di don Curzio Nitoglia 1

 

postato: 13 maggio 2015

 

rené guénon

 

 

Introduzione

 

La persona e l'opera di René Guénon non possono essere indifferenti a chi si occupa di vera e falsa Tradizione. Un vecchio adepto della scuola guénoniana, Jacques-Albert Cuttat (1909-1989), ha definito la dottrina guénoniana

 

«un neo-tradizionalismo [...], come se Guénon avesse ripreso e inglobato in una conoscenza più vasta [...] dell'Oriente le tre tesi fondamentali del Tradizionalismo del principio del XIX secolo (specialmente di Joseph de Maistre e di Lamennais), vale a dire l'Anti-razionalismo, l'Unanimità tradizionale come criterio di verità, e soprattutto il primato spirituale dell'Oriente» 2.

 

jacques-albert cuttat

Jacques-Albert Cuttat

 

È noto che Guénon relativizza e riduce la mistica cristiana (che d'altronde non è solo occidentale) a livello di sentimentalismo o devozionalismo (che nulla ha a che vedere con la vera mistica, mentre ha dei punti di contatto con il falso misticismo). E ciò dimostra la scarsa conoscenza della teologia ascetica e mistica cattolica da parte di Guénon stesso o il suo spirito anticristiano.

 

Infatti, nell'opera guénoniana i dogmi principali della religione cattolica sono fraintesi e svuotati del loro vero significato. Guénon, imbevuto di esoterismo cabalistico e massonico, ha cercato di infiltrare negli ambienti cattolici tradizionali la falsa idea di una Tradizione primordiale universale e fondamentale che inglobi tutte le varie religioni, mantenendo segreta la sua affiliazione al sufismo monista e alla Massoneria scozzese. Con

 

«il Concilio Vaticano II, succede che l'intellighentzia cattolica [...] è orientata verso una prospettiva che tenga conto del desiderio di unità delle nuove generazioni [...] di privilegiare i punti d'incontro [...] con le religioni non cristiane [...]. Il tono non è più quello di confutare e di escludere, ma piuttosto di assumere la diversità del potenziale umano e del patrimonio religioso universale» 3.

 

E così il Tradizionalismo massonico-esoterico ha abbracciato il modernismo esoterico-massonico 4.

 

La personalità di Guénon

 

La più grande studiosa di Guénon, Marie-France James, afferma che il suo carattere era caratterizzato da

 

«nervosismo e sensibilità esasperati alle quali si aggiungono l'instabilità, l'impulsività e l'irritabilità [...], temperate da capacità intellettuale predisposta agli studi filosofici e religiosi. A tutto ciò occorre aggiungere una suscettibilità esagerata e una forte sensualità» 5.

 

L'infanzia

 

René Guénon nasce a Blois, il 15 novembre 1886. Di salute cagionevole, compie i suoi primi studi in una scuola cattolica dove, malgrado le numerose assenze, diviene presto un allievo brillante. Nell'autunno del 1901, avviene un incidente piccolo in sé, ma molto significativo per quanto riguarda la sua personalità: René è il primo della classe, ma il professor Simon Davancourt lo classifica secondo in un tema di francese. René ne fa una tragedia e deve mettersi a letto con una forte febbre; il padre lo ritira dalla sua scuola e lo iscrive al collegio Augustin-Thierry 6. La James commenta:

 

«Vediamo che già in seconda, Guénon ha un bisogno ossessivo di essere il primo [...]. E al rientro dalle vacanze [...] il nostro giovane perfezionista è sempre alle prese con la stessa ossessione, o meglio senso di colpa, lo stesso annichilimento [...] di non essere che il quarto [...] Irritato, il giovane René reagisce con una grande suscettibilità [...]; ne seguirà una scenata, che agli occhi di alcuni avrà il suo compimento definitivo circa trenta anni più tardi, quando Guénon partirà per sempre verso le terre dell'islam» 7.

 

giovane rené guénon

Il giovane René Guénon.

 

Appare evidente che il desiderio, anzi il bisogno di arrivare allo zenith, è una tendenza profonda della personalità di Guénon 8. Essere nella media per lui significherebbe fallire; essere condannato all'imperfezione lo deprimerebbe. René Guénon, oramai giovane baccelliere, conobbe il canonico Ferdinand Gombault (1858-1947), dottore in filosofia scolastica.

 

Per più di trent'anni, fino alla partenza di Guénon per il Cairo, questi due intellettuali mantennero contatti regolari, (entrambi erano partigiani dell’Action Française) pur operando in due campi diversi, anzi opposti: il canonico, tomista stretto, si occupò dell'apologia del cristianesimo; Guénon, influenzato da correnti massonico-occultiste, si volse verso la Gnosi. Secondo la James, il canonico, come tutti gli amici cattolici di Guénon, ignorò almeno fino agli anni Trenta la sua scelta.

 

I maestri di René Guénon

 

Verso i vent'anni Guénon è introdotto alla Scuola Ermetica diretta da Papus (1865-1916), pseudonimo del dottor Gèrard Encausse, e segue i corsi che vi sono dispensati. È ricevuto nell'Ordine Martinista e nelle diverse organizzazioni massonico-occultiste annesse. Nel 1908, collabora alla preparazione del Congresso spiritualista e massonico; tuttavia, tende ad allontanarsi dalla linea generale (qualificata da lui come materialista) degli ambienti occultisti del suo tempo; prende quindi posizione contro alcune idee di Papus.

 

L'ipotesi più probabile, senza prove determinanti, è che Guénon, al più tardi nel 1909 (epoca della sua elevazione all'episcopato gnostico sotto il nome di Palingenius) abbia beneficiato di decisivi contatti indù della corrente vedantista; sempre in questo anno si affilia alla Loggia massonica Thèbah (Gran Loggia di Francia). Nel 1912, è iniziato al sufismo e si sposa... con rito cattolico! Sempre lo stesso anno conferma la sua affiliazione massonica alla Loggia Thebah, filiale della Gran Loggia di Francia di Rito Scozzese Antico e Accettato.

 

Dal 1913 al 1914 collabora a La France chrètienne anti-maçonnique, sotto lo pseudonimo di Sphinx. Svilupperà proprio allora (da vera «sfinge») una polemica con Charles Nicoullaud (1854-1925) e Gustave Bord (1852-1934), collaboratori della Revue Internationale des Societès Secrètes (R.I.S.S.), attorno alla questione dei Superiori Incogniti. Nel 1915, Guénon conosce una giovane studiosa tomista: Noële Maurice-Denis, che nel 1916 lo presenta a Jacques Maritain (1882-1973). Nel 1916, sospende la partecipazione attiva ai lavori della sua Loggia, lavori che aveva continuato a condurre anche durante la sua collaborazione a La France chrètienne antimaçonnique! Tale sospensione non fu una rottura, ma soltanto un «mettersi in sonno» tattico, in vista di

 

«condurre il cattolicesimo a cauzionare un'élite tradizionale, chiamata a ritrovare, a partire da una prospettiva sincretista, la fonte unica persa [...]: la vera conoscenza metafisica, di essenza gnostica. Ed è così che, fino agli inizi degli anni Trenta, si asterrà dal trattare in maniera diretta e aperta della Massoneria, limitandosi a deplorarne la degenerazione e a denunciare le tendenze anti-tradizionali di cui essa stessa era vittima» 9.

 

papus - gèrard encausse

jacques maritain

Papus Ordine Martinista Jacques Maritain

 

Secondo Guénon, il cattolicesimo non è altro che una delle forme parziali e velate attraverso le quali la Tradizione primordiale e fondamentale si manifesta nella sua pienezza. Il cristianesimo, per lui infatti, ha avuto alle origini un carattere esoterico-iniziatico

 

«del quale poco si sa perché le origini del cristianesimo [...] sarebbero circondate da un'oscurità quasi impenetrabile. Oscurità [...] voluta da coloro che hanno guidato la trasformazione della Chiesa da organizzazione oscura e riservata [...] ad organizzazione aperta a tutti, prettamente essoterica [...]. Tuttavia, questa trasformazione del cristianesimo in religione essoterica, è stata provvidenziale, perché il mondo occidentale sarebbe rimasto senza alcuna Tradizione se non vi fosse stata la religione cristiana, poiché la tradizione greco-romana, allora predominante, aveva raggiunto una grande degenerazione. Il cristianesimo raddrizzò il mondo occidentale, ma a condizione di perdere il suo carattere esoterico» 10.

 

regnabitNel 1921, Guénon firma un articolo sulla Revue de Philosophie di ispirazione neo-tomista. Nel 1922, riprende l'insegnamento di filosofia presso un istituto dei Fratelli delle Scuole cristiane. Nel 1925, inizia a collaborare alla Revue Universelle du Sacrè-Cœur, Regnabit, ma nel 1927 la collaborazione cessa, e riprende invece la polemica con la Revue Internationale des Societès Secrètes 11. Gli ambienti cattolici, dopo una breve esitazione, dovuta al carattere di «quinta colonna» dell'opera guénoniana di quegli anni, ne rifiutano le teorie, Guénon, visto fallito il suo progetto d'infiltrazione, emigra al Cairo. Tuttavia, prosegue il suo compito di formare un'élite tradizionale occidentale nel tentativo di far convergere la metafisica orientale detta «universale» (o Gnosi esoterica) e il cattolicesimo, identici nella loro sostanza (per Guénon). La Gnosi deve appoggiarsi sulla Tradizione fondamentale, che in sostanza è ovunque la stessa, malgrado le forme diverse che essa riveste quando si abbassa a religione, per adattarsi ad ogni razza e ad ogni epoca. Lo scopo esoterico di Guénon è quindi di reinterpretare, abbassare, minimizzare e ricondurre il cristianesimo ad un fondo comune «tradizionale» di ispirazione gnostica, in quanto, se ha alle sue origini un carattere essenzialmente esoterico e iniziatico, dall'epoca costantiniana e dal Concilio di Nicea lo ha perso ed è divenuto una religione nel senso proprio del termine, con i suoi dogmi, la sua morale universale e i suoi riti pubblici.

 

Guénon nega perciò la divinità e l'indefettibilità della Chiesa, la sua trascendenza riguardo alle altre culture, il valore universale del Vangelo, la comprensione immutata della dottrina evangelica così come è stata rivelata da Cristo. Ma come ha scritto la Maurice-Denis, «certo la sua ignoranza, la sua incomprensione del cristianesimo erano totali» 12. Ma si trattava proprio di ignoranza? Lo vedremo più in là.

 

Guénon e la Revue Internationale des Sociètès Secrètes di Mons. Jouin

 

Mons. Ernest Jouin, ultimo di cinque fratelli, nasce il 21 dicembre 1844 ad Angers. Di salute delicata e orfano di padre a quattro anni, nel 1862 raggiunge suo fratello Amedeo presso il noviziato dei domenicani di Saint-Maximin, trasferito in seguito a Flavigny. Nell'agosto del 1866 disturbi di salute lo obbligano a rinunciare all'austera vita domenicana; si reca perciò nel seminario di Angers, ove sarà ordinato sacerdote nel febbraio 1868 13. Nel luglio del 1882, è nominato parroco a Joinville-le-Pont (Seine) ove subisce gli attacchi degli ambienti anticlericali; comincia a conoscere così le prime lotte anti-massoniche. Nel 1910 acquista un'importante biblioteca massonico-occultista di circa 30.000 volumi, e nel gennaio 1912 fonda la Revue Internationale des Sociètès Secrètes, composta da una parte giudaico-massonica (la parte grigia) e da una parte occultista (la parte rosa).

 

«L'abbè Jouin credeva ad una volontà ebraica di dominio universale riassunta così: "Israele è il re, il massone è il suo ciambellano e il bolscevico è il suo boia". La sua tesi era [...] che giudecca e protestantesimo stessero dietro la Massoneria; che tutti e tre hanno lo stesso fine: la distruzione della Chiesa cattolica» 14.

 

mons. ernest jouin

Mons. Ernest Jouin La R.I.S.S. grigia

 

 Creato Monsignore da Benedetto XV (1854-1922) e Protonotario Apostolico da Pio XI (1857-1939), muore nel 1932 con la benedizione e l'approvazione pontificia della sua opera che perdurerà fino al 1939. La sua causa di beatificazione è stata introdotta a Roma dagli «Amici Americani di Mons. Jouin» 15. Mons. Jouin non è il primo a sostenere la tesi dell'ispirazione giudaica della Massoneria. Nel XIX secolo era stato preceduto dall'abbè Augustin Barruel (1741-1820), da Mons. Deschamps, da Jacques Crétineau-Joly (1803-1875), da Roger Gougenot des Mousseaux (1805-1876), da Mons. Henri Delassus (1836-1921) e da Mons. Leo Meurin (1825-1895). Partigiano di un cattolicesimo integrale, era convinto che «i gruppi nazionalisti e fascisti sono impotenti da sé a guarire il male. La guerra è religiosa. La nostra conversione è l'unico rimedio» 16. Lui stesso aveva scritto:

 

«Quando i cattolici non indietreggeranno più, quando si riforniranno di coraggio mediante la pratica delle virtù [...], quando riprenderanno la via del sacrificio per seguire il loro Messia povero e sofferente, fino al Golgota, quando non mendicheranno più la loro salvezza a destra e a sinistra, ma formeranno il partito di Dio, come ha domandato Sua Santità Pio X, la questione ebraica sarà risolta [...]. Ma i cattolici si rendano ben conto che se danno la mano agli ebrei e se vivono in fondo come loro [...] preparano [...] il regno dispotico di un Kahal universale»! 17.

 

augustin barruel

jacques crétineau-joly

mons. leo meurin

P. Augustin Barruel J. Crétineau-Joly Mons. Leo Meurin

 

La Revue Internationale des Sociètès Secrètes (1912-1939)

 

La Revue Internationale des Sociètès Secrètes trattava gli aspetti esterni della sètta infernale nella sua parte grigia (giudaico-massonica); e quelli interni nella parte rosa (parte occultista). Era conosciuta nel mondo intero e alimentata dalle informazioni di Mons. Umberto Benigni (1862-1934), fondatore del Sodalitium Pianum. Se nell'ordine cronologico Mons. Jouin poneva prima la critica dell'opera politica o esterna delle sètte segrete, nell'ordine della dignità preferiva studiare la loro opera interna, esoterica, segreta.

 

Era convinto, a ragione, che solo un motivo religioso e spesso preternaturale potesse spiegare completamente la frenesia di distruzione di ogni cosa buona che caratterizza il processo rivoluzionario, portato avanti dalle società segrete, all'origine delle quali vi è il giudaismo post-templare, il cui padre, come ha rivelato Gesù, è il diavolo 18. René Guénon polemizzerà proprio con la parte rosa della Revue Internationale des Sociètès Secrètes. La tattica di Guénon nella lunga controversia che ingaggiò con detta rivista, era quella di discreditare i suoi collaboratori e di cercare di imporsi come l'unico competente in materia.

 

mons. umberto benigni

Mons. Umberto Benigni.

 

Divergenze nel seno del movimento anti-massonico

 

Tra gli anti-massoni vi è però una divisione:

  • Da una parte gli antimassoni nazionalisti - come Paul Copin-Albancelli (1851-1939) e Abel Clarin de la Rive  (1855-1914) - che vogliono combattere la sètta solo su una base di difesa dei valori nazionali e patriottici; la lotta anti-massonica deve per costoro essere essenzialmente politica o nazionale.

  • Dall'altra gli anti-massoni religiosi (Nicollaud, Jouin, Benigni) secondo i quali la Massoneria è una «contro-chiesa», che cerca di ridicolizzare le ricerche sull'elemento preternaturale nelle retro-Logge (si veda la manovra Taxil).

Secondo Mons. Jouin, per essere anti-massoni occorre essere cristiani, poiché la Massoneria è una scimmia di Dio e della Chiesa; Mons. Jouin si scontrerà con Copin-Albancelli e con Clarin de la Rive, che secondo lui non erano avversari integrali del nemico; la sostanza della divergenza era il fatto che gli anti-massoni nazionali si rifiutavano di studiare l'influsso satanico nella direzione occulta della Massoneria. Fu così che il progetto di una federazione anti-massonica fallì e che le polemiche tra anti-massoni continuarono, con gravi danni per la buona battaglia, alimentate da un nuovo venuto... il massone René Guénon, alias Sphinx.

 

La collaborazione del massone Guénon a La France antimaçonique

 

Nel 1896, Clarin de la Rive diventa direttore de La France chrètienne antimaçonnique, succedendo a Léo Taxil (1854-1907). A partire dal 1913 fino al 1914, il massone Guénon collabora a tale rivista!

 

«A supporre che Clarin de la Rive non abbia avuto occasione di consultare i registri della Gran Loggia di Francia del 1912, tuttavia non ha potuto ignorare [...] la conferenza del massone Guénon su "L’Enseignement initiatique", pubblicata in Symbolisme del gennaio 1913. La R.I.S.S. ne ha fatto menzione nel suo Indice documentario (Febb. 1913, pag. 561)» 19.

 

paul copin-albancelli

leo taxil

Paul Copin-Albancelli Leo Taxil

 

 Allora come spiegare la collaborazione di Guénon con Clarin de la Rive, proprio sul terreno anti-massonico? Come mai Guénon potrà consultare col permesso di Clarin de la Rive il dossier sul caso Taxil (ex direttore de La France antimaçonnique) a partire dal quale argomenterà che asserire l'influsso del satanismo sulla Massoneria è della contro-iniziazione, e che se esistono dei gruppi luciferini e satanisti, sono ben lungi dalla Massoneria, che è un'organizzazione tradizionale che si vuol denigrare ad ogni costo.

 

Sembrerebbe che Clarin de la Rive e gli amici cattolici di Guénon abbiano sottovalutato la sua iniziazione alla sètta, quasi che Guénon avesse rotto del tutto con la Massoneria. Come molti, Guénon ha sfruttato la campagna anti-taxiliana, presentandosi come l'uomo della Tradizione che vuol rendere alla Massoneria il suo vero volto, sfigurato da Taxil, combattendo i massoni contemporanei per il loro «modernismo», infedele alla vera vocazione iniziatica, affinché la Massoneria potesse ridiventare ciò che non aveva mai cessato di essere virtualmente.

 

Questo subdolo lavoro fu intrapreso su La France antimaçonnique, con la complicità (o la ingenuità) dei suoi amici cattolici. Guénon astutamente voleva mutare dall'interno il pensiero anti-massonico, e inspirare una corrente cattolica favorevole alla Massoneria tradizionale, rivista e corretta alla luce della metafisica orientale, per cui:

 

«Da una parte, bisogna riportare i massoni alla comprensione dei loro principî e alla coscienza delle loro funzioni, e dall'altra fare ammettere ai cattolici che hanno torto a combattere la Massoneria in sé stessa e che debbono, pur lottando contro i massoni degenerati, augurarsi la restaurazione di una Massoneria autentica» 20.

 

E, «dopo aver richiamato l'opinione già espressa da Joseph de Maistre», affermava che «tutto annuncia che la Massoneria volgare è un ramo separato e forse corrotto di un fusto antico e rispettabile», e che «la Massoneria moderna non è che il prodotto di una deviazione» 21. Il colpo gli riuscì con Clarin de la Rive, ma trovò a sbarrargli il passo Mons. Jouin.

 

I «Superiori Incogniti»

 

martinismoVi fu una lunga polemica tra Guénon, alias Sphinx, per La France antimaçonnique, e Charles Nicollaud assieme a Gustave Bord per la Revue Internationale des Sociètès Secrètes riguardo alla questione misteriosa dei Superiori Incogniti, di cui Bord negava l'esistenza come semplici uomini in carne ed ossa. I Quaderni Romani, organo dell'Agenzia Internazionale Roma, di Mons. Umberto Benigni, risposero (14 e 28 settembre 1913) che il giudizio di Bord era un po' affrettato e che nessun argomento probante era stato presentato contro il potere centrale occulto e umano della sètta, che forse consisteva anche in un'intesa continua tra i capi per dirige la massa delle differenti sètte, la più conosciuta e diffusa delle quali è la Massoneria. Charles Nicollaud rispose su Revue Internationale des Sociètès Secrètes del 20 ottobre 1913, che se il redattore dei Quaderni Romani intendeva per capi uomini comuni in carne ed ossa si sbagliava. I Superiori Incogniti, per i veri iniziati, esistono, ma vivono nell'Astrale (sono angeli decaduti o suppositi di Satana, cioè uomini che si son votati anima e corpo al diavolo, e che sono perciò il suo strumento privilegiato). Ed è di là che, mediante la magia, dirigono i capi delle sètte, costituendo una specie di intesa continua tra i capi umani di diverse sètte. Per Gustave Bord, invece, siccome c'è rivalità tra i diversi riti massonici, non vi è nessun potere centrale umano (il che non esclude una direzione preternaturale). A questo punto scende nell'arena Guénon, alias Sphinx, e asserisce che Nicollaud e Bord sono due anti-massoni ben strani, e attacca la tesi della «mistica» diabolica come radice della Massoneria. Guénon riabilita i Superiori Incogniti come gli ispiratori e i custodi dell'iniziazione e della Tradizione esoterica.

 

Nel 1914, Bord risponde dalle pagine della Revue Internationale des Sociètès Secrètes che gli anti-massoni sono divisi in due campi: coloro che credono al potere centrale della Massoneria rappresentato da alcuni capi in carne ed ossa chiamati Superiori Incogniti o membri delle retro-massoneriaLogge; e coloro che credono che la Massoneria è condotta da un'idea nefasta e che i Superiori Incogniti sono il diavolo o i suoi suppositi. E lui si schiera con questi ultimi. Bord aggiunge che non ha mai trovato traccia di Capi umani supremi e conosciuti di tutta la Massoneria, anzi ha constatato l'esistenza del contrario: obbedienze massoniche in lotta tra loro, fondate da persone conosciute. Guénon ribatte che tale questione non può essere risolta da storici che pretendono di basarsi soltanto su fatti positivi, provati da documenti scritti, che i Superiori Incogniti hanno lasciato tracce ben precise della loro azione in parecchie circostanze, ma non dice quali e dove. Essi sarebbero degli enti liberi da questa vita, affrancati da ogni limite, stabiliti in uno stato incondizionato e assoluto, in contatto diretto col Principio primordiale dell'Universo, degli enti in carne ed ossa che sono giunti alle più alte vette della realizzazione spirituale, dotati, secondo la Tradizione dell'estremo Oriente, di longevità, posterità, grande scienza e perfetta solitudine! I Superiori Incogniti sono i veri maestri del mondo e non uomini qualsiasi o comuni. In breve, mentre Nicollaud scorge un influsso preternaturale e diabolico sulla Massoneria, Guénon vi vede al contrario l'azione di un Principio trascendente che concorre alla piena realizzazione spirituale. Per Nicollaud, Satana riassume il Potere occulto sèttario, mentre Guénon, mediante la teoria degli «stati molteplici dell'essere» (una sorta di intermediari astrali di derivazione cabalistica come le Sefirot) complica tutto, relativizzando la nozione di individuo e soprattutto le categorie del bene e del male, e fornisce una maschera al diavolo 22.

 

Di fronte a questa massa di argomenti il povero lettore di La France antimaçonnique non sapeva più dove sbattere la testa... Sphinx aveva ottenuto il suo risultato, aveva confuso le acque, seminato la zizzania tra anti-massoni (servendosi persino dei Quaderni romani e cercando di metterli contro la Revue Internationale des Sociètès Secrètes); in breve, aveva fatto opera di depistaggio.

 

Guénon e l'Istituto Cattolico di Parigi

 

Nel 1915, Guénon consegue la licenza in lettere alla Sorbona; in autunno si iscrive assieme al suo intimo amico Pierre Germain (1888-1922), affiliato anch'esso alla Chiesa Gnostica, al corso di filosofia delle scienze del professor Milhaud. Ivi, come ho già detto, conosce una giovane tomista di diciannove anni, formata dal Padre Antonin-Dalmace Sertillanges o.p. (1863-1948) e da Maritain. Noële Maurice-Denis (più tardi in Boulet) introduce Guénon presso Maritain nel 1916. Durante l'estate, Germain, che aveva ritrovato la fede a Lourdes, informa Noële Maurice-Denis sul passato di Guénon. Le dà la collezione completa de La Gnose.

 

La Maurice-Denis, anche se non condivide le idee di Guénon, ammira la sua chiarezza d'esposizione e la serietà del suo pensiero. Il fatto che fosse stato consacrato vescovo gnostico a ventitré anni non la stupisce! Vi vede soltanto un errore di gioventù! La giovane tomista ignora, come il Germain, la «confermazione» o «cresima» massonica di Guénon presso la Gran Loggia di Francia e la sua iniziazione al sufismo del 1912. Sa che Guénon non utilizza più l'oppio e l'hascisc come aiuto alla... «contemplazione», e questo le basta! Nel dicembre del 1916, Noële Maurice-Denis tenta di far pubblicare nella Revue de Philosophie la tesi di Guénon: Padre Peillaube, direttore della rivista, era favorevole, ma Maritain no. Conosceva Guénon da sei mesi e aveva capito quale fosse il suo orientamento filosofico, ma tutto ciò non scoraggiava la giovane e naïve (ingenua) Maurice-Denis.

 

padre sertillanges

Padre Antonin-Dalmace Sertillanges o.p.

 

Introduzione allo studio delle dottrine indù

 

Nel giugno del 1920, Guénon termina la redazione dell'Introduction gènèrale à l’Etude des doctrines Hindoues, e si mette alla ricerca di un editore. A tale scopo si mette in contatto con l'ebreo Lucien Levy-Bruhl (1857-1939). Porta quindi il manoscritto da Marcel Rivière che accetta di pubblicarlo. Nel febbraio del 1921, Noële Maurice-Denis pubblica un articolo sulla natura della mistica, ma in una lettera del 27 marzo Guénon riaffermerà la sua posizione secondo la quale la «metafisica» è qualcosa di più soprannaturale della mistica!

 

La Maurice-Denis attribuisce la posizione guénoniana ad una ignoranza sostanziale della dottrina cattolica, malgrado l'educazione religiosa che Guénon aveva ricevuto, minimizzando ancora una volta la portata del suo errore, che non era attribuibile alla semplice ignoranza del cristianesimo, quanto all'ostilità verso il Vangelo e lo spirito cristiano, come asserì più tardi anche Padre Henri de Lubac s.j. (1896-1991) 23. Noële Maurice-Denis rispose con due articoli apparsi nella Revue Universelle (il 15 luglio 1921) dal titolo Les Doctrines Hindoues; e Maritain vi prese parte poiché desiderava che l'autrice asserisse che la «metafisica» guénoniana è radicalmente inconciliabile con la fede cattolica. E scrisse lui stesso l'ultima frase della conclusione del primo articolo della Maurice-Denis:

 

«René Guénon vorrebbe che l'Occidente degenerato andasse a domandare all'Oriente lezioni di metafisica e di intellettualità. Invece è soltanto nella sua Tradizione e nella religione di Cristo, che l'Occidente troverà la forza di riformarsi» 24. Inoltre, «se Guénon, nonostante tutte le sue critiche conserva alla Grecia una certa reputazione, al contrario Roma non gli ispira che disprezzo» 25.

 

lucien levy-bruhl

henri de lubac

Lucien Levy-Bruhl Padre Henri de Lubac

 

La reazione di Guénon, dato il suo carattere, fu assai risentita. Ma cerchiamo di vedere il contenuto dell'articolo di Guénon. La «metafisica» indù è per lui uno Gnosticimo perfetto e assoluto (anche se Guénon non cita mai la parola Gnosi, impiega tuttavia il termine sanscrito jnana che ne è l'equivalente, e preferisce servirsi del termine «metafisica« che guénonianamente significa «Conoscenza» o... Gnosi); infatti, la «metafisica» indù sfocia nel panteismo. Per Guénon la morale va esclusa dalla filosofia, «la morale fa male»...! Mentre per la metafisica aristotelica la morale naturale o filosofica esiste e da essa deriva l'etica.

 

Inoltre, egli asserisce che la contemplazione può farsi con tecniche umane senza il soccorso della Grazia (cosa che per un cristiano è inammissibile); infine, la religione è una tendenza «sentimentale» o devozionalistica alla quale si ricollega la morale, mentre per la teologia cattolica la religione non è una pura emozione della sensibilità, ma una disposizione della volontà e dell'intelletto, mediante i quali l'uomo, conoscendo che vi è un Principio primo, si inclina a volergli rendere il culto che gli è dovuto a causa della sua eccellenza. Nell'autunno del 1922, Guénon aveva perso ogni speranza di iniziare la sua giovane amica, perché la giudicava incapace di ricevere la filosofia perenne al di fuori della forma specificamente cristiana.

 

Collaborazione di Guénon alla rivista Regnabit

 

Nel 1925 (agosto-settembre), Guénon cura un articolo intitolato Le Sacrè-Cœur et la lègende du Saint Graal, apparso sulla rivista Regnabit, con lo scopo di mostrare il perfetto accordo della Tradizione cattolica con le altre forme della Tradizione universale, ovvero l'unità trascendente e fondamentale di tutte le religioni, sulla base omogenea della Tradizione Primordiale.

 

Nel 1925-1926, in tre articoli successivi, formula l'ipotesi che i documenti massonici anteriori al 1717 (distrutti da Anderson e da Dèsaguiliers) contenessero la formula di fedeltà a Dio, alla Chiesa e al Re, e invita perciò i lettori di Regnabit a scorgere l'origine cattolica della Massoneria originaria (!) e a combattere le tendenze della Massoneria attuale religiosa, ma filo-protestante nei Paesi anglofoni; e addirittura antireligiosa in quelli latini. L'ostilità di alcuni ambienti neo-scolastici nel 1927, impedisce che Guénon continui a scrivere sulla rivista Regnabit.

 

Il Re del mondo

 

Nello stesso momento in cui Regnabit pubblica il suo ultimo articolo, Guénon scrive Le Christ, pretre et roi, sulla rivista Christ-Roi (maggio-giugno 1927) e Le Roi du monde, dove 26 Guénon ci presenta la sua versione del misterioso centro iniziatico Agartha, centro del mondo reale e simbolico allo stesso tempo, sotterraneo invisibile ove troneggia il «Re del Mondo». La teologia cattolica vede nel «Re del Mondo» guénoniano il «Principe di questo Mondo» di cui ci parla il Vangelo, e che non è altro che il diavolo.

 

le roi du monde - rené guénon

A sinistra Le Roi du Monde; a destra il suo autore.

 

La crisi del mondo moderno

 

Nel 1927, Guénon pubblica La Crise du Monde Moderne, in cui riprende il processo alla civiltà occidentale e rilancia l'appello per la costituzione di un'«élite tradizionale» sensibile alla vera intellettualità sempre conservatasi in Oriente che, solo, potrà restituire all'Occidente la sua Tradizione specifica, una sorta di «cristianesimo» rivisto e corretto. L'errore e la degenerazione è iniziata in Occidente, perciò tocca proprio a esso di rigenerarsi alla fonte delle dottrine «metafisiche» orientali.

 

Autorità spirituale e potere temporale

 

papa pio XIIn questo libro, Guénon afferma giustamente, in parte, (l'errore assoluto non esiste) che l'Autorità spirituale (o sacerdotale) è superiore a quella temporale (o regale). Ma in tutta la Tradizione cattolica si considera Gesù Cristo come il Signore dell'Universo, mentre lui «non ha mai considerato la concezione medievale che fa del Papa il Vicario di Cristo, e il titolare dello stesso potere temporale in modo diretto o indiretto» 27. Pio XI, nell'Enciclica Quas Primas (dell'11 dicembre 1925), asserisce che vi è speranza di pace duratura solo se gli individui e la nazioni riconoscono la Regalità sociale di Gesù Cristo. Solo Lui in quanto vero Dio e vero uomo, è il nostro supremo Re e Signore, sia nelle cose spirituali che in quelle temporali, anche se non ha voluto esercitare il potere nelle cose temporali lasciandolo l'autorità temporale ai laici, mentre ha esercitato il potere spirituale. Con la sua Ascensione in Cielo ha lasciato su questa terra una Persona che facesse le sue veci: il Papa che ha il potere nelle cose spirituali e lo esercita; e in quelle temporali (diretto per San Tommaso d'Aquino e indiretto per San Roberto Bellarmino), ma che, come Cristo, non vuole esercitarlo (tranne in alcuni casi e luoghi particolari), e lo lascia all'autorità temporale, che lo deve esercitare per il bene comune temporale e subordinatamente al conseguimento del fine ultimo soprannaturale dell'uomo. Qualora l'autorità temporale abusi del suo potere, il Papa può intervenire per richiamarla all'ordine, e se non si corregge può destituirla. Ma questa non è affatto la concezione di Guénon.

 

«Per la Chiesa cattolica il Re del mondo è sempre e soltanto Cristo [...]. Dunque, siamo ben lontani dalla concezione di Guénon che riconosce nel Re del mondo colui che impersona il Legislatore primordiale, ed è il depositario della Tradizione primordiale. Guénon riconduce a lui con una filiazione simbolica l'ortodossia tradizionale del cattolicesimo, e vede, bensì, in questo una tradizione legittima, ma sempre una tra le molte derivate dalla sempre vivente tradizione primordiale [...]. Le visioni di Guénon e della Chiesa cattolica sul Re del mondo sono nettamente separate» 28.

 

 

Il libro di Guénon Autorità spirituale e potere temporale va perciò riallacciato a quanto era stato detto sul Re del Mondo e sui Superiori Incogniti.

 

La triplice prova del 1928, la partenza per il Cairo e la morte

 

Nel gennaio del 1928 muore la moglie di meningite, e dopo nove mesi anche una sua zia Madame Duru, che viveva con loro. Guénon resta solo con sua nipote di quattordici anni, Francoise Bèlile, a cui la madre, vedova e con molti figli a carico, chiede di ritornare a casa 29. Nel 1928, traversa una serie di prove che lo scuotono; fa trasmettere dai suoi amici una domanda di matrimonio che non viene accolta.

 

In seguito a questo rifiuto, stringe una relazione con Madame Dina, nata Marie W. Shillito, figlia del re delle ferrovie canadesi e vedova del ricchissimo Assan Farid Dina (1871-1928), ingegnere egiziano, che aveva un certo interesse per le questioni occulte. Ammiratrice entusiasta di Guénon, ella offre di mettere la sua ricchezza al servizio della causa dell'esoterismo «tradizionale».

 

A sinistra, René Guénon con la nipote Françoise (in piedi, alla sua destra);

al centro, il magnate Assan Farid Dina; a destra, Madame Dina (Marie W. Shillito).

 

Tra le piramidi e la Mecca

 

sceicco abdel wahed yahia - rené guénonIl 5 marzo del 1930, Guénon parte per il Cairo con Madame Dina, che dopo tre mesi ritorna sola in Francia. Poco tempo dopo, la sua mecenate sposa l'occultista Ernest Britt, membro di un gruppo a lui ostile. In Egitto, Guénon, che già dal 1912 si fa chiamare dagli iniziati Sceicco Abdel Wahed Yahia, conduce una vita modesta e discreta e passa essotericamente all'islam: la sua «conversione» si ricollega ad un'intenzione segreta di cui non ha mai lasciato traccia scritta; d'altra parte, dando una grande importanza ai riti della «tradizione» essoterica, rispetterà sempre scrupolosamente il suo essoterismo islamico. La sua apostasia si spiega piuttosto con una ragione di convenienza spirituale che come vera e propria conversione, perché per lui tutte le forme tradizionali sono equivalenti. L'islam gli appare come una cerniera tra Oriente e Occidente; ha il pregio di sembrare (superficialmente) conciliabile con il cristianesimo, perché rispetta Gesù Cristo come un profeta (ma ne nega la divinità). Perciò, per il guénoniano si può diventare musulmani e pretendere di restare cristiani. L'islam, nel XX secolo, avrebbe dovuto giuocare il ruolo che la Massoneria aveva giuocato nel XVIII: essere il rifugio dei cristiani che volevano sottrarsi alla disciplina gerarchica della Chiesa, pur mantenendo un certo legame ad un certo vago (e falso) misticismo e ad una «tradizione» spuria e «primordiale». Nel frattempo, Guénon apprende la lingua araba e già nel 1931 pubblica una serie di articoli in arabo e frequenta le riunioni dello Sceicco Salama Radi. Nel luglio 1934 sposa la giovane Fatma Hanem Ibrahim, che gli darà quattro figli, l'ultimo dei quali nascerà nel 1951 dopo la sua morte.

 

Nel 1939, «un ricchissimo ebreo inglese passato all'islam, suo ammiratore, gli offerse una villa ben ammobiliata» 30. Il 7 gennaio 1951, nonostante le cure prodigategli dall'amico ebreo dr. Katz, Guénon muore pronunciando due volte il nome di Allàh.

 

schuon - paterson - guénon

Frithjof Schuon e Adrian Paterson (al centro) al capezzale di René Guénon.

 

Si può essere guénoniani e cattolici? 31

 

Guénon esercita un'influenza innegabile e, purtroppo talvolta assai profonda, in ambienti legati anche alla Tradizione cattolica 32. Nel corso dell'articolo si è visto che la questione s'è posta già durante la vita del Nostro, che collaborò a riviste cattoliche e monarchiche di tendenza anti-massonica e tradizionale. Tuttavia, si ebbe ben presto la reazione di cattolici integrali (la Revue Internationale des Sociètès Secrètes) che costrinsero Guénon a battere in ritirata (non dopo aver fatto vari danni) in Egitto. Oggi, molti guénoniani, come ammette anche la rivista Le sel de la terre dei domenicani di Avrillè, si sono infiltrati negli ambienti della Fraternità San Pio X di Monsignor Lefebvre 33.

 

Tuttavia, vi è una radicale inconciliabilità tra guénonismo (ed ogni forma di esoterismo in genere) e cattolicesimo. Infatti, Guénon, si presenta come un autore «spirituale», apportatore di una saggezza orientale superiore anche a quella della Chiesa cattolica! Egli disprezza l'idea di salvezza o dannazione eterna, propria del cattolicesimo e si fa assertore di una Gnosi o «metafisica» che conduce all'identificazione suprema con l'Assoluto indifferenziato (il lettore mi scusi per il parolone, ma gli iniziati devono nascondere dietro una cortina fumogena il nulla della loro spiritualità).

 

La natura della spiritualità guénoniana

 

Per svolgere questo tema mi baso sull'interessante articolo di Antoine de Montreff, un ex guénoniano convertitosi al cattolicesimo 34, secondo il quale la via spirituale proposta da Guénon, comprende tre condizioni che formano come tre tappe. Per Guénon,

 

«l'iniziazione implica tre condizioni successive [...]: 1°) la qualificazione, costituita da certe possibilità inerenti alla natura propria dell'individuo, e che sono la materia prima sulla quale il lavoro iniziatico dovrà effettuarsi; 2°) la trasmissione (mediante l'appartenenza ad un'organizzazione tradizionale) di un influsso spirituale che conferisce all'ente l'illuminazione che gli permetterà di ordinare e sviluppare le possibilità che porta in lui; 3°) il lavoro interiore, mediante il quale, con l'aiuto di ausiliari o di supporti esterni [...], questo sviluppo si realizzerà gradualmente, facendo passare l'ente [...] sino al termine finale della Liberazione o dell'Identità Suprema» 35.

 

In breve, nella prima tappa vi è una differenza profonda tra mistica cristiana (che è passiva) e iniziazione (che è attiva); nella seconda, che è la più importante, si riceve l'influsso spirituale durante l'iniziazione. Potrebbe accadere che le organizzazioni iniziatiche, a causa di una degenerazione, possano conferire soltanto un'iniziazione virtuale; tuttavia, continueranno ad essere il supporto di questo influsso spirituale, e il lavoro iniziatico potrà dirsi compiuto. L'importante è che la catena non sia interrotta.

 

Nell'iniziazione vi è anche trasmissione di un insegnamento, ma la trasmissione dell'influsso spirituale resta l'elemento principale. In terzo luogo, viene l'iniziazione effettiva, e per arrivarvi occorre la meditazione dei simboli. Un altro mezzo di progredire verso l'iniziazione effettiva è l'incantazione, ben distinta dalla preghiera: infatti, essa

 

«non è una domanda e non suppone neanche l'esistenza di una realtà esterna [...]. Si tratta di un'aspirazione dell'ente verso l'Universale per ottenere [...] un'illuminazione interiore [...]. Il fine ultimo da cogliersi è sempre la realizzazione in sé dell'Uomo Universale» 36. «Uno dei fini che Guénon stesso ammetteva di avere, era quello di permettere ai massoni (che trasmettevano ancora un'iniziazione virtuale) di arrivare all'iniziazione effettiva» 37.

 

iniziazione massonica

Iniziazione massonica.

 

Necessità di essere collegati ad un'organizzazione iniziatica

 

«L'iniziazione propriamente detta consiste nella trasmissione di un influsso spirituale, trasmissione che non può effettuarsi che mediante un'organizzazione tradizionale regolare di modo che non si potrebbe parlare di iniziazione al di fuori di un legame con tale organizzazione iniziatica» 38.

 

Ma quali sono le organizzazioni iniziatiche ancora valide nell'Europa odierna? Secondo Guénon ne restano due: la Massoneria e le Compagnonnage:

 

«Tra tutte le organizzazioni che si pretendono iniziatiche e che sono sparse attualmente in Occidente, ve ne sono soltanto due che [...] possono rivendicare un'origine tradizionale antica e una trasmissione iniziatica reale; esse all'inizio non erano che una sola cosa, e sono "le Compagnonnage" e la Massoneria» 39.

 

 Mediante la catena iniziatica, l'iniziato riceve un influsso spirituale la cui origine non è umana 40. L'influsso spirituale non ha nulla di magico, in quanto per Guénon l'iniziazione si realizza ad un livello spirituale superiore a quello della magia, che invece avviene a livello animale o psichico. Per questo Guénon disprezza coloro che ricercano poteri magici, difetto degli occidentali troppo attaccati ai fenomeni. La magia ci lascia allo stato individuale, mentre l'iniziazione ci fa passare dall'individualità all'Universale. Tuttavia, l'iniziato deve prendere coscienza poco a poco di questo influsso spirituale, e in questo la via iniziatica è diversa da quella religiosa:

 

«Nel campo essoterico, non vi è nessun inconveniente a che l'influsso ricevuto non sia mai percepito coscientemente [...], poiché non si tratta di ottenere uno sviluppo spirituale effettivo; al contrario, quando si tratta di iniziazione le cose sono assai diverse. Infatti, a seguito del lavoro interiore compiuto dall'iniziato, gli effetti di questo influsso devono essere conosciuti, ed è ciò che costituisce il passaggio all'iniziazione effettiva» 41.

 

satana burattinaio

 

La religione, per Guénon, mira ad assicurarci la salvezza eterna, e quindi ci mantiene nello stato individuale umano; mentre l'iniziazione è senz'altro superiore, poiché tende a farci cogliere l'Identità Suprema con l'Assoluto incondizionato o la Realizzazione, e ciò suppone il sorpasso dello stato individuale e la presa di possesso di stati superiori allo stato umano. E non si tratta soltanto di entrare in comunicazione con tali stati superiori, ma addirittura di prenderne possesso 42. Così anche l'unione trasformante della terza via dei perfetti (la mistica) è inferiore alla Liberazione che è il fine dell'iniziazione 43. Perciò, il fine della via esoterica è assai superiore a quello della via religiosa o essoterica, e il paradiso cristiano per l'iniziato è troppo stretto, quasi una prigione 44.

 

Non è possibile seguire la via iniziatica senza essere collegato ad un essoterismo

 

«Questo punto è molto importante e spesso è poco conosciuto. Per Guénon non è questione di restare soltanto nella via iniziatica. Bisogna nello stesso tempo praticare un essoterismo, mediante una pratica religiosa. Guénon stesso praticò negli ultimi suoi anni la religione musulmana» 45. Afferma infatti: «È ammissibile che un essoterico ignori l'esoterismo [...], ma al contrario è inammissibile che chiunque pretenda di essere iniziato all'esoterismo voglia ignorare l'essoterismo; infatti, il più comprende il meno» 46.

 

Ed è per questo che i guénoniani si infiltrano anche negli ambienti cattolici tradizionalisti.

 

L'influsso spirituale non è una grazia gratuita che viene da Dio

 

Se l'influsso spirituale non è una grazia che viene da Dio, o è auto-suggestione, o è un influsso che viene da un angelo. Infatti, al di sopra dell'uomo vi sono solo Dio o gli angeli.

 

«La prima soluzione è possibile in teoria, e ci si può augurare che molti di coloro che si sottomettono alla cerimonia di iniziazione non ricevano nulla. Ma è molto più probabile che [...] l'iniziato riceva effettivamente un "influsso spirituale di origine non umana". È l'opinione dei migliori conoscitori della Massoneria, come Charles Nicollaud, autore de "L'initiation maçonnique", (Perrin, Parigi 1931), con prefazione di Mons. Jouin: "Questi fatti straordinari (la presenza sentita di Satana) sono il triste privilegio di pochi.

 

Essi sono i Superiori Incogniti, come li chiamava la sètta nel XVIII secolo. Agenti diretti di Satana, sono i suoi strumenti abituali, ed è mediante essi che penetra e influisce nel seno delle società segrete. Sono i preti della contro-chiesa. La Chiesa di Cristo ha i suoi santi; Satana, la scimmia di Dio, ha i suoi iniziati" (pag. 145) [...]. Ci si obietterà che tale influsso spirituale potrebbe provenire da un angelo [...]. Ma gli angeli sono i ministri di Dio [...].

 

Se agiscono sugli uomini, è per condurli a Nostro Signore Gesù Cristo e alla Sua Chiesa. Ora, la lotta contro la Chiesa è una costante della Massoneria [...], e il caso di Guénon ci ha mostrato che l'iniziazione, lungi dal condurlo a conoscere meglio la SS.ma Trinità, Nostro Signore Gesù Cristo e la Sua Chiesa, l'aveva condotto ad una specie di ebetudine intellettuale nei loro riguardi e all'apostasia» 47.

 

iniziazione massonica

 

La causa dell'apostasia di Guénon

 

san tommaso d'aquinoSan Tommaso d'Aquino (1225-1274) insegna che «l'infedeltà nasce dalla superbia» 48. Essa è il più grave dei peccati dopo l'odio di Dio. La vera ragione di una scelta erronea riguardo il fine ultimo, va ricercata dunque nelle opere cattive, nella vita, nell'atto della volontà che può essere anche soltanto interno, ad esempio l'orgoglio intellettuale. Le opere cattive non sono soltanto l'immoralità grossolana, ma anche l'immoralità sottile: l'esaltazione del proprio «Io», la ricerca della gloria umana e dell'onore del mondo. Come il ladro fugge la luce e ama le tenebre per poter agire indisturbato, così l'orgoglioso odia la luce, la dottrina pubblica, e ama le tenebre, la dottrina e la pratica esoterica. Le tenebre servono a coprire la sua dottrina infera e la sua condotta perversa, e odia la luce perché smaschererebbe la sua perversità interna e nascosta! Si può quindi concludere che la vita cattiva è la causa di ogni incredulità e soprattutto di quella degli eresiarchi e dei «grandi iniziati», quale fu certamente René Guénon. Come il diavolo è diventato un angelo decaduto per la sua cattiva volontà (con la quale ha preferito affermare sé stesso, pur dannandosi, che sottomettersi alla volontà di Dio che gli domandava un atto di obbedienza e di umiltà), così il «grande iniziato» ha preferito rifiutare la dottrina pubblica di Gesù, per poter compiacersi nella sua oscura e confusa «Tradizione primordiale e comune che si perde nella notte dei tempi...» e che tanto gratifica il suo orgoglio di poter essere chiamato Maestro! Mentre Gesù ci ha ammoniti: «Non vogliate essere chiamati maestri. Uno solo è Maestro: il Padre vostro che è nei Cieli» (Mt 23, 8).

 

Il diavolo può influire sull'uomo?

 

Secondo San Tommaso e i teologi cattolici, il diavolo non può agire direttamente sull'intelletto e la volontà dell'uomo, ma soltanto sui sensi esterni e interni (memoria e immaginazione), e mediante i sensi può cercare di influire indirettamente sull'intelligenza e la volontà 49. La cerimonia di iniziazione potrebbe benissimo essere il punto di partenza di tale azione diabolica.

 

«Dio lascia al diavolo una certa libertà d'azione in tali cerimonie a causa del loro carattere superstizioso: vi è infatti un'invocazione almeno implicita al diavolo ogni volta che si attende un effetto spirituale da una causa che da sé non può produrlo [...]. Tali cerimonie producono i loro effetti solo nella misura in cui Dio lo permette, come punizione del peccato di superstizione [...]. Il fatto di riallacciarsi ad un'organizzazione iniziatica regolare rende il peccato di superstizione ancora più grave [...]. Ma niente impedisce al diavolo di agire anche al di fuori di tale catena iniziatica [...]; tuttavia, l'iniziazione procura un'atmosfera favorevole all'attività del diavolo» 50

 

simbologia massonica

 

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Note

 

1 Articolo originale pubblicato sulla pagina web

http://www.doncurzionitoglia.com/reneguenon.htm

2 Cfr. J.-A. Cuttat, in Annuaire de l’E. P. H. E., (Vème Section: Sciences religieuses), 1958-1959, pag. 68.

3 Cfr. M.-F. James, Esotèrisme et Christianisme autour de René Guénon, Nouvelles Editiones Latines, Parigi 1981, pag. 17. Nel presente articolo mi baso sostanzialmente sull'ottimo libro della James (al quale rinvio il lettore desideroso di approfondire il tema) e lo integro con altri vari saggi e con la lettura delle principali opere di Guénon.

4 È sintomatico il rapporto che collega Guénon ad una pensatrice ebrea, che si cerca di presentare come prossima alla conversione al cattolicesimo: Simone Weil. In realtà, nel suo pensiero si ritrovano parecchi elementi della Cabala spuria e del sistema talmudico. «Essa probabilmente non ha conosciuto Guénon, al quale non fa mai riferimento, ma alcune sue note, riflessioni e meditazioni si ricollegano singolarmente al pensiero di Guénon, e un libro come "Lettre à un religieux" prova che la giovane filosofa considerava per lo meno come probabili molte cose che Guénon considerava certe» (cfr. P. Sèrant, René Guénon. La vita e l'opera di un grande iniziato, Convivio, Firenze 1990, pag. 29). Il religioso che rispose alla lettera della Weil fu Padre Guèrard des Lauriers o.p., e scrisse che date le affermazioni della Weil non avrebbe potuto concederle né il Battesimo né l'assoluzione.

5 Cfr. M.-F. James, op. cit., pag. 30.

6 Cfr. P. Chacornac, La vie simple de René Guénon, èd. Traditionelles, Parigi 1958, pag.24.

7 Cfr. M.-F. James, op. cit., pagg. 44-45.

8 Ibid., pag. 46.

9 Ibid., pag. 42.

10 Ibid., pag. 100.

11 Cfr. A. Baggio, «René Guénon e il cristianesimo», in Nuova_Realtà, 1987, pag. 39.

12 N. Maurice-Denis Boulet, «L'ésotèriste René Guénon», in La Pensèe Catholique, n° 77, 1962, pag. 23.

13 Cfr. M.-F. James, ésoterisme, Occultisme, Franc-maçonerie et Christianisme aux XIX et XX siècles, Nouvelles Editiones Latines, Parigi 1981, pagg. 156-157.

14 Ibid., pag. 158.

15 Cfr. Sauvetre, Un bon serviteur de l'église. Monseigneur Jouin, Casterman, Parigi 1936.

16 Ibid.

17 Cfr. Mons. E. Jouin, Les fidèles de la Contre-église: Juifs et Maçons, pag. 139.

18 Gv 8, 32. Vedi C. Nitoglia, Per padre il diavolo. Un'introduzione al problema ebraico secondo la tradizione cattolica, SEB, Milano 2002, cap. XXXIII, pagg. 437-451.

19 M.-F. James, Esoterisme et Christianisme, pag. 127.

20 Cfr. P. Sèrant, René Guénon. La vita e le opere di un grande iniziato., Convivio, Firenze 1990, pag. 14.

21 Ibid., pag. 198.

22 Per le riferenze degli articoli citati vedi M.-F. James, op. cit., pagg. 132-162.

23 Cfr. Lettera di H. de Lubac a N. Maurice-Denis Boulet, del 31 dicembre 1962. Inedita.

24 Cfr. N. Maurice-Denis, «Les Doctrines Hindoues», in La Revue Universelle, del 15 luglio 1921, pag. 246.

25 Cfr. P. Sèrant, op. cit., pag. 100.

26 Cfr. M.-F. James, op. cit., pag. 277.

27 Cfr. P. Di Vona, Evola Guénon De Giorgio, SeaR, Borzano (RE) 1993, pag. 191.

28 Ibid., pagg. 195-196.

29 Ibid., pag. 295.

30 Ibid., pag. 303.

31 Cfr. L. Mèroz, René Guénon ou la sagesse initiatique, Plon, 1962.

32 Cfr. E. Valtrè, La droite du Père. Enquete sur la Tradition catholique aujourd'hui, Guy Trèdaniel, 1994.

33 Cfr. Le sel de la terre , n° 13, étè 1995, pagg. 34-35.

34 Cfr. A. de Montreff, «Qui a inspirè René Guénon»?, in Le sel de la terre, n°13, etè 1995, pagg.33-64.

35 Cfr. R. Guénon, Aperçus sur l’initiation, Villain et Belhomme, éd. Traditionelles, Parigi 1973, pag. 34.

36 Ibid., pag. 169.

37 Cfr. A. de Montreff, art. cit., pag. 42.

38 Cfr, R. Guénon, op. cit., pag. 53.

39 Ibid., pag. 41.

40 Ibid., pag. 58.

41 Cfr. R. Guénon, Initiation et rèalilisation spirituelle, Villain et Belhomme, éd. Traditionelles, Parigi 1974, pagg. 48-49.

42 Cfr. Aperçus sur l’Initiation, pagg. 27-28.

43 Cfr. Initiation et rèalilisation spirituelle, pagg. 81-82.

44 Ibid., pagg. 78-79.

45 Cfr. A. de Montreff, art. cit., pag. 48.

46 Cfr. Initiation et rèalisation spirituelle, pag. 71.

47 Cfr. Cfr. A. de Montreff, art. cit., pagg. 57-58.

48 Cfr. San Tommaso d'Aquino, Summa Theologiæ, II-II, q. 10, a. 1, ad 3um.

49 Ibid., II-II, q. 10, a. 3 in corpore. II-II q. 96, a. 1. II-II q. 97, a. 1. I q. 114. II-II q. 165 a. 1.

50 Cfr. A. de Montreff, art. cit., pag. 61.

 

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