di Padre Francis Gigot 1
Premessa
Il termine Kabbalah è attualmente usato come nome tecnico per identificare un sistema di teosofia esoterica che per molte generazioni ha giocato un ruolo importante, principalmente tra gli ebrei, dopo l'inizio del X secolo della nostra era. Esso significa principalmente «ricezione» e, secondariamente, «dottrina ricevuta dalla tradizione orale».
La sua applicazione è variata notevolmente nel corso del tempo, ed è solo dall'XI o XII secolo che il termine Kabbalah è diventato il termine esclusivo usato per identificare il sistema di filosofia religiosa ebraica che si dice sia stato trasmesso ininterrottamente dalla bocca dei patriarchi, dei profeti, degli anziani, ecc..., fin dalla creazione del primo uomo. Le due opere che i fautori di questo sistema considerano l'esposizione più autorevole delle sue dottrine sono il Libro della Creazione o della Formazione (Sepher Yetzirah) e lo Zohar.
Il Libro della Creazione
Trattasi di un breve trattato composto da sei capitoli suddivisi in trentatre sezioni molto succinte. È scritto in ebraico mishnic ed è composto da sentenze sibilline. I rabbini credono che esso sia un monologo del patriarca Abramo, che elenca le trentadue vie di saggezza con cui Dio ha prodotto l'Universo, e che mostri - mediante l'analogia che si presume esista tra le cose visibili e le lettere, che sarebbero i segni del pensiero, il modo in cui tutto è emanato 2 da Dio ed è inferiore a Lui.
Lo Zohar
Il secondo libro che espone la Kabbalah è stato giustamente definito la «Bibbia» dei cabalisti. È scritto in aramaico e la sua parte principale è la forma di un commento del Pentateuco (i primi cinque Libri dell'Antico Testamento) secondo la divisione di quest'ultimo in cinquantadue lezioni settimanali. Il termine «Zohar» («luce», «splendore») deriva dalle parole presenti nel Libro della Genesi «Sia la luce» (Gn 1, 3), con l'esposizione di questa frase iniziale. È un'opera di compilazione, in cui si possono ancora notare diversi frammenti di antichi trattati. Quello che segue è un breve resoconto dei principali contenuti - dottrinali, ermeneutici e teurgici - dello Zohar.
Contenuto dottrinale dello Zohar
Il primo mondo Considerato in se stesso, l'Essere Supremo è l'En-Soph («Infinito», «Interminabile») e, in un certo senso, l'En («Inesistente») poiché l'esistenza è nella concezione umana un limite che come tale non dovrebbe essere applicata a Lui 3.
Sopra: rappresentazione dell'En-Soph (o Ain-Soph), al cui centro vi è il Nulla che tutto emana.
Possiamo concepire e parlare di Dio solo nella misura in cui si manifesta e, per così dire, si attualizza dentro o attraverso le Sephiroth.
Queste dieci Sephiroth sono emanazioni dell'En-Soph, che formano tra loro e con esso una stretta unità, allo stesso modo in cui i raggi che provengono dalla luce sono semplicemente manifestazioni di un'unica e medesima luce. Esse sono infinite e perfette quando l'En-Soph impartisce loro la sua pienezza, mentre sono finite e imperfette quando quella pienezza non viene più comunicata.
Nella loro totalità, esse rappresentano e sono chiamate l'«Uomo Archetipo», senza il quale la produzione di mondi permanenti sarebbe impossibile. In realtà, esse costituiscono il primo mondo, o mondo di emanazioni, che è perfetto ed immutabile a causa della sua diretta processione dalla Divinità.
Sopra: l'Uomo Archetipo della Kabbalah.
Il secondo, il terzo e il quarto mondo Emanato immediatamente da questo primo mondo c'è è il mondo della creazione, le cui dieci Sephiroth hanno una potenza più limitata e le cui sostanze sono di natura più pura. Dal mondo della creazione procede il mondo della formazione, con le sue dieci Sephiroth, che è meno raffinato, sebbene le sue sostanze siano ancora prive di materia. Infine, da questo terzo mondo procede il mondo dell'azione o della materia, le cui dieci Sephiroth sono costituite dagli elementi più grossolani rispetto alle altre opere.
Gli angeli Di questi mondi, il secondo, quello della creazione, è abitato dall'angelo Metatron, che governa il mondo visibile, ed è il capitano delle schiere di angeli buoni che, suddivisi in dieci ranghi, costituiscono il terzo mondo, quello della formazione. I demoni o i angeli cattivi abitano il quarto mondo, quello dell'azione, le cui regioni più basse costituiscono le sette sale infernali in cui i demoni torturano i poveri mortali che hanno indotto nel peccato in questa vita.
Sopra: Metatron, l'angelo tutto-fare della Kabbalah.
Il principe dei demoni è Samael (l'«angelo del veleno o della morte»); quest'ultimo avrebbe una moglie di nome Harlot 4; ma entrambi sono trattati come un'unica persona e vengono chiamati «La Bestia».
Sopra: il nome del demone Samael appare in questo sigillo per le evocazioni sataniche.
L'Uomo L'uomo è stato creato direttamente non dall'En-Soph, ma dalle Sephiroth, ed è la controparte dell'Uomo Archetipo. Il suo corpo è semplicemente un indumento della sua anima. Come Dio, egli ha un'unità e una trinità, essendo quest'ultima composta:
Le anime sono preesistenti, destinate ad abitare in corpi umani e sottoposte a trasmigrazione 5 fino a quando finalmente ritornano a Dio.
Sopra: la metempsicosi o trasmigrazione delle anime.
Il destino del mondo Il mondo, incluso lo stesso Samael, alla fine - vale a dire al momento all'avvento dei Messia che nascerà alla fine dei giorni - tornerà nel seno della Sorgente Infinita. Quindi l'inferno sparirà e inizierà per tutti la felicità infinita 6.
Contenuto ermeneutico dello Zohar
Tutte queste dottrine esoteriche della Kabbalah dovrebbero essere contenute nelle Scritture ebraiche, in cui, tuttavia, esse possono essere scoperte solo da coloro che sono stati iniziati a determinati metodi ermeneutici. Tre sono metodi principali usati per scoprire i misteri celesti celati sotto le lettere e le parole del Testo Sacro:
Sopra: la Gematria.
Contenuto teurgico dello Zohar
Il teurgico, l'ultimo elemento principale dello Zohar, non ha bisogno di una lunga descrizione. Esso fa parte di quella che è stata definita la Kabbalah «pratica», e fornisce formule per mezzo delle quali l'adepto può entrare in comunicazione diretta con poteri invisibili, e quindi esercitare autorità sui demoni, sulla natura, sulle malattie, ecc... In larga misura, esso è l'esito naturale dello straordinario significato nascosto attribuito dalla Kabbalah alle parole del Testo Sacro, e in particolare ai nomi Divini.
Sopra: amuleto cabalistico.
Conclusione
Naturalmente, il Libro della Creazione non risale ad Abramo, come è stato affermato da molti cabalisti. Anche la sua attribuzione da parte di altri autori a rabbi Akiva (40-137 d.C.) è controversa. Per quanto riguarda lo Zohar, la sua raccolta è giustamente attribuita ad un ebreo spagnolo, Moses de Léon (1250-1305), mentre alcuni dei suoi elementi sembrano essere ancora più antichi. Molte delle sue dottrine ricordano quelle di Pitagora, di Platone, di Aristotele, dei neoplatonici di Alessandria, dei panteisti orientali o egiziani e degli gnostici delle prime epoche cristiane. Le sue speculazioni sulla natura e sulla relazione di Dio con l'Universo differiscono materialmente dagli insegnamenti dell'Apocalisse.
Sopra: Moses de Léon.
Infine, la Kabbalah non ha assolutamente alcun diritto di essere considerata un mezzo eccellente per indurre gli ebrei ad accettare il cristianesimo, sebbene ciò sia stato sostenuto da vari studiosi cristiani come Raimondo Lullo (1232-1316), Pico della Mirandola (1463-1494), Johannes Reuchlin (1455-1522), Christian Knorr von Rosenroth (1636-1689), ecc..., sebbene illustri cabalisti ebrei come Riccio, Conrad, Otto, Rittangel, Jacob Frank, ecc..., abbiano abbracciato la fede cristiana (spesso falsamente) e proclamato nelle loro opere la grande affinità di alcune dottrine della Kabbalah con quelle del cristianesimo.
Sopra: i cabalisti «cristiani» giocarono un ruolo importante nell'infiltrazione della magia ebraica in ambiente cattolico, che ebbe luogo durante il Rinascimento.
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