di R. C.
Premessa
Le organizzazioni non governative (ONG) di livello internazionale operanti nell'ambito del sostegno all'infanzia godono abitualmente di grande simpatia presso la maggioranza delle persone. Quello che forse non tutti sanno però è che alcune di queste organizzazioni a volte agiscono con metodi non sempre trasparenti e secondo principî che potrebbero non essere condivisi dai proprî ignari benefattori.
Di conseguenza, dovrebbe valere per tutti una semplice regola generale: fare le dovute verifiche prima di elargire le proprie donazioni. Con questo articolo vogliamo infatti segnalare il lato oscuro di alcune famose ONG, che dietro la facciata umanitaria perseguono scopi assai discutibili. Normalmente ci si aspetterebbe che un'organizzazione specializzata nel sostegno ai bambini del Terzo Mondo si occupi più che altro di fornire aiuti alimentari, assistenza sanitaria e istruzione.
Eppure questa è solo una parte delle attività praticate da alcune delle più famose ONG, perché a dire il vero le loro azioni si spingono molto più in là. Cosa direbbero, ad esempio, molti ignari donatori se sapessero che una parte dei loro soldi servono in realtà a frenare lo sviluppo dei Paesi poveri, attraverso l'attuazione di programmi di riduzione della popolazione mediante la promozione di aborto e contraccezione?
Cosa direbbero se sapessero che queste politiche sono state ispirate da ricchissimi ultracapitalisti preoccupati di perdere le loro posizioni di privilegio? Cosa direbbero se sapessero che molte delle convinzioni relative alle questioni demografiche in realtà sono basate su concetti fasulli ma utili a fare il gioco di questi signori? Il nostro obiettivo è di far conoscere con qualche esempio il ruolo giocato in quest'ambito da alcune notissime ONG, come Save the Children, UNICEF, AMREF e OXFAM.
Save the Children
Per capire in concreto di cosa stiamo parlando, iniziamo da Save the Children, prendendo in considerazione la presa di posizione del proprio responsabile per la comunicazione, Filippo Ungaro, pubblicata il 4 luglio 2012 sul sito italiano:
Sopra: Filippo Ungaro.
Abbiamo scelto questa citazione perché ci permette subito di sviscerare il nocciolo della questione: Save the Children ritiene che sia doverosa la limitazione delle nascite per aiutare i Paesi in via di sviluppo. Ma siamo davvero sicuri che sia la soluzione giusta? E l'allarme sulla sovrappopolazione del pianeta, che ci sentiamo ripetere ormai da cinquant'anni, è realmente fondato?
Lo sarebbe se fosse vero che le risorse effettivamente non bastano per tutti. E invece se andiamo a vedere i dati ufficiali del rapporto del 2013 della FAO (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura), nel mondo le risorse alimentari sarebbero più che sufficienti per sfamare tutti i 7 miliardi di abitanti del pianeta, dal momento che annualmente verrebbe prodotto cibo per ben 12 miliardi di persone. Paradossalmente però a causa degli sprechi alimentari e delle disparità economiche tra i vari Paesi più di 800 milioni di persone soffrono la fame 2.
Ma allora vuol dire che alla fin fine basterebbe ridurre gli sprechi e distribuire più equamente quanto viene prodotto? Ebbene sì, tanto che in tempi recenti anche la celebre rivista scientifica Nature ha definito l'idea che la popolazione cresca in maniera esponenziale «uno dei miti scientifici che non moriranno», spiegando come non ci sia alcuna emergenza, che il tasso di crescita sia oggi più o meno lo stesso del 1965, e che verosimilmente si arriverà a raggiungere i 9,7 miliardi di persone solo nel 2050 3. Persino il New York Times, storico quotidiano liberal progressista, nel 2015 ha finalmente smentito il fatto che l'aumento della popolazione possa essere un problema:
Eppure ancor oggi moltissime persone si basano sull'idea infondata che il mondo sia sovrappopolato e che la povertà dipenda da un elevato numero di figli. Si pensa che il mondo sia come una torta da dividere in varie parti: più saranno le fette, più sottili saranno. Ebbene, è ovvio che le risorse del pianeta non sono infinite, ma dobbiamo prendere atto, numeri alla mano, che la «torta» sarebbe abbastanza grande per soddisfare le esigenze di tutti. Il problema è che forse ci sono alcuni ingordi che ne vogliono troppa, come vedremo più avanti...
Per prima cosa quindi possiamo dire che Save the Children come minimo si basa su convinzioni errate. Ma c'è dell'altro. Per essere più convincente, la stessa ONG nei proprî siti e i blog in varie lingue lancia statistiche allarmanti sull'alta mortalità per gravidanza nei Paesi in via di sviluppo e sugli «aborti non sicuri», facendo intendere la necessità di garantire i «diritti riproduttivi» delle donne attraverso servizi di «salute riproduttiva». A leggere certe pagine sembrerebbe che la gravidanza fosse una malattia pericolosissima:
Sopra: anche la cantante Elisa è diventata ambasciatrice di Save the Children.
Anche in Costa d'Avorio l’attività è rivolta alla «sensibilizzazione sulla salute riproduttiva degli adolescenti» 6. In Uganda, nel distretto di Kasese, oltre ad fornire servizi di assistenza al parto e cura alle madri e ai neonati, l'organizzazione ha un progetto partito nel gennaio 2017 che andrà avanti fino a dicembre 2019 il cui obiettivo dichiarato è:
Tra le principali attività troviamo anche:
E tra i risultati già raggiunti:
Save the Children sia col suo sito web che con gli spot in TV cerca sempre di impietosire il pubblico con foto di bambini gravemente denutriti.
In tutti questi casi abbiamo visto come ricorra l'espressione come «salute sessuale e riproduttiva». Ma in concreto cosa vuol dire? Fornire farmaci per curare malattie sessualmente trasmissibili o problemi incorsi durante la gravidanza? Non proprio, o comunque non solamente questo.
Come denunciato più volte dalle associazioni pro life, nel linguaggio utilizzato dalle varie organizzazioni internazionali, specie quelle che collaborano con l'ONU e le sue agenzie, con questi termini, «salute riproduttiva» e «diritti riproduttivi» si include anche l'aborto legale, quando non sarebbe conveniente nominarlo in maniera esplicita. Usare termini più ambigui permette quindi di aggirare eventuali obiezioni e soprattutto facilita la raccolta di fondi anche tra coloro che non accetterebbero che i proprî soldi vengano utilizzati per eliminare i bambini fin dal grembo materno. Nelle linee guida dell'ONU si spiega infatti che
Si noti bene che in questo caso si parla di «aborti non sicuri», che per l'ONU vanno quindi combattuti con la legalizzazione. Se ci si pensa è quello che è avvenuto in Italia e negli Stati Uniti, dove, per far cambiare opinione alla popolazione tendenzialmente contraria alla legalizzazione dell'aborto, vennero lanciate campagne mediatiche tendenti a ingigantire in maniera sproposita il numero degli aborti clandestini e delle donne morte per questa pratica 9. Si pensi che in Italia negli anni '70 i giornali parlavano addirittura di 3 o 4 milioni di aborti clandestini l'anno: se fosse così allora ogni donna italiana nel corso della propria vita avrebbe avuto in media addirittura otto aborti procurati!!!
Manifestazione pro aborto in Italia negli anni '70.
Eppure, nella già citata presa di posizione ufficiale di Save the Children, in un aggiornamento del novembre 2014, si chiariva espressamente «che la pratica dell’aborto non è in nessun modo promossa all’interno dei progetti di pianificazione familiare realizzati» 10. Dovrebbe far riflettere anche il fatto che tra i maggiori finanziatori di Save the children abbiamo la Bill & Melinda Gates Foundation, capace di fare donazioni anche da 50 milioni di dollari alla volta per promuovere la «pianificazione familiare».
La fondazione del miliardario dell'informatica si è sempre adoperata per promuovere il controllo demografico nei Paesi in via di sviluppo e in generale per aiutare le organizzazione abortiste di varie parti del mondo. Per fare un esempio, se si va a dare un'occhiata al database presente nel sito ufficiale della fondazione, chiunque può verificare che solo negli ultimi dieci anni sono stati elargiti quasi 80 milioni di dollari all’International Planned Parenthood Federation (IPPF), ossia la più importante federazione di organizzazioni abortiste a livello mondiale 11.
Ricordiamo che l'organizzazione madre, Planned Parenthood, venne fondata da Margaret Sanger (1879-1966), attivista femminista, razzista e promotrice dell'eugenetica, che fin dai primi anni si fece finanziare dalla famiglia Rockefeller. Sul sito della Rockefeller Foundation si può persino trovare la richiesta che la Sanger inviò nel 1924 al Bureau of Social Hygiene, un organismo controllato da John David Rockefeller III (1906-1978), che qualche anno più tardi creerà il Population Council, un ente assai attivo nel campo del controllo demografico.
Il Population Council è stato ed è tutt'ora uno strumento di consulenza (e pressione) verso i governi in via di sviluppo per programmi di pianificazione familiare. In questo ambito nel 1967 ottenne persino la collaborazione della Disney, che realizzò un cartone animato propagandistico (tradotto in venticinque lingue) per incentivare l'uso della contraccezione. Inoltre, non va dimenticato il ruolo di primissimo piano nel finanziamento della ricerca di sempre nuovi contraccettivi 12.
A questo punto non dovrebbe sorprendere più di tanto il fatto che Save the Children faccia parte di quel gruppo di organizzazioni riunite nella Scottish Alliance for Children’s Rights (Together) che nel 2014 in Scozia ha proposto di estendere anche ai bambini il suicidio assistito e l'eutanasia, sulle orme di quanto già avvenuto in Belgio 13. Non c'è da meravigliarsi che qualcuno abbia ribattezzato questa associazione col nome di Kill the Children! E per non farsi mancare niente, negli ultimi anni Save the Children porta il suo sostegno alla causa omosessualista appoggiando le associazioni LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) in varie parti del mondo, come ad esempio in Vietnam 14.
Save the Children era una delle ONG che effettuavano il «salvataggio» dei migranti nel Mediterraneo.
UNICEF
Passiamo ora alle attività meno note dell'UNICEF (sigla che sta per United Nations International Children's Emergency Fund, ossia Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia). Nel sito italiano, nella pagina che dovrebbe chiarire la posizione dell'organizzazione riguardo l'aborto, è presente la lettera ufficiale con cui nel 2010 il presidente Vincenzo Spadafora assicurava che
La lettera servì a tranquillizzare molti cattolici, tant'è che anche negli anni successivi le iniziative dell'UNICEF sono state pubblicizzate da vari periodici legati all'ambiente ecclesiastico, per non parlare dell'Osservatore Romano e di Radio Vaticana, come viene spiegato dalla medesima fonte. Eppure in passato, quando era molto più rigorosa di oggi nelle questioni di bioetica, la stessa Chiesa cattolica aveva cancellato il contributo simbolico che elargiva proprio all'UNICEF, accusandola di sostenere pratiche contro la vita. I dettagli li riportiamo da un articolo del quotidiano La Repubblica, del 5 novembre 1996:
In realtà, nonostante le smentite ufficiali, da allora la situazione non è mai cambiata. In un documento del 2007 sottoscritto dall'UNICEF in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con l'UNFPA (il fondo ONU per la popolazione) e con l'UNAIDS (il programma ONU contro l'AIDS), intitolato Linking Sexual, Reproductive, Maternal and Newborn Health - The Circle of Life, oltre ad un paragrafo dedicato alla fornitura di «servizi di pianificazione famigliare di alta qualità», ve n'è uno espressamente dedicato all'eliminazione «dell'aborto non sicuro»:
Vi sono vari messaggi di questo tenore nelle pagine dei siti web ufficiali dell'organizzazione.
Attenzione: questa è proprio una delle modalità attraverso le quali le ONG giocano sulla buona fede dei loro benefattori. La prima cosa da chiedersi infatti sarebbe: se vi sono donne che muoiono per aborti in condizioni non sicure, perché non aiutarle semplicemente ad evitare l'aborto, rimuovendone le cause? Eppure nei documenti ufficiali sembra che l'unica preoccupazione sia quella di fornire servizi abortivi «in condizioni sicure». In un'altra pagina dedicata ad un progetto in Sierra Leone, dove si dichiara l'impiego di fondi per «realizzare campagne di educazione alla salute riproduttiva in decine di scuole superiori» 19.
Lo ripetiamo: l'espressione «educazione alla salute riproduttiva», nella neolingua dell'ONU è un modo subdolo per non dire espressamente «promozione di contraccezione e aborto». In altri Paesi, come ad esempio il Belize in Centro America, l'UNICEF per sua stessa ammissione ha tra i suoi partner la Belize Family Life Association (BFLA), ente federato all'International Planned Parenthood Federation, che abbiamo già ricordato essere la più importante federazione di organizzazioni abortiste a livello mondiale.
La rete di cliniche della BFLA tra i vari servizi fornisce anche l'aborto, come dichiarato esplicitamente nella Home Page del sito ufficiale:
In un altro rapporto UNICEF del 2011 riguardante la stima dei bisogni di cura per emergenze ostetriche e neonatali nella regione del Puntland (Somalia), si fa riferimento all'utilizzo di un metodo di aspirazione manuale del contenuto dell'utero denominato MVA (Manual Vacuum Aspiration), raccomandato dall'OMS per gli aborti nelle zone povere 21. Sempre dal sito dell'UNICEF si può scaricare un documento riepilogativo di un incontro con i produttori e i fornitori di prodotti diagnostici, vaccini, prodotti finiti farmaceutici e ingredienti farmaceutici attivi nell'ambito della «salute riproduttiva» tenutosi a Copenaghen (Danimarca) nel novembre 2015.
È un lavoro frutto della collaborazione tra UNICEF, UNFPA (United Nations Population Fund - Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) e WHO (World Health Organization, ossia OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità) 22. In questo file possiamo trovare non solo le indicazioni riguardanti i contraccettivi, bensì pure le raccomandazioni per ottenere un «aborto sicuro»: in primis l'uso di Mifepristone e di Misoprostol, che altro non sono che i farmaci utilizzati anche da noi per la famigerata pillola abortiva, la RU486.
Molto intensa è la pressione che l'UNICEF esercita anche sui governi affinché vengano approvate leggi che promuovano a legalizzazione dell'aborto, il controllo delle nascite e la sterilizzazione. Nel 2008 c'è stato, ad esempio, il sostegno alla campagna Deliver Now for Women and Children («Agisci ora per donne e bambini»), avente lo scopo di migliorare la salute delle donne e dei bambini, ma con un invito ai vari Paesi affinché promuovessero «l’aborto sicuro» (cioè legale) 23. Nel 2012, l'UNICEF ha utilizzato la propria influenza nelle Filippine, come riportato all'epoca dall'agenzia di stampa Asianews:
Qui sta il ricatto di chi detiene il potere nei Paesi ricchi: aiuti economici solo in cambio di politiche di riduzione della popolazione. Vedremo più avanti il fine di questo comportamento. Ci sarebbe da dire qualcosa anche sulle vaccinazioni nei Paesi del Terzo Mondo, la cui funzione non sembra essere semplicemente il contrasto a gravi malattie. La realtà potrebbe essere molto più raccapricciante: in alcuni Paesi in via di sviluppo sembra siano stati utilizzati vaccini modificati con lo scopo nascosto di sterilizzare le donne o provocare aborti spontanei. Il tutto sotto l'egida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo sistema abominevole è stato denunciato recentemente in Kenya, dove è stata effettuata una campagna di vaccinazione promossa dall'OMS e dall'UNICEF. Fortunatamente, alcuni medici se ne sarebbero accorti in tempo e la campagna non si è potuta portare a termine. Questo era quello che raccontava nel 2014 la professoressa Anna Bono, africanista ed ex ricercatrice in Storia delle Istituzioni dell'Africa all’Università di Torino, che aggiungeva:
Sopra: Anna Bono.
Le applicazioni pratiche sarebbero avvenute dagli anni '90 in India, in Messico, in Nicaragua e nelle Filippine. Del resto, in maniera implicita, questo utilizzo distorto dei vaccini lo ammise lo stesso Bill Gates nel febbraio 2010 quando fece capire implicitamente che i vaccini possono servire alla riduzione della popolazione 26.
Bill Gates: i vaccini, «qualcosa che io amo».
Un'altra cosa che di solito si pensa in buona fede é che l'UNICEF abbia particolarmente a cuore l'istruzione dei bambini. In effetti è vero, ma sembra non si preoccupi solamente di far imparare ai bambini la grammatica e la matematica, ma pare che si adoperi particolarmente per l'educazione sessuale, in modo da istruire i più giovani a fare pochi figli. A volte però trova l'opposizione dei governi locali, come accaduto in India nel 2007 in seguito ad un programma destinato ai ragazzini di età compresa tra i sei e i dodici anni.
Ancora più sconcertante quanto emerso nel 2002, quando
L'UNICEF si difese dicendo che quel libro era stato ritirato, ma vi furono testimonianze che smentirono queste affermazioni. Abbiamo già visto nel caso dell'aborto come questa ONG non si faccia scrupolo di dichiarare una cosa pubblicamente e fare poi il contrario. Alla luce di quanto riferito, non stupiscono nemmeno alcuni scandali di pedofilia come quello che nel 2017 vide coinvolto Peter Newell, attivista dei diritti dell'infanzia ed ex consulente dell’UNICEF condannato a sei anni e otto mesi di carcere a causa di abusi minorili compiuti ripetutamente dal 1960 al 1968.
Sopra: Peter Newell.
In effetti, spesso bisogna prendere con le molle le dichiarazioni ufficiali di queste organizzazioni e allo stesso tempo occorre imparare a decifrare certe espressioni utilizzate nei documenti ufficiali. Ad esempio, anche oggi tra gli obiettivi dell'UNICEF troviamo «l'empowerment femminile», cioè il dare maggior potere o responsabilità alle donne. Se questo si limitasse a dare maggior dignità alle donne nei Paesi del terzo mondo, dove spesso vengono realmente maltrattate, non ci sarebbe nulla di male, anzi, sarebbe lodevole. Ma già esplorando il sito ufficiale, spulciando tra gli obiettivi, dovrebbe sorgere qualche dubbio perché vi troviamo una terminologia sospetta:
Siamo forse troppo maliziosi? Forse no, visto che, sempre nel sito ufficiale, vengono utilizzate le solite espressioni tipiche dell'ideologia gender, tanto che si legge che un altro auspicio dell'UNICEF sarebbe quello di
Anzi, poco più avanti viene spiegato che
Ebbene, avere «diverse sessualità o identità di genere rispetto alla norma corrente» vuol dire che anche l'UNICEF é perfettamente in linea con l'ultima moda folle in fatto di politicamente corretto, quella che ha spinto Facebook a teorizzare l'esistenza più di cinquanta ipotetiche identità di genere!!! Ecco come si traduce in termini pratici tutto questo. A partire dagli anni '90
Carol Bellamy, a capo dell'UNICEF tra il 1995 e il 2005.
Comunque, visto che nel mondo occidentale dopo anni di propaganda, anche l'opinione pubblica sta cambiando atteggiamento sul tema dell'omosessualità, ultimamente certi aperture sono diventate piuttosto esplicite. Nel sito ufficiale, l'UNICEF auspica il riconoscimento dei matrimoni gay (o almeno delle unioni civili), nonché delle adozioni di bambini per coppie dello stesso sesso:
Dulcis in fundo, ricordiamo che, per non essere da meno di Save the Children, in Canada nel 2016 l'UNICEF ha proposto l'estensione dell'eutanasia ai minori 34.
Alcune delle star della musica che negli anni hanno sostenuto l'UNICEF: Katy Perry, Rihanna, Selena Gomes, Shakira, Beyoncé e Ricky Martin.
AMREF
Non c'è due senza tre: dopo Save the Children e UNICEF, passiamo ad un'altra nota organizzazione non governativa: AMREF (African Medical and Research Foundation). Anche qui, basta consultare i siti ufficiali. Quello italiano come al solito è un po' reticente, ma alcune frasi dovrebbero insospettire il lettore ormai smaliziato su questi temi. La strategia di comunicazione è sempre la stessa, ben collaudata dagli esperti del marketing antinatalista. Come abbiamo visto in precedenza, si parte sempre sviscerando numeri tragici dell'alta mortalità per parto (siamo nel sito italiano, sezione «cosa facciamo»):
Poi si parla di sostegno alla salute e ai diritti delle donne, che si traduce nel facilitare l'accesso alla contraccezione, seppure assieme ad altre iniziative:
Infine si ammette l'impegno a far cambiare la mentalità delle donne africane, senza tener conto che storicamente nei Paesi non occidentali spesso i figli sono visti come una ricchezza, come un aiuto in famiglia, come un sostegno per la vecchiaia:
Tutto questo senza mai nominare l'aborto. Occorre andare nel sito inglese per trovare qualche ammissione più esplicita, seppure condita dalle premesse del caso. Ecco la posizione ufficiale (che si richiama alla conferenze ONU sulla popolazione del Cairo e di Pechino):
Poi sostiene l'idea che la contraccezione possa essere utile a diminuire le gravidanze indesiderate e gli aborti, convinzione molto diffusa, ma smentita dalle statistiche. Purtroppo però è un argomento di facile presa, perché apparentemente logico. Ne consegue che
Per la sua opera, AMREF ha ricevuto numerosi premi, tra cui, nel 2005, il Gates Award for Global Health, dalla Bill & Melinda Gates Foundation. Poteva forse mancare il nostro Bill Gates? No, naturalmente, visto che in questo modo ha avuto la scusa per elargire all'ONG antinatalista un milioncino di dollari 37.
Casomai rimanesse ancora qualche dubbio sulle finalità anti-nataliste di AMREF, riportiamo un breve estratto di un articolo dell'Huffington Post del 2015:
Sopra: Githinji Gitahi.
Come vediamo anche in questo caso si insiste ancora sul falso problema dell'esplosione demografica. Comunque, se a qualcuno finora fosse sfuggita la Giornata Mondiale della Contraccezione, per il futuro se la segni in agenda! E riguardo ai diritti LGBT? Poteva forse mancare un qualche progetto specifico per loro? Leggiamo dal sito ufficiale:
In sintesi, una buona parte dell'attività di queste organizzazioni si basa sull'occultamento della verità. Vi è un lato visibile, fatto di attività sui cui nessuno potrebbe obiettare nulla (scolarizzazione e aiuti sanitari) e un lato seminascosto, orientato in maniera ossessiva alla diffusione di una mentalità contraccettiva ed abortista nei Paesi del terzo mondo e, negli ultimi tempi, anche l'aperto sostegno all'ideologia gender e omosessualista. Un modo ambiguo di agire, che però finora ha portato molto frutto, ingannando moltissime persone in buona fede che con le loro donazioni hanno creduto di aiutare i bambini dei Paesi poveri.
OXFAM
Anche per OXFAM, (Oxford Committee for Famine Relief – «Comitato di Oxford per il soccorso agli affamati»), confederazione di ONG nata per combattere la povertà, il discorso verte più o meno sugli stessi argomenti delle precedenti ONG. Per non essere troppo ripetitivi, ci limitiamo a qualche segnalazione. Questa la posizione di OXFAM riguardo all'aborto:
A parte che il bambino nel grembo materno sicuramente dissentirebbe da queste affermazioni, sfatiamo un luogo comune: contrariamente a quanto affermano tutte queste ONG, incrementando l'accesso all'aborto legale non diminuisce affatto la mortalità materna. Se infatti si vanno a vedere le statistiche dei Paesi in cui l'aborto è vietato o permesso solo in rari casi e l'uso della contraccezione non molto diffuso, si può notare la mortalità materna è molto bassa. Anche se a molti sembrerà strano, consigliamo loro una verifica senza pregiudizi sui dati reali: forse rimarranno sorpresi 41. In tema di sessualità e diritti anche OXFAM è assai moderna e di larghe vedute:
Anzi, forse anche troppo larghe, visto il grosso scandalo sessuale emerso nel 2017. Ecco quello che raccontava Repubblica:
E dato che si parla di aborto e diritti gay, non stupisce che tra i finanziatori di OXFAM ci sia la Open Society Foundations 44 dell'onnipresente George Soros...
I Coldplay sono da anni ambasciatori di OXFAM.
Considerazioni finali
In conclusione verrebbe da chiedersi come mai tutte queste ONG abbiano indirizzato una notevole parte delle loro risorse e delle proprie energie nel controllo demografico e come mai lo facciano con l’aiuto di tanti potenti finanziatori. Abbiamo accennato infatti al ruolo della Bill e Melinda Gates Foundation, della Open Society Foundations di George Soros, della famiglia Rockefeller (Rockefeller Foundation e Population Council), ma potremmo citarne molti altri, dalla Ford Foundation (che ha finanziato sia Save the Children che OXFAM e nel cui consiglio di amministrazione siede Cecile Richards, già presidente di Planned Parenthood) ad altri miliardari come Warren Buffett e Ted Turner (CNN) 45, solo per citare i più noti.
Riteniamo che si possa essere sicuri che costoro, con tutte le loro capacità e i loro mezzi a diposizione, siano sicuramente a conoscenza del fatto che la sovrappopolazione è un problema che non esiste. E allora, perché tutti questi enormi investimenti per promuovere contraccezione e aborto (oltre che le associazioni omosessualiste)? Perché costoro non si adoperano allo stesso modo per aiutare i disabili? Vediamo di dare una risposta con un semplice ragionamento economico.
Il fattore demografico è un potentissimo motore dello sviluppo: un alto tasso di crescita della popolazione si traduce in un notevole incremento della domanda interna (beni di consumo e servizi). Vuol dire avere molti più giovani e molte più persone in età lavorativa, per cui le risorse da destinare a sanità e pensioni saranno in proporzione assai minori rispetto ai Paesi con bassi tassi di natalità (come quelli occidentali).
Ovviamente rimarrà una notevole disponibilità di fondi per gli investimenti e alla fine del ciclo anche il prodotto interno lordo aumenterà. Si tratta di processi non certo immediati, che richiedono anni, ma che si sono verificati molte volte nel corso della storia. È noto che molti Paesi del Terzo Mondo dispongono di immense ricchezze nel sottosuolo, che però per diversi motivi vengono sfruttate da multinazionali estere (eredità dello sfruttamento coloniale, corruzione dei governi locali, mancanza di capitali, di conoscenze specifiche e di mezzi tecnici, ecc...).
Occorre quindi considerare che nel caso in uno di questi Paesi si verificasse il processo sopra descritto, cioè se l'aumento demografico portasse ad una crescita economica sostenuta, potrebbero verificarsi turbolenze nei prezzi delle materie prime e soprattutto i governi locali potrebbero rivendicarle per sé, per poter far sviluppare le proprie industrie. Le grandi multinazionali potrebbero avere qualche difficoltà di approvvigionamento, dovrebbero rivolgersi altrove in mercati meno favorevoli e vedrebbero quindi ridursi i loro profitti.
Questi argomenti, ad esempio, erano alla base del National Security Study Memorandum 200, un documento del 1974 oggi desecretato, voluto dal Segretario di Stato degli USA Henry Kissinger, mediante il quale si raccomandava al governo americano di incentivare le politiche di controllo demografico nel Paesi in via di sviluppo in cui gli USA avevano i loro interessi 46. Non fu questo un atto isolato, perché documenti di tal genere sono sempre stati una fissazione delle élite ai vertici del potere economico mondiale.
Basti ricordare, ad esempio, che pochi anni prima, nel 1969, Frederick S. Jaffe (1925-1978), vice presidente di Planned Parenthood e primo direttore del Guttmacher Institute inviò a Bernard Reuben Berelson (1912–1979), presidente del Population Council (ricordiamo, fondato dai Rockefeller) una serie di proposte (poi note come «Memorandum Jaffe») che i governi avrebbero dovuto intraprendere per ridurre la natalità (anche nei Paesi occidentali, che dovevano dare l'esempio): dalla diffusione di aborto e contraccezione fino alla sterilizzazione forzata, dall'incentivazione dell'omosessualità all'alterazione dell'immagine della famiglia tradizionale 47.
Ripetiamo: si tratta di politiche che vanno avanti da decenni e che vedono coinvolte le istituzioni sovranazionali, tutt'altro che super partes. Sul sito del Population Council infatti si può leggere:
Alla fine si comprende chiaramente che le élite che detengono il potere economico, per cercare di mantenere le proprie posizioni dominanti, si servono sia dell'opera di organizzazioni dichiaratamente abortiste come Planned Parenthood (IPPF), Marie Stopes International, National Abortion Rights Action League (NARAL), ecc..., ma anche di altre ben note ONG come Save the Children, UNICEF, AMREF e OXFAM, che godono di buona fama (immeritata) e che possono contribuire a rastrellare ulteriori ingenti quantità di fondi presso il grande pubblico, ignaro del loro utilizzo.
Di fronte a quest'impressionante dispiego di uomini e mezzi finanziari, finalizzato ad ottenere sempre maggiore ricchezza a scapito dei più poveri del mondo, possiamo fare poco. Se comunque non vogliamo essere complici di questo disegno diabolico attuato dagli ultracapitalisti, perlomeno possiamo evitare di donare soldi a queste organizzazioni e diffondere il più possibile queste informazioni.
Note
1 «Pianificazione familiare: uno strumento per salvare milioni di vite», pagina presente nella vecchia versione del sito: 2 Cfr. «Lotta agli sprechi alimentari per dare cibo a tutti», in Il Corriere della Sera, del 25 ottobre 2013 3 Cfr. M. Scudellari, The Science Myths that Will Not Die («Il mito scientifico che non morirà»), in Nature, del 16 dicembre 2015 http://www.nature.com/news/the-science-myths-that-will-not-die-1.19022 4 Cfr. C. Haberman, «The Unrealized Horrors of Population Explosion» («Gli orrori non realizzati dell'esplosione demografica»), in New York Times, del 31 maggio 2015 http://www.nytimes.com/2015/06/01/us/the-unrealized-horrors-of-population-explosion.html?_r=0 5 Dal sito ufficiale italiano (vecchia versione): http://staging.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=585 6 Dal sito ufficiale italiano: http://www.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=574 7 Tutte le citazioni riguardanti il progetto in Somalia sono prese dal sito ufficiale italiano: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/progetti/migliorare-la-salute-materno-infantile 8 Cfr. UNITED NATIONS POPULATION INFORMATION NETWORK (POPIN), UN Population Division, Department of Economic and Social Affairs, with support from the UN Population Fund (UNFPA), Guidelines on Reproductive Health http://www.un.org/popin/unfpa/taskforce/guide/iatfreph.gdl.html 9 Cfr. A. Socci, Con quale balla propagandistica si ottenne la legalizzazione dell'aborto in Italia, 6 gennaio 2007 Per un approfondimento su questo tema si vedano soprattutto: - M. Palmaro, Aborto e 194, Sugarco 2008; - A. Socci, Il genocidio censurato, Piemme 2006. 10 Cfr. «Pianificazione familiare: uno strumento per salvare milioni di vite», pagina presente nella vecchia versione del sito ufficiale italiano: 11 Dal sito ufficiale della Bill & Melinda Gates Foundation: «Save The Children Receives $50 Million Grant From The Bill & Melinda Gates Foundation» http://www.gatesfoundation.org/Media-Center/Press-Releases/2000/03/Save-The-Children Le donazioni a Planned http://www.togetherscotland.org.uk/pdfs/Together response to assisted suicide bill.pdf Parenthood sono documentate in questo database, da cui sono stati ricavate le cifre https://www.gatesfoundation.org/How-We-Work/Quick-Links/Grants-Database#q/k=Planned%20Parenthood Vedi R. Cascioli, «La strana campagna dei coniugi Gates a favore dell'aborto», in Il Giornale, dell'11 luglio 2012 http://www.ilgiornale.it/news/cultura/strana-campagna-dei-coniugi-gates-favore-dellaborto.html 12 La richiesta della Sanger si trova in questa pagina del sito della Rockefeller Foundation Dal sito ufficiale del Population Council, si possono ricavare tutte le informazioni circa la sua attività Si veda inoltre: Il filmato Family Planning della Disney: https://www.youtube.com/watch?v=t2DkiceqmzU 13 Cfr. P. Kearney, We Must Protect Our Children's Lives («Dobbiamo difendere le vite dei nostri figli»), in The Scotsman, del 31 luglio 2014 http://www.scotsman.com/news/we-must-protect-our-children-s-lives-1-3494241 https://www.togetherscotland.org.uk/membership/membership-organisations/save-the-children/ «A Call for Views by the Scottish Parliament's Health and Sport Committee on the Assisted Suicide (Scotland) Bill» Vedi L. Grotti, Save o Kill the Children? La famosa organizzazione chiede alla Scozia di estendere «il suicidio assistito ai bambini», in Tempi, del 19 giugno 2014 14 Cfr. Empowering LGBT Youths in Vietnam, del 29 giugno 2015 https://vietnam.savethechildren.net/news/empowering-lgbt-youths-vietnam «Rainbows, Rats and Reclaiming Our History: How Save the Children Stands With LGBT Children and Families, dell'11 giugno 2018 https://blogs.savethechildren.org.uk/2018/06/40130/ 15 Dal sito ufficiale UNICEF e aborto, un chiarimento necessario, lettera del presidente Vincenzo Spadafora, pubblicata su Famiglia Cristiana, nº 52, del dicembre 2010, in risposta agli interrogativi di una lettrice http://www.unicef.it/doc/2140/unicef-e-aborto-un-chiarimento-necessario.htm 16 Cfr. «Niente soldi del Vaticano all'UNICEF», in La Repubblica, del 5 novembre 1996 17 Cfr. World Health Organization, UNICEF, UNFPA, UNAIDS, Linking Sexual, Reproductive, Maternal and Newborn Health - the Circle of Life (2007). Si veda «Step 3. Plan Strategy for Strengthening Integration and Linkages of Services», precisamente alle pagg. 49-50: «Providing High-Quality Services for Family Planning» ed «Eliminating Unsafe Abortion». 18 Si veda il paragrafo «Maternità sicura: l’obiettivo dimenticato del millennio» http://www.unicef.it/doc/2787/salute-dei-bambini.htm 19 Cfr. «Sierra Leone: risultati del progetto '"Proteggere le mamme bambine''» http://www.unicef.it/doc/2323/sierra-leone-proteggere-le-mamme-bambine.htm 20 Dai siti ufficiali dell’UNICEF e della Belize Family Life Association (BFLA), membro dell'IPPF http://www.unicef.org/belize/21124_21834.htm 21 Cfr. Z. Qazi, Emergency Obstetric and Neonatal Care (EmONC) Needs Assessment in Selected Health Facilities in NEZ, Puntland - September 2011 http://www.unicef.org/somalia/EmONC_needs_Assessment_Report_-_Puntland_Oct._2011.pdf 22 Cfr. Joint UNICEF, UNFPA & WHO Meeting with Manufacturers and Suppliers of Diagnostic Products, Vaccines, Finished Pharmaceutical Products and Active Pharmaceutical Ingredients https://www.unicef.org/supply/files/Reproductive_Health.pdf 23 Cfr. Aborto: l’UNICEF a sostegno di una campagna pro-aborto dell’ONU, 08 settembre 2008 24 Cfr. «Filippine, il senato approva la legge sul controllo delle nascite, "una bomba morale a tempo"», in Asianews, del 18 dicembre 2012 25 Cfr. A. Bono, «Kenya, la campagna segreta di UNICEF e OMS», in La Nuova Bussola Quotidiana, del 13 novembre 2014 http://www.lanuovabq.it/it/articoliPdf-kenya-la-campagna-segreta-di-unicef-e-oms-10924.pdf 26 Conferenza TED 2010, Bill Gates Admits Vaccines Are Used for Human Depopulation https://www.youtube.com/watch?gl=US&feature=player_embedded&v=6WQtRI7A064 27 Cfr. N. Carvalho, «Il governo blocca l'educazione sessuale nelle scuole del Karnataka», in Asianews, del 31 marzo 2007 28 Cfr. A. Nucci, La donna a una dimensione. Femminismo antagonista ed egemonia culturale, Marietti 1820, 2006, pagg. 98-99. «UNICEF Sex Book Remains in Print», in Washington Times, dell'11 maggio 2002 http://www.washingtontimes.com/news/2002/may/11/20020511-024559-7365r/ A. Gaspari, «UNICEF un po’ porcellina»?, in Tempi, del 16 maggio 2002 http://www.tempi.it/unicef-un-po-porcellina#.Vw7IDTZJnIU 29 Cfr. B. Frigerio, ONU: era un pedofilo chi promosse i Diritti del Bambino, in La Nuova Bussola Quotidiana, del 20 febbraio 2018 http://www.lanuovabq.it/it/onu-era-un-pedofilo-chi-promosse-i-diritti-del-bambino 30 http://www.unicef.it/doc/441/obiettivo-3-pari-opportunita-ed-empowerment-femminile.htm 31 https://www.unicef.it/doc/6112/eliminare-la-discriminazione-contro-i-bambini-e-i-genitori-basata-su-orientamento-sessuale-e-identita-di-genere.htm 32 Cfr. A. Nucci, op. cit., pagg. 49-51. 33 Dal sito ufficiale: Eliminare la discriminazione contro i bambini e i genitori basata su orientamento sessuale e identità di genere Discriminazioni dei minori in base a orientamento e identità sessuale: la posizione dell'UNICEF 34 Cfr. L. Grotti, «Canada. L'UNICEF chiede al Parlamento di estendere l'eutanasia ai bambini», in Tempi, del 20 maggio 2016 http://www.tempi.it/canada-unicef-chiede-parlamento-estendere-eutanasia-ai-bambini#.Vz985cxJnIV 35 https://www.amref.it/cosa-facciamo-africa-salute--donne 36 Questa citazione e le successive sono riprese dalla presa di posizione ufficiale, AMREF's Position Statement on Abortion http://amref.org/info-hub/position-statements/amrefs-position-statement-on-abortion/ 37 Pioneering African Health Group to Receive 2005 Gates Award for Global Health/African Medical and Research Foundation honored for five decades of improving health in Africa Our Awards http://www.amrefusa.org/who-we-are/about-us-/our-awards/ 38 World Contraception Day. «Appello di AMREF all'ONU: "Divulgare la contraccezione in Africa per ridurre la povertà", in Huffington Post, del 25 settembre 2015 http://www.huffingtonpost.it/2015/09/25/giornata-mondiale-della-contraccezione_n_8195518.html 39 Unite for Body Rights (UFBR) Project http://amref.org/what-we-do/unite-for-body-rights-ufbr-project/ https://www.rutgers.international/programmes/programmes-archive/unite-body-rights 40 Cfr. D. Eade, S. Williams, The OXFAM Handbook of Development and Relief, vol. II, 2005, pag. 744 http://www.lepantoinstitute.org/oxfam-2/ 41 Cfr. G. Guzzo, «Per ridurre gli aborti occorrono restrizioni. Parola di abortisti», 2 febbraio 2017 Per una trattazione più dettagliata di questi temi (contraccezione e aborto), si veda: R. puccetti, Vita e morte a duello. Lo scontro bioetico fra contraccezione, aborto e cultura della Vita, Fede e Cultura, 2014. 42 https://www.oxfam.org/en/oxfams-principles 43 Cfr. E. Franceschini, «Scandalo sessuale travolge OXFAM: ad Haiti chi doveva soccorrere partecipava a orge», in La Repubblica, dell'11 febbraio 2018 44 https://www.opensocietyfoundations.org/grants-database/?filter_keyword=oxfam 45 Dal database della Ford Foundation si possono ricavare i seguenti dati: Finanziamenti elargiti a Save the Children tra il 2006 e il 2018 (oltre 7 milioni di dollari) Finanziamenti elargiti a OXFAM tra il 2006 e il 2018 (oltre 10 milioni di dollari) Si veda anche A. Larsen, «Warren Buffett and George Soros Gave $6.6 Million to Leading Pro-Abortion Political Group», dell'8 febbraio 2016 46 Il documento è scaricabile dal sito dell'USAID, l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale https://pdf.usaid.gov/pdf_docs/Pcaab500.pdf 47 Il memorandum Jaffe si può scaricare da questo indirizzo Si veda anche L. Costa, «Il potere contro l'uomo», in Cultura Cattolica, del 2 settembre 2013 http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=33718 P. G. M. Carbone O.P., «Il memorandum di Jaffe», tratto da Notizie ProVita, nº 12, febbraio 2013, pag. 22 http://www.notizieprovita.it/economia-e-vita/il-memorandum-di-jaffe/ 48 https://www.popcouncil.org/research/family-planning
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