Prefazione
Per quanto ciò possa apparire paradossale, più ci si allontana nel tempo dalla tragedia dei campi di concentramento e più aumentano le iniziative per impedire che il ricordo di questo evento impallidisca nella memoria storica collettiva. Ogni anno, infatti, soprattutto in occasione della ricorrenza della liberazione del campo di Auschwitz (27 gennaio), veniamo letteralmente bombardati da tutta una serie di programmi televisivi, dibattiti, testimonianze, interviste, reportage, tavole rotonde e film (come Schindler's List) che ripropongono il dramma vissuto dagli ebrei durante la persecuzione messa in atto dal regime hitleriano. Il leit-motiv di questa kermesse tutta ebraica è la frase «per non dimenticare». Fanno la loro comparsa anche lo spauracchio di un serpeggiante antisemitismo mai estinto e il pericolo di un rigurgito neonazista. Ma se da un lato si propongono alla nostra attenzione queste tematiche, dall'altro si osserva il più assoluto silenzio su altri olocausti non meno sanguinosi. Si pensi, ad esempio, al feroce genocidio degli armeni (un milione di morti!) operato dai turchi nel XX secolo, o agli altri morti senza un nome o una tomba, gettati in fosse comuni nel famigerato «triangolo della morte» in Emilia sempre dai partigiani rossi. Per non parlare dei prigionieri tedeschi morti di fame e di stenti nei campi di concentramento allestiti dagli alleati lungo le rive del Reno nell'immediato dopoguerra 2. Tuttavia, i massacri di cui si è macchiato il comunismo, soprattutto negli Stati dell'Est, superano ogni aspettativa.
Si parla di 70 milioni di morti nella sola Russia, di 30 milioni di morti in Cina, 2 milioni in Cambogia (dal 1975 al 1979) e di un numero imprecisato negli altri Paesi satelliti caduti dopo la Rivoluzione d'ottobre del 1917 sotto l'egida marxista-leninista. Ciò che tuttavia viene taciuto nella maniera più assoluta è che in molti casi i macellai che si alternarono nelle varie stragi di cristiani, perpetrate all'ombra e in nome dell'ideologia, erano in grandissima parte di origine ebraica. E mentre i goym (i non-ebrei) vengono invitati quasi quotidianamente a battersi il petto e a chiedere perdono per il presunto delitto dell'antisemitismo (addossato anche alla Chiesa cattolica), non ci risulta che da parte ebraica qualcuno abbia anche solo sollevato la questione della responsabilità che molti israeliti hanno oggettivamente nell'eccidio di milioni di cristiani. Chi, come l'Autore di questo scritto, lo fà è destinato a finire nelle liste dei «pericolosi antisemiti» redatte dall'Anti-Defamation League (una costola dell'Ordine massonico esclusivamente ebraico del B'nai B'rith). Parrebbe dunque che esistono olocausti di serie A e di serie B: i primi destinati a finire sotto la luce dei riflettori, e i secondi a rimanere buchi neri della Storia dei quali è meglio non parlare. E questo persino dopo la caduta del Muro di Berlino (1989) e il successivo smantellamento dell'apparato sovietico, il quale, evidentemente, è stato solo lo strumento di chi l'ha finanziato e sostenuto (le banche ebraiche di Wall Street) fin dalla sua creazione... Ricordiamoci dunque anche di questi defunti, e affinché la loro morte non sia stata inutile rammentiamo questa pagina di Storia e ciò che insegna.
Due storie, una persona
Alcuni ricercatori dell'establishment hanno dovuto ammettere che il libro di Gray è fasullo come i pezzi d'antiquariato che vende al minuto. Ma la vicenda di Gray è emblematica di altri innumerevoli mostri comunisti che hanno armeggiato per mettere i piedi nell'Ovest, travestiti come poveri, perseguitati, sopravvissuti all'Olocausto», e festeggiati come «santi» e «martiri» dell'Universo. Nel frattempo, l'olocausto che essi perpetrarono contro milioni di cristiani scivola negli scuri dintorni del buco della memoria di George Orwell (1903-1950). Nel tredicesimo capitolo del suo libro Oliver Twist, Charles Dickens (1812-1870) nota che l'ebreo Fagin ha un approvvigionamento inesauribile di costumi e di travestimenti...
Ebrei comunisti
Parti del presente rapporto apparvero dapprima nel mio libro The Great Holocaust Trial: The Landmark Battle for Freedom of Speech («Il grande processo dell'Olocausto: la battaglia fondamentale per la libertà di espressione»). La diffusione di questo libro è stata proibita dal governo canadese e l'opera è tuttora soggetta a confisca da parte delle poste e delle dogane del Canada che poi bruciano le copie confiscate.
Il professore ebreo Arno J. Mayer, di Princeton, nel suo importante libro Why Did the Heavens Not Darken? («Perché non si oscurarono i cieli»?), ha stabilito che l'invasione tedesca della Russia fu eseguita con l'intenzione di sradicare l'ideologia bolscevica. I tedeschi erano quindi, secondo il Nostro, gli unici ad Ovest a credere che «la Russia sovietica è una dittatura degli ebrei».
Sopra: il Prof. Arno J. Mayer e il suo libro Why Did the Heavens Not Darken?
Tuttavia, un giovane scrittore britannico fece un'osservazione del tutto simile scrivendo dalle colonne dell'Illustrated Sunday Herald:
Lo scrittore in questione era il giovane Winston Churchill (1874-1965). Nonostante più tardi preferisse vendere la sua anima per molto più di trenta denari d'argento, la sua analisi dell'autentica natura del comunismo sovietico rimane tagliente. Churchill mostrò grande intuito circa il fatto che i crimini perpetrati da ebrei comunisti contro tedeschi e russi abbia instillato in quei popoli un desiderio di vendetta:
Ecco cosa scriveva il New York Times:
L'ebreo Chaim Bermant (1929-1998), scrivendo sul Jewish Chronicle, diceva:
L'analista politico Joseph Sobran (1946-2010) affermò che la rivelazione di questa «componente etnica» del comunismo contesta una bugia storica molto benvoluta:
Vladimir Lenin (1870-1924), il cui nonno materno, Israel Blank, era ebreo, disse che gli israeliti erano i migliori rivoluzionari:
Si riferiva certamente a sé stesso. Il ricercatore Wayne McGuire, dell'Università di Harvard, scrive:
Lenin dichiarò: «Noi stiamo sterminando la borghesia come classe». Il suo partner nel crimine, l'ebreo Zinoviev (Grigory Apfelbaum; 1883-1936) dichiarò: «Gli interessi della rivoluzione richiedono l'annientamento fisico della classe borghese». Chi erano questi «borghesi»? Certamente i non ebrei. L'ebreo Trotskij (Leon Davidovich Bronstein; 1879-1940) diede un indizio sulla loro identità in una intervista concessa nel 1937 al giornale ebraico di New York, il Daily Forward: «Più a lungo la corrotta società borghese vive, più il barbarico antisemitismo arriverà dappertutto». «Borghesia» era una parola in codice dei bolscevichi che sta per «gentile» (in ebraico goi, che significa «non ebreo»). La prima legge passata dopo l'ascesa al potere dei comunisti in Russia fu di rendere l'antisemitismo un delitto punibile con la morte 7. Lo stesso Zinoviev affermò:
Sopra: vittime della carestia artificiale (holodomor) che colpì la popolazione ucraina dal 1929 al 1933, provocando la morte di circa 7-10 milioni di persone.
L'ebreo bolscevico ritenne la politica come un posto di controllo della peste dei gentili. Odiare i cristiani, specialmente il contadino «borghese», era la loro motivazione primaria. La distruzione sistematica del contadinato cristiano russo, alla stessa stregua di insetti parassiti, cominciata con l'attacco di Lenin contro di essi nell'estate del 1918 e la carestia forzata del 1921, è stata ignorata pressoché completamente dalla storiografia occidentale. Come riporta il giornale londinese Jewish Chronicle 9, lo scrittore comunista ebreo Isaak Ėmmanuilovič Babel (1894-1940) era presente ad un'adunata comunista sovietica che descrisse con questa parole:
Secondo il Jewish Chronicle, Babel scrisse per la pubblicazione comunista Red Trooper («Cavalleggero Rosso»), e un commissario sovietico gli riferì come intendevano trattare con i cosacchi:
Nel suo romanzo Il figlio del rabbino, Babel pone i ritratti di Lenin e del rabbino Mosé Maimonide (1138-1204) uno accanto all'altro. Egli nota che i margini dei volantini comunisti sono affollati di «versi israelitici». Lo scrittore siberiano Valentin Rasputin scrisse nel 1990:
Il biografo di Aleksandr Isaevič Solženicyn (1918–2008) narra cosa significasse crescere come bambino cristiano e russo fra i bambini dell'élite comunista ebraica:
Secondo l'agenzia giornalistica internazionale RNS 12,
Sopra: (1925) i soldati dell'Armata Rossa saccheggiano il monastero Simonov di Mosca.
Il comunismo è il movimento politico che più di tutti è da ritenersi responsabile di genocidio nella Storia del mondo; esso creò i più grandi campi di concentramento e il sistema di lavoro in schiavitù più orrendo del XX secolo, nei quali milioni di cristiani furono macellati 13. Questo sistema di sfruttamento e di sterminio fu mandato avanti per anni da ebrei comunisti giunti ad occupare gli alti gradi della nomenklatura sovietica. Il mondo è ancora scandalosamente in silenzio a proposito di questo olocausto e dei crimini commessi attraverso detto sistema, completamente kosher 14. Per non parlare delle persone che architettarono questo sistema. Auschwitz è sulla punta di ogni lingua, ma chi ha mai sentito parlare di Kolyma, di Magadan, delle Isole di Solovetsky e degli altri infernali centri sovietici di distruzione umana nella Siberia orientale? Chi ha mai visto film o letto libri a riguardo dei milioni di esseri umani che lavorarono, che furono congelati e affamati a morte nella costruzione del Canale Mar Bianco-Mar Baltico, su cui fu eretta una colossale statua trionfante del massacratore Genrikh Grigoryevich Yagoda (1891-1938), comunista ed ebreo? L'epopea degli stermini di massa ebraico-comunisti è scomparsa dalla storiografia ufficiale con uno degli atti di nemesi storica più disgustosi che si siano mai visti. Solamente illusionisti professionisti, con tutta la bravura dei maghi da palcoscenico più abili, potrebbero mettere a segno un tale colpo contro il resto dell'umanità. Il fatto di imbrogliare quest'ultima indirizzandola verso la focalizzazione di sentimenti quasi sempre di espiazione nei confronti delle «povere vittime ebraiche». Da parte sua, il cristianesimo d'oggi è poco più di un enorme gregge di tacchini che si abbassa adulando servilmente e strisciando alla ricerca dell'approvazione ebraica.
Il nostro Redentore definì i capi ebraici del suo tempo «i figli del diavolo» (Mt 23, 15), ma quelli che pretendono di parlare oggi nel Suo nome, sono chiamati santi e saggi universali solo se chiamano gli ebrei «fratelli maggiori» (l'espressione è di Giovanni Paolo II), o se sopprimono il culto dei martiri cristiani trucidati dai giudei 15. Tornando al discorso della propaganda massmediatica internazionale, può essere interessante analizzare come fu trattato l'episodio che ebbe come protagonista il nipote del comandante Leon Trotsky, capo dell'Armata Rossa, David Axelrod. Questi, nel novembre del 1990, colpì a morte una coppia di anziani palestinesi in qualità di israeliano facente parte di un gruppo terroristico di incursione del partito razzista Kach! («Così»!). Si immagini - se si può - il polverone che si sarebbe alzato se un nipote di un criminale di guerra nazista avesse sparato su di una coppia turca in Germania! I piangenti, gementi e perenni riferimenti al «per non dimenticare» e alle «lezioni della Storia» colerebbero fuori dai set delle televisioni del mondo occidentale come rifiuti di un serbatoio tossico. Ciò che appare chiaro da questo duplice modo di procedere è che non si stanno imparando le vere lezioni della Storia e che quest’ultima è ostaggio della propaganda sionista. 16 milioni di tedeschi furono forzatamente espulsi dalla Slesia, dalla Moravia e dal Volga, regioni appartenenti ai territori orientali alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
2 milioni di essi perirono per
le ferite, colpiti a morte, affamati, stuprati e picchiati. Qualcuno
chieda oggi in strada a mille, diecimila persone: «Lo sapevate»?
La risposta sarà no. Il film dell'ebreo Steven Spielberg
Schindler's List (Universal 1993) mostra vagoni per il trasporto
del
bestiame bovino stipati con carico umano e riservati solo a vittime
ebraiche. Ma gli oltre 800.000 musulmani ceceni
deportati dai commissari ebrei e selvaggiamente stipati in vagoni
nel Kazakhistan non hanno incontrato lo standard della messa a
fuoco cinematografica di
Hollywood. È per questo che quasi nessuno
sa che durante quel viaggio atroce morirono 250.000
«passeggeri». Le deportazioni dei vagoni di bestiame sovietico
afflissero più di mezzo milione di cristiani estoni, lettoni e
lituani che furono inviati nei Gulag. Il 12% dell'intera
popolazione del Baltico o fu deportato in Siberia o fu assassinato
dalla Polizia Segreta sovietica comandata, e in gran parte composta,
da ebrei. Chi ne sa qualcosa? A chi importa? Chi tenta di ricordare
questa parte della Storia? Invece, il Presidente della Lituania ha
fatto un pellegrinaggio al sacrario Yad Vashem giacendo prono
e implorando «perdono» per il suo popolo. Si badi bene: a nostro
avviso chiedere perdono in tutta umiltà si impone solamente quando
si hanno delle vere colpe da farsi perdonare; ma adulare il fariseo
perché questi è padrone di mezzo mondo significa compiere lo stesso
peccato che compì chi adorò il Vitello d'Oro. Nell'era bolscevica,
il 52% dei membri capi del Partito Comunista sovietico era composto
da ebrei, sebbene questi ultimi fossero solamente l'1,8% della
popolazione totale 16. Quello che segue
è un piccolo elenco di alcuni dei capi ebrei comunisti, commissari,
spie e propagandisti politici (gli pseudonimi o i veri cognomi sono
indicati tra parentesi). La lista che segue non è per nulla
esaustiva. Catalogare tutti gli ebrei comunisti coinvolti in crimini
contro l'umanità richiederebbe centinaia di pagine.
Almeno cento Generali sovietici erano ebrei 18. Molti Generali che non lo erano ebbero però spesso mogli ebree. Fra questi il Maresciallo Kliment Efremovic Voroshilov (1881-1969), il Maresciallo Nicolaj Aleksandrovic Bulganin (1875-1975), il Maresciallo Peresypkin e il Generale Pavel Sudoplatov 19. La moglie ebrea come «polizza di assicurazione» si estese a membri del Politburo come Andrei Andreyev e Leonid Brezhnev (1906-1982).
Mark Donskoy (1901-1981), Leonid Lukov (1909-1963), Yuli Reisman (1903-1994), Vasilij Semënovič Grossman (1905-1964), Yevgeny Iosifovich Gabrilovich (1899-1993), Boris Volchok e Lillian Hellman (i cui vecchi film continuano a essere trasmessi sulle televisioni americane) furono propagandisti cinematografici sovietici.
La Polonia post-bellica fu completamente dominata da ebrei comunisti, come il torturatore Józef Różański (1907-1981) Capo della Polizia Segreta, e da Jacob Berman (1901-1984), Comandante del Politburo, e i Commissari Minc, Specht (Olszewski) e Marian Spychalski (1906-1980). Questi uomini assassinarono o deportarono a Kolyma e in altri campi della morte dell'Artico decine di migliaia di cattolici polacchi. Secondo il ricercatore ebreo americano John Sack (1930-2004), «molti polacchi sentirono nel 1945 (e non senza ragione) che ebrei dominavano l'Ufficio di Sicurezza di Stato [...]. Il capo dell'Ufficio era Jacob Berman, un ebreo, e tutti, o pressoché tutti, i capi del reparto erano ebrei».
Sack racconta che il 75% dei membri della Polizia Segreta comunista in Slesia erano ebrei. Inoltre, egli notò che molti ebrei, presenti nell'apparato del terrore comunista in Polonia, cambiarono i loro cognomi ebraici in cognomi polacchi, come il Generale Roman Romkowski (Natan Grünspan; 1907-1965), il Colonnello Różański, il Capitano Studencki e il Tenente Jurkowski 28.
Prima della Grande Guerra, in Polonia,
Sopra: lo scrittore ebreo americano John Sack, autore di An Eye for an Eye, un'opera che racconta la vendetta di molti ebrei sui tedeschi dopo la guerra.
Chiaramente, se fosse posto il problema degli ebrei comunisti e dei rapporti che essi ebbero con la maggioranza cattolica polacca, nei media dell'establishment o nelle Università di oggi, il problema dello sterminio dei cattolici polacchi ad opera degli ebrei comunisti non verrebbe mai sollevato. Al contrario, una ribellione di piccola entità contro gli ebrei, da parte di contadini polacchi esasperati per il ruolo che i giudei ebbero nel terrore comunista 30, sarebbe al «centro della discussione». La motivazione della rivolta di solito non è nemmeno menzionata. Piuttosto, il contadino cattolico è dipinto nei termini di un «fanatico bigotto» che nutriva un «odio cieco e irrazionale» nei confronti dei «poveri perseguitati ebrei». Tutta la discussione, ovviamente, terminerebbe con la solita, oramai consunta, elegia sull'ennesimo martirio subìto dal «popolo eletto». Ma dello stesso avviso non era certo l'allora Primate cattolico della Polonia, il Cardinale August Hlond (1881-1948). Questi fu un prelato assai coraggioso che organizzò in Polonia un forte movimento di resistenza cristiana contro la tirannia comunista. Il Cardinale Hlond affermò che la rivolta di Kielce avvenne a causa del risentimento «contro gli ebrei che oggi occupano le cariche più alte nel governo della Polonia (comunista) e che si sforzano di introdurre una struttura governativa che la maggioranza (all'epoca cattolicissima) dei polacchi non desidera avere» 31. Anche Piotr Stefan Wandycz, dell'Università di Yale, osserva che «il polacco medio non poteva non notare che nell'era stalinista i due uomini più potenti nel Paese - Berman e Minc - erano ambedue ebrei, come ebreo era il temibile ufficiale della Sicurezza Różański» 32. Riprendiamo la lista:
Il 16 ottobre 1948, 50.000 ebrei comunisti si riunirono nella Piazza Rossa per accogliere cordialmente la prima delegazione israeliana a Mosca. Nel 1947, Stalin sostenne il piano sionista di spartizione della Palestina, diede un riconoscimento di cruciale importanza allo Stato d'Israele appena costituito e votò per l'ammissione di Israele alle Nazioni Unite. Nel 1951, il Partito Comunista e il Partito Marxista israeliani ottennero all'interno della Knesset ben ventitre seggi.
Il sistema del kibbutz era il più potente organo nel Paese e i leader dei kibbutz più potenti erano quasi tutti marxisti. La più grande festa israeliana era il 1° maggio, celebrato con riunioni, marce, bandiere rosse e canzoni comuniste. Nel 1987, gli israeliani passarono al KGB l'intero organigramma dei servizi segreti americani 36. Jonathan Jay Pollard faceva parte di tale giro di spie. Kim Philby (1911-1988), traditore britannico e spia comunista, fu aiutato nell’ottenere un porto sicuro nell'Unione Sovietica dal Mossad israeliano 37. Si trattò di un'operazione abbastanza facile, in quanto chi controllava il KGB era anch'egli ebreo. Il regime comunista della Romania ricevette per anni trattamenti commerciali favorevoli dagli Stati Uniti dovuti alla pressione israeliana sul Congresso statunitense 38.
L'idea che il movimento sionista fosse anticomunista è una menzogna. La verità è molto più complessa. All'interno del sionismo c'erano un'ala sinistra e un'ala destra. I «destrorsi» (e alleati dei nazisti), come i terroristi ebrei Vladimir Z. Jabotinsky (1880-1940) e Avraham Stern (1907-1942), furono sostenitori di un approccio di tipo «conservatore» 39. I sionisti «sinistrorsi», come David Ben Gurion (1886-1973; detto «il bolscevico»), grandi ammiratori del modello sovietico, cercarono di incorporarlo come tipo di politica economica dello Stato israeliano. Scrive Stalin:
In Sud Africa, l'African National Congress (A.N.C.) fu guidato da due ebrei comunisti: Albert «Albie» Louis Sachs, «uno dei suoi migliori intellettuali», e da Yossel Mashel Slovo (detto «Joe Slovo»; 1926-1995). Slovo nacque in uno shtetl in Lituania e crebbe parlando l'yiddish e studiando il Talmud. Nel 1961, egli si unì all'ala terrorista dell'African National Congress, l'Umkhonto We Sizwe, e ne divenne il Comandante.
Nel 1986, egli venne nominato Segretario Generale del Partito Comunista del Sud Africa 41. Slovo
Quando l'African National Congress di Nelson Mandela (1918-2013) prese il potere in Sud Africa, Slovo venne nominato Ministro dell'Edilizia. Quando guardiamo queste orrende personalità che sono solo la punta dell'iceberg ebraico e di ciò che era il comunismo sovietico, e constatiamo quanto poco sia stato scritto o sia stato filmato sui loro crimini, allora e solo allora cominciamo a capire che la messa a fuoco esclusiva dei crimini commessi dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale riveste in gran parte una funzione propagandistica.
Resta inteso che in quell'immenso impero ebraico chiamato «Occidente», i fatti cruciali inerenti il comunismo di matrice ebraica non devono essere mai documentati nei film, mai discussi in corsi universitari o descritti in periodici. Su tutto questo grava una censura totale, o peggio, la completa auto-censura.
Sopra: da sinistra, Winnie, Nelson Mandela e Joe Slovo a pugno chiuso durante una riunione del comunisteggiante African National Congress.
Ecco perché il libro Winter in Moscow («Inverno a Mosca»; del 1934), di Malcolm Muggeridge (1903-1990), un racconto di un testimone oculare dell'olocausto comunista ebraico contro i cristiani, è stato letteralmente fatto scomparire. Dalle colonne del giornale inglese Sunday Telegraph è stata posta la seguente domanda:
Sopra: lo scrittore britannico Malcolm Muggeridge e il suo libro Winter in Moscow.
La campagna per la verità integrale nella documentazione storica di questi e di altri fatti dimenticati costituisce la motivazione principale del tentativo di sopprimere con leggi specifiche la libertà di stampa (e di parola) da parte di taluni gruppi ebraici radicali, come l'Anti-Defamation League («Lega anti-diffamazione») e il Simon Wiesenthal Center. Entrambe queste organizzazioni vorrebbero, se potessero, incarcerare tutti gli intellettuali, tutti i religiosi, e, soprattutto, tutti gli storici «non allineati e corretti» con i desiderata della Sinagoga di Satana di cui parla la Sacra Scrittura (Ap 3, 9).
Tali organizzazioni pubblicano delle «liste» di associazioni o di intellettuali «indesiderati». Ogni Paese occidentale deve tenere conto di dette liste. Le organizzazioni in questione informano regolarmente gli «archivi segreti» dei governi occidentali sulle attività degli scrittori pro-cristiani. A questi censori ebrei piacerebbe che tali leggi liberticide passassero in tutto il mondo, e in particolare in quei Paesi che essi considerano ormai «cosa loro»; cioè tutte quelle nazioni sottomesse agli Stati Uniti d'America 44.
Sopra, quattro famose femministe: da sinistra, Emma Goldman (1869-1940), Alexandra Kollontaj (1872-1952), Betty Friedan (Goldstein; 1921-2006) e Gloria Steinman, abortista scatenata. Tutte «rosse» e tutte di origine ebraica.
Epilogo Il dare voce all'altra faccia della Storia, quella autentica, spesso detta «revisionista», contro le menzogne propinateci dai media, è merito di pochi e, come abbiamo visto, perseguitatissimi storici. Il dare voce ai milioni di vittime, morte in silenzio, a causa del comunismo ebraico è considerato come «odioso» dall'orgoglioso sionismo che vomita uno sbarramento di liquame menzognero che, quotidianamente, cola dalla nostra televisione, dai nostri giornali, dai nostri libri e dalle nostre riviste sulla nostra «memoria storica» creata ad arte dalla propaganda su ciò che era il cattolicesimo prima di sottomettersi agli adoratori del vitello d'oro, e su ciò che erano i nostri popoli prima di essere dominati dalla Massoneria.
Il difendersi contro tutti questi tentativi, peraltro quasi sempre ben riusciti, di disonorare la nostra eredità spirituale e i nostri antenati, non è certamente frutto dell'odio, ma è anche l'esercizio del naturale diritto di difendere sé stessi, il proprio onore e le proprie radici da questa guerra psicologica.
La preponderanza israelitica nel primo governo bolscevico è stata confermata anche dal presidente russo Vladimir Putin. Il 13 giugno 2013, parlando davanti ai rappresentanti della comunità ebraica di Mosca riuniti nel museo Schneerson, egli ha affermato:
Note
1 Traduzione dell'originale inglese The Prop-Masters. Perpetrators of the Holocaust Against Christian Russia Transform Themselves Into «Survivors» of a Holocaust (2006), a cura di Antonio Casazza. Scritto reperibile alla pagina web http://www.revisionisthistory.org/communist.html 2 Secondo le stime di James Bacque, autore del libro Gli altri Lager (Mursia 1993), nei vari campo di concentramento in mano agli alleati sarebbero morti di fame e di stenti non meno di 800.000 prigionieri tedeschi (N.d.T.). 3 Cfr. Illustrated Sunday Herald, dell'8 febbraio 1920. 4 Cfr. New York Times, del 3 novembre 1999. 5 Cfr. Jewish Chronicle, del 30 agosto 1991. 6 Cfr. D. Volkogonov, Lenin: A New Biography, pag. 112. 7 Cfr. Izvestia, del 27 luglio 1918. 8 Cfr. Krasnaya Gazeta, del 1º settembre 1918. 9 Supplemento letterario, del 3 settembre 1999, pagg. IV e V. 10 Ibid. 11 Cfr. M. Scammell, Solženitzyn: A Biography, pag. 64. 12 Notizia poi ripresa da The Christian News, dell'8 gennaio 1996, pag. 2. 13 Sul tipo di sistema di campo di concentramento come i GULag vedi C. Andrew-O. Gordievsky, KGB: The Inside History, e il New York Times, del 22 ottobre 1990, pag. 82. Purtroppo, a differenza dei campi nazisti, nessuno di questi campi comunisti potrà essere visitato dalla posterità. La maggior parte di essi è stata distrutta già da qualche anno da brigate militari speciali (cfr. M. Specter, «Cold Reminder», in New York Times, del 3 dicembre 1994). 14 I cibi kosher (dall'ebraico kasher, ossia «puro») sono i soli che gli ebrei possono mangiare, in base alla regole alimentari proprie del giudaismo (N.d T.). 15 L'Autore si riferisce ai vari fanciulli martirizzati in passato dagli ebrei (San Simonino da Trento, San Domenichino Del Val, il Beato Lorenzino da Marostica, il Beati Niño de La Guardia, ecc...), il cui culto fu soppresso dalla Santa Sede all'indomani del Concilio Vaticano II. 16 Cfr. S. Kahan, The Wolf of the Kremlin, pag. 81. 17 Cfr. New York Times, del 26 settembre 1995. 18 Cfr. Canadian Jewish News, del 19 aprile 1989. 19 Sudoplatov assassinò centinaia di leader cristiani, incluso l'Arcivescovo cattolico ucraino Mons. Teodor Romzha. 20 Vedi, ad esempio, il film di Eisenstein Bezhin Meadow. 21 Cfr. A. Goldberg, Ilya Erenburg, pag. 197. 22 Ibid., pag. 193. 23 Cfr. C. Duffy, Red Storm on the Reich. 24 Cfr. Pravda, del 14 aprile 1945. La Pravda fu pubblicata anche in un'edizione in yiddish (dialetto ebraico), Einikeyt. 25 Cfr. New York Times, del 31 gennaio 1997, pag. B-26. 26 Cfr. The Black Book of Communism, 1997. 27 Cfr. Jewish Telegraph Agency, del 14 maggio 1997. 28 Cfr. The New Republic, del 14 febbraio 1994, pag. 6. Nell'articolo in questione, Sack confuta anche la scadente ricerca compiuta dall'ebreo Daniel Jonah Goldhagen, autore dell'opera Hitler's Willing Executioners («I volenterosi carnefici di Hitler») che, nel duplice standard tipico della mentalità ebraica, rifiuta di accettare il fatto verificato che ebrei dominarono anche la Polizia Segreta comunista polacca. Sack fà un meritevole lavoro nello smascherare le menzogne di Goldhagen sulla Polonia. 29 Cfr. The Canadian Jewish News, del 5 novembre 1992, pag. 16. L'articolo era di Sheldon Kirshner. 30 Accadde nel luglio 1946 a Kielce e viene chiamato il «pogrom di Kielce». 31 Cfr. New York Review of Books, del 18 agosto 1983, pag. 51. 32 Ibid. 33 Cfr. «The Wrath of Solomon», in Village Voice, del 30 marzo 1993; J. Sack, An Eye for an Eye. 34 Cfr. Forward, del 26 gennaio 1996; l'articolo era firmato da Stephen Schwartz. 35 Cfr. P. Videlier, «The Strange Case of Doctor Zborowski and Monsieur Etienne», in Le Monde Diplomatique, di dicembre del 1992. 36 Cfr. UPI Dispatch, di R. Sale, del 13 dicembre 1987; The City Paper (Washington, DC), del 15 gennaio 1988. 37 Cfr. Sunday Telegraph (inglese), del 16 aprile 1989. Il Mossad è il servizio segreto israeliano. 38 Cfr. New York Times, del 18 gennaio 1992, pag. 23. 39 Cfr. London Sunday Times, del 29 agosto 1993. 40 Cfr. J. Stalin, Collected Works, vol. XIII, pag. 30. 41 Cfr. «Joe Slovo», in Jewish Chronicle, del 13 gennaio 1995. 42 Cfr. «Rebel Strategist Seeks to End Apartheid», in Los Angeles Times, del 16 agosto 1987, pag. 14. 43 Cfr. Sunday Telegraph, del 18 novembre 1990. 44 L'Italia, ad esempio, che pure rappresenta il prototipo della colonia modello, è presidiata da circa 60.000 soldati americani in ben 113 basi NATO, i quali certo non si trovano nel nostro Paese per difenderci dall’imperialismo di San Marino... (N.d.T.). 45 https://www.youtube.com/watch?v=j6p1zxKnDeM
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