandano da dietro le quinte. Noi
siamo i loro burattini; essi tirano i loro fili e noi
balliamo. Il nostro tempo, i nostri talenti, le nostre
possibilità e le nostre vite sono di proprietà di questi
uomini. Noi siamo delle prostitute intellettuali»
(*). Troppo spesso, la libertà di
espressione, vanto delle democrazie che si vogliono moderne,
appare per quello che è realmente: una chimera destinata a
farci credere di essere liberi e di pensare con la nostra
testa. La verità è che l'informazione non è che un nome dato
a quell'insieme «notizie» che ci propinano i media
destinate a forgiare l'opinione pubblica. Dietro alla
facciata fittizia di un pluralismo delle idee si cela una
censura mediatica (degna delle peggiori dittature) che
filtra le notizie, che decide ciò che dobbiamo o non
dobbiamo sapere, per il nostro «bene» e per l'«interesse
nazionale», sia ben chiaro...
(*)
Cfr. P. Fahey s.j.,
The Mystical Body of Christ in the Modern World, pag.
14. |
Premessa
In un primo tempo, andremo ad esporre
una breve escursus dell'avvento delle diverse tecniche
dell'informazione moderna, seguito dall'analisi e dalle osservazioni
riguardanti alcune forme ambigue della comunicazione detta «di massa».
È importante, infatti, proporre le grandi linee di riflessione a
proposito della manipolazione delle coscienze: fatti,
interpretazioni e dati scientifici.
I
La nascita della
comunicazione di massa
La nascita della stampa a grande tiratura
L'apertura dei grandi quotidiani del
XIX secolo segnò gli inizi dell'informazione moderna, negli Stati
Uniti col New York Sun (1833) e con il New York Herald
(1835), in Francia (1836) con
La Presse
e
Le siècle,
e in Inghilterra col Daily Telegraph (1855). In un decennio
apparvero altre testate giornalistiche e si assistette alle prime
commercializzazioni massicce. Assai rapidamente, sorsero alcuni
«giganti» della stampa che alla fine del secolo si impegnarono in
battaglie degne di quelle che abbiamo conosciuto in questi ultimi
anni. Orson Welles (1915-1985), nel film del 1941 Citizen
Kane (uscito in Italia con il titolo Quarto Potere)
mostra il celebre scontro tra il World Pulitzer e The
Journal di W. Randolph Hearst, che combatte la supremazia del
primo.
Fin da questa epoca, l'informazione moderna diventa un
mercato come un altro. Il monopolio sulla comunicazione dei grandi
quotidiani proseguì fino alla comparsa della radiodiffusione. Le
scoperte di Guglielmo Marconi (1874-1937) sulle applicazioni
della radioelettricità permisero di stabilire fin dal 1899 il primo
collegamento radio tra la Francia e l'Inghilterra. Questo primo
messaggio hertziano inviato oltre la Manica non aveva nulla da
invidiare alle perfezioni apportate da Johann Gutenberg
(1394-1468) nel settore tipografico. La diffusione dell'informazione
venne per sempre trasformata una ventina di anni dopo.
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 |
 |
New York Herald |
Quarto Potere |
Guglielmo Marconi |
La radiodiffusione
La trasmissione di notizie sonore per
mezzo di onde elettromagnetiche per uno scopo collettivo e politico
venne utilizzata per la prima volta dai rivoluzionari bolscevichi in
piena Rivoluzione d'Ottobre. Il 6 novembre 1917, i bolscevichi
diffusero le istruzioni del Comitato rivoluzionario
dall'incrociatore Aurora alle truppe russe di San
Pietroburgo; questo messaggio annunciò il rovesciamento del governo
legimittimo. Poiché il capo del governo provvisorio
Aleksandr
Fëdorovič Kerenskij (1881-1970) aveva proibito la diffusione dei
giornali bolscevichi, la radiodiffusione si rivelò in
quell'occasione come un mezzo di propaganda necessaria al trionfo
dei rivoluzionari. Negli Stati Uniti, si calcola che nel 1921 ci
fossero oltre 50.000 apparecchi-radio e 12.000.000 nel 1930. In
Francia, il primo giornale radiofonico andò in onda nel 1922 dalla
Torre Eiffel. Quello stesso anno, anche la B.B.C. (British
Broadcasting Corporation) si lanciò nell'avventura
radiofonica. Per la prima volta, la radio offriva l'attualità
in diretta e il commento degli avvenimenti nel momento in cui essi
si svolgevano. I politici compresero assai velocemente il ruolo che
questo mezzo di informazione avrebbe potuto sostenere nelle loro
campagne propagandistiche.
La televisione
Il procedimento che permette la
trasmissione di un'immagine da un punto ad un'altro risale al 1929.
Fu un'un'invenzione dei fisici ed inventori francesi René
Barthélémy (1889-1954) e Henri de France (1911-1986). Nel
1936, la B.B.C. mandò in onda il primo telegiornale al mondo.
Nel 1948, la televisione esisteva solamente negli Stati Uniti (con
già 250.000 apparecchi riceventi), in Francia, in Gran Bretagna e in
Unione Sovietica, ma furono gli Stati Uniti che, fin dal 1941,
iniziarono la commercializzazione dei primi prototipi di ricevitori
che oggi conosciamo.
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 |
René
Barthélémy |
Henri de France |
Dal 1945 al 1955, questo Paese assistette ad
una commercializzazione massiccia di televisori, mentre l'Europa in
piena ricostruzione giunse con una decina d'anni di ritardo e perse
il vantaggio tecnologico che aveva avuto fino a quel momento sui
mezzi di comunicazione collettiva. In Francia, la
commercializzazione massiccia del televisore non esordì che a metà
degli anni '50; nel 1965 la grande maggioranza delle famiglie
francesi ne era attrezzata.
Radio e televisione
È comunemente ammesso che la stampa e
i suoi grandi quotidiani hanno conservato la loro supremazia nel
campo dell'informazione fino a metà degli anni '60. Da quel momento
si parla di complementarietà con una formula perfetta: «La
radio annuncia l'avvenimento, la televisione lo mostra, la stampa lo
spiega». A priori, questi tre dati sembrano ancora
validi, ma come vedremo, oggi la notizia non è sempre promossa e
filtrata attraverso queste tre vocazioni generiche.
II
Comunicazione di massa:
speranze e realtà
Gli strumenti dell'informazione
moderna hanno talvolta generato alcuni timori irragionevoli. Prima
di affrontare certe riflessioni sulle potenziali influenze della
comunicazione di massa come la conosciamo oggi, cercheremo di
conoscere succintamente la sua storia per contornare meglio le
diverse interpretazioni che in seguito verranno proposte.
La propaganda radiofonica
L'avvento della radiodiffusione fu un
avvenimento senza precedenti nella storia dell'umanità. Durante gli
anni '20 l'informazione divenne accessibile a tutte le categorie
sociali. Tuttavia, in alcuni anni, l'ottimismo generalizzato si
trasformò in un pessimismo latente. L'ascesa al potere dei
totalitarismi provocò una presa di coscienza collettiva: la
radiodiffusione, che fino a quel momento sembrava essere unicamente
al servizio del benessere collettivo, iniziò ad essere utilizzata
per la propaganda di regimi e di dittatori sanguinari.
Si parla a
buon diritto di condizionamento delle masse. Nella Germania
nazista, Joseph Goebbels (1897-1945) orchestrò la propaganda
di Adolf Hitler (1889-1945). Quest'ultimo obbligò i tedeschi
ad utilizzare i loro apparecchi-radio tenendo il volume al massimo.
Inoltre, essi dovevano tenere spalancate le finestre delle loro case
affinché il pensiero hitleriano potesse spargersi e penetrare ovunque. Il
socialista tedesco Serge Tchakhotine (1883-1973) fu il primo
a denunciare nel 1939 queste tecniche e quelle praticate dal
bolscevichi
Lenin (1870-1924) e
Trotsky (1879-1940),
nel suo libro Le Viol des foules par la propaganda politique
(«Lo stupro delle folle per mezzo della propaganda politica»).
All'epoca, ne venne vietata la vendita in Francia per non dispiacere
alla Germania!
Tchakhotine propone la prima interpretazione,
certamente discutibile, dei poteri che i media possono
esercitare nelle nostre società moderne. Ammiratore del fisiologo
russo Ivan Petrovic Pavlov (1849-1936) e del giornalista e
romanziere inglese
Herbert George Wells (1866-1946),
Tchakhotine mette a nudo il meccanismo della propaganda avvalendosi
della teoria dei riflessi condizionati e considerandola come un vero
stupro psichico.
 |
 |
 |
Joseph Goebbels |
Serge Tchakhotine |
Ivan P.
Pavlov |
Secondo lui, i messaggi diffusi da una
propaganda ripetitiva hanno determinati effetti sul
comportamento degli individui e li impregnano senza che la loro
coscienza ne sia sempre allertata. Alcuni anni dopo la Seconda
Guerra Mondiale, l'avvento della televisione e il lancio del primo
sputnik nel 1957 provocano sentimenti diversi. Ogni
invenzione porta con sé timori e speranze. Ai nostri giorni, c'è
ragione di temere la potente meccanica della comunicazione di massa?
Quali sono i suoi poteri potenziali? La televisione può essere
utilizzata come uno strumento di standardizzazione degli spiriti? È
diventata l'oppio del popolo?
III
INFORMAZIONE E
DISINFORMAZIONE
La teoria di Pavlov
Non si tratta qui di riprendere la
tesi della manipolazione sostenuta dalla psicologia istintiva, vale
a dire la teoria dei riflessi condizionati. Questa tesi, largamente
sviluppata da Tchakhotine, ha mostrato certi limiti che rivedremo
velocemente. Sarebbe abusivo sviluppare un'argomentazione che mostra
da un lato un pubblico docile e manipolato, e dall'altro degli
individui che conducono un gioco perfido in cui si guadagna ad ogni
colpo. La trasmissione di un messaggio radiofonico o audiovisivo
viene percepita attraverso un insieme di elementi socio-culturali
variabili a seconda del livello sociale. Il livello di ricettività e
di accettazione del messaggio è sempre molto più elevato quando
esso coincide con le norme del gruppo. Più semplicemente, gli individui
si espongono preferenzialmente ai messaggi che vanno nella direzione
delle loro opinioni: certi leggeranno solamente
l'Humanité,
altri unicamente Le
Figaro... In effetti, ridurre l'uomo al cane di Pavlov è un
approccio un po' troppo semplicistico dei fenomeni di persuasione.
Al contrario, dire che la persuasione non funziona è un errore. Come
vedremo, la disinformazione 2 mostra un'efficacia notevole nel tradire in modo indolore le coscienze.
Manipolazione dell'informazione
In Francia, si pensava che dopo il
1982 (anno che segnò la fine del controllo diretto del governo
sull'informazione) la televisione non avrebbe mai più potuto
divenire uno strumento del potere, capace di manipolare gli spiriti.
Tuttavia, la prima Guerra del Golfo (1990-1991) è ancora presente
nelle nostre memorie; essa ha mostrato che è possibile fabbricare
una coscienza collettiva, un'opinione prefabbricata
servendosi di notizie televisive manipolate. La menzogna
travestita da verità diventa la verità. Soffermiamoci per un
attimo su due manipolazioni senza precedenti che l'inconscio
collettivo ha rapidamente rimosso.
- Timisoara
Le fosse comuni di Timisoara: il nome
di questa località è diventato all'alba degli anni '90 un
esempio di caso da manuale della disinformazione. A tutt'oggi, essa
resta una delle più grosse menzogne mediatiche della Storia. Il 21
dicembre 1989, un sollevamento di popolo infuria davanti al Palazzo
del potere sulla piazza di Bucarest. Il dittatore
Nicolae
Ceausescu (1918-1989) viene insultato dalla folla. È l'inizio di
ciò che allora venne chiamata la «rivoluzione rumena». Il 22
dicembre 1989, la televisione rivela il ritrovamento di una grande
fossa comune in cui giacciono i corpo senza vita di 4.634 vittime. Dopo aver dato
in pasto all'opinione pubblica queste
informazioni terribili, le televisioni mostrano alcune immagini del
massacro che avvalorerebbero questa notizia.
Sia i giornalisti che i
telespettatori sono inorriditi dal fil di ferro attorcigliato attorno ai piedi
delle vittime e dalle tracce visibili di cicatrici sui corpi. Alcuni
cadaveri vengono mostrati in primo piano e a tutto schermo dai media
che rilanciano e parlano di «metri cubi di corpi abbattuti da un
proiettile sparato alla nuca» dalla polizia segreta, e dei
«cassoni ribaltabili per rifiuti pieni di cadaveri». I coniugi
Ceausescu e la Securitate devono pagare per questi orribili
crimini e per le torture. I primi piani della «madre
sventrata col suo bambino accasciato su di lei» provocano una
vera psicosi di massa. Questi primi piani fanno il giro del mondo.
Immagini e ancora immagini... La percezione affettiva impedisce ogni
percezione logica. Nessuno ha il tempo di notare lo stato di
putrefazione avanzata del cadavere della madre, mentre il bambino è
in buono stato di conservazione: non può essere suo figlio (vedi
foto sotto).

Il
popolo rumeno si solleva seguendo Ione Ilescu, Gelu Voican e
Petre
Roman. I Ceausescu vengono ben presto giustiziati. Questa scena
e le foto dei corpi inerti dei due tiranni fanno parecchie volte il
giro del mondo.

Nessuno ha ancora compreso che le televisioni del
mondo intero sono state oggetto di una manipolazione machiavellica
che mira a ribaltare il regime rumeno con l'ausilio di un rivoluzione audiovisiva, finanziata
quasi certamente dai servizi segreti sovietici. Fortunatamente, le
fosse comuni di Timisoara non sono mai esistite. I 4.634 martiri non erano in effetti che
otto cadaveri, che
corrispondono al numero dei decessi registrati. Osservazione: il
racconto di questa disinformazione non vuole evidentemente essere uno
scoop. Non è nostra intenzione
fare del sensazionalismo, ma semplicemente ricordare le pericolose debolezze della macchina
dell'informazione.
Gli avvenimenti
rumeni hanno dimostrato che i media possono essere facilmente abbindolati dal fascino
irresistibile che provoca l'emozionale.
Oggi, per attirare l'attenzione di un pubblico completamente
saturo di notizie, il culto dell'emotività è largamente utilizzato.
La concorrenza tra le catene televisive, la guerra tra i media,
la pressione dell'audience, tutto concorre a fabbricare l'avvenimento
mediante lo shock emozionale che si viene ad aggiungere. Timisoara
ci permette per la prima volta di riflettere sulla soggettività
dell'immagine televisiva. Tuttavia, alcuni mesi più tardi, la
prima Guerra del Golfo fornì una dimostrazione spettacolare delle
vere tecniche di manipolazione della notizia e dell'opinione
pubblica.
- La prima
Guerra del Golfo
Essa ha funzionato mediante una messa
in scena classica degna dei migliore manuali di propaganda:
-
Il nemico n°1 (Saddam Hussein)
incarna il male stesso; occorre dunque abbatterlo per risolvere
tutti i problemi. L'avversario viene demonizzato, si parla di
«nuovo Hitler». Saddam Hussein (1937-2006) viene costantemente
presentato come un nemico del suo popolo. L'essenziale è di
arrivare a legittimare di fronte al mondo intero la guerra e a
renderla obbligatoria e giusta. Le immagini che mostrano la
gassazione delle popolazioni curde da parte del governo iracheno
vengono ripescate dagli archivi.
-
La guerra viene presentata come
finita o quasi nel momento in cui non è ancora iniziata; la
guerra sarà «pulita», senza cadaveri e senza sangue, solamente
quello di Saddam Hussein.
-
George Bush e i militari
controllano integralmente l'informazione. Il controllo delle
coscienze è totale, particolarmente negli Stati Uniti. Tutte le
contestazioni interne vengono scrupolosamente ignorate dai media
e soprattutto ne viene proibita la messa in onda. Non può
esistere un'altra visione delle cose, il dibattito delle idee è
reso impossibile.
-
I soldati americani finiscono la
loro
guerra «pulita» e ritornano per ricevere gli onori della patria.
Durante questa guerra, l'emozione patriottica è largamente
presente; la propaganda non tocca solamente gli spiriti, ma
anche i cuori.
 |
 |
Saddam Hussein |
George Bush |
La guerra del Golfo ha dimostrato che
l'opinione pubblica di tutto l'Occidente poteva essere manipolata
con molta facilità a partire dal momento in cui la propaganda
democratica (fanatica quanto quella degli altri) è riuscita a
mettere in scena un copione accettabile:
-
La guerra è necessaria perché
bisogna liberare un paese invaso: il Kuwait. Gli Stati Uniti non
possono sopportare una simile violazione del Diritto
Internazionale. Tuttavia, l'amministrazione americana era stata
avvertita alcuni giorni prima dell'invasione, delle intenzioni
del regime iracheno di ricuperare un suo territorio sul suolo
kuwaitiano. La diplomatica americana
April Glaspie aveva
trasmesso a Bush questa notizia, ma gli Stati Uniti, pur potendo
farlo, non avevano mosso un dito... L'opportunità di fare i
conti con Saddam Hussein è troppo bella. Questi, dopo avere
rimpinzato le casse delle lobby militari e industriali
dell'Occidente, è diventato troppo pericoloso.
-
I media mandano in onda la
drammatizzazione dell'invasione del Kuwait, un regime poco
rispettabile, ma ricco di miliardi e
miliardi di petrodollari, l'episodio fabbricato delle violenze
nella sala della maternità, le immense riserve di petrolio che
Sarajevo non ha avuto la fortuna di avere...
-
Le televisioni scaricano un fiume
di immagini - sempre le stesse - fornite dai militari. La catena
americana NBC (National
Broadcasting Corporation) loda senza sosta le imprese
delle forze di intelligence; nulla di stupefacente visto
che questa catena appartiene alla Generale Electric, che
è il principale fornitore dell'esercito americano.
-
E la guerra «pulita» si ferma. I
media americani si disinteressano delle reali conclusioni
di questa guerra a senso unico. Saddam Hussein è ancora vivo, ma
migliaia di soldati iracheni (forse 150.000) e di civili sono
morti...
Oggi quella guerra è stata rimossa,
dimenticata e negata perché vergognosa. Certamente, alcuni diranno
che non c'era altra scelta. È l'argomentazione che ha permesso a
quell'epoca di giustificare l'ingiustificabile. Lo spettatore
cercherà di opporre altre argomentazioni alla sua coscienza violentata
da informazioni che hanno manipolato la sua fibra patriottica? La menzogna è
certamente l'arma più efficace della propaganda. L'individuo pensa
di poter giudicare quando non è in possesso delle informazioni
sufficienti per farlo.
IV
LA DISINFORMAZIONE
QUOTIDIANA
Alcun fatti
Nelle nostre società, la televisione
plasma l'attualità. Oggi,
l'importanza di un avvenimento è proporzionale al fiume di immagini
che l'accompagna, il che significa automaticamente che un
avvenimento non corredato da immagini ha tutte le probabilità di
passare inosservato.
Dunque, la manipolazione dell'informazione si esercita, in primo luogo,
mediante la l'eliminazione delle immagini
indesiderabili, le uniche capaci di autenticare l'avvenimento.
L'immagine ha sempre avuto più impatto delle parole o dei testi. La
disinformazione del tipo Timisoara o prima Guerra del Golfo è
potenzialmente riproducibile in un sistema di informazione in cui i
media audiovisivi impongono una parte di notizie selezionate che
in un secondo tempo la
stampa tenterà di «digerire». Ma la manipolazione sottile
delle coscienze passa anche attraverso la
saturazione dell'informazione;
più ci
sono notizie, meno è possibile comunicarle. Servendosi di
questa tecnica
l'amministrazione americana ha approfittato della distrazione planetaria
causata dagli avvenimenti rumeni per condurre, nel dicembre del
1989, la sua prima guerra chirurgica a Panama. Questa volta l'uomo
da abbattere è, come Saddam Hussein un ex alleato: il generale
Manuel Noriega. L'ex protetto del Pentagono è diventato
pericoloso. George Bush utilizza allora il pretesto della guerra
al traffico di cocaina per distruggere il sentimento
nazionalista dell'esercito panamense e instaura una specie di
«governo fantoccio» favorevole agli interessi americani. I «falsi
morti» di Timisoara vanno a nascondere i «veri morti» di Panama.
Qualche anno dopo, il governo turco sfrutta l'indifferenza di
un'opinione pubblica internazionale polarizzata dalla guerra in
Bosnia per terminare la distruzione del Kurdistan. La
disinformazione al quotidiano è anche immaginabile a livello di
lettura della vita internazionale, in gran parte gestita dalle
agenzie di stampa del mondo
occidentale. Ma sarebbe troppo facile
stigmatizzare stupidamente le debolezze dei nostri sistemi di
informazione senza ricordare che i media e i giornalisti
hanno di fronte ad essi forze statali e private considerevolmente
potenti. Oltre alle forze statali, esistono poi le ragioni legate
all'interesse nazionale, il non-visto e il non-detto riassunti assai
bene dalla celebre formula «nessun commento verrà fatto su questa
vicenda». L'interesse nazionale copre tutte le bassezze
politiche. Talvolta, le forze private utilizzano i giornalisti per
provocare una concatenazione di avvenimenti che vanno nel senso dei
loro interessi finanziari. È soprattutto dietro queste constatazioni
che si operano le più diverse manipolazioni. Ma si possono
denunciare anche le derive indotte dalle interpenetrazioni
mediatico-politiche, dalle relazioni private, dai contatti personali
con i parlamentari, dai ministri, dagli alti funzionari, dalle
comunità ambientali, dal linguaggio e dalle attitudini
intellettuali. Noam Chomsky 3,
che ha denunciato in due opere recenti i media americani, non
esita ad affermare che i giornalisti «fanno la propaganda delle élites
che governano e possiedono gli Stati Uniti», e aggiunge che i
media «non si fanno scrupoli a dissimulare certi fatti
imbarazzanti che potrebbero disturbare chi detiene il potere...».
Ma la manipolazione si esercita anche quando certi gruppi finanziari
e industriali si assicurano il controllo di organi di stampa o di
vaste reti di catene televisive. L'alleanza del capitale, della
politica e dei media, l'avventura presidenziale del
miliardario
Ross Perot, gli imperi mediatici di Robert
Maxwell (1923-1991), di un Rupert Murdoch o di un
Silvio Berlusconi, lasciano il posto alle più legittime
estrapolazioni.
 |
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 |
Noam Chomsky |
Robert
Maxwell |
Rupert Murdoch |
V
DALLA SUGGESTIONE COLLETTIVA
AL LIVELLAMENTO DELLE
COSCIENZE
Il fenomeno suggestivo
Definire la suggestione è praticamente
impossibile poiché essa è potenzialmente ovunque. Il fenomeno
suggestivo è onnipresente nelle nostre vite senza che realizzavamo
sempre la sua esistenza. A livello interindividuale, ogni individuo
è influenzato consapevolmente o meno dagli individui che lo
circondano ed esercita a sua volta su di essi un'influenza poco o
per nulla cosciente. A livello individuale, un monologo
auto-suggestivo più o meno cosciente ci accompagna continuamente. Il
nostro ambiente naturale materiale, il contesto socio-culturale, il
sistema di valori e di concetti che appartiene alla società in cui
viviamo, la nostra cultura presente nutrita dai secoli passati,
ciascuno di questi parametri e altri ancora operano in noi in
maniera suggestiva. A livello collettivo, la vita sociale è
eminentemente suggestiva. Da sempre, la politica ha utilizzato in modo massiccio i metodi suggestivi per tentare
di soggiogare gli spiriti. Oggi, la comunicazione di massa mira
all'uomo di massa. Nelle righe che seguono, la funzione mentale
chiamata «suggestionabilità» viene definita «la capacità a
lasciarsi influenzare dalla suggestione di pensare o di fare
qualcosa» 4. Al tempo stesso, la
suggestionabilità dev'essere distinta dall'atto volontario e dalla
condotta automatica. Bisogna considerarla come un'attività
incosciente scatenata da una volontà estranea. La persuasibilità
definisce l'attitudine a lasciarsi convincere o influenzare.
La suggestione e il condizionamento
La televisione, la radio e la stampa
esercitano certe influenze benefiche sugli individui a livello
dell'informazione, dell'educazione, della socializzazione, della
cultura e del tempo libero. Le influenze suggestive dei media
sono talvolta assai positive, ma tutto dipende naturalmente dalla
griglia di interpretazione utilizzata. Non è vano proporre una
lettura sfumata: la suggestione collettiva onnipresente nei mass
media è spesso deviata dal suo uso legittimo da comunicatori di
massa poco rispettosi.
La suggestione diventa allora
manipolazione, con influenze striscianti che si imparentano con il
condizionamento di massa. In effetti, i comunicatori di massa
manipolano particolarmente bene l'emozione per influenzare i
destinatari dei loro messaggi; essi cercano di raggiungere l'individuo
mediante l'impressionabilità, toccando la sua sensibilità e graffiando il suo
subcosciente. Talvolta, l'influenza esercitata cerca di suscitare un
sentimento di colpevolezza nel destinatario per dirigerlo
meglio. I politici sono i primi utenti di questi metodi,
ma non sono i soli.
I metodi suggestivi in politica
Si parla di pubblicità in campo commerciale e di propaganda quando
si tratta di problemi di ordine politico, ma la pubblicità e la
propaganda hanno entrambe lo stesso scopo generale, ossia modificare la condotta delle persone. Pubblicità e propaganda
utilizzano gli stessi metodi:
-
Studi del mercato da una parte e dell'elettorato dall'altra;
-
Adattamento degli argomenti in funzione dei bersagli;
-
Misura dell'efficacia delle campagne.
Il marketing politico ha adottato le tecniche e metodi del
marketing
commerciale e industriale. Esso esordisce negli Stati Uniti negli anni
'30 con l'introduzione delle tecniche proprie della pubblicità moderna e
delle pubbliche relazioni. Progressivamente, esso utilizza i mezzi di
studio dell'opinione pubblica (sondaggi, test psicologici, ecc...) e i mezzi
di comunicazione di massa. La pratica commerciale palese va a sostituire progressivamente
l'etica della convinzione. L'ideale politico diventa pratica politica.
In questa cornice, in maniera aperta, lo scopo della politica non
è più la ricerca del bene comune; esso non è che la conquista
del potere in cui solo i mezzi per giungervi sono importanti. I
valori da servire passano in secondo piano. Il politico fà leva sui
gusti e sugli istinti del suo elettorato potenziale poiché sa che
questo tipo di argomentazioni suggestive è in grado di aggirare il
ragionamento degli elettori. Tutti le promesse e le allusioni
diventano possibili; la manipolazione va a risvegliare in modo
sornione gli istinti e i sentimenti. Bisogna commuovere per
persuadere ed evitare così il ragionamento e la riflessione del
cittadino elettore, trasformato in consumatore. Certamente, il
marketing politico rinvia alla nozione di pluralismo politico,
in cui l'elettore fà la sua scelta e sceglie un prodotto politico.
Il marketing politico sottende che un'elezione concorrenziale
si svolga tra forze opposte, ma tuttavia ciò non significa che
l'elettore-consumatore abbia tutti i dati razionali per scoprire da
sé i prodotti politici avariati. Ma il marketing politico
arriva alla formulazione di argomentazioni convincenti mediante
l'analisi
approfondita dello stato e della dinamica del corpo
elettorale. Lo studio scrupoloso delle disposizioni dell'opinione
pubblica permette di adattare le forme persuasive del linguaggio
politico alle sensibilità degli elettori. Occorre trovare la
dialettica shock che rafforzerà la convinzione del
sostenitore, persuadendo al contempo gli astensionisti, captando gli
indecisi e riacciuffando i delusi. Un vasto programma in cui la
demagogia viene utilizzata senza remore. Il discorso politico ha lo
scopo di soggiogare; poco importa se diventa sconveniente. L'arte
della retorica diventa spesso l'arte del condizionamento.
L'audiovisivo, arma essenziale del combattimento politico, diventa
lo strumento preferito della battaglia persuasiva, il luogo del suo
spettacolo. La notizia politica televisiva viene modificata dalla
sua messa in scena, dal suo contesto di seduzione. Pur affermando la
sua democratizzazione rispetto ai modelli esclusivi di un tempo, la
politica moderna si è lasciata invadere dallo spettacolare e dalla
teatralità. L'espressione emozionale del politico si ripercuote
direttamente sullo stato emozionale dello spettatore-elettore. La
combinazione dei dati audio-fonici e televisivi introduce in maniera
subcosciente alcuni elementi non verbali nel giudizio dell'elettore.
Aggiungiamo anche che la pubblicità politica utilizza i videoclip
per le campagne presidenziali, con inquadrature che passano a tutta
velocità, senza che lo spettatore abbia sempre il tempo di visionare
consapevolmente tutte le immagini.
La suggestione collettiva
La suggestione collettiva viene
largamente utilizzata dai principali partiti politici, dalla
pubblicità, dalle forze economiche e finanziarie,
ma anche dai governi democratici. Le tecniche utilizzate permettono
di parlare di scienza della suggestione, o più esattamente,
di condizionamento. Per fare penetrare lentamente delle idee o delle
credenze nello spirito degli individui, le suggestioni vanno a
rafforzare altri tre procedimenti:
-
L'affermazione;
-
La ripetizione;
-
Il contagio.
Lo Stato è un ottimo attore nella
messa in scena suggestiva su scala nazionale o internazionale:
dietro un obiettivo, il dominio del potere cerca la coesione
nazionale mediante il ricorso dell'unanimità relativa degli
spiriti. Questa esiste naturalmente in certi momenti della
storia
di un Paese, ma in certi casi bisogna inventarla creandogli
dei riferimenti, proponendogli dei punti di ancoraggio,
suggerendogli una minaccia esterna, ecc... Il super-armamento
nucleare e convenzionale nel mondo è basato in parte su alcune
strategie di suggestione riguardanti gli altri Paesi del resto del
mondo. La strategia nucleare militare francese suggerisce una determinazione potenziale, e illustra
perfettamente l'importanza dei rapporti suggestivi nelle relazioni
fra gli Stati. A livello interno, lo Stato utilizza tecniche
suggestive per creare lo spirito dei tempi. Esso può, a seconda dei
suoi bisogni, rafforzare la sua autorità paventando un clima di
minaccia interna o captando indebitamente la fiducia dei cittadini
presentando un contesto economico cupo, presentato come responsabile
delle sue incompetenze. Ma lo Stato può suscitare anche un clima di
ottimismo artificiale per far girare la macchina economica. Le
suggestioni si imparentano allora con il metodo Coué
5, in cui «ogni cittadino si
autosuggestiona e diventa fiducioso nell'avvenire» (l'attuale
«pensiero positivo»; N.d.T.). Quest'ultimo
metodo viene esercitato in stretto collegamento con i grandi attori
dell'alta finanza e dell'economia. Tali suggestioni collettive
permettono al sistema economico di funzionare per la ripresa della
domanda dei consumi, ma hanno anche un loro rovescio della medaglia. Infatti, gli
individui vengono incoraggiati a spendere, e spesso si indebitano
acquistando a credito. La macchina riparte piena di assicurazioni,
ma migliaia di individui si ritrovano alcuni
anni più tardi presi
alla gola dai loro crediti e da banchieri diventati improvvisamente
pessimisti. Questi pochi esempi sono solamente l'espressione
globalizzante di fenomeni suggestivi, che per loro natura sono
raramente identificabili. Quando le tecniche suggestive mirano
continuamente allo stesso scopo, si può parlare di condizionamento.
La comunicazione pubblicitaria utilizza continuamente i fenomeni
suggestivi per attirare l'attenzione del consumatore. Essa deve
portare l'individuo a non realizzarsi. Le pubblicità della
Française des Jeux è uno degli esempi più pertinenti per
illustrare l'efficacia della suggestione di massa. Le tasse indirette colossali
provenienti da tutta la famiglia e dai piccoli cugini del Lotto hanno creato in alcuni anni uno stato patologico in seno alla nostra
società, un ingranaggio in cui l'individuo progetta settimana dopo
settimana il suo presente in vista di un avvenire il migliore, una meccanica
astuta che condiziona l'uomo di estrazione in estrazione. Ma il
condizionamento
di massa si eccita anche mediante l'interposizione di forze occulte,
difficilmente dominabili in quanto appartenenti al campo dei
pregiudizi e delle credenze millenarie. Dietro queste forze, bisogna
annoverare le pseudo-scienze predittive che abusano dell'ignoranza
per condizionare gli spiriti e spillare loro del
denaro. Mediante la ripetizione, le cose affermate arrivano a fissarsi negli spiriti al punto di essere
accettate
come verità dimostrate.
Livellamento delle coscienze?
Le critiche contro i mass media
sono numerose. Le tecniche dell'informazione - e particolarmente la
televisione - mettono in pericolo la libertà di
pensiero degli individui lavorandoli dall'interno. La televisione
viene
accusata di essere uno strumento di conformismo, di
asservimento,
addirittura di alienazione. Essa agisce a distanza sullo spirito delle
masse e impone in modo fallace certi modelli e certi valori ideologici che
provocano l'appiattimento dei comportamenti e la
formazione delle opinioni prefabbricate. La sua azione va a
rafforzare le costrizioni della civiltà di massa. La concentrazione
degli individui negli agglomerati industriali favorisce anche la
standardizzazione delle mentalità. Essa favorisce l'assoggettamento
ai valori dominanti e trascina la nostra società nella
schiavitù e nell'oppressione proponendo agli individui le stesse
immagini allo stesso momento. Si tratta di un'arma culturale totale
che propone una visione omogenea della realtà sociale.
La televisione contribuisce anche all'isolamento degli
individui: la massa non è che una folla di persone isolate
e fragili di fronte alla persuasione. L'irruzione delle immagini
televisive mediante il loro potere fotogenico forma un discorso
senza dimostrazione e senza prova che si impone alle coscienze.
Bombardamento mediatico
- La televisione, mobilitando
simultaneamente l'audizione e la visione del movimento, comporta un
partecipazione passiva di tutto il campo della percezione.
L'interpretazione individuale si trova estremamente limitata poiché da una parte il simbolo e il suo contenuto si confondono in
un realismo che tende verso la perfezione, e dall'altra parte
la situazione reale così ricreata lascia lo spettatore fuori da ogni
possibilità di intervento attivo. In questa prospettiva, l'economia dello sforzo dell'immaginazione del telespettatore
diventerebbe dannosa in quanto
l'immaginazione è la proprietà fondamentale dell'intelligenza. Una
società in cui la proprietà di forgiare dei simboli si indebolisce,
perde allo stesso tempo la sua proprietà di agire. «Il linguaggio
audiovisivo tende a concentrare l'elaborazione totale delle
immagini nei cervelli di una minoranza di specialisti che offrono
agli individui una materia totalmente figurata [...]. Avviene
una separazione nel corpo sociale tra il creatore di immagini e i
consumatori [...], una scomparsa delle varianti immaginative
personali [...], una realtà assolutamente nuda da assorbire
senza sforzo con il cervello a penzoloni» 6.
- L'informazione visiva si impone
«agli individui con una forza mai raggiunta dalle forme di
espressione del passato, a causa del potere propriamente tecnico da
cui emana e della pregnanza 7
delle immagini concrete che produce» 8.
Gilbert Cohen-Seat (1907-1980), che ha diretto
l'Istituto di Filmologia della Sorbona per una trentina d'anni, si è
immerso nell'universo cinematografico e ha esplorato in modo
particolare la realtà complessa del film e dei suoi effetti
sull'uomo contemporaneo. Egli ha anche condotto ricerche sugli
effetti delle immagini subliminali. Secondo alcune delle sue
conclusioni, un film classico (privo di tecniche subliminali)
può essere un agente condizionante in grado di manipolare le
coscienze facendo variare le reazioni agli avvenimenti futuri.
Egli ha testato questi effetti con la sua squadra di
ricercatori di film sperimentali su alcuni militari di leva. Anche i
servizi segreti francesi si sono interessati alle sue ricerche.
- Il trattamento dell'immagine
televisiva: «Le abitudini percettive e cognitive dei
telespettatori vengono maltrattate dall'afflusso massiccio di
stimoli audiovisivi la cui forma, il contenuto, la durata e il tempo
di presentazione non sono stati adattati alle attuali
caratteristiche biologiche e culturali dei ricevitori che siamo»
9.
-
Derrick de Kerckhove ha
proposto un approccio molto interessante ai diversi effetti dei
media sull'uomo. «La scrittura impegna la nostra attenzione
in modo speciale perché la decifrazione della scrittura richiede
facoltà di ritenzione, di classificazione e di interpretazione che
fanno astrazione da ogni stimolazione sensoriale esterna. La radio,
ad esempio, mobilita soprattutto l'emozione. L'orecchio, che è
centocinquanta volte meno veloce dello sguardo, invia le sue
informazioni verso il cuore, verso le zone neuro-muscolari e
tattili. Il tipo di attenzione innescata dalla radio è diffusa alla
ricerca di indicatori emotivi nell'intonazione o nella musica. La
televisione va ancora più lontano in questa direzione, poiché fà
intervenire direttamente, senza traduzione, né reinterpretazione da
parte di un senso privilegiato, la risposta analogica della
muscolatura [...]. La televisione non passa dal significato;
essa mobilita la propriocezione 10.
Essa parla al corpo, non alla mente. Si rivolge ai sensi, ma non in
senso verbale [...]. L'immagine e il movimento televisivi
vanno ad accumularsi e a stamparsi direttamente sul sistema nervoso
dello spettatore tramite la vista, l'udito, e - secondo McLuhan e
Tony Schwartz - tramite la pelle» 11.
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Note
1
Traduzione di un estratto (pagg. 91-121) dell'opera Subliminal:
viol des consciences («Subliminale: violazione delle coscienze»;
éditions Morisset,
1994), a cura di Paolo Baroni.
2
La disinformazione consiste nella soppressione della notizia, nella
riduzione della sua portata o nella modificazione del suo senso. Si
tratta di una sottile deformazione della verità in politica, nelle
relazioni internazionali, nella stampa e nella vita quotidiana.
Condizionamento, propaganda, destabilizzazione e guerra psicologica
sono le parole-chiave della disinformazione.
3
Membro dell'Accademia Americana delle Arti e delle Scienze,
vincitore di un gran numero di premi di onorificenza di Università
di diversi Paese, professore di Linguistica al Massachusetts
Institute of Technology (MIT). Scienziato ed
intellettuale rinomato, ma detestato dai «poteri forti» che denuncia
con un'insolenza unica.
4
P. Janet, A. Binet, 1900.
5
Il farmacista e psicologo Emile Coué (1857-1926) esaltava un metodo
di guarigione mediante l'autosuggestione. Per Coué, la volontà non è
la prima facoltà dell'uomo, ma la sua immaginazione, che egli
assimila all'inconscio. Ecco ciò che dice: «Quando volontà e
immaginazione sono in conflitto, è sempre l'immaginazione ad averla
vinta». Per riuscire a dominare e ad orientare la nostra
immaginazione, Coué propone l'autosuggestione che definisce come
«l'impianto di un'idea in sé stessi fatta da sé stessi». Il suo
procedimento consiste in questo: in un primo tempo, «pensare con
la propria ragione le cose che devono essere oggetto della
suggestione e, a seconda che la ragione risponda positivamente o
negativamente, in un secondo tempo, ripetersi parecchie volte, senza
pensare ad altro: "Sarà così" o "Non sarà così", ecc... Se
l'inconscio accetta questa suggestione, se egli si auto-suggerisce,
le cose si realizzano una dopo l'altra». Secondo Coué, «ogni
idea che occupa unicamente il nostro spirito tende a trasformarsi in
atto, purché sia nel campo delle possibilità». Coué propone di
risvegliare in noi l'ottimismo con la sua celebre formula di
autosuggestione da ripetere mattina e sera, una ventina di volte:
«Tutti i giorni, sotto tutti i punti di vista, vado di meglio in
meglio».
6
Cfr. A. Leroi-Gourhan,
Le geste et la parole («Il gesto e la parola»), 1965, vol. 1.
7
Nel campo percettivo, lo spirito cerca gli aspetti equilibrati e
strutturati secondo le leggi dell'armonia, della regolarità e
dell'omogeneità. Gli studi sulla percezione hanno mostrato che la
forma che ubbidisce a queste leggi elimina tutte le altre forme
possibili. Lo spirito che ha bisogno di strutturare le percezioni,
può trascurare certi dettagli superflui e sostituire gli elementi
mancanti. La pregnanza di un'immagine è il fatto secondo cui una
rappresentazione si impone come organizzazione psicologica
privilegiata, e si impregna come tale nel vita mentale.
8
Cfr. G. Cohen-Seat,
L'action sur l'homme: cinéma et télévision («L'azione sull'uomo:
cinema e televisione»), 1961).
9
Cfr. J. M. Pradier,
Le téléspectateur face à la publicité: éléments d'une physiologie de
la séduction («Il telespettatore di fronte alla pubblicità:
elementi di una fisiologia della seduzione»), 1988-1989.
10
Sensibilità propria dei muscoli, dei legamenti e delle ossa, in
opposizione alla sensibilità tattile, detta esterocettiva, e al
sensibilità viscerale, detta interocettiva.
11
Cfr. D. de Kerckhove,
Stratégie d'attention: la publicité télévisuelle en question
(«Strategia di attenzione: la pubblicità televisiva in questione»),
1988-1989.