Sopra: ritratto di Jacob Joseph Frank.
Quando si studiano le origini del Nuovo Ordine Mondiale, e soprattutto la storia della famiglia di banchieri Rothschild e degli Illuminati di Baviera, ci si imbatte inevitabilmente nella sètta dei frankisti. Esaminando la loro teologia aberrante (si devono compiere i peggiori peccati per ottenere la redenzione!) si scopre che esse hanno fortemente influenzato il processo di dissoluzione dell'Occidente cristiano e tutte le più sanguinose rivoluzioni degli ultimi tre secoli di Storia. Senza pretendere di essere esaustivo, questo breve articolo ci permette di avere un'idea di questa sètta e delle sue mire distruttive, e di come parte dell'ebraismo talmudico si sia allontanato spaventosamente dall'antica religione mosaica.
Jacob Frank: la sua vita
Chi era Jacob Joseph Frank? La nostra storia inizia nel 1665, quando tutta la diaspora ebraica credette di avere trovato in Sabbatai Zevi (1616-1676), un cabalista di Smirne (in Turchia), il Messia tanto atteso 2. Lo sconcerto fu grande quando l'anno appresso, posto dal Sultano nella condizione di scegliere tra la morte e l'apostasia, Sabbatai Zevi preferì apostatare e farsi musulmano (settembre 1666). Eppure ci fu chi vide in questa apostasia la paradossale conferma della qualità messianica di Sabbatai: il Messia doveva salvare il mondo con il peccato!
Molti ebrei, per imitare il «Messia» apostatarono a loro volta, restando però - come lo stesso Zevi - interiormente giudei. Da essi viene la setta detta dei Dunmeh (apostati): «Il Generale Kemal Atatürk, padre della Turchia moderna, era dei loro» 3. Pur essendo rimasto anche esteriormente ebreo, Leib, un albergatore di Korolowska (Galizia, Polonia), era un «sabbatiano». Da lui nacque, nel 1726, il piccolo Jacob. Fu chiamato Frank solo quando si recò a Salonicco, che era la sede dei sabbatiani.
Sopra: Mustafa Kemal Atatürk, padre della Turchia laica, un seguace del frankismo.
Fu lì che si proclamò a sua volta Messia, prima di ritornare in Polonia nel 1755. I rabbini lo dichiararono eretico, chiedendo alla Chiesa di perseguirlo come tale: Frank tornò in Turchia facendosi (esteriormente) musulmano, confermando così di essere la reincarnazione di Sabbatai Zevi. Tornato così in Polonia, fece balenare la possibilità della conversione al cristianesimo di lui stesso e di 30.000 suoi seguaci.
Nella Cattedrale di Leopoli, nell'estate del 1759, poi altrove in Polonia, 20.000 frankisti si fecero battezzare accedendo così al rango nobiliare; molti di più restarono ebrei, pur seguendo le dottrine di Frank. Il 18 novembre 1759, a Varsavia, lo stesso Frank fu battezzato prendendo il nome di Giuseppe; il padrino era il re in persona.
Ai suoi, Frank richiese il più grande segreto sulle loro vere credenze, al re chiese il permesso di costituire un esercito e l'assegnazione di un territorio per la fondazione di uno Stato ebraico. Ma qualcosa trapelò, e l'Inquisizione relegò Frank in una prigione dorata a Częstochowa, che «divenne così un centro di pellegrinaggio per i frankisti» 4. Tredici anno dopo, fu liberato dai russi. Nel frattempo,
Dopo la liberazione, si recò in Moravia (Austria), a Brünn, dove abitava la cugina Schöndl Hirschel (1735-1791), moglie del ricco monopolista del tabacco e fornitore dell'esercito, Salomon Dobruschka (1715-1774). Sia la cugina che dieci dei suoi dodici figli si fecero battezzare, adottando nomi cristiani e il cognome von Schönfeld; ma non erano cristiani: erano frankisti! Nel 1778 furono nobilitati.
Ribattezzato Franz Thomas von Schönfeld, Moses Dobruschka fu consigliere e banchiere degli imperatori Giuseppe II (1741-1790) e Leopoldo II (1747-1792), all'incoronazione del quale assistette, tra i nobili, il barone Joseph Frank-Dobruschki, ovvero il nostro Jacob Frank). Ma Schönfeld fu anche membro degli Illuminati di Baviera (che preparavano una rivoluzione egualitaria) e uno dei fondatori dell'Ordine massonico dei «Fratelli Asiatici» 6 il cui Gran Maestro fu il famoso Principe Carlo di Assia-Cassel (1744-1836), suocero del re di Danimarca, e al quale aderì il futuro re di Prussia, Federico Guglielmo II (1744-1797). Anche Jacob ed Eva Frank avevano accesso ai re.
Sopra: mercanti ebrei polacchi nel Settecento.
Nel 1775 furono alla corte di Maria Teresa (1717-1780) e Giuseppe II a Vienna, nel 1783 e nel 1813 furono i Romanov - Paolo I (1754-1801) e Alessandro I (1777-1825) - a rendere visita alla Frank. Infine, Jacob Frank trasferì la sua corte a Offenbach, in Germania, nel castello del duca di Isemburg (un massone e illuminato), dove visse dal 1788 al 1791, quando morì. Era già scoppiata la Rivoluzione Francese, e Jacob Frank aveva detto:
Sopra: il «messia» Jacob Frank sul letto di morte.
Il frankismo e la Rivoluzione
Il frankismo sopravvisse a Jacob Frank. Prima di riassumerne le credenze, vediamone le conseguenze. Arthur Mandel dimostra che i frankisti appoggiarono, coerentemente, tutte le rivoluzioni. Emblematico il caso del cugino ed erede di Frank: Moses Dobruschka come ebreo, Franz Thomas von Schönfeld come cristiano, Isaac ben Joseph come massone 8 e, infine, Junius Brutus Frey come giacobino.
Venne nella Francia rivoluzionaria, da lui chiamata «paradiso in terra» nel 1792, fu ferito all'assalto delle Tuileries del 10 agosto; finì ghigliottinato a Parigi col fratello minore, il cognato (l'ex frate François Chabot, «primo rivoluzionario d'Europa») e Danton, nel 1794. Nella lista del boia compare con un altro nome (tanto per cambiare): Junius Eschine Portock. Incerti della Rivoluzione! 9.
Ciononostante, i frankisti continuarono a dare il loro appoggio alle rivoluzioni successive: furono i capi dei giacobini polacchi nella rivolta del 1793-1795, furono numerosi tra i generali di Napoleone I che, così speravano, avrebbe fondato lo Stato ebraico in Palestina 10, animarono le rivolte polacche del 1830 e del 1863 contro lo Zar 11.
Sopra: una foto del teschio di Jacob Frank del 1866.
Jacob Frank: il suo pensiero
Retroterra del pensiero di Frank è la Kabbalah (specialmente lo Zohar e Isaac Luria) e, più vicino a lui, l'interpretazione che ne diede Sabbatai Zevi. Seguendo lo studioso della Kabbalah Gershom Scholem (1897-1982) 12 riassumo il sistema di Zevi e Frank. «Secondo Frank, il cosmo (tevel) [...] non è stato creato dal "Dio vivo e buono"» 13, il quale è il Dio nascosto e impersonale della Kabbalah 14.
Sopra: Gershom Scholem e l'Albero della Vita cabalistico.
Il peccato primordiale di Adamo ha fatto cadere le scintille divine (nitzotzot) nella materia, ossia il male (kelipot), particolarmente presente tra i non ebrei. Compito del Messia Redentore, inviato dal Dio buono, è far liberare le nitzotzot dalle kelipot. Per farlo, egli deve discendere nel regno impuro delle kelipot, per distruggerle. Più discende nell'impurità e meglio è; lo farà attraverso gli «atti strani» (ma' asim zarim). La Redenzione cosmica (tikkun) si compie mediante il peccato:
I «pneumatici», gli «spirituali», gli «stravaganti», i «maestri dell'anima santa» 17 non peccano commettendo il male, ma accelerano paradossalmente la Redenzione. I peccati preferiti sono: la violazione della Torah di beriah (la legge di Mosè) per sostituirla con la Torah dell'atzilut che è il suo esatto contrario; gli eccessi sessuali di ogni genere, ad immagine dell'unione che avviene in Dio tra la parte maschile e quella femminile 18.
Ed infine, l'apostasia. L'apostasia e il marranesimo (almeno del Messia) sono necessari 19, col conseguente obbligo del segreto sulla vera fede giudaica conservata dal falso convertito. «Rammentando Sabbatai Zevi, essi potevano tollerare la sua (di Frank) conversione all'islam, ma il battesimo cristiano non lo potevano mandar giù». Ma Frank spiegò ai suoi seguaci:
Sopra: ebrei convertiti ricevono il battesimo. Alcuni di loro continuavano in segreto a professare il giudaismo (i marrani).
Il Messia-marrano è spesso visto come una incarnazione del Dio buono 21. Siccome costui ha varie emanazioni, Zevi era l'incarnazione del «Santo dei giorni antichi», Frank lo era del «Santo Re», la figlia di Frank, Eva, lo era della Shekhinah 22. Se in Dio vi è l'elemento femminile, così dev'essere nel Messia: «Perché essa (Eva Frank) è il vero Messia! Essa salverà il mondo» 23. La divina Sophia, la Gnosi, è il «serpente sacro» del giardino dell'Eden 24 che si ritrova commettendo, come abbiamo visto, il «peccato sacro». Lo stesso Scholem, che pure ne è come affascinato, definisce questa dottrina «satanica».
Sopra: il «serpente sacro» del giardino dell'Eden.
Essa è:
Impressionante è la somiglianza coi peggiori gnostici (come Carpocrate) 25, somiglianza che si spiega con l'origine ebraico-cabalistica della Gnosi 26. Nel piano sociale, il frankismo progettava un sionismo senza Sion, ovvero la creazione di uno Stato ebraico, ma non in Israele («territorialismo»), la distruzione della religione, della Chiesa e dello Stato, nonché di ogni morale.
Note
1 Estratto (pagg. 36-41) dall'articolo «Karol, Adam; Jacob», pubblicato sulla rivista Sodalitium, nº 49, aprile 1999. 2 Sabbatai Zevi ebbe particolare successo tra i marrani ispano-portoghesi. Sulla questione vedi Y. H. Yerushalmi, Dalla corte al ghetto. La vita, le opere, le peregrinazioni del marrano Cardoso nell'Europa del Seicento, Garzanti, Milano, 1991, capitolo VII. L'Autore mette anche in relazione Sabbatianesimo e Sebastianismo (pagg. 273-276). Quest'ultima forma di messianismo (ne era adepto l'occultista Fernando Pessoa) sosteneva che il re portoghese Sebastiano, morto nel 1578, sarebbe tornato per salvare il suo popolo, del frattempo sottomesso alla corona di Spagna. I sostenitori della leggenda erano proprio i marrani portoghesi, sostenuti dall'«apostolo del Brasile», il gesuita Antonio Vieira, che proprio nel 1666 aveva annunciato il ritorno di Sebastiano (pag. 273). Amico dei marrani e nemico dell'Inquisizione, Vieira fu imprigionato da quest'ultima per tre anni (1665-1667) (cfr. C. Roth, Histoire des marranes, Liana Levi, 1992, pagg. 271-275). È impressionante la similitudine tra il messianismo nazionale portoghese e quello polacco, entrambi originati dal giudaismo, che in Portogallo ebbe un ruolo di prima importanza (ricordiamo che l'indipendenza dalla Spagna riottenuta nel 1640 con la dinastia dei Braganza fu opera dei complotti dei marrani (cfr. C. Roth, op. cit., pagg. 86 e 269). 3 Cfr. A. Mandel, Il messia militante, ossia la fuga dal ghetto, Archè, Milano 1984, pag. 99. 4 Ibid., pag. 103. 5 Ibid., pag. 107. 6 Ibid., pagg. 126-127. Sull'Ordine dei «Fratelli Asiatici» o «Fratelli di san Giovanni evangelista d'Asia in Europa», vedi anche J. Katz, Juifs et franc-maçon en Europe («Ebrei e massoni in Europa»), Cerf, Parigi 1995, pagg. 49-94. 7 Cfr. A. Mandel, op. cit., pag. 156. 8 J. Katz, op. cit., pag. 63. 9 «Gershom Scholem considera Frey una personalità fuori dal comune e un vero frankista: metà ebreo e metà cristiano; metà cabalista e metà riformatore; metà giacobino e metà spia, che cadde vittima delle sue stesse macchinazioni e si portò il suo segreto nella tomba» (A. Mandel, op. cit., pag. 210). 10 Cfr. A. Mandel, op. cit., pagg. 161-163. 11 Ibid., pagg. 66 e 98-99. 12 Cfr. G. Scholem, Le messianisme juif («Il messianismo ebraico»), Calmann-Lévy, 1974. 13 Ibid., pag. 200. 14 Ibid., pag. 171. 15 Ibid., pag. 163. 16 Ibid., pag. 180. 17 Ibid., pag. 152. 18 Ibid., pagg. 181-182. 19 Ibid., pag. 176. 20 Cfr. A. Mandel, op. cit., pag. 85. 21 Cfr. G. Scholem, op. cit., pagg. 194-195. 22 La Shekhinah è la rappresentazione degli attributi femminili della presenza divina (dato che Shekhinah è un sostantivo di genere femminile in ebraico), basandosi specialmente su letture del Talmud. 23 Cfr. A. Mandel, op. cit., pag. 107. 24 Ibid., pagg. 204-205. 25 Ibid., pagg. 205-206. 26 Cfr. P. J. Meinvielle, Le origini dello gnosticismo ebraico in ambiente cristiano, cap. I; E. Peterson, «Origine della Gnosi», in Enciclopedia cattolica, vol. VI, coll. 879-882, voce «Gnosi».
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