a cura di VigilantCitizen 1
Premessa
Ci permetta il lettore di fare una breve considerazione sull'articolo che segue. Essa riguarda il buon senso. In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, in cui sul nostro futuro si addensano nuvole sempre più cariche di incertezza e di timori, i tecnocrati che siedono beati nei loro uffici a Bruxelles sembrano essere immersi in un'altra dimensione e avere altre priorità.
Mentre il mondo intero sembra sull'orlo di un precipizio a causa della pandemia e delle disastrose conseguenze economiche e sociali che ne derivano, questa gente, invece di cercare di risolvere i gravi problemi che attanagliano il continente europeo (e non solo) si preoccupa principalmente per gli «stereotipi» dannosi (per loro, naturalmente) che il linguaggio corrente potrebbe veicolare.
A dire il vero, la guerra al vocabolario, frutto del «politicamente corretto», è iniziata già da tempo, almeno a partire dagli anni '70. Ne è un esempio la parola «negro», oggi impronunciabile come una bestemmia in chiesa, eppure utilizzata per secoli senza che nessuno le attribuisse una valenza negativa. Ancora oggi sui libri di antropologia si parla di «razza negroide» senza che nessuno si senta oltraggiato. D'altronde, gli stessi afro-americani ai nostri giorni usano tra di loro il termine slang «nigga».
Ma allo stesso tempo, questi «esperti» di inclusivismo si guardano bene dal bandire etichette negative come «sovranista», «no-vax», «omofobo», ecc..., ma anzi le incoraggiano. In realtà, dietro questa guerra alle parole spunta il solito sogno utopistico dell'élite di chi ci governa dall'alto (pur non essendo stata eletta da nessuno): quello di un mondo nuovo composto da individui asessuati e apolidi, privi di identità nazionale e di radici storiche e religiose, e quindi più facili da controllare e manovrare.
Distopia odierna
Ai nostri giorni, il termine «orwelliano» risuona un po' ovunque perché, purtroppo, è attuale più che mai. Questo perché alcuni degli elementi più opprimenti presenti nel romanzo distopico 2 1984 (scritto nel 1949), dello scrittore britannico George Orwell (1903-1950), stanno diventando realtà proprio davanti ai nostri occhi. Lo Stato totalitario descritto in questo romanzo controlla le persone attraverso una serie di metodi strabilianti. Uno di questi è la neolingua, una lingua controllata.
Sopra: George Orwell e il suo romanzo distopico 1984.
Nel romanzo, un governo totalitario ha reso impossibile il dissenso creando la neolingua, un linguaggio altamente controllato che sopprime idee specifiche. Ẻ quello che sta accadendo ora nella nostra realtà. Nel romanzo, il Partito al potere (INGSOC) ha creato la neolingua per soddisfare i requisiti ideologici di una sorta di socialismo inglese in Oceania.
La neolingua è un linguaggio controllato con una grammatica semplificata e un vocabolario ristretto progettato per limitare la capacità dell'individuo di pensare e articolare concetti «sovversivi» come identità personale, espressione di sé e libero arbitrio.
Tali concetti sono criminalizzati come reati di pensiero poiché contraddicono l'ortodossia prevalente del Partito 3. Per l'élite, 1984 non è un ammonimento, è un progetto. Una versione reale della neolingua è stata creata da gruppi di esperti dell'élite e attualmente è stata imposta al mondo utilizzando potenti organizzazioni.
Attraverso il divieto di usare parole specifiche che fanno parte del linguaggio corrente, l'élite sta cercando di sopprimere le idee che esse rappresentano. Come vedremo in questo articolo, l'élite è in guerra contro il sesso biologico, contro le religioni (in particolare contro il cristianesimo), contro la Storia e contro tutto ciò che riguarda l'identità nazionale. L'obiettivo finale: creare una cultura globale unica e uniforme. Di seguito troverete tre esempi di organizzazioni controllate dall'élite che cercano di bandire alcune parole dal linguaggio corrente. Ecco come lo stanno facendo.
La «bibbia» della neolingua pubblicata dall'Unione Europea
Il 30 ottobre 2021, la Commissione Europea ha presentato un documento di trenta pagine intitolato European Commission Guidelines on Inclusive Communication («Linee guida della Commissione Europea sulla comunicazione inclusiva»).
Esso fa parte di un piano sostenuto dal presidente della Commissione Ursula von der Leyen per attuare un'«Unione dell'Uguaglianza» in Europa. Dietro queste parole senza senso si nasconde il vero piano di questo documento: controllare la parola. Sotto pena di sanzioni severe.
Credo che questo documento (redatto in lingua inglese) dovrebbe essere letto da tutti poiché riassume lo stato mentale assolutamente orwelliano dell'élite. Ad esempio, nella sezione intitolata «Da seguire in ogni momento», possiamo leggere queste assurdità:
Sopra: altre immagini estratte dalla stessa Guida.
Come potete vedere, l'élite sta tentando di cancellare dal linguaggio corrente concetti come genere e appartenenza nazionale. Ma non è tutto. La Guida detta anche come i gruppi di persone dovrebbero essere presentati dai media.
Ecco una perla di follia élitaria può essere trovata nella Guida
In questo documento possiamo leggere: «Se rappresentiamo sempre le madri come persone che si prendono cura dei bambini, perpetuiamo stereotipi dannosi». C'è un sacco di assurdità da analizzare in questa frase. Le madri sono, per definizione, persone che si prendono cura dei figli. Questo è ciò che la parola rappresenta. Una madre che si prende cura del suo bambino non è uno «stereotipo». E non è certo «dannoso».
Il documento prende di mira anche il cristianesimo affermando: «Non tutti celebrano le feste cristiane, e non tutti i cristiani le celebrano nelle stesse date». In uno dei suoi numerosi esempi orwelliani, il documento raccomanda di sostituire la frase «il periodo di Natale può essere stressante» con «il periodo delle vacanze può essere stressante».
Andando oltre, la guida disapprova anche l'uso di nomi «che sono tipicamente religiosi». Essa fornisce l'esempio dell'uso di nome come «Malika e Julio» invece di «Maria e Giovanni» per descrivere una «coppia internazionale». Questo perché i nomi «Maria» e «Giovanni» sono associati al cristianesimo. La pubblicazione di questo documento è passata in gran parte inosservata per un paio di settimane, fino a quando un giornale italiano ha rivelato le sue assurdità al grande pubblico.
La protesta è stata immediata. Anche Bergoglio, che di solito è d'accordo con le politiche globaliste, ha paragonato il documento ad una dittatura 4. Il Vaticano ha accusato la Commissione Europea di voler «cancellare il Natale». Diverse personalità politiche hanno anche denunciato le linee guida come un tentativo di cancellare l'identità delle nazioni che sono all'interno dell'Unione Europea.
Di fronte a questa reazione, le linee guida sono state rimosse e il suo autore ha promesso di rivederle. Anche se questa ritirata potrebbe essere percepita come una «vittoria», c'è un fatto importante che dobbiamo realizzare: ogni singola parte di questo documento viene già applicata attraverso i mass media.
La guerra contro la parola «donna»
Su questa copertina dell'importante rivista medica The Lancet, la parola «donne» è stata sostituita da «corpi con vagine».
Negli anni passati, il nostro sito ha documentato l'agenda globalista per rimuovere la parola «donna» dal linguaggio corrente. Nel 2020, la scrittrice britannica J.K. Rowling ha ridicolizzato un titolo in cui la parola «donne» è stata sostituita con «persone mestruate». Le reazioni che si sono scatenate contro di lei sono state immediate, e continuano ancora oggi.
Sopra: il tweet di J.K. Rowling.
Sopra: titoli presi da tre riviste riguardanti la stessa polemica.
Un recente articolo (del 2 ottobre 2021) apparso su The Economist, intitolato «Why the Word "Woman" is Tying People in Knots» 5 («Perché la parola "donna" confonde le persone») affermava:
Qui non si tratta di «inclusività». Si tratta di soppressione dei sessi. Il modo migliore per ottenerla: la neolingua.
La CBC invita i canadesi a smettere di utilizzare diciotto parole
In un articolo intitolato «Words and Phrases You May Want to Think Twice About Using» 6 («Parole e frasi su cui dovresti pensarci due volte prima di usarle»), il 29 novembre 2021, la Canadian Broadcasting Corporation (CBC), ha pubblicato un collage di parole che dovrebbero essere bandite dal vocabolario dei canadesi.
Sopra: il collage delle parole o frasi proibite creato dalla CBC.
Ora, questa emittente pubblica, di proprietà dello Stato (e quindi finanziata col denaro dei contribuenti...) sta pubblicando elenchi di parole che le persone dovrebbero smettere di usare. La prima frase di questo articolo surreale recita:
L'articolo non riguarda insulti razziali o parole palesemente offensive. Esso prende di mira parole normali e non offensive, e usa una logica imperfetta per spiegare perché sarebbero offensive. Ad esempio, l'articolo afferma che la parola «ricatto» (in inglese «blackmail») sarebbe offensiva per le persone di colore in quanto è «negativa» e ha una connotazione di «sfiducia». Tuttavia, gli «esperti» consultati in questo articolo ignorano completamente le origini della parola (che non ha assolutamente nulla a che fare il razzismo o con le persone di colore).
Sopra: «No al razzismo».
L'articolo disapprova anche parole come «spirito animale» («powwow») e «tribù» perché «possono essere un doloroso insulto per le comunità indigene». Ancora una volta, questi non sono insulti, ma parole normali. Anche le parole «opossum», «squash», «avocado», «canoa» e «kayak», «skunk» («puzzola») e «toboggan» («slittino») provengono dalle lingue dei nativi americani.
Dovrebbero essere vietati anche loro? Inoltre, la parola «tribù» è in uso fin dall'antichità. Essa deriva dalla parola latina «tribus», che significa: «Un gruppo di persone che formano una comunità e rivendicano la discendenza da un antenato comune». Che cosa c'è di realmente «offensivo» in questa parola? Suggerimento: nulla.
In una spinta finale verso la follia più totale, l'articolo della CBC sconsiglia l'uso della parola «brainstorm» (un termine inglese che sta per «raccogliere le idee»; N.d.T.). La ragione? Scrive l'attivista per i diritti gay Lord Michael Cashman:
Scrive Jas Kalra, specialista del multiculturalismo:
Mi sta venendo una lesione cerebrale solo leggendo queste spiegazioni dei cosiddetti «esperti»... Naturalmente, la CBC ha disabilitato i commenti su questo articolo... Tuttavia, diversi giornalisti di importanti testate hanno fatto a pezzi questo scritto.
Conclusione
La guerra alle parole è reale e viene combattuta ai massimi livelli. Questo articolo ha elencato esempi della Commissione Europea (il ramo esecutivo dell'Unione Europea), del governo americano, della Canadian Broadcasting Corporation e della rivista medica The Lancet. Tutte queste entità stanno implementando un piano che è stato ordito anni fa da gruppi elitari.
L'obiettivo finale: creare una cultura globale uniforme che dovrebbe soppiantare tutte le culture, le identità e le tradizioni delle singole nazioni. Attraverso la creazione di una vera e propria neolingua, l'élite sta tentando di sopprimere concetti come genere, nazioni, religioni e Storia al fine di instaurare una cultura omogenea che possa essere applicata a tutto il mondo. Tutto ciò che va contro questo programma è ora considerato offensivo. In altre parole, è uno psicoreato (termine orwerlliano; N.d.T.).
Note
1 Traduzione dall'originale inglese The War on Words: The Orwellian Agenda to Control Thought by Limiting Language, a cura di NeoVitruvian. Scritto reperibile alla pagina web: 2 Una distopìa è una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita un'esperienza di vita indesiderabile o spaventosa. Ponendosi in contrapposizione ad un'utopia, una distopia viene tipicamente prefigurata come l'appartenenza ad un'ipotetica società o ad un ipotetico mondo caratterizzati da alcune espressioni sociali o politiche opprimenti, spesso in concomitanza o in conseguenza di condizioni ambientali o tecnologiche pericolose, che sono state portate al loro limite estremo. https://it.wikipedia.org/wiki/Distopia 3 https://it.wikipedia.org/wiki/1984_(romanzo) 4 https://www.politico.eu/article/pope-francis-european-commission-vatican-rome-inclusiveness/ 5 https://www.economist.com/leaders/2021/10/02/why-the-word-woman-is-tying-people-in-knots 6 https://www.cbc.ca/news/canada/ottawa/words-and-phrases-commonly-used-offensive-english-language-1.6252274 7 Cfr. «Know Your English. What is the origin of "blackmail"»? («Conosci il tuo inglese. Qual è l'origine di blackmail»?)
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