I PROMEMORIA SUL CONCETTO DI LIBERTÀ
Si definisce liberalismo la teoria che fa della libertà un assoluto. Prima di andare oltre, è utile spiegare cosa si intende per libertà. La parola «libertà» implica l'assenza di un legame. Alle diverse categorie di legami corrispondono diverse categorie di libertà. Distinguiamo: la libertà fisica, la libertà psicologica e la libertà morale.
La Libertà fisica (o immunità di coercizione)
Essa corrisponde all'assenza di un collegamento fisico. Ad esempio: sono (fisicamente) libero di lasciare la mia stanza se non ci sono rimasto dentro chiuso a chiave.
Libertà psicologica (o libero arbitrio)
Essa corrisponde all'assenza di un legame psicologico. Deriva dal fatto che la mia intelligenza e la mia volontà funzionano normalmente. Essa è definita come «la facoltà di scegliere i mezzi che permettono di raggiungere un determinato fine». Il libero arbitrio appartiene unicamente agli esseri intelligenti. Gli animali non ce l'hanno (sono mossi dai loro istinti); i pazzi l'hanno persa.
La libertà morale
Essa corrisponde all'assenza di un legame morale, ovvero di un obbligo morale che vieti l'atto previsto. Ad esempio: sono (moralmente) libero di mangiare carne se, su questo punto, non sono vincolato da un obbligo (il precetto della Chiesa sull'astinenza dalla carne al venerdì). Perché un atto sia libero, devono essere presenti i tre aspetti della libertà. Ad esempio: sono libero di andare a trascorrere le mie vacanze in Perù:
Vera libertà e libertà liberale
Le definizioni precedenti derivano da due concezioni di libertà:
II DEFINIZIONE DI LIBERALISMO
Nel Vocabulaire de la philosophie, di Padre Regis Jolivet (1891-1966), alla voce «Liberalismo» c'è una definizione più esplicita di quella già data:
Sopra: Padre Regis Jolivet e il suo Vocabulaire de la philosophie.
Ecco alcune osservazioni di Padre Augustin Roussel (1888-?) nel suo ottimo libro Libéralisme et catholicisme 2:
Sopra: l'opera di Padre Roussel Libéralisme et catholicisme.
Teniamo a mente questi due aspetti del liberalismo: una dottrina incoerente e uno stato d'animo.
III SVILUPPO STORICO DEL LIBERALISMO
Ecco alcuni estratti presi dal capitolo I della prima parte del già citato libro Libéralisme et catholicisme di Padre Roussel.
La Riforma: Lutero (1483-1546)
La filosofia «separata» 6: Cartesio (1596-1650) e Kant (1724-1804)
Il filosofismo: Bayle (1647-1706), Diderot (1713-1784) e Voltaire (1694-1778)
La filosofia rivoluzionaria: Rousseau (1712-1778) e la Rivoluzione
Il romanticismo: Madame de Staël (1766-1817), Chateaubriand (1768-1848), Michelet (1798-1874) e Victor Hugo (1802-1885)
Il liberalismo moderno 11: Tolstoj (1828-1910), Jaurès (1859-1914) e Buisson (1841-1932)
IV DIVERSE CATEGORIE DI LIBERALISMO
Il liberalismo può essere applicato nell'ordine del pensiero, della religione, della politica e dell'economia. Da qui le diverse categorie che esamineremo successivamente.
Il liberalismo intellettuale (liberalismo nell'ordine del pensiero)
Definizione Ognuno è libero di pensare ciò che vuole: «a ciascuno la sua verità». Non ci sarebbe un ordine stabile delle cose, indipendente dall'uomo, nessuna verità universale, nessuna moralità immutabile... La nozione stessa di dottrina scomparirebbe. Una tale ideologia corrisponde a quello che in filosofia viene definito «nominalismo»; come tale essa è prossima alla concezione protestante di libero esame. Nel tentativo di dargli un carattere rispettabile, i razionalisti e i massoni la chiamano «libertà di pensiero».
Come sfuggire alla tentazione del liberalismo intellettuale? Il liberalismo intellettuale è ormai molto diffuso. Per evitare di cadere in questa trappola, è necessario innanzitutto specificare il vocabolario utilizzato, perché molto spesso liberali e antiliberali usano le stesse espressioni, dando loro significati diversi. Ecco alcuni esempi:
• La libertà di coscienza
- In senso cattolico: il libero esercizio del diritto di seguire, secondo la propria coscienza, la volontà di Dio e di adempiere i Suoi precetti (il che presuppone il rispetto della verità e della giustizia); - In senso liberale: il diritto rivendicato di pensare e credere ciò che si vuole, anche nella religione e nella morale, e di diffondere le proprie opinioni in pubblico a proprio piacimento.
• La libertà di culto
- In senso cattolico: il diritto di praticare la vera religione senza ostacoli; - In senso liberale: il presunto diritto che tutte le religioni avrebbero di praticare pubblicamente il loro culto, pur rispettando l'ordine pubblico.
Sopra: preghiera pubblica degli islamici a Roma.
• La libertà di stampa
- In senso cattolico: il diritto di scrivere ciò che si vuole, di esprimerlo, di pubblicarlo purché siano rispettate la verità e le regole di moralità e prudenza; - In senso liberale: la libertà di esprimere in pubblico ciò che si pensa senza dover tenere conto del vero e del giusto.
• La libertà di istruzione
- In senso cattolico: il libero esercizio del diritto di insegnare ciò che è vero e ciò che è giusto; - In senso liberale: il diritto rivendicato di insegnare ciò che si vuole, senza tener conto delle verità naturali e delle verità rivelate.
Il liberalismo religioso
Esso consiste nell'applicazione al dominio religioso del liberalismo intellettuale secondo cui ognuno è libero di pensare ciò che vuole; da qui la formula «a ciascuno la sua verità». Tutte le religioni sono considerate accettabili, il che porta a conciliare gli inconciliabili, ad esempio il voler conciliare i principî su cui è stata fondata la Francia cristiana con quelli che hanno strutturato la Rivoluzione Francese del 1789.
Il liberalismo politico
Autonomia dello Stato Lo Stato è libero; non deve sottomettersi ad alcuna regola a lui esterna o ad un ordine morale trascendente, un fatto che si traduce nella separazione tra Chiesa e Stato.
La sovranità popolare L'autorità, poiché ce ne vuole una, non proviene da Dio, ma dal popolo, cioè dall'uomo considerato collettivamente: questa è la teoria della sovranità popolare.
Conseguenze Come conseguenze del liberalismo politico, otterremo:
Gli ultimi due punti si trovano nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1789 13. Inoltre, possiamo constatare l'equivalenza tra i principî del 1789 e le idee liberali (nel senso del liberalismo politico).
Il liberalismo economico
Teoria che stabilisce una separazione assoluta tra morale ed economia; quest'ultima dev'essere libera, svincolata da ogni regola morale. La legge del libero mercato dovrebbe bastare a regolare tutto per il bene di tutti. Il liberalismo economico viene spesso definito «capitalismo selvaggio». È così definito nel già citato Vocabulaire de la philosophie:
Conosciamo gli effetti disastrosi prodotti ai nostri giorni dal principio liberale della libera concorrenza considerato come unico regolatore dell'economia. Interi settori dell'industria tendono a scomparire se lo Stato non li protegge (o non li protegge abbastanza) dalla concorrenza dei Paesi a basso salario.
IV UN LIBERALISMO FUORI DAL COMUNE: IL LIBERALISMO CATTOLICO
Trattasi di una forma di liberalismo speciale, in quanto è una teoria che si presenta come «cattolica» e che si rivolge esclusivamente ai cattolici.
Uno stato d'animo associato ad una corrente di idee politiche
Come definire questa teoria? Non è una dottrina poiché esiste una contraddizione formale tra i fattori che associa, il pensiero liberale e la fede cattolica (il che ci permette di parlare di incoerenza del liberalismo cattolico). Questo è ciò che Padre Emmanuel Barbier (1851-1925) nota nel suo libro Histoire du catholicisme liberal et du catholicisme social en France:
Sopra: Padre Emmanuel Barbier e il suo libro Histoire du catholicisme liberal et du catholicisme social en France.
Questo stato d'animo è in realtà duplice:
Nella logica di questo stato d'animo, compaiono disposizioni politiche che ai cattolici liberali stanno molto a cuore:
Di conseguenza, il liberalismo cattolico può essere considerato sia uno stato d'animo (esaltazione della libertà, conciliazione rispetto ai principi della Rivoluzione Francese) che una corrente di idee politiche. Ecco alcuni testi che illustrano questa corrente di pensiero.
- Mons. Gérard Defois, Arcivescovo di Reims:
- Pierre de Boisdeffre (1926-2002), scrittore ed ex ambasciatore:
Possiamo vedere il movimento del pensiero: tradizioni cristiane e innesti rivoluzionari non si contraddicono più, sono uniti. Valori laici e valori cristiani non si contrappongono più, ma sono chiamati a consolidarsi vicendevolmente. Ecco altri testi che vanno nella stessa direzione:
- Jacques Maritain (1882-1973), filosofo cattolico:
- Albert de Broglie (1821-1901), uomo politico:
Storia del liberalismo cattolico
Ecco il riassunto fornito da Marcel Prélot
(1898-1972), un costituzionalista, nel suo libro Le
Libéralisme catholique:
Sopra: Marcel Prélot e il suo libro Le Libéralisme catholique.
Alcune figure di spicco del liberalismo cattolico
La qualità umana di un numero abbastanza elevato di leader e seguaci del movimento liberale cattolico è indiscutibile. A quelli appena citati, dovremmo aggiungere personalità come Chateaubriand, Lacordaire, Marc Sangnier, ecc... Uomini di alto profilo e forse in buona fede. Ma nulla è più pericoloso dell'errore proclamato da persone per bene, soprattutto se sono anche brillanti.
VI FATTORI CHE HANNO CONTRIBUITO ALL'ESPANSIONE DEL LIBERALISMO
Ne evocheremo tre: il protestantesimo, la Massoneria e l'educazione scolastica.
Il protestantesimo
È una religione adogmatica che potrebbe essere definita con le parole del ministro evangelico Richard Molard:
Ecco un'altra definizione, fornita, come la precedente, da un pastore protestante, il reverendo Alfred Monod:
Una religione senza dogmi fissi, senza principî chiari come il protestantesimo ha contribuito necessariamente all'espansione del liberalismo intellettuale che si riassume nella formula «a ciascuno la sua verità».
La Massoneria
La mentalità massonica nei Gradi inferiori è essenzialmente liberale. Essa è caratterizzata dal rifiuto di qualsiasi verità universale (ogni verità è personale e variabile nel tempo):
Un simile errore è chiamato soggettivismo o relativismo; per i massoni, il relativismo viene eretto a dogma. Ecco un esempio di propaganda massonica liberale:
L'educazione scolastica Vincent Peillon, ex ministro della Pubblica Istruzione francese, ha chiaramente dimostrato che l'educazione scolastica si basa su una nuova religione, laica, liberale e ostile a qualsiasi idea di dogma:
I dogmi dovrebbero quindi essere distrutti, ossia si
deve
accettare l'errore liberale «a ciascuno la sua
verità».
VII IL LIBERALISMO HA INVASO QUASI TUTTI GLI AMBIENTI
Per rendersene conto, è sufficiente osservare quanto siano diffuse le seguenti idee, tipicamente liberali:
Conclusione
Rifiutiamo il liberalismo in tutte le sue forme, e specialmente il liberalismo intellettuale; e manteniamo il senso della verità. Così scriveva Mons. Charles-Émile Freppel (1827-1891), Vescovo di Angers:
Note
1 Traduzione dall'originale francese Le libéralisme (Action Familiale et Scolaire, 2ª ed., Parigi 2018), a cura di Paolo Baroni. Sito web AFS | Action Familiale et Scolaire 2 Pubblicato nel 1926 e rieditato nel 2002 dall'Institut Civitas. 3 Noi diremmo piuttosto: la facoltà di scegliere i mezzi tenendo conto del fatto che devono essere ordinati al loro fine. 4 Cfr. P. A. Roussel, Libéralisme et catholicisme, pag. 16. 5 Ibid., pag. 20. 6 Filosofia «separata» nel senso che non si sente più costretta a sottomettersi al reale. 7 Cfr. P. A. Roussel, op. cit., pagg. 21-22. 8 Ibid., pagg. 22-23. 9 Ibid., pag. 24. 10 Ibid., pagg. 25-26. 11 Si tenga conto che il libro citato è stato scritto nel 1926. 12 Cfr. P. A. Roussel, op. cit., pag. 26. 13 Ecco l'osservazione di Jacques Chirac durante la sua campagna per le elezioni presidenziali del 1995: «No ad una legge morale che avrebbe la precedenza sulla legge civile» (cfr. Journal du dimanche, Inchiesta sui candidati alla presidenza della repubblica, del 2 aprile 1995). 14 Cfr. R. JOlivet, op. cit., pag. 34. 15 Cfr. P. E. Barbier, Histoire du catholicisme liberal et du catholicisme social en France («Storia del cattolicesimo liberale e del cattolicesimo sociale in Francia»), vol. I, pag. 52. 16 Si tratta di un'idea errata: la verità non viene contaminata anche se difesa con la forza. 17 Cfr. Mons. G. Defois, «Le paradoxe républicain: un État laïc peut-il commémorer un baptême chrétien»? («Il paradosso repubblicano: uno Stato laico può commemorare un battesimo cristiano»?), in Bulletin SNOP, del 6 settembre 1996. 18 Cfr. P. de Boisdeffre, «Une triple identité exemplaire: le parcours du Cardinal Lustiger, premier archevêque d'origine juive de notre histoire, est riche d'enseignements» («Una triplice identità esemplare: il percorso del Cardinale Lustiger, primo Arcivescovo di origine ebraica della nostra storia, è ricca di insegnamenti»), in La Croix, del 15 marzo 1996. 19 Così Maritain su Le Figaro, del 7 dicembre 1944. 20 Così de Broglie su Le Correspondant (1856); cit. in J. Ousset, Pour qu'il règne («Affinché Egli regni»), pag. 290. 21 Cfr. M. Prélot-F. Gallouédec Genuys, Le Libéralisme catholique («Il liberalismo cattolico»), Armand Collin, 1969, pagg. 8, 45. Marcel Prélot è stato deputato e poi senatore del Doubs, e infine vice‑presidente della Commissione delle leggi Costituzionali. 22 Così il ministro evangelico Richard Molard nell'articolo «La vraie nature du protestantisme» («La vera natura del protestantesimo»), in Le Figaro, del 30 maggio 1974. 23 Definizione del protestantesimo fornita nel 1830 dal pastore Alfred Monod e citata da Marie Carré nel suo libro J'ai choisi l'unité («Ho scelto l'unità»; DPF, pag. 221). In questo libro, Marie Carré, una protestante che si è convertita al cattolicesimo all'età di vent'anni, racconta le più importanti tappe intellettuali della sua conversione. 24 Così Georges Marcou, Gran Maestro della Gran Loggia di Francia, sulla rivista confidenziale di questa obbedienza (1583, n° 48); cit. in J. Ploncard d'Assac, Lettres politiques (n° 87). 25 Cfr. «L'évolution de la maçonnerie» («L'evoluzione della Massoneria»), nella rivista massonica L'Acacia (marzo 1908), in cui si definiva il programma massonico per quello stesso anno; cit. in P. E. Barbier, op. cit., vol. V, pag. 488. 26 Cfr. Le Monde des religions, marzo 2012. 27 Cfr. J. Ousset, op. cit., pag. 399.
|