di dominicus 1
Premessa
In questo periodo di grande confusione, l'uomo della strada non sa più discernere dove sia e se ci sia ancora un'unica verità religiosa. Il disorientamento è particolarmente palpabile anche tra i cattolici, soprattutto a causa di tutta una serie di documenti ufficiali provenienti dai vertici della Gerarchia cattolica (a partire dal Concilio Vaticano II) incentrati sul dialogo ecumenico e coronati da frequenti incontri interreligiosi in cui - nonostante le precisazioni fatte per prevenire le eventuali accuse di sincretismo - tutte le religioni vengono di fatto poste sullo stesso piano.
Il risultato prevedibile è che in molti ormai pensano che tutte le religioni siano uguali e vengano da Dio, e che non esista una vera ed unica religione voluta dal Creatore. L'assenza di istruzione religiosa (dovuta il più delle volte ad un mancato insegnamento delle verità di fede da parte dei pastori, che spesso delegano a delle adolescenti l'insegnamento del catechismo ai bambini) sono la causa principale di un modo di vivere e di pensare che troppo spesso finisce per sfociare nell'indifferentismo, o peggio, nell'ateismo pratico.
D'altronde, il crescente analfabetismo religioso diffuso tra i cattolici è uno dei requisiti indispensabili affinché l'élite liberal-massonica possa imporre, insieme ad un Governo Mondiale, una sola religione mondiale fondata su una vaga spiritualità umanitaristica e orizzontale (pace, ambientalismo, ecc...) che, superando le diversità (altrimenti insormontabili), sia accettabile per tutti gli uomini. Da qui la necessità e l'urgenza di conoscere, almeno a grandi linee, le principali religioni mondiali per sapere riconoscere qual è la vera religione.
Introduzione
Vediamo sulla Terra l'esistenza di una moltitudine di religioni. Tutte queste religioni sono uguali tra loro? Qualcuna di esse può affermare di essere la vera religione? Per rispondere a questa domanda, faremo una breve indagine storica sulle varie religioni non cristiane e le giudicheremo utilizzando due criteri:
Alla fine di questa indagine, vedremo se una delle religioni non cristiane può affermare di essere quella vera. Rimarrà quindi da studiare la religione cristiana, che è oggetto di altri studi di apologetica.
I Il Paganesimo
Sotto questo titolo, classifichiamo tutte le religioni politeiste (che credono all'esistenza di diversi dèi). Il paganesimo era la religione di tutti i popoli dell'antichità, tranne che degli ebrei. Oggi, il paganesimo è ancora la religione di molti popoli dell'Africa e dell'Asia (sotto il nome di animismo o feticismo).
Sopra: stregone animista.
Fondatore
Non ce n'è uno in particolare, e non sappiamo esattamente come spiegare la formazione del paganesimo. Probabilmente si tratta del risultato di diverse cause; ad esempio:
Dottrina
Non c'è bisogno di entrare nei dettagli delle varie mitologie. Notiamo semplicemente che:
Sopra: gli dèi dell'Olimpo.
Critica
Senza traccia di origine divina quanto al suo fondatore, il paganesimo non resiste nemmeno alle critiche dottrinali. In particolare, se Dio esiste, è necessariamente unico. Quando ci sono più divinità, una dev'essere distinta dall'altra per una qualità o una perfezione che l'altra non possiede. Quindi, nessuna di esse è l'essere perfetto, cioè Dio.
Una religione imperfetta, i cui gli dèi sono i demoni («tutti gli dèi delle nazioni sono demoni», dice il Salmo 95), il paganesimo ha alcuni vantaggi rispetto all'ateismo del nostro mondo apostata moderno. Esso coltiva infatti nell'uomo il sentimento religioso, l'impulso di un dovere nei confronti del mondo invisibile e il rispetto nei confronti di chi ci dà la vita.
Alcuni pagani hanno raggiunto una certa elevatezza morale - almeno nella loro dottrina (così Epitteto; 50-130 d.C.). Dovremmo anche distinguere tra i vari tipi di paganesimo, perché molte di queste religioni sono state corrotte al punto da portare ad atrocità come la prostituzione sacra, l'antropofagia o i sacrifici umani (ad esempio, tra gli aztechi).
Sopra: il sacrificio umano presso gli aztechi.
LE RELIGIONI DELLA CINA
II
IL CONFUCIANESIMO Fondatore
Intelligente e di carattere retto, il cinese Confucio (nato nel 551 a. C., contemporaneo del greco Pitagora) fu notato dal re della sua regione che gli affidò importanti responsabilità. Egli le abbandonò per dedicarsi alla guida dei popoli. Studiò i libri sacri della Cina (i Kings), viaggiò per il Paese e alla fine aprì una scuola dove insegnò fino alla sua morte. Tra i suoi discepoli ne distinse settantadue: da qui l'origine dei «letterati», una sorta di casta chiusa che ebbe un ruolo importante nella storia della Cina.
Sopra: Confucio.
Dottrina
Più che una religione si tratta di una filosofia morale. Gli dèi, il cielo (Chang-Ti), la terra e gli spiriti superiori sono visti più come astrazioni che come esseri reali. L'unico culto è quello degli antenati. La sua moralità non manca di elevazione, ma non va oltre la giustizia umana: «Non dobbiamo fare agli altri ciò che non vogliamo che gli altri facciano a noi stessi».
Critica
È un'opera umana piuttosto bella, un codice religioso e morale che pecca più per difetto che per eccesso. Ma non c'è segno di rivelazione divina, né nella vita del fondatore, né nella sua dottrina. Confucio non rivendicò mai il titolo di profeta, né pretese per la sua dottrina altre prove oltre a quella della ragione e della tradizione.
Sopra: cerimonia confuciana in Sud Corea.
III IL TAOISMO
Fondatore
Il taoismo è attribuito al cinese Lao-Tse, filosofo contemporaneo e rivale di Confucio. Poco si sa della sua vita. Alcuni pensano addirittura che il taoismo non sarebbe opera sua, e che sarebbe solo una raccolta di antiche superstizioni cinesi rifiutate da Confucio: per opporsi al confucianesimo, sarebbero state raccolte e raggruppate sotto il nome di un saggio - Lao-Tse - per conferire loro più autorità.
Sopra: Lao-Tse.
Dottrina
Il taoismo è una fusione di rozze superstizioni, stregoneria e magia, insieme alle dottrine filosofiche di Lao-Tse, distorte dai suoi seguaci. Questa filosofia insegna che tutte le cose, dopo aver attraversato tutte le forme di evoluzione (di cui il ciclo umano è solo uno stadio), devono tornare a Khien, la fonte immobile e inconoscibile di ogni attività. Quindi, tutte le cose passano attraverso il Tao (la via) per ottenere la suprema non-azione (il nirvana cinese, chiamato «nibban»). Come molte filosofie orientali, questo sistema è caratterizzato dal panteismo (confusione tra la creatura e il Creatore).
Sopra: cerimonia taoista a Taiwan.
Critica
Il vizio fondamentale di questa religione è il panteismo. «Tutto è uno» è il grande segreto del Tao. In realtà, c'è una differenza fondamentale tra Dio, l'Essere non creato, che è semplice, immutabile e perfetto, e le creature, che sono molteplici, mutevoli e imperfette. Questo è ciò che esprimiamo dicendo che Dio è trascendente.
Le filosofie orientali che dicono che in fondo a tutte le cose c'è una parte della «divinità», o che siamo chiamati a fonderci in questa divinità dal nirvana, sono contrarie alla ragione. Il cristianesimo insegna più correttamente che Dio è presente in ogni cosa, pur essendo distinto da essa, come causa nei suoi effetti, e che siamo chiamati ad unirci a Dio (non a fonderci in lui) attraverso la visione beatifica come ad un oggetto conosciuto e amato (già preparata in questa vita mediante l'unione ottenuta con la grazia santificante).
Inoltre, c'è tutta una serie di pratiche superstiziose più o meno ridicole, come ad esempio l'uso dell'oppio per raggiungere la saggezza, e la ginnastica respiratoria per raggiungere l'immortalità. Ecco ciò che afferma un testo taoista:
Sopra: cerimonia taoista a Shangai.
Il taoismo, inoltre, ha finito per cadere nel politeismo e ad esso possiamo applicare la critica del paganesimo. Va aggiunto che il taoismo disprezza il popolo. «Educare la gente significa rovinare lo Stato» 4, dice Lao-Tse a proposito della gente, e aggiunge: «Svuotate le teste e riempite lo stomaco; debilitate le menti e rinforzate le ossa».
LE Religioni della Persia
Oggi queste religioni non hanno molta importanza, ma è necessario dire una parola su di loro perché si dice che abbiano influenzato le religioni ebraica e cristiana.
IV IL Mazdaismo
Fondatore
Zoroastro, chiamato anche Zarathustra, sarebbe vissuto nel VI secolo a. C. Ma la sua esistenza potrebbe essere leggendaria. Disgustato dagli abusi dell'idolatria, egli si sarebbe rifugiato in una grotta solitaria dove avrebbe ricevuto rivelazioni da Ahura-Mazda, l'onnipotente signore.
Sopra: Zoroastro.
Dottrina
Essa è contenuto nello Zend-Avesta, il libro che riunisce brani di epoche diverse, alcuni dei quali sembrano essere di composizione relativamente recente. Si tratta un dualismo manicheo: ci sono due principî eterni e non creati; il principio del bene (Ormuzd) e il principio del male (Ahriman) che condividono l'impero delle cose, e la cui lotta spietata (che deve durare 9.000 anni) costituisce la storia del mondo.
Ormuzd alla fine sarà vittorioso e precipiterà Ahriman e i suoi accoliti nell'inferno. La morale del mazdaismo è relativamente elevata, rispetto ad altre religioni dell'antichità. Ma il suo culto non è all'altezza, poiché è contaminato dalla superstizione e dalla magia.
Sopra: Ormuzd si batte con Ahriman.
Critica
La rivelazione fatta a Zoroastro è priva di prove serie: ci sono solo i racconti leggendari contenuti nei libri sacri di un piccolo popolo. Il manicheismo è un errore fatale. Zoroastro si è scontrato con il problema del male: non ha compreso che Dio è l'unico principio supremo, e tutto ciò che è, in quanto è, viene da Dio, al quale tutto è soggetto.
Il male è solo una privazione del bene, non un essere, e non c'è cosa creata che sia cattiva per natura; il male può esistere solo in una cosa buona, non esiste il male assoluto. Nella misura in cui Ahriman si identifica con l'angelo ribelle della tradizione primitiva, il mazdaismo tende a rendere il diavolo uguale a Dio. Possiamo capire da dove proviene l'ispirazione di Zoroastro! Da notare: è stato affermato che gli ebrei avrebbero preso in prestito alcune credenze dai persiani, in particolare quelle del «regno di Dio» e della «risurrezione dei morti».
Padre Marie-Joseph Lagrange o.p. (1855-1938) ha reso giustizia a queste affermazioni, dimostrando che le convinzioni degli ebrei erano troppo radicate ed erano molto più antiche. Possiamo dunque constatare che i persiani sono stati molto influenzati dagli ebrei e non il contrario.
Sopra: il teologo francese Padre Marie-Joseph Lagrange.
IL Mitraismo
Era una religione misteriosa, derivata dal mazdaismo, in voga a Roma nel I secolo d. C. Il cristianesimo è stato accusato di plagio di Mitra, un giovane dio che viveva tra gli uomini, nato in una grotta o in una stalla, che ha sconfitto degli animali malvagi ed è asceso al cielo da dove continua a vegliare su coloro che sono stati iniziati ai suoi misteri e che lo pregano.
Sopra: Mitra, il dio del Sole.
Sono state notate altre analogie, in particolare nella morale, nel culto (l'iniziazione mitriarchica ha sette gradi) e nella liturgia (la nascita di Mitra veniva celebrata il 25 dicembre). In realtà, lungi dall'aver influenzato il cristianesimo, il mitraismo ha plagiato la religione di Cristo, come denunciarono gli apologisti cristiani San Giustino († 165) e Tertulliano (155-220) fin dal I secolo, senza che gli avversari del cristianesimo, come l'imperatore Giuliano l'Apostata († 363) riuscissero a provare il contrario. Inoltre, facciamo notare che non troviamo nulla nella vita di Mitra che assomigli alla Passione di Cristo.
Il Brahmanesimo e l'induismo
Fondatore
Nessun documento permette di fissare, in un certo modo, l'origine del brahmanesimo, e di conseguenza di rivelarci il nome del suo fondatore. Sembra che questa religione fosse il frutto delle riflessioni di alcuni sacerdoti della classe sacerdotale (i brahmani o bramini) che non erano più soddisfatti dell'antica religione, il vedismo (dal nome degli antichi libri sacri, i Veda, una parola che significa «scienza»).
Sopra: bramini induisti.
Si tratta piuttosto di una filosofia, frutto della sapienza umana, ma che, rivestita per così dire di ornamenti sacri, appare come una religione. I libri che lo contengono (Brâhmana e Upanishad) avrebbero un'origine divina, e solo i sacerdoti possono distribuirli. Questa religione intellettuale e fredda non poteva diventare popolare: così venne mescolata agli antichi culti idolatri dell'India per dare vita a ciò che è raggruppato sotto il nome di induismo. Le due sètte principali di questa religione sono il visnuismo e lo shivaismo, che considerano Visnù o Shiva il dio supremo.
Dottrina
Sopra: il dio Brahmậ, la divinità suprema.
Panteismo: Brahma si fonde con l'Atman (il respiro, l'anima che muove il mondo) e costituisce l'intima realtà di tutto ciò che realmente è. È la confusione di Dio e delle creature; Idealismo: (negazione della realtà del mondo stesso). Tutto ciò che non è Brahmậ, quindi tutto ciò che è multiplo e mutevole, che conosciamo mediante i nostri sensi o per mezzo della nostra intelligenza, tutto ciò è un'illusione. La natura stessa è una grande illusione («maya»). L'esistenza delle cose individuali è essenzialmente negativa, ed è la fonte di ogni dolore; La credenza nella metempsicosi: l'anima, dopo la morte, passa in un altro organismo (uomo, animale o pianta). Chi non si libera dall'illusione con la rinuncia e la meditazione è condannato ad una nuova vita, dalla quale si sfugge solo con un ostinato sforzo di uccidere in se stessi la volontà di sopravvivere, almeno come individuo.
Sopra: una donna venera una vacca sacra (zoolatria).
Sopra: la Trimurti; da sinistra, Brahmậ, Visnù e Shiva.
Sopra: da sinistra, le incarnazioni di Visnù Rama e Krishna.
Critica
Non si basa su nulla, su fatti sperimentali. Nessuno ricorda di aver mai vissuto altre vite precedenti (tranne certi occultisti); È assurdo condannare un'anima a rivivere, come punizione per i suoi peccati, se quest'anima non ha memoria di ciò che ha fatto nelle altre vite. Infliggere una punizione senza indicarne il motivo è ingiusto e inutile; L'anima è fatta per un determinato corpo. Nella filosofia perenne, si dimostra che l'anima è la «forma» del corpo, vale a dire che l'anima forma con il corpo un'unica realtà, una sola natura. L'anima di Pietro può unirsi solo al corpo di Pietro; se si unisce al corpo di Paolo, o peggio a quello di Giovanni, cessa di essere l'anima di Pietro; L'esperienza mostra che gli uomini (di solito) stanno peggio verso la fine della loro vita che all'inizio. Le successive reincarnazioni, lungi dall'avvicinarci al nirvana, ci allontanano sempre di più da esso! Aggiungiamo che questa convinzione è chiaramente incompatibile con la fede cattolica 6, e che non favorisce la conversione dei non cristiani, perché possiamo sempre rimediare al male fatto in un'altra vita!
Sopra: il ciclo delle reincarnazioni.
Sopra: il suicidio della vedova sul rogo del marito.
A volte si afferma che l'induismo è la religione più antica. In effetti, il testo più antico, il Rig-Veda, risale al XII secolo a. C. Ma in quello stesso periodo, Mosè aveva già scritto il Pentateuco (i primi cinque libri della Bibbia). Si aggiunga che la meditazione trascendentale e lo yoga sono tecniche utilizzate per ottenere la «liberazione» induista. In realtà, queste tecniche provocano artificialmente stati psicologici che sono una contraffazione del vero misticismo e sono molto pericolosi 7.
Sopra: il guru indiano Guru Baba Ramdev.
VII IL BUDDISMO
Il fondatore
La vita di Buddha fu scritta molto tempo dopo la sua morte: i suoi biografi furono quindi facilitati nell'introdurre nella sua biografia tutte le leggende che ritennero opportune 8. Fu solo dopo l'era cristiana che presero forma i documenti cui sono state aggiunte molte interpolazioni. Buddha nacque nel VII o nel V secolo a. C. Apparteneva alla nazione o tribù di Shakya e si chiamava Siddhartha Gautama.
Il titolo di Shakyamuni, con cui è conosciuto, significa «monaco della nazione di Shakya». Molte leggende circondano la sua città natale e la sua giovinezza: ci vorrebbe troppo tempo per raccontarle tutte. Qualche tempo dopo essersi sposato, Siddhartha lasciò la moglie e la famiglia per diventare monaco e operare per la sua salvezza. Per diversi anni si inflisse terribili penitenze. Un giorno, mentre meditava sotto un fico, sentì di essere Buddha (dalla radice indiana «budh» che significa «comprendere») cioè il saggio, l'illuminato, colui che capisce. Aveva scoperto il segreto per non rinascere mai più.
Sopra: Siddhartha Gautama.
Da questa felicità volle trarre profitto per l'umanità predicando la sua dottrina. Ma prima decise di trascorrere quattro settimane in solitudine. Fu durante questo ritiro che Mara, lo spirito tentatore, si offrì di farlo entrare immediatamente nel nirvana per risparmiargli i dolori e le delusioni della vita. Buddha rifiutò l'offerta, ritenendo più importante la salvezza dei suoi fratelli e la diffusione della sua dottrina. Il parallelismo che esiste tra il ritiro di Buddha e il digiuno di quaranta giorni di Gesù Cristo nel deserto non sfugge a nessuno.
Ma è superfluo difendere le tradizioni cristiane dall'accusa di plagio, poiché i Vangeli sono sicuramente antecedenti alla stesura dei documenti buddisti. Per più di quarant'anni, Buddha predicò la sua dottrina di liberazione dalle reincarnazioni e la gente veniva a consultarlo da ogni parte. Lui stesso andava di paese in paese, vivendo di elemosina ed educando la gente. Giunto all'età di ottant'anni morì di indigestione.
Sopra: la morte di Buddha.
I suoi biografi dicono in quel momento che si udì una musica celeste e che lo stesso Brahmậ venne a cercare Buddha per introdurlo nel nirvana. Quindi, ovviamente, la leggenda si mescola con la storia in proporzioni tali che questa scompare, a tal punto che gli studiosi si sono chiesti se Buddha sia realmente esistito.
Dottrina
Dall'ateismo o, se preferite, dall'agnosticismo (anche se ci fosse, Dio è inconoscibile). Se c'è una causa prima, un essere supremo, Buddha non lo cerca, credendo che tale ricerca sia insolubile e inutile; Dalla credenza nella metempsicosi: una dottrina che è comune al brahmanesimo. Alla sua morte, l'uomo viene trasportato alla corte di Yama che lo giudica e lo mette nelle mani dei suoi carnefici. Quando la pena viene espiata, perché l'inferno non è eterno, l'anima viene reintrodotta nel mondo per iniziare una nuova esistenza; essa riprende a salire nella scala degli esseri fino a raggiungere il posto che era riuscita a meritare dalla sua vita precedente. Solo coloro che vengono proclamati Buddha sono liberati dalla rinascita ed entrano nella perfetta beatitudine del nirvana. Pessimismo: il male non consiste più solo nel possedere un'esistenza individuale (come nell'induismo), il male è esistere; esistere è una disgrazia; il desiderio di vivere è la fonte di ogni dolore. Il saggio deve quindi distruggere in se stesso la naturale aspirazione dell'uomo alla beatitudine, abbandonare ogni esperienza ed estinguere ogni desiderio. Raggiungerà così lo stato di vuoto chiamato nirvana (letteralmente «nudità», un termine oscuro che Buddha non ha mai definito) che lo libererà dal male dell'esistere e dal giogo della trasmigrazione. Secondo la logica dei principî buddisti, questo è l'annientamento dell'anima stessa. Per i seguaci del buddismo, l'anima è la catena di pensieri e di sentimenti che devono la loro esistenza al desiderio di essere: spegnere questo desiderio equivale quindi ad estinguere l'anima. In ogni caso, il nirvana è una beatitudine passiva e negativa in cui sono assenti l'amore e la vita.
Sopra: monaci buddisti in preghiera.
Sopra: il demone Mara tenta Buddha. Col tempo, la filosofia di Buddha si è trasformata in una religione con tanto di angeli e demoni.
Da notare che il buddismo si è diffuso principalmente in Cina, in Indocina, in Cambogia, nel Siam, in Birmania, nel Giappone e nel Tibet. La sua ampia diffusione è spiegata dall'insufficienza del culto brahmanico privo di idoli e di templi, dall'apostolato dei suoi monaci e anche dalla protezione offerta dal potere civile: protezione che veniva concessa facilmente per il fatto che i monaci buddisti si rivelarono preziosi ausiliari per sviluppare l'influenza dei re al di fuori del suo paese. Inoltre, se la morale raccomandava soprattutto la pratica della rinuncia, non proibiva ai laici né la poligamia né il divorzio.
Critica
Non dobbiamo insistere per provare che la religione buddista non è di origine divina, poiché Shakyamuni non ha mai voluto spacciarsi per Dio né come inviato da Dio; non si mai assegnato altro titolo oltre a quello di saggio. Se si considera la moralità buddista, essa presenta una certa elevatezza, poiché predica la rinuncia, il distacco dai beni della terra, la castità e il timore di un castigo futuro (ma senza la grazia di Nostro Signore Gesù Cristo queste prescrizioni sono inefficaci).
Non è vietato pensare che il buddismo abbia tratto profitto dall'influenza del cristianesimo o dalle sètte derivate dal cristianesimo, come il manicheismo 10 o il nestorianesimo 11. La fede, d'altra parte, non è all'altezza della moralità. In primo luogo incorre nel grave rimprovero dell'ateismo o dell'agnosticismo, sebbene in pratica i suoi sostenitori siano politeisti e idolatri. Abbiamo già criticato la credenza nella metempsicosi in relazione all'induismo. Quanto al pessimismo, esso ha le spiacevoli conseguenze di porre l'ideale della vita monastica nella pura contemplazione e nell'accattonaggio senza lavoro.
La moralità buddista ha solo l'uomo e non Dio come origine e dominio supremo. Essa prescrive la benevolenza universale (fino al punto da vietare l'uccisione degli animali 13 e rendere il vegetarianismo obbligatorio), l'elemosina, il perdono delle offese, la non resistenza ai malvagi, ma non è per amore del prossimo che lo comanda, ma solo per sfuggire al dolore e spegnere ogni attività in una sorta di estasi umanitaria. Questa gentilezza e pietà sono segni di codardia, non di carità.
LE RELIGIONI DEL MEDIO ORIENTE
VIII L'Islam 15
Fondatore
La vita di Maometto (la forma tradizionale italiana del nome arabo Muhammad) non ci è ben nota attraverso due fonti: il Corano dove si parla in modo allusivo (il suo nome non vi appare mai) e la Sira, o Vita di Maometto, che i musulmani hanno cominciato a raccogliere solo circa un secolo dopo la sua morte, e che è stata notevolmente accresciuta nel corso dei secoli 16.
Sopra: ritratto di Maometto.
Nacque intorno al 580 d. C. alla Mecca dove visse, e durante i suoi viaggi, entrò in contatto con ebrei e cristiani (in particolare con un monaco nestoriano). È probabile che sua moglie (ricca, più vecchia di lui e che gestiva l'attività) fosse ebrea. Come riconosce lo storico ebreo Bernard Lazare (1865-1903), «Maometto fu nutrito di spirito ebraico» 17.
Intorno all'età di trent'anni, egli iniziò a predicare ai suoi concittadini idolatri la sua convinzione monoteistica e il dogma della risurrezione dei morti. Secondo una tradizione musulmana, una notte Maometto stava meditando in una grotta sul monte Hira, quando l'angelo Gabriele gli apparve e gli trasmise tutto il contenuto del Corano.
Sopra: lo storico ebreo Bernard Lazare.
Questa leggenda tende a fare di Maometto un nuovo Mosè e non si basa su nulla di verificabile. Fu infatti Maometto stesso a scrivere il Corano tra il 610 e il 632, probabilmente ispirandosi all'Antico Testamento e al Talmud, o ai libri dottrinali dei giudeo-nazareni che sarebbero all'origine dell'islam. La sua predicazione fu male accolta alla Mecca e dovette lasciare la città: è da questo viaggio, chiamato Egira, che inizia l'era musulmana (16 luglio 622).
A partire da questa data, egli predicò la guerra santa, che gli arabi intrapresero durante la sua vita e dopo la sua morte (nel 632?). Fu con le armi che venne imposta la nuova religione ai popoli dell'Asia (Siria, Persia) e dell'Africa (Egitto, Libia, Algeria, Tunisia, Marocco). All'inizio dell'VIII secolo, gli islamici attaccarono l'Europa. La battaglia di Xérès consegnò loro la Spagna. Essi entrarono nella Gallia attraverso la valle del Rodano, conquistarono la valle della Garonna e avanzarono nella valle della Loira, ma furono sconfitti nel 732 a Poitiers dai franchi, comandati da Carlo Martello (690-741).
Sopra: la battaglia di Poitiers.
Dottrina
Al tempo di Maometto, la scrittura esisteva in Arabia, ma era di uso raro e insolito. Papiro e pergamena erano sconosciuti, per cui venivano generalmente utilizzate ossa, frammenti e foglie di palma. Dopo la morte di Maometto, c'erano discrepanze tra le varie versioni del Corano. Un califfo fece scrivere un solo testo, circa vent'anni dopo la morte del «profeta», e tutti gli altri furono distrutti, nonostante le proteste.
Questo nuovo testo suscitò critiche, e frammenti più o meno importanti andarono perduti, e apparvero vari spostamenti e interletture. In queste condizioni, possiamo arguire quanto sia debole la base scientifica dell'islam. Il Corano non è, come il Vangelo per i cristiani, solo un libro sacro, il fondamento della vita religiosa. Esso contiene anche il diritto civile, è il codice, l'unico fondamento della vita giuridica. Ma c'è di più: esso è la somma definitiva d tutta la conoscenza.
Il Corano
contiene tutto, assolutamente tutto ciò che è necessario e
sufficiente perché l'uomo sappia, sia per navigare nella sua vita
terrena che per conquistare il suo paradiso. Ad esempio, quando è
stata scoperta l'elettricità, un medico musulmano scrisse che
l'islam conosceva l'elettricità prima di tutti gli altri popoli.
«La prova è che ho guardato nel Corano e vi ho trovato la parola
"fulmine"». Accontentiamoci qui di elencare i punti
principali della dottrina religiosa contenuta nel Corano. Maometto insegna l'unità e l'unità divina, ma rifiuta la Trinità e l'Incarnazione, e considera i cristiani che adorano Gesù Cristo come politeisti. Tra gli attributi di Dio, egli insiste soprattutto sulla sua potenza, che si manifesta molto più per l'ordine e la bellezza del mondo che per i miracoli. Parla anche del Dio clemente e misericordioso. Egli ammette gli antichi profeti, i principali dei quali sono Abramo, Mosè, Giovanni Battista e Gesù. Maometto è l'ultimo profeta e il più perfetto; egli sarebbe il Paraclito (in greco «Consolatore») promesso da Gesù e ai suoi Apostoli (Gv 15, 26).
Sulla questione dell'uomo Secondo il Corano, sembra che il destino umano, sia qui sulla terra che in cielo, dipenda assolutamente dalla volontà arbitraria e sovrana di Dio. Nonostante i dottori musulmani affermino che la loro religione non sia fatalista, ne ha tutte le apparenze, e se in teoria non lo è, sicuramente lo è nella pratica. Sappiamo che le popolazioni musulmane si piegano facilmente davanti alle sventure del destino, al fato, come si diceva nell'antichità. La parola «islam» significa infatti «rassegnazione», «sottomissione». Alla morte segue il giudizio particolare: l'anima è quindi destinata al paradiso o all'inferno, ma, fino alla risurrezione, rimane nel sepolcro, felice o infelice a seconda della sentenza pronunciata.
Moralità e culto La religione di Maometto prescrivono cinque doveri principali:
Sopra: migliaia di pellegrini in preghiera alla Mecca.
Oltre a questi cinque pilastri dell'islam, c'è un sesto obbligo per il musulmano, ma esso non è individuale, ma collettivo: è la «guerra santa» o jihad. La guerra santa è spesso ordinata dal Corano:
Alla luce di questi versetti capiamo cosa sta succedendo quasi ovunque nel mondo oggi.
Critica
L'islam contiene una serie di verità religiose naturali che ha preso in prestito dall'ebraismo e dal cristianesimo (presumibilmente attraverso una sètta giudeo-nazarena). Ad esempio: l'esistenza e unità di Dio, la credenza in un al di là con una remunerazione, il dovere della penitenza, della preghiera e dell'elemosina. Tuttavia, dobbiamo aggiungere:
Egli non ha fornito alcuna prova di essere stato mandato da Dio per fondare una religione. Non ha compiuto miracoli e non ha annunciato alcuna profezia; Maometto ha avuto numerose mogli (probabilmente diciassette e un numero imprecisato di concubine). Il Corano limita il numero di mogli legittime a quattro, ma alcuni versetti derogatori regolarizzano il caso di Maometto. Egli ha propagato la sua dottrina non con la predicazione e con i miracoli che attestano l'origine divina, ma con la guerra offensiva: Rezzou a Nahla e la battaglia di Badhr nel 624, la sconfitta schiacciante a Huhud nel 625, la campagna del Fossé nel 627, ecc..., fino alla sua morte nel 632. Il Corano contiene molti incitamenti diretti alla violenza e alla «guerra santa» e persino alla tortura: «Se il destino delle armi li fa cadere nelle tue mani, spaventa chi li segue mediante il loro tormento, in modo che ci pensi» (Sura VIII, 59); «Se incontri gli infedeli, combatti fino a quando non avrai causato una grande carneficina; carica i prigionieri con le catene» (Sura XLVII, 4).
Aggiungete a questo alcuni aspetti scioccanti dell'islam:
Sopra: il paradiso carnale del Corano.
IX L'ebraismo attuale 21
Fondatore e dottrina
In parte, l'attuale giudaismo è basato sulla Bibbia, almeno su quei libri dell'Antico Testamento accettati dagli ebrei. Ma d'altra parte, l'ebraismo attuale si basa sul Talmud, un codice completo (civile e religioso) della sinagoga composto in tempi diversi da rabbini di Israele fino al V secolo della nostra era.
Il Talmud contiene una serie di tradizioni degli ebrei. Ma ha acquisito una singolare virulenza dopo l'apparizione del cristianesimo. Esso contiene le infamie più sacrileghe contro Cristo e i cristiani 22. Nel XVII secolo, un sinodo ebraico riunito in Polonia, ordinò di sopprimere tutti passi nel Talmud che avevano a che fare con Cristo e i cristiani, chiedendo che i rabbini si occupassero di insegnare questi passi solo oralmente, per evitare problemi con i regnanti cristiani.
Sopra: uno dei diversi volumi del Talmud Babilonese.
Critica
Non è necessario esaminare ulteriormente la dottrina dell'ebraismo attuale. Infatti, i libri dell'Antico Testamento contengono un'autentica rivelazione di Dio agli uomini. Ma questa rivelazione ha come dogma fondamentale l'attesa di un inviato divino (il Messia) che avrebbe trasformato la religione nazionale degli ebrei in una religione universale. L'attuale giudaismo rifiuta di riconoscere in Gesù Cristo il Messia promesso, un rifiuto che si manifesta particolarmente nel Talmud.
Sopra: ebreo prega al Muro del Pianto.
Il già citato storico ebreo Bernard Lazare riconosce che il fariseismo e il talmudismo hanno avuto il ruolo il ruolo di mantenere la massa degli ebrei nel legami di rigorose osservanze e strette pratiche rituali, e quindi hanno impedito loro di convertirsi al cristianesimo 23. In un altro articolo che abbiamo pubblicato si dimostra che Gesù è veramente il Messia atteso.
Quindi, l'ebraismo di oggi è in errore quando afferma che il Messia non è ancora venuto e che verrà a sottomettere tutte le nazioni (nella forma del dominio di Israele su tutti i popoli), o che è venuto ma è rimasto sconosciuto a causa dei peccati del suo popolo.
Conclusione
In questa rapida panoramica, abbiamo dimostrato che nessuna delle religioni non cristiane può affermare di essere la vera religione:
Lo studio dei miracoli ci conferma che nessuna di queste religioni può testimoniare autentici miracoli in suo favore. Ma hanno i cosiddetti prodigi, che sono o fatti la cui realtà non è sufficientemente stabilita (un segno nella roccia della grande moschea di Gerusalemme sarebbe l'impronta del cavallo di Maometto!), o spiegabili per cause naturali o preternaturali (l'intervento del demonio).
Possiamo dunque affermare che tutte le religioni sono uguali? Sì, in una certa misura, tutte le religioni non cristiane sono uguali, perché sono tutte false. Ma sarebbe un grave errore concludere da ciò che anche la religione cristiana va posta sullo stesso piano. Oggi ciò avviene troppo facilmente nascondendo i difetti delle religioni non cristiane. La religione cristiana non è solo superiore (a volte diciamo «trascendente») perché la sua dottrina non contiene errori, ma soprattutto è di natura completamente diversa perché di origine divina.
Note
1 Traduzione dall'originale francese Toutes les religions se valent-elles? (éditions du Sel, 2017), a cura di Paolo Baroni. 2 È anche probabile che alcuni miti (come quello di Osiride) siano stati usati per trasmettere la dottrina esoterica di una religione antitrinitaria, antenata della Massoneria. Vedi J.-C. Lozac'hmeur, Fils de la Veuve. Recherches sur l'ésotérisme («Figli della Vedova. Ricerche sull'esoterismo»), Chiré-en-Montreuil, 2002. 3 Cfr. P. L. Wieger s.j., Dictionnaire d'Apologétique de la foi catholique sous la direction de A. d'Alès («Dizionario di apologetica della fede cattolica sotto la direzione di A. d'Alès»), Parigi 1914, voce «Cina», col. 514. 4 Cfr. J. Maritain, Éléments de philosophie («Elementi di filosofia»), Téqui, Parigi 1963, pag. 18. 5 Da notare nel nome Brahma l'assenza dell'accento circonflesso sull'ultima «a», per distinguerlo da Brahmậ, il principio supremo. 6 «E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio» (Eb 9, 27). «Molto strettamente legata allo spiritualismo è la teoria della reincarnazione, in cui si fanno rivivere alcune antiche credenze del paganesimo riguardanti la metempsicosi. Essa fu esplicitamente condannata dal Secondo Concilio di Costantinopoli, nel 553. Il Secondo Concilio di Lione, nel 1274, e il Concilio di Firenze, nel 1439, condannarono indirettamente la teoria del passaggio dell'anima da un corpo umano all'altro affermando che il giudizio finale avviene subito dopo la morte. Ma l'errore, come un'erbaccia cattiva, ricresce costantemente con leggere variazioni volte a renderlo apparentemente nuovo, e quindi più facilmente accettabile; cambia solo il suo nome. La vigilanza della Chiesa non si lascia ingannare e anche la reincarnazione, presentata sotto le false apparenze scientifiche della Teosofia, fu condannata dal Sant'Uffizio nel 1919. La Documentation Catholique (nº 1370, del 18 febbraio 1962, col. 248) ha riportato l'opinione espressa della Commissione Teologica Preparatoria del Concilio Vaticano II: "Il primo giudizio avviene quando abbiamo appena lasciato la vita. In quel momento, tutti si presentano davanti al tribunale di Dio, e lì si sottopone ad un rigoroso esame di tutto ciò che ha fatto, di tutto ciò che ha detto e di tutto ciò che ha pensato nella sua vita. Questo viene chiamato "giudizio particolare"». Vedi anche Catéchisme du concile de Trente, Parigi 1969, pag. 80. 7 Vedi D. Clabaine, Le Yoga face à la croix («Lo yoga di fronte alla croce»), Lunel, 1980; Radiographie chrétienne du yoga, de la méditation transcendantale et de la réincarnation («Radiografia cristiana dello yoga, della meditazione trascendentale e della reincarnazione»), Losanna 1982; M. C. Sandrin, Le yoga à la lumière de la foi («Lo yoga alla luce della fede»), Téqui Parigi 1979; P. J. de Sainte Marie, «Intériorité chrétienne et intériorité orientale» («Interiorità cristiana e interiorità orientale»), in La Pensée catholique, n° 177, novembre-dicembre 1978. 8 Cfr. É. Couvert, La Gnose universelle («La Gnosi universale»), Chiré, 1993, pagg. 45-50; La Gnose en questions («La questione della Gnosi»), Chiré, 2002, pagg. 59-70). Queste due opere rimettono in discussione «la storia ufficiale» di Buddha. Couvert pensa Buddha fosse in realtà Mani (216-277), il fondatore del manicheismo (vedi nota nº 10 più sotto). In questa sede ci accontenteremo di criticare il buddismo partendo da ciò che i buddisti stessi dicono del loro fondatore. 9 In linea di principio, anche i monaci buddisti devono osservare la castità. Ma la realtà è che questo celibato conduce a comportamenti innaturali che, in un contesto cristiano, sarebbero giudicati disonorevoli. Vedi Le Sel de la Terre, nº 42, pag. 236; cit. in A. Brou, Saint François Xavier, vol. II, Beauchesne, Parigi 1912. 10 Cfr. É. Couvert, La Gnose universelle, pagg. 45-50. Il manicheismo fu una religione fondata nel III secolo d. C. dall'iraniano Mani all'interno dell'impero sasanide. Egli pedicava un'elaborata cosmologia dualistica che descriveva la lotta tra il bene e il male rappresentati il primo dalla luce e dal mondo spirituale e, il secondo, dalle tenebre e dal mondo materiale; attraverso un continuo processo all'interno della storia umana, la luce viene gradualmente rimossa dal mondo materiale e restituita al mondo spirituale da cui proviene e influisce in ogni aspetto dell'esistenza e della condotta umana (N.d.T.). 11 Soprattutto per quanto riguarda l'ideale monastico. La dottrina nestoriana prende nome da Nestorio, patriarca eretico di Costantinopoli (381-451). Essa afferma la totale separazione delle due nature del Cristo, quella divina e quella umana, negandone l'unione ipostatica. Afferma pure che Maria ha generato l'uomo Gesù, e non Dio, per cui rifiuta a Maria il titolo di «Madre di Dio» (Theotókos), riconoscendola solo come «Madre di Cristo» (Christotókos), e afferma che colui che nacque da Maria era solo un uomo in cui Dio poi discese come discese nei profeti. Essa riconosce la presenza in Cristo, piuttosto che di due nature, di due persone (Dio e uomo), unite dal punto di vista «morale» più che sostanziale. L'umanità, il corpo di Gesù sarebbe stata una sorta di «tempio dello Spirito», in cui era accolta la divinità. Tale dottrina fu condannata dal Concilio di Efeso del 431, che insegnò come dogma della Chiesa l'applicazione a Maria della descrizione Theotókos (N.d.T.). 12 Cfr. P. A. de Broglie, Problèmes et conclusions de l'histoire des religions («Problemi e conclusioni sulla storia delle religioni»), Putois-Cretté, Parigi 1885. 13 L'India possiede la mandria di bovini più grande del mondo, ma la gente muore di fame... 14 Cfr. J. Maritain, op. cit., pag. 16. 15 Vedi É. Pertus, Connaissance élémentaire de l'islam («Conoscenza elementare dell'islam»), Action Familiale et Scolaire, Parigi, supplemento al nº 65; É. M. Gallez, Le Messie et son prophète. Aux origines de l'islam («Il Messia e il suo profeta. Alle origini dell'islam»), Éditions de Paris, Versailles 2005. 16 Diversi studi recenti (vedi in particolare Le Sel de la Terre, nº 55, pag. 282) mettono in discussione la «storia ufficiale» di Maometto. In realtà, l'islam è nato dall'alleanza di bellicose tribù arabe con una sètta preesistente «giudeo-nazarena». Maometto sarebbe stato un signore della guerra, ma in nessun modo un profeta: tutta la sua religione verrebbe da questa sètta derivante da cristiani di origine ebraica. L'islam non sarebbe nato in Arabia, ma in Siria, e tempo dopo si sarebbe inventata la leggenda della sua origine in Arabia. Qui ci accontentiamo di criticare l'islam sulla base di ciò che gli stessi musulmani dicono del loro fondatore. 17 Cfr. B. Lazare, L'Antisémitisme, son histoire et ses causes («L'antisemitismo, la sua storia e le sue cause»), Léon Chailley, 1894, pag. 85. 18 Altre citazioni: «I miscredenti sono i nemici dichiarati dei musulmani» (Sura 4, 101); «Coloro che rifiutano Allàh sono i peggiori degli animali» (Sura 8, 55); «Sono criminali» (Sura 6, 147), ecc... 19 Cfr. J. Hours, «La conscience chrétienne devant l'islam» («La coscienza cristiana di fronte all'islam»), in Itinéraires, nº 60, pag. 121. 20 Condizione umiliante e subumana alla quale sono ridotti i popoli cristiani conquistati dall'islam consistente in una tassa e al divieto di avere accesso ad incarichi statali. 21 Dobbiamo ben distinguere l'attuale giudaismo (detto anche talmudico) dalla religione professata al tempo di Nostro Signore Gesù Cristo (detto anche giudaismo mosaico o biblico). Il giudaismo mosaico era la vera religione per gli ebrei di quesl tempo. L'attuale ebraismo, che ha aggiunto al giudaismo mosaico la negazione del Messia e della divinità di Gesù, è una falsa religione (poiché, come vedremo, Gesù è veramente il Messia e il Figlio di Dio). 22 Una raccolta di citazioni anticristiane tratte dal Talmud può essere trovata nelle «Note correttive e supplementari» del libro di R.-F. Rohrbacher, Histoire Universelle de l'église Catholique («Storia universale della Chiesa cattolica»), Société générale de librairie catholique, vol. VII, Parigi-Bruxelles 1880, pagg. 607-608.
23 Cfr. B.
Lazare, op. cit., pag.
16.
|