Premessa
In questo articolo, l'Autore, parte nel suo excursus dall'analisi dal famoso romanzo distopico di Aldous Huxley intitolato Il mondo Nuovo. A differenza di 1984, un altro racconto ambientato nel futuro dello stesso genere che descrive una terribile dittatura spersonalizzante, il Mondo Nuovo delinea un nuovo modello di società in cui la famiglia tradizionale e tutto ciò che le compete viene sostituita da nuove forme di consorzio umano.
Ma soprattutto le autorità di questo nuovo mondo immaginario sembrano concentrare i loro sforzi nel sottrarre agli esseri umani tutto ciò che concerne la riproduzione umana. Quest'ultima è parte di un processo di manipolazione genetica per ottenere mediante l'eugenetica tipi umani prestabiliti, intelligenti o ritardati, a seconda delle necessità di chi sta siede al potere. Queste tecniche, insieme all'aborto e all'eutanasia, vengono utilizzate per mantenere stabile il numero della popolazione.
Purtroppo, questa mentalità malthusiana, nemica della vita umana, non è rimasta confinata nel mondo dell'immaginazione, ma ha iniziato a manifestarsi negli anni '50 nelle sfere più alte delle organizzazioni internazionali che sono emanazioni delle Nazioni Unite. Negli anni successivi, una folta schiera di letterati e «scienziati» hanno finito per influenzare con i loro scritti il mondo della politica più progressista spingendolo a promulgare leggi che riflettono nel loro contenuto la mentalità mortifera espressa da Huxley nel suo romanzo.
E così, la fantasia ha preso corpo nella realtà e, grazie alle nuove conquiste tecnologiche, a superarla rendendo possibili cose inimmaginabili negli anni '50. E qui Agnoli va oltre cercando le radici filosofiche e religiose di questa forma mentis dimostrando che il disprezzo per la vita umana e l'esaltazione della morte erano già presenti nell'antichità, e in particolare nelle sètte ereticali dei primi secoli dell'era cristiana sotto forma di gnosticismo, un movimento di pensiero che, anche se ha assunto nel tempo forme e nomi diversi, è riapparso nel corso della Storia fino ai nostri giorni come un fiume carsico.
Dietro il disprezzo per la materia e in particolare per la vita - che ne è la forma più organizzata - si nasconde sempre l'odio profondo per il Dio Creatore, per l'ordine che Egli ha stabilito, per la natura e per il fine soprannaturale dell'uomo (la vita eterna). Per contro, si assiste alla ricerca dell'annullamento e all'apologia della morte, vista come la liberazione dello spirito dalla tirannia del corpo. Dietro a queste utopie agghiaccianti si staglia netta la figura del demonio, l'angelo dal cuore superbo che Cristo ha definito «omicida fin da principio [...], e padre della menzogna» (Gv 8, 44).
Verso un mondo nuovo
Sopra: Aldous Huxley e il suo romanzo distopico Brave New World.
Egli descrive un mondo i cui gli abitanti sono rigidamente controllati, manipolati e soggiogati dal potere in ogni aspetto della loro vita. La riproduzione stessa è sottoposta ad un controllo centralizzato; gli ovuli fecondati in vitro vengono conservati artificialmente. La nascita è quindi anonima (non esiste più la famiglia), e può essere plurigemina, con la capacità di ottenere fino a novantasei gemelli identici da un solo uovo.
Le conoscenze genetiche permettono di studiare la riproduzione a tavolino e di creare caste di uomini superiori, fisicamente e intellettualmente, e, agendo sull'ossigenazione del cervello durante il processo di sviluppo dell'embrione, di uomini inferiori, pronti ad obbedire ed eseguire i lavori più umili. Il numero dei cittadini è fisso.
L'intensità demografica viene controllata attraverso:
Sulla tematica del controllo demografico Huxley ritorna in Brave New World Revisited («Il Mondo Nuovo rivisitato»), del 1958, dimostrando che la distopia, il mondo da incubo descritto nel precedente romanzo, non gli appare come tale in tutti gli aspetti:
Il problema della sovrappopolazione, scrive Huxley, è capitale, la popolazione attuale, due miliardi e ottocentomila persone nel 1958, eccessiva, e non esistono «l'intelligenza e la volontà che quasi mai ritroviamo nel formicaio di analfabeti che popolano il mondo», per attuare «il controllo delle nascite».
Laddove invece la dittatura del Mondo Nuovo sarà forse eccessiva, ma efficace.
Sopra: tramite l'eugenetica sarà possibile creare uomini di razza superiore e di razza inferiore.
È evidente che l'Huxley sta dalla parte del grande dittatore; è evidente il suo disprezzo per l'umanità «formicaio di analfabeti», che si riproduce «a casaccio», secondo uno «sregolato capriccio»; che abbisognerebbe quindi di un «ordine», di un controllo dall'alto, dell'intelligenza superiore, imposta con la violenza, con l'inganno, con la tecnologia, di uomini «illuminati» come lui.
Al fondo vi è la teoria darwiniana della selezione naturale che Aldous eredita dal padre e dal fratello, e che lo porta, pur fra molte ambiguità, a chiedersi, in Brave New World Revisited, in un capitolo intitolato «Qualità, quantità, moralità», se i «mezzi buoni» dell'igiene e della medicina, portando alla salvezza di persone che altrimenti potrebbero morire, non raggiungano in fondo un «fine cattivo», un male quale è la sovrappopolazione e
Il pensiero sulla sovrappopolazione è sostanzialmente lo stesso espresso dal famoso filosofo e teorico del controllo delle nascite Bertrand Russell (1872-1970) 2:
Analoga anche l'opinione dell'esploratore marino, oceanografo e documentarista francese Jacques Cousteau (1910-1997), pubblicata - se ne capirà più avanti l'importanza - sul Corriere dell'UNESCO del 1991:
Sul controllo demografico Huxley torna anche nell'ultimo capitolo, dove si arriva ad auspicare l'invenzione della pillola anticoncezionale:
Ma chi era Aldous Huxley? È forse stato un profeta un uomo che nel 1932 parla di cose che erano ben lungi dal venire, anzi neppure immaginabili ai più, e che oggi invece sono o si stanno realizzando: la legittimazione dell'aborto, l'educazione sessuale nelle scuole, la fecondazione in vitro, la clonazione di esseri umani 4, la pillola abortiva, gli anticoncezionali, la sterilizzazione forzata, gli esperimenti eugenetici e disgenetici?
Sopra: la pillola abortiva RU-486, detta anche «la pillola del giorno dopo»
E ancora, la droga di Stato, surrogato di «felicità» nel quale la razza inferiore trova sfogo alle sue frustrazioni, la diffusione della cremazione, della pornografia, i messaggi subliminali visivi... tutti ingredienti previsti di Brave New World? E perché cose che appaiono dittatoriali, disumane e ignobili sono per lui auspicabili e si stanno sempre più realizzando?
L'eugenismo razzista, che sarà proprio del nazismo, come pure l'aborto, la sperimentazione sugli uomini e la sterilizzazione forzata, ha nel fratello di Aldous un teorico fondamentale e un precursore. Sir Julian Sorell Huxley, infatti, negli anni Venti è stato uno dei fondatori della Eugenics Society britannica. Il 6 settembre 1962, a nome del Comitato per la Legalizzazione della Sterilizzazione Eugenetica, scriveva sir Huxley:
Ma soprattutto Julian Huxley è stato il primo direttore generale dell'UNESCO (nel periodo 1947-1948), il cervello dell'ONU. La sua attività e filosofia è ben espressa in un suo opuscolo 6, in cui si fanno proposte estremamente simili a ciò che succede nel romanzo di Aldous. Per cui appare evidente che lo «Stato Mondiale unificato», senza nazioni, senza più lingue, tradizioni diverse, senza cristianesimo e con tutti gli errori sopra elencati, descritto in Brave New World, coincide col progetto del fratello, che è poi quello dell'ONU, dell'UNESCO, ecc...
Tanto più che anche Aldous ebbe un ruolo importante in organizzazioni onusiane, quali ad esempio la FAO o il Centro Studi sulla Persona Umana. Ma vediamo le somiglianze:
Per questo bisognerà anche eliminare i personaggi «pericolosi», come Bernardo in Brave New World:
Sopra: il bigotto fanatico nell'immaginario di chi vorrebbe escludere il cristianesimo dalla società.
Anche il controllo demografico, che abbiamo visto stare tanto a cuore ad Aldous, è preso in esame da Julian negli stessi termini, e in un capitolo dallo stesso titolo «Qualità e quantità», che abbiamo già trovato anche in Aldous. Scrive Julian: «C'è infatti una densità della popolazione umana ottimale, e di tutta la popolazione del mondo» 10, oltre la quale non si deve andare.
Si vuole stabilire, come per Aldous così pure per Julian, quante persone debbano vivere sul nostro pianeta, quante vadano eliminate, dove la medicina debba fermarsi! Il principe Filippo di Edimburgo (1921-2021), cofondatore, proprio insieme a Julian Huxley, del World Wide Fund for Nature (WWF), altra associazione legata all'ONU, ebbe ad affermare, l'8 agosto 1988:
E Aurelio Peccei (1908-1984) 12, fondatore ed ex presidente del Club di Roma, potente associazione internazionale vicinissima agli ambienti onusiani e al principe Filippo, nel suo Cento pagine per l'avvenire 13, scrive:
Sopra: Aurelio Peccei e il suo libro Cento pagine per l'avvenire.
In un'intervista a La Repubblica,
del 31 dicembre 1980, Peccei ha affermato:
Ritorna alla mente quanto scriveva un autore studiato nei nostri licei e università italiane, Italo Svevo (1861-1928) nato Aron Hector Schmitz, a conclusione del suo celeberrimo romanzo La coscienza di Zeno (del 1919):
Sopra: Italo Svevo e il suo racconto La coscienza di Zeno.
Svevo era un freudiano; nel suo già citato opuscolo, Julian Huxley scrive 14 che è compito dell'UNESCO applicare Sigmund Freud (1856-1939) all'educazione. Sarebbe troppo lungo qui descrivere l'ideologia di costui. Basti dire che suoi epigoni furono Wilhelm Reich (1897-1957) 15 e lo psichiatra sudafricano David Cooper (1931-1986), autore de La morte della famiglia 16.
Sopra: David Cooper e il suo libro La morte della famiglia.
Oltre ai sostenitori dell'incesto, dell'omosessualità, della nocività della famiglia... e che Svevo, rifacendosi alle dottrine di Freud, fa dire a Zeno Cosini:
In un documento dell'ONU del 1972, intitolato Measures, Polices and Programs Affecting Fertility, With Particular Reference to National Family Planning («Misure, politiche e programmi inerenti la fertilità, con riferimento particolare alla pianificazione familiare nazionale»; United Nations, New York 1972), si affermano alcuni obiettivi, e sono sempre gli stessi di Brave New World di Aldous Huxley, del 1932:
Per questo
È poi risaputo che anche in Italia la legittimazione dell'aborto è stata favorita dall'ONU, con le solite argomentazioni, tanto più grottesche in quanto il nostro è ormai un Paese di vecchi, ansimante e morente. Il grande artefice infatti di quella famigerata Legge, il socialista Loris Fortuna (1924-2985), giungeva ad inserire, nelle buone ragioni per introdurla, un ipotetico e fantasioso sovrappopolamento: «Sette miliardi (!?) gli individui che popoleranno la terra nel 2000 [...]. Ipotizzabile come evento futuro, ma non incerto, la catastrofe».
Ma tutto ciò ha una qualche «giustificazione»? Falsamente ci raccontano che il mondo è sovraffollato e che la povertà del Terzo Mondo dipende appunto dall'esuberanza numerica. Innanzi tutto, infatti, il birth control è attuato, anche se con mezzi meno violenti, nell'Occidente ormai vecchio e in perenne denatalità. In secondo luogo, basta qualsiasi atlante geografico per rendersi conto che la ricca Europa e il Giappone hanno una densità demografica molto più alta di quella dell'Africa, dell'Asia o dell'America latina: il benessere materiale non dipende dunque da essa.
In terzo luogo, è sotto gli occhi di tutti il fatto che l'Unione Europea costringe i Paesi aderenti a limitare la produzione di determinati generi alimentari: è recente la notizia che l'Italia ha dovuto pagare oltre tremila miliardi (di lire) di multa per aver prodotto più latte di quello da essa stabilito.
In quest'ottica folle, in Europa, i contadini che possiedono latifondi di date dimensioni e che coltivano particolari prodotti ricevono sussidi per non lavorare la terra; gli allevatori di vacche da latte ottengono premi per la macellazione delle stesse; tonnellate di pomodori e di agrumi vengono macerati per ragioni di «politica di mercato» e altre simili amenità... tutto al fine di contenere la produzione.
Non è il cibo che manca. Non è eccessiva la popolazione: numerosi scienziati sostengono che le cifre dei demografi dell'ONU sono volutamente gonfiate e che comunque la Terra potrebbe ospitare parecchie volte la popolazione attuale. Lo stesso John Caldwell (1928-2016), presidente dell'International Union for the Scientific Study of Population (IUSSP), la massima organizzazione mondiale di demografi, ha affermato:
Perché allora l'ONU fornisce cifre considerevolmente più alte?
Demografi incapaci dunque, meglio, asserviti. Il mito dell'esplosione demografica si regge infatti sul principio «contate e moltiplicateli». L'ultimo esempio, dopo che si è scoperto che per la Cina e l'India si sono denunciati 200 milioni di abitanti in più di quelli esistenti, è dato dalla Nigeria: secondo il Population Reference Bureau («Dipartimento della popolazione»), una delle agenzie che fanno il gioco dell'ONU, alla metà del 1991 i nigeriani erano 122.500.000.
Paul e Ann Ehrlich, due ambientalisti assoldati dall'ONU, indicavano 115.000.000 nel 1989 con la previsione astronomica di 530 milioni nel 2050. L'Encyclopedia Britannica faceva di più: dichiarava che la Nigeria nel 1990 contava 119.812.000 abitanti (non si capisce da quali calcoli «porta a porta» salti fuori tanta e minuta precisione). Ma il 20 marzo 1992 arriva un'informazione certa e definitiva: il risultato del censimento fatto da 800.000 rilevatori, a frontiere chiuse, sotto il controllo di osservatori delle Nazioni Unite è di 88 milioni 24, circa 30 milioni in meno di quelli dichiarati.
Uno dei veri scopi dei programmi di pianificazione familiare è svelato da un documento emesso nel 1974 dal National Security Council («Consiglio per la sicurezza nazionale») di Washington. Questo scritto, cui collaborarono George Bush sr (1924-2018) 25 e Brent Scowcroft (1925-2020), allora responsabile della sicurezza alla Casa Bianca, e che propone la sterilizzazione forzata di abitanti dell’America Latina, è significativamente intitolato Implicazioni della crescita della popolazione mondiale per la sicurezza e gli interessi esterni degli Stati Uniti 16.
Tutelare dunque gli interessi dei potenti: questo è lo scopo principale; altrimenti non vedremmo scendere in campo, accanto e con l'ONU, i più potenti banchieri del mondo, i Rockefeller, il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Banca Mondiale e mamma America. Ci si chiede, a questo punto, come mai l'UNICEF, ramificazione dell'ONU, chieda insistentemente soldi in tutto il mondo per attuare «la riduzione di un terzo della mortalità tra i bambini al di sotto dei cinque anni» e «la riduzione della mortalità materna».
Non è appunto questo che condannarono Aldous e Julian Huxley, Jacques Cousteau, Filippo di Edimburgo e Aurelio Peccei quando combattevano il sovrappopolamento, la «proliferazione cancerosa», la sopravvivenza di esseri di «qualità biologicamente inferiori» di cui sarebbe stato meglio sterilizzare le madri; la medicina e l'igiene come «mezzi buoni» che raggiungono «fini cattivi»; la negatività di una «scienza medica (che) può aumentare il numero degli esseri umani in una data area, ma abbassare la loro qualità»? Cosa manca, oggi, alla realizzazione del mondo da incubo, grigio, disumano e immorale, descritto da Aldous Huxley nel 1932?
In gran parte dell'Occidente nulla: l'educazione sessuale nelle scuole e la legalizzazione della droga 27 sono ormai tristi realtà pressoché ovunque. Nella nostra Italia, ormai, quasi nulla. Il dibattito sulla legalizzazione e la depenalizzazione delle droghe leggere è in realtà un finto dibattito. Troppo schiacciante è l'alleanza fra il neo-comunismo governativo e il grande capitalismo dello speculatore George Soros (nato György Schwartz), l'amico dei banchieri Rothschild.
Il Corriere Economia 28, dopo aver riportato le cifre astronomiche da lui guadagnate speculando sulla sterlina inglese, sulla lira italiana, sulle valute asiatiche, e i feroci attacchi rivoltigli dai presidenti della Bielorussia, della Croazia e della Malaysia, ci riferisce le cifre delle sue donazioni di 25 miliardi di dollari ad enti antiproibizionisti, di 1,7 miliardi di dollari per la distribuzione di siringhe ai drogati, e di 1,7 miliardi per la liberalizzazione della marijuana. Di lui si dice, continua l’articolo, che sia il vero capo del Mossad (il servizio segreto israeliano) e, guarda guarda, secondo alcuni il «prossimo segretario generale dell'ONU».
Sopra: logo del Mossad.
Pochi mezzi hanno invece coloro che lottano contro il suo progetto, che sono poi quelli che vivono il problema droga ogni giorno, ogni momento della loro vita dedicata al ricupero dei tossicodipendenti. Fra i loro avversari, compagni di strada di Soros, qui in Italia, troviamo una parte del mondo catto-comunista, i centri sociali, Marco Pannella (1930-2016), Rifondazione Comunista, i Verdi, il PDS (oggi PD), insomma il grosso dell'ala progressista, gli stessi che pochi anni fa manifestavano nelle piazze italiane per ottenere la ratifica della legge del più forte.
«L'utero è mio e lo gestisco io», «anch'io ho abortito» - gridavano - spiegando il loro «diritto» ad eliminare i nascituri, definiti «parassiti», «clandestini», «grumi di sangue»...
Gli stessi che plaudono al presidente Bill Clinton e alla sua politica abortista grazie a cui esiste oggi in America un nuovo tipo di aborto:
Sopra: aborto per nascita parziale.
Hanno voluto l'aborto; vogliono la legalizzazione delle droghe, leggere per il momento; hanno introdotto furtivamente, come ladri notturni, l'educazione sessuale nelle scuole, per Decreto Ministeriale, scavalcando così ogni possibile ostacolo parlamentare. L'ultimo tassello del progetto di Julian Huxley e del Mondo Nuovo di Aldous Huxley è ormai sistemato. Racconta un direttore scolastico:
Sopra: testo per l'educazione sessuale nelle scuole per studenti dagli undici e i quattordici anni.
Per un lungo periodo esistevano la famiglia, la fedeltà coniugale... ora non più. E la regia? Ancora una volta, ancora la stessa. La Documentazione per le commissioni parlamentari, della X legislatura, a cura della Camera dei Deputati, ribadisce in più punti un concetto essenziale: è l'ONU, attraverso le sue varie ramificazioni come l'OMS, a «raccomandare che tutti i Paesi adottino leggi che rendano obbligatoria l'educazione sessuale» e la «pianificazione familiare».
Il nostro modello, recitano le direttive, dovrebbero essere altri Paesi come l'Inghilterra, dove vi sono «testi scolastici che spiegano modelli di famiglie composte da omosessuali e figli adottati» 30, e soprattutto la Svezia. Qui, secondo la Documentazione per le Commissioni Parlamentari, fra i sette e i nove anni, si parla agli alunni di «masturbazione, contraccezione», e tra i tredici e i sedici anni «degli aborti spontanei e provocati, dei mezzi contraccettivi, delle minoranze sessuali», ossia omosessuali, trans et similia.
Come nel Mondo Nuovo di Huxley, l'educazione sessuale nelle scuole è espressione della volontà di teorizzare, di consacrare, di universalizzare la violazione dell'ordine naturale, della Legge divina che in esso si esprime.
Al di là del bene e del male
Questo ordine che non si può infrangere impunemente senza scatenare una serie di effetti collaterali, sulla vita psichica e su quella fisica. Come dire che chi dimentica, ad esempio, la fedeltà, iscritta in esso, non rimane immune da contraccolpi psicologici, depressione, turbamento interiore...
Spesso precipita da una infedeltà all'altra; finisce per inseguire, come un inquieto don Giovanni, sogni di avventure che lo corrodono e lo rendono sempre insoddisfatto; oppure storie concrete, seminando lungo il cammino delusioni, figli abbandonati, sentimenti bruciati, figli uccisi con l'aborto. L'omicidio di una propria creatura come sbocco estremo della violazione, come richiamo lancinante di Dio e della natura! Ma oggi si vuole che anche questi richiami vengano affogati dall'insegnamento, dato a scuola fin da piccolissimi, che vi sono «rimedi», certo, non naturali, ma tecnologici, anche contro essi.
Che se tutto è sotto controllo, se non saltano fuori impicci, allora tutto è lecito. Si può tradire, ci si può prostituire. L'importante è avere il contraccettivo. Non c'è problema se in un buon 15% dei casi fallisce: il frutto di quell'attimo non darà nessun peso, verrà ucciso in un ospedale, a spese dello Stato, come ci hanno insegnato a scuola. Oppure sarà adottato da una «famiglia omosessuale», come in Inghilterra.
Ma se poi questo non basta, se i contraccolpi psicologici su chi ha disfatto la sua famiglia, o ha ucciso un bimbo, sul «figlio di un preservativo rotto», non si possono eliminare con la tecnologia, si potrà sempre affogare il dolore nella droga fornita gratis dai medici, come nel Mondo Nuovo di Huxley, oppure porvi fine, in un momento di stanchezza, con la «dolce morte», l'eutanasia.
Al fondo di tutto vi è una tentazione che attraversa tutta la Storia, che si basa sull'odio verso il Dio Creatore; costituendo in un certo modo l'anti-Cantico delle Creature di San Francesco di Assisi (1182-1226). Quella filosofia nichilista, gnostica, dualistica, per cui il Dio creatore è un dio cattivo, un dio inferiore che ha rinchiuso le anime nei corpi, essendo questi orrende prigioni, non templi di Dio destinati a risorgere, rivestiti di gloria, come per i cristiani. Riassume bene Arrigo Boito (1842-1918), poeta scapigliato, nella poesia Dualismo:
Questa filosofia gnostica compare più o meno esplicita, più o meno coerente, nel corso dei secoli, in tanti filosofi, eretici, religioni. Al sommo della coerenza, che non sempre ritroviamo, comporta il rigetto del matrimonio, della famiglia e della procreazione, in quanto perpetuamento dell'opera malvagia del Creatore; il rifiuto delle Sue leggi; il disprezzo della vita e del corpo che trova massima espressione nel suicidio rituale, o, più spesso, nella cremazione.
Pratica questa che fu sempre condannata dalla Chiesa, contro la Massoneria, perché attuata da molti con la precisa volontà di rinnegare il corpo e la sua risurrezione, o per sottolineare simbolicamente quale sia la mèta cui aspirano i nemici della Vita e dell'Essere: il raggiungimento del non essere, il nulla eterno, l'annullamento nirvanico dei buddisti (il Nirvana, ossia l'estinzione assoluta), il ricongiungimento con un dio che, secondo la Kabbalah ebraica, è il Nulla, secondo le religioni orientali e Plotino (205-270) ciò che è al di là dell'Essere.
Le religioni indiane, oggi così di moda grazie al movimento New Age, e il neoplatonismo dello gnostico Plotino, pongono infatti all'origine di ogni cosa un Uno che non è l'Essere assoluto, ma un qualcosa di indefinibile, di cui non bisognerebbe neppure parlare, che non è Essere, non è Persona, Pensiero, Verbo... Il supremo Brahaman dell'induismo «non è né ciò che è esistenza, né ciò che non è esistenza» (Asvaghosa); l'Uno di Plotino è al di là dell'essere e «in lui [...] non c'era nemmeno ragione, né pensiero alcuno; non c'era neppure lui stesso insomma...» 31.
La ragione è quindi svalutata, non può certo cogliere l'Uno, che non è pensiero, né ragione, né essere: andrà invece attinto attraverso esperienze al di là del pensiero, dell'essere, cioè arazionali, alogiche, spersonalizzanti e annullanti: da qui nascono le tecniche indiane respiratorie o di ripetizione continua auto-ipnotica, per uscire dall'essere e dal pensiero; da qui l'uso «mistico» delle droghe.
Contro queste credenze, parlando di quel Dio che aveva detto a Mosè «Io sono Colui che è» (Es 3, 14), l'evangelista San Giovanni scrive: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio» (Gv 1, 1): Dio è pensiero, Logos. Filosofia nichilista, dualista, dunque, che spesso comporta sul piano pratico la convinzione che l'uomo è, come affermava il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844-1900), «al di là del bene e del male», e anzi deve compiere ciò che per il Dio creatore è peccato, deve contraddire le sue leggi, nemiche dell'anima in quanto al servizio dell'ordine e dell'armonia del creato.
Diviene positivo e affermazione di libertà, ciò che per il cristiano è negativo, il peccato contro natura, la sodomia, la chiusura alla generazione; il disordine dei sensi nelle esperienze orgiastiche, nell'ubriachezza, nell’uso di droghe, che possono rappresentare esperienze «conoscitive», liberatorie dalla negatività dell'essere e del pensiero, in quanto trascinano la mente al di là del corpo e della realtà. Come dichiarano Charles Baudelaire (1821-1867), Paul Verlaine (1844-1896), i poeti maledetti, alcuni scapigliati, Aldous Huxley ne Le porte della percezione, i movimenti hippy, il New Age...
In questa ottica, il Mondo Nuovo di Huxley non è che la riesposizione aggiornata del conflitto millenario fra teologia dell'Essere e teologia del Non Essere. Aggiornata con il portato dei tempi nuovi, le scoperte tecnologiche (aborto, contraccezione, sterilizzazione, eutanasia...) per opporsi alla Vita più «scientificamente»; la manipolazione genetica per avere addirittura potere su di essa. «Contro i fanatici della vita», si intitola un articolo a tutta pagina, a cura degli aderenti al Manifesto laico di bioetica 32, in difesa di aborto, eutanasia, e di un generale «ripensare la vita».
Si comprende allora perché il Dio Creatore infinitamente buono dei cristiani, che ha preso corpo per venire fra gli uomini, dica: «Quanti mi odiano amano la morte» (Pro 8, 36); «Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi» (Lc 20, 38); «Io sono la Via, la Verità, e la Vita» (Gv 14, 6). Egli ci dice di non avere paura perché ha vinto la morte.
Questo «è il libro dei decreti di Dio, è la legge che sussiste nei secoli; quanti si attengono ad essa avranno la vita, quanti l'abbandonano moriranno» (Bar 4, 1). Un breve e incompleto schema di questa «tentazione nichilista» e gnostica che secondo Vittorio Messori e Umberto Eco (1932-2016) attraversa la storia umana da Simon Mago all'idealismo, alla Massoneria, al nazismo, al comunismo, «all'occultismo, all'esoterismo, alla cultura della droga» 33.
Il buddismo La mèta per l'uomo è sfuggire il dolore e il desiderio attraverso un annullamento nirvanico, che può essere solo parziale, in vita, e uno completo e perfetto alla fine delle varie reincarnazioni. Come per tutte le dottrine della reincarnazione, il corpo, e quindi questa vita, è una prigione, più o meno misera, in una realtà che è essenzialmente sofferenza e stolto attaccamento all'esistenza. L'annullamento parziale si raggiunge, come nella gran parte delle filosofie indiane, in esercizi di estasi auto-ipnotica: non siamo lontani dall'uso mistico di droghe.
Nel buddismo tibetano vi è l'estasi tantrica, derivata da pratiche di magia sessuale. Data la concezione pessimistica della vita, compare, nel variegato mondo buddista, anche la condanna del matrimonio, della procreazione, la pratica della morte per inedia, la cremazione... La moralità non è intesa come nel mondo cristiano, in quanto le opere, azione del corpo, non hanno importanza, bensì solo la meditazione, l'estasi e la conoscenza. Insegna il libro sacro induista Bhagavadgita:
Sopra: l'estasi tantrica raggiunta mediante tecniche di magia sessuale.
Questo concetto è proprio anche degli gnostici, per i quali appunto ciò che conta è solo la Conoscenza (in greco «gnôsis»), e non le azioni. Martin Lutero (1483-1546), fondatore del protestantesimo, riprese questi concetti riconoscendo valore solo alla fede e non alle opere: «Pecca fortemente, ma credi più fortemente». Ugualmente, Sigmund Freud insegnò a cancellare il senso di colpa e la nozione di peccato.
Il culto dionisiaco Il culto di Dioniso proviene dall'Asia, ma si diffonde presto per tutta la grecità, e poi, osteggiato prima da Catone (234-149 a.C.), poi da Augusto (63 a.C.-14 d.C.), in tutto l'impero romano. Eraclito (540-480 a.C.) dice che «Ade (dio dell'oltretomba e della morte; N.d.R.) e Dioniso sono la stessa cosa». Euripide (480-406 a.C.) nelle Baccanti lo presenta come il dio che allevia il dolore, che è la sostanza della vita, col vino e col sonno.
È celebrato con orge notturne, nell'euforia del vino, al suono martellante di tamburi e della ripetizione incessante e auto-ipnotica del medesimo grido: si determina così uno stato di follia ed estraniamento che culmina nello smembramento di animali mangiati crudi e di cui viene bevuto il sangue, ma anche, almeno in Euripide, di esseri umani. È un dio «disgregatore», «dissolutore» delle istituzioni e del «nomos» 34, che si muove fra l'«esaltazione della vita e l'annientamento» 35.
Sopra: Dioniso, il dio dell'orgia e dell'ebbrezza.
Dioniso è anche il dio dell'orfismo, in cui si contrappone dualisticamente l'anima al corpo-prigione, tomba. La mèta è raggiungere la liberazione dal corpo, e quindi da questa vita, alla fine del ciclo delle reincarnazioni. In età moderna, Nietzsche amava firmarsi, oltre che «l'Anticristo», proprio col nome di questo dio, che è anche protagonista della novella La Morte a Venezia (1912), del massone Thomas Mann (1875-1955).
Platone Nella sua opera Repubblica egli sostiene il dualismo fra anima e corpo-prigione; la reincarnazione; l'abolizione della famiglia, del matrimonio, la comunanza delle donne, il numero chiuso dei cittadini, l'uccisione dei bimbi in più e di quelli malformati, la creazione di una razza geneticamente superiore e di una inferiore.
Plotino Egli sostiene il dualismo anima-corpo e che l'Uno è al di là dell'Essere, cioè «è» il nulla emanante. Scopo dell'uomo è ricongiungersi estaticamente con esso. Plotino ebbe numerosissimi seguaci nell'antichità, fra cui l'imperatore Giuliano l'Apostata (331-363), e nel Rinascimento (i cabalisti «cristiani» Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, ecc...).
Eretici dei primi secoli (simoniani, gnostici, manichei, caiani, ecc...) Sant'Agostino (354-430), nel suo libro Sulle eresie, ne conta ben ottantotto! Si tratta di un complesso di eresie ebraiche che confluiranno nella Kabbalah e nei suoi seguaci rinascimentali: il Dio Creatore è cattivo, nefasto il corpo. Ne derivano spessissimo: la negazione che Cristo avesse un corpo e che vi sia la resurrezione dei corpi; la credenza, talora, nella reincarnazione; la condanna della famiglia, del matrimonio e della procreazione come perpetuamento del regno di Satana (molti, fra cui il celebre Origene, si facevano evirare).
La comunione delle donne, riti orgiastici, sodomia, incesto, ecc...; occorre cioè rigettare i Comandamenti del Dio malvagio, fare ciò che egli vieta: è il «Do it»! («Fallo»!) odierno, il motto del mago nero britannico che tanto seguito ha oggi nel mondo del rock e della droga «mistica», Aleister Crowley (1875-1947). Come nella religiosità orientale, il disprezzo del corpo è realizzato non solamente nella dissolutezza morale, ma anche in pratiche di severa penitenza.
Eretici medioevali: sostenevano anch'essi il dualismo gnostico anima-corpo, Dio creatore cattivo e Dio buono. Gli Apostolici di Fra Dolcino (1250-1307), i catari (sec. XII), gli albigesi (sec. XIII), gli hussiti (sec. XV), i taboriti... erano contrari alla famiglia, al matrimonio e alla procreazione. Ciò non escludeva la promiscuità sessuale e la sodomia. I catari praticavano il suicidio rituale per soffocamento, o per inedia («endura»). I bogomili (sec. XII), nell'avversione alla vita, arrivavano alla castrazione.
La vita è solo dolore
Tutti questi principî ritornano continui, si ripetono più o meno completi, nel corso dei secoli. Si pensi allo scrittore francese Gabriel de Foigny (1630-1692) e al suo La terra australe (1676): il concetto è sempre quello per cui la vita è solo dolore. L'utopia è allora questa terra australe in cui tutto ciò che concerne la generazione è considerato scabroso: si parla solo della morte, sotto l'albero della morte. I suoi frutti sono oppiacei di cui tutti vanno desiderosi, come pure dell'eutanasia e del suicidio.
Sopra: Gabriel de Foigny e il suo libro La terra australe.
Il numero degli abitanti è chiuso e non esiste nessuna legge e nessuna morale. Si pensi al filosofo tedesco Arthur Schopenhauer (1788-1860) che non fa che riprendere le dottrine induiste (Veda, Purana, ecc...), affermando che la vita umana oscilla fra dolore e noia, e che si deve arrivare a sopprimere la radice del male, che è la volontà di vivere. Per cui il «primo passo nella negazione della volontà è una libera e perfetta castità», il rifiuto della generazione creatrice di infelici, e il raggiungimento della «noluntas», una sorta di redenzione nel Non essere, non soffrire, non desiderare...
Un pensiero, questo, «che ha segnato in qualche modo il romanzo europeo di Tolstoj, Maupassant, Zola, Anatole France, Kafka e Thomas Mann» 36, il pessimismo di Giacomo Leopardi (1798-1837) che ha potuto esclamare: «è funesto a chi nasce il dì natale»...
Mann, acceso interventista nella Prima Guerra Mondiale al pari di Svevo, nel suo celebre I Buddenbrook (1901), scrive:
Si pensi al filosofo tedesco Johan Gottlieb Fichte (1762-1814), per cui «in principio era l'azione», l'Io assoluto che si auto-pone, si auto-crea con un operare che non segue l'Essere, ma lo precede, sgorga dal nulla. Il mondo è l'antitesi, il momento negativo da superare ritornando all'origine positiva, precedente l'essere.
Via del ritorno che abbiamo già visto compiersi nell'annullamento, attraverso le reincarnazioni, nel buddismo, e in molti eretici; attraverso l'ascesi nell'Uno al di là dell'essere in Plotino; nella «noluntas», negazione della vita, in Schopenauer... 37. Lo stesso che si è detto per Fichte lo si può dire per Friedrich Hegel (1770-1831): anche per lui l'essere sorge ab æterno dal nulla. Il principio di non contraddizione, che appartiene alla filosofia dell'Essere, viene negato nella conciliazione fra essere e non essere («Essere o non essere, questo è il problema», diceva Amleto).
Il mondo e la natura, rappresentano l'antitesi negativa da superare.
La cosiddetta sinistra hegheliana riprende invece la tentazione nichilista soprattutto sul piano morale: Karl Marx (1818-1883) è per l'abolizione della famiglia e del matrimonio, e così anche il filosofo francese Charles Fourier (1772-1837), che propone la fine di ogni morale e la prostituzione come sacerdozio. Finisce qui il nostro invito a cogliere questa tentazione continua contro la vita, contro l'Essere e la Sua Legge, e dalla parte della morte, del nulla, e della dissoluzione.
Una filosofia che si ripresenta sotto mille volti, mille angolature, ma al fondo è sempre e solo l'antica ribellione a quel Dio della Vita che ha detto: «Chi non è con me, è contro di me» (Mt 12, 30), «Quanti mi odiano amano la morte» (Pro 8, 36). Tanti abbiamo tralasciato, da Nietzsche a Freud, al New Age, religione di massa che unisce le credenze gnostiche alle filosofie induiste, le esperienze auto-ipnotiche spersonalizzanti della respirazione e delle discipline Zen (il cui scopo è appunto la negazione dell'individualità e del pensiero personale)... all'uso liberatorio e alienante di droghe...
Rimandiamo per questo all'opera di Carlo Climati Inchiesta sul rock satanico, (Ed. Piemme, Casale Monferrato 1996) e a I principi del tramonto, di Paolo Baroni, (Ed. Il Cerchio, Rimini 1997). Ma soprattutto a Gli Adelphi della dissoluzione, di Maurizio Blondet (Ed. Ares, Milano 1994 ).
In quest'ultimo cui si individua la fortezza gnostica italiana casa editrice Adelphi, diretta da Roberto Calasso (1941-2021), e che pubblica essenzialmente testi di filosofia nichilista, nietzschiani, interpretazioni esoteriche dei miti antichi, filosofi come Gianni Vattimo, Massimo Cacciari, Sergio Quinzio (1927-1996), Elémire Zolla (1926-2002), Guido Ceronetti (1927-2018), tutti celebrati opinionisti...
Libri su Dioniso, Shiva (dio induista della distruzione e della morte), Kalì, in cui si parla di esperienze di droga, riti orgiastici, incesti, sacrifici umani rituali, magia sessuale tantrica e stupri. L'editrice Adelphi ha pubblicato Prolegomeni ad una teologia dello stupro, di Jean-Jacques Langendorf, i vangeli gnostici, le apocalissi gnostiche, i rituali catari; Essenza del nichilismo, di Emanuele Severino (1929-2020), Schopenhauer, tutto Nietzsche, Huxley, La vita è sogno, di Pedro Calderón de la Barca (1600-1681) 39;
Inferno, dello scrittore e drammaturgo svedese August Strindberg (1849-1912), in cui il Dio creatore è il cattivo persecutore di Lucifero e degli uomini. Nel secondo atto del dramma, Lucifero induce Adamo ed Eva a mangiare il pomo con queste parole:
Sopra: August Strindberg e il suo dramma Inferno.
Rimane aperto un altro campo di ricerca: quanto queste filosofie nichiliste e le connesse ideologie darwiniane e malthusiane, di cui si è parlato nella prima parte, abbiano influito su molti intellettuali nella loro teorica valutazione positiva della guerra (si pensi solo ad Hegel), da una parte, e nella entusiastica adesione a concreti eventi bellici, dall’altra. Ricordando solo tre fatti:
Sopra: Gracchus Babeuf e il suo libro La guerre de la Vendée et le système de dépopulation.
Conclusione
Alla filosofia gnostica, che considera Satana come dio della luce (Lucifero, da «lucem ferens» 42) e il Dio creatore come il Dio delle tenebre - per cui ogni Sua creazione è tenebra, e quindi degna di morire 43 - si contrappone la teologia di San Giovanni Apostolo:
«Et Verbum caro factum est».
Il Dio della luce, precisa San Paolo, proprio perché tale, si manifesta agli uomini tramite la luce delle Sue creature:
Un filosofo francescano inglese del sec. XIII, Roberto Grossatesta (1170-1235) 44, partendo da queste considerazioni e dal «Fiat lux» della Genesi, proponeva queste riflessioni, che di seguito riassumo:
In secondo luogo, si può dire che, fra le creature corporali, la luce è quella che maggiormente può essere considerata vestigio di Dio, secondo il concetto filosofico per cui ogni effetto o creatura è in parte simile e in parte differisce dalla causa o Creatore: come il manufatto di un artigiano «contiene» qualcosa dell'artigiano stesso, la sua fantasia, la sua abilità, ma ne è inferiore, così anche nelle creature, e, fra queste, riluce soprattutto nella luce:
Dio è Verità che conosce perfettamente
sé stesso e permette alle
realtà spirituali, agli occhi dello spirito, di conoscere la verità
spirituale.
Dio è Vita, colui che la dà e che in essa ci mantiene: la luce del Sole è principio fondamentale di vita per tutta la natura, nella generazione, nel mutamento e nella corruzione.
Dio è Spirito invisibile e la luce è un corpo «spirituale», il corpo materiale che più assomiglia alle realtà spirituali, alla dimensione metafisica, intangibile, impalpabile, eppure evidente, anzi l'evidenza stessa.
Dio è Bellezza, e la luce, secondo il francescano Grossatesta, è «maxime pulcrificativa et pulcritudinis manifestativa», e cioè massimamente capace di manifestare le altre bellezze e nello stesso tempo di conferire bellezza anche alle cose che di per sé non la possiedono.
Dio è Unità, Uguaglianza e Semplicità: la luce, in
un certo senso, genera sé stessa da sé stessa - come Cristo che,
come recita il Credo, è il «lumen de lumine», il
«lumen genitum» - senza dividersi, mantenendo unità nella sua
espansione, avendo la più grande armonia
Tutti gli altri movimenti della luce, e cioè la rifrazione e la riflessione (linee spezzate) non sono propriamente naturali, in quanto nascono da ostacoli interposti alla luce. Rimanendo nell'osservazione scientifica si può notare che la luce è una sola, la luce bianca, ma contiene in sé i tre colori primari, i quali danno a loro volta i sette colori dell'iride: essa dunque richiama Dio come Unità e Trinità ad un tempo, i sette Sacramenti...; mentre il nero, che contraddistingue le tenebre, non è un colore, ma l'assenza e privazione di colore e di luce.
Dio è Bene, ed in quanto tale «diffusivum sui», diffusivo di sé, donatore e propagatore di vita, come la luce stessa è diffusiva di sé, ed è come la Carità (Bene) «che tutto abbraccia»...
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