IX del protestantesimo
Distingueremo per comodità di presentazione:
Lo spirito politico della Riforma protestante
Questo spirito deriva dall'applicazione, in campo politico, del libero esame e del rifiuto di un'autorità esterna in materia di fede. Esso corrisponde a ciò che chiamiamo «liberalismo politico». Se ogni cittadino può pensare ciò che vuole nel dominio religioso (più elevato), giungerà inevitabilmente a pensare ciò che vuole anche in campo politico (inferiore). Se non esiste un ordine (obiettivo e stabile) nella religione, perché dovrebbe esserci un ordine (obiettivo e stabile) anche in politica?
Quindi, lo spirito politico della Riforma contiene implicitamente la negazione di qualsiasi ordine politico conforme all'ordine naturale e che richiede la libera adesione delle intelligenze. Secondo questo spirito, non esiste una filosofia politica comune a tutti gli uomini, siano essi turchi, americani o francesi. A titolo di esempio, citiamo questo passo estratto dalla rivista Europa-Magazine (del 1973) inviato all'epoca a tutti i possessori della carta di credito American Express:
Se il cittadino non deve sottomettersi ad un'autorità esterna nel dominio religioso (superiore) arriverà a pensare che non deve nemmeno sottomettersi ad un'autorità esterna nel dominio politico (inferiore). Da qui l'idea:
In altre parole, il potere politico non viene da Dio, ma da cittadini considerati collettivamente, vale a dire dal popolo. Finiamo con la nota teoria della sovranità popolare 115 su cui si basano la maggior parte dei nostri regimi democratici moderni.
Due regole riassumono così lo spirito politico della Riforma:
Il giudizio di Charles Maurras
Nel suo libro La démocratie religieuse («La democrazia religiosa»), il politico francese Charles Maurras (1868-1952) mostra chiaramente come i principî protestanti esercitino, in campo religioso, politico e artistico lo stesso tipo di influenza individualista:
Sopra: Charles Maurras e il suo libro La démocratie religieuse.
La filiazione Riforma-Rivoluzione
Come scrive Maurras, l'individualismo politico si chiama «Rivoluzione». Egli ha così sottolineato la filiazione Riforma-Rivoluzione Francese. Ed è un dato di fatto che la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789, la carta della Rivoluzione e di tutti i regimi repubblicani che si sono succeduti, contiene espressamente i due principî più importanti dello spirito politico della Riforma:
Sopra: la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789. Il quadro in questione è infarcito di simboli massonici.
Quindi, possiamo vedere che la Francia, che è riuscita a resistere alla Riforma nel suo aspetto religioso, è stata conquistata dalla Riforma nel suo aspetto politico. La parentela Riforma-Rivoluzione, un fenomeno molto importante, è generalmente poco evidenziata nei nostri libri di Storia, anche dal migliore. Ecco alcune citazioni di personaggi politici e religiosi per illustrare meglio questo legame:
- Louis Blanc (1811-1882), storico rivoluzionario e socialista:
Sopra: Louis Blanc.
- Pierre Waldeck-Rousseau 118:
Sopra: Pierre Waldeck-Rousseau.
- Auguste Comte (1799-1857), filosofo, fondatore del positivismo:
Sopra: Auguste Comte.
- Papa Leone XIII (1810-1903), nell'Enciclica Diuturnum, del 29 giugno 1881:
Sopra: S.S. Papa Leone XIII.
X LE Conseguenze economiche del protestantesimo
Distingueremo:
Tre fattori
Tre fattori di origine protestante hanno esercitato un'influenza particolarmente importante sullo sviluppo dell'economia, dal XVI secolo ad oggi:
Gli ultimi due di questi fattori sono attribuibili al calvinismo; è quindi soprattutto nei circoli più direttamente segnati dal calvinismo che il protestantesimo ha avuto effetti economici significativi. Nel resto del capitolo, ci limiteremo a questa parte del mondo protestante.
Il puritanesimo, veicolo del calvinismo
Nei Paesi anglosassoni - che furono i primi agenti dello sviluppo industriale così come esiste oggi - lo spirito calvinista si manifestò principalmente in una particolare forma di protestantesimo chiamata «puritanesimo».
Natura del puritanesimo Spiega Hilaire Belloc:
Sopra: 11 settembre 1620; i puritani inglesi imbarcati sul Mayflower sbarcano nel Nuovo Mondo.
Dopo aver mostrato le analogie e le differenze tra puritanesimo e manierismo 122, Hilaire Belloc continua:
Estensione del puritanesimo
Quella «manifestazione dello spirito calvinista» 124 che è il puritanesimo si è sviluppata in Inghilterra e in Scozia, ma anche nei Paesi Bassi e in Scandinavia. Oliver Cromwell (1599-1658), che governò l'Inghilterra dal 1649 al 1658, dopo aver fatto decapitare re Carlo I (1600-1649), fu una figura tipica di questo movimento. Dall'Europa, il puritanesimo passò in America; gli Stati Uniti sono in gran parte discendenti dalle sètte puritane, che provenienti dall'Inghilterra e dalla Scozia, si stabilirono inizialmente nelle colonie britanniche della Nuova Inghilterra.
Sopra: il puritano Oliver Cromwell.
Dal puritanesimo al capitalismo liberale Figlio del calvinismo, il puritanesimo ha conservato le sue caratteristiche principali, e in particolare quelle sopra menzionate (primato dell'azione; successo nelle opere temporali considerato come un segno di elezione; riabilitazione dell'usura in linea di principio). Aggiungiamo un quarto tratto: una certa ascesi nell'uso dei beni materiali. Nel quadro generale dello sviluppo industriale dovuto alle nuove invenzioni, tali principî hanno generato il capitalismo liberale che si manifestò nei Paesi anglosassoni verso la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo. Ecco come:
Scrive Max Weber:
Per quanto riguarda l'usura, giustificata in linea di principio da calvinisti e puritani, sappiamo che il capitalismo liberale l'ha praticato su larga scala, al punto che potrebbe essere presentato come un regime basato sull'usura 126. Esaltazione del lavoro; ricerca della ricchezza considerata come l'attività principale dell'uomo... e una ricchezza desiderata come segno di benedizione e non per soddisfare i proprî bisogni.
Generalizzazione dell'usura: questi quattro segni del capitalismo liberale sono quindi presentati come il culmine dei principî stabiliti da Calvino e ripresi dai puritani. Senza dubbio il capitalismo liberale si traduce in disordini che Calvino non avrebbe voluto; senza dubbio, possiamo ammettere, con lo storico protestante Henri Hauser (1866-1946):
Sopra: lo storico protestante Henri Hauser.
In definitiva, la filiazione calvinismo-puritanesimo-capitalismo liberale è un fatto storico ben consolidato e uno dei punti-chiave per spiegare la genesi del mondo moderno.
La spiegazione di Robert Beauvais
Nel suo succitato libro Nous serons tous des protestants, Robert Beauvais ha saputo evidenziare, in modo divertente e preciso, le conseguenze economiche appena menzionate.
«Arricchitevi»!
Il tempo è denaro
Per illustrare una tale concezione della vita, Robert Beauvais cita il famoso testo Advice to a Young Tradesman («Consiglio ad un giovane commerciante»), scritto nel 1748 da Benjamin Franklin (1706-1790), che parla di un «commesso viaggiatore dell'America puritana». Max Weber cita questo stesso testo e vede in esso un documento tipico dello spirito capitalista.
Sopra: Benjamin Franklin (con le insegne massoniche) e il suo libro-guida Advice to a Young Tradesman.
Notiamo en passant: sappiamo che il tempo non è denaro, ma è infinitamente di più; è ciò che ci viene dato per ottenere la nostra salvezza eterna... Ma bisogna riconoscere che purtroppo la formula di Franklin è entrata a far parte della nostra mentalità.
Denaro morale
In altre parole, commenta Robert Beauvais:
Sopra: François Guizot (1787-1874), politico e storico ugonotto.
Identico è il giudizio di Max Weber:
Il dio lavoro
Si noti che la Chiesa ha riabilitato il lavoro contro il pensiero pagano per il quale il lavoro era solo una maledizione; ma non ne ha mai fatto una divinità! La formula benedettina «Ora et labora» («Prega e lavora»), mostra in quale ordine devono essere posizionate queste due attività umane.
Sopra: monumento all'operaio e alla kolchoziana eretto nell'era sovietica (1937) a Mosca.
Ai nostri tempi, quando il culto della tecnologia (a sua volta frutto del lavoro) tende a sostituire il culto dei Santi (che sono soprattutto uomini di preghiera), in cui il salone automobilistico è celebrato con più splendore che la Festa dell'Assunta... dobbiamo riconoscere l'accuratezza dell'osservazione di Robert Beauvais: «L'esaltazione del lavoro è diventato uno dei dogmi della morale occidentale» 138.
Note
115 Teoria condannata dalla Chiesa: «È la stessa natura che testimonia come qualsiasi potere derivi dalla più alta e augusta delle fonti, che è Dio. La sovranità popolare che si afferma insita per natura nella moltitudine indipendentemente da Dio, se serve ottimamente ad offrire lusinghe e ad infiammare grandi passioni, non ha in realtà alcun plausibile fondamento, né possiede abbastanza forza per assicurare uno stabile e tranquillo ordine sociale. In verità a causa di tali dottrine si è giunti al punto che da molti si sostiene la legittimità della rivoluzione, vista come giusto strumento di lotta politica» (cfr. Leone XIII, Enciclica Immortale Dei, del 1º novembre 1885). Anche San Paolo in Rm 13, 1: «Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio». 116 Cfr. C. Maurras, La démocratie religieuse, Nouvelles éditions Latines, pag. 238. Il suo movimento politico, L'Action Française fu condannato dalla Santa Sede nel 1926, per alcuni gravi errori (sottomissione della Chiesa allo Stato, naturalismo, ecc...). Anche se giustificata, questa condanna finì per favorire le forze rivoluzionarie, ragione per cui molti pensano che fu un errore. Maurras, che era ateo, finì per convertirsi al cattolicesimo poco prima della morte grazie alla fitta corrispondenza con le suore carmelitane di un convento di clausura (N.d.T.). 117 Cfr. E. Julien, op. cit., pag. 348. 118 Pierre Waldeck-Rousseau (1846-1904), ministro dell'Interno sotto Léon Gambetta e presidente del Consiglio dal 1899 al 1902. La sua legge sulle associazioni provocò l'espulsione in massa dei religiosi all'inizio del XX secolo e portò nel 1905 alla separazione tra la Chiesa e lo Stato. 119 Risposta al pastore di Saint-Étienne, del 12 gennaio 1902; cit. in C. Maurras, op. cit., pag. 247. 120 Cfr. E. Julien, op. cit., pag. 348. 121 Cfr. H. Belloc, Characters of the Reformation, pag. 174. 122 Dottrina molto antica, propria dalle eresie gnostica e catara, secondo la quale un dio del bene e un dio del male avrebbero combattuto l'uno contro l'altro con forza uguale; il mondo materiale sarebbe la creazione del dio del male. 123 Cfr. H. Belloc, Characters of the Reformation, pag. 174. 124 Ibid., pag. 176. 125 Cfr. M. Weber, op. cit., pag. 51. 126 Vedi, a questo proposito, il libro di René de La Tour du Pin Vers un ordre social chrétien, éditions du Trident. 127 Cfr. H. Hauser, «Les débuts du capitalisme» («Gli inizi del capitalismo»), in Études sur Calvin et le calvinisme, pag. 79; cit. in A. Bieler, op. cit., pag. 505. 128 Cfr. H. Hauser, «Calvin économiste» («Calvino economista»), in Études sur Calvin et le calvinisme, pag. 242; cit. in A. Bieler, op. cit., pag. 505. 129 Ibid. 130 Cfr. M. Weber, op. cit., pag. 93. 131 Cfr. R. Beauvais, op. cit., pag. 39. 132 Cfr. M. Weber, op. cit., pag. 56. 133 Ibid., pag. 47. 134 Cfr. R. Beauvais, op. cit., pag. 41. 135 Cfr. M. Weber, op. cit., pag. 48. 136 Cfr. R. Beauvais, op. cit., pag. 42. 137 Ibid., pag. 43. 138 Ibid.
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