di Michel Poulaert 1
Premessa
Ciò che è chiaro, è che i suoni, le immagini e le vibrazioni eccitano i nostri sensi e influenzano le nostre percezioni. Il cervello funziona tramite neuroconnessioni. Schematizziamo questo processo per renderlo comprensibile a tutti. I neuroni inviano continuamente tutte le informazioni sotto forma di messaggi elettrochimici che creano delle vie neuronali. Quando sperimentiamo una nuova sensazione, fisica o emozionale, questo favoloso organo la memorizza sotto forma di un nuovo «sentiero neuronale» che rende possibile l'accesso a tale sensazione ogni qualvolta questa esperienza si rinnova. Allorché questa esperienza si presenta, il cervello allarga il sentiero che così diviene una «strada neuronale» che si amplifica con la frequenza di queste ripetizioni. Alla fine, questa strada neuronale diventerà un «via neuronale» che si traduce nelle abitudini, un comportamento ripetitivo provocato dalle emozioni talmente abituale da divenire inconscio.
- La forza della ripetizione crea delle abitudini e degli automatismi. L'industria e i media sfruttano alla grande tale processo che gli permette di manipolare e di influenzare le masse mediante un martellamento continuo: è un dato di fatto. Tutti i metodi sono buoni per il condizionamento e la percezione di ciò che ci circonda, per spingere al consumo, per controllare la percezione dei politici, delle credenze e dei valori. L'industria, la politica e altre organizzazioni ne fanno uso a profusione…
- Il martellamento mediatico crea dei sistemi di riferimento che diventano «punti di ancoraggio». Le marche delle pubblicità, gli slogan, le melodie… sono dei condizionatori che ci spingono a ricordarci delle marche. Ogni volta che ascoltiamo una melodia associata ad un prodotto nel corso di una trasmissione… possiamo sempre associarla al prodotto o al ricordo ancorato nel nostro spirito.
- I condizionamenti pilotano le nostre credenze, la nostra visione del mondo, la nostra vita e quella della società a nostra insaputa. Ciò che caratterizza il cervello - e questo aspetto è stato spesso trascurato - è che esso è assolutamente incapace di distinguere tra un vissuto reale, l'immaginario, il virtuale e il simbolico. Per comprendere questo concetto, pensate per un istante al potere incredibile delle fantasie o dei sogni che potete vivere come se ciò fosse realmente accaduto… L'uomo, nella sua fantastica complessità, è capace di vivere degli avvenimenti reali allo stesso titolo che in senso figurato. Il cervello tratta tutti questi dati in modo identico.
Il linguaggio rovesciato (backward
masking): di cosa si tratta? Avete probabilmente sentito parlare di quelle voci secondo cui certe canzoni nasconderebbero altri messaggi, una volta che il disco è ascoltato a rovescio. Per alcuni si tratta del diavolo, per altri di pura suggestione; per altri ancora si tratterebbe di una coincidenza. Esiste a questo riguardo una teoria o uno studio valido? Nessuna conclusione od osservazione riconosciuta dalla scienza è al momento disponibile. Tuttavia, una delle persone più conosciute, nel mondo anglo-sassone, nel campo del linguaggio rovesciato, è il ricercatore australiano David John Oates. Da oltre vent'anni, egli pubblica i risultati delle sue ricerche qualificate, per alcuni, degne di un Premio Nobel. Dunque, abbastanza interessante per essere segnalato in questa sede. Le conclusioni delle sue ricerche hanno fatto scrivere pagine e pagine negli Stati Uniti e in Australia, dividendo gli esperti. Per decenni, non uno scienziato o uno speculatore è stato in grado di spiegare in cosa risiedono i pericoli dei messaggi subliminali al contrario nella musica rock e descrivere i processi neurologici che sono alla base di questa influenza. Si accontentavano di dire: «Il cervello percepisce questi messaggi, ma come, e quale sia il processo generato, nessuno lo sa». Non c'era nessuna teoria capace di legittimare questo processo. Questa spiegazione incompleta e assai misteriosa è stata l'unica in circolazione per decenni, dando luogo ad ogni tipo di speculazione, a leggende metropolitane e ai sermoni violenti di numerosi ministri evangelici anglo-sassoni. Non si sapeva esattamente cosa credere o se dovessimo ancora crederci. Si sono sempre accontentati di dire che si trattava di qualcosa di nefasto e che aveva delle conseguenze sul comportamento; punto.
Nessun'altra forma di spiegazione valida veniva fornita. Di conseguenza, queste affermazioni sembravano unicamente alimentare leggende urbane. Grazie alla teoria formulata da Davide Oates, siamo di fronte ad una nuova visione rivoluzionaria. Plausibile e metodica, essa è dimostrata da un migliaio di esempi molto chiari corredati da un'ipotesi che sembra stare in piedi! Infine, ecco una risposta disponibile che tenta di demistificare il processo di manipolazione del nostro subconscio! David Oates viene regolarmente intervistato dalla stampa e dalla televisione. Il parlare a rovescia o linguaggio invertito è stato definito ai nostri giorni come la «scoperta del settimo senso». La telepatia e la chiaroveggenza sono state archiviate come il sesto senso.
Conclusioni a cui è giunta questa teoria I messaggi nascosti o segreti (la teoria del backward masking presente nella musica) non sono dunque sempre il frutto di premeditazioni, come abbiamo creduto per anni. Questi messaggi codificati non sono necessariamente tutti provocati e ispirati dal male o dalle forze occulte. Possiamo trovare anche dei messaggi subliminali positivi e possiamo lanciare a nostra volta dei messaggi d'amore, di politica o di altri argomenti in generale. In questi casi specifici di messaggi inconsci, possiamo definire questa teoria come «la voce dell'inconscio». Fatto interessante: la logica ci spinge a pensare che questa teoria si riveli funzionare in tutte le lingue! 2. In coloro che non sono in grado di giudicare obiettivamente, questi messaggi possono condizionare e tradursi inconsapevolmente in pensieri e azioni negative che influenzeranno sistematicamente il giudizio, le percezioni e i comportamenti. Questi messaggi specifici possono dunque provocare certe derive negli eccessi in coloro che sono più ricettivi ed emotivamente fragili. Secondo questa teoria, il subconscio si esprimerebbe alla rovescia. Sarebbe possibile che i filtri neurologici decodifichino certi messaggi che sentiamo e, tramite il martellamento mediatico, creino determinati valori e convinzioni negli spiriti. Il comportamento è guidato da questi valori e queste credenze individuali. Il guru Aleister Crowley (1875-1947), uno degli studiosi moderni dell'occultismo, «stregone e satanista», aveva scoperto questo principio di influenza delle emozioni e del comportamento molto prima che le teorie e le analisi moderne potessero dimostrarlo e affermarlo. Ispirato a pratiche ancestrali e, come in molte scoperte, è il caso che è all'origine della pratica di invertire tutto nei rituali occulti. Essa divenne intrigante e impiegata per il suo carattere mistico, segreto ed esoterico. Tale tecnica misteriosa alimenta tutt'ora ogni tipo di voci e di psicosi. Il suo utilizzazo in un tale contesto resta ambiguo. Il desiderio di creare certi rituali segreti e occulti e, in certi casi, opposti al cristianesimo, è divenuta una motivazione all'origine di queste cerimonie dubbie e una capacità di creare frasi comprensibili nei due sensi.
Ciò rafforzerebbe la nozione di «mistico». Questo processo è estremamente complesso e rappresenta un'esperienza dominante. Certi artisti conoscono alla perfezione questa tecnica! 3. Certe voci e leggende metropolitane si sono rivelate favorevoli a certi gruppi musicali, e sono diventate degli elementi di marketing e di buzz mediatico: i dischi si vendono ancora meglio. Una delle domande che ritorna sistematicamente è la seguente: «sì, siamo d'accordo, ma quando sento un CD non ascolto le parole»; oppure: «Ad ogni modo, non capisco l'inglese». Probabilmente, avrete fatto questa riflessione quando siete incappati in questo sito… Che cosa sappiamo esattamente sugli effetti dei messaggi subliminali? Sull'argomento, la scienza ha pubblicato i suoi risultati più recenti. Le ricerche progrediscono, ed ecco le ultime pubblicazioni.
Gli studi dell'INSERM Ecco lo studio recente dell'INSERM che tende ad accreditare l'influenza reale dei messaggi subliminali. Nel comunicato stampa del 27 agosto 2008 leggiamo: «Alla fine degli anni '50, alcuni pubblicitari americani pretendevano di avere incrementato le loro vendite flashando all'insaputa dei telespettatori messaggi subliminali del tipo "eat popcorn" ("mangia il popcorn"), prima di confessare che si era trattato di uno scherzo. Dopo di che, nessuno studio ha mai potuto dimostrare l'effetto dei messaggi subliminali sulle scelte degli individui. Tuttavia, il cervello è capace di reagire ad un certo numero di stimoli incosci. Fino a qual punto? Alcune ricerche condotte da Mathias Pessiglione, in seno all'unità INSERM 610 "Neuro-anatomia funzionale del comportamento e dei suoi disordini", in collaborazione con l'University College di Londra, dimostrano che è possibile, grazie ad un sistema di ricompense, condizionare la scelta degli individui tramite disegni astratti che non hanno mai percepito consapevolmente». Questo studio è pubblicato nel numero del 28 agosto della rivista Neuron. Fino ad oggi, gli studi di percezione subliminale condotti sull'uomo avevano evidenziato che l'individuo può percepire un certo numero da caratteristiche degli stimoli (fino al senso delle parole, ad esempio) senza averne consapevolezza. Si è giunti anche a scatenare nell'uomo un apprendistato, detto «pavloviano», diffondendo determinate immagini subliminali seguite da ricompense o da punizione. Così, la proiezione ripetuta di immagini subliminali associate ad un shock elettrico finisce per indurre una traspirazione cutanea incosciente prima dello shock elettrico. Ma in questo caso si tratta di una risposta automatica del sistema nervoso centrale e non di un'azione volontario dell'individuo. Nessuno studio aveva dimostrato che si poteva indurre un apprendistato di tipo strumentale, vale a dire di suscitare la riproduzione di un'azione volontaria per l'ottenimento di una ricompensa, in modo inconscio.
Parimenti, tutti gli studi seri condotti sulle pubblicità subliminali hanno concluso che esse non avevano alcuna influenza sulle scelte dei soggetti. I messaggi subliminali sono realmente in grado di influenzare le nostre decisioni e dunque le nostre azioni? È ciò che ha tentato di dimostrare Mathias Pessiglione, incrociando in modo originale le conoscenze sul condizionamento strumentale e quelle sulla percezione subliminale. Su venti volontari britannici di un'età compresa tra i diciotto e i trentanove anni, i ricercatori hanno utilizzato un sistema di ricompense/punizioni monetarie per condizionare la loro scelta. Ad ogni prova, un disegno astratto contenente un indizio nascosto è stato abbastanza brevemente flashato affinché gli individui non ne avessero una percezione cosciente. È stato chiesto loro di premere o non premere una bottone di risposta. Se non premevano il bottone non guadagnavano nulla (risposta prudente). Se premevano il bottone, potevano guadagnare o perdere un euro (risposta rischiosa). In realtà, uno degli indizi flashati in modo subliminale annunciava la ricompensa (guadagno di un euro se si premeva il bottone) e l'altro la punizione (perdita di un euro se si premeva il bottone). Nel corso del test, i volontari hanno premuto il pulsante in maniera più significativa in risposta all'indizio ricompensato piuttosto a quello punito. Inoltre, quando gli indizi sono stati loro svelati alla fine del test, gli individui hanno dimostrato una preferenza per gli indizi associati alle ricompense. In conclusione, la procedura del condizionamento ha influenza significativamente le preferenze degli individui per i disegni astratti che non avevano visto (consapevolmente) prima. Grazie alle tecniche di iconografia cerebrale funzionale (IRM), Mathias Pessiglione e i suoi colleghi hanno identificato certi componenti del circuito cerebrale che operano il condizionamento subliminale. In particolare, come i ricercatori avevano mostrato nel 2006 all'epoca di un condizionamento non subliminale, l'attivazione dello striatum (un ganglio sotto-corticale) permette di differenziare progressivamente gli indizi ricompensati dagli indizi puniti, in modo da guidare le scelte dei soggetti senza che essi ne abbiano consapevolezza.
Dunque, l'apprendistato strumentale fà parte dei processi mentali che possono prodursi a nostra insaputa. I ricercatori stimano che la tecnica utilizzata potrebbe essere applicata più generalmente per determinare se altri trattamenti operati dal cervello umano sono accessibili o meno allo spirito cosciente. È peraltro verosimile che questi meccanismi di apprendistato siano perturbati nelle patologie che implicano lo striatum, come il morbo di Parkinson o la sindrome di Gilles de la Tourette.
Una pubblicazione dell'Università di Londra
Prima dell'INSERM, la University College di Londra ha pubblicato gli esiti di una ricerca. L'articolo è stato diffuso dalla rivista Destination Santé («Destinazione Salute»), del 13 marzo 2007: «Alcuni ricercatori inglesi sono giunti a dimostrare il potere delle immagini subliminali. Con l'ausilio di un'apparecchiatura per la risonanza magnetica (IRM), essi hanno osservato la traccia che tali inserti lasciano nel cervello. Ricordiamo che le immagini subliminali sono chiamate così perché si trovano sotto la nostra soglia di vigilanza. L'esempio tipico è quello di un'unica immagine inserita in una sequenza filmata dei ventiquattro fotogrammi che scorrono al secondo. Essa è "invisibile" ad occhio nudo… ma è "vista", inconsapevolmente, dal nostro cervello. E quando siamo in piena canicola, l'immagine sarà quella di una piccola bottiglia molto fresca». Questa era la teoria. Fino alla scoperta che, a buon diritto, sembra soggiogarla. Il Dr. Bahador Bahrami, della University College di Londra, ha affermato: «Ciò che è interessante, è che il nostro cervello nota delle cose di cui non ci renderemo mai conto. Siamo riusciti a provare che esso risponde alle immagini subliminali tramite la corteccia visiva. Queste immagini lasciano una traccia nel nostro cervello, mentre non abbiamo visto niente». Affascinante… e inquietante allo stesso tempo, perché ciò conferma la teoria poc'anzi evocata! «Queste immagini possono essere utilizzate dai pubblicitari per aumentare le vendite. C'è una forte probabilità che possano influenzarci quando acquistiamo tale o tal'altro prodotto. Al momento, si tratta solo di speculazioni». Ricordiamocene… Ma che dire delle funzioni del cervello posto di fronte ai suoni (alla musica)?
La musica produce gli stessi sintomi della droga
In un articolo pubblicato sul Guardian dell'11 gennaio 2011, intitolato «La musica produce gli stessi sintomi del buon cibo o delle droghe», leggiamo che gli scienziati hanno dimostrano come il cervello reagisca alla musica preferita. Non avete mai avuto la pelle d'oca o sensazioni euforiche quando ascoltate un pezzo musicale? Se è successo, secondo gli scienziati, il vostro cervello ha reagito alla musica nello stesso modo in cui lo fà quando mangiate qualcosa di delizioso o assumete una droga psico-attiva come la cocaina. Secondo i risultati di esperienze condotte da un'équipe diretta da Valorie Salimpoor, dell'Università McGill di Montreal, nel Canada, pubblicato il 11 gennaio 2011 sulla rivista Nature Neuroscience. L'esperienza del piacere è diffusa dai mass media in tutte le situazioni mediante la liberazione della ricompensa chimica del cervello: la dopamina 4. La musica sembra imboccare la stessa strada dei circuiti cerebrali che stimolano la motivazione dell'uomo. Ogni volta che il cervello vuole farci fare nuovamente qualcosa (in seguito ad un'esperienza euforica), secerne la dopamina in questi circuiti responsabili della «stimolazione». La Salimpoor ha affermato: «Ora, siamo in grado di dimostrare che questo sistema di ricompensa primitiva possiede un sistema di adattamento biologico che viene sfruttato da un sistema di ricompensa cognitiva». Essa afferma che la musica fornisce una ricompensa intellettuale, perché l'ascoltatore deve seguire la sequenza delle note per apprezzarla. «Un tono unico, isolato, non sarà piacevole in sé. Tuttavia, una serie di suoni semplici, disposti nel tempo, può diventare una delle esperienze più piacevoli. È stupefacente perché ciò suggerisce in qualche modo che la nostra corteccia cerebrale segue questi toni col passare del tempo e deve avere una componente di accumulo, di anticipazione, di attesa». Durante l'esperimento, i partecipanti hanno scelto alcuni pezzi di musica strumentale che provocavano loro la pelle d'oca, ma che non erano legati a ricordi precisi ad essi legati. Le parole sono state escluse perché i ricercatori non volevano che i loro risultati venissero identificati mediante l'associazione con le parole ascoltate. I pezzi scelti variavano dal classico al rock, o al punk e musica dance elettronica. «Un brano musicale venne più volte ascoltato da diverse persone: l'"Adagio per archi di Barber"», ha dichiarato la Salimpoor.
Era il pezzo classico preferito, così come un remix della stessa melodia è stato il più ascoltato nei generi dance, trance e techno. Mentre i volontari ascoltavano la loro musica, la squadra scientifica di Valorie Salimpoor ha misurato una serie di fattori fisiologici, ivi compreso il ritmo cardiaco e le fluttuazioni dei ritmi respiratori e la respirazione. Essa ha constatato che i partecipanti hanno avuto un aumento del 6-9% del livello di dopamina rispetto ad un punto di controllo in cui hanno ascoltato le musiche scelte. «Una persona ha avuto un aumento del 21%. Ciò prova che, per certe persone, questo piacere può essere molto intenso».
Negli studi precedenti con sostanze psicoattive come la cocaina, la Salimpoor ha osservato che il tasso di dopamina è aumento fino al 22% e oltre, mentre un aumento relativo del 6% è stato registrato mangiando cibi gustosi. La Salimpoor e i suoi colleghi sono giunti a questa conclusione: «Se la musica indotta dagli stati emozionali può condurre alla liberazione di dopamina, come indicano i nostri risultati, è possibile iniziare a spiegare perché le esperienze musicali sono così ricercate. Questi risultati spiegano anche perché la musica può essere utilizzata durante certi rituali, per questioni di marketing o inserite in un film per manipolare gli stati edonistici. I nostri risultati offrono prove neurochimiche secondo cui la risposta emozionale alla musica utilizza i circuiti arcaici della ricompensa e serve da punto di partenza per studi più dettagliati dei substrati biologici che sono alla base delle forme astratte del piacere» 5.
Una scienza recente: il
neuromarketing Nel Magazine de la Santé Au Quotidien (mandato in onda da France 5), del 3 maggio 2007, è stato trasmesso un servizio rivelatore: «Les professionnels du neuromarketing traquent nos réactions» («I professionisti del neuromarketing vanno a caccia delle nostre reazioni»). Questo programma denunciava la nuova scienza del neuromarketing che viene utilizzata dalle agenzie pubblicitarie. Questa scienza ha lo scopo di osservare i comportamenti del cervello in certe situazioni provocate. Grazie ad apparecchiature IRM, le zone più eccitate diventano visibili e possono essere studiate. In seguito, questi risultati vengono tradotti per trasformarsi in «marketing sensoriale», in cui tutti i cinque sensi vengono sollecitati. Si arriva ad eccitare certe zone specifiche del cervello che possono addirittura influenzare la vostra percezione, ossia il vostro comportamento nei confronti di una pubblicità. Da questo reportage, apprendiamo che si acquista una percezione, e da quel momento percepiamo ciò che un prodotto rappresenta e non ciò che è. Questo concetto finisce chiaramente per accarezzare i nostri sensi per spingerci ad acquistare. Tale tecnica viene utilizzata dai pubblicisti per colpire direttamente il nostro cervello. Si è ben lontani dall'epoca in cui un manifesto pubblicitario vendeva un prodotto. Se si presta fede ai test comparativi, la cosa funziona. Esempio: seguita dalle immagini IRM, una cavia beve due bevande diverse. Risultato: la sua attrattiva per l'una o per l'altra non è guidata unicamente dal gusto. Olivier Oullier, ricercatore in neuroscienze dell'Università della Provenza, spiega: «Quando si beve l'acqua di soda preferita, una parte specifica del cervello anteriore viene attivata più delle altre. Se prima di bere l'acqua di soda si presenta al consumatore il logo di ciascuna delle due marche, per la marca meno conosciuta il funzionamento del cervello non mostra variazioni. Mentre per la marca più conosciuta, si evidenzia un'attivazione nella parte del cervello chiamato "ippocampo", un'area che è legata ai nostri processi di memoria, e che è conosciuto per la sua capacità di intervenire nei cambiamenti del comportamento della scelta rispetto ad informazioni sociali». Dunque, i nostri acquisti vengono direttamente guidati dai nostri ricordi. Ma i ricercatori hanno identificato altre zone che partecipano alla nostra decisione, come la preferenza, la ricompensa o la perdita.
Si tratta di zone che essi tentano di attivare o di disattivare. È precisamente questo ciò che vendono certi uffici di marketing alle grandi marche francesi. Un buon punto di merito per queste marche, che tuttavia non si vantano di praticare tali esperimenti. I nomi di queste società sono assolutamente confidenziali perché sono coscienti che questa tecnica è una forma di manipolazione. Continua Olivier Oullier: «Oggi, è dunque possibile prevedere il tipo di acquisto di qualcuno: è il lavoro di questi specialisti in marketing e in comunicazione. Tuttavia, ciò che è molto importante nelle nostre decisioni d'acquisto, è al tempo stesso ciò che accadere nel nostro cervello, ma è anche il modo in cui andiamo ad interagire nell'ambiente naturale a giocare un ruolo primordiale nelle nostre decisioni d'acquisto. Allo stesso modo della nostra storia, la nostra esperienza personale gioca un ruolo preponderante». Il bottone che scatena l'atto d'acquisto non è ancora stato scoperto. Ciò nonostante, i pubblicitari sono vicini a scoprire ciò che fà il nostro cervello in queste situazioni… Questa tecnica è praticata generalmente nella pubblicità. Le grandi ditte si rivolgono ai neuromarketers che conoscono sempre più a fondo questa scienza in evoluzione grazie alle tecniche disponibili. La pubblicità è diventata una scienza che sa come attivare le strutture del nostro cervello che comandano il nostro comportamento. Questa tecnica rende possibile allo spirito di prendere il potere sull'istinto. Nella rivista Cerveau et Psycho («Cervello e psiche»), Annette Schäfer ha dichiarato: «Ecco il motore del commercio. La corteccia prefrontale mediana ci fà amare ciò che amano gli altri. Riuscire a stimolarla, dunque, potrebbe essere un obiettivo maggiore di una perfetta campagna pubblicitaria». Attivando questa zona del cervello, i neuromarketers cercano di trovare un'alchimia perfetta che influenzi le nostre pulsioni su comando 6.
Le altre ricerche, studi,
articoli e colloqui apparsi in lingua francese Ci sono poche ricerche in francese su questo argomento specifico. Tuttavia, esse diventano sempre più numerose. Una di esse proviene dall'Università di Nizza Sophia Antipolis. Lo studio è stato pubblicato sul loro sito. Uno dei più grandi pensatori ha riassunto i suoi studi sulle masse in un libro intitolato Psicologia delle folle. Gustave Le Bon (1841-1931), sociologo e psicologo, descrisse nel 1895, in un linguaggio straordinariamente moderno, il processo che induce un cambiamento di stato quando un individuo si muove in una folla. I più grandi psicologi si sono ispirati ai suoi studi che restano il riferimento per eccellenza. Lo stesso Sigmund Freud (1856-1939) si è ispirato a quest'opera nelle sue osservazioni e teorie. Tra le altre cose, Le Bon spiega il processo di propagazione di idee o di notizie che trascinano progressivamente un'azione incosciente. Si tratta esattamente dell'effetto della propaganda. «La nascita progressiva del potere delle folle è stata creata mediante la propagazione di certe idee che si sono lentamente stabilite negli spiriti, poi mediante l'associazione graduale degli individui per portare alla realizzazione delle concezioni teoriche». Secondo Le Bon, l'inconscio sostiene un ruolo preponderante nel funzionamento dell'intelligenza. «La vita cosciente dello spirito rappresenta solamente una parte molto debole rispetto alla sua vita incosciente. L'analista più sottile, l'osservatore più penetrante non arriva a scoprire che un piccolissimo numero dei moventi incoscienti che la guidano. I nostri atti coscienti derivano soprattutto da un substratum incosciente creato dalle influenze di eredità […]. Dietro le cause confessate dei nostri atti, ci sono probabilmente le cause segrete che non confessiamo, ma dietro queste cause segrete ce ne sono altre ancora più segrete, che noi stessi ignoriamo. La maggior parte delle nostre azioni giornaliere sono solamente l'effetto di moventi nascosti che ci sfuggono». Più di cento anni fa, questo sociologo aveva compreso che l'inconscio - oggi parliamo anche di subconscio - domina le nostre azioni coscienti. Ai nostri tempi, la tecnologia IRM ha confermato che il nostro cervello può essere eccitato da questo famoso inconscio. Nel peggiore dei casi, quando la musica è stata composta per manipolare i nostri spiriti, quando siamo in gruppo, come avviene durante i concerti, possiamo trovarci letteralmente in un stato di ipnosi di massa.
In seguito, Le Bon spiega anche il fenomeno della cecità cognitiva (ossia il non vedere qualcosa di esistente o vedere cose diverse dalla realtà mediante la sola forza della suggestionabilità). L'osservatore vede solamente l'immagine evocata nel suo spirito e falsa la sua capacità di giudizio. Senza parlare degli effetti subliminali (non li conoscevano a quell'epoca), Le Bon fà riferimento al processo di «penetrazione» negli spiriti di idee o di concetti tramite diversi mezzi: «Quando, mediante procedimenti diversi, un'idea finisce per penetrare nell'anima delle folle, o di un individuo, essa possiede un potere irresistibile e provoca tutta una serie di effetti che bisogna subire». Claude Allard, psichiatra e psicanalista, è consigliare presso il CSA. La sua pratica e la sua riflessione quotidiana vertono sul rapporto dei bambini col piccolo schermo.
Nel suo ultimo libro Qu |