Prefazione
La tragica vicenda narrata in questo libretto non è che uno tra i tanti omicidi di natura satanica che hanno inorridito l'opinione pubblica statunitense. Lungi dall'essere un caso isolato, questo fatto di cronaca non è che la punta dell'iceberg rappresentato dalla delinquenza a sfondo occultista, un preoccupante fenomeno sociale che a partire dagli anni '60 non ha mai smesso di crescere. Al di là delle circostanze particolari in cui questi efferati episodi sono stati consumati o della posizione sociale occupata dalle vittime o dai carnefici, sembra tuttavia emergere un profilo con molti punti in comune. Leggendo i resoconti di questi delitti, si direbbe che gli autori di queste gesta disumane siano preda di una sorta di cocktail di cause concomitanti che sembrerebbero costanti e ripetitive. Le prime sono di carattere sociologico: difficoltà familiari, disagio sociale, uso di droghe, frustrazione che sfocia nel desiderio di emergere dall'anonimato, senso di apatia causato da una vita spesso troppo agiata e priva di responsabilità, ecc... A questo malessere fà da sfondo una società brutale e insensibile, edonista e assetata di sesso e di denaro, incapace di proporre ai giovani modelli positivi. Accanto a questi primi fattori, emergono altri elementi scatenanti di natura più sottile perché in qualche modo invisibili: il fascino esercitato dall'occultismo e da tutti i surrogati di un'autentica spiritualità (New Age, neo-paganesimo, religioni orientali, ecc...), l'influenza di una certa musica violenta e demoniaca, il morboso interesse per certe letture che esaltano ogni forma di ribellione e l'omicidio come forma di auto-gratificazione, l'attrazione maniacale per il filone cinematografico cosiddetto horror, il coinvolgimento nei Giochi di Ruolo (soprattutto nei livelli più avanzati), ecc... Per molti giovani, il demoniaco sembra essere la sola risposta ai loro pressanti quesiti, l'unica soluzione che possa appagare il loro desiderio di dare un senso ad una vita che sembra tediosa e inutile, e al tempo stesso soddisfare il loro ego ammalato. Certamente, non tutti coloro che si inoltrano in questo lugubre cammino giungono a compiere misfatti come quello narrato. Rimane ancora un mistero cosa esattamente scatti nella mente di questi poveri infelici. E tuttavia la cosa in sé non dovrebbe stupirci. Questi, infatti, sono i frutti bacati del laicismo, le conseguenze estreme di una società - quella occidentale - che, a partire dalla Rivoluzione Francese (1789-1793), e prima ancora dalla Rivoluzione Americana (1776-1783), ha via via estromesso dalla vita pubblica (e inevitabilmente anche da quella privata, perché l'esempio di chi sta in alto trascina ed è contagioso) l'esistenza stessa di un Creatore e Redentore, e di una Legge immutabile di ordine superiore che sta al di sopra di ogni uomo, e che tutela il singolo dall'ultimo capriccio della «maggioranza» democratica.
Come dice il celebre adagio, se Dio non c'è tutto è permesso..., anzi noi stessi siamo come dèi, e come tali (come insegnava Voltaire) dobbiamo lasciare libero sfogo ai nostri istinti più brutali in quanto «divini». In fondo, il satanismo coincide perfettamente con la deificazione dell'uomo, un «uomo nuovo» come dicono i massoni e gli esoteristi di ogni risma, finalmente «liberato» dalle catene della religione e di una società ordinata al vero bene che è innanzi tutto quello spirituale. Il fine soprannaturale dell'uomo è destinato a realizzarsi pienamente nell'altra vita, ma necessita, per sbocciare, di un terreno fertile nella realtà terrena. Il malessere e il tedio che tormentano l'animo dei nostri giovani sono l'esito di questa Babele materiale e spirituale che l'uomo affrancato da Dio, ma schiavo delle passioni più sregolate, ha voluto costruire sulle macerie della civiltà cristiana che è alla radice del cosiddetto Occidente. «Senza di me non potete far nulla», ha detto Gesù Cristo (Gv 15, 5). Nulla di buono, s'intende. Al male, invece, sembra proprio non esserci limite. Ecco due esempi nostrani:
- A Chiavenna, un piccolo centro in provincia di Sondrio, il 6 giugno 2000, tre ragazze minorenni - Veronica Pietrobelli (diaciassette anni), Milena De Giambattista (diciassette anni) e Ambra Gianasso (sedici anni) - hanno ucciso con diversi colpi alla testa con un cubetto di porfido e diciannove coltellate suor Maria Laura Mainetti (1939-2000), una religiosa delle Figlie della Croce, nonché preside dell'Istituto «Immacolata» di Chiavenna. Le tre giovani, dopo un primo tentativo fallito di assassinare un prete, hanno teso una trappola alla povera suora, chiedendole di aiutare un'amica in stato interessante. Giunta sul luogo dell'incontro, un viottolo isolato, la religiosa è stata aggredita dalle tre teenager che l'hanno assassinata - per loro stessa ammissione - con l'intento preciso di «immolare a Satana una vittima innocente». Dalle indagini sono emersi anche altri dettagli relativi a gesti rituali attribuibili alla subcultura satanica compiuti dalle tre giovani nei mesi precedenti l'omicidio, quali un giuramento di sangue fra le medesime consistito nel versare in un bicchiere e ingerire il proprio sangue, ricavato tramite un taglio alla mano o al polso, quale segno di fedeltà reciproca. Una seconda azione - questa volta di tipo vandalico - consistente nel furto di una Bibbia (a cui poi hanno dato fuoco) da una chiesa, avrebbe invece coinvolto anche altre amiche del trio, risultate però estranee alla vicenda dell'omicidio di suor Maria Laura. Le vite delle tre baby killer della religiosa parlano di sessualità vissuta all'eccesso e in maniera ossessiva, «male di vivere», noia, adolescenze inquiete, grande fascino per tematiche quali la morte, il sesso, la droga e la disperazione, temi oggetto di interminabili corrispondenze e diari, che riportavano pure vari «motti» tratti dalle canzoni della nefasta rockstar Marilyn Manson (sacerdote patentato della Church of Satan californiana), e che sono emersi anche dallo studio delle memorie dei loro personal computer, vagliate attentamente dagli inquirenti, e attrazione per il satanismo così come proposto dai resoconti giornalistici sui fenomeni satanici, da cui nasceva un interesse morboso e costante per le pratiche sataniche, attraverso l'acquisto, la lettura di volumi e la pratica di rituali caserecci e rudimentali, fino al gravissimo gesto compiuto.
- Black metal, droga, satanismo e vendette trasversali sono gli ingredienti di una vicenda di cronaca nera che ha scosso l'opinione pubblica per una serie di macabri ritrovamenti a Somma Lombardo, in provincia di Varese, un paese ad una cinquantina di chilometri da Milano. Sono stati condotti davanti al giudice sette giovani imputati di aver assassinato tre amici e per aver spinto al suicidio un'altra persona e per avere inscenato un altro finto suicidio. Ha dichiarato il Giudice Istruttore Tiziano Masini: «Sono indagati per omicidio plurimo volontario. Alcuni di loro hanno rivendicato di praticare riti satanici e hanno dichiarato di far parte della sètta delle “Bestie di Satana”, il che costituisce una circostanza aggravante. Essi hanno tra ventitre e i trent'anni. Alcuni di loro hanno problemi di droga, altri hanno problemi di personalità». La figura più inquietante è quella di Andrea Volpe, ventotto anni, un giovane che ha la mania di vestirsi in nero, di applicare adesivi con la testa di capra (un simbolo del diavolo) o con il numero 666 sulla propria automobile.
Fan dell'heavy metal e cantante fallito, Volpe è stato accusato dell'omicidio della sua ex-fidanzata Mariangela Pezzotta (ventisette anni), uccisa nel gennaio del 2003 con un colpo di pistola e da badilate in pieno volto a Golasecca, nello chalet di Elisabetta Ballarin, la nuova giovanissima compagna di Volpe che ha rivelato il delitto alla polizia. Il corpo della vittima è stato dissotterrato in un giardino a Golasecca, presso l'aeroporto di Milano-Malpensa. La pista del rituale satanico collegherebbe questo omicidio alla scoperta fatta ad inizio giugno di altri due cadaveri in un bosco situato anch'esso vicino all'aeroporto, ad Arsago Seprio. I corpi sono quelli di due giovani di sedici e diciannove anni scomparsi nel 1998 - Fabio Tollis e Chiara Marino - probabilmente uccisi a colpi di coltello e di pala. Essi erano stati visti per l'ultima volta il 17 gennaio 1998 all'uscita di un pub di Milano, il Midnight, un locale frequentato dagli adepti dell'heavy metal. Otto giorni prima del massacro, Volpe aveva scavato, aiutato da Nicola Sapone (ventisette anni), Mario Maccione, Eros Monterosso, Marco Zampollo e Pietro Guerrieri (detto «Wedra»), una fossa di due metri destinata ad accogliere i cadaveri dei due giovani.
Maccione, amico d'infanzia di Tollis, ha confessato di averlo spietatamente finito con numerose mazzate. La Marino (detta la «vestale di Satana») faceva la cantante nel gruppo guidato da Andrea Volpe, i Circus of Satan, specializzato nel suonare cover dell'immancabile Marilyn Manson, il sulfureo cantante americano, maestro nell'arte delle coreografie sataniste. Nella sua vita, comunque, c'era stato qualche segnale allarmante. Nella sua stanza aveva alcune volte allestito un altarino, con candele nere, un telo con una stella a cinque punte, un grosso piede di caprone e un teschio.
L'elenco dei crimini potrebbe allungarsi perché la giustizia ha deciso di riesumare dagli archivi altri due dossier di amici del gruppo, la cui morte era stata classifica a suo tempo come un suicidio: Andrea Bontade era morto al volante della sua automobile mentre viaggiava a 180 km orari il 21 settembre 1999. Era ritenuto un traditore dal capo della sètta satanica per essersi rifiutato di partecipare al sacrificio di Fabio e Chiara, mentre Andrea Ballarin è stato trovato impiccato il 6 maggio 2000. «Lo aspettammo nel cortile della nostra ex scuola all’una di notte», ha raccontato Volpe. «Sapone lo minacciò con un machete e lo narcotizzò con uno straccio imbevuto di etere. Poi lo portammo all'esterno della scuola e lo impiccammo ad un albero». Ad aiutare Sapone fu Paolo Leoni (detto «Ozzy»), un altro membro della congrega satanica.
Questi è figlio di Corrado Leoni, detto «Satana», membro della sètta Om-Sai-Ram. L'uomo, deceduto qualche anno fa, il 13 settembre 1985 aveva ucciso la cantante Maddalena Russo, infierendo selvaggiamente sul suo cadavere. Le investigazioni potrebbero estendersi addirittura a tre o quattro altri decessi, risalendo al periodo compreso tra il 1998 e il 2004. C'è una Loggia satanica strutturata in tre «livelli» che tira i fili in alto loco? Andrea Volpe, per bocca del suo avvocato Giovanna Menichino, avrebbe detto: «Facevo ciò che mi diceva di fare un altro membro del mio gruppo, che a sua volta affermava di prendere ordini da qualcuno più in alto a Torino». Al momento questa resta solo un'ipotesi. Di certo c'è una lista di morti destinata ad allungarsi su cui si staglia sinistra l'ombra del Maligno...
«Perché me»? 2
La luna era appena spuntata. Presto le famiglie avrebbero recitato la preghiera di ringraziamento prima della cena domenicale; i bambini avrebbero richiesto a gran voce di accendere le luci natalizie. Era l'ora di tornare a casa. Ma nel bosco buio, quattro teenager si attardavano, godendosi l'eccitazione che avevano sempre provato quando avevano ucciso qualcosa. Un gattino giaceva accartocciato lì vicino. Dividendo qualche segreto sottaciuto, i ragazzi si scambiavano occhiate furtive nella luce affievolita. Si stavano incattivendo. Improvvisamente, Jim Hardy sentì una voce dare il comando: «Fallo adesso»!
Jim sentì la sua mazza da baseball sbattere contro la faccia di Steven Newberry e vide gli occhi di Steven spalancarsi terrorizzati mentre gridava, barcollò, poi cominciò a correre. Gli altri lo inseguivano, muovendosi furtivamente impazziti sulla ghiaia sparpagliata e le foglie morte. Steve era grosso e lento. Si girò su sé stesso affrontando i suoi amici mentre si avvicinavano. «Perché me, ragazzi»?, chiese implorando. «Perché me»? Indietreggiando, Steve inciampò. Mentre cadeva, sentì una risata familiare e la risposta alla sua domanda che fu stregonescamente gentile nel tramonto dicembrino: «Perché è divertente». Sapendo, come gli altri, in quel momento quanto brutale e senza significato sarebbe stato l'omicidio di Steven Newberry, le persone in questa remota zona del Sudovest del Missouri si sarebbero riempite di cordoglio, per la loro colpevolezza al pari degli altri, in quanto questa morte era davvero prevedibile.
La polizia è arrivata in meno di un giorno a seguire le soffiate e gli avvertimenti che hanno portato a Jim Hardy, Theron Reed «Pete» Roland e Ron Clements che hanno ammesso di aver colpito a morte Steve con le proprie mazze da baseball da novanta chili, legato ad un masso di circa cento chili e gettato dentro un pozzo. Lo hanno fatto, a loro detta, per curiosità. Si chiedevano semplicemente come ci si sarebbe sentiti ad uccidere qualcuno. Ma lo hanno fatto anche per devozione; l'uccisione di Steven Newberry era una prova mortale per la loro fede in Satana. Era un sacrificio umano. Difficile spiegare perché nessuno sia intervenuto a salvarlo. Recentemente, Jim, dalla sua cella, ha scritto una lettera a Pete, ammettendo che Satana li ha ingannati: «Non so ancora perché abbiamo ucciso Steve», dice adesso.
Le conseguenze della colpevolezza
Sono tutti colpevoli. Sono tutti addolorati. Si sentono tutti responsabili. Penny Baert ha detto pochi giorni prima che suo figlio, Pete Roland, fosse rinchiuso in carcere per omicidio di primo grado: «Mi sento come se un mio piccolo gesto avrebbe potuto cambiare tutto, e non so quale poteva essere». Anche adesso la gente della Contea di Jasper si chiede come questo piccolo villaggio sia diventato il campo di battaglia di adolescenti subacculturati e profondamente disturbati. Hanno dato la colpa alle droghe pesanti, alla musica violenta, ai libri proibiti e ai film violenti. Hanno incolpato anche sé stessi, tutti gli amici, le famiglie, gli insegnanti, i consiglieri, la polizia, il clero e i compagni di classe che involontariamente hanno guardato tre diciassettenni scivolare oltre il limite.
Gli indizi sono stati accumulati per anni, segni di chiacchiere grandi e piccole che si sono accatastati come blocchi di cemento. I colloqui, le registrazioni della polizia, i documenti segreti e pubblici, i testimoni al processo e le confessioni raccontano la storia. Molte tracce portano al giorno, di cinque anni fa, quando James Hardy si trasferì con la sua famiglia da Joplin alla vicina Carl Junction, un tranquillo sobborgo di operai circondato da fattorie e country club 3 vicini alla frontiera con il Kansas. Hardy era un ragioniere iscritto all'albo. Lui e sua moglie Nancy hanno avuto tre maschi e due femmine. La loro nuova casa era circondata da alberi di pini e da campi verdeggianti. Era un bel posto in cui crescere una famiglia.
Principio di ribellione
Jimmy era il secondogenito. Era stato un chierichetto e un onorato studente prima della scuola media, e la sua condotta aveva subito un improvviso cambiamento dopo gli undici anni. Le suore della scuola parrocchiale avevano suggerito di ricorrere ad un aiuto professionale, e Jim, di malavoglia, era andato a qualche seduta al Mental Health Center («Centro di Salute Mentale») di Joplin, prima che i suoi esasperati genitori rinunciassero. In seguito, Nancy e James Hardy si erano separati, e si supponeva che fosse stata questa turbolenza familiare a far esplodere Jim, ma questa era la scusa perfetta.
Nessuno capiva la verità. Jim Hardy faceva abuso di droghe ed era un sadico. Aveva cominciato a prendere pasticche fin dal sesto grado 4, e già da prima aveva cominciato a mutilare animali. Entrambi i segreti lo tormentavano e lo facevano rabbrividire. A tredici anni, Jim cominciò a preoccuparsi di meno nel voler nascondere la sua abitudine alle droghe e la sua violenza. Quando James Hardy chiese al figlio spiegazioni a riguardo del suo uso di marijuana, Jim colpì la porta del bagno con la mazza da baseball con una tale forza che diversi pezzi di legno volarono nella stanza colpendo il padre impaurito.
Un'esplosione d'ira
La tensione tra di loro raggiunse il punto massimo quando James Hardy, che stava lavorando in giardino, disse che suo figlio aveva messo fuori posto un attrezzo. Jim arrivò bestemmiando nel cortile e impugnando un grosso ceppo preso dalla catasta di legna. Si voltò verso il padre urlando: «Ti uccido»! Lanciò il ceppo contro la casa e ne raccolse un altro mentre suo padre fuggiva. Questo pezzo mandò in frantumi la porta scorrevole a vetri. Quando Jim ricorda quella rabbia, inizia a piangere lacrime amare, lacrime che però non versa quando parla di quello che ha fatto a Steve Newberry. Quest'ultimo fu uno dei primi a diventare amico di Jim quando egli entrò alla Carl Junction Junior High, ma fu Ron Clements a diventare il più intimo alleato del nuovo strano ragazzino dai capelli biondi e lisci. La madre di Ron faceva la cameriera, mentre suo padre era un tossicomane alla deriva, che aveva cambiato trenta lavori in quattro anni. A dispetto delle loro diverse esperienze personali, Ron Clements e Jim Hardy forgiarono un'amicizia come fratelli di sangue. La musica heavy metal, l'uso di droghe - e alla fine Satana - divennero la base del loro legame. Ognuno incolpa gli altri per aver istigato quella che sarebbe poi diventata un'ossessione per l'occulto. All'inizio erano tutte parole. Poi i due ragazzi iniziarono a gettarsi a capofitto nella lettura dei libri della biblioteca che parlavano di stregoneria e di satanismo. Ripetevano canti per tentare invano di evocare un demone. Essi disegnavano Pentacoli e altri simboli, prima sul bloc-notes, poi sugli edifici.
Imitavano l’«horned hand» (le corna con la mano), il saluto delle loro star metal preferite ai concerti, con il mignolo e l'indice tesi e il pollice fermo sopra le altre due dita. Quando l'autista dell'autobus sorprese Jim mentre insegnava il satanismo ai ragazzi più giovani, la scuola mandò una nota a casa che ritornò con la firma di Nancy Hardy. Questo non cambiò nulla. Ricorda Jim Hardy: «Pregavo Dio e Satana allo stesso tempo per vedere chi avesse più potere, e, a poco a poco, smisi di credere in Dio e cominciai a credere in Satana. Non puoi assolutamente occupartene in modo superficiale. È una cosa che ti risucchia davvero in fretta».
In cambio, Jim pensava che Satana gli avrebbe dato molto di più di ciò che desiderava. Droghe e amici. Anche Ron pregava disteso davanti ad una croce capovolta posta sul suo letto. «Credere in Satana ci darà più potere», aveva detto Ron, così avrebbe potuto uccidere qualcuno in un batter d'occhio. Lui e Jim erano d'accordo sul fatto che Satana tiene in pugno il mondo. Come studenti del secondo anno diventarono sfacciati a riguardo della loro nuova religione, ostentando i loro orecchini e le loro croci rovesciate. Jim girava con un serpente intrecciato che gli penzolava sulle spalle. Ron aveva il volto seminascosto dai suoi lunghi capelli arruffati. Ormai, Jim e Ron erano il sostegno principale della combriccola degli stoner 5, i ragazzini che gironzolavano sui binari della ferrovia dietro la Carl Junction High, verso i boschi, dove si poteva contrabbandare qualche canna. In classe facevano gli zombie o i gradassi. Passavano spesso il sabato mattina trattenuti a scuola per punizione e il sabato notte divertendosi nei parchi pubblici.
Heavy Metal e omicidio
Le loro band preferite erano gruppi heavy metal quasi underground come i Megadeth e gli Slayer. Le canzoni di questi gruppi glorificavano un tipo di ribellione che mirava al cuore di una comunità cristiana come Carl Junction. Le parole delle canzoni parlavano di sedute spiritiche e di messe nere, di tortura e di distruzione, di Satana e di sacrificio. Jim e Ron parlavano costantemente di cose macabre… L'omicidio li intrigava, e c'era quasi una competizione tra i due su chi riusciva ad inventare le fantasie più sadiche. Jim aveva dichiarato: «Satana è il mio signore». In realtà, Ron cominciava ad avere paura.
In quel tardo autunno del suo quindicesimo anno d'età, Ron arrivò a credere che i demoni stessero cercando di impossessarsi di lui. Una notte, mentre stava per addormentarsi, la testa gli incominciò a pulsare; il dolore batteva sui suoi occhi come un martello pneumatico. «Mi sono sentito come se ci fosse qualcun altro dentro la mia testa…, ma non riuscivo a capire cosa stava dicendo», disse prima agli amici più stretti e in seguito agli psichiatri. Stava abbandonando il satanismo. Jim era sensibile. Pensava di essere stato posseduto una mezza dozzina di volte. Ma la dichiarazione di Ron ebbe un piccolo effetto sul suo stile di vita. Gli piacevano ancora le feste e il bombardarsi il cervello ascoltando il metal estremo. Nella stanza delle punizioni, aveva riempito un foglio di un compito scolastico con Pentagrammi satanici. Non ci volle molto a Ron a diventare una specie di adepto.
Nell'autunno del suo terzo anno scolastico noleggiò il film A Clockwork Orange («Arancia Meccanica») 6, poi prese in prestito il libro di Anthony Burgess (1917-1994) da cui il film era stato tratto, da un amico che non vide più. Era la storia di giovani sociopatici in una Londra futuristica che aveva eccitato Ron. Lo aveva letto e riletto, e si dice che si fosse perso nella storia e ne fosse diventato uno dei protagonisti. In effetti, tempo dopo, Ron parlava con l’accento popolano londinese e con il peculiare vocabolario dell'antieroe della storia, un quindicenne di nome Alex. «Alex è il mio nuovo nome e Ron è il nome al quale ho rinunciato», scrisse Ron nel suo diario segreto.
Tutte le annotazioni successive furono firmate «Alex» in un'accurata scrittura effeminata. «Alex» riempì le pagine bianche con alcuni dei testi più crudi della corrente heavy metal. Ron affermò che poteva capire le parole della strana voce che sentiva nella sua testa. «Stai attento», incalzava. «Uccidi qualcuno»! Si chiedeva se fosse Alex, e fece un test psicologico per vedere se c'erano i sintomi della follia. Nell'aprile del 1987, Diana e Ron Clements andarono al Mental Health Center Ozark per una consulenza familiare. Senza fargli alcun test, il Centro disse alla dubbiosa madre che non sarebbe stato necessario inserire Ron nel programma di riabilitazione dalle droghe a dall’alcol, sebbene Ron stesso disse al consulente Randy Grauens nella sua prima seduta che voleva mettere la testa apposto.
Grauens dubitò della sincerità di Ron. Inoltre, in quel primo incontro, Ron confidò a Grauens che era ossessionato da pensieri e da fantasie morbose, come calciare o picchiare le persone. Il colloquio iniziale al Centro Ozark registrò inizialmente anche la paura di Ron di essere posseduto dal diavolo a causa del suo interesse per l'occulto e per Satana. Questa rivelazione non venne mai approfondita. Quando quell'estate Ron andò a trovare il padre in Arizona, Diana Clements andò a curiosare nella camera del suo stravagante figlio. Orribili poster heavy metal ricoprivano ogni centimetro dello spazio sui muri. Panni neri coprivano le finestre. La testa impagliata di un lupo pendeva dal soffitto.
Diari abbandonati
Diana arrivò alla verità leggendo il diario di Ron. Le descrizioni grafiche della violenza e delle fantasie sessuali di Ron la allarmarono a tal punto che chiese ad un amico del Dipartimento di Polizia di Carl Junction cosa fare. L'ufficiale le disse che Ron aveva bisogno di aiuto. Essa portò il diario al Centro Ozark. Randy Grauens non trovò nulla di volgare nelle annotazioni di un fan dell'heavy metal. I ragazzini definivano la loro musica trash... 7. Ron Clements e Jim Hardy ascoltavano quella musica per ore e imparavano i testi a memoria. Le ripugnanti canzoni nutrivano il crudo e indicibile desiderio che tormentava Jim fin da quando era piccolo.
«Ero affascinato dalla morte», ammise in seguito. «Sono sempre stato ossessionato dall'uccidere. Non so, davvero, di che cosa si trattasse. Quando ho cominciato ero un ragazzino; sparare ad un uccello e guardarlo morire non era sufficiente. Dovevo farlo a pezzi. Pensavo unicamente che fosse fantastico. Volevo solo vedere la morte. Ero infatuato dalla morte». Ma mentre Jim diventava grande si metteva sempre più in mostra; la morte non era più un piacere segreto. Uno dei suoi nuovi amici, Pete Roland, divideva con lui quella compulsione. Pete era un energico atleta e i suoi capelli neri ondulati e i suoi occhi azzurri gli avrebbero fatto vincere un concorso scolastico di fotogenia. Ma il suo bell'aspetto da ragazzo cresciuto a latte mascherava la crudeltà che c'era dentro di lui.
l Divertimento a pranzo
Finito il pranzo e bevuto il caffè, una mezza dozzina dei soliti ragazzi ascoltava Jim parlare di torture, apparentemente senza immaginare che alcuni di quegli animali uccisi erano gli stessi che erano scomparsi proprio a loro. Alcuni amici ricordano quando erano seduti nella stanza da letto di Jim e ridevano guardandolo attraversare con la vite autofilettante la testa di una bambola Barbie, e poi bruciare la testa di plastica sperando ad alta voce che fosse umana. Cosa sarebbe successo se avesse gettato benzina addosso ad una vecchia signora, dandole poi fuoco? Ipotizzavano. «Le persone pensavano che fossero solo frottole», disse Jim. «Essi pensavano che stessi scherzando, ma nella mia mente, quello era esattamente ciò che volevo fare. Forse erano tutte le droghe e la musica che mi suggestionavano mentre ero “fatto”. Forse queste due cose avevano impiantato qualcosa nella mia testa, ma erano anche le forze del male che crescevano dentro di me. C'era sicuramente qualcosa dentro di me». Anche Pete stava cambiando, e Penny Baert era preoccupata. Suo figlio emulava il disordinato look heavy metal di Jim e Ron. Egli insisteva sul fatto che le immagini violente e i simboli satanici sulle magliette non significavano nulla per lui. Nella sua stanza, Penny rinvenne armi rudimentali, vetri rotti e un bastone chiodato. I poster sui muri erano costituiti dalle copertine della sua collezione di dischi. Una di esse mostrava un cantante che beveva sangue da un teschio umano. Quando ella trovò la Satanic Bible («Bibbia satanica») 8, Pete spiegò in tutta fretta che apparteneva a qualcun altro. Poco dopo, questo libro sparì. L'estate che precedette il delitto, mentre Ron era in Arizona, Jim e Pete si avvicinarono. Si unirono a loro occasionalmente altri ragazzi del gruppo delle feste, fra i quali Steven Newberry. Torturavano gli animali fino ad ucciderli così tante volte che ne avevano perso il conto. Talvolta, succedeva tre o quattro volte al giorno. Pete e Jim avevano persino composto una canzoncina che parlava del loro hobby, e ogni episodio particolarmente crudele meritava un nuovo verso. «Sacrifica quei bambini a Satana…», intonava il coro. Un giorno, l'ispirazione colse Jim e Pete dopo che avevano bruciato vivo un piccolo cane dal pelo soffice dentro un essiccatoio abbandonato. Essi lo avevano riempito di erba e gli avevano spruzzato addosso del diluente. «Quel cane correva tutt'intorno là dentro, e quella era la prima volta che sentivo un cane urlare», disse Jim. «E le sue urla erano proprio uguali alle urla umane. Cominciammo a ridere», aggiunse. «Per noi quello era come un gioco. Vedere per quanto tempo riuscivamo a tenerli in vita… Allora li infilzavamo solo un paio di volte e li gettavamo sull'erba». Sebbene Jim si considerasse un devoto adepto di Satana, allo stesso tempo negava che i sacrifici umani fossero sacrifici rituali. Poi Pete riferì di sentire anch'egli delle voci dentro la sua testa che lo istruivano sul male. In cambio di un sacrificio umano, Pete credeva che Satana sarebbe apparso e gli avrebbe dato come ricompensa poteri soprannaturali. Il Dr. William Logan, assunto come esperto testimone per la difesa di Pete, diagnosticò che quest'ultimo era affetto da un disordine psicotico provocato dalle droghe, dalla musica heavy metal e da Jim Hardy. Per Jim si arrivò ad una diagnosi diversa. «È come se qualcosa che è scivolato fuori da me abbia afferrato Pete». In effetti, il carisma di Jim lo aveva fatto diventare lo studente più popolare del campus, ed egli attribuì la sua notorietà a Satana, «perché stavo crescendo in lui». Quando nel 1987 incominciò il loro ultimo anno scolastico, la scena al tavolo del pranzo era spesso la stessa, ma esseri umani cominciavano ad apparire nelle loro orrende conversazioni. «E se…». Molti udirono Jim dichiarare che la sua vita non sarebbe stata completa fino a quando non avesse ucciso qualcuno. L'obbiettivo finale, si vantava Jim, era il sacrificio umano.
La paura di essere impazzito
Jim iniziò a chiedersi se fosse davvero diventato pazzo. Chiedeva a Satana di avere più potere, e cominciò a sentire quella che più avanti avrebbe descritto come una voce dentro la sua testa. Gli diceva che avrebbe dovuto mettersi alla prova. Una notte, Jim si convinse che Satana stava cercando di strappargli l'anima fuori dal corpo. Era così impaurito che saltò nel letto dei suoi costernati genitori. Aveva diciassette anni. «Guardatemi questa notte mentre dormo - chiese - e svegliatemi se vi sembra che stia per avere qualche incubo». Sebbene i suoi genitori fossero perplessi, Jim non fece segreto a scuola a riguardo della «voce» che sentiva nella sua testa.
Disse ai suoi compagni di classe che lo stuzzicavano a proposito del suo «amico invisibile» che non era un'invenzione della sua immaginazione. Jim rivelò che l'amico sarebbe apparso spontaneamente e gli avrebbe fatto fare certe cose. Quando una ragazza chiese a Jim se era vero che aveva sacrificato dei gatti, egli rispose di sì, perché gli piaceva il loro sangue, che aveva un sapore così dolce. Ed essa gli chiese. «E i cani»? Jim rispose che anche il loro sangue era buono. E gli uomini? «Non sono ancora arrivato a loro», rispose Jim. Ora Jim nega di aver mai bevuto sangue e protesta che molti compagni di classe abbiano fatto dichiarazioni false contro di lui.
Gli assassini «per divertimento» pagano il loro debito al diavolo
«L'azione» - come l'aveva chiamata il presidente del corpo studentesco Jim Hardy (ora viene chiamata la morte a mazzate di Steven Newberry) - venne a galla durante una conversazione casuale tra sette compagni di classe un pomeriggio di settembre. Jim e il suo migliori amici, Pete Roland e Ron Clements, erano là, e parlavano, come al solito, di omicidio. Ma quella volta non erano solo le perverse fantasie di giovani violenti fissati con le droghe, l'acid rock e la violenza. Questa volta si trattava di una profezia che si sarebbe realizzata. Steve Newberry sarebbe morto e con lui l'innocenza di questa cittadina degli Stati del Sud in cui alcuni studenti si erano apertamente dati al satanismo. I ragazzi si sforzavano di pensare a qualcuno da sacrificare. Una ragazza di quattordici anni di nome Angel disse scherzosamente che Steve era la persona adatta, perché Jim e i suoi amici parlavano sempre di quanto lo odiassero. No, decise Jim, lo avrebbero tenuto in vita perché spacciava droga. Se Jim Hardy era l'eroe dei giovani della zona, Steve Newberry era il capro espiatorio. Sovrappeso e igienicamente poco curato, Steve era quello che i ragazzini definivano un wannabe 9. Egli voleva solo entrare a fare parte del gruppo di Jim Hardy. Marlys Newberry, con due divorzi alle spalle e con quattro teenager, era consapevole che suo figlio primogenito fumava erba, ma apparentemente non aveva realizzato che anche le droghe psichedeliche, i barbiturici, la cocaina e le anfetamine venivano assunte dal gruppo di ragazzini che Steve frequentava così ardentemente. Quello che veramente allarmava Marlys era la musica heavy metal che Steve ascoltava per ore. Un giorno, essa prese le sue audiocassette e gettò via quel «pattume», dicendo al figlio indignato che erano state loro a mettergli certe idea in testa. Quando in precedenza ne avevano discusso, Steve se ne era andato arrabbiato e aveva passato la notte da un amico. Marlys lo aveva messo in guardia dicendogli: «Penso che sia meglio che tu stia alla larga da loro». Steve le aveva parlato dell'interesse per il satanismo del gruppo di Hardy e dell'uccisione di qualcuno come obiettivo finale, ed essa capì che Steve sarebbe stato il candidato perfetto. «Jim è mio amico; non lo farebbe...».
Quel fine settimana di vacanza 10, segnò il terzo tentativo di uccidere Steven Newberry in meno di un mese. A scuola, quella settimana, i ragazzi discussero del loro ultimo fallimento e riprogrammarono l'omicidio di Steven Newberry per quella domenica. «Ogni volta che avevamo fallito, non so che cosa ci avesse guidato, ma noi volevamo quella esperienza», disse Jim. «Volevamo proprio fare quell'esperienza. So che proveniva da Satana». Un venerdì notte, durante una festa, i ragazzi divennero turbolenti. Jim, ubriaco di whisky, disse a Ron che era un buon amico e aggiunse: «Non ce la faccio ad aspettare fino a domenica».
Il fine settimana dell'omicidio
L'alba di domenica fu limpida. Era il 6 dicembre 1987. I Newberry andarono in chiesa e tornarono a casa per mangiare presto. Marlys aveva preparato il tacchino arrosto. Quel pomeriggio tornò in chiesa per fare le prove dello spettacolo teatrale natalizio della sua classe domenicale. Jim chiamò Steve e gli disse che sarebbero usciti ad uccidere qualcosa, e gli chiese se voleva andare con loro. A casa Newberry, Jim arrivò alla porta mentre Ron e Peter ascoltavano in macchina musica heavy metal. A Marlys non piaceva l'idea che Steve uscisse con quei ragazzi e gli disse che lui sapeva esattamente il perché. Marlys era troppo stanca per discutere e gli disse che aveva diciannove anni e poteva decidere per sé stesso. Steve saltò sul sedile posteriore della Datsun porpora di Pete. Quattro mazze da baseball giacevano sul tappetino e Ron raccolse la sua e la fece vedere a Steve. «C'era scritto sopra “ultraviolenza…”» 11. La musica rimbombava dallo stereo. Una strofa di una delle canzoni, che in seguito avrebbe ossessionato Pete, diceva «dying time is here» («È giunto il tempo di morire»). Avevano parcheggiato al margine della carreggiata e si erano inoltrati attraverso rovi e sterpi verso il Well of Hell («Pozzo dell'inferno»). Pete aveva portato con sé un rotolo di cordicella, ci avevano legato un gattino catturato su di un albero, e lo avevano colpito a turno. Quando il gatto morì lo tirarono giù e lo gettarono via. Jim raccontò il resto della storia nel penitenziario federale: «Steve parlò per primo, dicendo che avrebbe desiderato “qualcosa di più grosso da uccidere”. In quell’istante, Jim sentì la voce nella sua testa, quella che gli aveva sempre detto di mettersi alla prova: “Fallo adesso”! Jim colpì Steve con la mazza da baseball. Mentre lo inseguivano, Steve inciampando nell'oscurità, chiedeva ai suoi inseguitori sempre la stessa domanda. “Perché me, ragazzi? Perché me”? Ron rideva. “Perché è divertente”, rispose. “Il modo in cui Clements lo disse”, ricorda Jim, “era davvero incredibile, come se stesse parlando con un ragazzino. “Perché è divertente Steve”. Penso che fu quello a disorientare Steve, quello che lo fece fermare e voltarsi, pensando: “Forse non sono io quello che vogliono uccidere”. Pete avrebbe poi confessato che avevano colpito Steve per circa settanta volte, fratturandogli talmente il cranio che una delle mazze si ruppe e qualcuno dovette prendere quella di Steve per continuare. Quando l'impeto finì, Steve continuava a lamentarsi. Jim Hardy prese una mazza insanguinata e lo colpì sulla spalla. “Sacrificio a Satana”, disse».
Suoni di morte
I ragazzi cominciarono a trascinare il corpo di Steve verso il pozzo. Ron avvertì gli altri che le dita di Steve raschiavano il terreno, come se per lui fosse ancora possibile fuggire. I suoni di morte rendevano nervoso Ron. «Smettila, Steve»!, sbraitò, e gli diede un calcio in faccia. Tornati alla macchina, Ron, impaurito dal fatto che Satana avrebbe potuto tentare ancora di possederlo, disse per declinare le proprie responsabilità: «Jim, io non l'ho fatto come sacrificio a Satana. L'ho fatto solo per mia gratificazione personale». A Jim non interessava.
Era sicuro di essere riuscito a placare la voce dentro la sua testa. Questa, immaginò, era «l'ultima prova». Tornando a casa Hardy, Ron si sciacquò nel lavandino il sangue dalla faccia e dalle mani. Pete e Jim non si fecero notare, e i genitori di Jim non si accorsero di nulla. Avevano sgridato Jim per aver fatto tardi. Gli avevano tenuto degli spaghetti per cena. Il lunedì mattina, Lance Owens andò da Pete per dargli un passaggio a scuola, e Pete gli raccontò dell'omicidio. Nel laboratorio di educazione artistica, anche Jim lo disse a Lance, vantandosi: «Lo abbiamo fatto»! In seguito, Ron chiese a Lance di essere il suo nuovo compagno di armadietto.
Le cose di Steve erano ancora dentro. Quel pomeriggio, la sorella minore di Steve, la quattordicenne Christina, chiamò sua madre da scuola con notizie impressionanti. Tre suoi amici avevano sentito Jim e Pete ridere nel corridoio. Stavano parlando di una persona grassa uccisa a mazzate. Carl Junction, un villaggio di quattromila persone per la maggior parte timorate di Dio, apprese della tragedia duramente. La convinzione che l'omicidio fosse in qualche modo collegato al satanismo colpì la città come una tempesta in primavera.
Cose bizzarre tornano alla mente
Dozzine di adulti della Contea di Jasper iniziarono a raccontare alle autorità strani avvenimenti che non avevano rivelato fino a quel momento: persone nude che cantavano nei boschi, teste di cani appese agli ingressi di grotte, ragazzini vestiti di tuniche che uccidevano animali in un vecchio edificio scolastico, un coniglio macellato di fronte ad una veranda su cui era stato scritto die («muori») con il sangue, pile di cani scuoiati ai quali era stato strappato il cuore e graffiti satanici ovunque.
Un amico stretto di Jim Hardy raccontò i sentimenti di tanti ragazzi che, come lui, avevano seguito le sue morbose fantasie e torturato gli animali. Le aveva anche adesso. Incapace di comprendere pienamente o di controllare queste pulsioni era terrorizzato. «Qualunque sia la cosa dentro di lui che lo ha spinto ad uccidere - affermò - è dentro tutti noi». Durante l'estate il dramma si concluse. Jim Hardy patteggiò con il pubblico ministro dichiarandosi colpevole con la certezza di non essere condannato a morte. Clements e Roland rifiutarono l'offerta, decidendo di rischiare la condanna a morte aspettando il processo.
La richiesta della difesa di infermità mentale fu respinta dalla giuria che aveva emesso il verdetto di possibile condanna a morte. Recentemente, dalla sua cella Jim ha scritto una lettera a Pete, ammettendo che Satana li aveva imbrogliati. «Non so neanche perché abbiamo ucciso Steve. Era come uno degli altri animali che avevamo ucciso». Jim Hardy non sentì mai fluire quel potere che Satana gli aveva promesso in cambio dell'ultima prova. Poco tempo dopo, la voce tornò, quella che gli aveva detto: «Fallo adesso»!
Jim sente il sussurro di Satana
Gentilmente egli insisteva ripetendo le parole che Satana sussurrava nella sua mente giovane e irrequieta: «Devi aprire la porta solamente una volta e ti prometto che non ti lascerò andare mai più». Quella domenica mattina, Marlys Newberry aveva sentito distintamente la voce del figlio Steve piagnucolare: «Mamma»! Essa ricorda di essere andata al supermercato Sears poco dopo la morte di Steve. Voleva comprare del detersivo. Con la casa piena di teenager, prendeva sempre la confezione gigante da venti chili. «Facevo una gran fatica a tirare su quella scatola di detersivo. E quella volta, quando arrivai in macchina, le lacrime mi scorrevano sul viso, perché Steve l’aveva sempre portata per me. “Mamma, è troppo pesante per te, lascia che la porti io”. Non avevo mai portato quella scatola da sola prima. Non sapevo davvero quanto fosse pesante».
APPENDICE I
Nel 1985, i californiani chiusero le proprie porte per difendersi dal nigth stalker (il «cacciatore notturno»); così era stato chiamato il caso che si trascinò avanti per diversi mesi. I residenti avevano paura che loro stessi e le loro famiglie avrebbero potuto diventare preda del satanista stupratore e omicida. Almeno quattordici vittime erano state assassinate, e molte altre erano state derubate e sodomizzate dal «cacciatore». Le vittime erano solitamente residenti di case gialle vicino alle freeway 13. I metodi del «cacciatore» amplificavano l'orrore. Nel corso di un particolare rituale demoniaco, alle vittime venivano cavati gli occhi. Il «cacciatore» disegnava spesso Pentacoli sul luogo del delitto. La moglie di una delle vittime dichiarò che l'aveva obbligata a «giurare su Satana» che non avrebbe urlato per chiedere aiuto. Non aveva preferenze particolari. Il «cacciatore notturno» molestava bambini, uccideva uomini e donne, e usava pistole e coltelli. Di solito, egli compiva la sua atroce attività tra mezzanotte e le sei del mattino, quando strisciava furtivamente dentro case buie attraverso porte non chiuse a chiave e finestre. Alla fine, la polizia arrestò il ventottenne Richard Ramirez, di El Paso, nel Texas. Quando venne chiamato in giudizio, Ramirez sogghignò e alzò il braccio mostrando un Pentacolo sul palmo della mano. Alcuni amici di Ramirez dichiararono che era affascinato dalla musica heavy metal e dal simbolismo satanico del gruppo musicale australiano AC/DC. A Rosemead, in California, Ramirez penetrò in un condominio e uccise il trentaquattrenne Dayle Okazaki lasciando un cappello da baseball con il logo degli AC/DC. Il disegno della copertina dell'album degli AC/DC Highway To Hell («Autostrada per l’inferno»; Atlantic 1979) raffigurava il cantante con le corna sataniche che gli spuntavano sulla testa. Nelle sue mani stringeva una diabolica coda appuntita. Per gli investigatori, la canzone degli AC/DC Night Prowler («Predatore notturno») è molto simile all'agghiacciante attività di Ramirez.
La canzone descrive vividamente un'omicida che sta appostato di notte: «Non sentirai il pugnale fino a quando non penzolerà dalla tua schiena», avvertono le parole. Il ritornello di questo brano sembra quasi il profilo che ha fatto la polizia di Ramirez: «Sono il tuo predatore notturno/ Dormo di giorno [...] In stato comatoso, mentre scivolo nella tua stanza». Dopo aver descritto il terrore della vittima che aspetta l'attacco omicida, dice la canzone: «Non c'è niente che tu possa fare». Per Ramirez, l'occulto era molto più di un'infatuazione passeggera. Egli aveva disegnato un Stella satanica sul suo avambraccio. Donna Myers, che conobbe Ramirez e che alla fine aiutò la polizia ad arrestarlo per i suoi crimini, affermò che si era inciso una Stella della stregoneria sullo stomaco. A quanto riferito dalla Myers, Ramirez «aveva affermato che Satana è l'essere supremo, come se lui stesse adorando Dio. Mi aveva detto anche che Satana lo proteggeva, in modo che non potesse essere preso o ferito».
Ricky Kasso
L'atroce attività criminale di adulti come Charles Manson 14 e Richard Ramirez, fu presto adottata da giovani deviati come Ricky Kasso di Newport, nello Stato di New York, un sobborgo di Long Island. Con i suoi capelli biondi e gli occhi azzurri, Kasso avrebbe potuto essere il ragazzo della porta accanto. Da adolescente, era un avido atleta, con una gran voglia di giocare a football. Ma a diciassette anni era sottopeso, balbuziente e con problemi di memoria. Suo padre disse di lui: «Tutto quello a cui pensava erano le droghe e la musica rock». Kasso e i suoi amici formarono un sedicente culto di adorazione del diavolo da loro chiamato The Knights of the Black Circle («i Cavalieri del Circolo Nero»). Sui muri dipingevano con lo spray croci rovesciate e il numero 666 (che rappresentano l'Anticristo), Stelle rovesciate (che simboleggiano il diavolo), e nomi di stelle dell'heavy metal come Ozzy Osbourne e i Black Sabbath. Ricky Kasso impaurì la madre imbrattandosi di ketchup i polsi, dicendole che il diavolo lo aveva indotto al suicidio. Una volta scrisse una canzone intitolata A Child of the Devil («Un figlio del diavolo»). Ricky spaventò i genitori raccontando ai dottori che aveva tentato di suicidarsi, con la sua condotta minacciosa, con l'uso di droghe allucinogene, e per essere stato arrestato mentre stava profanando una tomba. Kasso era stato giudicato «antisociale» (o «asociale»), ma non «psicotico». Un amico la pensava in un altro modo. Egli una volta dichiarò: «Ricky parlava del diavolo. Diceva che il demonio andava da lui sotto forma di albero, che spuntava da terra e ardeva». Il caso di Ricky Kasso rappresenta cosa succede quando le autorità fanno l'errore di non prendere seriamente in considerazione i simboli satanici e gli oggetti personali.
Per tre anni, la polizia di Northport aveva ritrovato i resti di animali torturati o carbonizzati che apparentemente erano stati vittime di sacrifici rituali. La negligenza nell'individuare la fonte di tali malvagità portò infine all'assassinio del diciassettenne Gary Lauwers. Ricky Kasso accusò Lauwers di avergli rubato cento dollari di PCP, la droga conosciuta come «la polvere d'angelo». Con l'aiuto di un complice, il diciottenne James Troiano, Ricky torturò la sua vittima per tre ore. Lauwers fu accoltellato diciassette volte; poi Kasso gli cavò gli occhi obbligandolo a dire: «Ti amo, Satana».
Dopo il suo arresto, Kasso si impiccò nella sua cella mentre i suoi compagni di prigione cantavano: «Impiccati! Impiccati»! Nel caso di Kasso e di molti altri casi simili in cui i giovani sono coinvolti in omicidi dedicati al diavolo, il satanismo è molto lontano dall'essere un ordine organizzato fedele a Lucifero. Praticando il satanismo, i teenager alienati provano un senso d'importanza. Questa è la più grande perversione che tutti i genitori temono, la ribellione più estrema. Il satanismo è il massimo grido d'aiuto diretto ad un società che dà tutto materialmente, ma che non dà un significato reale alle loro vite.
Tommy Sullivan scivola nel satanismo
Probabilmente, la storia più celebre di satanismo giovanile è stata quella del quattordicenne Tommy Sullivan. Cresciuto come fedele della Chiesa cattolica, Tommy è stato descritto dai suoi amici come una persona dotata di una personalità poetica e di profondi sentimenti. Il suo gruppo rock preferito erano i Suicidal Tendencies («Tendenze suicide»). I muri della sua camera da letto erano ricoperti di poster di Ozzy Osbourne. In un suo diario speciale, una sorta di Book of Shadow («Libro delle Ombre») 15 personale, Tommy aveva scritto: «Ai più grandi tra i demoni; vorrei fare uno scambio solenne con voi: se mi darete il più grande di tutti i poteri magici, io ucciderò molti discepoli cristiani. Esattamente a vent’anni da oggi, vi prometto che mi suiciderò. Tenterò i giovani sulla terra a fare sesso, incesto, a usare droghe, e ad adorarvi. Credo che il male crescerà ancora e che supererà l'amore di Dio». Gli amici dissero che la discesa di Tommy nel male era iniziata quando un insegnante aveva chiesto agli studenti di preparare una ricerca sul satanismo. Per Tommy, quel compito diventò un'odissea nell'occulto. Il quattordicenne passò interi giorni ad ascoltare una crescente collezione di dischi heavy metal e rimase assorbito dal gioco Dungeons & Dragons. Tommy imparò a scrivere al contrario e sul suo Libro delle Ombre scrisse queste parole: «Il male di tutto il genere umano dimora all'interno della mia anima. Se vuoi entrare, fammelo sapere». Il suo talento artistico era visibile nei sinistri disegni che faceva sul suo Libro delle Ombre, il quale conteneva creature diaboliche e scene di rituali sadici. Una pagina era intitolata: «Vieni da Satana».
In un'altra pagina, una figura demoniaca teneva tra le mani una croce capovolta, in piedi di fronte ad una donna prostrata su di una lastra che veniva trascinata nell'inferno da un intricato meccanismo. Infine, Tommy raccontò ai suoi amici di un sogno nel quale il diavolo gli era apparso. «Satana aveva il mio volto».
Il ragazzo dichiarò: «In mano aveva un coltello, e mi ha detto di “predicare il satanismo agli altri ragazzi, e poi di uccidere tutta quanta la tua famiglia”. Lo farò». Qualche notte dopo, Tommy uscì dal suo covo esaltato dopo aver visto il film horror Friday the 13th («Venerdì 13») in videocassetta. Alle 22:30 del 9 gennaio 1988, suo padre sentì suonare l'allarme antifumo e chiamò la polizia. Quando le autorità arrivarono, trovarono la casa ricoperta di sangue. La madre di Tommy fu ritrovata con la gola tagliata e il corpo sfigurato da dozzine di fendenti inferti con la punta di un coltello. Tommy aveva tentato di strapparle gli occhi, e le sue mani erano state parzialmente staccate. Il giorno successivo, la polizia trovò Tommy sepolto sotto un cumulo di neve. I suoi polsi erano tagliati e la sua gola era stata squarciata da orecchio a orecchio con una tale intensità che era quasi decapitato. Al suo fianco c'era il coltello da boyscout che aveva usato per uccidere sua madre e per porre fine alla propria vita.
Il satanismo di Dereck Shaw
In un altro caso di satanismo giovanile, a Sackville, in Nova Scotia, il sedicenne Dereck Shaw telefonò alla sua ragazza, mentre i suoi genitori erano fuori, dicendole che la notte precedente era stato visitato da Satana. Secondo Shaw, il demonio era apparso sotto forma di luce blu chiedendo la sua anima. Dopo aver parlato con la sua ragazza, Shaw disse ai suoi fratellastri, entrambi di otto anni, di chiudere gli occhi mentre andava nella stanza da letto dei suoi genitori a prendere il fucile da caccia del patrigno. Portò giù il fucile nello scantinato, si puntò la canna in bocca e fece fuoco.
I genitori di Dereck si fecero coraggiosamente avanti e avvertirono la stampa. Diedero la colpa della morte del figlio al fascino che avevano esercitato i due anni che egli aveva passato ad adorare il maligno e a praticare rituali violenti. Solo qualche mese prima, avevano confiscato a Dereck candele nere, un Pentacolo disegnato a mano e istruzioni estratte da libri che conducevano apparentemente a rituali. Il pastore dei genitori di Dereck, Hedley Hopkins, dichiarò brevemente: «Le persone che si annoiano tentano di mettersi in contatto con il male. E se provi abbastanza a lungo, alla fine trovi qualcosa di intelligente, maligno e distruttivo». Chi sono i giovani predisposti al satanismo?
Gli adepti del diavolo sono per lo più di classe media e bianchi. Un'alta percentuale di essi sono maschi a causa dell'atteggiamento ostentatamente virile che viene richiesto nel versare il sangue nei rituali e negli atti di profanazione. Sono spesso anche persone creative e intelligenti. Sono anche per lo più vittime dell'abuso di alcol che viene fatto dai familiari, della violenza fisica e della negligenza. Alcuni sono leader di sètte, ma la maggior parte sono influenzati dai più vecchi, da figure del tipo fratello maggiore, che hanno già aperto un sentiero di dissolutezza diabolica. Il satanismo ammalia la gioventù con un invito al «tutto è permesso». Alla fine, il mondo dell'occulto, del mistero e della magia diventa reale.
APPENDICE II
Da quel che emerge dal racconto di questi fatti sanguinosi, una certa musica sembra avere avuto un ruolo determinante nelle scelte degli omicidi. Di seguito, riportiamo alcuni testi, fra i tanti, che esaltano l'omicidio e la violenza gratuiti, magari in onore di Satana.
- Il brano Night Prowler («Il predatore notturno»), dall'album Highway to Hell («Autostrada per l'inferno»; Atlantic 1979), degli AC/DC:
- Il brano Hell's Bells («Le campane dell'inferno»), dall'album Back In Black («Indietro nel nero»; Atlantic 1980), degli AC/DC:
- Il brano The Number of the Beast («Il numero della Bestia»), dall'album The Number of the Beast (EMI 1982), degli Iron Maiden:
- Il brano Kill Again («Uccidi ancora»), dall'album Hell Awaits («L'inferno aspetta»; Metal Blade Records 1985), degli Slayer:
- Il brano I Kill Children («Uccido i bambini»), dall'album Fresh Fruit For Rotten Vegetables («Frutta fresca per verdure marce»; Cherry Red 1980), dei Dead Kennedys:
- Il brano Sacrifice («Sacrificio»), dall'album Black Metal («Metallo nero»; Neat Records 1982), dei Venom:
Note
1 Traduzione di un estratto (pagg. 15-31) dall'originale inglese Stairway to Hell («La scala per l’inferno»), a cura di Francesco Santia D'Apice. 2 Questo scritto è un articolo in due parti apparso sul Los Angeles Times del 19 e del 20 ottobre del 1988, intitolato «Satanist’s Trail: Dead Pets to a Human Sacrifice» («Sulle tracce dei satanisti. Dagli animali morti ad un sacrificio umano»). 3 I country club sono circoli sportivi. 4 Classe corrispondente alla nostra prima media inferiore. 5 Nel gergo giovanile, lo stoner è l'adolescente che fuma marijuana, beve alcol e mostra tendenze vagamente delinquenziali. 6 Arancia Meccanica (Warner Bros. 1971) è un agghiacciante illustrazione della violenza della società occidentale contemporanea nelle sue varie manifestazioni di apparente gratuità. Una violenza che mette a nudo gli aspetti pericolosi di una struttura sociale estremamente fragile, di cui il regista Stanley Kubrick (1928-1999) ha voluto rappresentare tutta la violenza. In cerca di emozioni forti, il protagonista Alex, compie quotidianamente azioni criminali come ammazzare barboni o stuprare signore. Egli viene tradito, arrestato e sottoposto ad un trattamento che lo condiziona alla non violenza. Uscito di prigione però, si trova spaesato e vittima di un mondo troppo violento. Trova comunque il modo di liberarsi dal suo stato di blocco e ritornare a compiere le sue violenze, questa volta «legalmente» come poliziotto. 7 Vocabolo inglese che significa «immondizia». 8 Vademecum dei satanisti composto da Anton Szandor LaVey (1930-1997) nel 1969 (Avon Books). Nel 1966, LaVey ha fondato a San Francisco (California) la Church of Satan («Chiesa di Satana»), la prima organizzazione dichiaratamente satanista le cui sedi sono alla luce del sole. Nell'anno in cui venne pubblicata, le vendite della Satanic Bible superarono quelle della Bibbia cristiana. 9 Un imitatore di altre persone privo di una personalità propria. 10 Il Giorno del Ringraziamento del 1987. 11 Il termine «ultraviolenza» proviene dal libro Arancia Meccanica. 12 Estratto dal libro di Bob Larson Satanism: Seduction of American Youth («Satanismo: seduzione della gioventù americana»), Thomas Nelson Inc., Nashville 1989, pagg. 25, 26, 103, 104, 105. 13 Le freeway sono le autostrade californiane. 14 Manson sta attualmente scontando la condanna all'ergastolo nel penitenziario di Corcoran, in California, per aver comandato l'8 agosto 1969 l'uccisione dell'attrice Sharon Tate (moglie del regista Roman Polansky) e di quattro suoi ospiti (Abigail Forger, Woytek Frykowski, Jay Sebring e Steven Parent) nella villa della Tate situata al 10050 in Cielo Drive, e la notte successiva dei coniugi Leno e Rosemary LaBianca nella loro villa di Bel Air, a Beverly Hills, presso Los Angeles. Nel 1968, Manson iniziò ad attribuire al suo cognome il significato di Son of Man («Figlio dell'Uomo»), nome che Cristo applicò a Sé stesso, e si faceva chiamare Abraxas (il demone incoronato, con testa di gallo e piedi a forma di serpente). È di questo periodo l'usanza di Manson di simulare la crocifissione e di praticare sacrifici di piccoli animali: «Le orge culturali che si svolgevano nel suo gruppo erano innanzitutto una perversione della religione. Manson si faceva legare ripetutamente a una croce., sulla quale gemeva e gridava come se fosse stato veramente crocifisso. Le ragazze si inginocchiavano ai suoi piedi e lo piangevano. Nei culti notturni della Luna nuova e della Luna piena venivano sacrificati degli animali. Il loro sangue veniva versato sulle coppie che facevano l'amore e veniva bevuto come stimolante sessuale. Manson imitava sempre più i costumi dei “satanisti vampiri”, cioè di una schiera di “diavoli” che, comandati da una “diavolo capo”, si aggiravano per portare a termine delle uccisioni rituali. Se la vittima veniva “consumata” nella “comune”, la si legava sopra una tavola di legno. Per l'esecuzione capitale si usava un apparecchio formato da sei coltelli di diversa lunghezza fissati ad un dispositivo sferico. Quando questa specie di palla calava sulla vittima, i coltelli più lunghi penetravano nella zona del petto; alla fine il più corto penetrava il cuore. Quest’ultimo veniva poi strappato e mangiato» (cfr. H. Haag, La credenza nel diavolo, Milano 1976, pagg. 266-267). 15 Titolo di un noto manuale di Magia della Wicca, la neostregoneria. 16 I brani che seguono sono stati composti negli anni Ottanta, vale a dire nel periodo in cui ha avuto luogo la vicenda narrata in questo opuscolo. Se avessimo voluto includere pezzi successivi, soprattutto della corrente black metal, che parlano del sacrificio umano, avremmo avuto solamente l'imbarazzo della scelta tra centinaia di testi. 17 Night Prowler è stata l'ultima canzone che il cantante Bon Scott ha registrato prima di morire di overdose, ed è anche stata l'ultima canzone nel suo ultimo album con gli AC/DC, Highway To Hell. Bon Scott era un fan di Robin Williams, e alla fine della canzone mise la frase «Shazbot, Nanu Nanu»! (nella traduzione italiana «Nano Nano»!) presa dal finale di ogni puntata del telefilm Mork & Mindy nel quale il protagonista si congedava da un'entità del suo pianeta d'origine (Orson), dopo avergli fatto un resoconto sulle abitudini e sui modo di relazionarsi degli abitanti del pianeta Terra. Si dice anche che questa frase fu l'ultima registrazione fatta da Bon Scott. 18 Queste prima frase (che nella canzone degli Iron Maiden viene pronunciata da una voce cavernosa) è stata estratta dal Libro dell'Apocalisse (Ap 12, 12; 13, 18). 19 Intervista reperibile alla pagina web http://www.papanews.it/dettaglio_interviste.asp?IdNews=6190
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