titolo la kabbalah

di Padre Francis Gigot 1

 

postato: 2 luglio 2020

 

 

 

Premessa

 

Il termine Kabbalah è attualmente usato come nome tecnico per identificare un sistema di teosofia esoterica che per molte generazioni ha giocato un ruolo importante, principalmente tra gli ebrei, dopo l'inizio del X secolo della nostra era. Esso significa principalmente «ricezione» e, secondariamente, «dottrina ricevuta dalla tradizione orale».

 

La sua applicazione è variata notevolmente nel corso del tempo, ed è solo dall'XI o XII secolo che il termine Kabbalah è diventato il termine esclusivo usato per identificare il sistema di filosofia religiosa ebraica che si dice sia stato trasmesso ininterrottamente dalla bocca dei patriarchi, dei profeti, degli anziani, ecc..., fin dalla creazione del primo uomo. Le due opere che i fautori di questo sistema considerano l'esposizione più autorevole delle sue dottrine sono il Libro della Creazione o della Formazione (Sepher Yetzirah) e lo Zohar.

 

yitzchak kaduri

Sopra: rabbi Yitzchak Kaduri (1902-2006), popolare e rinomato in Israele come maestro cabalista e divinatore. I suoi amuleti sono ancora ricercatissimi. Siamo in piena superstizione...

 

Il Libro della Creazione

 

Trattasi di un breve trattato composto da sei capitoli suddivisi in trentatre sezioni molto succinte. È scritto in ebraico mishnic ed è composto da sentenze sibilline. I rabbini credono che esso sia un monologo del patriarca Abramo, che elenca le trentadue vie di saggezza con cui Dio ha prodotto l'Universo, e che mostri - mediante l'analogia che si presume esista tra le cose visibili e le lettere, che sarebbero i segni del pensiero, il modo in cui tutto è emanato 2 da Dio ed è inferiore a Lui.

 

sepher yetzirah

 

Lo Zohar

 

Il secondo libro che espone la Kabbalah è stato giustamente definito la «Bibbia» dei cabalisti. È scritto in aramaico e la sua parte principale è la forma di un commento del Pentateuco (i primi cinque Libri dell'Antico Testamento) secondo la divisione di quest'ultimo in cinquantadue lezioni settimanali. Il termine «Zohar» («luce», «splendore») deriva dalle parole presenti nel Libro della Genesi «Sia la luce» (Gn 1, 3), con l'esposizione di questa frase iniziale. È un'opera di compilazione, in cui si possono ancora notare diversi frammenti di antichi trattati. Quello che segue è un breve resoconto dei principali contenuti - dottrinali, ermeneutici e teurgici - dello Zohar.

 

zohar

 

Contenuto dottrinale dello Zohar

 

Il primo mondo

Considerato in se stesso, l'Essere Supremo è l'En-Soph («Infinito», «Interminabile») e, in un certo senso, l'EnInesistente») poiché l'esistenza è nella concezione umana un limite che come tale non dovrebbe essere applicata a Lui 3.

 

en soph - ain soph

Sopra: rappresentazione dell'En-Soph (o Ain-Soph),

al cui centro vi è il Nulla che tutto emana.

 

Possiamo concepire e parlare di Dio solo nella misura in cui si manifesta e, per così dire, si attualizza dentro o attraverso le Sephiroth.

  • La sua prima manifestazione avviene attraverso la concentrazione in un punto chiamato la prima Sephira - «La Corona» (Kether), come viene chiamata - che è difficilmente distinguibile dall'En-Soph da cui è emanata, e che è espressa nella Bibbia dall'Ehieyeh («Io Sono»). Dalla prima Sephira deriva una potenza maschile o attiva chiamata «Saggezza» (Chokhmah), rappresentata nella Bibbia da Yah, e un contrario, cioè una potenza femminile o passiva, chiamata «Intelligenza» (Binah) e rappresentata da Yahwéh. Queste due potenze opposte sono accoppiate insieme dalla «Corona» e producono così la prima trinità delle Sephiroth.

sephirot

  • Dalla congiunzione delle precedenti tendenze opposte emana la potenza maschile chiamata «Amore», la quarta Sephira (Chessed o Ghedullah), rappresentata dal biblico El, e la femminile «Giustizia» (Ghevurah o Pahad o Din), la quinta Sephira, rappresentata dal nome divino Elohah. Da esse emana la potenza unitiva, la «Bellezza» (Tiferet o Rachamin), la sesta Sephira, rappresentata nella Bibbia da Elohim. E così si costituisce la seconda trinità delle Sephiroth.

sephirot

  • A sua volta, la Bellezza irradia la settima Sephira, la potenza maschile, la «Fermezza» (Nezach), corrispondente a Yahwéh Sabaoth, e questo di nuovo produce lo splendore della potenza femminile (Hod), rappresentato da Elohe Sabaoth. Dallo splendore emana la nona Sephira, «Fondazione» (Yesod), che corrisponde al nome divino El-Hai e che chiude la terza trinità delle Sephiroth.

sephirot

  • Infine, lo «Splendore» emana il «Regno» (Malkuth o Shekhinah), la decima Sephira, che circonda tutti gli altri ed è rappresentata dal nome biblico Adonai.

malkuth

 

Queste dieci Sephiroth sono emanazioni dell'En-Soph, che formano tra loro e con esso una stretta unità, allo stesso modo in cui i raggi che provengono dalla luce sono semplicemente manifestazioni di un'unica e medesima luce. Esse sono infinite e perfette quando l'En-Soph impartisce loro la sua pienezza, mentre sono finite e imperfette quando quella pienezza non viene più comunicata.

 

Nella loro totalità, esse rappresentano e sono chiamate l'«Uomo Archetipo», senza il quale la produzione di mondi permanenti sarebbe impossibile. In realtà, esse costituiscono il primo mondo, o mondo di emanazioni, che è perfetto ed immutabile a causa della sua diretta processione dalla Divinità.

 

uomo archetipo

Sopra: l'Uomo Archetipo della Kabbalah.

 

Il secondo, il terzo e il quarto mondo

Emanato immediatamente da questo primo mondo c'è è il mondo della creazione, le cui dieci Sephiroth hanno una potenza più limitata e le cui sostanze sono di natura più pura. Dal mondo della creazione procede il mondo della formazione, con le sue dieci Sephiroth, che è meno raffinato, sebbene le sue sostanze siano ancora prive di materia. Infine, da questo terzo mondo procede il mondo dell'azione o della materia, le cui dieci Sephiroth sono costituite dagli elementi più grossolani rispetto alle altre opere.

 

Gli angeli

Di questi mondi, il secondo, quello della creazione, è abitato dall'angelo Metatron, che governa il mondo visibile, ed è il capitano delle schiere di angeli buoni che, suddivisi in dieci ranghi, costituiscono il terzo mondo, quello della formazione. I demoni o i angeli cattivi abitano il quarto mondo, quello dell'azione, le cui regioni più basse costituiscono le sette sale infernali in cui i demoni torturano i poveri mortali che hanno indotto nel peccato in questa vita.

 

metatron

Sopra: Metatron, l'angelo tutto-fare della Kabbalah.

 

Il principe dei demoni è Samael (l'«angelo del veleno o della morte»); quest'ultimo avrebbe una moglie di nome Harlot 4; ma entrambi sono trattati come un'unica persona e vengono chiamati «La Bestia».

 

samael - pentacolo

Sopra: il nome del demone Samael appare

in questo sigillo per le evocazioni sataniche.

 

L'Uomo

L'uomo è stato creato direttamente non dall'En-Soph, ma dalle Sephiroth, ed è la controparte dell'Uomo Archetipo. Il suo corpo è semplicemente un indumento della sua anima. Come Dio, egli ha un'unità e una trinità, essendo quest'ultima composta:

  • dallo spirito che rappresenta il mondo intellettuale;

  • dall'anima che rappresenta il mondo sensibile;

  • dalla vita che rappresenta il mondo materiale.

Le anime sono preesistenti, destinate ad abitare in corpi umani e sottoposte a trasmigrazione 5 fino a quando finalmente ritornano a Dio.

 

Sopra: la metempsicosi o trasmigrazione delle anime.

 

Il destino del mondo

Il mondo, incluso lo stesso Samael, alla fine - vale a dire al momento all'avvento dei Messia che nascerà alla fine dei giorni - tornerà nel seno della Sorgente Infinita. Quindi l'inferno sparirà e inizierà per tutti la felicità infinita 6.

 

Contenuto ermeneutico dello Zohar

 

Tutte queste dottrine esoteriche della Kabbalah dovrebbero essere contenute nelle Scritture ebraiche, in cui, tuttavia, esse possono essere scoperte solo da coloro che sono stati iniziati a determinati metodi ermeneutici. Tre sono metodi principali usati per scoprire i misteri celesti celati sotto le lettere e le parole del Testo Sacro:

  • La Temurah («Cambiamento») per mezzo della quale ogni lettera dell'alfabeto ebraico viene scambiata con un'altra, secondo un processo ben definito, come quando Aleph, la prima lettera, diventa Lamed per interscambio con la dodicesima; la seconda, Beth, diventa, Mem, la tredicesima, ecc...; o come, quando l'ultima lettera prende il posto della prima, la penultima prende il posto della seconda, ecc...;

  • La Gematria (dal greco «gemetria»), che consiste nell'attribuire valori numerici alle lettere di una parola a fini di confronto con altre parole, che danno le stesse o simili combinazioni di numeri: quindi, nel Libro della Genesi (Gn 49, 10), le parole «Shiloh verrà» equivalgono a al numero 358, che è anche il valore numerico del Mashiah, da cui si deduce che Shiloh equivale a «Messia»;

gematria

Sopra: la Gematria.

  • Il Notarikon (dal latino «notarius»), o processo di ricostruzione di una parola usando le iniziali di molte parole, o formando una frase usando tutte le lettere di una singola parola come tante iniziali di altre parole; ad esempio, la parola Agla è formata dalle iniziali della frase ebraica: «Tu (sei) (un) Potente (Dio) per sempre».

notarikon

 

Contenuto teurgico dello Zohar

 

Il teurgico, l'ultimo elemento principale dello Zohar, non ha bisogno di una lunga descrizione. Esso fa parte di quella che è stata definita la Kabbalah «pratica», e fornisce formule per mezzo delle quali l'adepto può entrare in comunicazione diretta con poteri invisibili, e quindi esercitare autorità sui demoni, sulla natura, sulle malattie, ecc... In larga misura, esso è l'esito naturale dello straordinario significato nascosto attribuito dalla Kabbalah alle parole del Testo Sacro, e in particolare ai nomi Divini.

 

teurgia ebraica

Sopra: amuleto cabalistico.

 

Conclusione

 

Naturalmente, il Libro della Creazione non risale ad Abramo, come è stato affermato da molti cabalisti. Anche la sua attribuzione da parte di altri autori a rabbi Akiva (40-137 d.C.) è controversa. Per quanto riguarda lo Zohar, la sua raccolta è giustamente attribuita ad un ebreo spagnolo, Moses de Léon (1250-1305), mentre alcuni dei suoi elementi sembrano essere ancora più antichi. Molte delle sue dottrine ricordano quelle di Pitagora, di Platone, di Aristotele, dei neoplatonici di Alessandria, dei panteisti orientali o egiziani e degli gnostici delle prime epoche cristiane. Le sue speculazioni sulla natura e sulla relazione di Dio con l'Universo differiscono materialmente dagli insegnamenti dell'Apocalisse.

 

moses de léon

Sopra: Moses de Léon.

 

Infine, la Kabbalah non ha assolutamente alcun diritto di essere considerata un mezzo eccellente per indurre gli ebrei ad accettare il cristianesimo, sebbene ciò sia stato sostenuto da vari studiosi cristiani come Raimondo Lullo (1232-1316), Pico della Mirandola (1463-1494), Johannes Reuchlin (1455-1522), Christian Knorr von Rosenroth (1636-1689), ecc..., sebbene illustri cabalisti ebrei come Riccio, Conrad, Otto, Rittangel, Jacob Frank, ecc..., abbiano abbracciato la fede cristiana (spesso falsamente) e proclamato nelle loro opere la grande affinità di alcune dottrine della Kabbalah con quelle del cristianesimo.

 

cabalisti cristiani

Sopra: i cabalisti «cristiani» giocarono un ruolo importante nell'infiltrazione

della magia ebraica in ambiente cattolico, che ebbe luogo durante il Rinascimento.

emanazionismo

Secondo la Kabbalah, Dio non avrebbe creato  tutte le cose dal nulla (come insegna il Libro della Genesi), ma il creato sarebbe un'emanazione di una divinità impersonale che proviene dal nulla (En-Soph). Ne consegue che tutta la Natura è divina (panteismo e, di fatto, ateismo). Essendo al vertice di questa emanazione l'uomo è a sua volta un essere divino (satanismo allo stato puro).

 


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Note

 

1 Traduzione dall'originale inglese della voce «Kabbala» a cura di Paolo Baroni. Estratto da The Catholic Encyclopedia, vol. VIII, Robert Appleton Company, New York 1910. Articolo reperibile alla pagina web

https://www.newadvent.org/cathen/08590a.htm

Padre Francis E. Gigot (1859-1920) era un religioso sulpiziano autore di molte opere.

2 Teoria filosofico-religiosa per cui le cose materiali e spirituali che compongono il mondo derivano da Dio per emanazione spontanea, necessaria e continua. Ciascuna serie di realtà non è creata, ma emanata dalla divinità. Il concetto di emanazione porta inevitabilmente al panteismo (la Natura è Dio) e spesso alla deificazione dell'uomo (considerato come punto più elevato della Natura). Inutile dire che la teoria emanazionista è incompatibile con il racconto vetero-testamentario della creazione del nulla di tutte le cose da parte di un Dio distinto dal creato (N.d.T.).

3 La dottrina cabalistica secondo cui Dio si identificherebbe con l'En-Soph, ossia con l'«Inesistente», il Nulla, distorce l'idea di un Dio personale dotato di attributi (onniscienza, onnipotenza, ecc...), e può condurre a credere che Dio sia impersonale e di conseguenza portare all'ateismo pratico (N.d.T.).

4 Non a caso, in inglese il termine «harlot» significa «prostituta» (N.d.T.).

5 Normalmente, i cabalisti credono alla reincarnazione, una dottrina incompatibile con il cristianesimo (che insegna essere il corpo un elemento che insieme all'anima forma la persona) presente tra gli ebrei già ai tempi di Cristo. Leggiamo infatti che il Salvatore interrogò i suoi Discepoli chiedendolo loro «"Chi dice la gente che io sia"? Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti"» (Mc 8-27-28). E poiché il Battista e i profeti erano già morti, si desume che la gente credesse alla reincarnazione (N.d.T.).

6 L'apocatastasi è una dottrina secondo cui anche i dannati e i demoni alla fine del mondo saranno redenti, e quindi che le pene infernali non sarebbero eterne. Tale opinione venne condannata come eresia dal Concilio di Costantinopoli del 553 (N.d.T.).

 

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