di don Curzio Nitoglia 1
Introduzione
Qualche mese fa, il Gran Maestro della Massoneria italiana, recentemente dimissionario, Giuliano Di Bernardo, dichiarava a La Stampa di Torino: «Si comincia coi massoni e si finisce cogli ebrei» 2. E l'ex Gran Maestro, Armando Corona (1921-2009), aggiungeva: «Le persecuzioni dei massoni e degli ebrei vanno sempre appaiate».
Anche nella recensione al libro Israele e l'umanità, comparsa sulla rivista del Grand'Oriente d'Italia Hiram 3, si può leggere la seguente frase del rabbino cabalista Elia Benamozegh (1823-1900): «Quel che è certo è che la teologia massonica corrisponde abbastanza bene a quella della Càbala» 4. Il ripetersi di queste affermazioni variamente evidenziate ha motivato l'interesse per l'argomento e suscitato la curiosità di approfondire i rapporti esistenti tra giudaismo e Massoneria; da questo studio è nato il presente articolo.
L'origine della Massoneria (argomenti di autorità ebraiche, massoniche e cattoliche)
Bernard Lazare (1865-1903), noto scrittore ebreo, afferma: «È certo [...] che vi furono degli ebrei alla culla della Massoneria, degli ebrei cabalisti, come lo provano alcuni riti conservati» 5. L'ebreo convertito Joseph Lémann (1836-1915) scrive:
Henri-Charles Puech (1902-1986), il grande storico (massone) delle religioni, scrive:
Il gran rabbino di Francia Joseph Haïm Sitruk (1944-2016) ha recentemente affermato: «Il giudaismo impregna tutto il mondo moderno, specialmente con la Rivoluzione Francese e la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo» 8. Il giornale israelitico The Jewish Tribune ha scritto: «La Massoneria è basata sul giudaismo» 9. S. McGowan: «La Massoneria è fondata sull'antica Legge d'Israele» 10, che è quella talmudica e non mosaica.
L'ex gran rabbino di Francia Joseph Haïm Sitruk.
Rudolf Klein: «Il nostro rituale è ebraico dall'inizio alla fine» 11. Anche l'autorevole rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica riprendeva tale tesi scrivendo:
Gli autori finora citati, ebrei o massoni, dicono chiaramente che tra Massoneria e giudaismo vi è un rapporto assai stretto: ma qual'è la natura di questo rapporto? Nella seconda edizione delle Costituzioni di Anderson-Desaguliers (Londra 1738), troviamo questo passaggio: il Massone è tenuto «ad osservare la legge morale come vero noachide» 13. Cosa significa ciò?
Ancor meglio spiega un grande specialista, il rabbino di Livorno Benamozegh:
Il massone, dovendo sottomettersi alla legge noachide, non è perciò nient'altro che il fedele laico del prete ebreo che è sottomesso alla legge mosaica o meglio ancora talmudica. Infatti, è noto che il massone vuol ricostruire il Tempio di Salomone, ma qual'è il senso vero e nascosto di tale asserto? «Quando Salomone procedette al censimento, degli stranieri o noachidi (i massoni di oggi; N.d.R.) [...], essi vennero scelti per lavorare all'edificazione del Tempio» 16.
Dunque, il massone, odierno noachide, per sua libera scelta, deve costruire il Tempio d'Israele sotto le dipendenze del giudeo, suo sacerdote e maestro. Ma cosa significa esattamente ricostruire il Tempio? Ecco cosa risponde Benamozegh:
Costruire il tempio significa dunque fondare la religione universale in cui il giudeo è il sacerdote e il massone il semplice fedele. Infatti:
Pertanto, commenta U. Fidele, «un buon massone non sarebbe nient'altro che un "laico" d'Israele». In altre parole: la Massoneria era, fin dalle sue origini, un'organizzazione destinata a giudaizzare i goym (i non-ebrei) 19. Benamozegh conferma a sua volta: «La religione universale, non consiste in una pura e semplice conversione dei gentili al mosaismo, ma nel dovuto riconoscimento da parte dell'umanità della verità della dottrina d'Israele» 20.
In breve, il massone deve aiutare, da buon laico fedele, il suo maestro e sacerdote ebreo a convincere tutti i pagani che l'unica vera religione è quella talmudica, della quale i pagani entreranno a far parte non a titolo pieno, ma come noachidi.
Sopra: le Costituzioni di James Anderson.
È lecito perciò concludere già fin d'ora che la Massoneria è una società d'origine talmudica! La Verité Israélite, una rivista ebraica di Parigi, nel 1861, riassumeva molto bene i rapporti che esistono tra giudaismo e Massoneria:
Commenta Leon de Poncins (1897-1975):
«L'unità del genere umano alla quale ebrei e massoni lavorano è l'unificazione del mondo sotto la legge ebraica» 23. Alcuni autori pensano che il giudaismo sia l'origine e la causa della Massoneria, per esempio Mons. Ernest Jouin (1844-1932):
Un altro autorevole autore, Édouard Drumont (1844-1917), scrive:
Gli ebrei nella preparazione della Massoneria
È anche molto interessante la testimonianza del celebre autore ebreo James Darmesteter (1849-1894):
Sopra: James Darmesteter.
Da tutte queste correnti anticristiane è infine nata la Massoneria, figlia del paganesimo rinascimentale, dell'Illuminismo e del libero esame protestante, nipote dell'odio giudaico contro Nostro Signore Gesù Cristo e pronipote di Lucifero.
Gli ebrei all'origine della Massoneria
Ordine Martinista.
Anche il gesuita Padre Giovanni Caprile scrive:
Sopra: candidato al momento dell'iniziazione.
E ancora, se il dottor Isaac Mayer Wise (1819-1900) dice: «La Massoneria è un'istituzione ebraica, la cui storia, i regolamenti, i doveri, le parole d'ordine e le spiegazioni sono ebraiche dall'inizio alla fine» 31, Mons. Jouin può concludere: «La Massoneria è un'istituzione marchiata fina dalla sua nascita con un impronta ebraica, col suo duplice carattere deicida e satanico» 32. Notevole interesse riveste l'affermazione a tale proposito del giornalista Bernard Lazare:
Sopra: rabbi Isaac Mayer Wise.
Direzione ebraica della Massoneria?
Oggi più che mai, la Massoneria è la padrona del mondo, in quanto è la «mobilitazione delle forze del male che attaccano la società e la religione» 34. L'ideale massonico è quindi
Sopra: i Diritti di Dio sostituiti dai Diritti dell'Uomo. Notare la simbologia massonica.
Proprio in relazione all'ispirazione ebraica della Massoneria e del suo asservimento ai fini di dominio mondiale degli ebrei, riveste particolare interesse l'affermazione del massone Albert J. G. Findel (1836-1905): «Un dì, sono intervenuto con calore per gli ebrei, poiché mi sembravano degli oppressi. Ora ho capito che sono i nostri oppressori» 37. Gli ebrei usano i massoni per scatenare la Rivoluzione in tutte le nazioni.
Antagonismo di fini e di identità di lavoro tra Massoneria e giudaismo
Che fare?
Dopo tutto quello che si è detto quali rimedi si possono approntare? Non certo i pogrom. Né il ghetto (è ormai lontana la cristianità medievale in cui, come diceva Leone XIII «la filosofia del Vangelo governava gli Stati»); anche la conversione degli ebrei è un mistero della fede la cui realizzazione non dipende da noi. Solo un rimedio ci è dato: la nostra conversione: infatti, il giudaismo imperante è il castigo del cattolico tiepido. Il giudaismo penetra nella società nella misura in cui essa rigetta il Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo.
La teologia della Massoneria è quella della Càbala
Il rabbino di Livorno Elia Benamozegh ammette l'identità tra le due teologie; analizziamo ora più in profondità, in cosa essa consista.
Sopra: l'Albero cabalistico sovrastato dall'Ain Soph, il Nulla infinito. Se Dio è emanato dal Nulla, ecco aperte le porte all'ateismo.
I Diritti dell'Uomo sostituiscono quelli di Dio
Il creato è perciò un'emanazione dell'indeterminato; tale dottrina la si può chiamare deificazione o culto dell'uomo, oppure antropomorfismo di Dio.
Sopra.: 15 maggio 2009; Benedetto XVI, Benjamin Netanyahu e Shimon Peres all'aeroporto di Tel Aviv in occasione della visita di Joseph Ratzinger in Terra Santa.
Scopo della Càbala e della Massoneria
Scrive Padre Caprile: «Molti non lo crederebbero, eppure come scopo ultimo della sua attività [...] la Massoneria si propone il dominio del mondo e della società, eliminando e - se fosse possibile - distruggendo la Chiesa e la religione cattolica» 44. Lo scopo della Massoneria è la Repubblica universale e la Massoneria è un'istituzione ebraica. Si chiede Mons. Leo Meurin (1825-1895):
Sopra: Mons. Leo Meurin, Arcivescovo di Port Louis, nelle Isole Mauritius.
Il massone perciò quando parla di perfezionamento etico dell'uomo, parla di giudaizzazione dell'umanità. Da parte ebraica, il giudaismo religione non ha compreso il senso spirituale della sua vocazione e ha creduto che il Regno del Messia sarebbe stato un regno temporale e materiale nel quale l'ebreo sarebbe il gran maestro supremo di tutto l'Universo (dei noachidi, come spiega Benamozegh).
Per l'ebreo, quindi, la religione è l'aspirazione al dominio universale. Nella Massoneria i profani sono giudaizzati (diventano noachidi o «fedeli della porta») e divengono i fedeli del sommo sacerdote dell'umanità: l’ebreo. La Càbala ha tentato fin dal nascere della Chiesa di giudaizzarla mediante lo gnosticismo,
Se consideriamo che la Massoneria ha come genitori prossimi il paganesimo del Rinascimento e il libero esame della Riforma protestante, oltre al filosofismo illuminista, è naturale e logico concludere che
Gli ebrei maestri della Massoneria
Sappiamo che i cabalisti hanno trasformato l'Uomo-Dio, il Verbo incarnato, in un'emanazione dell'En soph, e al contrario hanno fatto dell'ebreo Iddio stesso; quindi, aggiungiamo al deicidio il peccato luciferino di farsi "dio", e comprenderemo la rabbia e l'odio abissale dell'ebreo cabalista contro Nostro Signore Gesù Cristo e la sua Chiesa, e di conseguenza l'attività febbrile che egli mette nel distruggere tutto ciò che si oppone alla sua ambizione e nel rifabbricare il Tempio di Salomone, simbolo del suo super-governo mondiale.
L'ebreo si serve del massone come di un fedele laico in questa duplice opera di «solvere et coagulare». Gli ebrei sono l'anima della Massoneria e i rivoluzionari «cristiani» non sono che dei burattini nelle loro mani.
Giudaismo e Massoneria (argomenti di ragione)
Con la distruzione di Gerusalemme e la loro dispersione (135 d. C.), gli ebrei hanno voluto portare con sé la loro patria, i dispersi non si sono separati gli uni dagli altri, non hanno cercato di fondersi con la nazione che li ospitava, non hanno voluto perdere il loro carattere di stranieri. Si sono raggruppati pertanto, ovunque andavano, in piccoli agglomerati che costituivano delle vere nazioni nella nazione.
Da questa situazione anormale nasceva inevitabilmente una diffidenza reciproca tra ospite e ospitante. L'ostilità, generata da interessi opposti, seguì ben presto tale diffidenza. Scrive l'ex massone Paul Copin-Albancelli (1851-1939) cui attingerò liberamente in questa parte dell'articolo:
L'opera La conjuration juive contre le monde chrétien dell'ex massone Paul Copin-Albancelli.
Inoltre, leggiamo negli Atti degli Apostoli che, dopo la morte di Nostro Signore Gesù Cristo, l'ebraismo religione ha perseverato nel suo rifiuto e nel suo odio di Cristo. È un dato di fatto evidente e innegabile, poiché la religione ebraica post-cristiana ha mantenuto le sue idee religiose di un messianismo terreno e materiale che sono in opposizione totale con la religione cristiana.
D'altra parte, l'ebreo deve ammettere l'espansione universale della Chiesa di Cristo. La religione cattolica ha generato una civiltà, ed è contro tale civiltà e tale religione che il giudaismo lotta. Anzi, più la religione cristiana si espande più aumenta l'odio degli ebrei che hanno crocifisso il Fondatore di questa religione. È questa situazione che fa sviluppare, nel popolo ebraico, che non si arrende, un odio così implacabile contro la Chiesa e la società cristiana, uguale a quello che ritroviamo nella Massoneria.
La situazione conflittuale delle colonie ebraiche all'interno di altre nazioni fu quindi particolarmente viva nei Paesi cristiani. Il Magistero pontificio da parte sua, consigliava la prudenza nei rapporti con gli ebrei e condannava fermamente l'odio razziale; mentre gli ebrei, come abbiamo visto sopra, constatando il trionfo della religione fondata da Gesù Cristo, loro vittima, si alimentavano di un odio sempre più profondo.
Costituzione delle colonie ebraiche in società segrete e la loro evoluzione da difensive in offensive
Le società segrete, quelle cioè la cui appartenenza viene tenuta segreta agli estranei, estranei, nascono di norma quando un gruppo di persone trovandosi a vivere in uno Stato ostile, avverte la necessità di riunirsi nascostamente a scopo difensivo e di tenere segrete le proprie deliberazioni.
In una situazione analoga si vengono a trovare a partire dalla Diaspora le colonie ebraiche, specialmente tra le popolazioni cristiane: non accettano il diritto comune dei popoli ospitanti e per evitare sia l'espulsione sia l'integrazione, danno vita a società segrete «difensive». Però, tale necessità non la subiscono ab extrinseco; è invece l'effetto della libera scelta di restare una nazione (ebraica) all'interno della nazione ospitante. Si chiede Copin-Albancelli:
Con l'affermarsi e l'espandersi del cristianesimo, era necessario per l'ebraismo - sotto pena di gettare la spugna e dichiararsi sconfitto da Gesù Cristo - attaccare la religione cristiana, non apertamente, ma nel segreto, mediante l'astuzia, la menzogna e la frode; era fatale per un popolo che, disarmato e disperso in mezzo ad altri popoli, pretendeva di restare del tutto indipendente.
Gli ebrei, per poter acquisire uno stato di superiorità, furono obbligati ad osservare e studiare i difetti, le passioni e i vizi dei cristiani, anche mediante lo spionaggio e il ricatto: riuscirono così a trar vantaggio e ad imporre le loro condizioni. «Si ritrova tale attitudine non solo tra la maggior parte degli ebrei, ma anche nella Massoneria che è assai abile ad impiegare e a servirsi dei difetti degli avversari, specialmente della loro vanità» 53 (attenzione agli adulatori! N.d.R.). Mistero d'iniquità, che si perpetua nella storia, dal «non serviam» al bacio di Giuda, che l'ebraismo-religione doveva ridare incessantemente alla cristianità, in tutte le ere.
La nazione ebraica
Esistono soltanto una razza e una religione ebraica, oppure vi è anche una nazione ebraica? Se una nazione fornisce alla razza una comunità di interessi ed un ideale particolare, allora si può affermare che gli uomini appartenenti alla razza ebraica e al giudaismo-religione costituiscono una nazione. È pur vero che dal 1948 gli ebrei hanno uno Stato territoriale, ma è anche vero che si può correttamente parlare di nazione ebraica, perché gli ebrei, da sempre, considerano loro patria il mondo intero del quale, secondo la religione talmudica, si ritengono i signori 54.
Sopra: frontespizio del Talmud.
Il governo nazionale ebraico
Si obietta che non vi può essere governo nazionale ebraico: infatti, una nazione esiste solo quando vi è un governo che unisce gli interessi di coloro che abitano un dato territorio, mentre si constata che non vi è un governo unico per gli ebrei sparsi in tutto il mondo. Si può facilmente rispondere con l'esempio della Storia, che la visibilità non è un requisito fondamentale e che l'apparente assenza di un governo non significa necessariamente che non esista.
È ormai noto che la Massoneria ha fatto il Risorgimento e ha governato l'Italia dal 1870 55: apparentemente, il governo massonico non si vedeva, ma non per questo non esisteva; anzi, come affermava il primo ministro inglese Benjamin Disraeli (1804-1881), massone ed ebreo: «Il mondo è governato da tutt'altri personaggi che neppure immaginano coloro il cui occhio non giunge dietro le quinte» 56. Se si esamina la storia del popolo ebraico si deve constatare che, malgrado venti secoli di dispersione, è l'unico al mondo ad aver conservato il proprio culto, il proprio ideale religioso e nazionale, la stessa comunanza di interessi: se ne deve dedurre che esiste un governo nazionale ebraico - cioè un'autorità - che mantiene da duemila anni l'unità degli ebrei sparsi in tutto il mondo 57.
Sopra: Benjamin Disraeli.
Ora, a dispetto delle apparenze, dobbiamo convenire che esiste un governo ebraico: e questo perché esiste un popolo, l'ebraico, che ha una comunanza di ideali e di interessi («sine causa nullo effectu»). Anche la Massoneria non ha altra patria che il mondo, e tuttavia sarebbe sciocco dire che non ha un governo; esso è speciale, in quanto è occulto, ma è sempre un governo.
Il governo nazionale ebraico è un governo occulto come quello della Massoneria
Se il governo della nazione giudaica (ossia il mondo) non si vede ma esiste, perché altrimenti non se ne spiegherebbe l'unità di intenti e di interessi da duemila anni, significa che è occulto, esattamente come quello della Massoneria. Già si è detto come le colonie ebraiche, per le speciali condizioni in cui si erano trovate, si organizzarono in società segrete difensive e offensive e come il l'ebraismo «ex natura rerum» ha fatto del segreto la sua seconda natura, per cui ha dovuto governarsi segretamente.
Ci si pone a questo punto un quesito apparentemente insolubile: come una società segreta ebraica ha potuto governare la massa della nazione ebraica sparsa in tutto il mondo senza lasciarsi scorgere? In realtà, vi è riuscita perché esiste ancora il giudaismo che, dopo la Diaspora, poteva solo o governarsi segretamente per sopravvivere come razza, nazione e religione, oppure scomparire 59.
Sopra: interno della loggia massonica Hajnal di Budapest.
Tracce storiche del governo nazionale ebraico
I - Dal 130 d. C. all'XI secolo
a) Il Gran Sinedrio Al momento della Diaspora (135 d. C.), il popolo ebraico si trovava in condizioni normali: aveva cioè un governo visibile come tutti gli altri popoli. Fu soltanto quando fu disperso tra i pagani che fu costretto a realizzare una forma di governo atta ad una situazione straordinaria di dispersione, per poter mantenere l'unità di intenti e di ideali. Il governo ebraico al momento della caduta di Gerusalemme (70 d. C.) era esercitato dal Gran Sinedrio.
b) I Patriarchi della Giudea Dopo la dispersione ci si immaginò che il popolo ebraico, sparso nel mondo, cessasse di esistere come popolo non avendo più patria né governo. Invece abbiamo visto che il popolo ebraico non è scomparso, ma ha mantenuto la sua unità di ideali politico-religiosi, ha una patria e quindi un governo. Il Sinedrio è quindi sopravvissuto anch'esso in un modo qualsiasi, oppure si è trasformato in qualcosa d'altro? Con la rovina di Gerusalemme sotto Tito (70 d. C.) cominciò la prima grande dispersione degli ebrei nel mondo.
La seconda si ebbe sotto Adriano (135 d. C.). A partire da quest'epoca, gli ebrei furono definitivamente scacciati da Gerusalemme e dalla Palestina; quelli che non furono uccisi dai soldati di Tito, si rifugiarono in diverse regioni dell'Europa e dell'Asia. Alcuni gruppi si stanziarono in Egitto, Italia e Spagna (ebrei d'Occidente). Secondo alcuni studiosi, il loro capo risiedeva in Palestina a Safné o a Tiberiade, ed era chiamato il Patriarca della Giudea 61.
Egli agiva segretamente o anche allo scoperto, a seconda delle disposizioni degli imperatori romani verso gli ebrei. Da quando nel 429 l'imperatore Teodosio il giovane proibì al Patriarca della Giudea di riscuotere le imposte dei suoi connazionali (il che significava che l'imperatore non riconosceva la sua autorità e il suo governo), non vi è più traccia dei «Patriarchi della Giudea» nella storia. Perciò, questo governo dei Patriarchi fu costretto a trasformarsi poco a poco in governo completamente occulto, sotto pena di scomparire.
Sopra: particolare dell'Arco di Tito, a Roma, costruito per celebrare la vittoria delle legioni romane sui ribelli ebrei.
c) I Prìncipi della cattività o dell'esilio Ma ci fu un'altra porzione del popolo ebraico, uscito dalla Palestina dopo la distruzione di Gerusalemme, che si recò nei Paesi del Nord e dell'Est: Siria, Armenia, Georgia, Babilonia e Persia. Secondo i rabbini, fu questa l'élite della nazione chiamata «gli ebrei d'Oriente», e si ritiene che il «Patriarca della Palestina» fosse un potere secondario sottomesso a questa élite, i cui capi erano chiamati «Prìncipi della cattività o dell'esilio».
Secondo gli storici ebrei, i «Patriarchi della Giudea» erano i luogotenenti dei «Prìncipi dell'Esilio», che avevano l'autorità di capi assoluti su tutta la Diaspora e la cui dimora abituale si dice fosse Babilonia. Essi esercitavano la loro giurisdizione sugli ebrei d'Occidente tramite i «Patriarchi della Giudea», mentre sugli ebrei d'Oriente la esercitarono direttamente e pubblicamente, dal III all'XI secolo. San Girolamo (347-420) stesso, che nel IV secolo abitava in Giudea, ci dice che in quel tempo non vi erano quasi più dottori in Palestina e che il potere supremo del giudaismo aveva la sua sede in Babilonia.
Secondo il rabbino convertito David-Paul Drach (1791-1865), dalla Diaspora fino all'XI secolo i sommi capi della nazione ebraica erano scelti tra i dottori della Legge. Su questa successione ininterrotta di dottori, i talmudisti odierni si basano per affermare che Israele ha sempre avuto veri dottori della Legge e non ha cessato di avere alla sua guida un vero potere spirituale legittimo...
Sopra: l'ex rabbino David-Paul Drach e la sua opera maggiore: De l'h armonie entre l'église et la synagogue.
Esistono quindi delle tracce storiche dell'esistenza del governo al quale obbediva la nazione ebraica sparsa in tutto il mondo, e queste dimostrano che tra il governo visibile e quello occulto ve ne fu uno di transizione.
II - Dall'XI secolo ai giorni nostri
Dall'XI secolo, i califfi orientali impauriti dalla potenza dei «Prìncipi dell'Esilio», divennero nemici degli ebrei e misero a morte il loro capo Ezechia (1005 d. C.). Gli ebrei lasciarono Babilonia e alcuni si rifugiarono in Arabia; gli altri, in maggior numero, vennero in Occidente, fino in Francia e in Spagna. A partire dall'XI secolo, la Storia non ci parla più dei «Prìncipi dell'Esilio»; forse che questo fatto indica che scomparvero realmente e che gli ebrei rimasero senza governo?
Se si guarda solo la Storia «esteriore» si dovrebbe rispondere di sì, ma noi sappiamo che il giudaismo si era strutturato in forma di società segreta e quindi ha potuto benissimo continuare ad essere governato segretamente dall'XI secolo fino ai nostri giorni. Nel lasciare Babilonia per l'Occidente si può notare una sorta di avvicinamento del potere occulto ebraico a Roma, dove risiedeva il Vicario del nemico mortale dell'ebraismo-religione, Gesù Cristo. Necessariamente, i profughi si unirono agli ebrei delle colonie ebraiche preesistenti e il giudaismo, per evitare l'assorbimento, si organizzò con un governo ancora più occulto e definitivamente strutturato in società segreta.
Sopra: Gran Sinedrio nell'Ottocento.
L'azione giudaico-massonica nei confronti del cristianesimo
Il Cardinale José María Caro Rodríguez (1866-1958), Arcivescovo di Santiago e Primate del Cile, afferma:
Sopra: il Cardinale José María Caro Rodríguez.
Maurice Pinay dal canto suo aggiunge:
Sopra: Complotto contro la Chiesa, un saggio scritto nel 1962, usando lo pseudonimo Maurice Pinay, da alcuni cattolici messicani tra cui il teologo Padre Joaquín Sáenz Arriaga s.j..
Il giudaismo-religione è una sètta segreta
Sopra: 2 dicembre 2013, Città del Vaticano; Francesco I riceve in dono un tipico candelabro ebraico dal premier israeliano Benjamin Netanyahu.
L'Illuminismo, il giudaismo e la Massoneria
Dal XVIII secolo, secondo l'ebreo convertito Joseph Lémann, si assiste alla glorificazione dell'ebraismo:
La Massoneria collettore di tutte queste forze anticristiane
Nonostante tutte queste forze
dissolutrici (paganesimo umanista e rinascimentale, Riforma
protestante e Illuminismo) il cristianesimo era ancora una grande
potenza pubblica che impediva alla nuova società umanitaria (la
Repubblica Universale) di imporsi completamente nella vita civile.
Ecco la necessità di ricorrere alle società segrete per combattere
la cristianità non a cielo aperto, ma
nell'ombra e nel segreto, mediante l'ipocrisia,
la menzogna e la mancanza di franchezza! Tali
società segrete, malgrado certe divergenze apparenti
e accidentali, perseguono tutte lo
Sopra: l'ebreo Anthony Sayer (1672-1742), primo Gran Maestro della Gran Loggia di Londra.
Recentemente, Louis Pauwels (1920-1997), massone convertitosi al cristianesimo, ha dichiarato a Vittorio Messori:
Lucifero e la Massoneria
Scrive Pierre Virion (1899-1988):
Mons. Meurin da parte sua scrive:
Mons. Antonino Romeo (1902-1979), celebre esegeta, precisa a sua volta:
Sopra: Mons. Antonino Romeo.
Anche secondo l'eminentissimo Cardinal Caro Rodriguéz, «in certe Logge si rende culto a Lucifero o a Satana» 75. Infine, La Civiltà Cattolica medesima si esprime così:
Conclusione
Penso che per concludere questo articolo non vi sia nulla di meglio che riassumere l'Enciclica di Leone XIII (1810-1903) Humanum genus (1884) sulla Massoneria. Il Papa ricorda che vi sono due razze, due città, due stendardi: quello di Lucifero e quello di Nostro Signore Gesù Cristo, il mondo e la Chiesa; essi sono sempre in lotta tra loro. «Ma ai tempi nostri i partigiani della città del male, ispirati e aiutati da quella società che [...] piglia il nome di società Massonica, pare che tutti cospirino assieme e tentino le ultime prove. Poiché [...] insorgono [...] contro la sovranità di Dio; lavorano [...] alla rovina della santa Chiesa».
È dovere del Papa - quindi - denunciare la sétta; la Massoneria è funesta allo Stato e alla Chiesa dato il suo scopo e la sua natura; nel giro di mezzo secolo la Massoneria si è propagata in tutto il mondo fino a «sembrar quasi padrona degli Stati». Le sétte sono varie «che sebbene diverse di nome [...] pur sono strettamente legate tra loro per affinità di scopi e convengono in sostanza con la Massoneria». Sono segreti i loro ultimi e veri intendimenti, i capi supremi più influenti, influenti, «il candidato deve promettere di non rivelare [...] gli affiliati [...], le dottrine della sétta».
Sopra: S. S. Papa Leone XIII.
Gli iscritti devono promettere obbedienza cieca e assoluta ai maestri ed ove manchino devono essere pronti anche a subire la morte. Il fine della Massoneria è: «Distruggere da capo a fondo tutto l'ordine religioso e sociale quale fu creato dal cristianesimo, e pigliando fondamenti e norme dal naturalismo, rifarlo di sana pianta. Questo che abbiamo detto [...] va inteso della sètta massonica in se stessa [...], non già dei singoli massoni, nel numero dei quali possono esservene non pochi che, sebbene colpevoli di essersi impigliati in congreghe di questa sorta, tuttavia non piglino direttamente parte alle male opere di essa e ne ignorino altresì lo scopo finale».
Il principio del naturalismo è la superiorità della natura sulla Grazia, della ragione sulla Rivelazione, e siccome la Chiesa romana è la dispensatrice della Grazia e la depositaria della Rivelazione, «somma contro di Lei è la rabbia e l'accanimento dei nemici». La Massoneria sostiene la separazione tra Chiesa e Stato, di modo che il Magistero e l'autorità della Chiesa non abbiano nessuna influenza sulla società. «Ma contro la Sede Apostolica e il Romano Pontefice arde più accesa la guerra».
Prima fu attaccato il suo potere temporale per poter poi togliere di mezzo quello spirituale e distruggere il Papato.
Sopra: Il 27 ottobre 1986, fu convocata da Giovanni Paolo II (1920-2005) una Giornata mondiale di preghiera per la pace, ad Assisi, a cui presero parte i rappresentanti di tutte le grandi religioni mondiali.
Siccome le anime viziose sono fiacche e servili, la sétta cerca di «tirare le masse a satollarsi di licenza: così da averle poi come docile strumento ad ogni più audace disegno». La sétta vuole altresì dopo diciotto secoli risuscitare i costumi e le istituzioni del paganesimo «per distruggere la religione fondata da Dio stesso».
L'unico vero rimedio contro la giudeo-Massoneria
Continua Leone XIII: «Nella virtù della religione divina [...] consiste la migliore e più salda speranza di rimedio efficace, a questa virtù è necessario prima di ogni cosa ricorrere contro il comune nemico». Il Papa scende poi da questo principio universale ai dettagli pratici:
1°) Togliere la maschera (di società puramente filantropica o di beneficenza) alla Massoneria; bisogna insegnare agli uomini, per iscritto e a viva voce, quale sia la natura, l'origine e il vero scopo della Massoneria. 2°) Infondere nel popolo l'amore per l'istruzione religiosa senza la quale non si può amare Dio e praticare le virtù, e di conseguenza non si riuscirà mai a combattere efficacemente la giudeo-Massoneria. 3°) Vigilare specialmente sulla gioventù, sui suoi buoni costumi e spiegare ai giovani la perversità delle società segrete. 4°) Infine, il Papa conclude: «Le nostre fatiche umane non sarebbero sufficienti a svellere questa perniciosa zizzania dal campo del Signore se il Celeste Padrone della vigna non ci darà il suo aiuto in maniera copiosa. Bisogna quindi pregare Iddio che ci aiuti [...]. Tutti i buoni devono riunirsi in una vastissima società di azione e di preghiera».
Leone XIII si raccomanda quindi alla Madonna debellatrice di tutte le eresie, Colei che dovrà schiacciare il capo del Serpente infernale («Ipsa conteret»); a San Michele che fu il primo ad abbattere l'orgoglio di Lucifero («Quis ut Deus»), a San Giuseppe patrono universale della Chiesa e agli Apostoli Pietro e Paolo sui quali la Chiesa romana è fermissimamente arroccata. «Non prævalebunt»!
Note
1 Articolo estratto dalla rivista Sodalitium (Anno IX, nº 34, Giugno-Luglio 1993, pagg. 18-34). 2 Cfr. La Stampa, del 3 novembre 1992. 3 Cfr. Hiram, novembre 1992. 4 Cfr. E. Benamozegh, Israele e l'umanità, Marietti, Torino 1990, pag. 49. 5 Cfr. B. Lazare, L'antisemitisme («L'antisemitismo»), Documents et Témoignages, Vienna 1969, pag. 167. 6 Cfr. J. Lémann, L'entrée des Israelites dans la société française («L'ingresso degli israeliti nella società francese»), Avallon, Parigi 1886 (1987), pag. 234. 7 Cfr. H. C. Puech, Storia delle religioni. Esoterismo, spiritismo, Massoneria, Universali Laterza, Bari 1981, pagg. 160, 163, 178. 8 Cfr. France-Inter, del 21 dicembre 1988. 9 Cfr. The Jewish Tribune, New York, del 28 ottobre 1927. 10 Cfr. Freemason, del 2 aprile 1930. 11 Cfr. La Logia, nn. 7-8, 1928. 12 Cfr. La Civiltà Cattolica, serie XIV, vol. VIII, 1890; cit. in R. Piperno, L'antisemitismo moderno, Universale Cappelli, Rocca San Casciano 1964, pagg. 124-129). 13 Cf. R. Esposito, Le grandi concordanze tra Chiesa e Massoneria, Nardini, Firenze 1987, pag. 136; vedi anche G. Vannoni, Le Società segrete, Sansoni, Firenze 1985, pag. 45. 14 Cfr. U. Fidele, Le décalogue de Satan («Il decalogo di Satana»), ciclostilato in proprio, sine loco et data, pag. 36. 15 Cfr. E. Benamozegh, op. cit., pagg. 198-213. 16 Ibid., pagg. 213-214. 17 Ibid., pagg. 263-268. 18 Ibid., pagg. 269-270. 19 Cfr. U. Fidele, op. cit., pag. 36. 20 Cfr. E. Benamozegh, op. cit., pag. 271. 21 Cfr. G. Vannoni, op. cit., pagg. 45-46. 22 Cfr. Vérité Israélite, vol. V, 1861, pag. 74. 23 Cfr. L. de Poncins, Christianisme et franc-maçonnerie («Cristianesimo e Massoneria»), D.P.F., Chiré-en Montreuil 1975, pag. 112. 24 Cfr. Mons. E. Jouin, Le péril judéomaçonnique («Il pericolo giudaico-massonico»), in Revue internationale des Societés Secrètes, vol. II, Parigi 1921, pagg. 1-7.
25
Cfr. E. Drumont, La
France Juive («La Francia ebraica»), Parigi 1885, Marpon et
Flammarion, pagg. 310-329. Sarà anche utile leggere su questo
soggetto: 26 Cfr. J. Darmesteter, Coup d'oeil sur l'histoire du peuple juif («Sguardo sulla storia del popolo ebraico»), Parigi 1881. 27 Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pag. 7; vedi anche Mons. H. Delassus, La Conjuration antichrétienne («La congiura anticristiana»), Desclée, Lille 1910, vol. II, pagg. 420-428; 564-577; 613-628; 675-688). 28 Cfr. B. Lazare, op. cit., pag. 167. 29 Cfr. Square and Compasses, Nouvelle-Orléans, febbraio 1921, pag. 13. 30 Cfr. P. G. Caprile s.j., Massoni e Massoneria, La Civiltà cattolica, Roma 1958, pagg. 8-9. 31 Cfr. The Israelite, del 3 e 17 agosto 1855. 32 Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pag. 14. 33 Cfr. B. Lazare, op. cit., pagg. 162-170. 34 Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pagg. 85-87. 35 Ibid. 36 Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pagg. 85-90. 37 Cfr. A. J. G. Findel, Vermischte Schriften («Scritti misti»), Leipzig 1902, vol. II, pag. 92. 38 Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pagg. 100-116. 39 Ibid., pagg. 118-119. 40 Cfr. Mons. L. Meurin, La Frammassoneria Sinagoga di Satana, Ufficio della Biblioteca del Clero, Siena 1895, pagg. 17-18. 41 Ibid., pag. 44. 42 Cfr. J. Crétineau-Joly, L'église Romaine en face de la Révolution («La Chiesa di Roma di fronte alla Rivoluzione»), vol. II, pagg. 85-88. 43 Cfr. Mons. N. Deschamps, Les sociétés secrètes et la société («Le società segrete e la società»), Seguin, Avignone 1881, vol. I, pagg. CI-CVII. 44 Cfr. P. G. Caprile s.j., op. cit., pag. 15. 45 Cfr. R. Carlile, Manual of Freemasonry («Manuale della Massoneria», pag. 177. 46 Cfr. Mons. L. Meurin, op. cit., pagg. 84-86. 47 Ibid., pagg. 113-114. 48 Ibid., pag. 142. 49 Cfr. Mons. L. Meurin, op. cit., pagg. 173-174. 50 Ibid., pagg. 414-415. 51 Cfr. P. Copin-Albancelli, La conjuration juive contre le monde chrétien («La congiura ebraica contro il mondo cristiano»), Parigi 1909, La Renaissance Française, pag. 302. 52 Ibid., pagg. 310-311. 53 Ibid., pag. 315. 54 «Bisogna anche sapere che «il giudaismo come religione ha una dimensione nazionale, come il popolo ebraico come nazione ha una dimensione religiosa [...]. Per capire le radici religiose ed il fondamento spirituale della nazionalità ebraica [...]. Bisogna capire perché presso un ebreo l'impegno spirituale è così intimamente legato all'appartenenza al popolo ebraico» (cfr. «Appel de la Fraternité œcumenique de recherche théologique en Israël», 30 novembre 1975, in Les églises devant le judaisme, éd. du Cerf, Parigi 1980, pagg. 186-187). Il dr. Gerhart Riegner, segretario generale del Congresso Mondiale Ebraico, ha affermato che «popolo e terra hanno un posto essenziale nella fede ebraica» (ibid., pag. 368, 10 gennaio 1975). Perciò religione, popolo, nazione nel giudaismo fanno un tutt'uno. 55 «Ebreo era il segretario di Cavour, Isacco Artom [...]. Ebreo era Giacomo Malvano, che fu direttore degli affari politici, segretario generale del ministero degli Esteri dal 1879 al 1907 [...]. Ebreo era il generale Giuseppe Ottolenghi, che divenne ministro della guerra nel 1902 [...]. Di padre ebreo era Sidney Sonnino, che fu due volte presidente del Consiglio (1906 e 1909) [...]. Ebreo era Luigi Luzzati che [...] fu presidente del Consiglio nel 1910. Ebreo era Alessandro Fortis [...], presidente del Consiglio [...] tra il 1905 e il 1906. Ebreo fu infine Ernesto Nathan, amico di Mazzini e sindaco di Roma dal 1870 al 1913» (cfr. S. Romano, I falsi protocolli, Il Corbaccio, Milano 1993, pag. 81. 56 Cfr. B. Disraeli, Coningsby, Parigi 1884, pag. 184. 57 Possiamo facilmente essere tratti in errore su questo tema, poiché siamo abituati a vedere un governo solo ove vi è unità territoriale. 58 Cfr. P. Virion, Bientôt un gouvernement mondial? («Ben presto un governo mondiale»?), Téqui, Parigi 1967, pag. 218. 59 Cf. M. Pinay, Complotto contro la Chiesa, Roma 1962, pagg. 95-110. 60 Cfr. J. Lémann, Napoleon Ier et les Israelites («Napoleone I e gli israeliti»), Avallon, 1988. 61 Cfr. E. Chabauty, Les juifs nos maîtres («Gli ebrei nostri padroni»), 1882. 62 Cfr. P. Copin-Albancelli, op. cit., pag. 350. 6) Anche lo storico ebreo Paul Johnson conferma che «gli ebrei più fortunati, nei secoli bui, erano quelli che vivevano in Babilonia, sotto gli Esiliarchi (i "Prìncipi dell'Esilio"; N.d.R.). Questi Prìncipi più potenti e secolari dei Nasi ("Presidente del Sinedrio") palestinesi ("Principi della Palestina"; N.d.R.), vantavano la diretta discendenza davidica dai re di Giuda e vivevano con una certa pompa nei loro palazzi [...]. L'ebraismo babilonese si era sempre considerato come il custode della più rigida tradizione ebraica e quello di sangue più puro. Il Talmud babilonese asseriva: "Tutte le nazioni sono come pasta paragonate al lievito della Terra d'Israele, e Israele è pasta paragonato a Babilonia" (Kiddushin, 71 a) [...]. Tuttavia, Babilonia non era sicura per gli ebrei» (cfr. P. Johnson, Storia degli ebrei, Longanesi, Milano 1987, pagg. 182-183. Nella Piccola Enciclopedia dell'Ebraismo si legge: «L'età doro delle accademie babilonesi durò fino alla metà dell'XI secolo circa, in corrispondenza della fioritura dei califfati arabi» (cfr. J. Maier-P. Schafer, Piccola Enciclopedia dell'Ebraismo, Marietti, Casale 1985, pag. 77). 63 Cfr. J. M. Caro Rodriguéz, El misterio de la Masoneria («Il mistero della Massoneria»), Editorial Difusion, Buenos Aires 1954, pagg. 267-268. 64 Cfr. M. Pinay, op. cit., pagg. 151-152. 65 Cfr. Divre en Dav, fol. 37. 66 Cfr. M. Pinay, op. cit., pagg. 155-156. 67 Cfr. Archives Israélites, giugno 1878, pag. 324. 68 Cfr. J. Lémann, L'entrée des Israelites dans la société française, pagg. 205-227. 69 Cfr. Revue des questions historiques, 62ème livraison, 1º aprile 1882; cit. in J. Lémann, op. cit., pagg. 213-228. 70 Cfr. V. Messori, Inchiesta sul cristianesimo, SEI, Torino 1987, pag. 152. Sarà utile consultare Epiphanius, Massoneria e sétte segrete: la faccia occulta della Storia, Trento, sine data. 71 Cfr. P. Virion, op. cit., pag. 217. 72 «La Càbala pratica si occupa di teurgia (operazione magica in cui si stabiliscono contatti con le forze demoniache; N.d.R.) e [...] di magia; è là che si trovano principalmente i misteri e i segreti della Càbala: procedimenti bizzarri, giuramenti terribili, simboli sinistri, presi in prestito non solo al giudaismo infedele, ma alla Persia, all'India, all'Egitto, alla Caldea. Con somma perfidia, la Càbala pratica ammette anche formule e operazioni odiose contro la religione cattolica e i cristiani [...]. La Càbala nella sua parte pratica è infernale» (cfr. J. Lémann, op. cit., pag. 235). 73 Cfr. Mons. L. Meurin, op. cit., pagg. 199-200. 74 Cfr. Mons. A. Romeo, voce «Satanismo», in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano 1953, vol. X, coll. 1954, 1958-1959. 75 Cfr. J. M. Caro Rodriguéz, op. cit., pag. 130. 76 Cfr. La Civiltà Cattolica, serie XIV, vol. VIII, 1890, pag. 142.
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