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La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024

OP

di Yves Tillard 1

 

postato: 26 luglio 2024

 

come manipolare l'opinione pubblica

 

 

«I filosofi hanno solo interpretato il mondo in diversi modi, ma si tratta di trasformarlo».

 

- Karl Marx (11ª Tesi su Feuerbarch)

 

 

Le società di pensiero

 

Affrontare la questione delle società di pensiero significa puntare i riflettori su tutti i settori della vita sociale, intellettuale, culturale, politica e religiosa. Si entra in un mondo complesso: club, think tank, laboratori di idee, sindacati, sètte, partiti politici, lobby, gruppi di ricerca, seminari, simposi, ecc... Tuttavia, queste strutture e organizzazioni non sono tutte «società di pensiero» che si caratterizzano, non per l'etichetta che gli è stata appiccicata, ma per l'obiettivo che perseguono e dai metodi utilizzati:

 

Sviluppare le idee, farne armi per conquistare le menti e, di conseguenza, le istituzioni;
Mettere in atto modalità operative interne ben specifiche che distinguono la società di pensiero da un semplice think tank.

 

Non possiamo studiare le società di pensiero senza almeno menzionare succintamente alcune parole di Augustin Cochin (1876-1916), uno storico deceduto eroicamente durante la battaglia di Verdun nel 1916. Egli annota nell'introduzione al suo libro La Révolution et la libre-pensée («La Rivoluzione e il libero pensiero»):

 

«Poco prima della Rivoluzione si presenta un fenomeno ancora poco conosciuto di cui non vediamo chiaramente le cause, né il termine, né gli effetti finali: "le società". Questa parola è usata assolutamente priva di alcuna determinazione [...]. Da queste società del XVIII secolo, libere ed egualitarie, sono emerse nuove concezione delle leggi, del potere e dei diritti».

 

augustin cochin - la révolution et la libre-pensée

Sopra: Augustin Cochin e il suo

libro La Révolution et la libre-pensée.

 

Le sue ricerche sulla campagna che precedette le elezioni del 1789 in Borgogna in vista degli Stati Generali lo portò alla scoperta della palese ispirazione massonica dei «quaderni di lamentele». Si tratta di un fatto provato e confermato da Gaston Martin (1886-1960), un massone che fu professore universitario a Bordeaux e lo storico ufficiale del Grand'Oriente di Francia:

 

«L'identità della redazione ha colpito gli animi meno critici; si è dunque cercato di capire se quei quaderni non avessero avuto dei modelli che sarebbero circolati precedentemente».

 

gaston martin
 

A partire da Cochin, l'espressione «società di pensiero» descrive i gruppi di persone impegnate in attività ideologiche per realizzare, promuovere, difendere e diffondere certe idee.

 

Trasformare la società

 

Agire sulle menti

Le società di pensiero si modellano in molteplici forme di gruppi di persone che mirano a trasformare le menti in vista di un cambiamento nella società. Tecnico della «liberazione dell'individuo» per promuovere la creatività, Michel Fustier (1923-2018) conclude così il suo libro Pratiques de la créativité («Pratiche della creatività»), pubblicato nel 1973 2:

 

«Dove ci porta tutto ciò? Perché non ammetterlo: questo libro è interamente sostenuto dal profondo desiderio di accelerare la comparsa della nuova civiltà che sta già emergendo sotto quella vecchia. Moralmente, emotivamente ed intellettualmente abbiamo appena superato l'età della pietra [...]. La vecchia pelle del mondo si sta restringendo e screpolando»!

 

michel fustier - pratiques de la créativité

Sopra: Michel Fustier e il suo

libro Pratiques de la créativité.

 

George Brock Chisholm (1896-1971), il primo direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha dichiarato:

 

«Per instaurare un Governo Mondiale è necessario rimuovere dagli spiriti il loro individualismo, la loro fedeltà alle tradizioni familiari, il loro patriottismo e i loro dogmi religiosi» 3.

 

george brock chisholm

 

Si tratta di trasformare lo spirito dei tempi, di trasformare lo spirito delle leggi, e quindi di trasformare gli uomini per trasformare le relazioni sociali e offrire un altro modello di vita quotidiana. Julian Beck (1925-1985), uno degli ispiratori della rivoluzione dei costumi negli anni '60 ha scritto:

 

«Ora sappiamo che non possiamo sbarazzarci delle malattie del capitalismo senza liberarci del denaro. Non possiamo sbarazzarci del denaro senza trasformare la psicologia e le relazioni umane. Non possiamo trasformare la psicologia né le relazioni sociali senza trasformare o liberare la sessualità. Non possiamo realizzare una rivoluzione ad un solo livello. Senza tutto questo si tratta di un piano destinato al fallimento.

 

L'uomo vive su più livelli e la rivoluzione deve avvenire simultaneamente su tutti questi livelli. Non possiamo continuare con lo stesso sistema educativo se vogliamo distruggere il principio di autorità. Non possiamo continuare con il sistema familiare fondato sul principio di autorità se vogliamo abolire lo Stato (perché quest'ultimo ne è solo un riflesso). Dobbiamo trasformare la struttura della società, inventarne un'altra» 4.

 

julian beck

 

La trasformazione richiederà del tempo

Si tratta di un lungo lavoro ideologico nella società civile che renda possibile preparare il terreno, di coltivarlo mediante una lenta sovversione degli spiriti.
 

«Trasformare la coscienza degli uomini e delle donne in modo che essi rinuncino a poco a poco a tutti i pregiudizi, a tutte le abitudini, a tutte le convinzioni [...]. Dovremo aiutare gli uomini e le donne a mettere gradualmente in discussione tutte i modi di pensare abituali e tutti i comportamenti che hanno guidato la loro vita fino ad ora. Tutta la cultura precedente, tutte le forme di civiltà dovranno essere esaminate attentamente per confutare tutto ciò che ostacola l'organizzazione della nuova società» 5.

 

Sir Julian Sorell Huxley (1887-1975), che fu il primo direttore generale dell'UNESCO, l'organizzazione mondiale della cultura e dell'istruzione, affermò nel 1946 durante un discorso inaugurale:

 

«La nostra azione deve mirare ad unificare il mondo riguardo all'intelligenza e allo spirito [...]. Quanto alla Chiesa cattolica, essa dovrà essere gradualmente epurata delle sue dottrine intransigenti e particolari e non manterrà che le espressioni fondamentali della religione che può condividere con la vasta fratellanza religiosa e culturale che deve includere tutte le religioni e tutte le civiltà [...]. Il potere culturale della sinarchia divina include un'organizzazione religiosa sovraconfessionale, un'iniziativa che fa parte di tutte quelle creazioni destinate a scongiurare i mali sociali» 6.

 

julian huxley

 

Un esempio significativo del fattore tempo necessario alla trasformazione delle menti, della morale e delle istituzioni, si ottiene leggendo il libro De la vie avant toute chose («La vita innanzitutto»), del dr. Pierre Félix Simon (1925-2008), attore protagonista in questa vasta operazione di trasformazione. Ignorare questa figura equivale a non comprendere altrettanto bene la vera rivoluzione avvenuta nella società francese e internazionale da più di mezzo secolo.

 

pierre simon - de la vie avant tout chose

Sopra: il dr. Pierre Simon, Gran Maestro della Gran Loggia di Francia dal 1969 al 1971 e dal 1973 al 1975, fautore della legge sull'aborto e sulla contraccezione in Francia, nonché membro del Planning Familial.


Potere culturale

Durante la permanenza nelle carceri fasciste, dal 1926 al 1937, Antonio Gramsci (1891-1937), politico comunista, teorico dell'egemonia culturale e del potere, si impegnò in un'analisi delle ragioni del fallimento delle varie rivoluzioni comuniste, soprattutto nei Paesi occidentali cattolici:

 

«Non è possibile la presa del potere politico senza che prima non sia stata raggiunta la presa del potere ideologico e culturale. La Rivoluzione del 1789 ne è un esempio: essa è stata possibile solo nella misura in cui è stata preparata da una "rivoluzione degli spiriti"».

 

antonio gramsci

 

Si tratta di ottenere una maggioranza ideologica, conquistata con diversi riferimenti. Gramsci, le cui parole miravano alla conquista del potere politico - che non è l'obiettivo di tutte le società di pensiero - sottolinea che il voto popolare confermerà - trasponendolo sul piano istituzionale e sul sistema di governo - un'evoluzione già acquisita dalla mentalità generale. Le sue analisi evidenziano il ruolo primordiale delle idee, e quindi dell'intellettuale, che per primo definisce con la sua funzione sociale, in quanto organizza

 

«il consenso spontaneo delle grandi masse della popolazione alla direzione imposta alla vita sociale dal gruppo fondamentale dominante».

 

Il potere culturale inghiotte il potere politico. Sotto un'altra angolatura dell'attacco alla società, il sito web della Transatlantic Policy Network, una delle miriadi di organizzazioni che gravitano nell'orbita dell'ideologia globalista, ha precisato di aver

 

«gradualmente formato un folto gruppo di politici americani ed europei, leader, think tank e accademici, attraverso un costante dialogo informale e un regolare mantenimento di vicinanza nelle relazioni personali. (Costruire oggi la partnership di domani)».

 

transatlantic policy network
 

È a questo compito che si dedica la società del pensiero.

 

Funzionamento delle società di pensiero

 

Si tratta di sviluppare, produrre e fabbricare idee al fine di instaurare discussioni «libere» tra persone «libere», un'opinione comune o «sociale», come la descrive Cochin. Essa risulterà da un consenso o da un voto. Ma in nessun caso la società di pensiero si fa carico di incarnarla o di passare alla realizzazione.

 

Scambi «liberi» tra individui «liberati»

Partecipare ad una società di pensiero presuppone liberarsi intellettualmente di qualsiasi collegamento. Si tratta di liberare il pensiero per isolarlo dal mondo reale e dalla vita che sono un vincolo, un'«autorità», ossia altrettanti freni alla creatività, alla ragione e all'immaginazione sovrana. Non dovrebbero esistere verità che si impongono, nessuna certezza acquisita... Bisogna respingere tutto ciò che può radicare la persona sia nell'ordine materiale che temporale, oltre che in quello dello spirito e del soprannaturale.

 

Ognuno ha o si forma la propria opinione. Questo è il poter dire tutto, pensare tutto... ma sotto controllo! Poiché per garantire la libertà d'azione della società di pensiero, ogni critica alle opinioni espresse alle discussioni o ai metodi utilizzati dev'essere vietata e comporta l'esclusione del partecipante. L'espressione è «a ruota libera», senza finalità di cui discutere. Liberarsi... per meglio rispettare questa regola obbligatoria e restrittiva che consiste nel «disallinearsi», nel separarsi dai proprî punti di vista sulla vita sociale, naturale e soprannaturale, di astenersi da ogni giudizio. Si tratta quindi di una pratica detentiva.

 

coercizione detentiva

 

Coloro che hanno sperimentato l'ondata della «dinamica di gruppo» che ha raggiunto tutte le organizzazioni e tutti i ceti sociali, negli anni successivi al '68, e hanno avuto più o meno recise le loro radici, hanno sperimentato le vertigini che dà il vuoto. Si perdono tutti i punti di riferimento. Chi ricorda le condizioni della realtà, chi vi si aggrappa, viene eliminato dalla pressione del gruppo (ridicolizzato mediante osservazioni umilianti e messo in minoranza: ritardato, antiquato, conservatore, reazionario, sciovinista, sfruttatore, xenofobo, omofobo, fondamentalista, ecc...), ossia abbandonato a se stesso.

 

isolamento dal gruppo

 

È un'operazione di liberazione mentale, non atta a sconvolgere nell'immediato la vita attraverso cambiamenti pratici, ma per relativizzare in prospettiva comportamenti e modelli, per distaccarsi progressivamente dalle regole acquisite precedentemente in termini di comportamento e di giudizio... Possiamo fare un paragone con ciò che si riscontra negli esercizi proposti nel libro Pratiques de la créativité di Michel Fustier. Nell'introduzione l'Autore invita alla cautela, perché questi temi portano a «rimettere in discussione valori profondi e molto cari».

 

I primi esercizi consistono nell'impegnarsi in una discussione contraddittoria. Ecco alcuni temi citati dall'Autore: l'opportunità di guidare in città, la normativa dell'ingresso di lavoratori stranieri, l'interesse di un'educazione liberale, la preferenza per un regime democratico o per uno totalitario, la persistenza del nazionalismo contro l'internazionalismo, la necessità di un ritorno alla natura, il diritto di eredità, la libertà sessuale, il posto delle donne nel lavoro, ecc... Dopo questi primi esercizi, l'Autore ritiene opportuno specificare:

 

«Fino ad ora, abbiamo chiesto allo studente di creatività di impegnarsi in un numero di esercizi che hanno ammorbidito la sua mente, ma che non lo hanno sempre portato ad impegnarsi profondamente sul piano morale ed intellettuale. L'eredità etica e logica dei suoi antenati è rimasta intatta. Ora chiediamogli di fare un passo ulteriore e di rinunciare a considerare tutta l'etica e la logica come assoluti. Per essere completamente libero, egli deve distaccarsi anche da ciò che sembra essergli più prezioso, più valido e fondamentale».

 

taglia radici

 

Così, ad esempio, c'è un esercizio che si chiama «frantumare la famiglia» attraverso molte idee «fabbricate»:

 

«Niente più famiglia stabile; da un lato, le famiglie la cui vocazione è di crescere i figli, dall'altro individui indipendenti dotati di centrali educative; cambio obbligatorio tra i coniugi per un periodo di tre o cinque anni; i pensionati allevano figli (un'occupazione non da poco); nuove famiglie a disposizione di nuovi quadri dirigenti, contestualmente automobile e appartamento in affitto; famiglie senza figli; famiglie collettive; matrimoni tra persone dello stesso sesso; una famiglia resa iperstabile e felice dalla conoscenza e dalla spiegazione di tutte le leggi della psicologia; il rifiuto di mettere al mondo dei figli per non esporre anche loro ad un mondo pericoloso; totale uguaglianza tra uomini e donne; niente più casalinga; scomparsa della nozione di casa; la famiglia non più basata sulle relazioni sessuali».

 

no alla famiglia

 

Dopo mezzo secolo è opportuno ricordare l'obiettivo dichiarato da Michel Fustier: «Questo libro è interamente sostenuto dal profondo desiderio di accelerare la comparsa della nuova civiltà».

 

Pretesa di egualitarismo e assenza di gerarchia

In una società di pensiero, titoli, funzioni, esperienze, convinzioni, ecc..., non hanno diritto di cittadinanza. I partecipanti costituiscono un'assemblea di eguali (ma, come vedremo in seguito, alcuni sono più «uguali» degli altri). Questa liberazione da tutto ciò che identifica, personifica e radica ha l'effetto di trasformare la persona, essendo unica, in quanto individuo, simile agli altri, uguale agli altri. Uno tra gli altri.

 

Individui liberi e uguali, tutti uguali, «spersonalizzati», con opinioni altrettanto valide, a discapito di specificità, di diversità, di competenze e talenti che normalmente caratterizzano ciascuno e la rendono una persona. La nozione stessa di gerarchia, nel senso di «ordinamento» dei valori e delle priorità è bandita. Nessuna opinione è più valida di un'altra. Tutto è valido; un voce, un sol uomo.

 

 

Grazie a tutto ciò emerge chiaramente il legame esistente tra questi primi due fondamenti: la libertà e l'uguaglianza. Libertà di pensare e ripensare tutto al di fuori di ogni apparente autorità vincolante, che sia l'autorità della conoscenza, dell'esperienza, di una persona o di un'organizzazione. Adrien Loubier, nel suo libro Groupes réducteurs et noyaux dirigeants («Gruppi riduttivi e nuclei dirigenti»), definisce la società di pensiero come «un'assemblea di eguali deliberanti».

 

adrien loubier - groupes réducteurs et noyaux dirigeants

 

Libertà e uguaglianza sono fattori determinanti per la massima alienazione da ogni autorità e pregiudizio.

 

L'arte di creare coesione

Per elaborare un'«opinione sociale» - l'obiettivo della società di pensiero - i partecipanti devono fare blocco. Ciò richiede che i partecipanti siano sufficientemente liberi da vincoli personali o da una qualsiasi gerarchia di valori o di persone. Libertà, uguaglianza! Le discussioni avviate generano pareri e opinioni personali, necessariamente diverse tra loro. Shock, contraddizioni...

 

Le realtà su cui generalmente c'è assenso si offuscano, diventano vaghe, creano dubbi. Emergono confronti tra le opinioni... A poco a poco, le convinzioni e le certezze personali svaniscono. La coesione del gruppo porta l'individuo o all'accettazione di ciò che viene proposto, o all'autoesclusione mediante l'emarginazione. Il che porta alla fratellanza! Per raggiungere un'opinione o una mozione comune, tutti devono all'interno del gruppo metterci qualcosa di proprio, e al di là delle proprie conoscenze e della propria competenza... faccia concessioni e accetti di ridimensionare la propria opinione.

 

Il gruppo ha un effetto veramente riduttivo. Il risultato delle opinioni uguali tra loro diventa «l'opinione media», o sociale. Le realtà non contano: serve un'opinione comune. Per consenso o mediante il voto, la società del pensiero pretende di esprimere la «volontà generale» che determina ciò che è vero, ciò che è bello, ciò che è buono e ciò che è giusto. Augustin Cochin annota:

 

«È l'opinione che fa l'essere. Solo ciò che la società (di pensiero) vede è reale, è vero solo ciò essa che comprende, ciò che essa approva, poiché tutto si ferma al voto. Così l'ordine naturale viene invertito: l'opinione del gruppo diventa la condizione necessaria e, non più come nella vita reale, una conseguenza trascurabile. L'apparire prende il posto dell'essere, il dire prende il posto del fare».

 

Chi ha vissuto le assemblee generali degli «studenti» del '68 e gli scioperi nelle fabbriche, conosce l'importanza del voto... per alzata di mano! Niente di peggio per annientare ogni accenno di reazione e neutralizzare o addirittura eliminare qualsiasi personalità forte.

 

scioperi nel 1968 

 

Può essere adottata solo la posizione della maggioranza. Chi rifiuta di sottomettersi a quest'ultima esclude se stesso, tanta è la pressione psicologica esercitata dal gruppo e la «verità» collettiva che da esso emana. Giunti al potere, scrive Cochin, i sostenitori della nuova linea di pensiero tratteranno i recalcitranti come sospetti o come nemici del popolo... e non esiteranno, se necessario, a ricorrere all'eliminazione fisica.

 

Il governo «democratico»

 

Tuttavia, qualsiasi gruppo di persone che discute argomenti relativi alla vita sociale non costituisce necessariamente una società di pensiero. Lasciato a se stesso, il gruppo non durerà più del gioco di un bambino senza una guida! Appare una nuova condizione di esistenza e di efficacia della società di pensiero. Pertanto, un gruppo non può fare altro che annotare gli interventi reciproci, o elaborare una mozione, una sintesi... soprattutto quando il compito, complesso, è frutto di scambi confusi in un disordine intellettuale.

 

La missione è quindi curata o affidata ad un partecipante di buona volontà che verrà aiutato in questo delicato lavoro da uno o più partecipanti che - volontariamente o scelti - suggeriranno, rettificheranno, chiariranno, guideranno... consapevolmente o meno per un dato scopo. In effetti, occorre un circolo interno più o meno articolato, o «nucleo dominante» che prenda in mano la gestione del gruppo, esercitando il potere - ma senza responsabilità - in nome e all'insaputa della maggioranza dei partecipanti.

 

nucleo dominante

 

La società di pensiero ha dunque un suo «governo», il potere occulto, pur garantendo un'apparenza democratica nelle decisioni prese o nelle mozioni. Parlare di opinione comune risultante da una decisione collettiva, ottenuta mediante il consenso o il voto, è un'esca. Infatti, la maggioranza è governata da un circolo dominante occulto, e quindi non è responsabile. Augustin Cochin osserva:

 

«È il regime interno di tutte le società di pensiero, società di eguali, da quello del Santissimo Sacramento del 1650, al Grand'Oriente del 1780, o dalla società giacobina al "caucus" 7 di M. Chamberlain. C'è ovunque lo stesso effetto: la formazione di ciò che i nostri massoni definiscono un "ordine interno", i politici inglesi "circoli interni", ossia una piccola società che agisce all'interno di quella grande dirigendo i voti a sua insaputa mediante i mille espedienti di cui dispone la cosca contro la folla: ordini del giorno preparati, mozioni concertate, schiaffi concepiti in anticipo, epurazioni insensibili, voti inattesi».

 

grande oriente di francia

 

La Massoneria è il modello di società di pensiero costruita consapevolmente. È una combinazione di società segrete: i massoni che partecipano alle riunioni delle Logge di rango N possono infatti essere stati iniziati di rango N+1, senza essere conosciuti come tali dai Fratelli di rango N. Il che rende possibile orientare il lavoro della Loggia nella direzione desiderata, sia all'interno dell'organizzazione stessa che fuori. Così, trattando del Rotary e del Lions Club, il nº 30 (monografico) della rivista Historia, intitolato Les francs-masçons («I massoni»), osservava:

 

«Questi club sono infatti essenzialmente massonici. Essi sono un veicolo degli ideali di fratellanza, di solidarietà e di universalità massonica. Molti dei loro i leader sono massoni».

 

rotary lions club

 

historia - les francs-masçons

 

Inoltre, Augustin Cochin sottolinea l'importanza della segretezza:

 

«Ogni società è segreta nella misura in cui vuole agire sull'opinione dei profani come un circolo ristretto, meccanicamente. Il segreto è presente in tutte le società di pensiero; ma è il mezzo proprio delle società di carattere filosofico e intellettuale come la Massoneria».

 

Gli effetti del lavoro della società di pensiero

 

Le scoperte della psicologia contemporanea hanno decuplicato la modalità di funzionamento delle società di pensiero.

 

Violenza personale

Il lavoro tra persone uguali e libere da ogni attaccamento porta ad un'atrofia della persona che, isolandosi da ciò che realmente è, si svuota di tutta l'eredità ricevuta, considerata alienante. Ma l'uomo è per natura un erede che riceve tutto da ciò che lo circonda. La persona, liberata da ogni autorità, fuorché dalle regole del gioco imposte, liberata da vincoli intellettuali, morali e spirituali, senza un riferimento per esercitare ed esprimere giudizi - è vietato criticare - funziona unicamente sulla sensibilità, sull'inconscio e sull'immaginazione, e quindi non sa mettere in ordine sia le proprie idee che quelle ricevute dagli altri durante le discussioni.

 

L'intelligenza che, a partire dall'osservazione e dall'ascolto, analizza, confronta, soppesa e giudica... è come paralizzata. La pratica ripetuta di questo esercizio porta all'atrofia, alla corruzione e alla dissoluzione dell'intelligenza che non è più in grado di entrare più in contatto con la realtà. Allo stesso tempo, si nota un disordine, un'ipertrofia dell'immaginazione e della sensibilità, per non dire del sentimentalismo.

 

«Chi non sa da dove viene non può sapere dove va perché non sa dove si trova. In questo senso, il passato è il trampolino di lancio per il futuro».

 

tv spazzatura

 

Disincarnata, tagliata fuori dalla realtà, la mente dubita della validità di alcune conoscenze o credenze acquisite; la paura di esprimere un'opinione che potrebbe andare contro l'idea della maggioranza genera silenzio... o accettazione. Cochin chiama questo fenomeno «legge sociale di riduzione», che Adrien Loubier, associandola a quella che chiama «legge della selezione», la definisce così:

 

«Eguali deliberanti, raggruppati secondo il principio della libertà di pensiero, si può fraternizzare attorno ad un movimento comune solo operando la riduzione delle proprie conoscenze e tenendo conto della realtà infinitamente complessa [...]. La riduzione concordata in nome della fratellanza, è accompagnata da una selezione tra i soggetti presenti. Questa selezione tende ad eliminare le personalità più ricche, e ad evidenziare quelle che vengono "ridotte" in anticipo».

 

Il pensiero, sotto l'effetto dei confronti e delle discussioni, si riduce a parole, a slogan - ideologia in pillole - a discorsi vuoti e a verbosità. Non senza ragione Cochin parla di oppressione della persona nell'ordine intellettuale, spirituale, morale e sensibile.

 

malvagità

 

Fabbricazione dell'opinione pubblica

Le nostre molteplici società umane nella loro diversità sono un campo di scelta per osservare gli effetti prodotti.

 

Le generazioni che hanno vissuto i primi anni successivi al Concilio Vaticano (1962-1965) e possono ricordare la «schiera» di cattolici che in tutta fretta adottò un linguaggio (e ben presto anche le pratiche) che rompeva completamente con gli usi, con la liturgia e con la dottrina precedenti: «chiesa in cammino», «cristiano adulto», «dialogo con il mondo moderno», «impegno nel sociale», «liberazione», «progresso», «ritorno alle origini», «chiesa dei poveri», «comportamento aperto», «laicato impegnato», «presa di coscienza ecclesiale, ecc...

 

concilio vaticano II

Sopra: sessione del Concilio Vaticano.

 

Tanti nuovi riferimenti usciti da vari movimenti costituirono la nuova Azione Cattolica, le Settimane sociali, le associazioni di intellettuali... che poi sono divenute società di pensiero. Uniformità, simultaneità di nuovi orientamenti, la forza di decreti che obbligavano ai cambiamenti giunsero anche da religiosi affidabili, alcuni dei quali osarono esprimere il loro disaccordo solo in privato, per paura di rappresaglie.

Ai nostri giorni, alla vigilia delle elezioni europee, la Conferenza Episcopale Francese e le Commissione degli Episcopati della Comunità Europea hanno premiato l'elettorato con una raccolta di luoghi comuni e di ready-to-think democraticamente corretti che altro non sono che il risultato dell'ottimo lavoro operato dalle società di pensiero.

 

Oggi, i mezzi per la propagazione del lavoro delle società di pensiero possono essere la pubblicità, i corsi di formazione, l'insegnamento, Internet, le assemblee dei Vescovi, i club di lettura, la liturgia domenicale (o ciò che ne resta), la partita amichevole di bocce, la redazione di quaderni di rimostranze, o la rotonda vicino all'ipermercato... A proposito della protesta dei «gilet gialli», è doveroso notare l'osservazione fatta il 16 dicembre 2018 durante una trasmissione radiofonica dal giornalista Jean-Michel Apathie:

 

«In questo movimento informale e spumeggiante - l'ho pensato fin dall'inizio - c'è un'organizzazione sotterranea e nascosta, dei burattinai, persone che sono molto più politicizzate e politiche di quanto pensiamo, e che appaiono solo oggi [...]. In questo momento, non solo si sta iniziando a dare un volto al movimento, ma anche una parola d'ordine unificatrice».

 

jean-michel apathie

 

La pressione sociale, le abitudini acquisite nel dare la propria opinione su tutto, i sondaggi, il potere mediatico dei mezzi di comunicazione, l'emarginazione e la riduzione al silenzio di chi «non sa pensare bene»... non mancano di contribuire alla moltiplicazione dell'opera delle società di pensiero. La macchina funziona. All'interno delle strutture e delle organizzazioni che abbondano in tutti i centri della vita sociale, senza intoppi, con dolcezza, senza toccare le apparenze, le menti e le istituzioni vengono stravolte; esattamente come viene eroso senza modifiche visibili il legno di un telaio sotto l'azione delle termiti, fino alla distruzione dell'edificio.

 

L'espressione di quella che viene chiamata «opinione pubblica» è infatti unicamente l'ufficializzazione dell'operato delle società di pensiero, un'opinione «formattata» dagli onnipresenti mass media che trasmettono all'unisono le stesse notizie. L'opinione sociale prodotta si propone di conquistare l'opinione pubblica. Cochin, attraverso il suo lavoro, evidenzia chiaramente la strategia e la volontà affinché l'opinione venga adottata, sebbene questo passaggio non sia di responsabilità della società di pensiero: oggi, media, forum e blog su Internet e i social network sono altrettante casse di risonanza del lavoro delle società di pensiero.

 

tv manipolatrice

 

Dalle idee alle istituzioni

Le dichiarazioni ufficiali di personalità riconosciute sono più evocative di un commento.

 

Stati Uniti: Hillary Clinton, membro dell'amministrazione Obama, durante l'inaugurazione della filiale del Council on Foreign Relations (CFR), un potente club globalista, ha dichiarato a Washington, il 15 luglio 2009:

 

«Sono felice di essere qui in questo nuovo quartier generale. Mi sono recata spesso presso la casa madre a New York City, ma è giusto avere un avamposto del CFR proprio nella stessa strada del Dipartimento di Stato [...]. Riceviamo molti consigli dal CFR, quindi ciò significa che non dovrò più andare lontano per sentirmi dire cosa dovremo fare e come dovremo immaginare il futuro».

 

hillary clinton


Nel 2007, il Council on Foreign Relations americano aveva già varcato l'Atlantico per creare una «filiale», il Council on Foreign Relations europeo, con l'obiettivo di

 

«causare un forte impatto nazionale e regionale alle proprie analisi e ricerche, e fornire un'assistenza stimolante al dibattito paneuropeo sulle questioni strategiche degli affari esteri europei».

 

council on foreign relations

 

Chiesa cattolica: nel 1964, ossia in pieno Concilio, un alto dignitario massone, Yves Marsaudon (1899-1985), scrisse nel libro L'œcuménisme vu par un franc-maçon de tradition («L'ecumenismo visto da un massone di tradizione»):

 

«Essi (i cristiani) non devono dimenticare che ogni strada porta a Dio (ci sono molte stanze nella Casa del Padre mio...) e mantenersi in questa coraggiosa nozione di libertà di pensiero, una vera rivoluzione che partita dalle nostre Logge massoniche si è estesa magnificamente sopra la cupola di San Pietro» 8.

 

yves marsaudon - l'oecumenisme vu par un franc-maçon de tradition

Sopra: il massone di alto Grado Yves Marsaudon e il suo libro L'œcuménisme vu par un franc-maçon de tradition.

 

Repubblica francese: Pierre Mollier, curatore del museo della Massoneria e membro del Grand'Oriente di Francia, rispondendo alle domande di un giornalista 9 in occasione del 3° centenario dell'istituzione ha affermato:

 

«La maggior parte delle principali leggi che furono emanate tra il 1880 e il 1914 e che stabilirono le basi della nostra moderna società democratica (libertà di stampa, libertà di associazione, scuola laica e gratuita, ecc...) furono concepite e promosse dalle Logge [...]. La Massoneria condivide le sue analisi o le sue istanze nel quadro fornito dalle nostre istituzioni: commissioni parlamentari, consulta dei rappresentanti della società civile da parte dei poteri pubblici [...]. Oggi la Massoneria interviene soprattutto su questioni sociali. Ad esempio, è stata molto presente nei dibattiti sulla bioetica.

 

pierre mollier

 

Conclusione

 

Osservare le società di pensiero significa capire come si possa passare da una visione della società ad un cambiamento della società. Significa comprendere la traiettoria delle idee che guidano il mondo e che creano l'opinione pubblica. È capire che nel tempo è possibile sconvolgere una società: passare dalle opinioni alle idee, dalle idee alle certezze e dalle certezze agli sconvolgimenti nelle menti e nelle istituzioni. Per Gramsci, attraverso l'azione culturale, le società di pensiero possono accerchiare e manipolare tutte le istituzioni e il potere politico.

 

Applicando i loro meccanismi d'azione sulle istituzioni e rivelando i loro metodi di manipolazione delle masse per creare l'opinione pubblica, le società di pensiero si rivelano come il principio attivo 10 delle nostre democrazie. Infatti, attraverso le sue analisi storiche, Augustin Cochin ha concluso che la democrazia è il governo di una minoranza (un tritacarne) - le società di pensiero - che elimina la personalità più forti per portare al potere un'oligarchia di mediocri e di abili oratori.

 

 

APPENDICE

I METODI DELLE SOCIETà DI PENSIERO


 

Nel suo libro De la vie avant tout chose 11, il Dr. Pierre Simon descrive l'azione in favore della contraccezione e dell'aborto, diffusa nell'arco di un quarto di secolo (1950-1974), di cui la legge Neuwirth sulla contraccezione (nel 1967) segnò il punto di partenza di tutta la legislazione francese in materia di bioetica. Le sue spiegazioni illustrano i metodi utilizzati dalle società di pensiero.

 

Un'azione multiforme

 

L'evoluzione sociale contro la vita introdotta dal Dr. Simon è stata il risultato di azioni lanciate in più ambienti contemporaneamente (politico, medico, sociale, mediatico e anche religioso), per dare l'impressione di un movimento di massa. Reti utilizzate dall'Autore sono allo stesso tempo schermi il cui scopo è sempre quello di nascondere la vera origine delle azioni, vale a dire la Massoneria. Il risultato ottenuto era partito

 

da una riflessione concepita dai Fratelli della Loggia La nouvelle Jérusalem.

 

«La parte centrale del disegno di legge nacque da una riflessione elaborata molto tempo addietro dalla mia Loggia Madre "La nouvelle Jérusalem". Il suo titolo: "Impatto della tecnologia sulla moralità sociale". La domanda posta era di sapere se la nostra cultura e le nostre acquisizioni fossero in grado di affrontare la contraccezione nei suoi aspetti essenziali nella nostra epoca» 12.

 

massoneria

 

da un gruppo: Littré (una società del pensiero).

 

«Nel 1953, nella tradizionale pace e tranquillità di Ginevra, un team di medici e liberi pensatori francofoni, il gruppo "Littré", mosse i primi passi nello stagno dormiente della moralità convenzionale. Al termine delle riflessioni svolte da questo gruppo, decidemmo di introdurre nei nostri rispettivi Paesi l'impegno a divulgare la libertà di progettazione [...]. I nostri incontri si tennero nella discrezione. A quel tempo niente giornalisti, niente radio, niente televisione» 13.

 

da una rete, il Planning Familial (di cui Simon fu cofondatore).

 

«In questi ultimi anni, le questioni essenziali come la sessualità, ma anche l'aborto, la contraccezione, il regime carcerario, il nucleare, ecc..., furono poste al di fuori delle istanze politiche. Questa era ciò che Roger-Gérard Schwartzenberg definiva la "democrazia ausiliaria". I gruppi di cittadini agiscono per un obiettivo di interesse pubblico, ma ad hoc. esattamente in conformità a questa analisi che in Francia abbiamo creato il "Planning Familial" o "Associazione Nazionale per lo Studio dell'Aborto» 14.

 

roger-gérard schwartzenberg

 

«Nel 1961 era già vittoria. Il "Movimento francese per la pianificazione familiare" aveva raggiunto i 400.000 iscritti. Un risultato ottenuto grazie all'inserimento del biologico nel sociale e della medicina umanista, che può anch'essa unire le folle» 15.

 

le planning familial

 

 

dall'azione delle Fratellanza Parlamentare;

 

dalle azioni e dalle provocazioni trasmesse dai media:

 
Procedere per evoluzione e non per rivoluzione:

 

«Il "metodo" è fornito dalle possibili tecniche di cambiamento nella società. Evoluzione o rivoluzione? [...]. L'evoluzione è coerente con il nostro approccio medico. Ciò è sistemico: occorre paragonare la società ad un organismo vivente. I tessuti e gli organi di uno stesso corpo sono uniti tra loro: se uno di essi subisce una trasformazione o mutazione, tutti gli altri reagiscono e si riorganizzano» 16.

 

«Includere le rivendicazioni popolari» 17; inscrivere nel campo del reale «ciò che la legge proibisce» 18;

 

Cliccare sull'immagine per andare all'interessantissimo articolo sulla Finestra di Overton, una tecnica utilizzata da decenni dalle società di pensiero per manipolare e cambiare l'opinione pubblica e farle accettare ciò che è inaccettabile in sei tappe.

 

Una volta raggiunto il consenso - in parte con l'aiuto delle forze provocatrici - occorre far sì che lo Stato faccia proprio un fatto che finora è apparso solo come un tema utilizzato dai gruppi di protesta:

 

«Avevamo esaminato attentamente la strategia che l'amministrazione Kennedy aveva usato di fronte al "Green Power". La Casa Bianca aveva reagito facendo propria questa causa creando un Ministero dell'Ecologia. Il principio del recupero consiste nell'integrare attraverso la cultura stabilita i modelli della controcultura fagocitandoli con una certa facilità. In questo modo si eliminano gli elementi che creano tensioni sociali e vengono digeriti i temi più radicali [...].

 

Con la sessualità abbiamo effettuato una manovra della stessa scala e seguendo lo stesso schema. Fu il "Rapporto sul comportamento sessuale dei francesi". L'opera, redatta nel 1969 e pubblicata nel 1972, ebbe la prefazione di Robert Boulin, a quel tempo Ministro della Sanità. Sei mesi dopo, sempre seguendo i piani, Joseph Fontanet, Ministro dell'Istruzione Nazionale, firmò i testi che legalizzavano "l'educazione sessuale nelle scuole"».

 

robert boulin - joseph fontanet

 

Per ottenere il consenso popolare, associare ciò che è viscerale a ciò che viene presentato come scientifico:
 

«Porre il principio che la vita è unicamente materiale, nel senso ecologico del termine, e che sta a noi gestirla; ecco l'idea motrice; ma non possiamo mobilitare le folle senza coinvolgerle in modo fondamentale. L'arma assoluta che conduce al sostegno popolare è il viscerale. La contraccezione riguarda ogni francese pubescente, senza distinzione di sesso [...]. I progressi nella chimica biologica forniranno l'accesso alla contraccezione assoluta: la pillola» 19.

 

pillola contraccettiva

 

Una rete importante da non trascurare: i teologi:

 

«Robert Boulin, Ministro della Sanità pubblica e della Previdenza Sociale, mi affidò la direzione di una commissione di studi sul problema dell'aborto [...]. Mi venne così offerta l'opportunità di dare forma ad una collaborazione con la Chiesa: mi sono circondato di famosi teologi, come i domenicani Queljeu e Pohier, che insegnavano al Saulchoir, e il ministro evangelico André Dumas, professore di morale al seminario protestante» 20.

 

Il senso dell'organizzazione

 

Per illustrare questo risultato, proveniente da una società di pensiero, occorre sottolineare una delle qualità essenziali di ogni squadra motrice: la tenacia, il significato delle tappe:

 

«Avanti verso la Lunga Marcia! Una lunga marcia in cui la tattica è primordiale. Bisogna procedere punto per punto, con meticolosità e precisione. Ogni passo falso può essere notato» 21.

 

La lunga marcia durò trent'anni anni, dal 1950 al 1980. Il suo obiettivo: trasformare la società nella sua interezza...

 

«La battaglia per la contraccezione fu molto più lunga e difficile di quella successiva per legalizzare l'aborto. Una volta inclusa la contraccezione nella morale e riconosciuta dalla legge Neuwirth, iniziò la lotta per legalizzare l'aborto. Il futuro ci ha dato ragione. Fu come rovesciare una famosa formula: avevamo vinto la guerra; tutto ciò che ora dovevamo fare era vincere la battaglia.

 

Questa lotta non fu solo tecnica, ma filosofica. La vita concepita unicamente come materiale: ecco il principio che animò la lotta. La revisione del concetto di vita attraverso la contraccezione trasformò la società nella sua totalità [...]. Non è solo la madre, ma è l'intera comunità che porta il bambino in grembo. È lei che decide se deve essere generato, se debba vivere o morire».

 

aborto - omicidio

 

 

 

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Note

 

1 Traduzione dall'originale francese Sociétés de pensée, opinion publique et subversion (Action Familiale et Scolaire, Parigi 2020), a cura di Paolo Baroni.

2 In questo studio vengono citati volontariamente documenti, scritti e citazioni «vecchie», per permettere al lettore di apprezzare la portata di questi laboratori di idee che sono le
società di pensiero.

3 Frase pronunciata da Chisholm durante una conferenza sull'educazione tenuta in California l'11 settembre 1954.

4 Cfr. G. Mantegna, We, the Living Theater («Noi, il teatro vivente»), Ballantine Books, 1970, pag. 14; Anarchisme et non violence, n° 27, ottobre 1971.

5 Cfr. J. Baby, La grande controverse sino-soviétique («La grande controversia cino-sovietica»), éd. Grasset, 1966.

6 Discorso di Julian Huxley all'assemblea dell'UNESCO, del 20 novembre 1946.

7 Gruppo politico che cerca di promuovere certe idee.

8 Cfr. Y. Marsaudon, L'œcuménisme vu par un franc-maçon de tradition, Vitiano, 1964, pag. 121.

9 http://www.lemonde.fr/politique/article/2017/02/27/francois-hollande-rend-hommage-auxfrancs-macons

10 Per definizione, il principio attivo è una sostanza contenuta in un medicinale, avente azione terapeutica e che, rispetto agli eccipienti, si trova in piccole quantità.

11 Certo ci vuole un bel coraggio ad intitolare un libro La vita innanzitutto quando si tratta di un'opera in favore di chi semina la morte!

12 Cfr. P. Simon, De la vie avant tout chose, Mazarine, Parigi 1979, pag. 143.

13 Ibid., pag. 83.

14 Ibid., pag. 188.

15 Ibid., pag. 135.

16 Ibid., pag. 84.

17 Ibid., pag. 207.

18 Ibid., pag. 131.

19 Ibid., pag. 85.

20 Ibid., pag. 205.

21 Ibid., pag. 134.

 

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