Presentazione
Quando nel lontano 1988 andai a vedere al cinema il film They Live («Essi vivono») per la prima volta vidi dei droni sospesi a mezz'aria. Dotati di telecamere, questi aggeggi controllavano la popolazione come cani da guardia. In fondo, pensai, è un film di fantascienza... Oggi i droni volano tutti i giorni sulle nostre teste e vengono utilizzati in molti settori.
Sopra: drone nel film They Live.
Molte delle cose che solo qualche decennio fa vedevamo solo nelle pellicole sci-fi, oggi sono realtà. I cosiddetti cyborg che fecero la loro comparsa nei film degli anni '80 (pensiamo a Terminator...), ai nostri tempi iniziano a prendere concretezza tra le mani di scienziati che già a cavallo del XXI secolo avevano iniziato a costruirne per gli usi più disparati.
E fin qui non sembrerebbe esserci nulla di male. Ben vengano robot in grado di aiutare l'uomo nelle sue mansioni! La cosa diventa più inquietante quando si viene a conoscenza della filosofia che soggiace dietro questi esperimenti. Gli inventori di queste apparecchiature altamente tecnologiche sognano un mondo in cui microchip e processori diventeranno parte integrante del corpo umano interagendo con i suoi organi e i suoi muscoli fornendogli così quelle capacità che la natura gli ha negato.
«Perfezione umana. Cosa potrebbe andare storto»?
L'uomo del futuro sarà una via di mezzo del superuomo di Nietzsche e l'uomo deificato della New Age che ha saputo sfruttare appieno il proprio potenziale. Tra queste nuove facoltà che la tecnologia potrebbe offrire all'uomo vi è anche la possibilità di ottenere l'immortalità. Magari, dirà qualcuno.
Peccato che questi scienziati non lavorino per lo sviluppo e il benessere di tutta l'umanità, ma - come sempre accade in questi casi - per un'élite ristretta di personaggi ricchissimi che finanziano i loro costosissimi studi per poterne trarre per primi vantaggio. Naturalmente, come scrive il mago nero Crowley nel suo Liber Oz, «gli schiavi serviranno», ossia la massa delle persone rimaste in un mondo debitamente depopolato tramite pestilenze e crisi economiche sarà un gregge chippato obbediente agli ordini dell'oligarchia al potere. Ecco qual è il triste futuro che ci riservano questi farabutti che in molti casi si fanno passare per «benefattori dell'umanità».
Che cos'è il transumanesimo?
Il transumanesimo è un movimento culturale che, in nome del miglioramento «umano», sostiene la modernità tecnologica e scientifica al fine di ottenere benefici fisici e fisiologici (miglioramento della salute e allungamento della vita), mentali (potenziamento delle capacità intellettive) e sociali (migliore controllo e organizzazione). Il termine «transumanesimo» sembra sia stato usato per primo nel 1957 da sir Julian Huxley (1887-1975) - fratello del romanziere Aldous Huxley (1894-1963) e primo direttore dell'UNESCO - nel testo Transhumanism, del 1959, in cui scriveva:
Sopra: da sinistra, Julian e Aldous Huxley.
L'attuale definizione di transumanesimo fatta da Max More, ha allargato il suo significato ad una classe di filosofie che cercano di guidarci verso una condizione post-umana. Questo significato sottintende una più intensa interazione/ibridazione con le macchine (meccanismi cibernetici) e un superamento degli attuali limiti delle capacità umane a favore di una condizione che nel prossimo futuro presenterà aspetti, talmente innovativi, da non essere più classificabili solo come semplicemente «umani».
Per i transumanisti questa evoluzione è «desiderabile», in quanto ritengono che, grazie alle scoperte e alle applicazioni di nuove scienze come la biorobotica, la bioinformatica, la nanotecnologia, la neurofarmacologia, ecc..., l'uomo si traghetterà in una nuova era evoluzionistica post-darwiniana. Tra i concetti fondanti del primo transumanesimo un posto di rilievo spettò alla cosiddetta «eugenetica», o «igiene razziale», volta al «miglioramento» della specie, fenomeno che ha avuto i suoi deliri durante il nazismo. Man mano, il diktat huxleyano «rimaniamo umani» venne gradatamente sconfessato:
Vi sono infatti dei sostenitori dell'intelligenza artificiale come Raymond Kurzweil e Hans Moravec che predicono un futuro in cui gli uomini e le macchine si fonderanno in cyborg: un vero e proprio cambiamento antropologico, non solo culturale di intendere l'uomo, la natura, la vita, il mondo.
Il credo dei fratelli Huxley (sostenitori del neodarwinismo, del mondialismo, della depopolazione, della manipolazione delle masse, ecc...) e vicini ad Aleister Crowley (1875-1947) - Aldous era stato iniziato alla mescalina dal Mago a Berlino - sarebbe sfociato in un vero e proprio culto tecnologico incredibilmente vicino però alla New Age che, come spiega l'antropologo Antonio Marazzi, «predica l'avvento di un futuro utopico in cui l'uomo potrà finalmente essere libero dalle sue catene biologiche» 3.
Un futuro utopico, o forse, distopico come quello a cui allude il personaggio di Rotwang in Metropolis (1927)?
L'inventore di Java attacca il transumanesimo
Iniziava così il breve saggio «Why the future doesn't need us» («Perché il futuro non ha bisogno di noi»), pubblicato su Wired 5 nel 2000: l'autore era nientemeno che Bill Joy, colui che la rivista americana Fortune aveva definito il «Thomas Edison di Internet» e che si può considerare la vera mente scientifica di Sun Microsystems e che ha contribuito allo sviluppo dei microprocessori SPARC, Java e Jini.
Il punto di partenza dell'informatico era infatti che «il perseguimento scientifico della verità dev'essere temperato da considerazioni sul costo umano del progresso». Questa considerazione nacque su sua stessa ammissione
Il padre di Java raccontava di essere rimasto turbato dal saggio The Age of Spiritual Machines («L'era delle macchine spirituali»; Penguin Books, 1999) di Kurzweil in cui si prevedeva che il controllo della società sarebbe stato presto assunto dalle macchine.
Nel saggio era riportata una lunga citazione tratta dal matematico e docente universitario Theodore Kaczynski, meglio noto come «Unabomber», che immaginava che presto una piccola élite - già occultamente al potere - avrebbe esteso i proprî poteri sulle masse grazie alle macchine: essa avrebbe potuto decidere di «sterminare la massa dell'umanità» 7, o semplicemente di controllarla grazie all'avanzamento tecnologico, arrivando a uno scenario distopico i cui gli esseri umani sarebbero stati ridotti «allo stato di animali domestici» 8.
Nel 1995, infatti, nel pieno della sua attività terroristica, Kaczynski aveva spedito diverse lettere, alcune di queste alle sue vittime, dichiarando i suoi obiettivi e chiedendo che il suo documento in 232 punti La società industriale e il suo futuro 9 (meglio noto come il Manifesto di Unabomber) fosse stampato inalterato da uno dei principali giornali o riviste: egli intendeva sensibilizzare l'opinione pubblica in modo da «sviluppare e diffondere un'ideologia che si opponga alla tecnologia» 10.
Sopra: Theodore Kaczynski e il suo libro La società industriale e il suo futuro.
La società industriale e il suo futuro si apre infatti con l'affermazione che «la rivoluzione industriale e le sue conseguenze sono state disastrose per la razza umana». I primi paragrafi del testo sono dedicati all'analisi psicologica di diversi gruppi e alle conseguenze psicologiche per l'individuo nella vita vissuta all'interno del «sistema industrial-tecnologico».
I paragrafi successivi sono dedicati alla futura evoluzione di tale sistema, sostenendo che avrebbe inevitabilmente portato alla fine della libertà umana, un incitamento alla «rivoluzione contro la tecnologia», e un tentativo di indicare come ciò dovesse essere compiuto 11. È interessante notare come, nella critica alla società tecnologica, Kaczynski avesse citato indirettamente Il Mondo Nuovo (1932) di Aldous Huxley e Il disagio della civiltà (1930) di Sigmund Freud (1856-1939).
Al di là della paranoia di Unabomber sfociata nei suoi attacchi terroristici che uccisero tre persone e ferirono ventitre persone nel corso di quasi diciotto anni, Joy dovette ammettere di essersi confrontato con tali previsioni, riflettendo così sulle possibili derive che la tecnologia avrebbe assunto negli anni a venire. Egli dovette ammettere che, nonostante le azioni di Kaczynski fossero
La reazione fu quindi quella di condividere con amici e colleghi tali riflessioni: emerse una comune preoccupazione anche tra i ricercatori nel campo della robotica, a dimostrazione che, lungi dall'essere compatta, la comunità scientifica appare divisa tra i visionari «ottimisti» e coloro che invece invitano alla cautela. Joy ha infatti intuito la minaccia che la tecnologia, senza l'adeguato supporto etico/spirituale, comporta:
Nel futuro propugnato dal transumanesimo, l'uomo si fa infatti artefice del proprio destino e plasmatore della propria essenza. Un uomo che si è volontariamente sostituito a Dio, anzi è egli stesso Dio. Tributa onori a Lucifero o Prometeo adorato dalla dinastia Rockefeller al quale è stata dedicata una statua e una piazza a New York.
Sopra: la statua di Prometeo (Lucifero) situata al centro del Rockefeller Center.
Un uomo che ha svuotato il cielo di dèi, ergendosi a demiurgo di una nuova realtà, di un nuovo ordine... ben distante, però da quello agognato dal regista Fritz Lang (1890-1976) nel finale alternativo del suo film Metropolis (1927).
L'uomo è Dio
Per acclamare la tecnologia come un sistema olistico, dinamico ma positivo, si deve partire da una visione opposta, ovvero quella secondo cui la tecnica è una scelta volontaria grazie alla quale l'uomo si erge a plasmatore della realtà superando continuamente i limiti che la natura gli impone e andando verso quell'evoluzione sognata dai fratelli Huxley.
Per fare questo bisogna però riplasmare le menti, i bisogni e l'immaginazione delle masse, creando una «nuova religione» e una «nuova etica» che, come già spiegato nei miei libri Governo Globale e La Fabbrica della manipolazione 13, servano come linee guida per il Nuovo Ordine Mondiale che si intende costituire.
Fermo restando che è
impossibile sradicare nell'uomo qualunque forma di culto e di
anelito al trascendente, sarebbe impensabile un governo unico senza
una forma di spiritualità che si adatti a tutti i nuovi cittadini:
essa dovrà offrire i giusti «miracoli» e un rapporto diretto col
divino (l'Uno-Tutto), assumendo dunque i connotati della New Age.
Spiega il professor Michel Schooyans nel suo Il
complotto dell'ONU contro la vita:
Questa nuova spiritualità riunirà tutti i culti esistenti (le cui dottrine nel frattempo saranno state svuotate attraverso un metodico processo di «modernizzazione»), non creerà disagi ai governanti, ma offrirà al contrario una fiducia illimitata nella facoltà dell'uomo che, come anticipato, si porrà come un «Dio». «L'uomo è Dio» è infatti il motto che viene riproposto dalla New Age al transumanesimo. Le origini di questo pensiero risalgono però ancora una volta all'occultismo anglosassone: «Ogni uomo e ogni donna è una stella», citava infatti Crowley.
La filosofia di Thelema creata dall'occultista inglese si fonda su alcuni precetti fondamentali, tra cui il motto «Fa ciò che vuoi» e «Amore è la Legge, Amore sotto la Volontà». Il sistema magico-sessuale di Thelema come abbiamo visto è stato adottato anche da molte star internazionali, da Jimmy Page a Robbie Williams, che ne hanno tradotto i precetti in chiave artistica.
Prima di loro il fondatore della Church of Satan («Chiesa di Satana»), Anton Szandor LaVey (1930-1997), ha riproposto in chiave moderna e razionale il satanismo, raccogliendo molti consensi a Hollywood e nella scena musicale, da Sammy Davis Jr (1925-1990) a Jayne Mansfield (1933-1967), e ispirando celebri opere, come Rosemary's Baby di Roman Polansky o il cortometraggio Beat the Devil (2002), di Tony Scott (che conta un cammeo finale di Marilyn Manson, ordinato sacerdote della Chiesa di Satana dallo stesso LaVey).
Il motto di LaVey era proprio: «Ogni uomo è Dio» 15, e ancora, «l'uomo è la divinità per il satanista» 16. LaVey infatti, nella sua Bibbia satanica (1969), spiegava che il satanismo è la forma religiosa dell'Umanesimo. Questi, però, non può bastare come dottrina, perché l'uomo ha bisogno di dogma e di ritualità, a cui viene quindi incontro il satanismo:
Ispirandosi proprio a 1984 di George Orwell (1903-1950), LaVey scriveva: «Il su è giù, il piacere è dolore, l'oscurità è luce, la schiavitù è libertà, la pazzia è sanità mentale...», esprimendo quella forma di manipolazione mentale di cui LaVey era maestro. Il linguaggio paradossale erede del bi-pensiero orwelliano venne anche usato dal collega e poi scissionista della Chiesa di Satana, il Colonnello Michael Aquino, fondatore del Temple of Set (Tempio di Set) 18.
Costui era un ufficiale del controspionaggio dell'Esercito specializzato nella guerra psicologica, così come LaVey era stato un fotografo della polizia di San Francisco e aveva seguito un corso di criminologia. In particolare la carriera di Aquino e le sue competenze nel campo della manipolazione mentale vennero utilizzate nel consolidamento del suo Tempio di stampo più occultista rispetto alla dottrina «razionale» di LaVey.
Nel 1975, anno dello scisma, il giornalista Dick Russell intervistò LaVey. Russell scrisse nell'intervista intitolata «The Satanist Who Wants To Rule the World» («Il satanista che vuole dominare il mondo») che LaVey era convinto che lui e un'élite di satanisti avrebbero governato il mondo.
LaVey si era servito di un opuscolo dell'occulto degli anni Trenta e di alcune riflessioni estratte dal libro di H. G. Wells (1866-1946), L'isola del dr. Moreau, per comporre un rituale. Quest'ultimo comprendeva le seguenti parole: «L'Uomo è Dio. Noi siamo uomini. Noi siamo dèi. Dio è l'Uomo». Ancora LaVey in un'intervista rilasciata a Gavin Baddeley, attualmente leader della Chiesa di Satana in Gran Bretagna, spiegò la sua passione per gli esseri artificiali:
Alla luce di ciò alcuni ricercatori - seguendo le orme di Joy - hanno lanciato il grido dall'allarme sulla deriva transumanista che sta prendendo l'umanità, che rischia di abbandonarsi volontariamente a una vita virtuale e in apparenza felice, piuttosto che rischiare di vivere quella reale, con le sofferenze e gli ostacoli che essa impone.
La felicità potrebbe diventare presto l'abbandono volontario in un paradiso artificiale. Stiamo infatti vivendo la cosiddetta «età ibrida» in cui «la natura umana cessa di essere una verità distinta e immutabile» 20 e l'evoluzione tanto agognata viene «indirizzata e tecnologicamente assistita», senza avere però presente i rischi e le conseguenze di questo processo. In questa realtà ibrida, inoltre,
Il transumanesimo inteso come neodarwinismo, ossia un passo avanti nel processo evolutivo della specie umana verso l'immortalità.
Negli anni Ottanta, infatti, lo sviluppo e la produzione di «compagni umani artificiali» era diventata per LaVey un'ossessione. Costui illustrava il suo desiderio di usare gli androidi per generare una schiavitù da poter usufruire in modo politicamente corretto... quali «diamond dogs», psicopoliziotti o semplici bambole senza tempo per il soddisfacimento dei piaceri dell'élite.
Gusci vuoti alla mercé dei potenti. Potenti che da un lato imbrigliano e manipolano le masse a loro piacimento e dall'altro si riuniscono in riservati salotti o lugubri foreste per celebrare inquietanti rituali...
Note
1 Estratto dall'opera Le origini occulte della musica (vol. II, UNO Editori, 2015, pagg. 74-85). Riprodotto con il permesso dell'Autore che ringraziamo. Il grassetto è nostro. Nostre sono anche le illustrazioni e le relative didascalie. Sito dell'Autore: https://www.enricaperucchietti.it 3 Cfr. A. Marazzi, Uomini, cyborg e robot umanoidi, Carocci, Roma 2012, pag. 58. 4 Cfr. B. Joy, «Why the future doesn't need us» («Perché il futuro non ha bisogno di noi»), in Wired, aprile 2000 https://www.wired.com/2000/04/joy-2/ 5 Cfr. B. Joy, art. cit. Traduzione tratta da http://www.tmcrew.org/eco/nanotecnocologia/billjoy.htm 6 Cfr. B. Joy, art. cit. 7 Ibid. 8 Ibid. 9 Cfr. T. J. Kaczinsky, La società industriale e il suo futuro, Il Manifesto di Unabomber, Edizioni Stampa Alternativa. 10 Kaczinsky è un matematico ed ex professore universitario statunitense, condannato per aver inviato pacchi postali esplosivi a numerose persone. Egli giustificò i suoi atti come tentativi di combattere contro quelli che lui considerava i pericoli del progresso tecnologico. Prima di identificarlo, l'FBI utilizzava il nome in codice UNABOM (da UNiversity and Airline BOMber). I mass media cominciarono a diffondere varianti del nome, tra cui Unabomber. 11 http://it.wikipedia.org/wiki/Theodore_Kaczynski 12 Cfr. B. Joy, art. cit. 13 Vedi E. Perucchietti, G. Marletta, Governo Globale. La storia segreta del nuovo ordine mondiale, Arianna, Bologna 2013; E. Perucchietti, G. Marletta, La Fabbrica della Manipolazione, Arianna, Bologna 2014. 14 Cfr. M. Schooyans, Il complotto dell'ONU contro la vita, Effedieffe, 2013, pag. 41. L'Autore è un gesuita. 15 Cfr. A. S. LaVey, La Bibbia satanica, Jarah edizioni, pag. 57. 16 Ibid., pag. 20. 17 Ibid. 18 Ibid. 19 Cfr. G. Baddeley, Lucifer Rising: A Book of Sin, Devil Worship And Rock'n'Roll («L'ascesa di Lucifero: un libro di peccato, di adorazione del diavolo e di rock'n'roll»), Plexus Publishing, Londra 1999, pag. 75 e ss. 20 Cfr. A. Khanna, P. Khanna, L'età ibrida. Il potere della tecnologia nella competizione globale, Codice Edizioni, 2013, pag. 9. 21 Ibid., pag. 88.
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