Prefazione
Leggendo la Dichiarazione conciliare Nostra Ætate, sulle religioni non cristiane, del 28 ottobre 1965, e tutti i documenti ufficiali successivi emanati dai vertici della Gerarchia ecclesiastica, si ha la netta impressione che per le autorità vaticane l'attuale religione ebraica sia la naturale continuazione della religione mosaica, così com'era praticata dal popolo ebraico anche al momento della venuta di Gesù Cristo sulla Terra. Secondo tale convinzione, gli ebrei dei nostri giorni continuerebbero dunque a seguire e a mettere in pratica tutti i precetti stabiliti dall'Antica Alleanza sancita da Dio e trasmessa a Mosè sul Sinai.
Sulla scia di questa idea, ci si è spinti molto in avanti arrivando a dichiarare in più occasioni che, per via della vocazione irrevocabile del «popolo eletto», gli ebrei dei nostri giorni sarebbero ancora carissimi a Dio, e che l'Antico Patto tra Dio e la stirpe di Abramo, di Isacco e di Giacobbe sarebbe tuttora in vigore 2. Non solo: nel documento Il Popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana, redatto dalla Pontificia Commissione Biblica e pubblicato nel 2001 con la prefazione dell'allora Cardinale Joseph Ratzinger, si insinua che il cristianesimo si sarebbe appropriato in maniera indebita dell'Antico Testamento «rubandolo», in un certo qual senso, ai legittimi destinatari e interpretandolo in modo «unilaterale» (!?).
Si potrebbe continuare in questo senso citando altri atti del «magistero» post-conciliare nella stessa direzione, tutti in contrasto con la Sacra Scrittura, con l'opinione dei Padri della Chiesa e con il Magistero preconciliare. Ma quanto sentito fin qui basta e avanza per convincerci di quanto detto nelle prime righe: secondo la stragrande maggioranza dei cattolici (e non solo), gli attuali seguaci della sinagoga sarebbero fedeli osservanti della legge mosaica, esattamente come lo erano lo erano i Profeti e i Patriarchi.
Come dimostra in maniera impeccabile 3 Elizabeth Dilling (1894-1966), l'Autrice di questo scritto, tale opinione è assolutamente falsa e non rispondente alla realtà, e chi sostiene il contrario o ignora la vera natura del giudaismo post-cristiano o è in mala fede. Tertium non datur. A chi si avvicina anche con occhio profano allo studio del giudaismo pre e post-cristiano, la prima cosa che salta agli occhi è l'importanza che l'odierna religione ebraica attribuisce non più alla Toràh (la legge mosaica), ma al Talmud e alla Kabbalah: il primo è una raccolta di sentenze e di commentari rabbinici alla Sacra Scrittura, e la seconda un compendio di misticimo ebraico, entrambi redatti tardivamente, ossia a partire dal I secolo d. C. fino al XIII-XIV secolo.
Sopra: Talmud babilonese della Soncino Press.
Ora, per un cattolico, per quanto imperfetta, passeggera e incapace di salvare l'uomo, l'Antica Alleanza è stata rivelata da Dio e fa parte integrante della Rivelazione insieme al Nuovo Testamento, la nuova ed eterna Alleanza. Al contrario, la produzione letteraria rabbinica post-cristiana e post-biblica è il risultato di una contaminazione della legge mosaica dovuta al contatto con il paganesimo circostante e al conseguente assorbimento di concetti e di miti che di fatto hanno finito per annullare i precetti divini.
Il Dio personale della Bibbia è stato sostituito dai rabbini con un'entità impersonale, informe e priva di una volontà propria (l'En Sof). Al Dio Creatore, distinto dal creato, è subentrata una divinità panteistica ed emanazionista (i dieci Sefirot dell'Albero della Vita cabalistico). I divieti divini di praticare ogni atto contrario al monoteismo sono stati del tutto ribaltati, per cui ciò che nell'Antica Legge era agli occhi del Signore in abominio, ora per molti israeliti è del tutto lecito. Dunque, il giudaismo post-cristiano e post-biblico è in totale rottura con il giudaismo biblico, e l'attuale religione praticata nelle sinagoghe è in realtà un amalgama di superstizioni e di favole che affonda le sue radici nei culti politeisti praticati dagli antichi cananei e babilonesi (e nelle dottrine gnostiche e neo-platoniche).
Sopra: il trattato cabalistico rinascimentale Portæ Lucis.
Errano dunque gravemente coloro che sostengono essere l'attuale ebraismo la continuazione dell'antica religione mosaica. Ma, al contempo, errano altrettanto gravemente quelli che, nauseati dalla deriva anticristiana del giudaismo post-biblico e talmudico, attribuiscono i mali di cui è causa all'Antico Testamento, o peggio - come l'eresia gnostica dei primi secoli dell'Era cristiana - pensano che Mosè fosse un mago o identificano Yahwéh con un demiurgo malvagio.
Il Talmud permette la magia
Il cosiddetto «giudaismo» odierno
altro non è che fariseismo talmudico babilonese, che
fondamentalmente può considerarsi mero paganesimo
Demoni dell'arcano, della notte e di ogni fase della natura erano e sono oggetto di zelante adulazione per mezzo dei costumi e del credo di questa sètta. Il testo talmudico intitolato Yadayim («Le mani») ne è un classico esempio, trattando il rituale del lavaggio delle mani connesso alla demonologia farisaica. Il Talmud è colmo di riferimenti a varie pratiche occulte. La pratica farisaica ai tempi di Cristo di far sgocciolare acqua sulle mani alternativamente onde allontanare presenze demoniache è tutt’ora in uso. Lo Shulchan Aruch («Codice della legge ebraica»), una forma alleggerita della Mishna del Talmud, allude alla presenza aleggiante di un demone sulle persone addormentate:
Sopra: lo Shulchan Aruch.
L'Edizione Soncino del Talmud, nella sua introduzione allo Yadayim («Lavaggio delle mani»), recita come segue: «Questo [...] rito [...] costituì uno dei fondamentali dissidi tra Gesù e i farisei» (pag. 545). Quando i farisei si rivolsero a Cristo redarguendolo circa l'inosservanza da parte degli apostoli dei rituali concernenti il lavaggio delle mani, Egli si rivolse a questi di rimando tacciandoli d'ipocrisia poiché insegnavano «dottrine che sono precetti di uomini [...]. Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione"»? (Mt 15, 3-9). Ecco invece quanto affermava Mosè nei suoi precetti (Dt 18, 10-12):
Sopra: il rituale dello Yadayim (purificazione delle mani).
Ciò nonostante, tutte le summenzionate pratiche sono ammesse dagli scritti farisaico-giudaici 5. Riferendosi esattamente al precedente passo delle Sacre Scritture, rovesciandone tuttavia il senso, i «savi» talmudici asseriscono che l'evocare demoni allo scopo di sfruttarne i poteri per pratiche magiche non costituirebbe idolatria perché tale pratica differisce in sé dall'adorazione! L'antica pratica del conversare con gli spiriti esercitata dagli iniziati a scopo divinatorio è contemplata anch'essa nell'ebraismo, e nel contempo verrebbe da questi ignobilmente attribuita a Gesù 6.
Ecco un altro ammonimento di Mosé: «Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di magia» (Lv 19, 26). I «savi» distorsero anche questo univoco e chiaro precetto dichiarando: «Ciò è diretto a coloro che praticano l'incantesimo per mezzo di alcuni roditori, uccelli e pesci». Questo allo scopo di vietare ciò che comunque nessuno avrebbe avuto interesse a praticare e aprendo così la strada a tutte le pratiche pagane che altrove erano comunemente ammesse. Taluni dogmi cristiani sarebbero per costoro ottusa mistificazione.
Nella Jewish Encyclopedia del 1905 fu già esplicitamente testimoniata l'acquisizione da parte dei rabbini dell'egida sul giudaismo e dell'azione di epurazione da questi condotta verso quei «passi obsoleti» delle Sacre Scritture concernenti Dio e l'ascrizione del Suo potere di controllo intelligente sul mondo e sul creato, attribuendo tali virtù bibliche a eminenze minori o «potenze angeliche».
Sopra: la Jewish Encyclopedia del 1905.
Quindi, i farisei procedettero con l'angeologia e la demonologia (babilonese) - la Ma'aseh Bereshit e la Ma'aseh Merkabah - a ridurre, e di fatto ad annichilire, la Bibbia a mero panteismo. È inoltre ritenuto «obsoleto» l'antropomorfismo che viene riscontrato dai rabbini nell'attribuzione presente nella Bibbia di qualità umane a Dio come l'intelligenza, il controllo e l'amore 7. La Ma'aseh Merkabah e la Ma'aseh Bereshit sono la denominazione ebraica di ciò che getta le fondamenta di una forma di gnosticismo occulto.
Sopra: la Ma'aseh Bereshit.
Pretenziosamente basato sulla Genesi e sulla visione del Profeta Ezechiele del Cocchio di Dio (Ez 1), quest'ultimo «mistero» prende il nome di «Merkabah». Le parole che paiono maggiormente intrise di significato nella definizione della Merkabah, contenuta nella Jewish Encyclopedia 8, sono «tramite altri mezzi»:
Sopra: l'angelo Metatron, che nella Kabbalah assume la stessa importanza del demiurgo nello gnosticismo.
Persino bruciare bambini in onore del demone Moloch in cambio di potere occulto è permesso oggi dalle scritture supreme del giudaismo farisaico.
Magia ebraica
Rabbi Joshua Trachtenberg (1904-1959), citato nell’opera Who's Who in American Jewry, scrisse nel suo illuminante - seppur difensivo - libro Jewish Magic and Superstition («Magia e superstizione ebraica») della fama pluricentenaria di cui gli ebrei godono come praticanti di magia nera e riti di demonologia occulta, asserendo:
Sopra: l'opera Jewish Magic and Superstition di rabbi Joshua Trachtenberg.
Nel capitolo della stessa opera recante il titolo «Vietato e consentito», Trachtenberg scrive:
A seguito di un'accurata suddivisione in categorie del suddetto argomento l'Autore giunge infine ad ammettere che il Talmud contiene tutte quelle pratiche denunciate e bandite nella Bibbia. Trachtenberg conclude: «Da un punto puramente pratico, vennero escluse tutte le forme di magia d'uso corrente presso gli ebrei» 13. The Universal Jewish Encyclopedia cita Jewish Magic and Superstition di Trachtenberg come un testo di grande autorevolezza rabbinica sulle tematiche in esso esposte.
Sopra: la voluminosa Universal Jewish Encyclopedia.
Habdalah
Riferisce rabbi Trachtenberg:
Sopra: la cerimonia dell'Habdalah in una sinagoga.
Rabbi Trachtenberg screma quindi il racconto dalla sua enfasi e procede attribuendogli valore religioso:
Poco prima, Trachtenberg illustra varie forme d'offerta di cibo a demoni come un tozzo di pane e un calice di vino «lasciati all'uopo per la durata di una notte», considerando tale pratica il «predisporre il desco per i demoni». Ciò continuava ad esser praticato, talvolta ammettendo apertamente di avere come fine «l'estensione della pienezza della benedizione per l'intera settimana».
Sopra: un'altra foto della cerimonia dell'Habdalah.
Durante il Seder pasquale, una coppa di vino è appositamente mesciuta al profeta Elia, il quale, secondo una credenza comune, visiterebbe in tale occasione le case di ogni ebreo e per il quale viene inoltre appositamente lasciato aperto l'uscio domestico; almeno in questa occasione non si tratta di una presenza malefica.
Altra pratica affermatasi in seno alle comunità ebraiche tedesche consiste nello spillare una goccia di vino allorquando, in occasione della ricorrenza precedentemente citata, si rievochino le dieci piaghe bibliche, allo scopo di esorcizzare una possibile visita da parte di spiriti malefici a coloro che fra i celebranti abbiano potuto indurli a ciò risvegliando la memoria di nefasti accadimenti. Scrisse del famoso rabbino Israel Isserlein (1530-1572) il suo biografo:
Tashlik e Kapparah
Rabbi Trachtenberg descrive la potenza dei rituali ebraici della Kapparah. Nelle prime edizioni della Shulchan Aruch, un codice ebraico comunemente riconosciuto e curato da Joseph ben Ephraim Caro (1488-1575), il giudizio sul Tashlik di «usanza frivola» venne rivisto «sotto l'influenza dell'autore polacco del XVI secolo Moses Isserles [...], giacché varie caratteristiche del rito ne suggeriscono il carattere superstizioso nonché magico».
Sopra: ritratto di Joseph ben Ephraim Caro.
Il Tashlik è l'antica ma tuttora comune pratica farisaica del gettare in un fiume o in un bacino acquoso dei tozzi di cibo durante il Rosh Hashanah, una sorta di richiamo che anche presso gli hassidici è utilizzato allo scopo di placare i demoni. I ponti di Brooklyn e Manhattan di New York sono più volte stati luoghi in cui questa pratica è stata messa in atto, come riportato nella Jewish Encyclopedia del 1905, alla voce «Tashlik». Aggiunge Trachtenberg:
Molte «esplicazioni» tradizionalmente usate dal fariseismo a mo' di «sepolcro imbiancato» per coprire il mero paganesimo sono di seguito elencate dal Trachtenberg:
Sopra: la cerimonia del Tashlik sulle rive di uno specchio d'acqua..
L'offerta rituale di pane agli spiriti abbandonando questo alle acque di un fiume è inoltre chiaramente rappresentata in un'illustrazione contenuta nella Jewish Encyclopedia. Tutto il testo talmudico dello Yadaym o lavaggio rituale delle mani si basa sulla credenza di spiriti che dimorano nelle acque. Lo scopo dello scrittore talmudista in queste opere non era assolutamente quello di cancellare l'aspetto animistico dalla vita dei farisei, cosa che questi gli avrebbero implacabilmente rinfacciato.
Lilith: la favorita tra le demonesse
Tra le schiere di demoni sui quali gli ebrei manifestano l'intento di ottenere il controllo per poi liberarsene, nessuna figura detiene la preminenza di Lilith. Vi sono amuleti con lo scopo specifico di tenerla sotto controllo, come si evince dalla Jewish Encyclopedia 18. Si ritiene che Lilith nutra gelosia verso le madri assopite e i loro neonati. La sua principale attività sarebbe il «covare demoni».
Nella già menzionata pubblicazione del Trachtenberg, l'autore insiste nel riferire la favola talmudica secondo cui Adamo, quando era ancora separato da Eva, avrebbe avuto delle relazioni con demonesse che gli avrebbero donato una progenie demoniaca. Si dice che ciò sarebbe accaduto quando egli aveva 130 anni. Trachtenberg scrive:
Sopra: a sinistra, la dea mesopotamica Lilith, trasformata dal Talmud in una demonessa; a destra, il dio sumero Lamassu.
Il mimo
Una delle più caratteristiche nonché meno gradevoli tra le usanze talmudiche è il ricorso alla gestualità per la cosiddetta «rappresentazione mimata». Rabbi Trachtenberg ne discute nella sua già citata opera:
Anche in questo caso, l'accuratezza letteraria del Trachtenberg è proverbiale.
Spiriti e cimiteri
Tutt'ora, si possono notare gli ebrei che in luoghi come il Temple Sholom, sull'elegante Lake Shore Drive di Chicago, fanno sgocciolare dell'acqua sulle proprie mani dopo un funerale. La Jewish Encyclopedia (alla voce «Cimitero») riferisce dell'usanza di visitare i cimiteri per consultare gli spiriti, citando il Talmud 24. In questo trattato, si legge che se una persona
Sopra: cimitero ebraico di Bologna.
Al di là di tutto, che i cimiteri siano infestati da spiriti e demoni rimane una convinzione diffusa.
Negromanzia ebraica
Riferisce rabbi Trachtenberg:
Nel capitolo «The War With the Spirits» («La guerra con gli spiriti»), rabbi Trachtenberg afferma:
Rabbi Trachtenberg cita la pratica di immergere un prepuzio appena reciso in un bacile d'acqua, con i partecipanti che immergono le dita nel liquido sanguinolento, nonché il seppellire il circoncisore con i prepuzi che ha reciso durante la sua vita, come forme di un rituale demoniaco. Il rabbino cita pure:
Egli aggiunge: «Non vi fu mai un tentativo di camuffare l'intento di queste funzioni-preghiere; fu più volte ribadito che esse possiedono una funzione specifica legata ai demoni». E riferisce: «Alla mia destra Michele, alla mia sinistra Gabriele, innanzi a me Uriel, dietro di me Raffaele». Questa non è che la versione ebraica dell'antica formula babilonese d'incantesimo: «Shamash innanzi a me, Sin dietro di me, Nergal alla mia destra, Ninib alla mia sinistra». O ancora: «Possano il buon Shedu alla mia destra, il buon Lamassu alla mia sinistra, ecc...» 28.
Alla voce «Shinnuy-ha-shem» della Jewish Encyclopedia, è possibile reperire la formula usata in sinagoga per sostituire il vero nome con un posticcio onde ingannare i demoni:
Cristo era dunque così folle nel definire i farisei «stolti e ciechi»? (Mt 23, 17).
Lo Shulchan Aruch
Mai curarsi della corretta dizione di un termine talmudico. Tanto per infondere un senso frustrante di confusione, non appena si è identificata una dizione, se ne trova un'altra. Il titolo di questo paragrafo è la dizione suggerita dalla Jewish Encyclopedia, nonostante il nome del libro sia Schulchan Aruch. Quest'ultimo, riferisce la Universal Jewish Encyclopedia, è la «fonte di primaria autorità dell’ebraismo. Esso è un compendio delle pratiche religiose ebraiche».
Il Kitzur, o compendio condensato di quest'opera, è in vendita nelle librerie ebraiche 30. Esso fu redatto da rabbi Joseph ben Ephraim Caro. Questi morì a Safed, in Palestina, il santuario della magia ebraica. Caro era uno di quegli esuli di Spagna, allontanati da questa nel 1492 in virtù della reazione al fiorire nel territorio nazionale dell'«era d'oro» dei talmudisti. A causa delle accuse di negligenza rivolte a Caro nei confronti delle usanze degli ebrei orientali o askenaziti, stanziati tra Polonia, Russia e Germania, in favore delle usanze ebraico-spagnole o sefardite, Moses Isserless integrò in tal senso il testo.
Il Kitzur, un compendio dello Schulchan Aruch.
Esso venne pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1565 e divenne «pressoché canonico». Tuttavia, la Universal Jewish Encyclopedia recrimina che sin dal 1700, a causa dell'esposizione di Johan Andreas Eisenmenger (1654-1704), lo Shulchan Aruch indusse gli antisemiti ad accusare gli ebrei di essere «ostili all'umanità». Il Kitzur, o edizione abbreviata dello Shulchan Aruch, costituì un infuso delle leggi talmudiche o Mishnaim, una sorta di vademecum degli espedienti più vari, come il tipo di scarpa da calzare ogni mattina per tenere lontani i demoni, ecc..., la spiegazione agli ebrei moderni del tanto amato oggetto di studio talmudico: l'intimità. Afferma rabbi Trachtenberg:
Sopra: l'orientalista Johan Andreas Eisenmenger.
Egli cita anche altri strumenti. Le sezioni VXXII-CXXV offrono indicazioni su quelle frivole osservanze quali l'evitare di fare il bagno o il non piantare i chiodi durante il digiuno del Tammuz:
Il pretesto per conservare questa tipica usanza pagana babilonese è il dovere di piangere per la perdita del Tempio di Gerusalemme. Vi sono poi tre osceni e assurdi capitoli riguardanti il comportamento da tenere in luoghi intimi e privati; gli escrementi e le secrezioni; i lavaggi delle mani contro i demoni e tutte quelle pratiche che vennero duramente deplorate da Cristo.
Soltanto le pagine dell'opera riguardanti lo shabbat sarebbero sufficienti a tappezzare un macigno. Tipici esempi di questi precetti: «Una persona non deve lavare le proprie mani sul suolo [...] perché uno spirito malefico aleggia su tale acqua» 33. La mano destra e quindi la sinistra devono essere immerse nell'acqua prima del pasto: «Ed egli non deve asciugarle nei proprî indumenti poiché ciò reca danno alla memoria» 34. «La saggezza dei savi» rammenta:
Un cubito corrisponde circa a quarantacinque centimetri. Attenti quindi ai vostri passi! Questo cosiddetto «lavaggio di mani» non ha nulla a che fare con l'igiene, bensì con lo sloggiare quei demoni che il pio e ortodosso ebreo invocherà appena un po' più tardi.
Omicidio rituale
Nel corso dei secoli, a partire dall'epoca dello storico fariseo Giuseppe Flavio (37-100 d.C.), ossia dal I secolo, gli ebrei sono stati ripetutamente accusati di praticare l'«omicidio rituale» nel corso di pratiche di magia nera, imputazione da sempre e con veemenza negata. Queste negazioni sono comprensibili se si considera quanto odiose queste pratiche possano essere. Riferisce la Jewish Encyclopedia del 1905:
Sopra: antica stampa che illustra l'omicidio rituale del Beato Simonino di Trento, avvenuto nel 1475.
Ovviamente, tale asserzione ha natura elusiva, poiché nessuno ha mai accusato l'ebraismo di compendiare pratiche cruente e demoniache nelle pagine dell'Halachah (o letteratura «legale»). La demonologia appartiene alla «Kabbalah pratica», la letteratura «teurgica» sullo studio dei miracoli, manoscritti che sono trascritti e ricopiati da donatore a fiduciario, solo occasionalmente e parzialmente contenuti in testi sull'occulto.
Tra le righe di questa letteratura scorre sangue, sangue e ancora sangue. Una delle tante accuse di omicidio rituale ebbe luogo in Russia nel 1912, quando Menachem Mendel Beilis (1874-1934) fu accusato di questo crimine, perpetrato pare in seno a pratiche di magia nera. L'American Jewish Committee («Comitato Ebraico Americano») riuscì con successo a sensibilizzare i giornalisti sul propugnare la propria posizione: «Questa nazione (gli Stati Uniti) ritiene l'accusa di carattere puramente infamante». I ministri cristiani d'America vennero persuasi a spedire lettere di protesta in Russia.
Sopra: l'ebreo Menachem Mendel Beilis, il carnefice; a destra, la vittima: il tredicenne di Kiev Andrey Yushchinsky.
Questi «paladini della cristianità» aborrivano «la convinzione della fondatezza di questa atroce accusa» 36. La Jewish Encyclopedia del 1905 nega artificiosamente la «sanguinosa accusa», ma asserisce: «Dell'allarmante numero di processi su presunti rituali si è venuti a conoscenza solo dei più eclatanti e di valore più simbolico». Centoventidue di questi sarebbero stati insabbiati.
Tra questi, trentanove costituiscono un unico blocco collocabile in Russia, e solo nel XIX secolo. Altri ebbero luogo in Romania, Prussia, Boemia, Germania, Inghilterra, Francia e ancora Russia. Possibile che un numero così pingue di processi abbia avuto luogo in così tanti luoghi e per un lasso temporale talmente lungo solamente sulla base di un mero pregiudizio?
Una lettura della voce «Superstizione» della Universal Jewish Encyclopedia offrirà uno scorcio sulle pratiche occulte che tuttora permangono nel giudaismo, pratiche folli come «il mimare», la Kapparah e altre affini. Rabbi Joshua Trachtenberg è citato come un'autorità, così come il suo Jewish Magic and Superstition. In tale opera egli cerca di smontare le accuse di omicidio rituale nei secoli, con particolare riferimento al
È particolarmente degno di nota il fatto che queste pratiche continuino ad essere attuali. Il professor Dekker era al contempo nel movimento comunista e mi ha rivelato di far parte di uno di questi circoli occulti, assieme al capo del Partito Comunista statunitense Earl Browder (1891-1973), con il compito specifico di «influenzare gli individui». L'opera Ritual Magic («Magia Rituale») 38 è un buon complemento al Jewish Magic and Superstition di Trachtenberg ed è un libro integrato da documentazioni contenenti molti scritti concernenti pratiche cruente.
Sopra: Earl Browder, segretario generale del Partito Comunista degli Stati Uniti d'America.
Il suo autore è la professoressa Elizabeth M. Butler (1885-1959), della Cambridge University. La vasta esperienza di studio, nonché la documentazione su questo soggetto sono presentati in uno stile sobrio, benché non privo di momenti in cui la consapevolezza della natura pericolosa e viziosa di queste «arti» occulte, supportata da esimi riferimenti filologici, non può non suscitare ansia nel lettore accorto. Si fa quindi riferimento alla linea che lega questa magia demoniaca ad un'epoca passata:
Sopra: Elizabeth M. Butler e il suo libro Ritual Magic.
Assassinio infantile
Nessuno dotato di un briciolo di decenza nella sua comune accezione potrebbe provare qualcosa di diverso dalla più profonda condanna verso l'assassinare bambini nel corso di orge cruente e oscene. Tuttavia, il Talmud ammette ciò, anche oggi: il trattato Sanhedrin, il supremo «raccoglitore» della legge criminologica ebraica, giustifica tale atto come donare il «seme di un individuo a Moloch».
Le condanne bibliche di «abomini» come il culto di Baal e di Moloch, rimangono lettera morta per il disinteressato lettore moderno, solitamente ignorante a riguardo della demonologia, della sfrenata truculenta e lussuriosa perversione del paganesimo, né tali tematiche vengono affrontate dagli scrittori moderni in ambito biblico. Profondamente ferrato nella conoscenza della Bibbia e della storia antica era lo storico francese Gustave Flaubert (1821-1880), che descrisse i sacrifici infantili offerti a Baal e a Moloch a Cartagine, fondata dai fenici.
Sopra: lo storico Gustave Flaubert.
La città fenicia di Tiro, centro commerciale del mondo antico, era rinomata per i suoi riti colmi di ricorsi al lesbismo, alla sodomia, nonché al rogo di bambini. La sua distruzione totale e permanente, predetta da Ezechiele (cap. 11 e 27) si realizzò fino in fondo dopo la tratta di trentamila dei suoi più eminenti cittadini in schiavitù, nonché la costruzione di una strada lastricata con i frammenti delle mura e delle torri abbattute da Nabuccodonosor (605-562 a.C.). Flaubert descrisse il terrore dei cartaginesi:
Gli idolatri ebrei dei tempi di Geremia usarono queste stesse «forme di cibo» di carattere sessuale, tant'è che egli compianse gli usi pagani di quel popolo i cui «figli raccolgono la legna, i padri accendono il fuoco e le donne impastano la farina per preparare focacce alla Regina del cielo» (Ger 7, 18). Ma quando essi dovettero fuggire in Egitto e Gerusalemme fu rasa al suolo per i loro abomini, come d'altronde era stato predetto, e Geremia recriminò ad essi lo stesso culto della dea del sesso, essi gli replicarono che avrebbero fatto ciò che li appagava; poiché ebbero ricchezza finché mantennero tali usi mentre disgrazie incombettero allorquando vi rinunciarono:
Così interrogato rispose allora Geremia che esse si trovavano in quella tragica condizione proprio in ragione di tali abomini. Riguardo agli amuleti a cui si riferisce Flaubert, essi furono in uso fino ai giorni nostri dai pagani talmudisti che «si proclamano giudei» (Ap 2, 9). Ma proseguiamo con la descrizione di Flaubert del sacrificio a Moloch:
Mosè era a conoscenza di questi riti pagani e li denunciò nei seguenti termini: «Non entrerà nella comunità del Signore chi ha il membro contuso o mutilato» (Dt 23, 2).
Il fuoco arde per i bambini
Continua Flaubert:
Il tripudio del sacrificio a Moloch
Flaubert continua:
LaCroix su Moloch
Riguardo questi stessi rituali, Paul LaCroix (1806-1884) afferma:
Sopra: lo storico Paul LaCroix.
L'ebraismo attuale consente sacrifici di bambini a Moloch
Tutta la Bibbia è piena di condanne contro le sanguinose pratiche della demonologia pagana, inclusi il culto di Baal - con l'autolesionismo per mezzo di lame - e il culto di Moloch con i sacrifici infantili. Entrambi sono condonati o permessi dal moderno Talmud babilonese. Ogni forma di paganesimo arcaico condannato dalla Bibbia può essere rinvenuto sotto i «sepolcri imbiancati» del cosiddetto «giudaismo», che altro non è che paganesimo farisaico.
I cristiani sionisti farebbero meglio ad aggiornarsi su ciò che la Bibbia condanna, scovando queste pratiche pagane omicide che non sono scomparse né dalla Terra, né dalle «sinagoghe di Satana». Bruciare bambini è permesso ancora oggi dalla suprema autorità della cosiddetta religione «giudaica», che è rappresentata dal Talmud babilonese, e in particolare dal trattato talmudico Sanhedrin 64a-64b. Si tenga presente che tale trattato è, secondo l'introduzione della traduzione inglese di Soncino del Talmud del 1935 (pag. xi), «la principale raccolta della legge criminologica del Talmud».
Per giustificare i sacrifici infantili a Moloch, il Talmud cita ancora una volta le Sacre Scritture, che condannano fermamente tali pratiche, e ancora una volta ne rovescia diametralmente il seppur esplicito significato con cavilli o «eccezioni» interpretative atte a giustificare tali sacrifici. Così, come disse anche Cristo ai farisei:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della Geenna»? (Mt 23, 13-33)
Gesù Cristo si riferiva ad Is 29, 13. Il profeta Isaia era ben al corrente dell'uso distorto che, allo scopo di distruggerla, questo specie di satanisti facevano della stessa Bibbia. La Mishnah del Sanhedrin cerca di smontare le chiare direttive di Mosè contrarie al rogo o all'infanticidio offerto in sacrificio al dio Moloch:
Ma si noti l'«esplicazione» della Mishnah talmudica che asserisce:
A questo punto, importa realmente stabilire nel caso di un bambino bruciato al rogo se questi «è stato donato a Moloch» quando il suo omicidio per mezzo del fuoco è condonato se l'ultima postilla non è soddisfatta? In una nota a margine della Mishnah dello stesso Talmud, viene «spiegato»: «Come due distinte offese, a riprova del fatto che donare il proprio seme a Moloch non costituisce idolatria».
Che folle idolatria! La stessa sezione del Talmud capovolge l'asserzione della Mishnah «a meno che non lo consegni a Moloch», rendendola «non incorre in punizioni a meno che non consegni il suo seme agli accoliti di Moloch». Così, se uno consegna i proprî figli a Moloch per sacrificarli passandoli per il fuoco, non incorre in punizioni. Un'ulteriore nota «esplicativa» aggiunge: «Egli espleta il senso della Mishnah a meno che li conceda a Moloch. Questo prova che l'offesa consta di due parti: (1) formale consegna ai sacerdoti, e (2) causare al seme il passare per il fuoco». La stessa sezione del Talmud contiene la ripetitiva precisazione: «Il servizio a Moloch [...] non è contemplato nell'idolatria generale» (rovesciando la condanna biblica della pratica di idolatria!).
Nel Libro del Levitico si afferma: «Il Signore disse ancora a Mosè: "Dirai agli israeliti: "Chiunque tra gli israeliti o tra i forestieri che soggiornano in Israele darà qualcuno dei suoi figli a Moloch, dovrà essere messo a morte"» (Lv 20, 2). Riguardo a tale proibizione biblica, il Talmud rappresenta un capolavoro di satanismo affermando: «Se uno ha causato il passaggio sul fuoco per Moloch di tutto il proprio seme egli è esente dalla condanna, perché è scritto "del tuo seme" e non "di tutto il tuo seme"». Nella nota a margine n° 4, la fonte citata come autorità su tale affermazione è il passo del Levitico sopra menzionato. Ciò allo scopo di annichilire la Parola di Dio, rovesciandone il senso e citandola al contempo come autorità, per permettere il sacrificio di un bambino in onore di Moloch! Non si può ritenere che ciò avvenga per ignoranza della Parola di Dio, chiaramente citata; pertanto, non si tratta che di pura blasfemia.
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti [...], guide cieche, che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello» (Mt 23, 24).
Note
1 Traduzione dall'originale inglese di un estratto (pagg. 46-54) dell'opera The Jewish Religion: Its Influence Today («La religione ebraica: la sua influenza odierna»), a cura di Piero Pisani. Scritto reperibile alla pagina web http://www.come-and-hear.com/dilling/chapt08.html 2 Durante la sua visita alla sinagoga di Magonza (nel 1980), Giovanni Paolo II (1920-2005) ha affermato: «L'incontro tra il popolo di Dio dell'Antica Alleanza, che non è stata mai abrogata da Dio...». Durante un Colloquio sulle radici dell'antigiudaismo in ambiente cristiano (nel 1997), Karol Wojtyla ha dichiarato: «Questo popolo è radunato e condotto da Dio, Creatore del cielo e della terra. La sua esistenza non è quindi un puro fatto di natura né di cultura [...]. È un fatto soprannaturale. Questo popolo persevera verso e contro tutto perché è il popolo dell'Alleanza e perché, nonostante le infedeltà degli uomini, il Signore è fedele alla sua Alleanza». 3 L'intero scritto della Dilling, di cui presentiamo solo un capitolo, è reperibile alla pagina web http://www.come-and-hear.com/dilling/index.html. L'opera è corredata da moltissime note e da trecentodieci fotocopie visualizzabili dei testi originali ebraici citati. 4 Cfr. Shulchan Aruch, vol. I, cap. 2, Hebrew Publishing Co., New York 1927, pagg. 77-79. 5 Si veda, ad esempio, il trattato talmudico Sanhedrin 65a-b. 6 Nel trattato talmudico Sanhedrin (105a-b) è scritto che Gesù «praticò la magia per mezzo del suo fallo». 7 Si veda, ad esempio, la Jewish Encyclopedia («Enciclopedia ebraica»), pagg. 665-666. 8 Ibid., pagg. 499-500. 9 Cfr. R. J. Trachtenberg, Jewish Magic and Superstition, Behrmann's, New York 1939, pag. 13. La frase è contenuta nel cap. II, intitolato «The Truth Behind the Legend» («La verità dietro la leggenda»). La pratica descritta corrisponde esattamente a ciò che gli attuali newagers definiscono «viaggi astrali» (N.d.R.). 10 Ibid., pag. 15. 11 Ibid., pagg. 16-17. 12 Ibid., pag. 18. 13 Ibid., pagg. 19-20. 14 Ibid., pag. 167. 15 Ibid., pagg. 166-167. 16 Ibid., pagg. 164-165. Solitamente, dopo aver trasferito i peccati dell'ebreo al gallo, il rabbino gli rompe l'osso del collo augurandosi che ciò possa accadere al primo goy (non-ebreo) che passa di lì (N.d.R.). 17 Ibid., pag. 166. 18 Cfr. Jewish Encyclopedia, pag. 549. 19 Cfr. R. J. Trachtenberg, op. cit., pag. 7. 20 Ibid., pagg. 62, 149. 21 In realtà, il «santo» era una sorta di stregone talmudista del II secolo d. C. associato allo Zohar, un'opera di diversi tomi della Kabbalah ebraica (N.d.A.). 22 Cfr. R. J. Trachtenberg, op. cit., pag. 64. 23 Ibid., pag. 179. 24 Cfr. Trattato Niddha 17a. 25 Cfr. Talmud, Soncino Press, Londra, «Niddha», pag. 113. 26 Cfr. R. J. Trachtenberg, op. cit., pag. 65. 27 Ibid., pag. 74. Da notare che per gli islamici vale lo stesso principio, ovvero che il Corano che sta in cielo è scritto in arabo (N.d.R.). 28 Cfr. R. J. Trachtenberg, op. cit., pag. 156. 29 Ibid., pag. 168. 30 Redazione a cura di rabbi Solomon Ganzfried, Hebrew Publishing Co., New York. 31 Cfr. Kitzur, cap. CXXIV, pag. 60. 32 Ibid., cap. CXXII pag. 59. 33 Ibid., cap. XLIV, vol. I, «Sull'abluzione delle mani dopo il pasto». 34 Ibid., cap. XL. 35 Ibid., cap. II. 36 Cfr. International Organizations, pag. 1417. 37 Cfr. R. J. Trachtenberg, op. cit., pag. 9. 38 Cfr. E. M. Butler, Ritual Magic («Magia rituale»), Cambridge University Press, 1949. 39 Un'osservanza legata al culto femminile della procreazione, detto appunto «tesmoforia». 40 I sacerdoti della dea femminile del sesso venivano evirati con «spade sacre» e il loro «membro intimo» veniva gettato alla statua della dea come offerta. 41 Ecco la descrizione dei sacerdoti di Baal fatta dalla Bibbia (1 Re 18, 28): «Gridarono a voce più forte e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue». 42 «Non vi farete incisioni» (Dt 14, 1). 43 Nel periodo a cui allude Flaubert, Cartagine era sotto assedio di barbari mercenari arruolati dalla città nelle sue guerre contro Roma e rimasti senza paga, per mancanza di cibo, acqua, ecc... 44 Cfr. G. Flaubert, Salammbô, 1862. 45 Cfr. P. LaCroix, Histoire de la prostitution («Storia della prostituzione»), 1852.
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