di Cunha Alvarenga 1
Sopra: tempera intitolata Alterpiece, dipinta dalla pittrice svedese Hilma af Klint (1862-1944), mistica e teosofa.
Prefazione
Nel presentare questo articolo siamo consapevoli del fatto che chiediamo al lettore di affrontare un argomento un po' ostico per i non addetti ai lavori e per chi non si è mai interessato - come noi - in maniera approfondita all'arte moderna. Eppure dalla lettura di questo scritto emerge un aspetto insospettato di questa materia: il suo rapporto con l'occulto. Chi segue il nostro sito sa che abbiamo dedicato numerosi articoli agli aspetti più tellurici e demoniaci di un'altra forma d'arte: la musica contemporanea. In fondo, in moltissimi casi si tratta di aspetti così evidenti che chiunque si renderebbe conto delle forme più infere presenti in questo genere musicale.
Ma mai ci saremmo aspettati di scoprire che anche diverse correnti artistiche tipiche della modernità, come l'astrattismo o il surrealismo, fossero state così fortemente influenzate dalla magia e dall'esoterismo (e in parte anche dal freudismo). Dunque, il Mistero di Iniquità non si è servito solo del rock o del pop per forgiare i gusti e le tendenze delle nuove generazioni, ma anche delle tele e dei pennelli, di pittori illustri che hanno dipinto quadri che ai nostri giorni hanno un valore artistico e commerciale enorme.
Una cosa che si fa fatica ad accettare nell'arte astratta è la necessità del filtro del critico d'arte. Poiché l'uomo della strada, messo di fronte ad un quadro surrealista, fatica ad apprezzarne il significato perché i suoi occhi distinguono il più delle volte solo un pastrocchio di linee e colori o deformità grossolane, ecco venirgli in aiuto l'immancabile critico (l'esperto...) che gli spiega il significato più intrinseco, ossia quello che il profano non coglie guardando quella tela alla ricerca della bellezza o del significato.
Il più delle volte, al «povero ignorante» viene così spiegata la presunta visione delle cose dell'artista e il messaggio che esso dovrebbe veicolare. Peccato che nella maggior parte dei casi il critico si guardi bene dal rivelare al suo interlocutore che magari quell'opera è stata dipinta in stato di trance medianico o che quel pittore seguiva gli insegnamenti di qualche stregone.
Ciò che comunque emerge dalla lettura di questo articolo è del resto quello che vediamo accompagnare ogni forma di espressione che esce dalla fucina dell'uomo moderno: il rifiuto della realtà oggettiva, come conseguenza diretta del rifiuto del Creatore, e l'immancabile utopia di un mondo nuovo e di una nuova umanità svincolata dalla fede e dalla morale, senza Dio e totalmente incredula circa un fine soprannaturale dell'esistenza umana. Ecco la ragione per cui in molti casi quei quadri trasmettono a chi li vede un senso di angoscia e di disperazione. Essi non sono che l'espressione del rifiuto dell'ordine stabilito da Dio, di una concezione orizzontale della vita umana senza alcuna prospettiva che non sia il disordine, la follia, il male, la morte e la dissoluzione.
PRIMA PARTE ARTE MODERNA E OCCULTO
Premessa
«Bello è ripugnante, e ripugnante è bello», dicono le streghe nel dramma shakespeariano Macbeth (atto I, scena I). Secoli dopo, riferendosi alla bellezza, il famoso pittore astrattista spagnolo Pablo Picasso (1881-1973) dichiarò: «"Bello" è una parola che per me non ha alcun significato» 2. Dunque, l'arte moderna si svincola dal concetto di bellezza e parla un linguaggio diverso. Molte persone ingenue immaginano di poter comprendere e apprezzare l'arte moderna seguendo i criteri del buon senso. Si tratta di un errore.
Un'enorme quantità di inchiostro è stata utilizzata per scrivere giustificazioni ed elogi dell'arte moderna, anche dal punto di vista cattolico. Sebbene molto sia stato scritto, nulla è stato rivelato perché o i critici non capiscono ciò che vedono e dicono, o capiscono le premesse dell'arte moderna, ma sono volutamente ambigui per non rivelare il suo programma completo. Gli iniziati ai suoi scopi occulti, infatti, sono ben consapevoli delle incursioni che la Rivoluzione ha compiuto nel settore artistico, ma non vogliono svelarle agli occhi del pubblico.
Il ruolo della vera arte
La bellezza è un attributo dell'essere. Verità, bontà e bellezza sono attributi essenziali dell'essere. Questi attributi sono interconnessi, in quanto ciò che è vero è anche buono e bello, ciò che è buono è vero e bello e ciò che è bello è buono e vero. Poiché tutto ciò che esiste è ontologicamente vero, la bellezza dovrebbe apparire più spesso di quanto non faccia ora nella nostra creazione inquinata dal male e dal peccato. Dio ci ha creati nella bellezza in quanto ci ha creati nell'essere.
Alla fine della Sua opera di creazione, Egli vide che tutto era bello e buono (Gn 1, 31). Senza il peccato degli angeli decaduti e dell'uomo, senza questo cambiamento nell'ordine divino, l'errore, il male e la bruttezza non avrebbero alcun significato pratico. L'ordine e l'armonia dell'Universo hanno una bellezza perenne.
La bellezza non dovrebbe apparire per caso, ma sarebbe presente in ogni cosa se il disegno originario di Dio fosse stato seguito. Ci sono diversi tipi di bellezze che corrispondono ai diversi tipi di essere: gli esseri fisici, intellettuali, morali e divini. Il ruolo dell'arte dovrebbe essere quello di rivelare il più possibile gli attributi essenziali dell'essere. L'arte dovrebbe adoperarsi, insegna Papa Pio XII (1876-1958),
Una cosa non è del tutto bella se non è completamente inserita nell'ordine divino, che è l'unico modo perché l'essere si realizzi e raggiunga la sua pienezza. La bruttezza, la menzogna e il male rappresentano le deficienze dell'essere. Se dovessimo definire la bruttezza assoluta, diremmo che è il peccato, la negazione dell'ordine divino, l'assenza dell'essere.
Arte moderna, esoterismo e panteismo
Questa base filosofica fornisce ai cattolici i criteri per giudicare la bellezza nella sua piena dimensione, che è una dimensione morale, poiché la morale è la scienza del bene. Etica ed estetica si completano a vicenda, cercando il compimento del disegno di Dio nella creazione. Questi principi, tuttavia, non significano nulla per gli artisti dell'arte moderna. Essi parlano una lingua diversa.
Per i surrealisti, ad esempio, «l'arte non è altro che un mezzo per accedere al surreale». Se chiedessimo ad un artista surrealista cosa sia esattamente il surreale, non ci darebbe una risposta coerente. Pertanto, siamo obbligati ad adottare un approccio indiretto per scoprire di cosa si tratta. Il dadaista Marcel Raymond (1897-1981) riteneva che
L'artista surrealista francese Georges Buraud (pseudonimo di André Breton; 1896-1966) ha affermato:
Dietro il surrealismo c'è il panteismo (Dio presente in tutte le cose e non separato dal creato), che cerca la fusione di ogni cosa nel Gran Tutto. Mentre possiamo dire che la vera arte è diretta verso Dio, il surrealismo e l'arte moderna sono diretti verso il diavolo. Ci sono due tendenze nel surrealismo: in primo luogo, una che cerca di sovvertire la realtà della creazione, e la seconda, che cerca di esprimere il mistero del subconscio.
Man mano che sviluppano queste diverse tendenze, i surrealisti si servono del sogno, della follia, della magia, del metapsichismo, della libido, dell'istinto selvaggio e dell'automatismo. Essi usano componenti di questi diversi campi senza riserve con il pretesto che l'artista dev'essere liberato da qualsiasi legame con la morale o con la logica. Tali aberrazioni irrazionali e immorali non sono esclusive del surrealismo. Le troviamo anche, con lievi variazioni, nel cubismo, nell'espressionismo, nel dadaismo, nel futurismo, nell'astrattismo e in altri sottorami di questa cabala artistica.
Arte moderna e modernismo
L'arte moderna si è infiltrata nella Chiesa cattolica con l'«arte sacra» esoterica ed estremamente sospetta come parte del movimento dell'eresia modernista (condannata da San Pio X nel 1907). Nello stesso tempo, va notato che nella Chiesa ci sono state altre infiltrazioni. Sotto il titolo generale di «modernismo», abbiamo assistito alla rinascita alla fine dell'Ottocento dello gnosticismo.
Sopra: Léonce Fabre des Essarts, «patriarca» della Chiesa Gnostica.
Quindi, crediamo che l'arte moderna debba essere studiata da una prospettiva più ampia, come parte del movimento di vasta portata chiamato «modernismo». Lo storico inglese Arnold Joseph Toynbee (1889-1975) considera il futurismo, anch'esso parte dell'arte moderna, come autentico satanismo.
L'architetto e scrittore francese Gaston Bardet (1907-1989) spiegava come rintracciare il satanismo nella nuova arte religiosa: «Per dimostrare la presenza del satanismo nell'arte sacra moderna, dovremmo applicare la prova mariana». Ciò significa che dovremmo guardare a come l'arte moderna rappresenta la Madonna per sapere dove sta andando. Applicando questo test, potremmo chiederci se la Vergine ai piedi della Croce nel Calvario del pittore ebreo Marc Chagall (nato Moishe Segal; 1887-1985) ci spinge a servire Dio o il diavolo.
Sopra: Il Calvario, dipinto da Marc Chagall nel 1912. La figura della Vergine è orribile. Dietro di lei si nota Caronte (?!) con la sua barca.
Un altro esempio che mostra la perversione dell'arte moderna è raffigurato nel frontespizio del libro del 1930 L'Immaculée Conception («L'Immacolata Concezione»), del già citato André Breton e di Paul éluard (1895-1952), entrambi surrealisti.
Sopra: il libro L'Immaculée Conception e i suoi autori, (da sinistra) i surrealisti Paul Eluard e André Breton.
SECONDA PARTE ARTE ASTRATTA E TEOSOFIA
Non si può negare l'influenza occulta, magica e satanica sulle correnti più rappresentative dell'arte moderna, soprattutto sul surrealismo. Quest'ultimo, secondo lo storico dell'arte austriaco Hans Sedlmayr (1896-1984) 6 non è nient'altro che il realismo sotterraneo o la base demoniaca dell'arte. Credo che lo stesso si possa dire dell'arte astratta.
La prima opera nota di arte astratta fu un acquerello dipinto nel 1911 dal pittore e teorico russo Wassily Kandinsky (1866-1944). Un anno dopo, questo stesso artista scrisse il libro Concerning the Spiritual in Art («A proposito dello spirituale nell'arte»), che fornì il primo fondamento teorico per l'arte astratta. In esso, il pittore riconosce apertamente che le sue teorie artistiche sono basate sugli insegnamenti occulti di Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), la fondatrice della Società Teosofica 7 e autrice dell'opera La Dottrina Segreta (pubblicata nel 1888).
Sopra: Wassily Kandinsky e il suo libro Concerning the Spiritual in Art.
Scrisse Kandinsky nel 1918: «Ho avuto tutto da "La Dottrina Segreta"» 8. Il libro della Blavatsky è così fondamentale per la magia moderna che il 1888, la data della sua pubblicazione, è considerato un anno fondamentale nei circoli teosofici. Sebbene russo di nascita, Kandinsky appartenne al movimento espressionista tedesco noto come Die Brücke («Il ponte»), fondato nel 1905.
Sopra: acquerello di Kandisnky del 1911. Si tratta della prima opera astratta di cui si abbia notizia.
I suoi membri includevano Emil Nolde, Max Pechstein, Ernst Ludwig Kirchner e Karl Schmidt-Rottluff.
Sopra: Madame Blavatsky e il suo libro La Dottrina Segreta.
Rifiutando il loro background «borghese», essi adottarono uno stile di vita bohémien comprendente il libero amore e frequenti nudità nella loro arte. Questo gruppo è stato fortemente influenzato anche dalla magia attraverso le teorie occulte della Blavatsky, della sua discepola Annie Besant (1847-1933) e di Charles Webster Leadbeater (1854-1934), «vescovo» della chiesa cattolica liberale, espulso dalla Società Teosofica per pedofilia e in seguito riammesso.
Un altro precursore dell'arte astratta fu il pittore olandese Piet Mondrian (1872-1944), noto per il suo lavoro nella forma chiamata «neoplasticismo» (il movimento De Stijl). Anch'egli era teosofo e amico intimo dell'altro teosofo olandese Mathieu Hubertus Schoenmaekers (1875-1944), filosofo e mistico, autore di molte opere sul «misticismo razionalista», tra cui La Nuova Immagine del Mondo, che propone un intero sistema di simbolismo universale che tenta di spiegare il significato dei colori, delle forme e delle linee. Scrive Mondrian:
Già nell'antichità (IV secolo d. C.) Ermete Trismegisto («Ermete tre volte grande») aveva cercato di spiegare quel regno spirituale:
Lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), un illuminato, conferma la stesso principio della magia occulta utilizzando altre parole: «Niente è dentro, niente è fuori. Perché l'interno è l'esterno». Nell'affermare ciò, Goethe non ha fatto altro che ripetere un principio della Kabbalah ebraica. Per questo esiste una curiosa somiglianza tra questi trattati di teoria della forma e quelli delle cosiddette scienze occulte.
La Teosofia ha elaborato determinate teorie per spiegare i processi psichici. Da un lato, un libro del 1901 intitolato Thought Forms («Le forme del pensiero») di Annie Besant e Charles Webster Leadbeater, afferma che c'è una continuità graduale e sottile in ogni piano dell'Universo, dallo spirituale al meccanico; poi presenta file di quadrati colorati che presumibilmente rappresentano le forme del pensiero.
È un'aggiunta alle teorie teosofiche sul simbolismo dei colori. D'altra parte, nel Traité Élémentaire de Science Occulte («Trattato elementare di scienza occulta»), Gérard Encausse, detto Papus (1865-1916), spiritista francese e «vescovo» della Chiesa Gnostica, noto per i suoi libri sulla magia, sulla Kabbalah e sui Tarocchi), fa molte analogie tra le forme grafiche e gli elementi psichici 11.
Sopra: Papus e il suo Traité Élémentaire de Science Occulte.
Dipingendo in stato di trance
È un fatto storico che a partire dalla metà del XIX secolo i movimenti dell'arte moderna siano stati influenzati da un'ondata di misticismo e filosofia orientali. Anche l'espressionismo tedesco, culla dell'astrattismo, era profondamente immerso nella Teosofia e nel panteismo orientale. Ciò che l'arte moderna ha perso rifiutando il cristianesimo è stato sostituito dal taoismo, dal brahmanesimo, dalla magia, dall'astrologia e dal falso misticismo e filosofia asiatica. L'arte non può vivere senza religione.
Kandinsky, insieme a molti altri espressionisti di quel tempo, considerava l'arte come un mezzo per esercitare la «forza divina» e giunse ad affermare: «L'arte è una forza, e un'opera d'arte scaturisce dall'anima dell'artista in modo misterioso e segreto». Secondo la testimonianza dello storico e letterato anarchico britannico sir Herbert Read (1893-1968), Picasso dipingeva in stato di trance. Così hanno fatto anche Kandinsky e il poeta portoghese Fernando Pessoa (1888-1935).
Era una pratica comune tra gli artisti moderni. Secondo il pensiero di Lao Tse (VII secolo A. C.), filosofo e mistico dell'antica Cina, gli iniziati ai «segreti» dell'astrattismo credevano divino, «un grande quadrato senza angoli né lati», un'aspirazione suprema nel cammino verso l'infinito. Mi sembra che questa definizione di infinito sia tanto ottusa quanto la definizione di «nulla» fornita da un filosofo urbano: «"Nulla" è un coltello senza lama e senza manico».
Questa sensazione di essere posti davanti a qualcosa di irrazionale e ottuso è ciò che prova l'uomo normale quando viene messo davanti a un'opera d'arte moderna. Per comprendere le origini più profonde della pittura astratta, dobbiamo collegarla con l'occulto e con la magia. Quando le persone vedono quelle manifestazioni caotiche di forme e colori, non hanno idea della scienza occulta che ha ispirato quei dipinti. Come ardente seguace di Madame Blavatsky, Kandinsky molto probabilmente seguì anche le esperienze teosofiche di Annie Besant e di Leadbeater, come rivelato nei loro libri Thought Forms e Man, Visible and Invisible.
Confrontando le illustrazioni di queste due opere, pubblicate nel 1903 e nel 1905, con le opere d'arte astratta di Kandinsky, che iniziò a dipingere nel 1911, si riscontrano marcate somiglianze. In effetti, i paralleli sono così ovvi che un osservatore è costretto a concludere che l'arte di Kandinsky si basa più sulle teorie della Teosofia che sull'avere dipinto in uno stato di trance o avere qualche origine misteriosa segreta 12.
Questa conclusione è rafforzata quando confrontiamo con ciò che Kandinsky chiamava «il linguaggio delle forme e dei colori» con la teoria di Leadbeater sui colori astrali. Quest'ultimo pensava che ogni uomo avesse un'aura che risiedeva sul piano astrale, e che ogni colore e sfumatura astrali avessero un significato occulto diverso 13.
A questo punto iniziamo a renderci conto che l'arte astratta non è iniziata né con Kandinsky, considerato il suo protagonista, né con il movimento espressionista tedesco, né con Mondrian, né con il gruppo dell'architettura moderna Bauhaus. In realtà, sembra essere un sottoprodotto delle manifestazioni astrali rivelate dalla Teosofia.
Sopra: dipinto astratto di Piet Mondrian.
TERZA PARTE ARTE MODERNA, SOCIALISMO E MARXISMO
Le esposizioni di arte moderna possono facilmente produrre l'impressione che la maggior parte delle opere siano espressioni della stravaganza, della follia, della stupidità o della scaltrezza di «artisti» che vogliono sfruttare il pubblico ingenuo e vendere i proprî quadri a prezzi spropositati. Lineamenti distorti, linee incoerenti e forme mal assortite; quasi tutto esprime la bruttezza, il grottesco, lo squilibrato, il mostruoso o la disperazione.
L'arte moderna è una coincidenza o nasconde un'agenda?
Un critico non può fare a meno di pensare che quest'arte caotica non sia stata creata a caso. Da qui sorge la domanda: queste deformazioni sono fatte apposta per corrompere il senso estetico della società brutalizzando i sentimenti e pervertendo i gusti? Un osservatore più esigente potrebbe spingersi oltre e chiedersi se dietro questa follia generale si nasconda qualcos'altro. Proprio come l'ermetismo e la Kabbalah sono alla base di alcune forme di poesia, forse anche l'arte moderna ci sta portando verso qualcosa di nuovo da preparare per la società futura.
Arte astratta e socialismo
A questa domanda si risponde in parte guardando ad alcune correnti politiche rivoluzionarie che convergono con l'arte moderna. Commentando la prima Biennale d'Arte Moderna svoltasi a San Paolo, in Brasile, nel 1951, il critico d'arte José Lins do Rego (1901-1957) ha sottolineato il carattere politico della nuova arte:
La critica di Lins do Rego è fondata in quanto mostra che l'arte moderna viene utilizzata dagli agitatori per promuovere l'agenda comunista-socialista, ma non spiega tutto. Essa implica che se non fosse usata per scopi politici, l'autentica arte moderna sarebbe buona. È corretto? Una risposta a questa domanda appare nell'apologia della seconda Biennale d'Arte Moderna di San Paolo (nel 1953) dello scrittore brasiliano Murillo Mendes (1901-1975), difensore dell'arte astratta. Egli affermò:
Mendes afferma chiaramente che gli scopi dell'arte astratta si fondono con gli obiettivi dei politici e dei filosofi utopisti. Quali sono questi obiettivi, se non l'avvento del socialismo nel mondo? Sir Herbert Read, anarchico inglese, poeta e adepto dell'arte astratta, è andato oltre e ha identificato chiaramente gli ideali dell'arte astratta con quelli del socialismo. Egli dichiarò:
Surrealismo e marxismo
Non sono solo gli artisti astratti a sostenere la rivoluzione egualitaria; prima di loro è stata sostenuta da molti figurativisti, una tipologia di artista moderno che mantiene ancora un forte riferimento al mondo reale. La Rivoluzione ha molti fronti, e a ciascuno di essi si può dire che corrisponda una corrente di arte moderna. Prendiamo, per esempio, il caso dei surrealisti.
I surrealisti «si sono evoluti» per diventare marxisti. Alcuni di loro, come il poeta francese André Breton, hanno seguito la linea trotzkista; altri, come lo scrittore Louis Aragon (1897-1982), hanno preferito la linea stalinista. Ciò che è importante notare è che tutte queste scuole servirono la rivoluzione socialista. Questo è vero anche nel caso di fascisti, come il poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), che politicamente si allineò con Mussolini, e l'artista Giorgio de Chirico (1888-1978), che stilizzò le camicie nere fasciste su tela.
Anche i surrealisti desideravano una società senza classi. Lo scrittore francese Yves Duplessis (1890-1959) definì con queste parole il loro obiettivo:
Sopra: da «La rivoluzione surrealista» a «Il surrealismo al servizio della rivoluzione».
Arte concreta e socialismo
I guru dell'arte moderna non sono d'accordo su quale sarà l'arte del futuro. In questo panorama possiamo trovare chi si è staccato dall'astrattismo. Ad esempio, il dr. Jorge Romero Brest (1905-1989), influente critico d'arte in Uruguay, che fu direttore del Museo Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires, credeva che il futuro appartenesse non all'arte astratta, ma all'arte concreta, una forma di astrattismo che vuole esprimere la realtà in sé stessa.
Sopra: il pittore tedesco Günter Fruhtrunk (1923-1982)e a lato un suo quadro di arte concreta.
Egli affermava che le linee e i colori sono concreti di per sé; da qui il nome di questa scuola. Inoltre Brest sosteneva:
Troviamo così divergenze di opinione sulle forme d'arte che prevarranno in futuro, ma tutte le correnti concordano che, rispetto al loro carattere socio-politico e alle loro conseguenze, il futuro appartiene al socialismo.
Sopra: Un tipo dagli Urali, dipinto nel 1959 dal pittore russo Vasily Andreevich Neyasov (1926-1984).
Arte e letteratura al servizio della Rivoluzione
Lo stretto rapporto dell'arte moderna con la Rivoluzione socialista non è sorprendente. Se la letteratura e l'arte hanno sempre avuto un ruolo saliente nelle epoche passate, perché non dovrebbero continuare a farlo in questa fase finale della Rivoluzione? Durante il Rinascimento, la letteratura e l'arte umaniste devastarono la cristianità. Fu nell'ordine estetico e intellettuale che Dio fu inizialmente negato, i bisogni spirituali dell'anima abbandonati e tutto incentrato sull'uomo, principalmente sul suo corpo.
Sopra: creazione di Adamo nella Cappella Sistina, affresco di Michelangelo Buonarroti (1475-1564).
Non più Dio, ma solo l'uomo. Non più fede, ma solo ragione. Non più anima, ma solo corpo. Questa rivoluzione completa nelle tendenze dell'uomo medievale ha aperto la strada alla rivoluzione nelle idee. L'umanesimo e il Rinascimento prepararono la Rivoluzione protestante in ambito religioso con le sue enormi conseguenze socio-politiche. Così l'arte e la filosofia sono normalmente legate alle conquiste politico-sociali.
Analogamente, se analizziamo attentamente questi movimenti estetici, scopriremo che essi hanno largamente favorito l'avanzata rivoluzionaria. Lo scrittore francese Victor Hugo (1802-1885), ad esempio, diceva: «Il romanticismo è liberalismo in letteratura». Sapeva benissimo di cosa stava parlando, poiché egli stesso era una delle stelle del romanticismo. Il modo corretto di intendere l'arte è cercare le sue connessioni con i movimenti socio-politici dell'epoca e vedere come servono all'avanzata della Rivoluzione. Così facendo si comprende la grande malizia delle varie correnti.
QUARTA PARTE LA CABALA DELL'ARTE MODERNA
Più sopra, ho fatto riferimento alla «coincidenza» che le correnti dell'arte moderna siano emerse contemporaneamente alla spirale della magia e delle «scienze» occulte nel XIX secolo. La presenza apparentemente sporadica di temi cabalistici nelle opere letterarie divenne quasi sistematica con l'avvicinarsi dell'Illuminismo, come nelle opere di John Milton (1608-1674) nel XVII secolo o in quelle di Goethe nel XVIII secolo. Ad esempio, il romanticismo e il simbolismo del XIX secolo si svilupparono contemporaneamente all'influenza crescente della magia e dell'occulto.
Questi movimenti non erano solo il frutto dell'inclinazione esoterica individuale di un Victor Hugo in Francia, di un Abilio Guerra Junqueiro (1850-1923) in Portogallo o di un Manuel Antônio Álvares de Azevedo (1831-1852) in Brasile. Né erano semplicemente una conseguenza delle divagazioni occulte di un Charles Baudelaire (1821-1867), di un Eugénio de Castro (1869-1944) o di un João da Cruz e Sousa (1861-1898).
Piuttosto essi rappresentavano un intero movimento artistico e letterario che derivava dal nuovo impulso dato alle sétte gnostiche. Diverse correnti dell'arte moderna condividono con il socialismo lo stesso obiettivo politico di una società senza classi e l'ideale utopico di impiantare un regno chiliastico sulla terra 19.
Questo fine condiviso indica uno sfondo dottrinale e un culto comuni, che hanno definito «panteismo trascendente». Questo presunto credo di sincretismo religioso ispirato alla magia e all'occulto, servì ad innescare il socialismo. Come sappiamo, il socialismo - o panteismo sociale - segue sempre il panteismo religioso, che è legato al pensiero gnostico che ha contagiato quasi tutte le eresie fin dall'era apostolica. Mentre per un cattolico l'arte è legata ad un ideale di elevazione e di bellezza, per un partigiano di queste correnti moderne l'arte è qualcosa di diverso.
L'abilità artistica e il talento diventano mezzi per diffondere misteri oscuri e per imporre il dominio sociale. Fu il suo coinvolgimento nella magia e nel falso misticismo che portò Paul Gauguin (1848-1903) nelle isole della Polinesia francese, nel Pacifico meridionale, per imparare i rituali e la stregoneria degli indigeni.
Sopra: Fatata Te Miti (1892), Paul Gauguin.
Simili influenze ermetiche generarono la nascita del movimento della Confraternita preraffaellita in Inghilterra, il cui capofila fu il poeta e pittore Dante Gabriel Rossetti (1828-1882. Le sue opere erano fortemente intrise di occultismo. Cubismo, futurismo, espressionismo, dadaismo, suprematismo, surrealismo, orfismo, astrattismo, concretismo: questi sono alcuni dei diversi nomi assunti da questa cabala artistica nel XX secolo.
Uno sforzo per dominare gli altri
Possiamo comprendere meglio questa sovversione dell'arte mostrando come il poeta portoghese Fernando Pessoa ne esponga i principî fondamentali. Nel suo lavoro Notes for a Non-Aristotelian Aesthetics («Appunti per un'estetica non-aristotelica»), Pessoa ha cercato un'estetica basata sulla forza e sull'energia, e non sulla verità e sulla bellezza. Egli sostiene che, poiché l'arte è un fenomeno sociale, «è soprattutto uno sforzo per dominare gli altri». Pessoa spiega che mentre l'arte aristotelica influenza convincendo, l'arte moderna domina soggiogando. E prosegue affermando:
Già prima dei surrealisti, Fernando Pessoa componeva le sue poesie in stato di trance. Egli divenne un medium e si unì allo spiritismo. Fu iniziato alla Teosofia da Annie Besant e da Madame Blavatsky, ed era in corrispondenza con il famoso stregone britannico Aleister Crowley (1875-1947) 20. Egli affermò di aver scoperto nella «santa» Kabbalah «la fonte di tutta l'illuminazione e di tutta la filosofia esoterica». Secondo lui,
Sopra: da sinistra, Aleister Crowley gioca a scacchi con Ferdinando Pessoa a Lisbona nel 1930.
Queste nozioni di forza e di dominio sociale saldarono l'alleanza tra futurismo e fascismo, o socialismo di destra. Come alleato naturale, Mussolini diede a Marinetti, iniziatore italiano del movimento futurista, il titolo di «San Giovanni Battista del Fascismo».
Metodi dell'arte moderna
Che dire dei metodi usati dall'arte moderna? Su questo argomento offro l'opinione dello studioso francese Maurice Nadeau (1911-2013) nella sua opera The History of Surrealism. Nadeau afferma:
Sopra: Maurice Nadeau e il suo libro The History of Surrealism .
Sopra: dipinto del pittore statunitense Paul Jackson Pollock (1912-1956) ricevuto per via medianica.
Queste parole di Nadeau sul surrealismo potrebbero essere applicate anche ad altre correnti dell'arte moderna e ai movimenti gnostici della nostra storia contemporanea.
Ispirazione demoniaca
Cos'è la pittura automatica, questo abbandono agli istinti dell'inconscio, questa ricerca del mostruoso, del negativo e dell'infranaturale? Cos'è questo consegnarsi alle allucinazioni e alla follia che ha portato molti di questi «geni» al suicidio? Cos'è questo degrado che imita la barbarie del selvaggio, l'immatura immaginazione del bambino o le grottesche improvvisazioni del clown? Tutto questo sembrerebbe nient'altro che i sintomi di consegna del proprio libero arbitrio al diavolo... Entrando nelle profondità sottese a questa cabala artistica, lo studioso d'arte moderna Hans Seldmayr concorda:
Credo che questo riferimento all'arte moderna applicato alle sue diverse scuole dovrebbe essere un criterio per aiutarci a valutare tali opere ogni volta che le incontriamo.
QUINTA PARTE «UN'ARTE SACRA POSSEDUTA DAL DIAVOLO»
Un articolo del Cardinale Celso Constantini (1876-1958), Segretario della Congregazione per la Propagazione della Fede, pubblicato su L'Osservatore Romano (dell'11 ottobre 1953, pag. 5), conferma quanto abbiamo scritto più sopra sull'arte moderna. Finora nei nostri articoli non ci siamo occupati specificamente dell'arte sacra, ma piuttosto dell'arte moderna in generale, mostrando essa che veicola un messaggio demoniaco che la rende inaccettabile per il pubblico, ovunque si trovi.
Ovviamente questa incompatibilità aumenta quando si tratta di arte sacra autentica, poiché è rivolta alla gloria di Dio. Quindi, quanto più elevato è il tema della pittura o della scultura, tanto maggiore è l'abominio quando si ispira ai principî dell'arte moderna. Il Cardinale Constantini concorda affermando:
Come si vede, le condanne della Chiesa miravano alle deformazioni e al degrado dell'arte moderna. Questa scuola va combattuta non solo in nome dell'arte, ma soprattutto in nome della fede. È quanto afferma il Cardinale Constantini, citando una lettera ricevuta dal Cardinale Georges Grente (1872-1959), Vescovo di Le Mans:
Non molto tempo fa, durante un dibattito pubblico sull'arte moderna, un giornalista cattolico ha attribuito il titolo di profeta a Picasso. Se è un profeta, è un profeta dell'antichiesa dell'arte moderna ispirata al diavolo, che i suoi discepoli cercano di introdurre nei luoghi santi. Il Cardinale Costantini ha aggiunto:
Egli affermava inoltre:
È il caso del Cristo proletario di José Clemente Orozco (1883-1949), pittore socialista messicano. Qui il Cristo ribelle impugna la scure sulla Croce che ha abbattuto e alza il pugno per dichiarare il suo nuovo ruolo di proletario risvegliato.
Sopra: il Cristo proletario di Orozco.
Il fauvista francese George Rouault (1871-1958) fa lo stesso tipo di attacco contro Cristo e la Santa Vergine nella sua serie Miserere.
Sopra: George Rouault e un Cristo da lui dipinto.
È anche il caso di quel ridicolo San Francesco nella Chiesa di Pampulha realizzato dal pittore comunista brasiliano Candido Portinari. Non si tratta solo di mancanza di conformità con la liturgia. Tale arte dovrebbe essere vista come un'azione del diavolo, e dovremmo insorgere contro di essa con più vigore che contro le bestemmie dette, poiché le bestemmie dell'arte hanno una vita molto più lunga. Lo si deduce da queste parole dello stesso Cardinale:
Sopra: Candido Portinari e il suo San Francesco.
Confermando la nostra posizione nei precedenti articoli in cui abbiamo esposto il satanismo dietro l'arte moderna, il Cardinale Celso Constantini afferma i suoi sospetti sull'arte astratta e, senza mezzi termini, mette in guardia i fedeli contro di essa. Avevamo avvertito i nostri lettori delle sue radici gnostiche nutrite dalle sètte occulte e teosofiche. Egli ci avverte anche dicendo:
Sopra: un altro raccapricciante volto di Cristo dipinto da George Rouault.
Ebbene, cos'è il docetismo se non uno dei tanti travestimenti dello gnosticismo e del manicheismo che si manifesta nell'odio della materia e dell'umanità? Quella vecchia tendenza rinasce oggi nella magia, nei falsi mistici orientali e in un sincretismo religioso con una piega panteistica.
Questa tendenza è presente nell'arte moderna, sia nel suo lato «costruttivo», la fuga dalla realtà che l'astrattismo compie, sia nel suo lato «distruttivo», le deformazioni e la presentazione ripugnante della natura umana operata dal surrealismo. Di conseguenza, l'arte sacra moderna falsifica la rappresentazione del Nostro Divin Salvatore sia presentandolo come un Cristo glorioso astratto o pneumatico, sia come una caricatura della Sua umanità.
In entrambi i casi, vediamo la Gnosi infiltrarsi nell'arte moderna. Così troviamo che l'arte sacra abbandona la sua posizione di «serva della liturgia», come la definì così bene Pio XII, per essere uno strumento della Rivoluzione usato per sovvertire il piano di salvezza stabilito da Nostro Signore e per instaurare il regno delle tenebre.
SESTA PARTE PICASSO DIPINGEVA IN STATO DI TRANCE
Tra i cosiddetti «maestri» dell'arte moderna, Picasso gode di un posto di primaria importanza. Oltre ad essere l'ideatore del cubismo, il suo spirito tumultuoso lo ha portato a partecipare agli stili più diversi e alle scuole d'arte più squilibrate. In ciascuna di queste fasi, i suoi ammiratori e critici hanno trovato il modo di lodarlo e celebrarlo.
Sopra: La donna, dipinto cubista di Picasso.
È il caso, ad esempio, del noto critico d'arte inglese già citato sir Herbert Read. Egli affermava che «Picasso mostrò fin dalla sua giovinezza la prodigiosa infallibilità di un genio». Questo stesso critico ha dichiarato che in una certa fase della sua carriera artistica, Picasso trasferiva le immagini dal suo subconscio sulla tela dipingendo in stato di trance. Read ha spiegato che questa non era satira, dal momento che la satira è un'arma intellettuale, e che Picasso non era un artista intellettuale, come lui stesso dichiarò. Al contrario, egli era un artista che
Sopra: Picasso indossa un cappello peruviano.
Cosa cercava Picasso in quel tenebroso tuffo nel «subconscio collettivo»? Risponde Read:
Tutto questo sembra abbastanza confuso, quindi mettiamolo in parole più chiare. Picasso è considerato un genio, e come tale infallibile. Egli aveva l'abitudine di dipingere in stato di trance. In questa condizione è entrato nello strato profondo del subconscio collettivo. Lì ha trovato i sintomi speciali dei disordini psichici della società.
Quelle immagini orribili che ha dipinto in uno stato di trance sono spettri del subconscio collettivo. Picasso rifletteva sulla tela i disordini psichici della società in modo tale che quello che per noi sembra essere un grottesco groviglio di linee, può presumibilmente diventare più chiaro se entrassimo anche noi in uno stato di trance. Poi vedremmo che quelle righe esprimono effettivamente «i dolori e i conflitti di un caos indescrivibile che trova il suo sfogo nell'orrore fisico della guerra e della persecuzione».
Cosa ne pensava lo stesso Picasso di tutto questo? La risposta ce l'ha data lo scrittore e poeta Giovanni Papini (1881-1956), lo stesso autore di Gog, in una immaginaria intervista al creatore del cubismo ne Il libro nero (1951). Trascriveremo solo la sua parte finale. Papini attribuisce ironicamente la seguente «confessione» a Picasso, che qui presumibilmente dipinge a parole il proprio ritratto:
Sopra: Giovanni Papini e il suo Il libro nero.
Questo autoritratto immaginario ci sembra abbastanza fedele. Ma se fosse davvero una confessione di Picasso, avrebbe bisogno di essere più esplicita per essere davvero sincera. I suoi quadri non sono solo acrobazie e stravaganze per soddisfare il gusto depravato dell'epoca. Esse hanno molto di diabolico in loro. Anche se non avesse dipinto in stato di trance e in comunicazione con il diavolo, ci ha trasmesso un'agitazione e una bruttezza demoniache. Ciò non escluderebbe che fosse anche un ciarlatano, poiché il diavolo è il padre della menzogna.
Sopra: il quadro di Pablo Picasso dedicato a Guernica (1937) esprime uno stato mentale caotico e rivoluzionario.
SETTIMA PARTE L'ARTE D'AVANGUARDIA CONTRO LA CHIESA
Tenendo conto di quanto abbiamo già analizzato sull'arte moderna, sia nelle sue correnti figurative che astratte, possiamo affermare che l'arte moderna è stata creata per servire come strumento alla Rivoluzione per combattere la dottrina cattolica in campo estetico. Oltre alle prove che abbiamo già presentato sulle opere artistiche prodotte da queste correnti, abbiamo molte testimonianze dei partigiani dell'arte moderna.
Essi hanno iniziato attaccando duramente la «tirannia artistica» dei medioevali, che chiamavano «l'antica prassi dogmatica» distrutta dal Rinascimento. Quindi, hanno rivelano un chiaro carattere anticattolico nelle molteplici fasi di questa rivoluzione estetica.
«Vogliamo gratificare i nostri istinti»
Ad esempio, lo psichiatra e intellettuale brasiliano Osório César (1895-1979), autore del XX secolo e partigiano dell'arte moderna in Brasile, ha fatto questa valutazione incentrata sulla religione di un ramo del movimento:
Il succitato poeta portoghese Fernando Pessoa, definendo la sua posizione religiosa, rivelò il fondamento dell'arte moderna:
Sopra: l'Albero della Vita della Kabbalah.
Per ragioni simili, dietro le principali correnti dell'arte moderna più decadente troviamo guru occulti come Max Jacob (1876-1944), Guillaume Apollinaire (1880-1918), Madame Blavatsky, Annie Besant, Charles Webster Leadbeater, ecc...
Progressismo sostenuto dai leader dell'arte moderna
Simili interessi gnostici portarono Oswald de Andrade (1890-1954), uno dei fondatori dell'arte moderna brasiliana, a confessare le sue simpatie per le correnti liturgiche di sinistra che si erano infiltrate nella Chiesa. Egli affermò che il cattolicesimo si stava adeguando, «tornando, per così dire, alla sua posizione filo-socialista». Tuttavia, ciò che lo interessava di più, nel movimento di rinnovamento del cattolicesimo, fu la persona del sacerdote cattolico e studioso progressista tedesco, Romano Guardini (1885-1968). De Andrade affermò a riguardo di quest'ultimo:
L'occulto ispira rami dell'arte moderna
Dietro questo genere di arte si cela un gruppo che tiene nelle sue mani i fili di tutti i burattini, sia quelli che sono iniziati ai suoi oscuri segreti, sia gli ingenui che sono trascinati da questo folle gioco di raggiri. Tralasciamo qui l'espressionismo e le altre correnti artistiche dell'Ottocento per guardare ai principali rami della cosiddetta avanguardia dell'arte moderna sorta all'inizio del Novecento. Insieme al ritorno al primitivismo, l'arte magica degli stregoni africani e dell'Oceania, è emerso il cubismo.
Da esso derivarono due correnti: da una parte futurismo, rayonismo e astrattismo, dall'altra, dadaismo e surrealismo. C'erano anche varianti meno importanti del cubismo come il tubularismo del pittore francese Fernand Léger (1881-1955) con le sue figure di carne d'acciaio che sottolineavano il suo fascino per la macchina, e il purismo di Le Corbusier (1887-1965), pseudonimo Charles-Édouard Jeanneret-Gris, con la sua enfasi sulla forma basilare ed essenziale degli oggetti.
Come abbiamo visto negli articoli precedenti, l'arte moderna non cerca di ritrarre la bellezza, ma mira piuttosto ad esprimere e a trasmettere l'ideale socialista della vita. Così affermava Picasso: «Non so perché si parli di bellezza: nessuno chiede ad un farmacista di comporre un bel prodotto». Tutte queste correnti adottano come paradigmi l'arte di pazzi, selvaggi e medium, e le improvvisazioni di clown e bambini. Questo spiega come un premio alla Prima Biennale di San Paolo (1951) sia stato assegnato ad Heitor dos Prazeres (1898-1966), un completo analfabeta nelle arti plastiche.
In molti degli artisti d'avanguardia troviamo l'influenza della magia e dell'occulto. Abbiamo mostrato che Kandinsky produceva le sue opere d'arte in stato di trance. Sir Herbert Read afferma che Picasso fece lo stesso con molti dei suoi dipinti 27. Il pittore tedesco Ernst Paul Klee (1879-1940) si ispirò alle opere artistiche del cosiddetto uomo primitivo (che confuse con i selvaggi della Polinesia e delle Americhe), nonché alle allucinazioni dei pazzi. Egli dipingeva in stato di ipnosi.
De Chirico dipingeva i suoi paesaggi fantasmagorici ad occhi chiusi, anche in stato di trance. Abbiamo già descritto i legami teosofici di uno dei capi dell'astrattismo, il pittore olandese Piet Mondrian. Questi fatti da soli dovrebbero sollevare sospetti nei cattolici su queste prime correnti dell'arte moderna poiché mostrano chiaramente l'opposizione radicale dei principî fondamentali di questa arte con la dottrina cattolica. Tuttavia, presenteremo altri esempi per i nostri lettori.
Perché gli evoluzionisti vogliono tornare all'uomo delle caverne?
L'automatismo surrealista è una tecnica generalizzata senza autocensura cosciente che lotta per tornare agli istinti dell'uomo primitivo. A prima vista, sembra contraddire la teoria dell'evoluzione. I partigiani di questa corrente si presentano infatti come artisti d'avanguardia, fautori di una continua evoluzione dell'umanità, desiderosi di tagliare ogni legame con il passato. Arrivano addirittura a proporre di bruciare tutti i musei.
Questi stessi artisti supermoderni adottano come fondamento della loro arte un ritorno allo stato mentale del selvaggio, del primitivo uomo delle caverne. Come si spiega questa contraddizione? Osório César ci dice che l'obiettivo è «liberare» l'umanità dal cristianesimo e, seguendo la versione gnostica, incoraggiare il mondo a tornare all'antica Gnosi (dal greco «Conoscenza»), o scienza perduta, che si è ritirata quando la materia e lo spirito sono stati congiunti nell'uomo.
Questo panteismo gnostico disprezza intensamente ciò che chiama «moralismo» e «ascesi», ossia le parti della dottrina cattolica volte a domare la nostra natura corrotta e a sottometterla allo spirito. Ogni nozione di colpevolezza è estranea al sistema gnostico. Per esso, la nozione di male non può raggiungere il livello personale. Il male presumibilmente è il risultato di un cataclisma cosmico che ha fatto sì che lo spirito fosse catturato e reso schiavo della materia.
Così, più l'uomo scende nel mondo dei suoi sensi brutali, più si avvicina a quel disastro iniziale e più si libera dalla corruzione della materia. Se trascende la materia in questo processo a ritroso ed entra in quello stadio iniziale puro dell'idea, sarà completamente liberato. Pertanto, l'astrattismo mira a rendere artistica quell'idea iniziale e pura nella coscienza subliminale dell'uomo. Questo aiuta a spiegare perché i moderni gnostici pongono tanta enfasi sul ritorno all'uomo primitivo.
Dottrina e storia cattolica si oppongono alla Gnosi
Tuttavia, secondo l'insegnamento cattolico corroborato dalla vera scienza, non esiste un uomo primitivo o uno stadio iniziale di ferocia e barbarie. Dio ha creato l'uomo a Sua immagine e somiglianza in uno stadio di integrità con la più brillante intelligenza possibile. Il primo uomo visse in uno stato di giustizia originale che garantiva alla sua anima il completo controllo del proprio corpo. Pertanto, l'uomo è partito non guidato dai suoi istinti e privato di una coscienza morale, ma guidato dai doni della conoscenza e della saggezza.
Non è solo una questione di fede. Anche le testimonianze e le scoperte archeologiche di antiche civiltà confermano che non è mai esistito un uomo delle caverne. Al contrario, le istituzioni e i monumenti degli uomini antichi sono espressioni di un alto livello di intelligenza e di cultura. I selvaggi contemporanei, lungi dal rappresentare l'uomo primordiale iniziale, rappresentano solo le rovine psicologiche di ciò che l'uomo era un tempo.
Ad esempio, negli indiani Bororos del Mato Grosso (Brasile) vediamo che la struttura logica della loro lingua è rimasta come espressione della cultura elevata che avevano un tempo e che in seguito è stata abbandonata. Oggi esistono solo come resti fatiscenti di una cultura molto più elevata. Ci sono pervenuti solo alcuni esempi delle culture pre-diluviane.
Ma quelle vestigia non supportano la tesi del feticismo e del primitivismo difesa dai mentori dell'arte moderna. Lungi dall'essere guidato dai loro istinti, l'uomo antico mostra un grande sviluppo intellettuale. Ecco perché Ippocrate (460-377 a.C.) disse: «In origine, le arti erano grazie date agli uomini dagli dèi».
L'arte moderna, un altro aspetto della Rivoluzione
In sintesi, l'arte moderna non accetta l'insegnamento della Chiesa cattolica, ma aspira a un ritorno al paganesimo, disprezza il dogma del peccato originale, e quindi non può ammettere che l'uomo possa essere salvato dalla pratica dei Comandamenti della Legge di Dio . Essa non accetta gli uomini come discendenti di Adamo ed eredi della sua colpa, ma vuole che gli uomini disobbediscano al loro Creatore, e pretende di raggiungere una conoscenza paradisiaca con mezzi magici e occulti.
Nemici del disegno divino, membri del corpo mistico del diavolo - che è l'opposto del Corpo Mistico di Cristo, i mentori di questa sovversione satanica hanno invertito i codici della purezza e della decadenza.
Lo psicanalista Inaldo de Lyra Neves Manta (1903-2000) affermava:
Secondo l'insegnamento di Pio XII, la perdita della nozione di peccato è uno dei peggiori flagelli del mondo odierno. L'arte moderna, come sistema, mira proprio a questo: alla distruzione della nozione stessa di peccato. Non dobbiamo perdere di vista l'insieme della Rivoluzione nei suoi vari fronti d'attacco alla civiltà cristiana e alla Chiesa cattolica. Nel campo delle arti visive, ci troviamo di fronte ad una sfaccettatura di quel grande ensemble che sta preparando nei suoi laboratori segreti con la sua moltitudine di teologi, filosofi, scienziati, artisti, politici, sociologi, streghe e stregoni l'avvento del regno del diavolo.
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