Battiato spirituale: niente è come sembra

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Ariana Grande e la Kabbalah

titolo i genesis e le rivelazioni esoteriche di peter gabriel

di R. C.

 

postato: 8 maggio 2018

 

genesis band

 

Premessa

 

Maschere con la testa di una volpe, ali di pipistrello intorno al capo di Peter Gabriel. Una piscina con tre lamia (esseri mitologici metà donna e metà serpente). Una stanza con 32 porte. Questi sono solo alcuni esempi delle curiose trovate presenti negli album e nei concerti dei Genesis. Non è facile addentrarsi nei meandri dei testi e delle rappresentazioni del gruppo inglese, che si può tranquillamente considerare uno dei più colti e raffinati di tutto il panorama rock, soprattutto per quanto realizzato durante il loro periodo progressive degli anni '70.

 

Peter Gabriel (voce, flauto), Mike Rutherford (basso), Tony Banks (organo, mellotron, piano, ecc...) e il primo chitarrista Anthony Phillips provenivano da una prestigiosa scuola privata del Surrey, la Charterhouse. Ma anche i membri che si aggiunsero col terzo LP, il nuovo chitarrista Steve Hackett e il batterista Phil Collins non erano certo degli sprovveduti. Contrariamente ad altre rockstar, fuori dal palco di solito non avevano atteggiamenti da folli, anzi, passavano molto tempo a leggere e nelle interviste erano educati e un po' timidi.

 

Ma se è vero che le metafore e le curiose immagini dei loro lavori hanno senza dubbio colpito la fantasia di moltissimi fans, sono pochi quelli che sono riusciti a decifrarne completamente il significato. Nel web le interpretazioni sono le più svariate. C'è stato persino chi, non sappiamo se un folle o un semplice buontempone, ha realizzato un video per illustrare presunti «orsi subliminali» raffigurati nelle copertine dei dischi dei Genesis 1.

 

Ma anche chi è a conoscenza dei rimandi letterari o mitologici presenti in alcune canzoni, a volte rimane con la sensazione che comunque qualcosa sfugga alla piena comprensione. Il motivo è semplice: in certi casi le chiavi di lettura sono essenzialmente esoteriche e richiedono perciò conoscenze che non sono proprio a portata di mano. Lo affermiamo precisando che anche noi abbiamo amato i Genesis, in particolare i loro album del periodo progressive.

 

E non abbiamo alcuna difficoltà a riconoscere ancor oggi che questo gruppo ha prodotto dell'ottima musica. Non possiamo e non vogliamo però tacere riguardo due tematiche, ricorrenti specialmente negli anni '70, emerse dopo un’accurata ricerca basata su interviste, articoli e biografie riguardanti il gruppo, ossia velati riferimenti a dottrine esoteriche e inviti alla liberazione sessuale.

 

Il discorso che vale per i Genesis può valere per molti altri gruppi: un conto è la musica, che può essere apprezzabile, altra cosa il messaggio che, seppure piuttosto criptico, può essere foriero di gravi pericoli spirituali quando viene accolto.

 

 

SOMMARIO

CAPITOLI

INTRODUZIONE

I - I PRIMI ALBUM

II - WATCHER OF THE SKIES E LA FANTASCIENZA GNOSTICA DI ARTHUR C. CLARKE

III - THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY: UN VIAGGIO INIZIATICO

IV - RIVELAZIONI ESOTERICHE E RIVOLUZIONE SESSUALE

 

Per motivi pratici e di facilità di lettura, data la vastità dell'argomento, abbiamo deciso di realizzare questo saggio in formato PDF, liberamente scaricabile cliccando qui sotto. Il presente lavoro ha un mero scopo divulgativo e può essere riprodotto parzialmente o integralmente da chiunque lo desideri, purché non a fini di lucro e con la raccomandazione di citarne la fonte: www.centrosangiorgio.com

 

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I Genesis e le rivelazioni esoteriche di Peter Gabriel

 

  Anticipazioni

 

CAPITOLO I

 

«Peter era influenzato da concetti che aveva letto nell'I-Ching, per cui il testo era stato ispirato dal "Libro dei Mutamenti"»

(Steve Hackett, a proposito del brano Seven Stones)

 

«Ho immaginato la casa dei miei nonni, e alcune delle impressioni sotterranee che avevo riguardo a quel posto. Non avevano un campo di croquet ma era una casa Vittoriana, con pannelli di legno scuro, e aveva un’atmosfera che alimentava il testo della canzone. Penso che fosse un tentativo sessuale di superare tutto questo. La sensazione di oppressione… la sensazione di fertilità, vitalità e sessualità erano tutte connesse, e dall’altro lato dello spettro c’era il vecchio mondo del controllo e dell’ordine. Ed era qualcosa che doveva essere superato».

(Peter Gabriel, parlando di The Musical Box)

 

CAPITOLO III

 

«La storia in un certo senso era una specie di Pilgrim's Progress, ma ambientato sulle strade di New York. Era un viaggio spirituale dentro all'anima, con un mondo abbastanza duro che ne nutriva l'immaginario. Fui influenzato da un film chiamato "El Topo", di Alejandro Jodorowsky, che in seguito invitai a lavorare con me alla sceneggiatura di The Lamb. Questo aspro "western spirituale" all’epoca era senza eguali. Ebbe un forte seguito di cultori. Il progetto era di comporre qualcosa in un modo che permettesse alla gente di viaggiare con me»

(Peter Gabriel su The Lamb Lies Down On Broadway)

 

«Si trattava di un film di cowboy viscerale e spirituale, unico per quell'epoca, con un vero seguito di culto. Citai questo film a Scorsese quando stavo lavorando con lui: lo odiava, lo riteneva pretenzioso. A me piaceva, e non soltanto a me. Adesso Jodorowsky e il suo film sono stati rivalutati. Presentava immagini straordinarie, come il personaggio interpretato dallo stesso regista, che doveva apprendere lezioni da guru di ogni sorta per poi ucciderli allo scopo di trovare la propria identità. Un vero mix di figure esoteriche e viaggi spirituali, con molte immagini di strade urbane: ed era questa la miscela che cercavo di mettere insieme per permettere al maggior numero possibile di persone di viaggiare con me».

(Peter Gabriel a proposito del film El Topo)

 

«Le 32 porte del titolo della canzone si riferiscono probabilmente alle 32 vie legate all’albero delle Sefirot e alla Gematria della Cabala».

(Lorenzo Barbagli, musicologo, nella spiegazione di The Chamber of 32 Doors presente nel suo libro The Lamb. Il percorso del «lamb» di Peter Gabriel)

 

«"Ho avuto la storia la scorsa estate in forma di sinossi, e ho discusso l'idea, alla solita maniera finché non fossero tutti d'accordo di farla per intero. Gran parte della musica era già stata scritta. C'è qualche influenza che non posso spiegare. Sogni in particolare" [Gabriel]. Il chitarrista Steve Hackett sembra avere un'idea migliore riguardo a ciò che preoccupa Gabriel: "Ciascuno ha i suoi scheletri nell'armadio. Peter ne ha più degli altri. I miei sono studentesse, i suoi sono serpenti, Adamo ed Eva e la distruzione della mela". La corruzione e il traviamento sessuale hanno sempre giocato un ruolo importante in molti degli scritti di Gabriel – solo che stavolta la cosa è meno ambigua e si può capire il messaggio su livelli diversi. Una sequenza molto bizzarra coinvolge la mitica Lamia, un mostro voluttuoso che caccia la carne umana e succhia il sangue dei bambini. È un’ovvia allusione al sesso orale, ma Peter sembra essersi preparato per una qualche analisi dopo essersi premunito con suggestioni freudiane preconfezionate: "A dire il vero in quel periodo stavo leggendo Jung, così è stato in certa misura intenzionale"».

(Peter Gabriel e Steve Hackett in un articolo pubblicato sul New Musical Express, del 15 marzo 1975)

  

CAPITOLO IV

 

«Peter venne al magazzino che fungeva da sala prove degli Happy the Man, nella zona di Arlington (sul lato rivolto verso la Virginia del Washington D.C.) il 26 giugno del 1976. Lo ricordo distintamente perché era il bicentenario dell'America ed era anche il giorno prima del mio compleanno. In precedenza l'avevo incontrato ad un paio di concerti dei Genesis e ricordo che una volta, dopo qualche domanda riguardante le credenze spirituali, mi disse "Sono uno warbler", che mi spiegò essere una sorta di stregone britannico...

(Stanley Whitaker, chitarrista degli Happy the Man, gruppo progressive americano degli anni '70)

 

«La sessualità della band, come veniva rappresentata da Pete, difficilmente era qualcosa di esplicito. Penso che il tipo di androginia che veniva promosso da David Bowie fosse molto diverso dall’approccio gabrieliano verso questo tema. Era un po' più junghiano, forse. Penso che i testi fossero meravigliosamente elusivi, perlomeno ti sarebbe servito un manuale per essere in grado di analizzarli – a meno che non avessi avuto familiarità con certi personaggi nel pantheon del mito».

(Steve Hackett a proposito dei testi dei Genesis)

 

«Quello che mi spinse a quel tempo? Mi stavo interessando ai Tarocchi, a cose spirituali e cosmiche, a quell’epoca, come ben sai, alla metà degli anni settanta, nel 1975, realizzai il mio primo album, prevalentemente strumentale. Mi diede qualcosa su cui focalizzarmi. Tutte le canzoni erano state scritte, e pensai che ciascuna potesse essere davvero una carta dal mazzo dei Tarocchi».

(Steve Hackett, in merito al suo primo album da solista, Voyage of the Acolyte)

 

 

 

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Note

 

1 Subliminal Bears

https://www.youtube.com/watch?v=VILYFsF6lCo

Molto più divertenti invece i Genesis in versione mattoncini Lego:

http://www.musicalbrick.com/

 

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