titolo satanismo, naturalismo e massoneria

di Léon de Poncins 1

 

postato: 1º aprile 2016

 

teschio massonico

 

 

Certi avversari della Massoneria hanno associato satanismo e sètta massonica, e attribuito ad un'origine sovrumana, ad una forza del male, l'ispirazione dottrinale che anima la vita spirituale dell'ordine massonico. Lo scrittore Alec Mellor (1907-1988) ha respinto con forza questo punto di vista; a suo dire, sarebbero gli antimassoni integralisti che avrebbero inventato questa ridicola leggenda:

 

alec mellor«La fede cattolica ammette l'esistenza di uno spirito del male e il suo intervento nelle azioni umane. Tale intervento, nella sua forma ordinaria - la tentazione - non è l'unico. La Sacra Scrittura, i Padri della Chiesa all'unanimità, i Concilî e i teologi, dichiarano che esiste un secondo forma di intervento, più tangibile, detta «possessione diabolica». Non abbiamo né la competenza né l'intenzione di trattare questo argomento, e rinviamo a questo riguardo il lettore alle opere di teologi specializzati, e particolarmente ai famosi studi - giustamente apprezzati - di Padre Joseph de Tonquédec s.j.. Questo ci deve ricordare che le elucubrazioni antimassoniche in cui il diavolo entra in scena sono solamente la caricatura di un'autentica branca della teologia. Fin verso la metà del XIX secolo, nessuno ha mai osato rimproverare ai massoni di essere dei luciferini o dei satanisti, nemmeno scrittori come l'abbé Fiard, che vede il diavolo ovunque, o Padre Barruel. Del resto, una simile accusa avrebbe ridicolizzato il suo libro. Contro-prova: nessuno ignora che dopo il Medioevo, luciferini e satanisti sono sempre esistiti 2. Non risulta che questi ultimi siano mai stati reclutati dai massoni, e si farebbe fatica a citare un solo documento serio anteriore alla metà del XIX secolo che abbia preteso il contrario. L'idea che il diavolo si aggirerebbe negli alti Gradi ha tentato con forza gli spiriti inquieti, ossessionati da rappresentazioni mentali di stampo medievale. Tutto ciò che sappiamo degli alti Gradi del XVIII secolo contraddice la loro ipotesi [...]. Nel 1867, Mons. Louis-mons. louis-gaston de ségurGaston de Ségur (1820-1881), figlio della buona contessa, nata Rostopchine, prelato ammirevole per il suo spirito di carità e di apostolato presso gli umili, inaugurò la serie - che sarà lunga! - di tutta un stupida letteratura [...]. Egli lanciò la leggenda, destinata a fare fortuna, delle "retro-Logge", all'interno delle quali affermava che venivano celebrate delle messe nere, e l'Editore, nella sua prefazione, affermò che l'Autore era stato condannato a morte da dette "retro-Logge" [...]. Nel 1894, il Dr. Bataille, medico di Messageries Maritimes, con il suo vero nome Hacks, pubblicò "Le Diable du XXe siècle", un tomo di mille pagine. Numerose incisioni. Nient'altro che diavoli ovunque. Una di esse - che probabilmente voleva vedere fin dove si sarebbe spinta la credulità pubblica - rappresenta un quadretto massonico, fatto dagli iniziati dell'Ordine dei Druidi. Egli rimprovera a Taxil il suo insufficiente antisemitismo! Taxil giunse ad imbrogliare perfino un rispettabile Vescovo coloniale, Mons. Léon Meurin, Vescovo di Port-Louis [...]. Mons. Meurin, non era affatto un uomo privo di cultura, e la sua buona fede era certa, ma finì anch'egli per stabilire relazioni fantasiose tra le "scoperte" che pensava di aver fatto durante le sue letture. Era un'interpretazione delirante che Taxil aveva letteralmente intossicato. Questo Niagara di stupidità continuò a scorrere fino alla Seconda Guerra mons. léon meurinmondiale. Sopraggiunse l'occupazione nazista. Le atrocità reali fecero dimenticare gli eccessi verbali e i fermenti dell'immaginazione. L'antimassonismo del XIX secolo e dell'inizio del XX era sopravissuto fino ad allora. Nel 1948, Jules Boucher pubblicò un eccellente trattato intitolato "La Symbolique maçonnique" in cui, non senza carità, si accontentò di dire: "Sarebbe troppo facile moltiplicare le citazioni di autori cattolici che manifestano un grossolano fanatismo antimassonico. Non avremo questa crudeltà. L'autentico pensiero cattolico non deve sentirsi solidale con le stupidità, fanatiche e grossolane, di cui abbiamo citato solamente alcuni brani [...]. Del resto, ci è stato assicurato che queste scemenze non sarebbero ancora del tutto scomparse in certe regioni [...]. Un testimone degno di fede ci ha riferito che essendo stato venduto il mobilio di una Loggia massonica, una vecchia contadina si era avvicinata, incuriosita, al seggio presidenziale, chiedendo di vedere la tacca necessaria affinché il diavolo potesse deporre la sua coda quando vi prendeva posto 3. L'antimassonismo considerava le Logge alla stregua di cenacoli luciferini da cui il diavolo tirava i fili, assistito da un strano stato maggiore di ebrei, di occultisti e di politici radicali. Certuni erano giunti fino ad affermare che ci fossero delle relazioni tra questi cenacoli e gli ambienti dello spionaggio» 4.

 

Per concludere, Mellor afferma che le Encicliche pontificie non hanno mai associato satanismo e Massoneria. Ora, checché se ne dica, le Encicliche non parlano di messe nere, ma menzionano l'ispirazione satanica delle dottrine massoniche, e non si può certamente accusare Papa Leone XIII (1810-1903) e altri Papi di essere le vittime di una malattia mentale o di una forma di psicosi ossessiva, difetto che Mellor attribuisce ai cattolici integristi. Ecco un estratto dall'Enciclica Humanum Genus:

 

papa leone XIII«Il genere umano, dopo che "per l'invidia di Lucifero" si ribellò sventuratamente a Dio creatore e largitore dei doni soprannaturali, si divise come in due campi diversi e nemici tra loro; l'uno dei quali combatte senza posa per il trionfo della verità e del bene, l'altro per il trionfo del male e dell'errore. Il primo è il regno di Dio sulla terra, cioè la vera Chiesa di Gesù Cristo; e chi vuole appartenervi con sincero affetto e come conviene a salute, deve servire con tutta la mente e con tutto il cuore a Dio e all'Unigenito Figlio di Lui. Il secondo è il regno di Satana, e sudditi ne sono quanti, seguendo i funesti esempi del loro capo e dei comuni progenitori, ricusano di obbedire all'eterna e divina legge, e molte cose imprendono senza curarsi di Dio, molte contro Dio [...]. Si tratta per i massoni - e tutti i loro sforzi tendono a questo scopo - si tratta di distruggere da cima a fondo tutta la disciplina religiosa e sociale che è nata delle istituzioni cristiane, e di sostituirglene una nuova improntata alle loro idee, e i cui principî fondamentali e le leggi sono presi in prestito dal naturalismo. Certo, in un piano così insensato e così criminale, è possibile riconoscere l'odio implacabile di cui Satana è animato a riguardo di Gesù Cristo e la sua passione di vendetta».

 

Questa Enciclica è del 1884. Nel 1892, in una lettera al popolo italiano intitolata Custodi di quella fede, Leon XIII ritornò su questo punto:

 

«La guerra di cui parliamo è diretta al tempo stesso contro la patria del cielo e contro la patria della terra [...]. Ma da dove proviene? Essa deriva soprattutto da questa sètta massonica di cui vi abbiamo intrattenuti a lungo nell'Enciclica "Humanum genus", del 20 aprile 1884, e più recentemente, il 15 ottobre 1890, indirizzandoci ai Vescovi, al clero e al popolo d'Italia. (I massoni) hanno concepito il disegno satanico di sostituire il naturalismo al cristianesimo [...]. Ricordiamoci che il cristianesimo e la Massoneria sono essenzialmente inconciliabili, cosicché aggregarsi ad una equivale a divorziare dall'altra. Non si possono conciliare le massime del Vangelo con quelle della Rivoluzione, Cristo con Belial, la Chiesa di Dio con la chiesa senza Dio».

 

guanti e grembiule massonico

 

Il 19 marzo 1902, in una nuova Enciclica, Leone XIII ritornò nuovamente sulla questione della Massoneria affermando:

 

«Personificazione permanente della Rivoluzione, essa costituisce un tipo di società rovesciata il cui scopo è di esercitare una sovranità occulta sulla società riconosciuta e la cui ragion d'essere consiste interamente nella guerra da fare a Dio e alla sua Chiesa».

 

Il 20 febbraio 1959, l'assemblea dei Vescovi argentini pubblicò una dichiarazione collettiva sulla Massoneria. Eccone un estratto:

 

«Durante la sua riunione plenaria l'Episcopato argentino, di fronte ai diversi scritti pubblicati dalla stampa dalla Massoneria, si sente obbligato a fare una dichiarazione pubblica in conformità alla raccomandazione di Leone XIII: "In primo luogo, strappate alla Massoneria la maschera di cui si copre e fatela vedere quale essa è". I Papi, guide supreme e infallibili della civiltà, hanno compreso il pericolo che costituivano per il mondo le sètte e l'hanno segnalato fin dalla prima ora, denunciando senza equivoco la congiura satanica condotta contro l'umanità. Da Clemente XII,fratelli massoni nella sua Enciclica "In eminenti", del 1738, fino ai nostri giorni, i Sommi Pontefici hanno condannato a più riprese le sètte massoniche, e il Codice di Diritto Canonico afferma al cannone § 1335: "Coloro che danno il nome a sètte massoniche o a qualunque altro genere di associazioni che macchinano contro la Chiesa o contro le legittime autorità civili, contraggono ipso facto la scomunica riservata alla Sede Apostolica". L'immortale Pontefice Leone XIII, nell'Enciclica "Humanum genus" che condannava la Massoneria, afferma che accanto al Regno di Dio sulla terra che è la vera Chiesa di Cristo [...] esiste un altro regno, quello di Satana, sotto l'impero del quale si trovano tutti quelli che si rifiutano di ubbidire alla legge divina ed eterna e moltiplicano i loro sforzi per fare a meno di Dio o agire direttamente contro di lui", e ci avverte che "nella nostra epoca tutti coloro che favoriscono il secondo di questi campi sembrano essersi coalizzati in un immenso sforzo, sotto l'impulso e con l'aiuto di una società [...], quella dei massoni [...]. E fanno a gara tra loro per l'audacia - continua il Papa - contro l'augusta maestà di Dio. Ed è pubblicamente, a cielo aperto, che essi tentano di rovinare la santa Chiesa, per arrivare, se fosse possibile, a spogliare completamente le nazioni cristiane dei benefici di cui sono debitrici al Salvatore Gesù Cristo"» 5.

 

Diamo ora la parola ai testi massonici.

 

medaglia massonica«Il senatore Fratel Goblet d'Aviello, membro del Grand'Oriente del Belgio, parlando il 5 agosto 1877 alla Loggia "des Amis Philanthropique" di Bruxelles, così si espresse: "Dite ai neofiti che la Massoneria non è ciò che il popolo bue pensa, un gioco da bambini, una riunione di buontemponi, una fabbrica di raccomandati, o addirittura una società di pura beneficienza, o una vasca dove pescano le nostre associazioni elettorali. Dite loro che se essa ha la beneficenza per scopo, è la beneficienza intesa nel suo senso più largo, e che se si occupa di politica, è per esaminare quelle questioni di principio di cui la politica corrente è solamente l'applicazione parziale e secondaria. Dite loro che essa è innanzitutto una scuola di volgarizzazione e di perfezionamento, una specie di laboratorio in cui le grandi idee dell'epoca vengono a combinarsi e ad affermarsi per poi diffondersi nel mondo profano sotto una forma palpabile e pratica. Dite loro, in una parola, che siamo la filosofia del liberalismo. Dite loro tutto ciò con le riserve che comporta il segreto massonico. Il progresso massonico è quello che, dell'uomo sottomesso a Dio e a quelli che si dicono i suoi rappresentanti sulla terra, ha fatto un individuo moralmente affrancato e un libero pensatore». «Il padre di Camille Pelletan (Eugène), deputato di Parigi sotto il Secondo Impero, terminava così nel 1867 un discorso al Corpo legislativo, in favore delle biblioteche popolari e della libera lettura. "É così che riusciremo a realizzare l'ultima parola del progresso: l'uomo sacerdote e re di sé stesso che dipende unicamente dalla sua volontà e dalla sua coscienza 6.

 

eugène pelletan

Eugène Pelletan.

 

Parole così perfettamente rivelatrici non meritano alcun commento; si impone solo un confronto con un altro testo che è certamente il più antico testo massonico del mondo. Nella Bibbia, nel Libro della Genesi (Gn 3, 1-24), si legge:

 

«Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: "È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino"? Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male"».

 

Eugène Pelletan (1813-1884) diceva: «L'uomo sacerdote e re di sé stesso che dipende unicamente dalla sua volontà e dalla sua coscienza». Il Serpente dice: «L'uomo-dio che conosce il bene e il male». Dov'è la differenza? Andiamo ora a citare un testo di Oswald Wirth (1860-1943) che riveste un'importanza particolare. Lo svizzero Wirth, 33º Grado della Gran Loggia di Francia, era un eminente massone, ispiratore della rinascita spiritualistica e iniziatica della Massoneria francese, fondatore e direttore della rivista Le Symbolisme, «organo mensile di iniziazione alla Filosofia della Grande Arte», e autore di numerose opere sulla Massoneria. Fratel Marius Lepage (1902-1972), il suo discepolo e successore alla direzione di Le Symbolisme, era Venerabile della Loggia «Volney» di Laval, e fu insieme a lui che Alec Mellor e il gesuita Padre Michel Riquet s.j. (1898-1993) condussero una campagna in favore di un avvicinamento tra Chiesa cattolica e Massoneria.

 

oswald wirth

marius lepage

padre michel riquet s.j.

Oswald Wirth Marius Lepage Padre M. Riquet

 

Mellor fece un grande elogio di Oswald Wirth nelle sue opere:

 

le symbolisme«Il razionalismo doveva subire un assalto dall'interno della Massoneria stessa. Questo assalto fu il rinnovamento del simbolismo. Uno spirito elevato, Fratel Oswald Wirth,  di cui abbiamo segnalato nel nostro precedente libro il ruolo di rinnovatore, aveva compreso, alla fine del XIX secolo, che gli anti-simbolisti avevano imboccato la strada sbagliata, e aveva fondato un gruppo che aveva come scopo quello di rimettere in risalto lo studio dei simboli [...]. La Loggia scozzese "Travail et Vrais Amis fidèles", sotto la direzione del Maestro, divenne il santuario di questa rigenerazione, e oggi si può dire che la risonanza dell'opera wirthiana fu immensa. Senza di essa, gli elementi pensanti del Grand'Oriente avrebbero probabilmente finito per somigliare ad una società come l'"Union rationaliste", e i suoi elementi più volgari alle associazioni dette di "Libero Pensiero". Tuttavia, l'influenza di Oswald Wirth è stata esercitata in certe Logge del Grand'Oriente, isolate dalla corrente razionalistica. Del resto, Oswald Wirth stesso fu indifferente alla questione delle obbedienze. Come abbiamo avuto l'opportunità di sottolineare nel nostro precedente libro, questa influenza ha avuto soprattutto per cornice la Loggia "Volney" di Laval, il cui Venerabile fu per lunghi anni Fratel Marius Lepage, figlio spirituale di Oswald Wirth e suo successore alla direzione della rivista "Le Symbolisme". (Nel maggio del 1963, egli abbandonò il Grand'Oriente)» 7.

 

Lasciamo parlare Oswald Wirth. Nel suo libro L'ideal initiatique egli espone in che cosa consiste l'iniziazione massonica.

 

«Sollecitare l'iniziazione è cosa grave, perché è un patto da firmare. La firma, è vero, non è formale, visibile o esteriore; non si appone con l'aiuto di una piuma immersa nel sangue, giacché puramente morale e immateriale. Essa impegna l'anima nei confronti di sé stessa. Non si tratta dunque di un contratto concluso con il diavolo, un tipo scaltro che si lascia abbindolare, ma di un serio impegno bilaterale le cui clausole sono ineluttabili. Infatti, gli Iniziati contraggono dei doveri verso l'allievo che prendono alla loro scuola, e anche lui si trova per questo fatto indissolubilmente legato ai suoi maestri [...]. Notate che le guide restano invisibili e che esse non si impongono [...]giuramento massonico.Gli obblighi contratti sono il punto di partenza di ogni vera iniziazione. Dunque, guardatevi dal bussare alla porta del tempio se non siete decisi a diventare un uomo nuovo [...]. Tutto sarebbe solamente illusione e inganno, se chiedeste di essere iniziati gratuitamente, senza pagare con la vostra anima la vostra entrata nella comunione fraterna con i costruttori del grande edificio umanitario, il cui piano è tracciato dal Grande Architetto dell'Universo [...]. Essendo soddisfatte le condizioni preliminari di moralità, garanzie per la buona fama del candidato, il suo primo obbligo formale riguarda la discrezione: egli deve impegnarsi a tacere davanti ai profani, perché l'iniziazione rivela dei segreti che non devono essere divulgati [...]. Infatti, i piccoli misteri convenzionali non sono che il simbolo di segreti molto più profondi, che sta all'iniziato di scoprire conformandosi al programma dell'Iniziazione [...]. Se la Grande Opera degli ermetisti non si compie in noi, restiamo dei profani e il nostro scialbo piombo non diverrà mai oro luminoso. Ma chi è abbastanza ingenuo da immaginare che un simile miracolo possa avverarsi? Nell'iniziazione i riti non sono che dei simboli. Essi traducono visibilmente degli atti interiori, destinati a trasformare la nostra personalità morale. Se tutto rimane esteriore, l'operazione è fallita; il piombo resta piombo, tutt'al più dorato in superficie [...]. Quando la Massoneria o qualsiasi altra confraternita iniziatica, si vanta dei suoi inviolabili segreti, non si tratta del contenitore comunicabile dei misteri, ma del loro contenuto patto col diavolointelligibile. Solo la lettera morta è suscettibile di divulgazione, non lo spirito che si rivela ai privilegiati della comprensione [...]. Da là si libera una fede massonica operante, indipendente delle opinioni particolari. La Massoneria è la chiesa del Progresso umano, e se esercita un'azione nel mondo, è per effetto di convinzioni incrollabili che mostrano ai massoni un'Umanità migliore, più illuminata e più fraterna [...]. Ora, la forza della Massoneria risiede nel volere collettivo dei suoi aderenti. Essi si riuniscono con un'intenzione di lavoro, e, poiché nulla si perde nel campo delle energie messe in opera, ogni Loggia è un focolare di trasformazione sociale e umanitaria. Non chiedete, tuttavia, all'immensa maggioranza dei massoni di analizzare la loro azione. Essi agiscono di istinto conformandosi alle oscure tradizioni che esercitano attraverso i secoli la loro influenza suggestiva. Non esiste nemmeno una dottrina massonica che non sia esplicitamente formulata che sta alla Massoneria come il cristianesimo sta alle chiese cristiane: è il massonismo [...]. Ora, il Grande Architetto, probabilmente perché meno trascendente del Dio dei teologi, è un'allusione ad un'entità che esiste insindacabilmente, perché il lavoro costruttivo dell'ideale propulsore dei massoni si ispira ad una formidabile energia. Una forza superiore a loro stessi fa agire i massoni  e coordina i loro sforzi con un'intelligenza che sono ben lontani dal possedere individualmente. Tale è il fatto brutale che si constata e davanti al quale ci inchiniamo. Che ciascuno lo interpreti a modo suo» 8. «Nella Genesi, queste nozioni si manifestano nel mito del paradiso terrestre, luogo di felicità, dove l'umanità primitiva deve solamente lasciarsi vivere, come gli animali o i bambini non ancora giunti serpente tentatore all'età del discernimento. Il Serpente seduttore che invita a mordere il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, simboleggia un istinto particolare, che non è quello della conservazione, ma un impulso al tempo stesso più nobile e più sottile la cui caratteristica è di far provare all'individuo il bisogno di elevarsi nella scala degli esseri. Questo pungiglione segreto è il promotore di tutti i progressi, di tutte le conquiste che estendono la sfera d'azione degli individui. Ciò spiega perché il Serpente ispiratore della disobbedienza, dell'insubordinazione e della rivolta fu maledetto dagli antichi teocrati, mentre era in onore tra gli Iniziati. Infatti, questi ultimi stimavano che non ci sarebbe stato nulla di più sacro delle inspirazioni che ci portano ad avvicinarci progressivamente agli déi, considerati come i poteri coscienti, incaricati di districare il caos e di governare il mondo. Rendersi simili alla divinità, tale era l'oggetto degli antichi misteri. Il mistero si divinizzava purificandosi ed elevandosi moralmente ed intellettualmente al di sopra della volgarità degli uomini. Ai nostri giorni, il programma dell'iniziazione non è cambiato; anche il massone moderno si divinizza, ma ha consapevolezza che non potrebbe farlo che lavorando divinamente, vale a dire applicandosi a completare la creazione rimasta imperfetta. Elevato al di sopra dell'animalità umana, il Costruttore, agente esecutore del piano divino, si fa dio, nel senso antico della parola» 9.

 

Oswald Wirth stima che l'uomo dia libero corso alle sue più nobili inspirazioni cercando di divinizzarsi senza l'aiuto di un'influenza divina esterna. Questa concezione è agli antipodi di quella del cristianesimo, e lo storico antimassonico francese Gustave Bord (1852-1934) la riassume così: «Dal punto di vista cristiano, i massoni rappresentano l'orgoglio dell'uomo, lo spirito del male e la rivolta contro Dio». Nella Massoneria si possono trovare numerosi testi analoghi. Ecco, ad esempio, ciò che scrive il dr. Raymond Corbin, in un libro con la prefazione del celebre massone André Lebey (1877-1938) intitolato Symboles initiatiques et Mystères chrétiens 10

 

andré lebey«Da sempre, dall'India all'Egitto, dai misteri pitagorici o alessandrini, il metodo iniziatico ha posto le sue forme di ragionamento: la Chiesa cristiana non ha fatto altro che farle sue. Poiché i ragionamenti degli iniziati, le loro costruzioni geometriche o i loro calcoli numerici stabilivano la verità in modo simbolico - ma scientifico - ella ne ha fatto un mistero che dichiara incomprensibile e del quale nega alla Ragione umana di cercarne la spiegazione, mentre è la Ragione umana che l'ha creato e l'ha inventato. Del resto, questo divieto di comprendere, questo bisogno di oscurità sono per il cristianesimo altrettante necessità vitali: come potrebbe proteggere la sua autorità sotto quella di un Dio, se confessasse che questo Dio è un'opera umana? [...]. Paralizzato dal dogma di una religione, diventato un mistero cristiano, il simbolo non è più che una pianta morta. Talvolta può essere di apparenza imponente, come una quercia gigantesca sotto la cui scorza non circola più alcuna linfa. La Chiesa ha voluto fare ovunque del simbolo una realtà; il pane dell'eucarestia che simboleggia i frutti della terra fecondata dal Sole, è diventato il corpo stesso del Dio; il vino è diventato il suo sangue; dai due principî e dalla loro realizzazione si è creato un Dio in tre persone. Ecco delle formule, attribuite un giorno da qualche filosofo ai simboli iniziatici e che sono divenute così definitive. Dal momento che sono definitive, che la loro rivelazione è attribuita a Dio stesso, non insegnano più all'uomo che a sottomettersi e lo condannano a non comprendere: in questo modo, lo obbligano a fuggire ogni nuova interpretazione, ossia ad ogni progresso [...]. Quando le favole - che essi hanno battezzato "dogmi" - quando i loro principî - che hanno dichiarato "immutabili" - appariranno ad una umanità più istruita e più illuminata troppo grossolani e troppo erronei, le religioni crolleranno e spariranno».

 

Se ci volgiamo verso la Massoneria anglosassone, secondo Mellor una Massoneria regolare e religiosa, constatiamo velocemente che molti dei loro rinomati autori, come Albert Pike (1809-1891), Walter Leslie Wilmshurst (1867-1939), Jirah Dewey Buck (1838-1916), Thomas Milton Stewart (1866-1945), ecc..., dicono esattamente la stessa cosa, e il Vaticano ha ragioni molto serie per non fare alcuna distinzione fondamentale tra i diversi riti od obbedienze massoniche.

 

walter leslie wilmshurst

jirah dewey buck

Albert Pike W. L. Wilmshurst Jirah Dewey Buck

 

Ecco, ad esempio, ciò che ci dice Thomas Milton Stewart nel suo libro Symbolic Teachings: or Masonry and its Message 11:

 

symbolic teachings or masonry and its message«Passando esclusivamente sotto un dominio sacerdotale e tradizionale, e perdendo così l'intuizione delle cose spirituali 12, la Chiesa divenne una preda facile e il peccato dominante di ogni clero: l'idolatria. Al posto del vangelo semplice e ragionevole (illustrato specialmente dalla storia di Gesù, che era stato fatto per questo) essa fabbricò la superstizione irrazionale e stupefacente che ha usurpato il suo nome. Trasformata dall'esaltazione della lettera al posto dello spirito, e dal simbolo al posto del vero significato, in un'idolatria in ogni punto così grossolana più di tutte quelle che l'hanno precedute, il cristianesimo ha fallito la sua missione che era quella di riscattare il mondo. Esso ha fallito non perché era falso, ma perché è stato falsificato; e la falsificazione, in generale, è consistita nel modificare il personaggio descritto come Gesù, il quale era il ritratto del potenziale che ogni uomo ha in sé stesso per farne un essere immaginario senza relazione possibile con l'uomo, sempre ammesso che l'esistenza di un tale essere sia possibile».

 

Occorre dunque ritornare alla verità primitiva. Quindi la Massoneria,

 

«porrà le fondamenta di una civiltà più elevata che assicurerà l'ordine sociale perché sarà un'organizzazione di individui animati dal desiderio di agire secondo giustizia, alla luce della ragione e della coscienza. Così la giustizia sarà universale, mentre il bisogno e la miseria saranno sconosciuti».

 

Tuttavia, in questa marcia verso la luce, la Massoneria cozza contro un nemico potente: la Chiesa cattolica:

 

la lanterne - giornale anticlericale«La Massoneria è un'istituzione mondiale. Essa insegna la riflessione indipendente ed è l'unica istituzione universale che si oppone alle mire politico-ecclesiastiche della gerarchia romana che controlla la Chiesa cattolica e domina tutte quelle brave persone che la sostengono, in buona fede, e seguono i loro capi depravati. Attraverso le epoche, due forze si sono sempre affrontate in un mortale conflitto, un conflitto che abbraccia tutto il passato e che oscura il presente con neri presentimenti e che non presagisce nulla di buono per l'avvenire. Una di queste due forze trova oggi il suo nucleo universale, libero da ogni dogmatismo, nella nostra grande istituzione massonica mondiale. L'altra forza ha il suo campo operativo in un corpo organizzato che cerca di sussistere senza alcun riguardo per la libertà e l'emancipazione individuale. Da un lato vi è un'istituzione che esiste da tempi immemorabili e che attraverso una successione di epoche dà la luce ai suoi adepti. Dall'altro lato, c'è un'organizzazione trincerata che si pone come campione dell'ignoranza, della superstizione e del timore, e che domina e controlla la ragione e la coscienza dei suoi fedeli».

 

Ecco ciò che, dal canto suo, ha scritto Jirah Dewey Buck nel suo libro The Genius of Freemasonry:

 

the genius of freemasonry«Ciò che i nostri antichi fratelli dei Grandi Misteri chiamavano gli Déi Immortali era semplicemente il risultato di una normale evoluzione [...]. Prima un mollusco, poi un pesce, poi un uccello, poi un mammifero, poi un uomo, poi un Maestro, poi un Dio [...]. I teologi che hanno fatto di Gesù una caricatura e un feticcio, ignoravano questa evoluzione normale e progressiva [...], perciò hanno creato un baratro invalicabile tra l'uomo Gesù e Cristo, o tra l'uomo e Dio [...]. In certe epoche e in certi luoghi, c'è stata una tendenza a "cristianizzare" certi Gradi massonici. Ogni orientamento sèttario o religioso dato ad un qualsiasi Grado massonico è in opposizione formale con il vero Genio della Massoneria [...]. I massoni sono uomini liberi e non degli schiavi. Non ci sono né ci possono essere uomini liberi laddove il papismo regna. Questo principio di libertà è alla base della Massoneria come lo è di questo Governo. È necessario comprendere il vero Genio di queste due istituzioni e distinguerle nettamente perché sono antagoniste al grado supremo. Questi due poteri mondiali rappresentano un'antitesi completa» 13.

 

Walter Leslie Wilmshurst, che ricopriva una carica importante all'interno della Massoneria inglese, pur essendo più riservato e prudente nei termini dei suoi colleghi americani, esprime concezioni analoghe. Egli ci spiega che la Massoneria è una forma di rinascita dell'antica Gnosi, la famosa eresia, sintesi delle teosofie pagane, contro la quale i primi Padri della Chiesa lottarono tenacemente 14. È molto interessante riportare a questo punto la testimonianza vissuta di un ex massone, lo scrittore Jacques Marquès-Rivière (1903-2000), il quale abbandonò la Massoneria in seguito ad alcuni scandali. Jacques Marquès-Rivière ha vissuto nell'ambiente della Loggia iniziatica e l'ha descritta in diverse sue opere.

 

«La resistenza della Massoneria al tempo, questa perennità attraverso duecento anni di vita tormentata, è un fenomeno di un'attrattiva singolare per un'opera che non vuole poggiare sullamassoni in loggia pietra angolare di una Rivelazione divina. Un passato tanto lungo suppone una dottrina stabile e permanente, nonostante le variazioni di interpretazione che gli hanno dato i suoi successivi adepti. Se questa sètta si accontentasse di fare della politica, si potrebbe lasciare ai partiti di difendersi con i loro mezzi, ma dietro agli atteggiamenti, alle pagliacciate e ai banchetti, c'è qualcos'altro di molto temibile che tira i fili di tutti questi fantocci. In tutta la Massoneria c'è uno strano profumo. È un'atmosfera di silenzio inquieto, segreto, esoterico [...], una sensazione di mistero che regna nella sètta che ne forma lo spirito e che ne alimenta la vita spirituale. La Massoneria parla di iniziazioni, di spiritualità, di misticismo, di religione, di liberazione. Essa rientra dunque nella cornice della metafisica, almeno nominalmente. Ora, lo studio interiore, vissuto da questa sètta, mi ha dimostrato che il suo scopo principale è uno strano capovolgimento dei valori tradizionali che formano la base stessa di ogni spiritualità. Ho acquisito la testimonianza vissuta non dell'esistenza di un piano occulto, il che sarebbe inesatto, ma dell'esistenza di un pensiero anti-tradizionale, anti-spirituale, anti-cristiano [...]. Che questo stato d'animo sia incosciente, non rivelato, non percepibile, sono il primo a dichiararlo; che ci sia tanta buona fede, molta buona volontà, e che talvolta sia anche toccante, lo riconosco, ma ciò non basta. È tutto un mondo, è tutta una dottrina, è tutto un stato d'animo, è tutta una gerarchia, è tutta una falsa chiesa che bisogna fuggire. I pericoli sono grandi, i rischi simbologia massonicaterribili e la morte spirituale non è una parola vana. In verità, l'utopia dell'uomo auto-sufficiente è una forma di egoismo mostruoso, sovrumano, diabolico. Occorre che una tale suggestione sotto la forma collettiva e razionale dell'epoca attuale sia di un'origine sovrumana per divenire comprensibile. C'è [...] un profondo mistero d'iniquità, una rivolta spirituale aspra e terribile di cui pochi sono coscienti, ma la cui ebbrezza fa girare molte teste. È questo spirito, generato dal Rinascimento, che ha presieduto alla costituzione delle Logge da parte di Anderson, figlio spirituale degli anti-tradizionalisti. Esso ha regnato sulla società viziata del XVIII secolo e, impadronendosi delle coscienze popolari, ha provocato quell'orrenda carneficina, quello scatenamento della bestia: la Rivoluzione del 1789. Multiforme Fenice che rinasce dalle sue ceneri, chiedendo in prestito mille maschere, esso regna da allora come sovrano sulla civiltà occidentale» 15.

 

Dal canto suo, uno scrittore tedesco, il barone Albrecht von Stotzingen (1864-1938), ha riassunto chiaramente l'essenza della Massoneria, che è l'umanitarismo:

 

«In ultima analisi, i massoni dirigenti pensano che l'uomo sia padrone di sé stesso e che non esista alcuna autorità infra o sovrumana. In altri termini, l'umanitarismo è il principio dell'autonomia morale e spirituale dell'uomo liberato da ogni autorità superiore, e questa è la baseuomo divinizzato fondamentale di ogni vera Massoneria. Tale concezione non lascia naturalmente posto ad un Dio personale esterno al mondo, né alcun posto ad una forma di governo stabile che poggi su di una base divina. Spinta alle sue estreme conseguenze, questa concezione deve condurre all'anarchia totale e al combattimento di tutti contro tutti, perché senza un ordine morale che poggi su di una base divina, ogni organizzazione legale, statalista e sociale manca di un fondamento reale. È vero che in molti Paesi la Massoneria non conduce i suoi principî fondamentali alle loro estreme conseguenze, di cui del resto la maggior parte dei suoi membri non sospetta nemmeno l'esistenza, ma ciò non cambia nulla nel fondo del problema. Definita l'essenza della Massoneria, facciamo subito notare le affinità che la uniscono al liberalismo; si può dire anche che la Massoneria è il liberalismo organizzato, di cui forma il grande Stato Maggiore. Tuttavia, il liberalismo si limita a riconoscere il principio umanitario di cui vuole rigettare le conseguenze. Molto più logico, il socialismo, generata dal liberalismo, non esita ad andare fino in fondo applicando i suoi principi ovunque può. Il principio massonico umanitario non conduce solamente alla rivoluzione, ma è la rivoluzione stessa, e ha trovato la sua espressione politica nei Diritti dell'Uomo della Rivoluzione francese del 1789. La parentela spirituale che unisce la Massoneria al liberalismo e al socialismo esagramma massonicospiega anche il fatto stupefacente che il ricco massone o liberale si trova, malgrado tutto, nel campo del proletariato socialista che lotta contro la concezione conservatrice del mondo. L'osservazione dell'essenza più profonda della Massoneria ci spiega anche un'altra parentela: quella che unisce la Loggia al giudaismo. L'ebreo moderno è incline, tranne qualche eccezione, ad una concezione liberale del mondo che si allontana sempre più dalla solida base di una religione positiva [...]. Negli scritti dei dirigenti ebrei troviamo le stesse frasi che la Massoneria utilizza senza tregua. È dunque perfettamente comprensibile che l'ebraismo si sia presto avvicinato alla Massoneria e che grazie alle sue notevoli facoltà di adattamento abbia assunto un'influenza crescente. Non ci si sbaglia affermando che oggi la maggior grande parte delle Logge è sottomessa all'influenza ebraica e esse che formino le truppe d'assalto spirituale dell'ebraismo [...]. Se gettiamo ancora una volta lo sguardo sull'essenza più profonda del pensiero massonico, constatiamo che il principio umanitario non sia in fondo nient'altro che l'antico "non serviam" che risuona senza tregua nel cuore dell'uomo fin dalla caduta originale, in lotta continua col suo migliore io» 16.

 

Per concludere tale soggetto, ora dimostreremo mediante testi originali le affinità di concezione che uniscono su questo punto la Massoneria, il giudaismo e il comunismo. Ecco ciò che ci dice François Fejtö (1909-2008), uno scrittore ebreo di origine ungherese che ha pubblicato alcune opere assai interessanti sul comunismo e sull'antisemitismo nella Russia sovietica. Fejtö comincia mostrandoci che Karl Marx (1818-1883) ha dichiarato guerra a Dio:

 

«Come ha detto Karl Marx, bisogna innanzitutto sbarazzarsi della finzione di Dio. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Dio è il male. È il fantasma di Dio che ci impedisce di coronare i nostri sforzi per fare esistere realmente ciò di cui la religione è solo un sogno abortito: il regno della giustizia, della felicità e del paradiso sulla terra. Lo sfruttatore, il capitalista, il predone numero una dell'umanità è Dio. È lui che è il fondamento, la sorgente morale di tutte le disuguaglianze e di tutte le iniquità esistenti. Egli è l'ostacolo. Non è che socializzando Dio che riusciremo a socializzare la società e ad umanizzare l'uomo. Non c'è più compito importante e più urgente che sollevare l'uomo contro il miraggio di Dio. È la rivoluzione delle rivoluzioni, il giudizio finale che riunirà i buoni e rovescerà i cattivi. Finché il fantasma di Dio abiterà le coscienze umane, non ci sarà felicità, né vera gioia, né pace, né tranquillità. Con Marx, la guerra è stata dichiarata al fantasma di Dio. È il programma della rivolta più radicale. Dio, all'origine è un sogno dell'uomo, è l'immagine del potere, della perfezione e della sicurezza sognata dall'uomo. È in questa immagine né dèi né padroniche la fragile creatura investe il meglio di sé, il suo ideale, la sua gloria e la pienezza della sua essenza. Essere come Dio: ecco il sogno di Adamo e di Prometeo, il desiderio segreto e proibito, proibito perché desiderato. Essere come Dio: ecco la salvezza, il paradiso, la pulsione originaria, la raccolta dei frutti, la religione del godimento. Adamo ha avuto ragione a volere mangiare la mela. Era suo buon diritto, il suo dovere. Lungi dall'essere sospetto, il suo atto prefigura l'azione futura dell'umanità. Tutta la dialettica sta in questo atto. Si vieta al povero di raccogliere la legna secca? Si approprierà della legna verde. Chi lo impedisce? Chi impedisce all'uomo, "questo quarto stato", questo nulla, di volere il Tutto? Chi ci impedirà a noi, i senza diritti, i senza proprietà, di prendere il nostro piacere, di regnare, di governare e di possedere? Niente, tranne la coscienza mistica, questa deviazione della visione originaria tramutata in alienazione; la coscienza religiosa che pone l'esistenza di Dio e che chiude l'accesso a Dio» 17. «La religione incatena l'uomo, lo lega al suoribellione contro Dio passato, lo paralizza. Al diavolo la morale della rassegnazione che "distoglie l'uomo dalla lotta per il suo vero fine"! La salvezza non è nei cieli, né in una felicità oziosa: essa è nell'avvenire, sulla terra, nella lotta per l'avvenire e per la terra. Il vangelo, quello vero, non è un messaggio di umiliazione. Eccolo il vero messaggio: l'uomo è adulto. È il padre di sé stesso. Non ha più bisogno di paternalismi mistici o altri. "Lo Stato sono io", ha detto Luigi XIV. Dio siamo noi, ci grida Marx [...]. Noi, i diseredati di tutte le razze, il proletariato, questo popolo eletto. È per il proletariato che l'uomo, sbarazzandosi di ogni pastoia feudale e borghese, dissipando ogni coscienza mistica, si eleverà fino a divenire un Dio che si ama di un amore infinito. Egli caccerà i filistei da Canaan, si installerà nella Terra promessa, lavorerà nella gioia, consumerà secondo i suoi bisogni e svilupperà le forze produttrici; e dopo avere castigato duramente i cattivi, castrato i proprietari e cacciato i feudatari, egli farà infine regnare la pace e la giustizia».

 

Poi Fejtö ci mostra l'apporto ebraico alle idee di Marx:

 

ebrei ortodossi«Così, il comunismo, sotto un manto scientifico e dialettico, ha fatto rinascere l'antica idea fissa degli ebrei, l'idea della salvezza concreta, materiale e immediata. Si fa derivare il marxismo dalla filosofia tedesca, dalla concezione utopistica francese o dall'economismo inglese. Ma in Marx, c'è alla fonte del suo pensiero una retorica, una rivolta il cui carattere "ebraico" mi sembra evidente. La partenza di Marx, è la critica della religione, la critica più radicale dell'opera di Dio. Con mano ferma, Marx "ha smascherato" la religione e non ha trovato dietro le sue immagini che la triste nudità degli interessi economici. Dio, una chimera. La religione (su questo punto, l'accordo tra Marx e l'anticristiano Nietzsche è perfetto) è un diversivo, una deviazione; essa propone delle consolazioni dubbiose all'uomo alienato anziché mobilitare le sue energie. Con Marx, la lite di famiglia assume un aspetto globale, generale. Dio è rimesso in causa in nome dell'umanità tutta intera; egli è proclamato decaduto; i suoi attributi di onnipotenza e di onniscienza sono rivendicati dall'uomo, l'uomo totale, il nuovo Dio con cui il partito comunista costituirà la Chiesa».

 

Come si vede, si tratta di idee molto simili a quelle che abbiamo appena visto affiorare nelle opere dei dottrinari della Massoneria.

 

«L'ebreo è paziente. Era paziente [...]. Ma la pazienza ha dei limiti. Egli ha sporto querela. Ha sporto querela a Dio contro Dio. E questo processo dura da sempre. Non comprende nulla dell'ebreo,ebreo ultra-ortodosso di ciò che lo tormenta, di ciò che lo esalta, colui che non vede che è un popolo a processo. È il popolo che si erige per chiedere ciò che gli è dovuto, per denunciare l'ingiustizia di Dio [...]. Siete per eccellenza il popolo geloso. Ecco la vostra verità e la vostra menzogna, ecco la vostra maledizione [...]. In effetti, questi termini dell'alleanza portano il segno del vostro spirito. Siete voi che portate il nome di "geloso", siete voi che esigete da Dio che non tratti con gli altri popoli, che ripudi tutti gli altri suoi figli. Tutto o niente: ecco il vostro motto e non il suo. Figli tirannici, lo volete tutto per voi. Con il pretesto di farne il vostro unico Signore, il vostro unico Maestro, il vostro unico Re, in realtà vi ostinavate a fare scendere questo Dio al vostro livello, a dominarlo, a farne lo schiavo e lo ebreo protestastrumento della vostra espansione nazionale [...]. Ed ecco che spunta nella vostra anima, nei bassifondi della vostra coscienza collettiva, in questi quartieri in cui nessuno osa inoltrarsi una volta scesa la notte, questo sogno indicibile, mostruoso, di farlo scomparire in un modo o nell'altro, di sostituirlo, di divenire come lui, di essere Dio. Non avete impiegato molto tempo a trasformarvi da Adamo in Caino, ad uccidere Abele, ossia il migliore di voi, quello la cui offerta era stata accettata [...]. Ed è ancora là il vostro peccato. Il nostro peccato. È ancora là il peccato originale che avete fatto di tutto per negare, per farne un fantasma, un mito, un'illusione [...]. E non c'è acqua sulla terra che plachi la nostra sete. Siamo come una bestia ferita e febbricitante che corre verso la fontana, di fontana in fontana, ma sempre invano. Siamo una piaga aperta che non si cicatrizza mai. Un vuoto che grida dopo il suo contenuto, ma che nulla vuole riempire. Ecco perché siamo diventati, e non per altro, degli eterni nomadi. Non possiamo restare in nessun posto. La nostra felicità è sempre altrove» 18.

 

 

Una conclusione essenziale emerge da tutti questi testi: si tratta di una guerra di religione. Lo spirito di questa guerra è stato descritto mirabilmente dal poeta ebreo tedesco Heinrich Heine (1797-1856) in quel libro affascinante, spaventoso e profetico che è Lutetia, redatto nel 1843. Parlando della lotta tra il liberalismo e le religioni che divideva la Francia dal 1789, Heine ha scritto:

 

«La disputa stessa non finirà così presto, perché essa ha la sua radice in una dissidenza che data da secoli, e che forse bisognerebbe guardare come l'ultima ragione di tutti gli sconvolgimenti nella vita politica dei francesi [...]. Il vero significato di queste dispute non è nient'altro che l'antica opposizione tra la filosofia e le religioni, tra il libero esame della ragione e la credenza nella rivelazione divina, opposizione che, condotta dagli uomini di scienza, fermentava costantemente, siaheinrich heine tra la nobiltà che nella borghesia, e che è pervenuta alla vittoria nel 1789. Sì, abbastanza spesso alcuni attori superstiti della tragedia dello Stato francese, certi politici dai ricordi più vivi, hanno finito per confessare in mia presenza che in fin dei conti la rivoluzione in Francia proveniva unicamente dell'odio contro la Chiesa, e che il trono era stato distrutto perché proteggeva l'altare. Secondo la loro opinione, la monarchia costituzionale si sarebbe potuta stabilire già sotto Luigi XVI; ma si temeva che il re ortodosso non potesse restare fedele alla nuova costituzione a causa dei suoi scrupoli di coscienza, si temeva che le sue convinzioni religiose gli stessero più a cuore dei suoi interessi mondani; e Luigi XVI divenne la vittima di questo timore, di questa preoccupazione, di questo sospetto! Era sospetto; ecco il crimine che in questo tempo di terrore si puniva con la morte. Sebbene Napoleone abbia ristabilito e avvantaggiato la Chiesa in Francia, la sua volontà orgogliosa e cavillosa era tuttavia ritenuta come una sufficiente garanzia che il clero non avrebbe potuto, sotto il suo regno, avere troppe pretese, e ancor meno di giungere al dominio: li tratteneva più fortemente di noi, e i suoi granatieri che camminavano con il fucile in mano accanto alle processioni, sembravano essere la scorta della cattività della religione più che la guardia d'onore. Il potente Cesare dallo scettro di ferro voleva regnare da solo, non voleva dividere il suo potere nemmeno con il Cielo, tutti lo sapevano. All'inizio della Restaurazione, le figure divennero più preoccupate, e gli uomini della scienza provarono di nuovo brividi segreti. Ma Luigi XVIII era un uomo privo di convinzioni religiose, uno sbruffone di spirito che componeva pessimi versi in latino e che mangiava ottimi pâté di fegato; ciò rassicurò il pubblico. Si sapeva che non avrebbe rischiato la corona e la testa per guadagnare il Paradiso, e meno lo si stimava come uomo, più ispirava fiducia come re: la sua frivolezza era una garanzia che lo sollevava anche dal sospetto di favorire il nero nemico ereditario della Francia liberale, e se fosse rimasto in vita, i francesi non avrebbero fatto una nuova rivoluzione. L'hanno fatta solamente sotto il regno di Carlo X, un re che meritava personalmente la più alta stima, e di cui si era convinti che, sacrificando tutti i beni terreni per la salvezza della sua anima, avrebbe combattuto con un coraggio cavalleresco e fino al suo ultimo respiro per la difesa della Chiesa, contro Satana e i gentili rivoluzionari. Lo si detronizzò proprio perché era considerato un uomo nobile, coscienzioso e onesto. Sì, era fatto così, proprio come Luigi XVI; ma nel 1830, il solo sospetto sarebbe bastato per votare Carlo X alla sua rovina. Questo sospetto è anche la vera ragione per cui suo nipote non ha avvenire in Francia [...]. È una vera felicità per la dinastia di Luglio che per effetto del caso e delle circostanze del tempo sia sfuggita a questo sospetto mortale» 19.

 

Heinrich Heine era dotato di una lucidità e di una chiaroveggenza da visionario quando si trattava della Rivoluzione, perché Heine, celebre nel mondo intero come l'ammirevole e dolce poeta di Intermezzo lirico (1823) era, in effetti, un rivoluzionario pieno di odio e un fanatico comunista; è lui stesso a dirlo, o meglio, a proclamarlo a piene lettere in Lutetia.

 

«Non ho descritto il temporale, ma i grossi nuvoloni che [...] si avvicinavano oscuri fino a far rabbrividire. Ho fatto rapporti frequenti e precisi sulle sinistre legioni, su questi titani trogloditi che erano in agguato negli strati infimi della società, e ho lasciato intravedere che sarebbero spuntati dalla loro oscurità quando sarebbe venuto il loro giorno. Questi esseri tenebrosi, questi mostri senza nome ai quali appartiene l'avvenire, non erano generalmente guardati che attraverso le grossacomunismo - morte estremità del binocolo; e considerati così, avevano realmente l'aria di pidocchi in preda alla pazzia. Ma li ho mostrati nella loro grandezza naturale, in piena luce, e visti in questo modo somigliavano piuttosto ai coccodrilli più formidabili, ai draghi più giganteschi che siano mai usciti dal fango degli abissi [...]. "Comunismo" è il nome segreto di questo avversario formidabile che oppone il regno dei proletari in tutte le sue conseguenze all'attuale regime della borghesia. Sarà uno spaventoso duello. Come si concluderà? È ciò che sanno solo gli dèi e le dèe la cui mano plasma l'avvenire. Per nostra parte sappiamo solamente che il comunismo, sebbene ora sia poco discusso, e che trascini la sua esistenza malaticcia nelle mansarde nascoste su di uno strato di miserabile paglia, è tuttavia l'eroe oscuro cui è riservato un ruolo enorme, sebbene passeggero, nella tragedia moderna, e che aspetta solamente la replica per entrare in scena [...]. Tempi duri e pieni di sconvolgimenti si avvicinano rombando, e il profeta che volesse scrivere una nuova Apocalisse avrebbe da inventare mostri completamente nuovi e così spaventosi che i vecchi animali simbolici descritti da San Giovanni paragonati ad essi non sembrerebbero che dolci tortorelle e graziosi amori. Per compassione verso le povere e piccole creature umane gli dèi si velano la faccia, chiudono le loro pupille secolari, forse anche per timore per la loro sorte. L'avvenire ha un odore di cuoio di Russia, di sangue, di empietà e comunismo in cambogiadella forza di colpi di bastone. Consiglio ai nostri nipoti di venire al mondo con una buona e spessa pelle sulla colonna vertebrale [...]. Questa confessione che l'avvenire appartiene ai comunisti, la feci con un tono di apprensione e di angoscia estrema, e ahimè, non era per niente una maschera! In effetti, è solamente con orrore e spavento che penso all'epoca in cui questi oscuri iconoclasti giungeranno al dominio: con le loro mani callose romperanno senza grazie tutte le statue di marmo della bellezza, così care al mio cuore; essi fracasseranno tutte queste stupidaggini e questi fronzoli fantastici dell'arte che tanto amava il poeta; distruggeranno i miei boschi di alloro e pianteranno delle patate; allora, i gigli che non filavano né lavoravano, e che tuttavia erano vestiti così magnificamente quanto re Salomone in tutto il suo splendore, saranno strappati dal suolo della società, a meno che vogliano prendere in mano il fuso; le rose, queste oziose fidanzate degli usignoli, avranno la stessa sorte; gli usignoli, questi cantanti inutili, saranno cacciati, e ahimè, il mio Libro dei Canti servirà al droghiere per farne dei cornetti dove verserà del caffè o del tabacco apprezzati dalle vecchie donne dell'avvenire. Ahimè! Prevedo tutto ciò, e sono preso da un'indicibile tristezza pensando alla rovina con cui il proletariato vincitore minaccia i miei versi che periranno con tutto il vecchio mondo romantico. E tuttavia, lo confesso con franchezza, questo stesso comunismo, così ostile a tutti i miei interessi e alle mie inclinazioni, esercita sulla mia anima un fascino da cui non posso difendermi; due voci si alzano in suo favore nel mio petto, due voci che non vogliono lasciarsi imporre il silenzio, che in fondo forse non sono che istigazioni diaboliche, ma comunque sia, ne sono posseduto, e nessun potere di esorcismo potrebbe domarle [...]. Ed io esclamo: questa vecchia società è stata giudicata da molto tempo e condannata. Che si faccia giustizia! Che sia distrutto questo vecchio mondo, in cui l'innocenza è perita, in cui l'egoismo ha prosperato e in cui l'uomo è stato sfruttato dall'uomo! Che siano distrutti da cima a fondo, questi sepolcri imbiancati, in cui risiedevano la menzogna e l'iniquità! "Fiat justitia, pereat mundus"» 20.

 

È questo spirito di fanatismo rivoluzionario che animava Edvard Beneš (1884-1948), l'anima dannata della Massoneria in Europa, quando proclamò alla vigilia della catastrofe: piuttosto l'Anschluss che gli Asburgo. Con ciò voleva dire: meglio l'invasione del mio Paese, la rovina delle mie ambizioni politiche, l'esilio e la morte, il trionfo del nazismo, tutto, piuttosto che la restaurazione di una monarchia cattolica in Austria 21. È questo spirito di fanatismo rivoluzionario che animava il politico ebreo francese Léon Blum (1872-1950), e che traspare in un articolo di fondo che apparve il 14 novembre 1939 sul Paris-Soir, un giornalediretto dal suo correligionario Pierre Lazareff (1907-1972), un quotidiano che allora aveva una tiratura di oltre un milione di copie.

 

edvard beneš

léon blum

pierre lazareff

Edvard Beneš Léon Blum Pierre Lazareff

 

Léon Blum commentava e criticava l'accordo russo-tedesco di agosto del 1939 firmato tra Stalin e Hitler, un accordo che avrebbe scatenato la Seconda Guerra Mondiale e che doveva essere così catastrofico per la Francia. Léon Blum mostrò chiaramente, proprio nell'agosto del 1939, per via della situazione mondiale, che Stalin, come il dio Giano, era maestro della pace e della guerra. Firmando con Ribbentrop l'accordo russo-tedesco, Stalin scatenò - ben sapendolo - automaticamente la guerra. Léon Blum esternò la sua amarezza contro Stalin e gli rimproverò di subordinare la sua condotta agli interessi imperialistici della Russia e ai suoi interessi materiali:

 

«Dico interessi materiali, perché personalmente, escludo deliberatamente dai suoi disegni l'immensa ambizione rivoluzionaria che fece la grandezza del comunismo, vent'anni fa. Gli interessi di Stalin sono gli interessi personali del suo dominio e gli interessi imperialisti della Russia, concepiti come faceva lo zarismo».

 

Questo testo è estremamente rivelatore del pensiero più profondo di Léon Blum. L'accordo russo-tedesco di agosto del 1939 ha scatenato la Seconda Guerra Mondiale e trascinato il nostro Paese in una catastrofe spaventosa. Bazzecole agli occhi di Léon Blum. Che gli importava della sorte dalla Francia, quella Francia di cui era stato due volte presidente del Consiglio? Dopo tutto, non si trattava né del suo Paese, né della sua razza, né della sua tradizione, né della sua religione. Ciò che era grave agli occhi di Léon Blum, ebreo rivoluzionario internazionale, era il crimine di Stalin, il quale aveva tradito lo spirito della Rivoluzione mondiale.

 

È esattamente il rimprovero che gli faceva Lev Trockij (1879-1940) e che lo condusse contro Stalin in un duello mortale. Trockij, l'ebreo apolide e messianico, il mago demoniaco della Rivoluzione mondiale, contro Stalin, l'asiatico, l'uomo d'acciaio, il freddo e implacabile realizzatore dell'imperialismo sovietico. «Rivoluzione permanente» contro «socialismo in un solo Paese». Si tratta dunque di una guerra di religione, la più grande guerra di religione di tutti i tempi perché si estende al mondo intero e non un solo Paese gli sfugge.

 

lev trockij.

Lev Trockij.


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Note

 

1 Traduzione di un estratto (pagg. 115-117) dall'originale francese Christianisme et Franc-Maçonnerie («Cristianesimo e Massoneria») Diffusion de la Pensée Française, Chiré-en-Montreuil, 1975, a cura di Paolo Baroni.

2 «Il luciferino - dice Alec Mellor - è un adoratore dell'arcangelo decaduto. Per lui, Lucifero fu condannato ingiustamente. Il sincero satanista, se esiste, sarebbe colui che adora il male in quanto tale». Mellor era apparentemente un anti-massone. In realtà, era favorevole ad una riavvicinamento tra Chiesa e sètta massonica. Da qui le sue posizioni scettiche circa l'esistenza di uno spirito satanico insito nella Massoneria (N.d.T.).

3 Cfr. L. Mellor, Nos Frères Séparés: les Francs-Maçons («I nostri fratelli separati: i massoni»). éd. Marne, 1961, pagg. 280-288.

4 Cfr. L. Mellor, La Franc-Maçonnerie à l'heure du choix («La Massoneria nell'ora della scelta»), Concordances, Marne, 1963.

5 Traduzione dalla rivista Verbe, in La Cité Catholique, Parigi, aprile 1961.

6 Questi due testi sono stati estratti da una bellissima conferenza sulla Massoneria tenutasi a Parigi nel marzo del 1932 da Colmet-Daage, avvocato alla Corte d'Appello.

7 Cfr. A. Mellor, La Franc-Maçonnerie à l'heure du choix («La Massoneria nell'ora della scelta»), Marne, 1961, pag. 148.

8 Cfr. O. Wirth, L'idéal initiatique, Le Symbolisme, Parigi 1927, pagg. 8, 10, 12, 36, 58.

9 Cfr. O. Wirth, Le Livre du Compagnon («Il libro del Compagno»), Ed. Dorbon Aîné, Parigi 1927, pag. 74.

10 Parigi, Librairie Maçonnique, 1929.

11 Cfr. T. M. Stewart. Symbolic Teachings or Masonry and its Message («Insegnamenti simbolici o Massoneria e il suo messaggio»), Stewart and Kidd Company, Cincinatti 1917. Stewart era un Venerabile di Loggia statunitense, ma anche membro corrispondente di Logge inglesi come la celebre «Quatuor Coronati».

12 Notiamo en passant questa perversione massonica, grossolana ma presentata in maniera sottile: la Massoneria, riportando tutto a livello del naturalismo e del materialismo, pretende di spiritualizzare la materia.

13 Cfr. J. D. Buck, The Genius of Freemasonry («Il genio della Massoneria»), Indo-American Book Co., Chicago 1907, pagg. 29, 43, 67.

14 Cfr. W. L. Wilmshurt, The Masonic Initiation («L'iniziazione massonica»), Rider and Co., Londra s.d.. I libri di Wilmshurst sono apparsi tra le due guerre mondiali.

15 Cfr. J. Marquès-Rivière, La Trahison spirituelle de la Franc-Maçonnerie («Il tradimento spirituale della Massoneria»), Ed. des Portiques, Parigi 1931, pagg. 103, 213, 224, 252.

16 Cfr. F. von Stotzingen, Die Freimaurer und ihre Weltanschauung («I massoni e la loro visione»), Verlag Der Gelben Helfe, Monaco 1930.

17 Cfr. F. Fejtö, Dieu et son Juif («Dio e il suo ebreo»), Grasset, Parigi 1960, pagg. 93, 134.

18 Ibid., pagg. 54, 111.

19 Cfr. H. Heine, Lutèce, Ed. Michel Lévy, Parigi 1855. Questo libro è composto di una scelta retrospettiva di articoli che apparsero sulla Gazette d'Augsbourg dal 1840 al 1843. Chi sono questi misteriosi personaggi che Heine ritiene una realtà vivente? C'è dunque un direttorio occulto della Rivoluzione mondiale?

20 Cfr. H. Heine, op. cit.

21 Fu lo stesso Beneš che fu presso Roosevelt l'ispiratore del trattato di Yalta, il trattato che causò la sua morte e che consegnò il suo Paese e metà dell'Europa ai sovietici.
 

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