a cura di Neovitruvian 1
I gas serra
L'«effetto serra», noto anche come «riscaldamento globale» o «cambiamento climatico», si riferisce al riscaldamento che si verificherebbe quando alcuni gas nell'atmosfera terrestre intrappolano il calore.
Questi gas, per lo più emessi naturalmente, permettono alla luce del Sole di illuminare il nostro pianeta, ma impediscono al calore di fuoriuscire, come le pareti di vetro di una serra. In primo luogo, la luce del Sole brilla sulla superficie terrestre, dove viene assorbita e quindi irradiata nell'atmosfera sotto forma di calore.
Nell'atmosfera, le molecole di gas serra trattengono parte di questo calore perché non sono trasparenti ad alcune lunghezze d'onda della radiazione termica. Quando i gas serra assorbono l'energia termica infrarossa, la loro temperatura aumenta. Il resto fugge nello spazio. Più gas serra sono nell'atmosfera, più calore viene trattenuto. L'anidride carbonica (CO2), insieme al vapore acqueo (H2O), al metano (CH4) e al protossido di azoto (N2O), sono considerati «gas serra».
Sopra: i gas serra: 1) Anidride carbonica; 2) Metano; 3) Protossido d'azoto; 4) Vapore acqueo.
La CO2 viene prodotta e assorbita da varie fonti naturali ed è essenziale per la vita delle piante (e quindi di tutti gli esseri viventi). Ma poiché anche l'attività umana industriale ed automobilistica (automobili, aeroplani, fabbriche, ecc...) emettono CO2, si afferma che i meccanismi naturali della Terra non possono bilanciare tutta questa CO2 extra.
I globalisti sostengono che se la CO2 prodotta dall'uomo e, in misura minore, il protossido di azoto e il metano non sono tenuti sotto stretto controllo dal governo, le emissioni faranno si che una grande quantità di calore venga intrappolata all'interno della serra provocando lo scioglimento del ghiaccio polare terrestre dell'Antartide e della Groenlandia, e l'acqua inonderà le aree costiere del mondo in modo catastrofico. Si prevede inoltre che il riscaldamento globale aumenti il numero delle forti tempeste e delle estreme oscillazioni della temperatura.
Sopra: l'effetto serra.
1970: il primo Earth Day
L'Earth Day (la «Giornata della Terra») è un evento annuale a livello mondiale che si svolge ogni anno il 22 aprile. L'evento è stato concepito nel 1969 dall'attivista pacifista John McConnell (1915-2012) durante una conferenza delle Nazioni Unite a San Francisco. Un hippie radicale e assassino di nome Ira Samuel Einhorn (1940-2020), conosciuto come soprannominato «il killer dell'Unicorno», affermò di essere stato un co-fondatore dell'Earth Day.
Sebbene i liberal americani oggi sostengono che l'affermazione di Einhorn non sia vera, in effetti egli fu uno dei principali organizzatori degli eventi di Filadelfia dell'Earth Day nel 1970.
Un altro dei personaggi-chiave (i personaggi che siamo in grado di vedere...) dietro il lancio dell'Earth Day è stato il senatore liberal Gaylord Nelson (1916-2005), che in seguito è stato riconosciuto per i suoi sforzi con una Medaglia della Libertà presidenziale da Bill Clinton.
L'Earth Day è stata lanciata nel 1970 con una insolita fanfara e clamore mediatico, incluse le prime pagine in quasi tutti i giornali in America, e uno speciale televisivo della CBS ospitato dal leggendario anchorman Walter Cronkite (1916-2009), alias «l'uomo più affidabile d'America». Oltre ai grandi eventi organizzati a New York e da Einhorn a Philadelphia, le celebrazioni si svolsero in duemila college e Università, in circa diecimila scuole primarie e secondarie e in centinaia di comunità sparse in tutta l'America. Era ovvio che la classe dominante americana, attraverso i suoi media interamente controllati, stava spingendo con forza la nuova «festa comandata».
Per quanto riguarda il motivo presunto - la «causa» che ha spinto tante persone ben intenzionate, ma ignoranti - si trattava di «salvare il pianeta» dall'estrazione del petrolio, dall'inquinamento atmosferico, dall'inquinamento delle acque e da varie crisi ancora da scoprire (o inventare). L'«opinione pubblica» artificialmente scatenata da quell'evento ha portato all'istituzione dell'Environmental Protection Agency (EPA) meno di otto mesi dopo.
Come tutte le nuove agenzie governative, l'Environmental Protection Agency è partita in piccolo e con poteri limitati. Oggi, quasi mezzo secolo dopo, questa agenzia è la più dittatoriale ed economicamente distruttiva tra tutte le agenzie di regolamentazione americane. L'Environmental Protection Agency, ormai fuori controllo, è addirittura arrivata al punto di dichiarare come «inquinante» la CO2 (cibo per le piante). Di certo, l'assassino ambientalista e co-fondatore dell'Earth Day Ira Einhorn avrà certamente riso dalla sua cella in carcere.
Anni '80: l'effetto serra/il riscaldamento globale
Dopo alcuni inverni più rigidi del normale nel Nord America, il tentativo di creare terrore per una vicina era glaciale fu vanificato alla fine degli anni '70 (ne parleremo più avanti). Vedete, la difficoltà nel propagandare la bufala dell'era glaciale era che richiedeva un'espansione meridionale osservabile anno dopo anno della copertura di ghiaccio permanente nelle aree abitate. Questo è essenzialmente ciò che è un'era glaciale. Le persone che vivono nel Nord dovrebbero notare che la neve che scende in inverno improvvisamente non si scioglie in estate. Altrimenti, la paura dell'era glaciale non avrebbe intaccato i cuori delle persone.
In un momento in cui la popolazione mondiale e le emissioni di CO2 (nutrimento per le piante) erano molto più basse di quelle odierne, le preoccupazioni per un'era glaciale sono state improvvisamente sostituite da racconti di un «effetto serra» che avrebbe dovuto provocare il caos entro l'anno 2000.
Dopo quasi quarant'anni, nessuna delle catastrofiche previsioni si è avverata. Il nuovo giorno del giudizio è stato posticipato nel futuro. Creando la truffa di un «effetto serra» provocato dalla CO2, la quale bloccherebbe il calore in modo che non potrebbe sfuggire nell'atmosfera superiore, i poteri globalisti hanno prodotto delle fake news portando il pubblico a credere che un giorno il ghiaccio polare si sarebbe sciolto a causa del «calore intrappolato», inondando così le coste del mondo intero. Dal momento che nessuno vive realmente all'interno della Groenlandia o dell'Antartide, dobbiamo credere agli «scienziati», i quali ci dicono che il ghiaccio polare si sta gradualmente «sciogliendo» e che il problema aumenterà esponenzialmente in futuro.
Dal 1980 ai nostri giorni: i media operano con regole severe. Mai intervistare uno scienziato contrario al riscaldamento globale
Attraverso così tante grandi e «prestigiose» istituzioni dei media mainstream degli Stati Uniti e dell'Europa, c'è stata una totale assenza di voci contrarie sulla questione del riscaldamento globale. Una scrupolosa ricerca negli archivi del poderoso New York Times e del Washington Post ci mostrerà le tesi di tutti i principali sostenitori del riscaldamento globale (come Stephen Schneider, Michael Mann, James Hansen e altri).
ma mai, e intendo mai, nessuna contro-tesi dei più importanti «negazionisti dei cambiamenti climatici» (come Richard Lindzen, John Coleman, Fred Singer e altri). Se i «negazionisti» hanno avuto l'occasione di essere intervistati, è sempre stato un evento ironico con un intervistatore ostile e retoricamente esperto che ha controllato strettamente la direzione della conversazione. Mai le solide argomentazioni dei «negazionisti» sono state presentate per intero, e senza interruzioni contraddittorie.
Anche le principali reti di notizie (ABC, NBC, CBS, PBS, CNN) non hanno mai dato ai «negazionisti» la possibilità di parlare, così come le principali riviste e notiziari online (Time, Newsweek, US News e World Report, The Economist, Huffington Post, ecc...) e riviste scientifiche o naturaliste (Popular Science, Nature, Scientific American, National Geographic, Discover, ecc...).
Anche la presunta «conservatrice» Fox News e il Wall Street Journal, sebbene abbiano in qualche occasione permesso un dibattito generale sulla causa e sull'estensione del «problema», hanno fornito solo una copertura limitata agli scienziati che negano del tutto il presunto riscaldamento globale creato dall'uomo. L'esempio più eclatante di censura è stata la decisione nel 1991 dell'ultimo minuto della PBS di fermare l'eccellente documentario britannico The Greenhouse Conspiracy 2 dalla messa in onda su una stazione affiliata. La produttrice della PBS Linda Harrar ha detto a riguardo la sua decisione di bloccare il film:
Come può essere che clown che si definiscono «scienziati» come Bill Nye e Neil DeGrasse Tyson vengano intervistati come «autorità» sul tema del riscaldamento globale, mentre gli uomini seri di vera scienza, uomini considerati d'élite nei loro campi, vengano ignorati? In che modo PBS e il National Geographic Channel possono mandare in onda «pseudo-documentari» sui cambiamenti climatici, ma non hanno mai trasmesso una serie di film creati da professionisti che sfidano il dogma ufficiale?
I media hanno la responsabilità morale nei confronti del pubblico di presentare tutti gli aspetti di un dato problema. Chi diavolo sono loro per decidere cosa dovresti e non dovresti vedere? Questa palese selettività costituisce una prova chiara, convincente e innegabile che i capi dei grandi media sono collusi nel negare l'accesso dei «negazionisti» al pubblico. Non può esserci altra deduzione logica.
1987: il Protocollo di Montréal e il buco nell'ozono
Anni prima che l'isteria sul «riscaldamento globale» diventasse il problema dominante della vita quotidiana, la crisi più urgente riguardava il fittizio «buco nello strato di ozono», che si diceva essere causato da clorofluorocarburi (CFC) presenti negli spray e nei refrigeranti. Il «buco», ci è stato detto, stava lasciando entrare pericolose radiazioni dannose per la vita. Il Protocollo di Montreal ha accettato di limitare le sostanze chimiche che presumibilmente danneggerebbero lo strato di ozono.
L'imbroglio dell'assottigliamento dello strato di ozono non è oggetto di questa esposizione e non vogliamo discostarci dall'argomento principale. Solleviamo questo problema solo perché è davvero affascinante, alla luce dell'isteria che un tempo circondava questa «crisi», di come nessuno ne parli più. Proprio come nel panico per la mini era glaciale degli anni '70, l'isteria dell'ozono sembrò improvvisamente ridursi quando l'«effetto serra» ebbe il ruolo di protagonista.
Evidentemente, i pianificatori di alto livello erano, in momenti diversi, non del tutto sicuri su quale bufala ambientalista scommettere. Quando finalmente trovarono un accordo e pensarono di puntare esclusivamente sull'«effetto serra/riscaldamento globale», tutti i media cominciarono ad informare il pubblico che il buco nello strato di ozono aveva improvvisamente smesso di espandersi, come se qualcuno avesse premuto un interruttore. Molto strano!
E l'allarme per le piogge acide ve lo siete dimenticato?
1988: le Nazioni Unite fondano l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC)
Il gruppo di esperti intergovernativi delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è stato formato per raccogliere e valutare le prove sul «riscaldamento globale». Molti dei più influenti sacerdoti del culto del riscaldamento globale siedono in questo gruppo o prestano i loro consigli, e vengono pagati molto bene per farlo.
La «prestigiosa» ossessione delle Nazioni Unite per questo problema non solo dà maggiore credibilità alla «crisi», ma consente a questo organismo mondiale di acquisire sostegno per «salvare il pianeta» dai Paesi più poveri non sviluppati in cambio di pacchetti di aiuti al posto dell'industrializzazione. L'Intergovernmental Panel on Climate Change è una delle forze trainanti che prima promuove questa bufala e poi trova le «soluzioni».
Marzo 1989: il disastro petrolifero della Exxon Valdez viene usato per attaccare l'estrazione del petrolio
Sebbene questo particolare evento non avesse nulla a che fare con la campagna di propaganda per vendere il riscaldamento globale, esso fu effettivamente usato per attaccare e controllare ulteriormente l'industria petrolifera, uno dei principali obiettivi nascosti dei sostenitori del riscaldamento globale. La fuoriuscita di petrolio dalla superpetroliera Exxon Valdez si è verificata nel Prince William Sound, in Alaska, quando la gigantesca petroliera colpì una scogliera e versò nel mare 41 milioni di litri di petrolio greggio nel corso di pochi giorni.
Sopra: il Time, del 24 luglio 1989. «Viaggio fatale».
Fu, al momento, la peggiore fuoriuscita di petrolio nella storia. La posizione remota del Prince William Sound rese difficili gli sforzi per contenere la fuoriuscita di petrolio che si estendeva per centinaia di miglia di costa dell'Alaska e per 10.000 miglia quadrate di oceano. Notte dopo notte, per settimane, i telespettatori furono sottoposti alla vista «straziante» di foche, lontre e uccelli coperti di petrolio. La copertura dell'inchiesta sulla fuoriuscita di petrolio durò per mesi. Certamente, la storia era degna di nota.
Il problema era che la prolungata e pesante copertura di un evento in cui nessuno era stato ucciso, e la fustigazione pubblica della Exxon e del capitano della nave, Joseph Hazelwood (1946-2022), erano grossolanamente sproporzionate e ingiuste. Il fatto che i meccanismi naturali di pulizia della natura potessero - e lo fecero - riportare la regione a condizioni originarie entro diversi anni non fu mai riportata. Gli spettatori rimasero con la falsa impressione che un pezzo di Alaska fosse sparito per sempre. La copertura esagerata e spaventosa dell'evento ha inferto un enorme e duraturo colpo alla reputazione dell'industria petrolifera, un duro colpo che sicuramente deve aver soddisfatto i pianificatori della beffa del riscaldamento globale.
Sopra: la superpetroliera Exxon Valdez e il suo capitano Joseph Hazelwood.
Arrivando solo un anno prima del 20º Anniversario dell'Earth Day, la fuoriscita di petrolio dalla Exxon Valdez ha dato agli attivisti verdi (e ai loro padroni nascosti) un'altra ragione per gridare: «Vedete? Ve lo abbiamo detto che dobbiamo abbandonare il petrolio». In effetti, gli assertori del riscaldamento globale stanno ancora parlando della Exxon Valdez e continuano a mentire su come la regione «non si sia mai completamente ripresa». Il contenzioso correlato contro la Exxon si è concluso solamente nel 2016.
I sostenitori del riscaldamento globale hanno usato le immagini tristi di uccelli e lontre coperti d'olio per protestare implacabilmente contro il petrolio. Le potenti immagini della storia sono state tenute in vita dai media per mesi. Anche oggi, nonostante il fatto che l'area sia pulita come prima della fuoriuscita di petrolio, continuano a portare avanti l'evento. Perché?
Aprile 1990: nel 20º Anniversario della Giornata della Terra, l'iniziativa diventa globale
La macchina mediatica si è data da fare per promuovere artificialmente il 20º anniversario della Giornata della Terra. Per quanto ci abbiano provato, la «festa» non è mai stata realmente accettata dalle grandi masse d'America. Tuttavia, tra la sinistra politica (persone che credono nel Grande Governo Internazionale) la Giornata della Terra del 1990 è stata un grande evento.
È stato un attivista e membro di sinistra del governo, Dennis Hayes, che ha organizzato la grande campagna e ha reso la 20° Giornata della Terra un evento globale. Circa 750.000 persone si sono incontrate in Central Park a New York City (almeno questo è ciò che sostengono gli organizzatori). A Washington DC sono intervenuti in 100.000-250.000 (a seconda del numero dei quali si vuole credere). In tutta l'America e in tutto il mondo, molti altri militanti di sinistra e liberal si sono mobilitati in 141 Paesi diversi per creare una «consapevolezza» globale sulle questioni ambientali.
A differenza dell'Earth Day 1970, tenutosi in un'epoca in cui le prime teorie sul raffreddamento globale stavano nascendo, la Giornata della Terra del 1990 si concentrò molto e diede un enorme impulso internazionale alla bufala dell'«effetto serra/riscaldamento globale». Dal clamore suscitato dalla Giornata della Terra del 1990 è arrivata la spinta pianificata per una grande conferenza che si sarebbe materializzata in forma di Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite del 1992, a Rio de Janeiro.
1990-1996: i media bersagliano i bambini con la propaganda ambientalista
Il programma televisivo per bambini Captain Planet and the Planeteers è stato trasmesso dal globalista (una persona che vuole un Governo Mondiale) Ted Turner dal 1990 al 1992. Una serie sequel, The New Adventures of Captain Planet è stata successivamente trasmessa dal 1993 al 1996.
Milioni di bambini vulnerabili, ora adulti, sono stati così sottoposti al lavaggio del cervello in giovane età da spaventosi cartoni animati che vedevano Captain Planet dai capelli verdi e i suoi giovani Planeteers combattere contro affari malvagi e «eco-cattivi» come Hoggish Greedly.
Captain Planet and the Planeters: propaganda rivolta a bambini indifesi, che oggi sono adulti.
In un episodio, Greedly, un cattivo dall'aspetto mostruoso, complotta per bruciare deliberatamente più carbone e petrolio per poter sciogliere il ghiaccio polare e inondare il mondo. Solo Captain Planet and the Planeteers possono fermarlo. Ecco alcuni dei dialoghi spaventosi di quell'episodio:
Sopra: l'eco-cattivo Hoggish Greedly.
Fortunatamente per il mondo, Captain Planet è stato in grado di contrastare la cospirazione di Greedly e «salvare il pianeta», almeno per ora. Come per tutti gli episodi di Captain Planet, il pagliaccio dai capelli verdi ha chiuso lo show con un piccolo discorsetto:
«Il potere è vostro»!
Ogni bambino innocente che ha guardato questi cartoni propagandistici è stato influenzato - e forse anche traumatizzato - da queste sfacciate menzogne (che analizzeremo in seguito). Anche le action figures di Captain Planet e un gioco da tavolo dell'University Games vennero distribuite ai bambini. Sebbene il «supereroe» non abbia mai raggiunto il livello di Spider-Man o Superman, milioni di bambini dipendenti dalla TV sono stati effettivamente corrotti, e oggi camminano tra di noi da adulti con un pregiudizio odioso nei confronti dell'industria petrolifera e una grande stima in favore del Grande Governo e di organismi internazionali come le Nazioni Unite.
Esattamente come Ted Turner, che ha donato 1 miliardo di dollari all'ONU. E così è avvenuto che milioni di bambini creduloni, in un periodo in cui mancavano della capacità emotiva e intellettuale di resistere ad un così intelligente lavaggio del cervello, sono stati predisposti a credere a queste sciocchezze diventando adulti.
1992: l'Earth Summit di Rio
La propaganda ambientalista degli ultimi due decenni ha fornito ai promotori e ai militanti globalisti la necessaria copertura per organizzare un Summit della Terra a Rio de Janeiro, in Brasile, per «salvare il pianeta». Solo il fatto che le delegazioni di 172 Paesi abbiano partecipato a questa convulsa Conferenza ha convinto molti milioni di persone del fatto che doveva esserci un po' di verità in questo «effetto serra».
Sopra: la rivista Time, del 1º giugno 1992, titola in copertina: «Rio. Andiamo insieme per salvare la Terra».
Per quale ragione altrimenti i funzionari di così tanti Paesi avrebbero partecipato ad un evento del genere? Anche se non sono emersi cambiamenti di politica evidenti, a partire dal Summit della Terra, si è iniziato a configurare il quadro per i futuri protocolli e accordi che oggi vediamo applicati, come l'«Agenda 21» che se messa in pratica minerà il diritto di proprietà e trasferirà un enorme potere ai governi centralizzati e ad istituzioni internazionali come le Nazioni Unite.
Per ora, l'importante punto del vertice sulla Terra di Rio è che questo grande raduno ha dato un altro enorme impulso di propaganda ai promotori dell'«effetto serra», una formula che ben presto venne rimpiazzata dal termine «riscaldamento globale».
1992: il senatore Al Gore pubblica il libro Earth on Balance
Mentre il Summit della Terra si concludeva a Rio, il 22 giugno 1992, il senatore democratico degli Stati Uniti e il futuro vicepresidente, Al Gore pubblicò Earth in the Balance: Ecology and the Human Spirit («Terra in bilico: ecologia e spirito umano»), un libro in cui domandava un Global Marshall Plan (un «Piano Marshall globale» 3) per «salvare il pianeta». Il libro, altamente allarmista, è stato pubblicizzato dalle stelle dal New York Times e dalla Piranha Press, facendo guadagnare al già ricco senatore un sacco di denaro con i diritti d'autore.
Poiché la pubblicazione dell'opera coincise con la campagna elettorale presidenziale, Gore (la futura scelta di Bill Clinton per il suo vice-presidente) e il suo libro pieno di errori furono pubblicizzati enormemente. L'importante contributo di Gore a far avanzare la lunga marcia di questa beffa risiede nel fatto che è diventato il più alto e più visibile funzionario pubblico a mettere il suo nome insieme al «fatto» del riscaldamento globale.
Il presidente Bill Clinton e il suo vice Al Gore.
Alto, bello, articolato e pubblicizzato insieme alle stelle da Hollywood e dalle fake news, l'amico onnipresente di Bill Clinton ha venduto brillantemente la sua bufala ad un pubblico più vasto di quanto chiunque avesse fatto prima. Grazie a Gore e ai poteri che lo hanno sostenuto, la credenza nella «crisi del riscaldamento globale» non si limitava più esclusivamente ai vecchi hippy e ai ragazzi del college di sinistra. Con un leader politico «rispettato» e «moderato» come Al Gore molti altri americani hanno iniziato ad accettare il nuovo dogma.
Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale che estende gli United Nations Framework Convention on Climate Change («Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici») (UNFCCC), elaborata a Rio cinque anni prima. Proprio come Rio 1992, anche il più sobrio evento di Kyoto (tenutosi a Kyoto, in Giappone) è stato promosso dai media, anche se non così intensamente.
Le nazioni si impegnarono a Kyoto per ridurre le emissioni di CO2, sulla base di un presunto «consenso scientifico» esplicabile in due punti:
Il Protocollo di Kyoto fu adottato nel dicembre del 1997 e divenne legge internazionale per i Paesi che vi partecipavano nel febbraio del 2005. Sebbene il presidente degli Stati Uniti George Bush (1924-2018) avesse sostanzialmente ritirato gli Stati Uniti dal Protocollo nel 2001, il futuro presidente Barack Obama avrebbe lavorato ancora una volta verso i suoi obiettivi. Lentamente, ma inesorabilmente, queste conferenze internazionali hanno portato il mondo sempre più vicino all'obiettivo finale, che non ha nulla a che fare con «salvare il pianeta».
Con tutto il Partito Democratico dietro la bufala e impaziente di imporre nuovi regolamenti e tasse per combattere il riscaldamento globale, la macchina della propaganda si è scontrata con il mito del consenso scientifico quasi universale su questo argomento. Nel 2013 è stato pubblicato uno studio fasullo molto pubblicizzato secondo cui il 97% degli scienziati era d'accordo con la «scienza stabilita».
Una dopo l'altra, le persone veramente «intelligenti» e gli scienziati famosi si sono arricchiti e sono stati resi famosi dai media, sottoscrivendo i loro nomi alla grande causa. C'era Bill Nye, lo «scienziato» d'azione affermativa, Neil DeGrasse Tyson, Stephen Hawking (1942-2018), Bill Gates di Microsoft, Mark Zuckerberg di Facebook, scienziati della NASA e altri personaggi assortiti del mondo tecnologico e scientifico. Bene, ora, se così tante persone «intelligenti» credono (o sostengono di credere?) nella «scienza stabilita» del riscaldamento globale, allora solo una persona «ignorante» o «pazza» potrebbe negare la verità, giusto?
Queste alte e possenti approvazioni di questa strana teoria, combinate con l'atteggiamento infantile di sminuire i «miscredenti» con l'etichetta sprezzante di «climate change denier» («negazionista dei cambiamenti climatici»), si sono combinate per creare un ambiente accademico, sociale e politico soffocante in cui persino scienziati addestrati, per non parlare di noi poveri mortali, ora hanno paura di esprimere pubblicamente anche il minimo dubbio sul dogma prestabilito. Solo questa paura è la prova che la grande «causa» di «salvare il pianeta» si basa sul marketing e sul lavaggio del cervello, e non sulla scienza.
Dal 2006 ai nostri giorni: il costante attacco ai bambini
In linea con gli obiettivi dichiarati dall'UNESCO - l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura - l'intero establishment scolastico degli Stati Uniti (e dell'Europa occidentale) si è unito al potente movimento per «salvare il pianeta». Ora, quasi tutte le scuole superiori in America hanno un curriculum di «scienze ambientali». Non sono necessarie ulteriori parole. Basta guardare le immagini, tenendo presente che questa è solo una piccola frazione di ciò che viene imposto nelle nostre scuole elementari e nelle sezioni per bambini delle librerie come Amazon.
2005: il termine «riscaldamento globale» inizia ad essere usato comunemente nei discorsi pubblici
Mentre il XX secolo si chiudeva, le letture della temperatura del satellite del sensore remoto (RSS) - che avevano mostrato un leggero aumento del riscaldamento durante la metà degli anni '90 - non registrarono più temperature in aumento. In un primo momento, la pausa nel «riscaldamento globale» è stata spiegata come un'«anomalia» temporanea, non in alcun modo in contraddizione con la teoria.
Ciononostante, mentre mesi e mesi di mancato riscaldamento si sono trasformati in anni di inverni molto rigidi, in America e in Europa, gli «scienziati» adattarono la teoria del «riscaldamento globale» sostenendo che anche il freddo estremo può anche essere una manifestazione della «crisi». E quindi, il termine generico «cambiamenti climatici» venne più comunemente usato come supplemento - anche se non necessariamente come rimpiazzo - al termine «riscaldamento globale», un vocabolo che a sua volta aveva sostituito lo sciocco slogan del 1980, conosciuto come «effetto serra».
Vedete, le serre reali bloccano il calore principalmente perché i loro tetti in vetro massiccio implementano la luce del Sole mentre intrappolano il calore con una barriera fisica. L'analogia ambientale con le serre doveva essere sostituita con il termine «riscaldamento globale» perché «effetto serra» era semplicemente troppo bizzarro e stupido. Il termine «cambiamento climatico» copre tutto: freddo estremo, caldo estremo, tempeste estreme, pioggia estrema e siccità estreme. Il freddo normale, il caldo normale, le tempeste normali e le piogge normali spiegano tutto come se avessero a che fare con il clima, e non con il clima a lungo termine. Qualunque cosa accada, il termine «cambiamenti climatici» può essere usato per spiegare tutti i tipi di variazioni climatiche.
2006: il libro Inconvenient Truth di Al Gore diventa un best seller e un film-documentario
Nel 2000, in prossimità della corsa elettorale alle presidenziali, il vicepresidente Al Gore ha perso per poco contro George Bush. L'incredibilmente ambizioso Gore era così avvilito che si è fatto crescere la barba e avvolgere dalla depressione mettendo su 50 kg in un anno. Mio Dio, Al! La fama e il potere significano davvero così tanto per te? Gore finalmente riacquistò il suo status di star pubblicando nel 2006 An Inconvenient Truth («Una scomoda verità»).
Affrontando esclusivamente la «crisi» di ciò che era ormai definito solo «Global Warming» (l'etichetta «effetto serra» non era più efficace perché troppo ridicola), questo libro pieno di errori (ne parleremo più avanti) servì anche da base per una versione cinematografica diretta da Davis Guggenheim e narrata da Al Gore. Il finto film-documentario di Gore è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival del 2006.
Sia il libro che il film-documentario sono stati debitamente spinti dalla Piranha Press, tanto che il primo è giunto al vertice nella lista dei best-seller del New York Times, mentre il film-documentario ha vinto due Academy Awards. Aggiungendo l'insulto all'idiozia, Gore, assetato di soldi e di fama, è stato poi insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2007 per il suo attivismo ambientalista.
2007: il libro di Al Gore viene traformato in un'opera per bambini e viene letto nelle scuole
La Scholastic distribuisce libri alle scuole a livello nazionale (in America). Nel 2007, l'enorme azienda ha contribuito fortemente a spingere il carrozzone del Global Warming in modo sostanziale. Nel sito web di Scholastic.com (2007), scrive Aaron Broder:
Sopra: Aaron Broder e il logo di Scholastic.
Ormai, non si poteva sfuggire alla costante ondata di propaganda sofisticata che veniva data in pasto al pubblico, specialmente ai giovani vulnerabili. La truffa era diventata mainstream, con sempre più scettici che mantenevano i loro dubbi privati in modo da evitare di essere scherniti.
2008: viene prodotto un remake del film The Day that Earth Stood Still
The Day the Earth Stood Still («Il giorno in cui la Terra si fermò») è un adattamento del film di fantascienza del 1951 con lo stesso titolo. Questa volta, il tema del film non era la minaccia della guerra nucleare, ma piuttosto «salvare il pianeta» dalle attività create dall'uomo. Anche se il termine esatto «riscaldamento globale» non è mai stato usato, il pubblico comprese che il tema era quello.
Il film è incentrato sul personaggio «Klaatu», un alieno inviato per convincere l'umanità a cambiare il suo atteggiamento nei confronti dell'ambiente o ad affrontare l'annientamento tramite il suo gigantesco robot. Il film, che ha scelto Keanu Reeves come Klaatu, ha beneficiato di un sacco di pubblicità. Durante il weekend di apertura, e nonostante la scarsa risposta della critica, il film ha raggiunto il 1º posto, incassando 30 milioni di dollari dopo essere stato proiettato in 3.560 sale cinematografiche.
Nonostante le recensioni negative, l'appello al botteghino di Reeves e il clamore mediatico iniziale lo hanno mantenuto tra i primi 10 film per le prime quattro settimane nelle sale. Gli alti e potenti pianificatori dietro lo spauracchio del «riscaldamento globale» comprendono molto bene il potere del film come mezzo per manipolare l'opinione pubblica. E sono stati «in combutta» con l'alta e potente Hollywood di sinistra per molto tempo.
2008: la campagna «We can solve it»!
Molti milioni di spettatori e lettori sono stati esposti alla campagna pubblicitaria «We Can Solve It»! («Possiamo risolverlo»). Le pubblicità sdolcinate erano caratterizzate da avversari politici «che non sempre sono d'accordo», seduti insieme su una panchina amorosa e concordando sul fatto che la «crisi» del «riscaldamento globale/cambiamenti climatici» doveva essere risolta.
I liberal democratici erano a bordo di questo treno sin dall'inizio della truffa. Lo scopo di questa campagna propagandistica era di prendere di mira i repubblicani e i conservatori con la falsa idea che il loro non fosse un movimento politico, ma piuttosto qualcosa che era da «risolvere» nell'interesse di tutti. Ecco il dialogo tra la portavoce dei democratici Nancy Pelosi e il portavoce dei repubblicani Newt Gingrich:
Sopra: la democratica Nancy Pelosi e il repubblicano Newt Gingrich.
Un altro confronto televisivo in favore dell'iniziativa «We can solve it»! ha visto il reverendo «conservatore» Pat Robertson (1930-2023) e il reverendo «liberal» Al Sharpton su un divanetto in spiaggia, concordando sulla necessità di affrontare il problema del «riscaldamento globale». Un altro ancora presentava una studentessa democratica e una studentessa di medicina repubblicana, anche loro d'accordo, nonostante i diversi background, sul fatto che il problema del «riscaldamento globale» doveva essere «risolto».
Sopra: da destra, Pat Robertson e Al Sharpton.
2008-2016: l'elezione e la presidenza di Barack Obama
L'elezione del senatore Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti è stato un grande passo avanti per la «causa» nel tentativo di fermare l'inesistente «riscaldamento globale». Dopo quasi un quarto di secolo di graduale modellamento della mentalità pubblica, il truffatore convinto non aveva alcuna necessità di vendere la bufala perché era già stata accettata, in un modo o nell'altro, da poco più della metà di tutti gli elettori.
Durante un discorso di Berlino dell'estate 2008 davanti a una folla di 200.000 tedeschi indottrinati, il candidato ha parlato di «riscaldamento globale» e di «innalzamento del livello dei mari» come se fosse un fatto scientifico già stabilito, e ha dichiarato le sue intenzioni di fermare questo pericolo. Fatevi una scorpacciata di queste fandonie presidenziali:
Sopra: 24 luglio 2008; Barack Obama parla alla folla nel centro di Berlino.
In un'intervista al San Francisco Chronicle, il candidato Obama dichiarò apertamente che intendeva far andare in bancarotta le compagnie del carbone e aumentare i costi dell'elettricità. Ecco un estratto:
Incredibilmente, sotto l'Environmental Protection Agency di Obama, la CO2 (un elemento indispensabile per la vita delle piante) è stata classificata come «inquinante» – con i media che hanno incoraggiato le sue azioni economicamente distruttive fino in fondo.
L'industria privata è stata quindi sottoposta a regolamentazioni senza precedenti e costosi progetti per combattere un problema fittizio. Fortunatamente, e con grande piacere degli operai del carbone disoccupati, il presidente Donald Trump, che una volta aveva twittato che riteneva che il riscaldamento globale fosse una bufala, nel 2017 abrogò alcune di queste restrizioni.
Marzo 2009: il principe Carlo d'Inghilterra afferma che ci rimangono solo cento mesi per salvare la Terra
La stampa
mondiale annunciò l'evento con grande clamore quando quel damerino
senza valore dalle orecchie di elefante noto come «il principe del
Galles» aggiunse il suo nome al cast di all-star della
mitologia del
«riscaldamento
globale».
Questo avvertimento di 100 mesi ha fissato il nuovo giorno del giudizio a luglio del 2017. Fortunatamente per Carlo, nel 2015, la sua previsione di 100 mesi è stata aggiornata e la fine del mondo sarebbe avvenuta dopo «30 anni» 6.
Dicembre 2009: la Conferenza di Copenhagen sul clima
La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2009 si è tenuta a Copenhagen, in Danimarca. Un quadro generale per la mitigazione dei cambiamenti climatici oltre il 2012 doveva essere concordato in tale sede. Tale Conferenza ha riconosciuto il «riscaldamento globale» come una crisi e ha dichiarato che dovrebbero essere intraprese azioni per mantenere gli aumenti di temperatura al minimo.
Il ridicolo documento non era giuridicamente vincolante e non conteneva alcun impegno per ridurre le emissioni di CO2. Ciononostante, la conferenza è stata molto pubblicizzata, venendo addirittura soprannominata dagli allarmisti «Hopenhagen» («hope» in inglese significa «speranza»), fornendo un ulteriore impulso di propaganda al movimento del «riscaldamento globale».
L'ultimo giorno di «Hopenhagen», il presidente americano - che ha corso su una piattaforma di «speranza» con il preciso obiettivo di fermare «l'innalzamento del livello del mare» - si è rivolto ai truffatori e agli sciocchi ivi riuniti. Un altro po' di bugie:
2015: anche Jorge Mario Bergoglio è allarmato per i cambiamenti climatici
Il 24 maggio 2015, il cripto-marxista argentino papa Francesco ha pubblicato un'enciclica senza precedenti intitolata Laudato Si', in cui ha cercato di convincere i suoi sacerdoti ad accettare il fatto che il «peccato» contro l'ambiente è reale e ad istruire i fedeli ad unirsi alla chiamata per «l'azione». Sebbene non sia altrettanto influente come nei decenni o nei secoli passati, il sedicente papa ha ancora un enorme seguito internazionale e rappresenta ancora un'autorità morale, anche per i non cattolici.
L'approvazione senza precedenti di questo papa liberal su ciò che,
in sostanza, è una questione politica, ha dato un forte impulso alla
spinta per il grande «accordo internazionale sul clima» che doveva
avvenire a Parigi nel 2016. Prima di Parigi 2016, questo attivista
di sinistra, che si maschera da santo, ha sfruttato spudoratamente
la sofferenza delle persone nelle Filippine devastate dalla tempesta
collegando in modo subdolo un letale tifone del 2013 con i cambiamenti
climatici. Quest'uomo ha dichiarato:
Dicembre 2015: l'Accordo sul clima di Parigi
L'Accordo sul clima di Parigi (alias Paris Climate Accord) è stato un accordo all'interno del quadro preesistente delle Nazioni Unite. Le parti dell'Accordo sono destinate ad attenuare le emissioni di gas serra e perseguire fonti di energia alternative, energia green, a partire dal 2020. Nel giugno del 2017, 150 Stati lo hanno ratificato.
Sopra: «Per il pianeta», sulla Torre Eiffel.
L'Accordo richiede che ogni Paese riferisca regolarmente sul proprio contributo per mitigare il riscaldamento globale. Anche se non esiste un meccanismo di applicazione internazionale per imporre la conformità, i politici nei Paesi di tutto il mondo ora hanno una base legale per adattare le politiche all'interno delle rispettive nazioni, costose restrizioni che possono essere imposte dalla forza governativa. Questo è ciò che rende lo schema di Parigi così pericoloso.
Sopra: la Conferenza di Parigi del 2015.
Poiché la Costituzione degli Stati Uniti richiede una maggioranza di 2/3 al Senato per approvare un trattato, il presidente Obama ha dovuto emettere un Ordine esecutivo illegale per aggirare la legge e intrappolare l'America nell'Accordo di Parigi. La minoranza in diminuzione degli americani che ancora nutrono rispetto per la Costituzione sono rimasti inorriditi dalla presa di potere di Obama.
Ma i ministri della propaganda del New York Times e della Piranha Press si sono affrettati a lodarlo per la sua leadership nel combattere la crisi. L'effettiva firma dell'Accordo di Parigi da parte degli Stati Uniti è avvenuta il 22 aprile 2016 (Giornata della Terra). ed ha avuto luogo presso le Nazioni Unite. Nel 2017, il presidente Trump, che una volta correttamente fece riferimento al riscaldamento globale come ad una «bufala», ha da allora attenuato la sua posizione per motivi politici fino a ritirare gli Stati Uniti dall'Accordo.
Ciò ha causato una diffusa condanna tra i globalisti negli Stati Uniti e in Europa, oltre che da Obama e da parte di papa Francesco. Nonostante il ritiro di Trump, molti sindaci e governatori democratici in tutta l'America hanno annunciato la loro intenzione di utilizzare il potere dei loro uffici per mettere in atto i costosi obiettivi climatici di Parigi 2016 nelle loro giurisdizioni. Ed è del tutto possibile che un futuro presidente degli Stati Uniti possa tornare sulle posizioni di Obama. La truffa di Parigi è quindi ancora uno schema pericoloso.
2016: Leonardo DiCaprio gira un documentario sui cambiamenti climatici
Il documentario-farsa della super star di Hoolywood Leonardo DiCaprio sui cambiamenti climatici ha segnato la sua introduzione come nuovo volto del movimento per salvare il pianeta. Il pacchetto di bugie, massicciamente pubblicizzato dalla Piranha Press, è intitolato Before the Flood («Prima del diluvio»).
Sopra: Leonardo DiCaprio e il suo documentario Before the Flood.
Il film è stato presentato al Toronto International Film Festival a settembre del 2016, prima di essere trasmesso sul National Geographic Channel poche settimane dopo. Per aumentare il pubblico, la propaganda di DiCaprio è stata resa ampiamente disponibile e gratuita su diverse piattaforme. Alla prima europea di Londra nell'ottobre del 2016, DiCaprio ha presentato il film con le seguenti parole:
Bugie! E poi mi scusi un attimo professor DiCaprio?... Quanta «pericolosa» CO2 ha emesso lei e il suo equipaggio volando «in ogni angolo del mondo»?
Per quanto riguarda Al Gore, pochi anni dopo il suo imbarazzante scandalo sessuale - in cui fu accusato di avere obbligato a prestazioni particolari da parte di Molly Hagerty, una massaggiatrice-terapista professionista - e il successivo divorzio da parte della moglie, il suo ruolo Gore come principale volto pubblico della farsa è stato assunto dal più presentabile Leonardo DiCaprio.
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