di Gary L. Morella 1
Prefazione
Nonostante il titolo promettente, questo scritto non accenna minimamente al pensiero gramsciano. Di quest'uomo, estremamente intelligente, sappiamo che, soprattutto dopo la sconfitta militare delle forze repubblicane in Spagna (durante la guerra civile del 1936-1939), fu incaricato dal segretario del Partito Comunista Palmiro Togliatti (1893-1964) di escogitare un modo per andare al potere in un Paese di tradizione cattolica senza l'uso della violenza.
Durante la sua prigionia nelle carceri fasciste (iniziata nel 1929), Gramsci studiò attentamente la storia del cattolicesimo e racchiuse le sue conclusioni nei famosi Quaderni dal carcere. Egli tracciò una via per giungere al potere mediante l'occupazione sistematica da parte di membri del partito dei posti di comando nei luoghi dove si impartisce l'educazione (nelle Scuole, nelle Università, ma anche nella Magistratura, ecc...), in modo da arrivare ai vertici del potere senza spargimento di sangue. Oggi, il suo insegnamento sull'egemonia culturale sembra essere diventato la bussola delle forze progressiste eredi del Partito Comunista, le quali hanno però hanno abbandonato il vero proletariato (la classe operaia) per difendere - seguendo i liberal democratici statunitensi - un nuovo «proletariato» (le comunità LGBTQ+ e gli immigrati).
In ciò esse sembrano aver seguito la via per giungere al potere ideata dalla Scuola di Francoforte piuttosto che le idee di Gramsci. Il risultato è il mondo impazzito e a rovescio che abbiamo davanti ai nostri occhi, un mondo in via di decomposizione in cui la maggior parte delle persone rientra nella categoria di individui che seguono docilmente i mass media - latori dei diktat del regime «democratico» - in maniera acritica accettando passivamente tutto quello che viene loro proposto dai giornali e dalla TV, strumenti di controllo saldamente nelle mani dell'élite... capitalista! Ancora una volta, le persone di sinistra (ma sono ancora di sinistra?) devono spiegare a noi e a se stessi l'ennesima contraddizione in cui sono caduti.
Premessa
Recentemente ho frequentato un corso di orientamento per matricole alla Penn State University e mi è venuto in mente questo pezzo che ho scritto qualche tempo fa su Gramsci, e che offro a Tradition in Action da pubblicare sul suo sito. Sotto la superficie, il messaggio fondamentale dell'orientamento era che la Penn State University si aspetta che i suoi studenti accettino qualsiasi cosa nell'ordine morale, evidentemente senza riguardo per la sua immoralità.
Non farlo significherebbe mostrare pregiudizio, cioè discriminare tra comportamenti giusti e sbagliati, e non possiamo permetterlo in questo mondo amorale, relativista, multiculturale e diversificato in cui viviamo. È un mondo in cui la perversione definisce la diversità, come dimostrano tanti esempi che troviamo quotidianamente nelle Università.
Ad esempio, gli studenti che rappresentano la Commissione per l'uguaglianza di lesbiche, gay, bisessuali e transgender della Penn State University - il cui unico dio è il pluralismo - predicano liberamente questo falso vangelo dell'uguaglianza. In breve, la conseguenza logica di questo lavaggio del cervello è la completa perdita della moralità poiché l'assenza di principî morali necessari e assoluti conduce inevitabilmente all'anarchia. Il termine Quarto Potere si riferisce alla stampa, sia nella sua esplicita capacità di dominio, che nella sua capacità implicita di inquadrare le questioni politiche.
La «mezza bontà»
Aristotele (383-322 a.C.) nel suo libro in più volumi La Politica (vol. V, cap. 11) descrive due modi per preservare le tirannie. Un modo è la tradizionale politica di repressione del tiranno, che è analoga alla politica della democrazia estrema. I suoi tre obiettivi principali sono:
Sopra: il filosofo greco Aristotele e la sua opera La Politica.
L'altro modo, più sottile, è quello di assimilare la tirannia ad una forma di governo monarchico - una regalità - attraverso una buona amministrazione e l'esercizio del controllo personale sui sudditi. Il saggio tiranno deve aver cura di
Aristotele dice che così facendo, l'astuto tiranno può prolungare i suoi giorni e raggiungere uno stato di «mezza bontà». Daremo uno sguardo più da vicino agli obiettivi della repressione tirannica e alle azioni dei «saggi tiranni» contemporanei esaminando gli strumenti che usano per schiavizzare coloro che sono affidati alle loro cure in nome di una libertà speciosa confusa con la licenza.
Due tipi di tirannia
Per quanto riguarda la repressione tirannica, la repressione degli animi dei sudditi si realizza attraverso la paura e il terrore, l'umiliazione e la dipendenza forzata dei sudditi dall'autorità tirannica fino alla completa sottomissione. Si semina la sfiducia tra i sudditi distruggendo innanzitutto le amicizie. Ciò si ottiene isolando gli individui, rendendoli estranei tra loro e, in definitiva, nemici delle vari rapporti indeboliti da questo processo. Infine, il tiranno deve rendere i sudditi incapaci di agire, cioè essi non devono avere il potere di mettere in moto l'azione, essendo ridotti di fatto a nient'altro che schiavi. Il tiranno in questo caso è propriamente chiamato despota.
L'inattività si verifica quando i soggetti sono ignoranti, passivi e non hanno i mezzi per avere qualche speranza di influenzare la politica. Questi tre obiettivi sono indicativi di una politica che governa attraverso il silenzio, la coercizione e la violenza. Qual è la relazione tra i tre obiettivi della repressione tirannica? In parole povere, le conseguenze naturali del seminare sfiducia tra i soggetti rendono tali individui incapaci di unirsi per compiere un'azione efficace, il che porta ad un totale esaurimento dello spirito.
Quale esempio migliore per vedere tutto ciò se non nel socialismo marxista, che ha impiegato i metodi ideati dal comunista italiano Antonio Gramsci (1891-1937) per raggiungere i propri obiettivi (l'egemonia culturale). Gramsci capì che la via per conquistare l'Occidente passava attraverso un cambiamento culturale di idee, una rivoluzione culturale, e non attraverso la violenza. Le istituzioni, la società e perfino le religioni devono essere gradualmente sostituite dal sistema socialista di valori, credenze e moralità.
I leader locali, i dirigenti scolastici e i gruppi per i diritti civili devono diffondere il fermento rivoluzionario, aumentando la «coscienza» a riguardo delle minoranze e delle altre «vittime» della società borghese e capitalista spezzando le radici di una società sana. La scuola di Gramsci mirava a conquistare dividendo, creando agitazione e insoddisfazione.
Oggi i discepoli di Gramsci attribuiscono la massima priorità all'isolamento degli individui, diffondendo parole d'ordine dal suono meraviglioso come multiculturalismo, sostituendo il nostro motto nazionale inciso sulla banconota da un dollaro «E pluribus unum» (ossia «da molti, uno») con «da uno, molti». Il crogiolo americano è diventato un intruglio di streghe. Invece di riunire le diverse culture a beneficio di un tutto unico, assistiamo all'isolamento forzato delle singole culture etniche in nome della loro presunta glorificazione.
Il «politicamente corretto»: il frutto del pensiero gramsciano
Controllate oggi gli elenchi delle questioni studentesche nella maggior parte delle Università e vedrete qualche tipo di riferimento a questo isolamento multiculturale come parte della politica ufficiale, una politica che per osmosi si infiltra nei nostri sistemi scolastici secondari ed elementari. Invece di far sentire i nuovi studenti parte di un consenso unificato che lavora per il bene comune della società cercando la verità in modo intransigente, imparando così nel processo a diventare buoni cittadini, le matricole vengono emarginate attraverso fazioni multiculturali create per enfatizzare una disparità che non esisterebbe senza questa «celebrazione della diversità», che comprende i comportamenti più innaturali immaginabili.
Ciò che sta accadendo è l'estremo nella Politica di Aristotele, che egli avverte che dovrebbe essere evitato a tutti i costi. La lotta di classe e il caos sono il frutto inevitabile dei pensatori gramsciani «illuminati» che dominano il mondo accademico e il Quarto Potere, la stampa, e stanno impiantando un nuovo totalitarismo. Non la versione stalinista, certo, ma piuttosto una versione americanizzata più subdola, i cui i gulag moderni sono la demonizzazione pubblica di chiunque osasse criticare il «politicamente corretto» imposto per sovvertire intere culture a favore di un più vasto schema socialista (lasciatecelo chiamare «Nuovo Ordine Mondiale»!).
Qual è la conseguenza di questi gulag americani? I soggetti sono resi incapaci di azione, cioè incapaci di avviare un'azione a causa della paura di essere ridicolizzati se tentassero di articolare un punto di vista opposto. Essi sono stati ridotti a non essere nient'altro che schiavi. Se compiono azioni al di fuori del «politicamente corretto», essi vengono bollati come ignoranti (oggi diremmo «complottisti» o «negazionisti»; N.d.T.), come risultato diretto dell'intimidazione; questi individui diventano «pecoroni» passivi, timorosi di fare qualsiasi cosa che possa fare cattiva pubblicità a loro o alle loro famiglie.
La loro influenza politica è resa nulla dalla cessione del campo agli intimidatori gramsciani. Ciò che resta è un totale esaurimento dello spirito, la fase finale della repressione tirannica in cui i soggetti sono paralizzati dalla paura, dal terrore e dall'umiliazione; la loro apatia indotta dalla paura avvizzisce la loro autonomia di pensiero fino alla completa sottomissione alla volontà dell'autorità tirannica.
Il moderno spin-doctor come il tiranno «buono»
Ora ci concentreremo sulla sopravvivenza dei tiranni «saggi» che danno l'impressione di essere qualcosa di assai diverso da quello che sono nella realtà. Nella sua discussione su questo secondo modo di preservare le tirannie, Aristotele usa come esempio una tirannia tendente alla regalità, con il tiranno che dà l'impressione di essere un protettore benevolo attraverso l'apparenza di una buona amministrazione e il libero esercizio dei poteri personali dei suoi sudditi.
I requisiti di Aristotele per questa percezione pubblica di un «buon tiranno» sono che il tiranno dovrebbe, almeno in alcune occasioni, onorare il bene, tenere sotto controllo le sue passioni e ottenere quanto più consenso sociale possibile per perseguire la sua agenda. Come si realizza oggi questa rappresentazione del «buon tiranno»? Essa si ottiene attraverso la creazione di una classe unica di individui che sono il prodotto di un indottrinamento mascherato da istruzione, dalla scuola materna fino alle borse di studio post-dottorato (gli spin-doctor), che hanno portato la menzogna ad estremi impensabili.
Questi individui sono convinti della bontà e della necessità delle società gramsciane pseudo-democratiche. Essi sono un requisito assoluto per addolcire le masse facendo credere che stanno entrando in un nirvana politico, mentre in realtà partecipano alla propria autodistruzione. Questi spin-doctor si trovano non solo nell'establishment laico ma, soprattutto, nel clero, perché è la religione che dev'essere soppressa prima di ogni altra cosa se si vuole che il dio del materialismo venga intronizzato dal Nuovo Ordine Mondiale.
Cosa ci dicono questi spin-doctor a riguardo delle questioni di vita e di morte? Ci dicono che è lecito uccidere gli innocenti in quello che dovrebbe essere il loro rifugio più sicuro: il grembo materno. Tutto ciò è giustificato dal fatto che le donne hanno qualcosa chiamato «diritti riproduttivi», diritti che ignorano opportunamente il diritto all'esistenza dei loro bambini. Il che fa sorgere una domanda: dove sarebbero i seguaci del Planned Parenthood (gli abortisti) se le loro madri avessero pensato che essi non erano altro che una «scelta» da scartare a piacimento?
Ci dicono che essere inclini ad atti sessualmente perversi e innaturali è motivo di azione affermativa, celebrando l'omosessualità come una causa giusta e rivendicando diritti speciali mascherati da diritti civili di cui già godono coloro che in realtà soffrono di disordini psichici legati allo sviluppo. Ci dicono che una legislazione che punisce i crimini ispirati dall'odio è necessaria per infliggere una punizione speciale a chi nutre un «pensiero sbagliato», e fingono con ignoranza che tale diritto sia basato su di un principio fondante dell'America: l'eguale giustizia sotto la legge.
Sopra: propaganda contro l'«odio»...
Essi offrirebbero una maggiore protezione a coloro che rientrano nelle categorie delle vittime dei «crimini di odio», approvati e protetti, punendo invece coloro che li offendono, ma non viceversa.
Essi perpetuano politicamente il multiculturalismo e la diversità alimentando il fuoco dei conflitti di classe per mantenere accesa la fiamma dell'anarchia. Lo Stato totalitario è l'unico estintore disponibile, l'ultima risorsa quando la società è stanca di vivere nel caos costante. E, ultimo, ma non meno importante, in campo religioso - compreso il protestantesimo tradizionale, l'ebraismo liberale e il cattolicesimo progressista - gli spin-doctor clericali - purtroppo - si rafforza tutto quanto appena descritto attraverso alleanze interreligiose e predicando la tolleranza.
In questo modo, essi ingannano il pubblico facendogli credere che stanno aderendo ai principî della loro fede poiché quegli stessi insegnamenti vengono sovvertiti attraverso la progressiva reinvenzione per essere in sintonia con i tempi. In breve, ciò che vediamo oggi in America (è in tutto l'Occidente; N.d.T.) è la versione democratizzata di uno Stato totalitario. I promotori di Gramsci hanno imparato bene la lezione. Non dobbiamo più aspettare che i barbari abbattano il cancello; sono in città da molto tempo su nostro invito a causa della nostra apatia.
Non siamo riusciti a fare nulla per evitare che si confondesse l'autentica libertà con la licenza. È da questa apatia che i tiranni dipendono, più di ogni altra cosa, per sopravvivere. Vediamo concretamente la conseguenza finale dei tre obiettivi di Aristotele della repressione tirannica. La tirannia segna il vero limite o distruzione della polis e di una vita umana dignitosa.
L'ironia è che i tiranni moderni danno l'impressione di aborrire la schiavitù in tutte le sue forme, e allo stesso tempo rendono i loro sudditi schiavi delle proprie passioni per ragioni speciose di libertà di parola illimitata per il sé autonomo e senza vincoli, che non è mai esistito. Ora, però, i tiranni moderni sono diventati così sfrontati che non c’è più bisogno nemmeno di fingere di dare l'impressione che siano uomini d'onore.
I loro sudditi sono stati umiliati attraverso generazioni di indottrinamento mascherato da educazione al punto che non riescono più a distinguere la fantasia dalla realtà. Ricordiamo che l'ignoranza è una condizione importante per la preservazione dei tiranni. Come spiegare altrimenti la popolarità di demagoghi come i Clinton che non fanno nulla per essere considerati personaggi onorevoli?
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